CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 ottobre 2013
110.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 22

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 24 ottobre 2013.

Audizione del Commissario generale della United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), Filippo Grandi.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 8.30 alle 9.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 24 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.15.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.
C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pag. 23

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, rileva che il provvedimento all'esame della Commissione, già approvato dall'altro ramo del Parlamento il 17 ottobre scorso, ha ad oggetto la ratifica dell'Accordo sul Gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) tra l'Italia, l'Albania e la Grecia, sottoscritto ad Atene nel febbraio di quest'anno.
  Osserva che l'Accordo, che attua un memorandum d'intesa siglato dai tre Stati nel settembre 2012, costituisce per l'Italia un utile strumento per diversificare le fonti energetiche, nonché i fornitori di energia, con positive ricadute dal punto di vista della sicurezza energetica.
  Fa presente che il gasdotto TAP è un'infrastruttura per il trasporto del gas naturale dai giacimenti dell'area del Caspio, nella specie dal giacimento azero di Shah Deniz verso l'Europa passando attraverso la Grecia e l'Albania per riemergere sulla terraferma in Puglia, dopo un percorso di circa 870 chilometri.
  Sottolinea che grazie al TAP si potrà sfruttare l'ingente quantitativo di riserve dell'area caspica, superiore a 9 trilioni di metri cubi, e fornire gas, attraverso gasdotti esistenti e pianificati, all'Italia e all'Europa alimentando anche i mercati di Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito.
  Fa notare, inoltre, che il percorso di TAP è stato studiato per essere funzionale anche alla fornitura di gas ai paesi dell'area balcanica.
  Osserva che, come è stato varie volte sottolineato dalla stampa specializzata, a fronte dell'esigenza di aumentare le proprie importazioni per ulteriori 100-150 miliardi di metri cubi di gas, si delinea per il nostro Paese la straordinaria opportunità di diventare un hub delle forniture di gas per l'Europa meridionale.
  Rileva che l'Accordo stabilisce i principi di collaborazione fra le Parti ed il sostegno al Progetto, stabilendo che le disposizioni in merito al trasporto siano conformi ai dettami della libera circolazione, nonché alle disposizioni dei Trattati dell'Unione europea e della Carta dell'Energia e dell’Energy Community.
  Fa presente che l'Accordo riconosce l'importanza del gasdotto impegnando le Parti a facilitare le procedure di autorizzazione per l'implementazione dello stesso; stabilisce la necessità di rispettare standard uniformi con riferimento alle normative tecniche, nonché in materia di sicurezza, ambiente, lavoro. Definisce l'ambito giuridico, nonché il regime fiscale applicabili; nomina i rispettivi coordinatori ai fini della sua attuazione.
  Osserva che il dato di assoluto rilievo per la nostra sicurezza energetica è che lo scorso 28 giugno il Consorzio Shah Deniz – che costruirà il TAP – ha reso nota la scelta sull'assegnazione del gas che andrà in produzione dalla seconda fase di sfruttamento del sito, a partire dal 2018-2019.
  Osserva altresì che, dopo un decennio di accesa competizione tra infrastrutture concorrenti, l'offerta risultata più conveniente è stata quella presentata dal TAP: nonostante la Commissione europea avesse inizialmente appoggiato attivamente il gasdotto Nabucco, alternativo al TAP, nelle fasi finali della competizione ha affermato l'equivalenza dei progetti in ottica europea, tanto che al momento della decisione il presidente Barroso ha prontamente definito il TAP «un successo comune per l'Europa e una tappa fondamentale nel rafforzamento della sicurezza energetica della nostra Unione».
  Ricorda inoltre che, oltre alle compagnie che fanno parte del consorzio, i principali beneficiari della costruzione del TAP dal punto di vista economico saranno la Grecia, l'Albania e l'Italia. Ogni paese attraversato dal gasdotto riceverà infatti dei compensi per il transito del gas, potrà diversificare le importazioni e diventerà inevitabilmente più importante dal punto di vista geopolitico.
  Al di là degli aspetti tecnici, intende sottolineare come l'Accordo rafforzi la vocazione del Paese a porsi quale vero e proprio hub energetico per il Mediterraneo.
  Rileva che, trattandosi di un'infrastruttura in progress andranno attentamente valutati i profili ambientali connessi alla Pag. 24realizzazione di quest'infrastruttura sul territorio nazionale ma vanno parimenti compresi i rilevanti benefici economici che avranno impatto soprattutto sulla Puglia, dove il gasdotto si connetterà alla rete nazionale, dopo l'attraversamento del Mare Adriatico e l'approdo nella provincia di Lecce. A tale riguardo, desidera sottolineare che il provvedimento non contiene alcuna deroga alla normativa vigente e desidera, altresì, richiamare l'attenzione del Governo affinché vigili con attenzione al rispetto della stessa con particolare riguardo alle successive fasi di progettazione.
  Segnala, in particolare, che secondo le stime elaborate da Nomisma Energia, riportate nella relazione illustrativa, il TAP contribuirà direttamente al PIL della regione Puglia per circa euro 80 milioni anno, durante il quadriennio di costruzione (2015-2018).
  Sottolinea che in termini occupazionali, l'effetto diretto per lo stesso periodo ammonterebbe a 150 posti di lavoro (part-time e full-time) per anno. Considerando gli ulteriori effetti indiretti ed indotti, l'impatto economico del progetto dovrebbe arrivare a euro 290 milioni e 2.170 posti di lavoro l'anno complessivamente.
  Evidenzia che la realizzazione del TAP costituisce un importante elemento di dinamismo per l'economia italiana ma per lo stesso scenario europeo. Il consorzio che lo realizzerà prevede infatti la partecipazione di sette operatori di nazionalità diversa interessati a una prospettiva più ampia. Conclude osservando che la realizzazione del progetto rappresenterà dunque un importante banco di prova del processo d'integrazione dei mercati europei, che il nostro Paese potrà contribuire a sviluppare con l'azione che dispiegherà l'anno prossimo, nel secondo semestre in cui presiederà l'UE.

  Il viceministro Marta DASSÙ segnala preliminarmente l'importanza del provvedimento in esame nonché la sua urgenza considerato che Grecia ed Albania hanno già provveduto da diverso tempo a ratificare l'Accordo. Osserva come il Gasdotto Trans Adriatic Pipeline-TAP, sia di grande rilevanza per l'Italia poiché ne rafforza la sicurezza energetica, attraverso una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, mentre ne consolida l'aspirazione a proporsi come hub energetico verso l'Europa nel suo insieme.
  Fa presente che, dal punto di vista internazionale, questo Accordo riveste grande importanza anche relativamente ai rapporti fra Europa e Balcani. Rileva che la scelta di TAP, rispetto all'infrastruttura concorrente Nabucco West, è da considerarsi un grande successo politico-diplomatico oltre che un giusto riconoscimento alla solidità tecnico-finanziaria del progetto. Sottolinea che le ricadute economiche saranno notevoli, sia in termini di investimenti esteri in Italia sia, conseguentemente, in termini di creazione di posti di lavoro: elemento, in un momento di così pesante crisi economica, non sottovalutabile. Ricorda, poi, la composizione azionaria di TAP che vede la partecipazione di diverse compagnie europee a testimonianza dell'interesse che il progetto riscuote per il mercato internazionale. A conferma della rilevanza del TAP per l'Italia, ricorda altresì che tra gli acquirenti del gas trasportato dal gasdotto – una delle più grandi vendite nella storia del gas, per un ammontare di circa 200 miliardi di dollari per la durata di 25 anni – ci sono due delle più importanti imprese italiane del settore: Enel e Hera. Conclude ribadendo che la mancata ratifica dell'Accordo da parte italiana metterebbe in serio dubbio la solidità politica dell'intero progetto del «Corridoio Sud» a livello internazionale e renderebbe vani tutti gli sforzi fatti in questo contesto.

  Andrea MANCIULLI, presidente, come appena convenuto in seno all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

Pag. 25

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Giovedì 24 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 14.30.

Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa per l'anno 2012 del Ministero degli affari esteri.
Doc. CLXIV, n. 5.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e conclusione – Relazione favorevole con osservazioni).

  Andrea MANCIULLI, presidente, fa presente che l'esame, iniziato nella seduta dello scorso 10 ottobre, dovrà concludersi con la seduta odierna, dal momento che la Commissione Bilancio sollecita l'adozione delle relazioni di competenza delle singole Commissioni. Naturalmente, le importanti questioni all'ordine del giorno potranno fare oggetto di ulteriori e incisivi approfondimenti da parte della Commissione in altre sedi.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, illustra la sua proposta di relazione favorevole con osservazioni (vedi allegato 1), facendo presente che tale conclusione procedurale non pregiudica, come del resto sottolineato nella precedente riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la prosecuzione del monitoraggio parlamentare sulla spending review del Ministero degli affari esteri.

  Il viceministro Marta DASSÙ esprime vivo apprezzamento per le raccomandazioni formulate nella proposta del relatore in ordine al semestre italiano di presidenza dell'Unione europea ed al ruolo di raccordo e coordinamento per le relazioni internazionali che il Ministero degli affari esteri svolge. Prospetta quindi al relatore l'eventualità di tenere presente l'esigenza di riequilibrare a livello centrale il gettito delle percezioni consolari e di incrementare il contingente all'estero di tutte le categorie di personale, manifestando peraltro talune perplessità circa l'utilità di istituire una società di gestione del patrimonio immobiliare.

  Fabio PORTA (PD) ringrazia il collega Amendola per la proposta di relazione della quale condivide il contenuto, specie per quanto riguarda gli spunti per una riorganizzazione della spesa. A tale riguardo, ricorda di aver affrontato l'argomento anche nel corso delle audizioni dedicate al processo di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare. Ribadisce che è importante considerare le numerose comunità di connazionali residenti all'estero non come un problema da risolvere bensì come una preziosa risorsa da utilizzare per il Paese. Con riferimento alla gestione degli immobili, così come a quella del personale, così pure come alla riorganizzazione delle sedi, ritiene che il principio ispiratore debba essere quello di eliminare ogni spreco realizzando sinergie finalizzate ad ottimizzare le risorse. Conclude concordando sull'esigenza di una riforma organica per quanto riguarda le spese per la cooperazione allo sviluppo ed esprime apprezzamento per quanto, in tale ambito, sta facendo il viceministro Pistelli.

  Carlo SIBILIA (M5S) fa presente come la sua parte politica, pur facendo una bandiera della denuncia dei costi della politica e dell'amministrazione, sa fare gli opportuni distinguo, come nel caso degli affari esteri, alla luce dell'assoluta inadeguatezza della quota percentuale del PIL ad essi destinata. Si domanda se ciò non derivi anche dal fatto che l'Italia ha sostanzialmente appaltato larga parte della sua politica estera a società come l'ENI e l'ENEL.
  Nel valutare positivamente molte delle osservazioni contenute nella proposta di relazione, ritiene tuttavia che da parte del Governo dovrebbe esserci la volontà e la Pag. 26capacità di attuarle. Manifesta al riguardo molti dubbi circa l'utilità delle chiusure dei consolati che conseguirebbero un risparmio di soli otto milioni di euro, quando la rinuncia da parte degli eletti del Movimento 5 Stelle agli emolumenti loro spettanti fa risparmiare allo Stato molto di più. Considera molto più grave l'umiliazione inflitta ai nostri concittadini all'estero che troveranno chiuse le sedi in cui erano soliti recarsi. Ritiene altrettanto grave il non poter destinare la modesta di 2 milioni di euro agli istituti italiani di cultura all'estero, così da certificare il completo fallimento della politica estera e di bilancio di uno Stato che ha adottato una scellerata gestione della spesa pubblica. Conclusivamente preannuncia un voto di astensione, auspicando che gli impegni previsti siano mantenuti.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) segnala al viceministro Dassù la grande disparità che si registra tra i risultati conseguiti dai diversi istituti italiani di cultura all'estero, domandandosi se esempi virtuosi, come quello di Tokyo, che si autofinanzia per l'80 per cento grazie ai corsi di lingua, siano fatti oggetto di studio al fine di estendere le migliori pratiche anche ad altre sedi. Si associa alle considerazioni del collega Sibilia circa la gravità di procedere ad ulteriori chiusure, proprio nell'ambito degli istituti italiani all'estero.

  Gianni FARINA (PD), nel ritenere vergognosa la percentuale del PIL destinata al Ministero degli affari esteri, concorda sulla necessità di rivedere la rappresentanza italiana nel mondo e rivendica alle collettività italiane all'estero le prime indicazioni circa la ristrutturazione della rete consolare per tenere conto delle novità del quadro internazionale ed europeo in particolare. Quel che è stato ed è purtroppo, a suo avviso, inaccettabile è il metodo che è stato adottato in modo devastante senza prendere in considerazione gli organismi rappresentativi degli italiani all'estero di cui fanno parte persone qualificate e di buon senso che avrebbero saputo accettare i sacrifici richiesti. Nel rammentare di avere presentato al riguardo un atto di sindacato ispettivo che ha ricevuto un'insoddisfacente risposta, si sofferma sulla situazione della Svizzera per osservare che, mentre la chiusura di alcune agenzie consolari potrebbe risultare accettabile, quella del consolato di Losanna, assunta da un precedente Governo, continua a costituire un gravissimo errore da correggere che discrimina la principale città della francofonia svizzera, che non può in alcun caso essere sostituita da Ginevra.
  Quanto agli istituti italiani di cultura all'estero, concorda sulla necessità di ristrutturarne la rete, ma cum grano salis, cominciando dai Paesi in cui ve ne è più di uno. A suo avviso, infatti, sarebbe meglio concentrare in un'unica struttura forte dotata di adeguato personale la politica culturale in un paese estero, così come è stato fatto rafforzando l'Istituto di Parigi, così da poter aprire o riaprire anche altre sedi in Paesi che ad oggi ne sono privi.

  Il viceministro Marta DASSÙ ringrazia i deputati per gli utili spunti forniti che confermano l'opportunità per il Governo e il Parlamento di lavorare insieme su temi così delicati come la riorganizzazione della rete estera. Al riguardo ribadisce che sono stati i tagli di bilancio ad imporre alcune chiusure di sedi, che non quindi il frutto di una libera scelta. Ritiene che si possa quindi convergere su alcuni criteri di riferimento per riorientare in modo virtuoso la tutela degli interessi italiani all'estero che vanno dalle collettività ivi residenti ai tradizionali obiettivi di politica estera ed alle relazioni economiche. Segnala che la Farnesina ha svolto un'approfondita riflessione interna di cui preannuncia le conclusioni in un «libro bianco» che sarà portato a conoscenza del Parlamento.
  Per quanto concerne gli istituti italiani di cultura, concorda sia sul criterio meritocratico sia sul criterio di privilegiare una sede nazionale grande e funzionante anche al fine di aprirne altre ove necessario. Nell'assicurare l'onorevole Farina che sia il CGIE che i COMITES che sono Pag. 27stati debitamente consultati circa la chiusura delle sedi consolari, fa presente che in Svizzera ne operano ancora nove che saranno ridotte a sei mentre il Governo elvetico ha indicato un massimo di tre. Anche sulla scorta delle ristrutturazioni in corso in Francia e nel Regno Unito, pur nel più ampio confronto parlamentare, ritiene che la capacità di decisione caso per caso debba essere riservata al Ministero degli affari esteri. Comunque, ritiene che ogni decisione possa essere oggetto di revisione sulla base dell'esperienza e non debba quindi essere considerata irreversibile.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, nell'accogliere alcune delle indicazioni ricevute dal rappresentante del Governo, riformula in tal senso la sua proposta di relazione (vedi allegato 2). Conferma quindi la bontà dello spirito di sinergia che sta caratterizzando i rapporti tra Governo e Parlamento e dà più forza a legittimità ad entrambe le Istituzioni. Ritiene quindi che la Commissione debba considerarsi come in «seduta permanente» sulle materie oggetto della discussione odierna dal momento che si tratta di conseguire importanti obiettivi e di cambiare modi di gestione che sono ormai fuori tempo.

  La Commissione approva la proposta di relazione favorevole con osservazioni, come riformulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.

Pag. 28