CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 aprile 2014
219.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 36

PETIZIONI

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 10.

Petizione n. 615 del 2014 del sig. Fulvio Fosforino, da Atripalda (Avellino), relativa ad iniziative a tutela dei fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, attualmente sottoposti a procedimento penale in India.
(Esame, ai sensi dell'articolo 109 del regolamento, e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano l'esame della petizione in oggetto.

  Elio VITO, presidente, poiché è stata richiesta l'attivazione del circuito chiuso, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda che il diritto di petizione, garantito dall'articolo 50 della Costituzione, consiste nella richiesta da parte di un certo numero di cittadini «di provvedimenti legislativi al Parlamento ovvero per esporre comuni necessità». Tale diritto rappresenta, pertanto, uno strumento di sollecitazione nei confronti dell'attività legislativa e di indirizzo politico del Parlamento. La petizione può essere esercitata da tutti i cittadini, sia individualmente sia Pag. 37collettivamente, senza limiti di numero, e non richiede particolare formalità. Inoltre, il regolamento della Camera, all'articolo 109, prevede che le petizioni siano esaminate dalle Commissioni competenti e che l'esame possa concludersi con «una risoluzione diretta ad interessare il Governo alle necessità esposte oppure con una decisione di abbinamento ad un eventuale progetto di legge all'ordine del giorno». Segnala che la prassi evidenzia anche la possibilità che l'esame della petizione si concluda con la predisposizione di un documento.
  Ciò premesso, esprime soddisfazione per la deliberazione da parte degli Uffici di presidenza delle Commissioni affari esteri e difesa in ordine alla tempestiva calendarizzazione dell'esame della petizione n. 615, sottoscritta da oltre diciottomila cittadini in solidarietà dei due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Considera significativo che questo iter abbia luogo contestualmente al dibattito, previsto all'ordine del giorno, sui seguiti dell'importante appuntamento semestrale in sede europea sulle priorità della politica estera e di difesa europea, cui le stesse Commissioni hanno preso parte ad Atene insieme a quelle del Senato, dove è stato possibile conseguire un importante riscontro sulla questione all'interno delle conclusioni della Conferenza interparlamentare.
  È anche grato alla Presidenza della Camera per avere tempestivamente provveduto, lo scorso 3 aprile, all'assegnazione della petizione in titolo, a tal fine da lui trasmessa a seguito dell'incontro avuto con i rappresentanti dei firmatari, avvenuto alla Camera il 1o aprile scorso. Si tratta, peraltro, di una petizione sottoscritta con il supporto di internet e, dunque, con modalità inedite che però non si pongono in contrasto con i requisiti costituzionali e regolamentari previsti ai fini della presentazione di tale atto, e che consente di fare emergere l'attenzione che il Parlamento assicura ai nuovi strumenti utilizzati dai cittadini per interagire con le istituzioni.
  Sottolinea, inoltre, che questa seduta marca l'avvio, almeno per quanto concerne la Commissione difesa, di una buona pratica parlamentare, finalizzata ad una più puntuale attuazione delle norme costituzionali e regolamentari riguardanti l'esame delle petizioni. Si deve dare atto ai gruppi di opposizione di avere perorato in più sedi l'opportunità che questo strumento di democrazia diretta sia maggiormente valorizzato, anche oltre alle ipotesi di esame in abbinamento con altri provvedimenti. Tale orientamento ha comunque intercettato una sensibilità esistente all'interno delle forze politiche. Infatti, presso la Giunta per il regolamento, nella seduta dell'8 gennaio 2014, in occasione dell'adozione come testo base dello schema di modifica regolamentare predisposto dal Gruppo di lavoro sulle riforme del Regolamento, per quanto concerne l'articolo 109 è stata ha proposta una modifica finalizzata all'istituzione presso ogni Commissione di un Comitato permanente, delegato alla valutazione delle petizioni e chiamato a formulare entro 15 giorni proposte motivate alla Commissione in ordine al loro esame.
  Dà quindi conto del fatto che, in attesa della riforma del Regolamento, presso la Commissione Difesa l'Ufficio di presidenza ha convenuto di affidare ai due vicepresidenti, gli onorevoli Artini e Villecco Calipari, il compito della valutazione sulle petizioni assegnate e della formulazione di successive osservazioni. Riconosce ai colleghi Artini e Villecco Calipari di avere già svolto un significativo lavoro in tale direzione e di avere concordato l'avvio di questa nuova fase proprio a partire dalla petizione in oggetto. Preannuncia, quindi, l'individuazione di una sede dedicata in cui i due vicepresidenti potranno dare conto di tutte le petizioni assegnate alla Commissione.
  Passando all'esame dei contenuti della petizione, segnala che essa, promossa il 26 aprile 2013, si proponeva di testimoniare ai due marò la vicinanza degli italiani nel momento assai critico a seguito delle dimissioni dell'allora Ministro degli affari esteri Giulio Terzi e lanciava un appello affinché il nuovo Governo si adoperasse per salvare i due fucilieri di Marina dalla Pag. 38pena di morte. Nella ricostruzione dell'accaduto, la petizione evidenzia il ruolo cruciale assolto dalla disposizione che ha istituito i Nuclei Militari di Protezione a bordo di navi civili, con il compito di garantire la sicurezza dell'equipaggio, del carico e dei passeggeri negli spazi marittimi a rischio di pirateria. La petizione evidenzia anche la complessità della vicenda dal punto di vista del diritto internazionale asserendo che il protrarsi della controversia e la sua mancata soluzione sono da ascrivere in parte anche ad equivoci interpretativi sulle nozioni di «zona contigua» e sui profili di competenza giurisdizionale.
  Segnala che gli ulteriori contenuti della petizione sono in parte superati dagli eventi e sono da valutare alla luce del fatto che, anche per le modalità di raccolta delle firme, non è stato comunque possibile aggiornare il testo alle continue evoluzioni della vicenda. La petizione è comunque da esaminare non per i suoi contenuti specifici ma soprattutto in chiave simbolica, rispetto al clima di preoccupazione diffusa nel Paese e alla solidarietà che essa vuole trasmettere ai due connazionali che, in India, si trovano in uno stato di detenzione protratto ormai da oltre due anni. Ai fini di questo esame, la petizione offre l'occasione, a suo avviso, per una riflessione e un confronto pacato tra i gruppi, utile alla definizione di possibili istanze da sottoporre al Governo in questa nuova fase della vicenda e anche al fine di suggellare il costante monitoraggio e la ripetuta attivazione da parte del Parlamento, e di queste Commissioni in particolare, sul tema.
  Al riguardo, preme ricordare che le Commissioni hanno assunto molto presto l'iniziativa volta ad instaurare e a mantenere un dialogo costante con il rappresentante del Governo e Commissario straordinario, Staffan De Mistura, audito per tre volte il 18 luglio 2013, il 13 novembre 2013 e il 26 marzo 2014.
  Inoltre, a parte i richiami più volte operati al Governo in occasione di sedute sulle linee programmatiche, della presentazione di question time o di informative rese sull'argomento, è stato l'esame in particolare dei decreti-legge di proroga delle missioni internazionali a segnare il momento di massima condivisione tra le forze politiche sui profili della vicenda, come attesta l'approvazione unanime dei due ordini del giorno da lui stesso presentati e sottoscritti da tutti i gruppi, n. 9/1670/A-R/1, approvato nella seduta dell'Assemblea del 4 dicembre 2013, e n. 9/2149/1, approvato nella seduta dell'Assemblea del 13 marzo 2014.
  Ricorda anche che le quattro Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato si sono recate in India, dal 26 al 28 gennaio 2014, in una formazione che ha rappresentato alla controparte indiana, quasi in modo plastico giacché erano presenti rappresentanti di tutti i gruppi, la visione unanime e la forte determinazione di tutti i gruppi a praticare anche i canali della diplomazia parlamentare per pervenire ad una rapida soluzione e al rientro dei due marò in Italia. La missione è stata anche l'occasione per testimoniare i sentimenti di solidarietà del Parere direttamente ai due militari.
  Evidenzia poi che, a due anni dall'inizio della loro detenzione in India, le Commissioni hanno poi incontrato i familiari dei due militari alla Camera il 19 febbraio 2014, in un clima di forte commozione e di solidarietà.
  Non meno rilevanti sono state le iniziative assunte in sede europea a più riprese in vista della Conferenza interparlamentare sulla PESC-PSDC, da poco tenutasi ad Atene e le cui conclusioni recepiscono un emendamento italiano focalizzato sul principio dell'immunità funzionale e sulla cittadinanza europea dei due marò, tutto ciò anche alla luce delle dichiarazioni preoccupate rese dall'Alto Rappresentante, dal Presidente della Commissione europea, del Parlamento e dal Segretario Generale della NATO.
  Alla luce di quanto richiamato, sottolinea l'opportunità che l'attenzione sul caso resti elevata e che si tengano nel debito conto svariati fattori derivanti: dal complesso evolvere della controversia, che si colloca in un contesto estraneo alla Pag. 39nostra tradizione giuridica, improntata, invece, al più rigoroso rispetto del diritto internazionale, soprattutto di quello umanitario; dall'aspettativa diffusa che si definisca un'iniziativa italiana finalizzata all'arbitrato internazionale; e dalla crescente preoccupazione per il clima di forte animosità nei confronti dei due marò e, in generale, nei confronti del nostro Paese che sembra esprimere attualmente la scena politica indiana, come noto in fase preelettorale.
  Anche in considerazione della presentazione da parte del Movimento Cinque Stelle di una risoluzione sulla questione dei marò, assegnata congiuntamente alle due Commissioni, ritiene pertanto che l'esame della petizione in titolo potrebbe, qualora i gruppi convengano, condurre alla definizione dei contenuti di un possibile atto di indirizzo unitario, volto a fornire un messaggio positivo in termini di volontà e capacità delle istituzioni nell'elaborare risposte e soluzioni e che possa stimolare in modo costruttivo la futura azione del Governo italiano.
  A conclusione di questa relazione illustrativa, tiene, infine, a sottolineare ancora come, in un momento in cui la crisi del rapporto tra cittadini e istituzioni parlamentari evidenzia tutta la sua portata, è quanto mai utile rimarcare la scelta compiuta da queste Commissioni nel recepire con la necessaria tempestività le istanze che giungono così dalla società civile, tanto più se tali istanze attengono all'impegno e al senso dello Stato che esprimono ogni giorno le Forze Armate e i militari italiani impegnati nelle missioni internazionali a tutela della pace e della sicurezza.

  Gian Piero SCANU (PD) esprime vivo compiacimento per la relazione illustrata dal presidente Vito e, in generale, per la determinata iniziativa politica da lui assunta. Concorda con l'obiettivo relativo alla definizione di un atto di indirizzo unitario nei termini che sono stati evidenziati. Ritiene che tale passaggio potrà avere luogo in una fase successiva alle festività pasquali, ma in modo comunque tempestivo rispetto all'evolvere della vicenda, dato l'approssimarsi delle scadenze elettorali indiane.

  Massimo ARTINI (M5S), richiamando la risoluzione presentata dal suo gruppo, esprime piena disponibilità alla collaborazione con tutti i gruppi per pervenire alla definizione di un atto di indirizzo unitario, come auspicato dal presidente Vito.

  Andrea CAUSIN (SCpI), a nome del suo gruppo, si associano alle parole di ringraziamento e al riconoscimento rivolte dai colleghi interventi al presidente della Commissione, con particolare riferimento all'impostazione di una risoluzione unitaria, da presentare con tempestività.

  Ferdinando ADORNATO (PI) manifesta a sua volta riconoscenza al presidente Vito per avere mantenuta una costante attenzione al caso dei due marò e per avere coerentemente assunto ogni iniziativa possibile al fine di assicurare una considerazione prioritaria in sede parlamentare, in sintonia con la sensibilità diffusa presso la cosiddetta società civile. Si associa, pertanto, alle valutazioni dei colleghi, evidenziando l'importanza del fattore tempo.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL), nel condividere lo spirito della procedura avviata dalla presidenza, invita le Commissioni ad andare avanti tempestivamente al fine di impegnare il Governo a raggiungere quanto prima il risultato del ritorno a casa dei fucilieri di Marina.

  Elio VITO, presidente, ringraziando i rappresentanti dei gruppi per i riconoscimenti espressi e per la sensibilità manifestata nei confronti della petizione online in titolo, auspica, quindi, che le Commissioni possano giungere al più presto alla calendarizzazione di una risoluzione che dia conto del diritto di cui sono titolari i due marò ad una iniziativa di carattere internazionale che ripristini la condizioni di legittimità e che esprima in concreto l'impegno del Paese a favore di una rapida soluzione del caso che li riguarda. Pag. 40
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.20.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Benedetto Della Vedova, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 10.20.

Sugli esiti della missione svolta ad Atene dal 3 al 4 aprile 2014 in occasione della Conferenza interparlamentare sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC).

  Elio VITO, presidente, poiché è stata richiesta l'attivazione del circuito chiuso, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Rende, quindi, comunicazioni sulla missione in titolo, nei termini di cui in allegato (vedi allegato 1), cui hanno preso parte in rappresentanza della Camera dei deputati i colleghi Artini e Palmizio, in qualità rispettivamente di vicepresidente e componente della Commissione Difesa, ed il collega Alli, in qualità di componente della Commissione affari esteri. Richiama gli importanti esiti della Conferenza, testimoniati dalle conclusioni adottate, cui la delegazione italiana ha autorevolmente contribuito con particolare riferimento all'inserimento dell'emendamento sulla questione dei due marò, come già in precedenza segnalato (vedi allegato 2).

  Massimo ARTINI (M5S) svolge un intervento per dare conto delle questioni salienti emerse in occasione della sua partecipazione alla Conferenza in titolo. Dopo un accenno ai riferimenti operati dalla delegazione del Regno Unito ai fini di una possibile riconferma di Catherine Ashton nel ruolo di Alto rappresentante, procede a delineare il contenuto di una proposta di lavoro avanzata dalla delegazione dei Paesi Bassi sul tema dei Battlegroup, istituto bisognoso di una riconsiderazione in ragione del suo mancato funzionamento, che è da correlare anche alle discrepanze che sussistono tra le procedure nazionali sull'autorizzazione alla partecipazione alle missioni internazionali, oltre che ad istanze di carattere politico e finanziario. Richiama, quindi, i contenuti dell'intervento del presidente Latorre nel gruppo di lavoro sulla strategia di sicurezza marittima ed accenna alla rilevanza assicurata dalle delegazioni irlandese e greca ai temi oggetto della Convenzione di Dublino sul diritto d'asilo. Ritornando sul tema dei Battlegroup, cui segnala che si è convenuto di dedicare un gruppo di lavoro ad hoc nell'ambito della Conferenza interparlamentare che si terrà nel semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea, precisa i contorni della proposta di lavoro, avanzata dalla delegazione olandese e condivisa dalla delegazione italiana, relativa all'avvio fin da ora di un percorso istruttorio e preparatorio, cui aderirebbero i Paesi interessati, e che dovrebbe condurre a delineare per la fine del prossimo mese di settembre una prima proposta da perfezionare ulteriormente e da sottoporre alla Conferenza di Roma. Tale percorso è destinato a coinvolgere quei paesi che ad Atene hanno apprezzato ed accolto con entusiasmo la proposta olandese, quali soprattutto la Germania, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e anche la Francia, oltre ai Paesi Bassi. Segnala peraltro che lo stesso Alto Rappresentante ha manifestato l'esigenza che si lavori ad una riconsiderazione di tale istituto anche al fine di individuarne una nuova denominazione. Conclude osservando che, a suo avviso, sarebbe opportuno che il nuovo nome dei Battlegroup non evochi l'idea di formazioni armate a fini di combattimento, come invece accade oggi.

  Paolo ALLI (NCD) manifesta preoccupazione per il fatto che ad Atene le questioni regolamentari non siano state Pag. 41definitivamente risolte anche a causa dell'insistenza della delegazione tedesca sulla natura stessa della Conferenza interparlamentare, nonché delle proposte ulteriori della delegazione spagnola. Ne consegue, a suo avviso, un impegno a carico della successiva presidenza italiana.
  Segnala poi come, al di là dei temi all'ordine del giorno, l'interesse sia stato generalmente attratto dalla crisi dell'Ucraina, come del resto in occasione della Conferenza promossa a Vilnius dal Parlamento lituano la settimana precedente e in occasione della riunione della Commissione permanente dell'Assemblea della NATO tenutasi a Riga il giorno dopo. Nel confermare di sostenere l'atteggiamento prudente del Governo, così come espresso dal ministro Mogherini, informa le Commissioni che la predetta Commissione permanente, a stretta maggioranza, ha ritenuto di sospendere la partecipazione della Russia dall'Assemblea parlamentare della NATO nonostante il voto contrario dell'Italia e di altri importanti Stati membri.

  Elio VITO, presidente, preannuncia quindi che la prossima Conferenza interparlamentare si terrà a Roma nel mese di novembre 2014 e segnala l'esigenza che le Commissioni contribuiscano in modo attivo nella definizione degli aspetti contenutistici ed organizzativi, anche alla luce di quanto definito nelle conclusioni finali della Conferenza.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 10.35.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 16 aprile 2014. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Elio VITO – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Benedetto Della Vedova, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 10.35.

7-00270 Manlio Di Stefano: Sulla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) prevista per il 2015.
7-00342 Amendola: Sulla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) prevista per il 2015.
(Discussione congiunta e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano la discussione delle risoluzioni in oggetto.

  Elio VITO, presidente, poiché è stata richiesta l'attivazione del circuito chiuso, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Manlio DI STEFANO (M5S) illustra la risoluzione in titolo a sua prima firma richiamando le origini del Trattato di non proliferazione nucleare e lamentando il fatto che ancora quattro potenze nucleari (India, Israele, Pakistan e Corea del Nord) persistano nel non aderirvi. Si sofferma quindi sulla svolta impressa nel 2010 dalla precedente Conferenza di riesame, che era stata anticipata dall'Accordo tra Stati Uniti e Russia sulla riduzione degli arsenali nucleari. In vista della prossima Conferenza di riesame del 2015, nell'auspicare che possa simbolicamente avere luogo a Hiroshima e Nagasaki in occasione del settantesimo anniversario della tragedia atomica della II guerra mondiale, sottolinea l'opportunità di adottare un atto di indirizzo in tempo utile per la sessione preparatoria che si terrà a New York tra aprile e maggio. Al riguardo, rammenta l'esito non confortante della precedente sessione preparatoria svoltasi a Ginevra nel 2013.
  In particolare, ritiene necessario che concretizzi la riunione della Conferenza per la zona denuclearizzata nel Medio Oriente, nonostante l'opposizione israeliana, così da realizzare quanto l'Assemblea generale dell'ONU ha indicato sin dal lontano 1974, su iniziale proposta dell'Iran Pag. 42e dell'Egitto. Si compirebbe in tal modo un passo decisivo verso l'obiettivo ribadito dal presidente Obama di liberare il mondo dalle armi nucleari.
  Segnalando il ritardo nell'attuazione dell'articolo 6 del TNP circa lo smantellamento degli arsenali nucleari, considera improcrastinabile rimuovere tale minaccia alla pace ed alla sicurezza internazionale superando la logica della deterrenza. Con riferimento alla posizione dell'Italia, peraltro comune ad altri Paesi europei, contesta la legittimità del dispiegamento di armi nucleari tattiche statunitensi e della possibilità che possano esserne dotati come vettori gli F35, giudicando inadeguata la giustificazione sin qui addotta del sistema della cosiddetta «doppia chiave». Richiamando infine l'orientamento della Corte internazionale di giustizia sull'illiceità degli armamenti nucleari, espone gli impegni al Governo previsti dalla risoluzione presentata dal suo gruppo, auspicando che possa essere oggetto di discussione e condivisione da parte degli altri gruppi.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) illustra la risoluzione in titolo a sua prima firma, ringraziando il collega Di Stefano per i dettagliati riferimenti al TNP e richiamando l'iniziativa politica assunta dal suo gruppo sull'argomento sin dalla scorsa legislatura grazie all'oggi ministro onorevole Mogherini. Rifacendosi alla portata innovativa del discorso pronunciato a Praga nel 2010 dal presidente Obama, che ha inaugurato una nuova stagione del disarmo nucleare, osserva come il negoziato per il riesame del TNP sia oggi di stringente attualità e necessità, anche a seguito della crisi dell'Ucraina e nella complessa fase delle relazioni NATO-Russia.
  Fa presente come la risoluzione sottoscritta dal suo gruppo punti in modo particolare a rafforzare il ruolo del Parlamento individuando un punto di equilibrio, anche rispetto alla sfera governativa, tra esigenze di trasparenza ed esigenze di sicurezza delle installazioni militari alleate. Nonostante tale divergenza rispetto al testo di opposizione, nel condividere altresì la proposta che si tenga ad Hiroshima e a Nagasaki la prossima Conferenza di riesame del TNP, ritiene che ci sia una volontà politica comune al fine di portare avanti la vocazione dell'Italia a giocare un ruolo precipuo nella cooperazione internazionale per il disarmo nucleare. Auspica quindi che il più largo consenso possibile possa conferire al Governo in carico la forza per andare avanti in tale direzione.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO sottolinea che, malgrado la non contestuale presentazione delle due risoluzioni in titolo, il Governo è comunque disponibile ad una approfondita discussione di merito già in occasione della presente seduta. Precisa, tuttavia, che trattandosi di questioni complesse, che chiamano in causa competenze interministeriali, sarebbe preferibile poter disporre di un tempo ulteriore, al fine di ponderare bene le scelte da compiere.

  Mario MARAZZITI (PI) dichiara di condividere le argomentazioni e le formulazioni della risoluzione presentata dal gruppo del Partito democratico, con particolare riferimento all'attuale contesto che oscilla tra un nuovo disordine nucleare e la ricerca di un multipolarismo che va avanti ma non si stabilizza, come confermano la situazione della Siria, in cui è decisivo il ruolo dell'Iran, e quella dell'Ucraina, in cui è decisivo il ruolo della Russia. Chiede pertanto di apporre la sua firma alla risoluzione 7-003242, che mette al centro la possibilità del Parlamento di interloquire con il Governo e coniuga discretamente trasparenza e sicurezza.

  Manlio DI STEFANO (M5S) precisa che il suo invito a sviluppare un'ampia discussione non preclude l'opportunità di giungere nella giornata odierna al voto delle risoluzioni in titolo, in considerazione dell'importanza dell'argomento.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) fa presente come questo punto all'ordine del giorno costituisca una priorità politica per Pag. 43il suo gruppo ed invita la presidenza a favorire una conclusione della discussione in tempi brevi, anche per consentire la partecipazione dei componenti che nei prossimi giorni saranno impossibilitati a prendere parte ai lavori parlamentari a causa dell'irrogazione di sanzioni disciplinari.

  Donatella DURANTI (SEL) manifesta piena condivisione sull'approccio al tema della non proliferazione nucleare e del disarmo, evidenziato dalla risoluzione presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle, che sottoscrive a nome del suo gruppo delle due Commissioni. Ritiene che, anche ai fini della definizione di impegni più stringenti al nostro Governo nell'interesse del Paese, non vi siano ostacoli allo svolgimento di un congruo approfondimento da parte del Governo. Esprime tali considerazioni in particolare in riferimento all'esigenza di scongiurare che i noti velivoli F35, il cui programma dovrebbe opportunamente essere abolito secondo la posizione notoriamente tenuta dal suo gruppo, possano trasportare le future B61, vale a dire ordigni di tipo nucleare. Nel ricordare, peraltro, che l'Italia non ha ancora risolto lo scottante problema relativo alla permanente di simili ordigni sul proprio territorio, dà conto della raccolta di firme in corso ai fini della presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, finalizzata ad un completo disarmo nucleare del nostro Paese. Segnala condivisione da parte del suo gruppo a favore di una maggiore trasparenza rispetto al tema della doppia chiave ed auspica un sostegno alla citata proposta di iniziativa popolare e alla rete internazionale di parlamentari impegnati sul tema della non proliferazione nucleare e del disarmo, in collaborazione con la società civile.

  Gian Piero SCANU (PD), intervenendo sui lavori delle Commissioni, ritenendo che le due risoluzioni in titolo abbiano pari rilevanza e dignità indipendentemente dai rispettivi tempi di presentazione, acconsente a nome del suo gruppo affinché le risoluzioni siano discusse anche in un secondo momento, senza che questo debba far dubitare della disponibilità del suo gruppo ad un confronto di merito già a partire dalla presente seduta.

  Andrea CAUSIN (SCpI) sottoscrive a nome del suo gruppo la risoluzione a prima firma del collega Amendola, auspicando che possa essere individuato un punto di mediazione tra i due atti di indirizzo in titolo, pur assai diversi tra loro. Associandosi alle riflessioni del collega Alli, emerse in sede di comunicazioni del Presidente, relative a quanto avvenuto presso l'Assemblea parlamentare della NATO, ritiene che le risoluzioni in discussione offrano l'occasione per esperire un tentativo di ricomposizione del dialogo tra gli Stati Uniti e la Russia.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alla richiesta formulata dal sottosegretario Alfano per una dilazione del voto che consenta al Governo di approfondire tutti gli aspetti di un così delicato argomento nella comparazione dei due testi presentati e nel raccordo interministeriale.

  Massimo ARTINI (M5S) manifesta la disponibilità del suo gruppo ad un rinvio della discussione sulle risoluzioni in titolo alla prossima settimana, da calendarizzare eventualmente unitamente ad un atto di indirizzo sul tema dei marò.

  Gian Piero SCANU (PD) ribadisce che l'esigenza di procrastinare, seppur di poco, il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni appartiene alla sfera dell'Esecutivo e non a quella dei gruppi. Auspica una ricalendarizzazione alla prossima settimana, compatibilmente con i lavori presso l'Assemblea.

  Andrea CAUSIN (SCpI), intervenendo a sua volta sui lavori delle Commissioni, preannuncia anche a nome dell'onorevole Manciulli, in qualità di relatori sulle proposte di legge in tema di legge quadro sulle missioni internazionali, la disponibilità ad un confronto informale con tutti i gruppi Pag. 44per la definizione di un testo unificato in vista della convocazione del Comitato ristretto, istituito dalle due Commissioni.

  Manlio DI STEFANO (M5S) ribadisce l'opportunità di concludere, ove possibile nella giornata di oggi, la discussione delle risoluzioni in titolo.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO conferma la richiesta, avanzata a nome del Governo, di poter disporre di tempi ulteriori per la valutazione delle risoluzioni in oggetto, data la serietà del tema e degli obiettivi che esse si prefiggono.

  Elio VITO, presidente, condivide le proposte emerse nel corso del presente dibattito sull'organizzazione dei lavori delle due Commissioni ai fini di una ricalendarizzazione della discussione congiunta delle risoluzioni in titolo nel corso della prossima settimana, compatibilmente con l'andamento dei lavori presso l'Assemblea e in vista della possibile posizione della questione di fiducia. Nel ritenere prematuro prospettare per i prossimi giorni la trattazione di un atto di indirizzo sulla vicenda dei due marò, in riferimento ai rilievi emersi sui tempi di presentazione delle due risoluzioni in titolo, fa presente che la linea della Presidenza è improntata alla massima disponibilità nei confronti delle iniziative dei gruppi, come dimostra il tempestivo inserimento in calendario, disposto nello scorso mese di dicembre, di una risoluzione presentata dai gruppi di opposizione in vista del Consiglio europeo e discussa congiuntamente ad altra risoluzione della maggioranza, vertente sul medesimo tema e già calendarizzata. Nel dare conto del fatto che il rinvio richiesto dai rappresentanti del Governo non può in alcun modo essere considerato di natura elusiva, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.20.

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