CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 settembre 2013
85.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 19 settembre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO.

  La seduta comincia alle 8.45.

Indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013.
Audizione di esponenti della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), in rappresentanza di Confindustria.
(Svolgimento e conclusione).

  Elio VITO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.

  Carlo FESTUCCI, Segretario generale della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono sull'organizzazione dei lavori i deputati Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), Elio VITO, presidente e Salvatore CICU (PdL).

  Intervengono quindi, per porre quesiti e svolgere proprie considerazioni, i deputati Salvatore CICU (PdL), Domenico ROSSI (SCpI), Vincenzo D'ARIENZO (PD) Donatella DURANTI (SEL), Elio VITO, presidente, a più riprese, Gian Piero SCANU (PD) e Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD).

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  Carlo FESTUCCI, Segretario generale della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD), risponde ai quesiti posti e svolge ulteriori considerazioni.

  Elio VITO, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.55.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 19 settembre 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 13.55.

Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio 2012.
C. 1572 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013.
C. 1573 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 11.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Elio VITO, presidente, ricorda il lavoro svolto con tempestività in occasione dell'esame della Relazione sulla cosiddetta spending review, ritenendo che quel contributo potrà ulteriormente valorizzare lo sforzo allora fatto dalla Commissione e dallo stesso Dicastero della difesa ai fini di una razionalizzazione della spesa del settore.

  Elio Massimo PALMIZIO (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esaminare, per le parti di propria competenza, i disegni di legge relativi al Rendiconto generale dello Stato per l'anno 2012 e all'Assestamento del bilancio per l'anno 2013, approvati dal Senato lo scorso 11 settembre. Evidenzia, inoltre, che la Tabella n. 11, recante le risultanze della gestione dello stato di previsione del Ministero della difesa, non costituisce formalmente parte integrante del disegno di legge di Assestamento ed assolve a finalità conoscitive.
  Quanto al Rendiconto generale dello Stato, ricorda che esso è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria. Rammenta, altresì, che l'articolo 35 della legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità e finanza pubblica) stabilisce che il Rendiconto relativo al 31 dicembre dell'anno precedente sia presentato, entro il successivo mese di giugno, alle Camere con apposito disegno di legge, dopo esser stato previamente sottoposto alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione.
  Sottolinea, quindi, una novità particolarmente rilevante, rappresentata dalla dematerializzazione del Rendiconto generale dello Stato, realizzata, per il primo anno, in via sperimentale, di concerto con la Corte dei conti. Tale modalità, secondo la relazione che accompagna il disegno di legge, diventerà definitiva ed esclusiva della produzione dell'atto a partire dal rendiconto 2013.
  Rileva, dunque, che il Rendiconto generale dello Stato – articolato per missioni (34) e programmi (172) – è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento; e il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. L'esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita dal conto del bilancio, che è costituito Pag. 27dal conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero.
  In particolare, nel conto consuntivo della spesa del Ministero della difesa le risorse sono suddivise in 4 missioni (difesa e sicurezza, ricerca e innovazione, servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche e fondi da ripartire), a loro volta articolate in 11 programmi.
  Passando, quindi, ai dati contabili, evidenzia innanzitutto che l'incidenza percentuale delle risorse per la difesa sul bilancio dello Stato nel 2012 è stata pari al 4,2 per cento, con un decremento dello 0,2 per cento rispetto al precedente esercizio finanziario.
  In secondo luogo, rileva che le previsioni definitive di competenza, con riguardo all'esercizio finanziario 2012, ammontano a 22.328,6 milioni di euro, mentre gli impegni ammontano a 22.323.4 milioni e, conseguentemente, si evidenziano economie pari a 5,1 milioni. Le autorizzazioni definitive di cassa ammontano, invece, a 23.196,4 milioni, mentre i pagamenti ammontano a 22.714,1 e le economie a 482,2 milioni. Con riguardo, infine, alla gestione dei residui, il Rendiconto 2012 evidenzia un volume di residui accertati al 31 dicembre 2012 pari a 4.081,5 milioni di euro, per effetto di pagamenti per 2.652,8 milioni e di residue somme da pagare pari a 1.819,3 milioni.
  Osserva, quindi, che dal confronto tra le previsioni definitive di competenza del rendiconto 2012 e quelle iniziali della legge di bilancio 2011 – che ammontavano a 19.962,1 milioni di euro – emerge uno scostamento in aumento di 2.366,5 milioni, per effetto dell'incremento di 2.891,3 milioni, registrato dalla Missione Difesa e sicurezza del territorio, e del decremento di 555,5 milioni della Missione Fondi da ripartire. Quanto ai programmi, l'incremento maggiore (+892,4 milioni) è stato registrato dal Programma Approntamento e impiego delle forze terrestri, mentre incrementi più contenuti sono a carico del Programma Approntamento e impiego delle forze aeree (+227,5 milioni), del Programma Approntamento e impiego delle forze navali (+215,4 milioni), del Programma Approntamento e impiego carabinieri per la difesa e la sicurezza (+117,9 milioni) e del Programma Funzioni non direttamente collegate ai compiti di difesa militare (+104,1 milioni).
  Premessa questa descrizione sui più significativi elementi contenuti nel provvedimento, come emerso anche nel corso dell'esame presso l'omologa Commissione del Senato, sul piano politico questi assumono una valenza in vista della revisione dello strumento militare, in attuazione della legge n. 244 del 2012. Tale profilo emerge anche nella Relazione della Corte dei conti sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2012, in cui si analizzano sia gli effetti attesi dall'attuazione della delega, sia quelli del decreto-legge n. 95 del 2012 sulla «spending review». In particolare, con riferimento alla legge n. 244 del 2012, la Relazione segnala, a riguardo dei tempi di attuazione degli obiettivi in senso riduttivo, come «il legislatore, nell'individuare gli obiettivi di riduzione e di riproporzionamento dell'intero assetto della difesa in Italia, ha previsto tempi di attuazione che non appaiono conciliarsi con le pressanti e urgenti esigenze di riduzione della spesa derivanti dall'attuale contingenza economica. La gradualità pur necessaria, prevista dal legislatore dovrebbe essere sottoposta ad una attenta riflessione nella prospettiva di una riduzione dei tempi di attuazione della riforma». Per quanto riguarda, invece, il decreto-legge n. 95 del 2012, ad avviso della Corte, le misure di contenimento della spesa in esso previste «appaiono come un'anticipazione della revisione dello strumento militare».
  La Relazione si sofferma, poi, su alcuni profili d'interesse per il settore della difesa. Il primo attiene alla Riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero della difesa. Con riferimento a questi, la Corte dei conti rileva che l'esercizio finanziario 2012 ha visto l'Agenzia Industrie Difesa proseguire nella politica di ricerca di nuovi sbocchi produttivi e, nel contempo, continuare nella realizzazione dei progetti di riconversione, totale o parziale, ovvero Pag. 28di quelli di potenziamento, già in corso di realizzazione. Al riguardo evidenzia come la Corte, pur considerando le iniziative finora poste in essere dall'Agenzia nella direzione di una maggiore produttività degli stabilimenti, consideri che i risultati complessivi in relazione alle risorse impiegate inducano ad una riflessione sull'assetto della stessa ai fini dei risultati di gestione. Ciò con riferimento sia alle dotazioni di personale in carico all'Agenzia, sia alla destinazione produttiva di alcuni stabilimenti. Con riferimento, poi, all'attività svolta da Difesa Servizi S.p.A, la Relazione della Corte dei conti rileva che l'Ufficio centrale di bilancio, in sede di relazione ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo n.123 del 2011, pur non esprimendo valutazioni sulla gestione economico-patrimoniale della società, abbia posto l'accento sul necessario controllo delle modalità con le quali sono affidate alla Difesa servizi S.p.A. i beni materiali e immateriali rientranti nella disponibilità esclusiva dell'Amministrazione. Inoltre, essa ha rilevato che sussiste la necessità di un'attenta informativa circa i dati salienti concernenti le remunerazioni delle prestazioni oggetto di convenzione. Tali aspetti, conclude la Corte, devono essere oggetto di adeguata considerazione.
  Il secondo profilo, riguarda la vendita degli immobili, la rideterminazione di canoni e la riduzione dei costi di gestione degli alloggi ASIR. Sul punto, la Relazione della Corte dei conti rileva che i versamenti all'entrata che l'Amministrazione riceve dagli acquirenti nel corso delle procedure di alienazione degli alloggi militari stabilite dall'articolo 404 del testo unico regolamentare delle disposizioni in materia di ordinamento militare, sono riassegnabili al bilancio della Difesa ai sensi dell'articolo 306, comma 3 del codice dell'ordinamento militare. Al riguardo, la relazione specifica che nel corso dell'esercizio finanziario 2012 è stato richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze e riassegnato al bilancio della Difesa l'importo di 3.602.717 euro. La Relazione dà, inoltre, conto che gli stati maggiori di Forza armata hanno inviato circa 3.000 notifiche agli utenti sine titulo di comprensori abitativi delle Forze armate, per comunicare la rideterminazione del canone di affitto sulla base dell'applicazione della formula di calcolo prevista nel decreto del Ministro della difesa del 16 marzo 2011, che tiene conto di diversificati fattori (reddito, vicissitudini familiari, caratteristiche estrinseche ed intrinseche dell'alloggio, etc.). Per quanto riguarda, invece, gli utenti di alloggi di servizio connessi con l'incarico, con annessi locali di rappresentanza (ASIR) la Corte dei conti osserva che nell'intento di ridurre i costi di gestione di tali alloggi è stato avviato un processo di revisione degli incarichi aventi diritto alla titolarità di alloggio di tale tipologia.
  Con riferimento alla spesa del Dicastero – il terzo profilo d'interesse – la Corte dei conti fa presente che il Ministero è stato interessato da riduzioni di disponibilità finanziare a partire dall'esercizio finanziario 2008. Queste hanno inciso complessivamente sugli stanziamenti definitivi di competenza nel quadriennio nella misura del –5,64 per cento. Detta diminuzione appare costante, ma risente del fatto che il 75,4 per cento della spesa complessiva è riferito a redditi da lavoro dipendente (categoria di spesa comprensiva anche delle imposte pagate sulla produzione), spesa non comprimibile se non a seguito degli interventi di riduzione programmati dalle normative in materia di contenimento della spesa del personale. L'esame delle categorie economiche ha evidenziato che nel corso del 2012 si sono, altresì, verificati, rispetto all'esercizio precedente, aumenti sulle voci dei consumi intermedi (+15 per cento) e sui trasferimenti di parte corrente (+11,6 per cento), mentre è diminuita la categoria economica degli «investimenti fissi lordi», che da 3.495,72 milioni di euro del 2011 passano a 2.628,81 milioni nel 2012. Un'analisi basata sui principali indicatori finanziari della spesa condotta sul bilancio del Ministero conferma le osservazioni degli anni precedenti, in quanto l'Amministrazione si pone sopra la media per tutti gli indicatori, in particolare per quelli legati alla Pag. 29capacità di impegno, ma anche per quelli riferiti alla capacità di pagamento. Anche il raffronto relativo all'accumulo dei residui passivi – che negli esercizi 2009 e 2010 aveva avuto qualche notazione critica – risulta per il 2012 attestarsi a valori percentuali di performance tendenzialmente positivi.
  Con riferimento alla revisione dei programmi d'armamento, il quarto profilo sul quale la Corte dei conti si è soffermata – la Relazione rileva che nel programma «approvvigionamenti armamenti», il capitolo di spesa 7120, concernente le spese per costruzione e acquisizione di impianti e sistemi, rappresenta nell'ambito degli impegni pluriennali di parte capitale, il capitolo più significativo. A questo proposito, ad avviso della Corte, appare necessaria «un'attenta valutazione dei programmi di spesa relativi agli esercizi successivi al fine di mantenere livelli di impegno compatibili, da una parte, con le esigenze di bilancio, dall'altra, con la sostenibilità degli interventi integrati in sede di organizzazioni internazionali della difesa. Peraltro, la eterogeneità delle finalizzazioni dei singoli piani gestionali, sembra consentire possibili rimodulazioni in termini di contenimento della spesa».
  L'ultimo profilo sul quale si è soffermata la Corte è quello delle Missioni militari di pace. Con riferimento al tema concernente la partecipazione italiana alle missioni militari di pace, la Relazione ricorda gli stanziamenti da ultimo previsti dal decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 215, convertito con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2012, n. 13 e complessivamente ammontanti a 1.403,4 milioni, di cui circa 1.259 milioni (438 milioni di euro per spese di personale e 821 milioni di euro per spese di esercizio/funzionamento) assegnati al Ministero (successivamente ridotte di circa 0,7 milioni di euro a seguito dell'accantonamento disposto per effetto del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 185). La Relazione ricorda, altresì, che con la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), è stato istituito un apposito fondo per il finanziamento delle missioni internazionali che, se da un lato ha dato certezza sulla entità delle risorse finanziarie, ha evidenziato problematiche relative all'immediata disponibilità dei fondi che è subordinata alla conversione in legge del relativo decreto-legge ed ai tempi tecnici necessari per la finalizzazione di tutti gli adempimenti di competenza. In particolare, le risorse vengono stanziate sul citato fondo e successivamente ripartite sui vari capitoli di spesa di ciascuna Forza armata e Carabinieri, mediante apposito decreto del Ministro della difesa. Al riguardo, la Corte dei conti rende noto che «l'Amministrazione ha ritenuto che sussistono ritardi di assegnazione delle risorse che sono spesso causa di criticità per lo svolgimento degli adempimenti finanziari connessi all'esecuzione delle funzioni assegnate».
  Passa, quindi, a illustrare il disegno di legge di assestamento del bilancio per il 2013 che interviene sulle previsioni iniziali sia per effetto dell'incidenza di atti amministrativi che hanno già prodotto i loro effetti sulle poste di bilancio, sia in ragione delle variazioni contenute nel disegno di legge stesso.
  Rileva innanzitutto che – come riportato nella Tabella n. 11, ad esso allegata – lo stato di previsione del Ministero della difesa reca previsioni finali assestate di competenza per 21.677,9 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale di competenza dell'anno 2013, pari a 20.702,2 milioni. Le autorizzazioni di cassa, dopo l'assestamento di bilancio, risultano pari a 22.152,3 milioni a fronte di previsioni iniziali di 21.202 milioni, mentre i residui ammontano a 4.081 milioni. La massa spendibile corrisponde, quindi, a 25.759, 4 milioni di euro e, conseguentemente, il coefficiente di realizzazione passa dall'84,06 per cento all'82,3 per cento. Quanto alle variazioni complessive, queste ammontano a +975,6 milioni di euro per le previsioni di competenza e a + 950,3 milioni di euro per le autorizzazioni di cassa. Osserva, poi, che le variazioni già introdotte in bilancio, derivate da provvedimenti legislativi intervenuti nell'anno o da norme di carattere generale, hanno determinato complessivamente un aumento Pag. 30di 972,6 milioni di euro delle previsioni di competenza, un medesimo incremento delle autorizzazioni di cassa e hanno riguardato, principalmente, il fondo per le missioni internazionali. Le variazioni di competenza per atto amministrativo hanno riguardato, invece, quasi interamente le spese di parte corrente. Quanto alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento 2013, queste recano un aumento di quasi 3,1 milioni di euro delle previsioni in termini di competenza e una riduzione di 22,3 milioni delle autorizzazioni di cassa. In particolare, la Missione «Difesa e sicurezza del territorio» reca variazioni in aumento per 4,16 milioni di euro alla previsione di competenza e in diminuzione per 21,21 milioni di euro all'autorizzazione di cassa.
  Nel dettaglio, per quanto riguarda le singole Forze armate, il disegno di legge prevede che: il programma relativo all'approntamento e all'impiego dei Carabinieri rechi variazioni positive di 5,35 milioni di euro per competenza e di 5,5 milioni di euro per la cassa; il programma relativo all'approntamento e all'impiego delle Forze terrestri rechi variazioni negative di 13,47 milioni di euro per competenza e positive di 1,25 milioni di euro per l'autorizzazione di cassa; il programma approntamento e impiego delle Forze navali registri variazioni positive di 102,52 milioni di euro alla previsione di competenza e 121,98 milioni di euro all'autorizzazione di cassa; il Programma concernente l'approntamento e l'impiego delle Forze aeree, preveda variazioni negative di 98,55 milioni per competenza e 95,39 milioni per la cassa.
  Segnala, infine che la Relazione della Corte dei conti, anche in riferimento al disegno di legge di assestamento, svolge una disamina nella prospettiva di attuazione della riforma dello strumento militare. La Corte evidenza che, in particolare, il disegno di legge di assestamento evidenzia un processo di revisione della spesa che è da inquadrare nel percorso tendenziale verso la ripartizione delle risorse per il 50 per cento al personale, per il 25 per conto all'esercizio e per il 25 per cento agli investimenti.
  Alla luce di quanto evidenziato, si riserva dunque di presentare le prescritte relazioni sulla base dei chiarimenti del Governo e degli ulteriori elementi di valutazione che dovessero emergere durante il dibattito.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 84 del 18 settembre 2013, a pagina 57, seconda colonna, ventesima riga, sostituire le parole: «di astensione», con le seguenti: «contrario»; a pagina 58, prima colonna, undicesima riga, sostituire le parole: «di astensione», con le seguenti: «contrario»; a pagina 58, prima colonna, diciottesima e diciannovesima riga, sopprimere le parole da: «Rosa Maria» fino alla parola «astensione».