CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 ottobre 2013
99.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 153

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 9 ottobre 2013.

Audizione del Capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Vaccari, nell'ambito dell'esame delle abbinate proposte di legge C. 367 e C. 1051, recanti istituzione di organismi per la tutela dei prodotti agricoli e agroalimentari di qualità e per la lotta contro le frodi e le contraffazioni.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9 alle 10.

Pag. 154

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 9 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 13.30.

  Luca SANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione dell'impianto.

5-01166 Bordo: Sulla coltivazione di mais geneticamente modificato, con particolare riferimento alle misure sanzionatorie.

  Franco BORDO (SEL), illustrando l'interrogazione in titolo, osserva che, nonostante il decreto interministeriale 12 luglio 2013 che vieta in via cautelativa sull'intero territorio nazionale la coltivazione del mais geneticamente modificato MON810, è in atto una contaminazione nella provincia di Pordenone. Chiede pertanto di conoscere quali azioni il Ministero intenda intraprendere con urgenza, anche sul piano sanzionatorio, a supporto del divieto previsto dal decreto.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Franco BORDO (SEL), nel prendere atto della risposta del Governo, fa presente che è ormai accertata l'esistenza di una lacuna amministrativa sul piano delle sanzioni. Invita pertanto il Governo a prendere i necessari provvedimenti per sanare quello che appare come un vulnus e a predisporre le relative sanzioni a carico dei trasgressori. Osserva peraltro che già ora l'ordinamento offre più di uno strumento di repressione dei comportamenti illeciti evidenziati, con specifiche norme previste dal codice penale, in particolare agli articoli 650 (Inosservanza dei provvedimenti dell'autorità) e 635 (Danneggiamento).

5-01165 Gagnarli: Iniziative in materia di agricoltura sociale.

  Chiara GAGNARLI (M5S), illustrando l'interrogazione in titolo, rimarca l'urgenza di definire una normativa di riferimento sull'agricoltura sociale ed invita il Governo ad assumere una iniziativa in tal senso, visto anche l'obiettivo 9 del recente accordo di partenariato relativo all'utilizzo dei fondi strutturali europei.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Chiara GAGNARLI (M5S), nel prendere atto della risposta del Governo e del suo intento di fornire supporto a tutte le iniziative volte a fornire un quadro di riferimento nazionale, auspica che il Governo assuma il tema come interesse prioritario e che anche gli organi parlamentari, come la Commissione Agricoltura, diano seguito alle proposte di legge presentate sulla materia.

5-01167 Cenni: Sulla coltivazione di mais geneticamente modificato, con particolare riferimento alla contaminazione di altre colture.

  Susanna CENNI (PD), illustrando l'interrogazione in titolo, fa presente che le agenzie di stampa hanno oggi riportato la notizia che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha scritto al Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, chiedendo di conoscere con quali modalità la regione intenda procedere, stante l'eventualità di dover anche dar seguito all'applicazione alle sanzioni Pag. 155previste dagli articoli 35 e 36 del decreto legislativo n. 224 del 2003 e alla bonifica, al ripristino ambientale e al risarcimento ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, qualora sia accertato un effettivo danno ambientale conseguente alla coltivazione del mais MON 810.
  Ricorda anche che si è avuta notizia, dai rappresentanti del Corpo forestale dello Stato presenti ad un incontro svoltosi lo scorso 4 ottobre a Pordenone, di probabili avvenute contaminazioni nelle aree confinanti con i campi seminati con mais geneticamente modificato.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), riservandosi di procedere ad una disamina più approfondita della notizia citata dall'interrogante.

  Susanna CENNI (PD), nel prendere atto della risposta del Governo, sottolinea che il Governo si riserva ulteriori approfondimenti rispetto a notizie di contaminazione di altre colture, che sono oggetto della sua interrogazione e che provengono dal Corpo forestale dello Stato. In ogni caso, ribadisce la necessità che il Governo chiarisca come intende procedere, chiedendo in ogni caso che si intervenga con urgenza, per evitare gravi conseguenze.

5-01168 Catanoso: Misure in materia di pesca del pesce spada.

  Basilio CATANOSO (PdL), rinuncia ad illustrare l'interrogazione.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Basilio CATANOSO (PdL) non può dichiararsi soddisfatto della risposta del Governo perché essa, pur se esatta, non prende in considerazione il fatto che nei periodi di sospensione previsti a livello internazionale, cui invece è soggetta la marineria italiana, in altri Paesi del Mediterraneo si esercita la pesca del pesce spada che viene commercializzato anche in Italia. Ritiene pertanto che il divieto di commercializzazione del pesce spada nei periodi in cui è vietata la cattura sarebbe un rimedio. Anche il fermo pesca, con i contributi compensativi, potrebbe consentire la sopravvivenza di coloro che utilizzano attrezzi diversi.
  Invita in ogni caso il Governo ad assumere iniziative in favore del settore ittico, come già segnalato al Ministro in occasione della sua audizione.

  Luca SANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 9 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, avverte che il gruppo M5S ha chiesto che dell'odierna seduta in sede referente, ed anche delle future sedute della Commissione, sia data pubblicità anche attraverso la trasmissione mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Al riguardo, richiamando la prassi costantemente seguita, avverte che tale forma di pubblicità può essere disposta in relazione alle singole sedute, ove si registri il consenso unanime dei presenti.
  Prendendo atto che non vi sono obiezioni, dispone quindi l'attivazione del circuito.

Pag. 156

Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici.
Testo unificato C. 55 Cirielli, C. 341 Catanoso, C. 440 Mongiello, C. 741 Oliverio, C. 761 Russo e C. 1125 Caon.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del testo unificato, rinviato nella seduta dell'11 settembre 2013.

  Luca SANI, presidente, ricorda che nella seduta del 18 luglio 2013 la Commissione ha deliberato di adottare il testo unificato predisposto dal Comitato ristretto quale testo base per il seguito dell'esame. Nella successiva seduta dell'11 settembre, è poi iniziato l'esame delle proposte emendative, che si è convenuto di rinviare per procedere ad una più approfondita riflessione, finalizzata a definire un testo ampiamente condiviso.
  Nell'invitare il relatore a dare conto degli approfondimenti compiuti, dà conto delle proposte emendative già presentate, alle quali si è aggiunto l'emendamento del relatore 3.1. (vedi allegato 5).

  Paolo RUSSO (PdL), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Parentela 1.1, se limitato al comma 1-bis.
  Esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Parentela 1.01 e Valiante 2.1.
  Quanto all'emendamento Parentela 2.3, sarebbe favorevole ad una formulazione che individui priorità nelle tecniche sostenibili dell'agricoltura integrata, tradizionale e biologica.
  Esprime parere contrario sull'emendamento Parentela 2.2.
  Esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Valiante 6.01, se limitato al comma 1, che andrebbe altresì riformulato nel senso di fare riferimento ai consorzi di tutela «laddove presenti» sul territorio». Con analoga richiesta di riformulazione, si dichiara altresì favorevole all'emendamento Valiante 7.1.
  Si dichiara infine contrario agli emendamenti Parentela 7.2 e Valiante 7.3.
  Esprime parere favorevole all'emendamento Parentela 8.1, a condizione che la seconda parte sia riformulata nel senso di sostituire le parole: «di importo pari ad una somma da un terzo a quattro quinti del contributo erogato» con le seguenti: «di importo pari ad una somma da un terzo all'intero contributo erogato».
  Nel raccomandare l'approvazione del suo emendamento 3.1, invita i presentatori a riformulare gli emendamenti nel senso da lui richiesto e a ritirare quelli sui quali ha espresso parere contrario.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE esprime una valutazione conforme a quella del relatore.

  Luca SANI, presidente, avverte che i presentatori degli emendamenti hanno comunicato di accogliere l'invito del relatore a riformulare gli emendamenti nel senso richiesto e a ritirare quelli valutati negativamente. Resta tuttavia da definire la nuova formulazione dell'emendamento Parentela 2.3, il cui esame, se non vi sono obiezioni, sarà pertanto accantonato.

  Così rimane stabilito.

  La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, l'emendamento Parentela 1.1. (nuova formulazione), l'emendamento del relatore 3.1, l'articolo aggiuntivo Valiante 6.01. (nuova formulazione), l'emendamento Valiante 7.1. (nuova formulazione) e l'emendamento Parentela 8.1. (nuova formulazione).

  Paolo RUSSO (PdL), relatore, invita i presentatori a riformulare l'emendamento 2.3, in precedenza accantonato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «di cui agli articoli 3 e 4» le seguenti: «devono prioritariamente rispettare tecniche sostenibili legate all'agricoltura integrata, tradizionale e biologica e». A tale formulazione sarebbe favorevole.

  Luca SANI, presidente, avverte che i presentatori hanno accolto l'invito del relatore.

Pag. 157

  La Commissione approva quindi l'emendamento Parentela 2.3 (nuova formulazione).

  Luca SANI, presidente, rinvia infine il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di etichettatura dei prodotti alimentari.
C. 427 Caparini e C. 1173 Gallinella.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato nella seduta del 18 settembre 2013.

  Luca SANI, presidente, ricorda che nella precedente seduta la relatrice Cenni ha svolto una relazione introduttiva, riservandosi un ulteriori approfondimento, con particolare riguardo ai profili concernenti la normativa europea.

  Susanna CENNI (PD), relatore, ritiene opportuno, come preannunciato nella precedente seduta, rappresentare alla Commissione un quadro il più completo possibile delle criticità relative alle due proposte di legge in esame, nonché alcune ipotesi per il seguito dell'esame.
  Al riguardo, sottolinea in via preliminare che le due proposte sono largamente condivisibili nel loro intento, ma trovano ostacoli nella regolamentazione europea e non solo in quella.
  Il processo di costituzione e consolidamento dell'unificazione europea si è accompagnato a una giurisprudenza della Corte di giustizia che ha ritenuto incompatibile con il mercato unico la presunzione di qualità legate alla localizzazione nel territorio nazionale di tutto o di parte del processo produttivo di un prodotto alimentare. A tale principio hanno fatto eccezione solo le regole relative alle denominazioni di origine (Dop) e alle indicazioni geografiche di provenienza (Igp).
  Per i restanti prodotti alimentari è stato sinora fissato il principio che l'indicazione del luogo d'origine o di provenienza possa essere resa obbligatoria solo nella ipotesi che l'omissione dell'indicazione stessa possa indurre in errore il consumatore circa l'origine o la provenienza effettiva del prodotto alimentare (articolo 3 della direttiva 2000/13/CE, recepito dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 109 del 1992). Il principio è stato confermato anche con il regolamento (CE) n. 1169/2011, che in sostituzione della precedente direttiva ha tuttavia esteso a talune carni l'obbligo di indicarne l'origine (articolo 26, paragrafo 2).
  Il legislatore nazionale ha tradizionalmente attribuito, invece, grande rilievo alla possibilità di definire una legislazione che consenta di indicare l'origine nazionale della produzione agroalimentare. La produzione nazionale alimentare è considerata una delle eccellenze e, pertanto, il suo legame territoriale è stato ritenuto costantemente elemento di pregio – quindi degno di segnalazione al consumatore – anche per le produzioni non «a denominazione protetta».
  Con l'approvazione nel 2004 dell'articolo 1-bis del decreto-legge n. 157, venne introdotto per la prima volta l'obbligo generalizzato di indicare il luogo di origine della componente agricola incorporata in qualsiasi «prodotto alimentare», trasformato e non trasformato. Alla luce, tuttavia, della legislazione europea, la circolare 1o dicembre 2004 del Ministero delle politiche agricole rilevò che il decreto-legge «conteneva molteplici principi e disposizioni richiedenti una corretta interpretazione»; pertanto, non potevano ritenersi immediatamente operative le disposizioni sull'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine dei prodotti. La norma è tuttora in vigore e dovrà ritenersi abrogata al momento dell'entrata in vigore dei decreti attuativi dell'articolo 4 della legge n. 4 del 2011.
  Nella passata legislatura, la XIII Commissione della Camera ha definitivamente approvato all'unanimità, in sede legislativa, il disegno di legge C. 2260-bis-B, divenuto, poi, la legge 3 febbraio 2011, n. 4, in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari.Pag. 158
  Il testo approvato è il frutto di un iter parlamentare piuttosto complesso, poiché proviene dallo stralcio da un più ampio disegno di legge di iniziativa governativa (C. 2260), volto al rilancio competitivo del sistema agroalimentare. Nel corso dell'esame alla Camera, la Commissione Agricoltura, posto il ristretto margine di disponibilità in ordine alla copertura finanziaria, decise di concentrare l'esame sulla tematica della promozione del valore delle produzioni (C. 2260-BIS), disponendo lo stralcio delle altre disposizioni che avevano ad oggetto questioni quali: le agevolazioni previdenziali per le aree montane e svantaggiate, il sostegno per il settore bieticolo-saccarifero nonché il riordino delle agroenergie.
  Il testo divenuto legge risulta pertanto incentrato sull'esigenza di promuovere il sistema produttivo nazionale, nel quale la qualità dei prodotti è frutto del legame con i territori di origine, e sulla pari necessità di trasmettere al consumatore le informazioni sull'origine territoriale del prodotto, alla base delle dette qualità. Il fine di assicurare una completa informazione ai consumatori è infatti alla base delle norme (articoli 4 e 5) che dispongono l'obbligo, per i prodotti alimentari posti in commercio, di riportare nell'etichetta anche l'indicazione del luogo di origine o di provenienza. Per i prodotti alimentari non trasformati, il luogo di origine o di provenienza è il Paese di produzione dei prodotti; per i prodotti trasformati la provenienza è da intendersi come il luogo in cui è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione. L'etichetta deve altresì segnalare l'eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale. Le norme, che demandano sostanzialmente alle regioni l'attività di controllo, sono peraltro rafforzate da disposizioni sanzionatorie (così il comma 10 dell'articolo 4), che prevedono l'applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria compresa fra 1.600 euro e 9.500 euro per i prodotti non etichettati correttamente.
  Le modalità applicative dell'indicazione obbligatoria d'origine sono state demandate a decreti interministeriali che debbono anche definire, all'interno di ciascuna filiera alimentare, quali prodotti alimentari saranno assoggetti all'etichettatura d'origine. Le disposizioni nazionali non potranno che essere coerenti con la normativa approvata dall'Europa che, prima con la direttiva 2000/13/CE, poi con il regolamento (CE) n. 1169/2011, ha disciplinato le modalità e i contenuti informativi da trasmettere ai consumatori e si applica agli operatori del settore alimentare in tutte le fasi della catena alimentare. L'articolo 26 di tale regolamento stabilisce condizioni e modalità dell'indicazione del Paese d'origine o luogo di provenienza degli alimenti, mentre l'articolo 45 regola la procedura con la quale le norme nazionali debbono essere notificate alla Commissione ed agli altri Stati membri.
  I decreti attuativi non sono stati a tutt'oggi emanati da parte dei dicasteri agricolo e dello sviluppo economico, anche a causa della difficile applicazione della asserita «obbligatorietà» della indicazione di provenienza, laddove le norme europee prevedono, allo stato, solo regimi «facoltativi».
  In assenza di tali disposizioni, per l'attuazione dell'articolo 4 della legge n. 4 del 2011 al Senato, sul finire della passata legislatura, è stato approvato un progetto di legge, poi trasmesso alla Camera, nel quale si stabiliva, tra l'altro, che i decreti attuativi dovessero essere adottati entro due mesi dall'approvazione della stessa legge. Il provvedimento non è poi divenuto legge a causa dello scioglimento delle Camere.
  La difficile ricomposizione delle esigenze del mercato interno con l'adesione all'area comunitaria ha trovato una risposta significativa da parte dell'allora Ministro delle politiche agricole, Catania, nella seduta del 20 settembre 2012 dell'Assemblea del Senato. Rispondendo ad interrogazioni Pag. 159sull'attuazione delle norme sull'etichettatura d'origine dei prodotti, il Ministro ha affermato che «occorre tener presente che la legge n. 4 del 2011 sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari si inserisce in un quadro normativo regolato a livello sovrastante dall'Unione europea e che quindi la redazione dei decreti attuativi pone problemi di compatibilità con la normativa comunitaria vigente». Il Ministro assicurò, in tale occasione, di aver predisposto il decreto attuativo per il settore lattiero-caseario (sul latte a lunga conservazione, UHT, pastorizzato microfiltrato e latte pastorizzato ad elevata temperatura), il più importante segmento di mercato tra quelli nei quali non è già in vigore un obbligo di indicazione dell'origine; affermò, inoltre, che sarebbe stato di prossima definizione un altro decreto per le carni lavorate.
  Ad oggi, i decreti annunciati non sono stati ancora adottati; da informazioni acquisite in via informale, di cui ha chiesto contezza al Governo, risulta che la bozza di decreto sul latte sia stata trasmessa alla Commissione europea, la quale avrebbe sollevato numerose questioni proprio in ordine all'obbligo dell'indicazione dell'origine del prodotto.
  Le proposte di legge in esame intervengono, tra l'altro, proprio sul problema dei tempi di emanazione dei decreti attuativi della legge n. 4, prevedendo che gli stessi siano emanati entro il termine perentorio di due mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
  La proposta di legge Gallinella C. 1173 prevede, poi, ulteriori interventi, già illustrati nella precedente seduta.
  In primo luogo, sostituisce il comma 3 dell'articolo 4 della legge n. 4, relativo alla procedura di emanazione dei decreti, ribadendo l’iter già previsto (i decreti sono emanati a firma del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con la Conferenza unificata, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative nei settori della produzione e trasformazione alimentare, acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, previo espletamento della procedura di comunicazione alla Commissione europea) ed aggiungendo che gli stessi debbano tener conto di quanto contenuto nel regolamento (UE) n. 1169/2011.
  Inoltre, si prevede di aggiungere i commi 3-ter e 3-quater prevedendo, rispettivamente, che i decreti possono prevedere, per alcune tipologie di prodotti, le modalità di inserimento nell'etichetta di specifici sistemi di sicurezza mediante elementi di identificazione elettronica e telematica da realizzare con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e che i costi di realizzazione e digestione di tale sistema di sicurezza sono a carico dei soggetti che si avvalgono di tale sistema di etichettatura.
  Si prevede conseguentemente di abrogare l'articolo 59-bis del decreto-legge n. 83 del 2012, introdotto nel corso dell'esame parlamentare, che ha previsto che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali adotti, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, un regolamento per definire le modalità per l'integrazione dell'etichettatura dei prodotti agricoli ed alimentari con sistemi di sicurezza realizzati dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Tali modalità si dovranno basare prevalentemente su elementi elettronici e telematici prevedendo, ove possibile, l'utilizzo di dispositivi o mezzi tecnici di controllo a distanza. L'ambito di applicazione della nuova normativa riguarda i prodotti agricoli ed alimentari di qualità (Dop, Igp, Stg, biologici o anche solo vincolati alle norme qualitative delle singole OCM). I costi di realizzazione e di gestione del sistema sono a carico dei soggetti che si avvalgano dell'etichettatura in questione.
  Ricorda, in proposito, che nella passata legislatura, nel citato provvedimento approvato dal Senato che imponeva l'emanazione dei decreti attuativi della legge n. 4 del 2011 entro un termine perentorio, era stato inserito, durante l'esame presso la Commissione Agricoltura del Senato, un articolo che recava talune modifiche all'articolo 59-bis del decreto-legge n. 83 del Pag. 1602012, nel senso di rendere volontaria e facoltativa per i produttori la normativa ivi introdotta. Più in particolare, si precisava che l'integrazione dell'etichettatura con particolari sistemi di sicurezza realizzati dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato sarebbe dovuta intendersi volontaria e facoltativa per i produttori, chiarendo, in tal modo, la portata normativa del disposto di cui all'articolo 59-bis, nel senso della non obbligatorietà del nuovo sistema introdotto. In effetti, l'introduzione di tale obbligo aveva destato numerose perplessità tra gli operatori della filiera, ascoltati in audizioni informali dalla Commissione Agricoltura; veniva, infatti, lamentato, in quell'occasione, l'appesantimento degli oneri burocratici in un settore, quello delle produzioni garantite, già fortemente controllato e comunque disciplinato da specifici disciplinari di produzione.
  I progetti di legge in esame pongono, quindi, la Commissione nuovamente di fronte ad una scelta.
  Da una parte, l'esigenza di una normativa che tuteli il Made in Italy e la qualità delle produzioni agroalimentari italiane rappresenta una priorità politica condivisa, alla quale le istituzioni non possono sottrarsi. Come è stato da ultimo rilevato, il fatturato del falso Made in Italy supera nell'agroalimentare i 60 miliardi di euro e toglie risorse economiche che possono servire al Paese per creare occupazione e ricchezza, la lotta alla contraffazione e alla pirateria deve, quindi, essere considerata da parte delle istituzioni una priorità nazionale da portare aventi con forza.
  Dall'altra, tuttavia, proseguire l’iter normativo e approvare le disposizioni ivi contenute può determinare un nuovo contenzioso con l'Unione europea, con il rischio di approvare nuovamente una legge non applicabile e priva quindi degli effetti cogenti propri dell'atto.
  Per questi motivi, ritiene opportuno che sull'argomento la Commissione avvii un dibattito e chieda al Governo di fornire le proprie indicazioni in merito, precisando quali atti sono stati adottati e quali sono state le risposte dell'Unione europea.
  In questa direzione, si potrà verificare, eventualmente incontrando anche gli europarlamentari italiani, se risulta possibile aprire con la Commissione europea uno spazio di interlocuzione politica, magari agevolato dall'approvazione di una risoluzione da parte della Commissione, anche in vista dell'emanazione degli regolamenti attuativi del regolamento (UE) n. 1169, dove è prevista la possibilità di estendere l'obbligatorietà dell'indicazione di origine ad altri prodotti allo stato non inclusi, nonché di prevedere un'indicazione obbligatoria qualora il consumatore possa essere indotto in errore da tale mancanza.
  La Commissione in ogni caso potrebbe anche portare avanti l'esame delle proposte di legge per rimarcare una precisa volontà politica, pur nella consapevolezza dei ridotti margini di azione.

  Filippo GALLINELLA (M5S) prende atto che la relatrice ha illustrato ampiamente l'articolata e complessa vicenda dell'etichettatura di origine e dei problemi connessi alle proposte di legge in esame.
  Sottolinea tuttavia che la sua proposta di legge C. 1173 richiama l'articolo 19 della direttiva 2000/13/CE, che prevede una specifica procedura di notifica alla Commissione europea prevista nei casi in cui uno Stato membro ritiene necessario adottare una nuova legislazione in materia di etichettatura, strumento che può essere utilizzato per evitare problemi di compatibilità con le norme europee. Conseguentemente, il termine per l'adozione dei decreti attuativi della legge n. 4 del 2011 potrebbe essere portato a sei-otto mesi, per consentire il completamento della procedura e una adeguata istruttoria a livello nazionale. In questo senso, ritiene che la Commissione possa, con maggiore tranquillità, portare avanti la chiara volontà politica che ha manifestato.
  Per quanto riguarda l'etichettatura elettronica anticontraffazione, fa presente che si propone di adottare uno strumento volontario, che può offrire un'opportunità aggiuntiva ai produttori.

Pag. 161

  Mario CATANIA (SCpI), nel manifestare apprezzamento per l'analisi svolta e per gli orientamenti manifestati dalla relatrice, fa presente che lo schema di decreto ministeriale sull'etichettatura del latte, citato dalla stessa relatrice, è stato a suo tempo notificato alla Commissione europea, che lo ha formalmente respinto in via definitiva. Rileva quindi che l'Italia deve evitare di continuare a legiferare a prescindere dal quadro normativo dell'Unione europea.
  Per quanto riguarda le proposte di legge, non ritiene utile al fine della soluzione dei problemi in discussione la proposta Caparini C. 427, che si limita a fissare un nuovo termine di due mesi per l'emanazione dei decreti attuativi della legge n. 4 del 2011.
  La proposta di legge Gallinella C. 1173 potrebbe offrire una soluzione plausibile, nella misura in cui condizione l'applicabilità dei decreti attuativi all'approvazione dell'Unione europea. In questo senso non vi sarebbe contrasto con le norme europee, anche se si deve riconoscere che difficilmente i decreti stessi saranno applicabili.

  Massimo FIORIO (PD) ritiene che la Commissione debba seguire le indicazioni della relatrice, in primo luogo avviando un confronto con il Governo ed eventualmente incontrando i competenti rappresentanti delle istituzioni europee.

  Colomba MONGIELLO (PD) osserva in via preliminare che risulta paradossale discutere di proposte di legge dirette all'attuazione di una legge. Al riguardo, tuttavia, ricorda quanto avvenuto con la recente legge sull'olio di oliva, che ha compiuto, probabilmente con una forzatura, scelte sulle quali era ben nota la posizione dell'Unione europea e che tuttavia è servita per spingere la stessa Unione europea sulla strada indicata dall'Italia.
  Da questo punto di vista, le proposte in esame presentano problemi. Occorre tuttavia chiedere al Governo, di fronte all'enorme peso del fenomeno della contraffazione, una precisa assunzione di responsabilità affinché la tutela del Made in Italy non sia solo un tema da convegni, privo di una strumentazione normativa adeguata. Occorre anche chiarire quali passi abbia fatto il Governo in tema di etichettatura di origine, considerato anche che vi sono pezzi della filiera agroalimentare che non vogliono tale strumento.
  Ricordando che su tale tema la Commissione ha avuto modo di ascoltare ieri anche il Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, sottolinea che certamente occorre rispettare le regole europee, ma occorre altresì fare pressione, con il Governo ed eventualmente gli europarlamentari italiani, perché in Europa si affermi una nuova politica, nella direzione prioritaria, sempre indicata dal Parlamento italiano, della tutela del Made in Italy attraverso una chiara e trasparente etichettatura dei prodotti alimentari.

  Filippo GALLINELLA (M5S) rileva che la sua proposta di legge si muove nella direzione indicata dalla collega Mongiello di non accettare con rassegnazione lo stato attuale delle cose, ma di indurre il Governo ad attivarsi in sede europea, cogliendo anche l'occasione del semestre di presidenza italiana dell'Unione.

  Roberto CAON (LNA) condivide l'importanza del Made in Italy e la necessità di valorizzarlo a livello europeo e internazionale. Sottolinea inoltre che il Made in Italy esprime anche un valore culturale, che meriterebbe adeguate misure di promozione.
  Concorda altresì sulla necessità di esercitare le dovute pressioni affinché anche l'Unione europea si convinca a perseguire politiche adeguate, che permettano anche di contrastare un mercato di prodotti contraffatti di enorme rilievo economico.

  Susanna CENNI (PD), relatore, nel condividere le considerazioni dei colleghi, propone conclusivamente di ascoltare sul tema in esame il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ed eventualmente anche i competenti parlamentari europei. Ritiene inoltre necessario acquisire più dettagliate informazioni sulle decisioni Pag. 162già assunte dall'Unione europea nei confronti dell'Italia. Successivamente, la Commissione potrà decidere in merito agli ulteriori passi da compiere, eventualmente con un atto di indirizzo, per la parte relativa alle azioni da condurre in sede europea.

  Luca SANI, presidente, condividendo le indicazioni della relatrice, ritiene che in primo luogo la Commissione debba ascoltare il Ministro. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.40.

AUDIZIONI

  Mercoledì 9 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 15.20.

Audizione del Presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria (INEA), Tiziano Zigiotto, sulla riforma della politica agricola comune (PAC).
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

  Luca SANI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Tiziano ZIGIOTTO, presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria (INEA), e Alberto MANELLI, direttore generale dell'Istituto nazionale di economia agraria (INEA), svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi i deputati Giuseppe L'ABBATE (M5S), Colomba MONGIELLO (PD) e Monica FAENZI (PdL).

  Luca SANI, presidente, considerato l'imminente inizio della seduta dell'Assemblea, fa presente che ulteriori documenti e informazioni potranno essere inviati anche per iscritto alla Commissione, che si riserva di programmare ulteriori occasioni di incontro con l'INEA. Dichiara infine conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

Pag. 163