CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 ottobre 2013
103.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 64

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 15 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 14.20.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate.
Atto n. 32.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione.
Atto n. 33.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame degli schemi di decreto in titolo.

  Elio VITO, presidente, ricorda che nella precedente seduta i relatori, onorevole Cicu e onorevole Scanu, hanno chiesto un rinvio dell'esame per approfondire i contenuti dei due provvedimenti, di cui sono emersi numerosi profili di connessione.
  In considerazione di tale aspetto propone, dunque, che l'esame dei due schemi di decreto legislativo abbia luogo in modo congiunto, fermo restando che la Commissione esprimerà un distinto parere su ciascuno dei due provvedimenti.

  La Commissione concorda.

  Gian Piero SCANU (PD), relatore, osserva, preliminarmente, che l'esposizione che si accinge a svolgere insieme al collega Cicu ha per oggetto due schemi di decreto legislativo predisposti dal Governo in attuazione Pag. 65della legge delega n. 244 del 2012, approvata sul finire della scorsa legislatura al termine di un iter parlamentare particolarmente costruttivo che ha visto apportare significativi miglioramenti al testo originario.
  Evidenzia, quindi, che se da un lato la citata legge n. 244 ha inteso riorganizzare lo strumento militare per adeguarlo alle risorse disponibili – confermando la natura orientata al peace-keeping delle nostre Forze armate – dall'altro lato anche grazie alle richiamate modifiche apportate in sede parlamentare, ha previsto che la riduzione degli organici sia militari sia civili delle Forze armate avvenga nel rispetto delle tutele fondamentali del rapporto d'impiego e seguendo l'esodo naturale del personale, evitando così la precarizzazione e riconoscendo la specificità del percorso professionale degli uomini e delle donne del comparto.
  Inoltre, con tale legge è stata rafforzata la funzione di controllo del Parlamento nei confronti delle spese per l'acquisizione dei sistemi d'arma, oggi più forte e stringente rispetto al passato, ed è stato altresì previsto che il Parlamento possa disporre di dati completi, comprensivi delle risorse assegnate anche ad altri ministeri, in modo da assicurare la piena conoscenza dei dati relativi alla Difesa e alle risorse ad essa destinate. Infine, sottolinea che l'inserimento tra i principi generali di delega della progressiva integrazione multinazionale delle Forze armate nell'ambito europeo della Politica di Sicurezza e Difesa Comune va considerato come un passaggio ineludibile nel processo di riorganizzazione e di potenziamento delle capacità di intervento del nostro strumento militare. A tale riguardo ritiene opportuno che la Commissione individui la normativa di attuazione più utile per la realizzazione di questo importante obiettivo.
  Ciò premesso, evidenzia come la Commissione sia oggi chiamata a svolgere un compito particolarmente impegnativo e delicato in quanto occorre verificare la corrispondenza ai richiamati principi e criteri direttivi delle singole disposizioni legislative attuative di una delega così ampia. Auspica, quindi, anche a nome dell'onorevole Cicu, che sui provvedimenti in esame si possa realizzare la più ampia partecipazione al dibattito in Commissione per dare un contributo significativo alla definizione di una normativa applicativa della legge di revisione dello strumento militare rispettosa dei diritti del personale coinvolto dalle misure di riduzione e funzionale alla realizzazione di un modello di difesa operativo ed integrato sostenibile in relazione allo stato delle finanze pubbliche.
  Ricorda, quindi, che l'atto n. 32 è finalizzato a dare attuazione all'articolo 2 della legge n. 244 del 2012 che prevede una contrazione complessiva del 30 per cento delle attuali strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche della Difesa, anche attraverso la loro soppressione e il loro accorpamento, con la finalità non solo di ottimizzare l'impiego delle risorse umane e strumentali disponibili, ma anche di contenere il numero delle infrastrutture in uso al Ministero della difesa. Tale obiettivo dovrà essere conseguito entro sei anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della delega relativa alla revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo del Ministero della difesa.
  L'atto n. 33 attua, invece, quanto previsto dall'articolo 3 della legge delega che reca i principi e i criteri direttivi riguardanti la revisione in senso riduttivo delle dotazioni organiche del personale della Difesa, sia militare sia civile. In particolare, si prevede una riduzione generale a 150.000 unità di personale militare delle tre Forze armate (Esercito, Marina militare ed Aeronautica militare) da attuare entro l'anno 2024, e una riduzione delle dotazioni organiche del personale civile della difesa a 20.000 unità, da conseguire entro il medesimo termine. Si tratta, quindi, di un intervento riduttivo che nel primo triennio è già definito secondo i criteri previsti dall'articolo 2, comma 3, del decreto-legge n. 95 del 2012 (cosiddetta spending review) che ha disposto una riduzione complessiva, in misura non inferiore Pag. 66al 10 per cento della dotazione organica del personale militare da conseguire entro il 1o gennaio 2016 e, con riferimento al personale civile, una riduzione degli uffici e delle dotazioni organiche non inferiore al 20 per cento per il personale dirigenziale di livello generale e di livello non generale e del 10 per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico, per il personale non dirigenziale.
  Osserva, quindi, che la prima riflessione che appare opportuno svolgere riguarda proprio il rapporto tra la fase iniziale definita dalla spending review e i provvedimenti al nostro esame, con particolare riferimento alla quantificazione e alla destinazione delle risorse che si attendono dai programmati provvedimenti di riduzione. Al riguardo, infatti, occorre considerare che, da un lato, le misure contemplate nel citato decreto-legge n. 95 sono finalizzate al contenimento e alla razionalizzazione degli oneri a carico della finanza pubblica, anche al fine di reperire risorse da destinare alla crescita economica; dall'altro lato, ai sensi della legge n. 244 e degli schemi di decreto in esame, le risorse recuperate a seguito dell'attuazione del processo di revisione dello strumento militare sono destinate al riequilibrio dei principali settori di spesa del Ministero della difesa, con la finalità di assicurare il mantenimento in efficienza dello strumento militare e di sostenere le capacità operative.
  Appare, inoltre, opportuno verificare il motivo per il quale è rimasta inattuata quella parte della delega che prevede l'adozione di procedure per la valorizzazione, la dismissione e la permuta degli immobili militari, nonché per la realizzazione del programma pluriennale degli alloggi di servizio, anche attraverso la loro semplificazione e accelerazione. Al riguardo, osserva che attraverso le norme delegate occorrerà definire nuove modalità e nuovi criteri per la vendita del patrimonio immobiliare non più utile alla Difesa, per la determinazione di canoni di concessione sostenibili e per garantire il diritto alla continuità nella concessione a quei conduttori che non sono in grado di esercitare l'opzione dell'acquisto. Ritiene, infatti, che la nuova formulazione dell'articolo 1836 del codice dell'ordinamento militare in materia di «Fondo casa», prevista dall'articolo 6 dello schema di decreto n. 33, non possa considerarsi esaustiva della materia in esame che richiede quanto prima un intervento organico che tenga conto anche dei recenti orientamenti giurisprudenziali sul punto. Appare, inoltre, importante che il Governo chiarisca meglio la provenienza delle risorse finanziarie che alimenteranno il «Fondo casa» e la sua effettiva capienza.
  Per quanto riguarda, poi le misure volte al reinserimento dei volontari in ferma prefissata congedati senza demerito nel mondo del lavoro, se, da un lato, appare riconducibile ad uno specifico criterio di delega la disposizione volta a riconoscere ai volontari di truppa delle Forze armate congedati senza demerito dei titoli e dei requisiti minimi professionali e di formazione per poter aspirare alla nomina di guardia particolare giurata e per l'iscrizione nel relativo elenco prefettizio, dall'altro lato, occorre valutare attentamente la modifica che si intende apportare al comma 9 dell'articolo 3 della legge n. 94 del 2009 al fine di prevedere che «costituisce requisito per l'iscrizione nell'elenco del personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, anche a tutela dell'incolumità dei presenti, l'aver prestato servizio per almeno un anno, senza demerito, quale volontario di truppa delle Forze armate». Tale disposizione, oltre a non essere prevista dalla legge delega, interviene su un testo normativo esterno al comparto della Difesa, prevedendo un nuovo requisito per l'esercizio di una professione che può risultare eccessivamente limitativo.
  Osserva, inoltre, che «l'adozione di interventi normativi al fine di semplificare le procedure per il riconoscimento delle cause di servizio, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» è espressamente prevista dal criterio direttivo Pag. 67di cui alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 3 della legge delega, e, quindi, nell'ambito dei principi che regolano la revisione in senso riduttivo delle dotazioni organiche complessive del personale civile del Ministero della difesa. In relazione a tale collocazione sistematica, evidenzia come occorra valutare la conformità ai principi di delega della novella prevista all'articolo 1880 del Codice dell'ordinamento militare che regola il giudizio sulla dipendenza da causa di servizio delle lesioni traumatiche riportate dal personale militare. Infatti, non risulta uno specifico criterio di delega che, analogamente a quanto previsto per il personale civile, riguardi l'adozione di interventi normativi in merito alle cause di servizio del personale militare.
  Una riflessione più complessa merita, da ultimo, l'articolo 14 dello schema di decreto n. 33, concernente la verifica dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma e sperimentazione di misure di flessibilità gestionale della spesa. Nello specifico, il comma 1 dell'articolo 14, alla lettera a) interviene sull'articolo 536 del codice al fine di inserirvi il nuovo comma 536-bis rubricato «Verifica dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma». Tale disposizione prevede che il Capo di stato maggiore della Difesa proceda alla verifica della rispondenza dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma al fine di proporre al Ministro della difesa la rimodulazione dei programmi relativi a linee di sviluppo capacitive che risultino non più adeguate, anche in ragione delle disponibilità finanziarie autorizzate a legislazione vigente. La valutazione dovrà essere operata tenendo conto degli obiettivi e degli indirizzi politico-amministrativi che, periodicamente, e comunque ogni anno entro dieci giorni dalla pubblicazione della legge di bilancio, il Ministro della Difesa deve definire ai sensi dell'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001; delle esigenze operative prioritarie e di quelle derivanti dal processo di definizione della politica europea di difesa e sicurezza; dei risultati conseguiti nell'attuazione del processo di riconfigurazione dello strumento militare, riportati nel documento programmatico pluriennale. In relazione a questa disposizione, il cui inserimento nello schema di decreto n. 33 appare peraltro improprio, osserva che occorre valutare attentamente la sua conformità al citato articolo 536 del codice, come recentemente modificato, proprio dalla legge delega, al fine di assicurare una maggiore condivisione tra Parlamento e Governo in merito al corretto ed efficiente utilizzo delle risorse destinate al finanziamento dei programmi di armamento anche nell'ambito delle eventuali ipotesi di rimodulazione di programmi già approvati che deve, in questo caso tornare alla valutazione delle Commissioni parlamentari. Inoltre, occorre tener conto della nuova formulazione dell'articolo 41 del Codice, prevista dallo schema di decreto legislativo n. 32, concernente le attribuzioni del Segretario generale della Difesa. Tale disposizione prevede, infatti, che il Segretario generale della Difesa esercita, nell'ambito delle direttive tecnico-operative del Capo di stato maggiore della Difesa, anche le funzioni di Direttore nazionale degli armamenti ed è responsabile delle attività di ricerca e sviluppo produzione e approvvigionamento dei sistemi d'arma. Su tale norma appare necessario un approfondimento tenendo conto che mentre le funzioni di Segretario generale della Difesa per gli aspetti che sono delegabili ad altri funzionari possono giovarsi di direttive del Capo di stato maggiore della Difesa, viceversa, quelle relative alla funzione di Direttore nazionale degli armamenti appaiono di esclusiva pertinenza e responsabilità del Segretario generale della Difesa e tale esclusività è opportuno, ad avviso dei relatori, che sia preservata. Da ultimo, non è chiaro se l'attività di monitoraggio dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delegata dalla norma in esame al Capo di stato maggiore della Difesa, debba essere effettuata periodicamente nel periodo transitorio di attuazione della revisione Pag. 68dello strumento militare, ovvero se la medesima attività si esaurisca in un unico atto di verifica.
  Infine, svolge alcune considerazioni che attengono alle misure previste dallo schema di decreto n. 33 per realizzare una graduale riduzione del personale militare. In primo luogo, al fine di una loro più completa analisi, appare opportuno che il Governo fornisca alcuni dati previsionali. Ad esempio, con riferimento al nuovo istituto dell'esonero dal servizio, rileva come debba essere attentamente valutata la proponibilità di un istituto così impegnativo e la sua compatibilità con il quadro generale che regola la materia previdenziale. Pertanto, appare essenziale conoscere, da un lato, la stima dei possibili soggetti interessati; dall'altro lato, l'effettivo numero di persone che l'Amministrazione della Difesa può esonerare dal servizio in considerazione del fatto che al personale militare esentato verrebbe riconosciuto un trattamento economico pari all'85 per cento rispetto al trattamento economico complessivamente goduto dal pari grado in servizio, ivi comprese le competenze fondamentali fisse, continuative ed accessorie. La riduzione, peraltro, non opera ai fini previdenziali. In termini più espliciti, è importante capire se a fronte di una richiesta particolarmente elevata di esoneri, la Difesa (o, più in generale lo Stato) sia in grado di sostenerne il peso economico, ovvero se la Difesa ritenga, comunque, di applicare l'istituto con riferimento a contingenti limitati di persone. In questa ipotesi, appare allora fondamentale stabilire dei criteri precisi per l'ammissione al beneficio in esame qualora le domande di esonero dovessero superare di gran lunga i contingenti massimi di personale fissati dalla Difesa. Con riferimento, poi, al transito di personale militare presso altre pubbliche amministrazioni, anche in questo caso è interessante conoscere quali siano le stime relative all'ambito di applicazione della norma con particolare riferimento, alla capacità di assorbimento di personale militare da parte di altre pubbliche amministrazioni.
  L'ultima osservazione concerne il nuovo articolo 924-bis previsto dallo schema di decreto n. 32 in base al quale gli ufficiali in congedo transitati a seguito di concorso pubblico nelle magistrature ordinaria, amministrativa, contabile e militare, nonché nell'avvocatura di Stato (di cui all'articolo 9 della legge 2 aprile 1979, n. 97) e che abbiano prestato almeno dieci anni di servizio militare senza demerito, possono svolgere funzioni di alta consulenza presso il Ministero della difesa o presso i vertici delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, a titolo gratuito e senza collocamento in fuori ruolo. Con riferimento a tale previsione precisa che condizioni necessarie per l'assunzione dei relativi incarichi di consulenza gratuita sono l'assenso dell'interessato e l'autorizzazione da parte degli organi di autogoverno. Al riguardo osserva che appare opportuno conoscere il punto di vista delle magistrature coinvolte dalla disposizione in esame e ciò in quanto l'attività di alta consulenza svolta da ufficiali in congedo transitati nelle richiamate magistrature, sebbene resa a titolo gratuito, potrebbe andare a discapito dell'ordinario esercizio delle attività giurisdizionali. Inoltre, occorre valutare i termini della reale necessità di affiancare al Ministro della difesa figure di alta consulenza per le questioni giuridiche e di politica militare.
  In conclusione, nel rilevare di aver fin qui inteso evidenziare alcune prime riflessioni, che saranno certamente integrate anche alla luce del ciclo di audizioni programmate, d'intesa con il collega Cicu rimanda per la descrizione analitica delle singole disposizioni relative ai due schemi di decreto in titolo a due note integrative che consegna alla Presidenza e di cui chiede la pubblicazione in allegato al resoconto odierno.

  Elio VITO, presidente, acconsente alla pubblicazione dei documenti testé consegnati dall'onorevole Scanu (vedi allegati 1 e 2).

  Salvatore CICU (PdL), relatore, associandosi a quanto segnalato dal collega Pag. 69Scanu, sottolinea che i relatori hanno ritenuto opportuno sottoporre fin da ora alla Commissione alcune considerazioni di carattere tecnico sugli schemi di decreto in esame, preliminari rispetto all'approfondimento che la stessa Commissione si appresta a svolgere e che si auspica possa essere il più ampio possibile in considerazione dell'importanza dei provvedimenti in titolo.
  Evidenzia, quindi, che la legge n. 244 del 2012 si colloca nel solco delle riforme che il Parlamento ha già approvato negli ultimi decenni, dalla ristrutturazione dei vertici militari, all'introduzione del servizio militare femminile, alla professionalizzazione delle Forze armate, sottolineando che tale provvedimento ha gettato le basi per un'ulteriore e più profonda revisione dello strumento militare. È questo il profilo di maggiore rilevanza che merita essere evidenziato sul piano politico, che attiene alla definizione di una visione strategica complessiva, incentrata sulla necessità di assicurare condizioni di sicurezza al Paese, e da cui derivano poi in un'ottica consequenziale gli ulteriori aspetti. Rileva infatti come, anche in relazione alle missioni internazionali, sia emersa la necessità di un riordino della questione, anche al fine di disporre di uno strumento militare efficiente e pienamente in grado di far fronte all'esigenza primaria che è quella della sicurezza del nostro Paese. Ricorda quali siano le finalità per le quali l'Italia si è impegnata a inviare i propri militari in Paesi a volte assai lontani dove manca la democrazia e spesso, soprattutto alle donne, non è garantito il diritto di voto. Osserva, quindi, che i decreti legislativi oggi all'esame sono destinati a produrre non solo gli effetti riduttivi illustrati dall'onorevole Scanu attinenti alle strutture e al personale militare e civile che opera nel comparto della Difesa, ma anche il riequilibrio generale del Bilancio della «Funzione difesa», al quale è necessario garantire certezza nelle risorse. Ricorda, infatti, che in Italia, attualmente, il 70 per cento di tali risorse è assorbito dalle spese per il personale, residuando per le spese relative all'operatività dello strumento militare e all'investimento, rispettivamente, il 12 e il 18 per cento, con un rilevante sbilanciamento rispetto a quella che è ritenuta, a livello internazionale ed europeo, l'ottimale ripartizione delle risorse tra i richiamati settori di spesa, individuata, nelle percentuali che si intende conseguire con gli schemi di decreto in esame. Occorre, inoltre, incidere sul modello di difesa per correggere quelle debolezze che non hanno consentito allo strumento militare di svolgere al meglio i compiti per i quali esso è stato concepito. In relazione, quindi, a questi obiettivi, evidenziati anche nel corso dell'esame parlamentare del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013-2015, su stimolo della collega Villecco Calipari, i due schemi di decreti individuano precise misure attuative.
  Ribadisce, come anticipato anche dall'onorevole Scanu, che spetta al Parlamento e in particolare alla Commissione verificare che tale normativa attuativa sia rispettosa dei diritti del personale coinvolto dalle misure di riduzione e funzionale alla realizzazione di un modello di difesa operativo ed integrato in ambito europeo e internazionale. Ribadisce a tal fine che appare necessario acquisire quanto prima il parere delle categorie coinvolte dai provvedimenti in esame. Inoltre, è importante che il Governo fornisca i dati previsionali in merito ai risultati che s'intendono realizzare dalle singole misure di riduzione relative sia al personale sia alle infrastrutture e che chiarisca in che modo le risorse recuperate a seguito dell'attuazione del processo di revisione dello strumento militare saranno destinate al riequilibrio dei principali settori di spesa del Ministero della difesa, con la finalità di assicurare il mantenimento in efficienza dello strumento militare e di sostenere le capacità operative.
  Su questi punti è importante che il confronto in Commissione sia il più ampio possibile così come è stato costruttivo il dibattito parlamentare sulla legge n. 244 Pag. 70del 2012 che ha consentito di apportare significative modifiche al testo originariamente presentato dal Governo.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO ringrazia i due relatori per aver svolto un lavoro assai accurato. Prospetta l'opportunità che le fasi salienti del dibattito in corso possano avvenire alla presenza dello stesso Ministro della difesa, qualora la Commissione valuti in tal senso, anche nell'ambito del ciclo di audizioni programmate.

  Elio VITO, presidente, esprime apprezzamento per quanto rappresentato dal sottosegretario Alfano, su cui l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, potrà svolgere una riflessione accurata.

  Marco MARCOLIN (LNA) ritiene che nell'ambito dell'attività conoscitiva da svolgere sia opportuno prevedere anche l'audizione dei Capi di stato maggiore della Difesa.

  Domenico ROSSI (SCpI) prende atto con soddisfazione della disponibilità del Ministro della difesa a seguire personalmente l'andamento dell’iter di esame dei provvedimenti. Evidenzia, quindi, che i due relatori nei loro interventi hanno sottolineato alcuni punti particolarmente sensibili in merito ai quali è necessario acquisire ogni informazione utile. Domanda, infine, se sia possibile inviare preventivamente ai soggetti da audire un elenco di quesiti al fine di orientare in modo più proficuo l'attività conoscitiva.

  Elio VITO, presidente, segnala ai colleghi Marcolin e Rossi l'opportunità di sottoporre le loro proposte alle valutazioni dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ricordando che anche l'onorevole Artini aveva evidenziato l'utilità di predisporre una lista di quesiti da trasmettere ai soggetti da audire.

  Emanuela CORDA (M5S) rinnova la richiesta di svolgere l'audizione dei rappresentanti del COCER e dei sindacati civili della Difesa, sottolineando come tali categorie siano direttamente interessate dai provvedimenti e preannuncia la richiesta, formulata a nome del suo gruppo, affinchè le sedute della Commissione siano in futuro assistite, sul piano del regime di pubblicità, dalla trasmissione diretta mediante il circuito chiuso.

  Elio VITO, presidente, chiede anche alla collega Corda di sottoporre la sua proposta all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Donatella DURANTI (SEL), intervenendo sui lavori della Commissione, osserva che il Ministro della difesa dovrebbe riferire in Parlamento anche sulla decisione del Governo di inviare le nostre navi e i nostri militari per fronteggiare il problema dei profughi nel Mediterraneo. Ritiene importante capire se con tale misura si intenda rafforzare la missione Frontex – nei confronti della quale la posizione del gruppo di SEL è assolutamente contraria – o se invece vi sia un diverso obiettivo. Ribadisce, dunque, la necessità di conoscere le finalità alla base di questa decisione, tanto più alla luce di quanto emerso nella missione recentemente svolta presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI), con riferimento al mandato conferito al cacciatorpediniere Andrea Doria inviato davanti alle coste libanesi anche se ancora in attesa dell'autorizzazione dell'ONU e senza una decisione presa in sede parlamentare.

  Elio VITO, presidente, segnala all'onorevole Duranti che la richiesta potrà essere trattata in occasione della seduta di comunicazioni dei Ministri degli affari esteri e della difesa, già programmata per questa settimana congiuntamente al Senato.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 15 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO.

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla missione svolta il 3 ottobre 2013 presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI).

  Elio VITO, presidente, rende comunicazioni sulla missione in titolo (vedi allegato 3) e ricorda che tale visita è stata svolta nell'ambito nei lavori dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013. Esprime particolare soddisfazione, a nome di tutta la Commissione, per gli esiti della visita che ha consentito di svolgere un utile approfondimento sia in riferimento ai temi dell'indagine sia, in generale, in riferimento all'importante lavoro svolto dai contingenti italiani presso i diversi teatri operativi. La delegazione ha potuto confrontarsi direttamente con i responsabili delle maggiori missioni in atto, potendo così ricevere elementi di orientamento utili anche in vista dell'imminente avvio dell'esame del decreto-legge sulle missioni internazionali.

  La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.35.

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