CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 aprile 2014
218.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 200

AUDIZIONI

  Martedì 15 aprile 2014.

Istituzione del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Testo unificato delle proposte di legge C. 68-110-1945-A.

  Il Comitato dei Nove si è svolto dalle 13 alle 14.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 15 aprile 2014. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 14.

Documento di economia e finanza 2014.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.

(Parere alla V Commissione.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Maria Chiara GADDA (PD), relatore, rileva che la Commissione è chiamata a esaminare, ai fini del prescritto parere alla V Commissione, il Documento di economia e finanza (DEF) 2014 che costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio e che quindi traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020.
  Quanto alla struttura, il DEF si compone di tre sezioni e di una serie di allegati. In particolare, la prima sezione espone lo schema del Programma di Stabilità, che dovrà contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e Pag. 201crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico. Nella seconda sezione sono indicate le regole generali sull'evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche, in linea con l'esigenza, evidenziata in sede europea, di individuare forme efficaci di controllo dell'andamento della spesa pubblica. La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla nuova Strategia «Europa 2020».
  Rinviando per gli aspetti di dettaglio alla documentazione predisposta dagli uffici, si sofferma nella relazione sugli aspetti principali delle diverse politiche di interesse della VIII Commissione presi in considerazione dal DEF.
  Per quanto riguarda le politiche in materia di ambiente, nel DEF, e in particolare nel Programma nazionale di riforma, è collocata un'apposita sezione dedicata al tema della crescita verde e della protezione del territorio in cui sono contenute una serie di azioni da realizzare entro il mese di novembre 2014, e segnatamente: gli interventi contro il dissesto idrogeologico per i quali il documento fa riferimento a nuovi stanziamenti pari a 1,5 miliardi di euro e prevede l'istituzione di un'unità di missione. A tale riguardo, fa notare che non appare chiaro se i nuovi stanziamenti sopra citati si aggiungeranno a quelli già previsti nelle norme vigenti, e principalmente nelle disposizioni della legge di stabilità 2014 che destina a progetti immediatamente cantierabili di messa in sicurezza del territorio le risorse esistenti nelle contabilità speciali e le risorse già stanziate in apposite delibere CIPE (nel limite massimo di 1,4 miliardi di euro) e nuove risorse pari a 180 milioni di euro; il censimento del fabbisogno e la realizzazione degli interventi di bonifica dei siti inquinati; l'accelerazione degli interventi di riparazione e risanamento, da parte dei responsabili del danno ambientale, e la promozione degli investimenti di reindustrializzazione dei siti inquinati; l'istituzione di un Fondo di 200 milioni di euro per la delocalizzazione di impianti industriali pesanti ubicati nei centri densamente abitati; la predisposizione del regolamento per la tariffazione puntuale in materia di rifiuti, che preveda l'individuazione del peso o del volume dei rifiuti conferiti dai singoli utenti.
  Il quadro delle misure programmatiche in materia ambientale è completato, per un verso, dalla definizione di nuove forme di fiscalità energetica e ambientale, che potranno conseguire all'attuazione della relativa delega contenuta nell'articolo 15 della legge delega fiscale n. 23 del 2014 (i cui decreti attuativi – secondo quanto sottolineato nel DEF - dovranno essere adottati entro il 27 marzo 2015) e il cui maggior gettito sarà destinato anche alla riduzione della tassazione sui redditi, e, per l'altro, dal riordino della normativa sui servizi pubblici locali, tra i quali i servizi in materia di rifiuti ed acqua, ai fini di una maggiore apertura del mercato e dell'aggregazione degli stessi in ambiti territoriali più ampi, per il quale il documento prospetta come tempistica il mese di settembre 2014.
  Aggiunge che avranno impatto sulle misure ambientali – sempre secondo quanto si legge nel documento – le politiche in materia di coesione attraverso il completamento dei programmi di spesa cofinanziati dai fondi strutturali, nel quadro della programmazione 2007-2013, e l'adozione dell'accordo di partenariato, attualmente all'esame del Parlamento (A.G. 86), che definisce la strategia per l'impiego di tali fondi nella programmazione 2014-2020.
  Fa notare che il DEF richiama, quanto alla crescita verde, i due provvedimenti recanti disposizioni per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014 – A.C. Pag. 2022093), nonché per il contenimento del consumo del suolo (C. 2039), attualmente all'esame della Camera.
  Con riferimento all'impatto finanziario delle misure in materia ambientale adottate nel 2013 e nel 2014, segnala che nel Programma di stabilità (sezione I del DEF) tra gli interventi adottati nel 2013, che hanno determinato effetti in termini di indebitamento netto, sono compresi quelli a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali e per affrontare altre emergenze di tipo ambientale, per circa 1,4 miliardi nel periodo 2013-2018, compensati da un corrispondente incremento dell'imposta di bollo e dalla riduzione di altre voci di spesa del bilancio statale (decreto-legge 43/2013). Tra gli interventi con effetti in termini di indebitamento netto a partire dal 2014 si annoverano invece quelli che stanziano maggiori risorse per la ricostruzione dei danni provocati dal sisma in Abruzzo (circa 0,2 miliardi nel 2014, 0,2 miliardi nel 2015 e 0,1 miliardi a partire dal 2016), nonché le misure a sostegno dei soggetti che esercitano attività produttive nei comuni della provincia di Modena e della regione Veneto colpiti da eccezionali eventi atmosferici, anche di carattere alluvionale, verificatisi tra gennaio e febbraio 2014, attraverso la temporanea sospensione dei versamenti tributari e contributivi, previste dal decreto-legge 4/2014.
  Per quanto concerne le politiche in materia di edilizia e le politiche abitative, rileva che nella sezione I del Programma di stabilità del DEF sono riportati i dati del settore delle costruzioni, che continua ad attraversare una fase di forte difficoltà. Gli interventi programmatici sul fronte dell'edilizia e delle politiche abitative sono previsti nell'azione «Il Piano casa e le imprese sociali» del PNR con tempistica fissata nel mese di aprile 2014. Le misure ivi elencate sono sostanzialmente quelle previste nel decreto legge n. 47 del 2014, che reca misure urgenti per l'emergenza abitativa e che è in corso di esame al Senato (A.S. 1413). Si tratta dell'incremento rispettivamente di 100 milioni di euro del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e di 226 milioni del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli; la riduzione dell'aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato dal 15 al 10 per cento, per il quadriennio 2014-2017; la previsione di un piano di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica (ex IACP), finanziato, tra l'altro, con le risorse rinvenienti dalle revoche degli stanziamenti destinati alle infrastrutture strategiche – di cui all'articolo 1, comma 79, della legge n. 147 del 2013 – nel limite massimo di 500 milioni di euro; la destinazione di un finanziamento di 67,9 milioni per recuperare ulteriori alloggi da destinare alle categorie sociali disagiate (articolo 4, commi 4 e 6); l'offerta di acquisto degli alloggi ex IACP agli inquilini e la destinazione del ricavato al recupero e alla realizzazione di nuovi alloggi; l'assegnazione per gli anni 2014-2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale di una detrazione a fini IRPEF fino a 900 euro; la non concorrenza, nella misura del 40 per cento, alle imposte sui redditi (IRPEF/IRES) ed IRAP, dei redditi derivanti dalla locazione di alloggi sociali di nuova costruzione o di realizzazione mediante interventi di manutenzione straordinaria o di recupero su un fabbricato preesistente, fino all'eventuale riscatto dell'immobile da parte del conduttore e comunque per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori di costruzione o manutenzione e recupero (articolo 6); il riconoscimento della facoltà di riscatto per il conduttore di un alloggio sociale trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione; la previsione di misure per la lotta all'occupazione abusiva.
  Il DEF contempla poi interventi programmatici – da realizzare entro novembre 2014 – sul fronte della valorizzazione del mercato immobiliare, che sono orientati alla liberalizzazione del mercato delle grandi locazioni a uso non abitativo e all'introduzione di facilitazioni e gratuità Pag. 203per i cambi di destinazione d'uso degli immobili, in particolare di quelli inutilizzati o occupati da imprese in difficoltà, nel rispetto delle esigenze di tutela del paesaggio e dei volumi esistenti degli edifici. Il Documento precisa che tale regime potrebbe essere esteso anche al cambio di destinazione d'uso nelle aree edificabili libere con destinazione non residenziale nell'ambito di piani e programmi attuativi di iniziativa pubblica o privata destinati per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva a housing sociale e/o a alloggi per il personale delle Forze Armate, di Polizia e Vigili del Fuoco. Per tali misure il Documento prevede come tempistica per la realizzazione il mese di novembre 2014.
  Ulteriori interventi nel settore dell'edilizia contemplati dal DEF riguardano la semplificazione del sistema delle autorizzazioni attraverso la predisposizione di modelli standard, con una tempistica fissata al mese di ottobre 2014.
  Relativamente alle specifiche misure programmatiche in materia di edilizia scolastica, il DEF prevede l'impegno primario di realizzare nel 2014, e segnatamente entro luglio 2014, un piano per la sicurezza nelle scuole, quantificato in 2 miliardi di euro, finalizzato al miglioramento dell'efficienza energetica, all'adeguamento antisismico e alla costruzione di nuove scuole, mediante procedure snelle di utilizzo dei fondi nazionali disponibili (come, ad esempio, la possibilità di concedere poteri derogatori ai sindaci per l'affidamento lavori) e dei fondi comunitari programmati, nonché la costituzione di un'apposita unità di missione e al fine di dare concreta attuazione, d'intesa con regioni ed enti locali, all'Anagrafe dell'edilizia scolastica., avviata a seguito dell'Accordo siglato in Conferenza Unificata tra governo, regioni ed enti locali, il 6 febbraio 2014, con la finalità di accertare la consistenza e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico e di fornire una base per le funzioni programmatorie di settore.
  Per quanto riguarda le politiche in materia di infrastrutture, sottolinea che il Programma nazionale di riforma attribuisce un ruolo centrale alle infrastrutture in quanto legate in maniera trasversale a diverse priorità del Governo per il rilancio della crescita economica. In tale ambito, in considerazione del quadro di finanza pubblica, l'obiettivo primario è ritenuto il coinvolgimento del capitale privato nella realizzazione delle grandi opere infrastrutturali, che si prevede di conseguire in una serie di misure programmatiche tra le quali: l'applicazione di modelli giuridico-economici, che siano compatibili con le regole di contabilità fissate da Eurostat (Eurostat compliant), ai fini delle valutazioni di impatto sui saldi di finanza pubblica; l'allocazione di risorse ad hoc per finanziare la realizzazione di studi di fattibilità attraverso una ridefinizione dei requisiti e dei criteri per la definizione degli studi medesimi in conformità agli standard internazionali; l'istituzione di un fondo nazionale per la progettazione di opere in partenariato pubblico privato (PPP), sulla base di parametri di sostenibilità economico-finanziaria e di maturità tecnica dei progetti (Fondo equity per progetti greenfield); la facilitazione dell'ingresso di investitori esteri nelle operazioni di PPP già in gestione; la certezza dei tempi per la chiusura dei contratti di finanziamento delle opere realizzate in PPP (closing finanziario) e l'adeguamento del grado di certezza del diritto ai benchmark internazionali; il miglioramento degli strumenti e delle strategie di comunicazione e di pubblicizzazione delle opportunità offerte ai privati; una maggiore trasparenza del flusso delle informazioni e un monitoraggio durante la fase di realizzazione e di gestione delle opere.
  Il Documento prospetta la necessità di inserire poche, chiare e stabili regole in materia di PPP in una disciplina speciale esterna al Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, considerato che attualmente la disciplina delle operazioni in PPP è contenuta nel Codice e nell'ampia denominazione di PPP è ricompresa una molteplicità di schemi contrattuali come attesta anche la definizione di cui al comma 15-ter dell'articolo 3 del medesimo Codice, che – Pag. 204a titolo esemplificativo – include la concessione di lavori, la concessione di servizi, la locazione finanziaria, il contratto di disponibilità, l'affidamento di lavori mediante finanza di progetto, le società miste. Ulteriori azioni programmatiche in materia di PPP riguardano la disciplina contrattuale applicabile a tali operazioni relativamente all'aumento del valore dei singoli bandi di gara, da svolgere su pacchetti di progetti e non su singole opere, alla creazione di una struttura centrale di selezione delle opere, che possa supportare le stazioni appaltanti, alla creazione di una struttura unica di gestione di tali operazioni che possa costituire un punto di riferimento per le singole amministrazioni, alla creazione di standard per i bandi, le procedure e i contratti.
  La necessità di incrementare il coinvolgimento dei capitali privati riguarda non solo le grandi infrastrutture, ma anche le piccole e medie infrastrutture. Il Documento infatti fa riferimento al sostegno alla continuità funzionale dell'offerta ferroviaria AV/AC, nonché al rifinanziamento dei programmi di intervento riguardanti la manutenzione della rete ferroviaria e stradale e alla riqualificazione delle aree urbane.
  Il secondo obiettivo prioritario in materia di infrastrutture, oltre al «pacchetto» di misure specificamente dedicato al PPP, è il completamento delle sezioni italiane delle tratte transfrontaliere e delle opere nazionali ricadenti nella rete centrale (core network) e complementare (global network) delle reti europee (reti TEN-T) ridefinite sulla base delle mappe pubblicate in allegato al regolamento (CE) 1315/2013. In proposito, ricorda che si tratta di un obiettivo in continuità con gli ultimi aggiornamenti del Programma delle infrastrutture strategiche (PIS) di cui alla legge n. 443/2001 (cd. «legge obiettivo»), che fanno coincidere le priorità infrastrutturali con quelle ricadenti nelle reti transeuropee. Il Documento considera funzionali al completamento delle reti TEN a livello nazionale quattro riforme: la riforma del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e delle procedure per l'approvazione dei progetti; la riforma della «legge obiettivo» al fine di migliorare il rapporto tra i diversi livelli di governo coinvolti nella realizzazione delle infrastrutture e assicurare un flusso regolare di risorse da destinare alle infrastrutture medesime; il nuovo orientamento della politica infrastrutturale strategica verso la logica dei nodi di interconnessione delle reti; l'estensione alle reti telematiche delle misure di agevolazione e compensazione fiscale già vigenti, ma limitate alle sole infrastrutture tradizionali.
  Nell'ambito dell'azione programmatica specificamente dedicata agli investimenti si fa infine riferimento, per un verso alla necessità di completamento delle opere connesse a Expo 2015 e, per l'altro, al settore delle piccole opere, privilegiando i progetti immediatamente cantierabili, ad esempio il programma 6000 Campanili.
  Quanto alle misure programmatiche suscettibili di determinare un impatto in materia di contratti pubblici, in cui sono ricompresi «i contratti di appalto o di concessione aventi per oggetto l'acquisizione di servizi o di forniture, ovvero l'esecuzione di opere o lavori», segnala che, tra gli interventi di revisione della spesa pubblica (spending review), che riguardano anche gli stanziamenti per beni e servizi, il documento prevede la riduzione delle circa 30 mila stazioni appaltanti e la concentrazione degli appalti pubblici in capo alla CONSIP e ad alcune centrali di acquisto presso le regioni e le città metropolitane, con effetti di risparmio.
  Ulteriori misure riguardano, nell'ambito della prospettata riforma della giustizia amministrativa, la semplificazione e la trasparenza delle procedure di appalto al fine di ridurre il ricorso al contenzioso, nonché il rafforzamento delle misure per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. Nell'adozione di tali misure occorrerà però tenere presente la nuova fase che si apre nella disciplina dei contratti pubblici con l'entrata Pag. 205in vigore delle nuove direttive europee in materia di appalti pubblici (2014/24/UE e 2014/25/UE) e concessioni (2014/23/UE), recentemente pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, che dovranno essere recepite nell'ordinamento interno determinando modificazioni sostanziali alla disciplina contenuta nel Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006 e nel relativo regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica 207/2010).
  Nel Programma di stabilità (sezione I del DEF) tra gli interventi in materia infrastrutturale adottati nel 2013, che hanno determinato effetti in termini di indebitamento netto della pubblica amministrazione, sono compresi quelli del Fondo per la continuità dei cantieri ovvero il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all'avvio dei lavori (decreto-legge 69/2013).Quanto agli effetti in termini di indebitamento netto determinati dalla legge di stabilità e dagli altri interventi approvati nel 2014, il Documento rileva il finanziamento di spese a carattere infrastrutturale, come quelle in favore di ANAS S.p.a. e RFI, per la manutenzione straordinaria e il completamento dell'asse autostradale Salerno – Reggio Calabria, per assicurare l'adeguamento e la velocizzazione di alcuni tratti ferroviari e per gli interventi di manutenzione straordinaria della rete ferroviaria (3,0 miliardi nel quinquennio 2014 – 2018).
  Prima di passare a esaminare gli allegati al DEF di nostro interesse, richiama l'attenzione su taluni aspetti delle politiche in materia di impresa e di competitività che presentano riflessi negli ambiti di competenza della VIII Commissione. Si tratta, in primo luogo, della riduzione dei costi energetici per le imprese, che finisce per avere un impatto sulla competitività del Paese e anche sulla sua attrattività per gli investitori stranieri. In piena continuità con gli obiettivi che si era prefissato il Governo precedente, il DEF indica infatti tra le priorità strategiche delle politiche a favore delle imprese e della concorrenza la riduzione del costo dell'energia. Nello specifico si indica l'obiettivo, entro settembre 2014, di una riduzione di almeno del 10 per cento del costo dell'energia per le piccole medie imprese attraverso la rimodulazione della bolletta, in particolare bilanciando gli oneri relativi all'utilizzo delle reti e della gestione delle fonti intermittenti.
  In secondo luogo, il DEF prende in considerazione la crescita verde e l'uso efficiente delle risorse, considerato che la sfida nei prossimi anni, già intrapresa a livello europeo, è quella di separare la crescita economica dal consumo delle risorse, puntando quindi sulle opportunità offerte dall'economia verde.
  A integrazione di quanto precedentemente rilevato in ordine alle politiche nei settori di competenza della Commissione, svolge quindi alcune sintetiche considerazioni riguardanti l'Allegato infrastrutture strategiche e il Documento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra che, nell'ambito del Documento di economia e finanza, assumono specifica rilevanza per la Commissione ambiente. Ricorda che la presentazione dei due documenti in allegato al Documento di economia e finanza è prevista rispettivamente dai commi 8 e 9 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità e finanza pubblica).
  Per quanto riguarda l'Allegato infrastrutture, rileva che l'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche allegato al DEF reca sostanzialmente le linee guida del XII allegato infrastrutture, che sarà presentato a settembre. Il documento si suddivide in due parti: la prima contiene le misure programmatiche e le priorità che saranno oggetto della politica infrastrutturale nel prossimo triennio; la seconda riporta in una tabella l'aggiornamento del Programma delle infrastrutture strategiche nel suo complesso con lo stato di avanzamento per le singole opere.
  Partendo da un'analisi del nuovo contesto in cui delineare le politiche infrastrutturali tenuto conto, in primis, della nuova mappa delle reti transeuropee di trasporto, il Documento conferma in primo luogo la coerenza tra la strategia Pag. 206europea di infrastrutturazione e la strategia nazionale degli investimenti in materia di infrastrutture e trasporti. Si tratta di una priorità programmatica in linea con gli ultimi allegati trasmessi al Parlamento. In alcune tabelle, inoltre, sono riportate le opere della «legge obiettivo» ricadenti nei singoli corridoi europei con la suddivisione tra opere completate, opere in corso e opere appaltate o in progettazione con l'indicazione del fabbisogno finanziario mancante per il completamento delle opere medesime. La suddivisione di tali interventi consente, per alcune tipologie di opere, una nuova impostazione metodologica ai fini della predisposizione del XII Allegato.
  Per quanto riguarda le altre azioni programmatiche il documento elenca una serie di priorità, che sono in parte incluse tra le azioni del PNR, come ad esempio la riforma del CIPE, della «legge obiettivo» e la riforma del titolo V della Costituzione. L'allegato, inoltre, si sofferma sulla riforma del patto di stabilità interno e sulla necessità di individuare meccanismi di esclusione dal patto di stabilità interno delle spese per infrastrutture, ai fini del rilancio della crescita economica (golden rule nazionale).Ulteriori interventi programmatici strettamente connessi ai precedenti riguardano la nuova impostazione sulla quale il Governo intende basare le politiche di infrastrutturazione: ciò vale per l'istituzione di un Fondo unico infrastrutture da implementare annualmente con una quota pari allo 0,3 per cento del prodotto interno lordo, per la rivisitazione delle intese generali quadro con le regioni; a tale riguardo, si richiama anche la necessità di porre in essere meccanismi di consultazione pubblica, al fine di superare eventuali dissensi dei territori in ordine alla realizzazione di opere infrastrutturali. Un'ulteriore riforma che merita ricordare in quanto di interesse per le tematiche dell'VIII Commissione è la riforma dell'assetto gestionale dei sistemi urbani che ricomprenda: la semplificazione delle procedure urbanistiche, un riordino del testo unico in materia edilizia (che ricomprenda anche le più recenti innovazioni normative in tale ambito), la promozione dell'edilizia sociale e dell'edilizia residenziale sostenibile pubblica e privata.
  Il documento, inoltre, pone anche un'attenzione specifica alla realizzazione delle piccole e medie opere: sul Programma 6000 Campanili l'intendimento è quello di finanziare entro il 2014-2015 tutti i progetti che hanno partecipato al bando. Si intende, inoltre, attivare la seconda fase per il finanziamento delle piccole e medie opere nel Mezzogiorno.
  Nell'allegato poi sono elencate una serie di azioni e di iniziative da proporre in materia infrastrutturale nel corso del semestre italiano di presidenza.
   Per quanto riguarda infine l'avanzamento del Programma delle infrastrutture strategiche, il costo totale delle opere è aggiornato a 232.998 milioni di euro (era di 231.966 milioni di euro a settembre 2013) con una disponibilità complessiva di 118.323 milioni di euro.
  Per quanto riguarda l'Allegato sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, fa presente preliminarmente che il documento sintetizza gli ultimi sviluppi del dibattito in materia di cambiamenti climatici nelle sedi internazionali ed europee, considerato che il Protocollo di Kyoto ha regolamentato le emissioni fino al 2012 e che è in corso una discussione presso le istituzioni europee di un pacchetto di misure per la ratifica del secondo periodo di impegno, che prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 20 per cento al 2020 rispetto ai livelli del 1990.
  Rileva che il documento presenta la situazione delle emissioni di gas serra per gli anni 2008-2012 indicando le azioni da intraprendere per colmare il gap che separa l'Italia dal raggiungimento dell'obiettivo di Kyoto. Ricorda, in proposito, che in seguito alla ripartizione dell'onere tra i Paesi, l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per l'Italia è stato fissato al 6,5 per cento rispetto ai Pag. 207livelli del 1990. Tale impegno implica che le emissioni nazionali di gas ad effetto serra non possono superare le 483,3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq) all'anno nel periodo 2008-2012. Il gap medio annuo nel periodo 2008-2012 è quantificato in circa 18,4 MtCO2eq. Al fine di colmare la distanza dagli obiettivi di Kyoto la quantità di quote che l'Italia dovrà acquistare per regolarizzare la sua posizione è pari ad un totale di 16,9 MtCO2eq. (corrispondenti ad una media annua di 3,4 MtCO2eq.); ricordo che negli allegati precedenti tale gap era più elevato.
  Segnala che nell'allegato viene ricordato che il Ministero dell'ambiente, entro il 30 novembre 2013, avrebbe dovuto presentare al CIPE, sulla base delle stime aggiornate, una stima delle risorse necessarie per l'acquisto delle quote ai fini del rispetto dell'obiettivo di Kyoto. Nel documento nulla viene, però, detto in merito all'attuazione di tale adempimento.
  Rileva, inoltre, che il Documento valuta gli scenari delle emissioni con orizzonte temporale al 2020 idonei al raggiungimento dell'obiettivo previsto per i settori «non ETS» (ossia i settori agricolo, trasporti, residenziale e civile) dalla Decisione 406/2009 del 23 aprile 2009 (»effort sharing») e indica le azioni da attuare prioritariamente per porre il Paese sul giusto percorso rispetto a tale obiettivo. La decisione effort sharing stabilisce per ogni Stato membro della UE un obiettivo obbligatorio di riduzione delle emissioni di gas serra da raggiungere nel 2020 nei settori precedentemente indicati. Per l'Italia l'obiettivo di riduzione al 2020 è del 13 per cento rispetto ai livelli del 2005.
  Il documento all'esame della Commissione riporta, per i settori non ETS, una stima delle emissioni nazionali di gas-serra per gli anni 2013, 2015 e 2020 che tiene conto degli effetti delle misure attuate e adottate fino al dicembre 2010 (scenario «tendenziale») ed elencate nell'Allegato 2, nonché delle misure adottate in attuazione degli impegni assunti in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili di cui alle Conclusioni del Consiglio Europeo dell'8-9 marzo 2007 (scenario con misure). II Documento sottolinea che la piena attuazione delle misure indicate consentirà al Paese di ottenere riduzioni di emissione superiori a quelle necessarie per adempiere agli obiettivi effort sharing. In caso contrario le emissioni effettive potrebbero discostarsi sensibilmente da quelle previste. Il documento richiama, infine, alcune azioni da attuare in via prioritaria previste dalla delibera CIPE 17/2013 tra le quali la conferma fino al 2020 delle detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica degli edifici: si tratta di una questione che la Commissione ha dibattuto in più occasioni approvando anche degli atti di indirizzo specificamente volti a sollecitare il Governo all'adozione di iniziative in tale direzione.
  In conclusione, si riserva di seguire attentamente il dibattito che seguirà alla relazione, in modo da valutare i rilievi e le osservazioni che dovessero emergere ai fini della predisposizione della proposta di parere nella quale sarebbe sua intenzione accennare anche alle misure a sostegno degli interventi di bonifica da amianto, alle politiche di sostegno della mobilità urbana e del trasporto dei pendolari, alla soluzione dei problemi emersi in tema di tracciabilità dei rifiuti, all'attuazione delle misure previste dall'Agenda digitale, a partire da quelle relative alla piena digitalizzazione delle attività delle pubbliche amministrazioni.
  Al riguardo, sottopone alla valutazione della presidenza l'ipotesi di chiedere ai membri della Commissione di farle pervenire entro la serata le eventuali proposte di osservazioni o di condizioni che ritenessero di inserire nel parere, in modo da poter predisporre lo stesso in tempi utili per garantirne la conoscibilità prima della seduta prevista per domani, alle ore 14.

  Alessandro BRATTI (PD) esprime un giudizio negativo sulla tabella di aggiornamento del programma delle infrastrutture strategiche contenuta nell'Allegato infrastrutture. Evidenzia infatti che Pag. 208in tale tabella sono compresi interventi, come quello relativo alla regimentazione del Po, sui quali il gruppo del Partito Democratico e la stessa Commissione Ambiente hanno già avuto modo in passato di esprimersi negativamente. Al tempo stesso giudica negativamente l'esclusione dalla citata tabella di opere quali l'idrovia padano-veneta, già ricompresa nelle reti europee TEN-T e in parte già finanziata, o il progetto di ciclovia che dovrebbe collegare Venezia con Torino lungo il fiume Po, passando per EXPO2015 (Progetto VENTO), che la Commissione Ambiente, con una specifica risoluzione, aveva indicato al Governo fra le opere prioritarie da realizzare.

  Tino IANNUZZI (PD) esprime un giudizio di sostanziale condivisione delle politiche infrastrutturali delineate dal Documento di economia e finanza presentato dal Governo. In particolare, esprime apprezzamento per il mutato quadro di riferimento complessivo, incentrato sulla individuazione delle opere prioritarie e sulla concentrazione delle risorse pubbliche ai fini della realizzazione delle opere strategiche per la crescita e lo sviluppo del Paese. Al tempo stesso, sottolinea l'importanza delle misure previste per garantire la certezza dei tempi di completamento delle opere finanziate e il mantenimento nel tempo dell'apertura dei relativi cantieri.
  In questo quadro, ritiene che l'Italia debba fare ogni sforzo in sede europea per conseguire l'obiettivo di un sostanziale allentamento dei vincoli del Patto di stabilità per quel che concerne gli investimenti per la realizzazione delle opere comprese nei dieci corridoi TEN-T. Simmetricamente, in sede nazionale occorre porre in essere un incisivo intervento di revisione delle Intese generali quadro fra lo Stato e le regioni, al fine di addivenire a una sostanziale diminuzione delle opere da realizzare, limitandole con rigore e con coraggio alle sole opere effettivamente necessarie ai fini dello sviluppo economico e sociale dei territori.
  Quanto alle misure previste in tema di revisione e di riforma del quadro normativo, sottolinea l'esigenza che tutti gli interventi, dalla riforma del CIPE alla revisione della disciplina in materia di concessioni autostradali, dalla riforma del Testo unico dell'edilizia a quella del Codice degli appalti, siano realizzati mettendo il Parlamento in condizione di lavorare su provvedimenti settoriali che consentano alle Commissioni parlamentari competenti per materia di esprimersi, anche in tempi celeri e predeterminati, in modo organico e approfondito.
  Avviandosi alla conclusione, sottolinea quindi l'esigenza di introdurre misure normative capaci di accelerare in modo sostanziale la capacità di spesa nei diversi settori, dall'edilizia scolastica alla messa in sicurezza del territorio, dal recupero delle aree urbane alla realizzazione delle infrastrutture.
  Conclude, rivolgendo un forte richiamo al Governo, in vista della pur condivisibile revisione della legislazione sul sistema portuale nazionale diretta a semplificare le procedure amministrative e a creare le condizioni per accrescere gli investimenti e le sinergie tra i soggetti pubblici e privati, a scongiurare il rischio di ripetere il grave errore – già commesso in occasione dell'approvazione della legge di riordino delle circoscrizioni giudiziarie – di un intervento predeterminato dall'alto circa il numero e la localizzazione dei porti da valorizzare e da potenziare. Al contrario, ritiene indispensabile operare nel senso di una riforma fondata sul riconoscimento delle reali esigenze dei territori e sulla necessità di costruire e di rafforzare, soprattutto nel Mezzogiorno, le connessioni e i collegamenti fra le infrastrutture portuali e le ulteriori infrastrutture per la mobilità delle persone e delle merci. In tal senso, ritiene del tutto inaccettabile l'eventuale penalizzazione delle infrastrutture e degli organi di governo del Porto di Salerno.

  Enrico BORGHI (PD) richiama l'attenzione dei membri della Commissione su tre questioni ritenute strategiche. In primo Pag. 209luogo, fa notare come occorra inserire nel parere una specifica considerazione sulla necessità che l'Italia, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite programmata nel 2015 a Parigi, in considerazione del prossimo semestre di presidenza dell'Unione europea, assuma un ruolo chiave, di guida dei Paesi che intendono migliorare i livelli di performance in materia di riduzione di CO2. A tale proposito evidenzia come i dati divulgati dall'IPCC (Intergovernmental panel on climate change), organizzazione istituita all'interno dell'ONU al fine di valutare il rischio dei cambiamenti climatici indotti dall'uomo e le loro possibili conseguenze, dimostrino che l'area del Mediterraneo è una delle più vulnerabili al mondo sotto il profilo dei cambiamenti climatici e che l'Italia non ha alcun ambito territoriale immune dai rischi conseguenti ai cambiamenti medesimi.
  Aggiunge come sarebbe opportuno che l'Italia, dinanzi all'obiettivo europeo della riduzione dell'80 per cento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050, rispondesse prefiggendosi un obiettivo ancora più ambizioso, pari al 100 per cento, da conseguire attraverso un preciso piano energetico nazionale e un piano di decarbonizzazione.
  In secondo luogo, invita a valutare l'opportunità di prevedere nel parere specifiche osservazioni sulla questione del rinnovo delle concessioni autostradali, ritenendo che un ammodernamento effettivo della rete infrastrutturale del Paese non possa passare attraverso rinnovi automatici, ma possa discendere solo dall'apertura a gare pubbliche delle stesse concessioni autostradali in scadenza.
  In terzo luogo, richiama l'attenzione sulla necessità di evidenziare nel parere la questione delle concessioni idroelettriche, per le quali si rende necessario un'apertura alle regole della gara pubblica, anche in considerazione dell'articolo 12 del cosiddetto decreto Bersani, come modificato, in base al quale nei cinque anni precedenti la scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, le amministrazioni competenti (regioni e province autonome), indicono una gara ad evidenza pubblica, nel rispetto della normativa vigente e dei princìpi fondamentali di tutela della concorrenza, libertà di stabilimento, trasparenza e non discriminazione, per l'attribuzione a titolo oneroso della concessione medesima.

  Massimo Felice DE ROSA (M5S), preliminarmente, annuncia la presentazione, da parte dei deputati del gruppo M5S, di una proposta di parere alternativa a quella del relatore. Rileva, quindi, che, se molte delle considerazioni svolte dai colleghi Bratti, Borghi e Iannuzzi appaiono condivisibili, le stesse risultano del tutto contraddittorie rispetto alle misure e ai provvedimenti concreti adottati dal Governo e puntualmente approvati dalla maggioranza parlamentare. Così è stato, ad esempio, con riferimento ai ripetuti annunci di misure e di interventi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio o per la realizzazione di un piano di piccole opere per il miglioramento della dotazione infrastrutturale dei comuni e per la messa in sicurezza del territorio, ai quali hanno fatto seguito le solite misure e i soliti interventi a favore delle grandi opere, a danno del territorio e della preservazione del suolo agricolo, per la realizzazione di mega interventi come EXPO 2015.

  Tiziano ARLOTTI (PD) esprime piena condivisione per le osservazioni svolte dai colleghi del Partito Democratico in ordine alla necessità di sostenere con convinzione politiche ambientali e infrastrutturali orientate alla riqualificazione e rigenerazione delle aree urbane e alla manutenzione e messa in sicurezza del territorio. In questo quadro, se è vero che l'allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno è una priorità, è altrettanto importante creare nuove sinergie fra le indicate politiche ambientali e infrastrutturali e le politiche agricole, con particolare riferimento a quelle dirette a sostenere le attività agroalimentari nei territori montani e nelle aree interne. A suo avviso, infatti, la più incisiva e duratura politica di prevenzione del dissesto idrogeologico, di sostegno ai piccoli comuni e alle aree interne, di promozione Pag. 210di nuova e buona occupazione, è proprio quella diretta ad utilizzare le risorse pubbliche, compresi i fondi europei, per la realizzazione di interventi a sostegno degli agricoltori in genere e, in particolare, dei giovani appartenenti a cooperative agricole.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 215 del 10 aprile 2014: a pagina 30, nell'Allegato, alla ventunesima riga, le parole: «funzioni proprie di autorizzazione e di irrogazione di sanzioni» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «capacità autorizzative e sanzionatorie autonome».