CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 settembre 2013
83.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 111

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E LE RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 17 settembre 2013. — Presidenza del presidente Deborah BERGAMINI.

  La seduta comincia alle 14.20.

Priorità dell'UE per la 68ma Sessione dell'Assemblea generale dell'ONU.
11521/2013.

(Esame istruttorio e rinvio).

  Il Comitato inizia l'esame istruttorio dell'atto in titolo.

  Deborah BERGAMINI, presidente, fa presente che l'odierno esame istruttorio si ricollega all'imminenza dello svolgimento della succitata Sessione, che inizierà a New York a partire dal prossimo 23 settembre, ed ai cui lavori assisterà una delegazione della Commissione.
  Ritiene, pertanto, che il Comitato, a conclusione della seduta odierna, potrebbe sottoporre alla Commissione una proposta di documento finale, a norma del comma 2 del citato articolo 127 del Regolamento, che potrebbe essere esaminata nella seduta di domani alla presenza del rappresentante del Governo. Invita quindi la collega Locatelli a svolgere la sua relazione.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI), concordando con la proposta della Presidente volta ad istituzionalizzare una prassi che giudica molto positiva, rileva che il Comitato comincia oggi l'esame istruttorio del documento comunitario che indica le priorità dell'Unione europea per la imminente sessione annuale dell'Assemblea generale dell'ONU con l'obiettivo di individuare i temi rispetto ai quali le singole delegazioni dei Paesi membri possono in quella sede operare in maniera coordinata.
  Ricorda che lo scorso anno la Commissione affari esteri ha proceduto, per la prima volta, all'esame di questa tipologia di atto, approvando un documento finale Pag. 112che è poi stato consegnato alla delegazione dell'Unione europea nel corso della successiva missione a New York.
  Osserva che l'impegno in favore del multilateralismo, con le Nazioni Unite come nucleo del sistema, è un elemento centrale della politica estera dell'Unione, anche se non sempre l'ONU, pur restando un imprescindibile riferimento, riesce ad agire con efficacia e tempestività. Sottolinea che tale impegno è radicato nella convinzione che, per essere in grado di affrontare con successo crisi e sfide globali, la comunità internazionale necessita di un sistema multilaterale efficiente, basato su valori e regole universali. Su tali basi, nel corso degli anni l'Unione europea ha stabilito una stretta relazione con le Nazioni Unite. Rileva che la cooperazione reciproca riguarda un'ampia gamma di settori: sviluppo; cambiamenti climatici; costruzione della pace nei paesi in conflitto; assistenza umanitaria nelle crisi; lotta alla corruzione e al crimine; preoccupazioni per la salute globale, quali l'HIV/AIDS; i temi del lavoro e cultura. Ricorda che l'Unione europea ha inoltre giocato un ruolo importante nella realizzazione e attuazione di convenzioni e protocolli delle Nazioni Unite e preso parte attiva in conferenze globali delle Nazioni Unite quali il Vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS) o la Conferenza di Kobe per la riduzione dei disastri naturali. Segnala che, al momento, l'UE è parte di oltre cinquanta accordi multilaterali delle Nazioni Unite.
  Rileva, poi, che la cooperazione è organizzata non solo nella forma del dialogo politico ma anche nel sostegno finanziario ai programmi e progetti dell'ONU. Gli aspetti finanziari e contrattuali dei programmi finanziati dall'Unione europea sono stati formalizzati attraverso l'Accordo quadro finanziario e amministrativo firmato dalle parti nel 2003.
  Evidenzia che l'Unione europea è il singolo maggior contribuente del sistema delle Nazioni Unite. I ventotto Stati membri finanziano oltre il 34 per cento del bilancio regolare e più di un terzo delle operazioni di peacekeeping e forniscono quasi la metà delle contribuzioni dei membri delle Nazioni Unite a programmi e fondi. La Commissione europea da sola contribuisce con oltre 1,35 miliardi di dollari a sostegno dei programmi ONU di assistenza esterna.
  Rileva che l'Unione europea lavora con tutti gli organismi, agenzie e programmi delle Nazioni Unite nell'intera gamma delle sue attività.
  Sottolinea che, in qualità di osservatore l'Unione europea non ha diritto di voto ma è parte di oltre cinquanta accordi e convenzioni multilaterali come unico partecipante non statale.
  Ricorda che l'Unione ha ottenuto lo status speciale di partecipante a pieno titolo in diverse importanti conferenze, quali la Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile e il Forum intergovernativo sulle foreste. Nel 1991, per la prima volta, la Comunità europea è stata accettata come membro votante a pieno titolo di un'agenzia dell'ONU, vale a dire dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).
  Ricorda altresì che il 3 maggio 2011, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/65/276 aggiornando lo status della partecipazione dell'Unione europea alle Nazioni Unite. Questa risoluzione consente ai rappresentanti dell'UE di presentare posizioni comuni nell'Assemblea generale; di fare interventi durante le sessioni e di essere invitati a partecipare al dibattito generale dell'Assemblea generale. La risoluzione consente all'UE comunicazioni relative alle sessioni e ai lavori dell'Assemblea. I rappresentanti dell'Unione hanno inoltre il diritto di presentare proposte e emendamenti approvati dagli Stati membri e di esercitare il diritto di replica.
  Rammenta che nel corso della missione dello scorso anno la delegazione della III Commissione ha avuto modo di approfondire le modalità del coordinamento tra i diversi Paesi dell'Unione in sede ONU. Osserva poi che le missioni di pace rappresentano un indubbio elemento di coinvolgimento dei Paesi dell'Unione.Pag. 113
  Rileva che, in questo contesto, come ogni anno, il 24 giugno 2013 il Consiglio ha approvato le priorità dell'Unione europea per la 68ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. Le priorità sono organizzate intorno ai tre pilastri delle Nazioni Unite (pace e sicurezza; sviluppo sostenibile; diritti umani) e all'efficacia dell'organizzazione. Osserva che il documento contiene, per ogni singolo pilastro, un'indicazione di priorità molto articolata per cui, da un lato non è agevole effettuarne una sintesi e d'altro canto diventa difficile individuare su quali temi ci si intenda concentrare.
  Segnala che il pilastro rispetto al quale il documento si diffonde maggiormente e che appare al centro dell'attualità politica internazionale è quello della pace e della sicurezza.
  Osserva che in tale ambito si sono verificati segnali incoraggianti di coordinamento tra i Paesi dell'Unione, a cominciare dalla complessa situazione dell'Egitto; viceversa l'approccio alla vicenda siriana ha rappresentato un vistoso arretramento. Ritiene, pertanto, che occorra ribadire la necessità di agire all'interno del contesto delle Nazioni Unite che devono essere l'unico riferimento giuridico, come emerso anche nell'audizione del Ministro Bonino del 27 agosto.
  Segnala che nella parte relativa al rafforzamento dell'ONU, il documento si sofferma in particolare sull'importanza del monitoraggio delle spese per la sua struttura e di una maggiore efficienza nell'impiego delle risorse.
  Osserva che per il futuro sarebbe auspicabile che il documento si concentrasse maggiormente sui temi rispetto ai quali l'azione europea, all'interno delle Nazioni Unite, può essere più incisiva.
  Ricorda poi che l'11 giugno scorso il Parlamento europeo ha approvato una serie di raccomandazioni destinate al Consiglio, in vista della 68ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Segnala che il documento si apre con l'esortazione a garantire la coerenza e la visibilità dell'UE quale attore globale nel contesto delle Nazioni Unite, rafforzando la capacità di agire in modo coordinato e rapido sulla scena mondiale. Ribadisce inoltre l'esigenza di una riforma completa e consensuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, avanzando una proposta concreta su come conseguire, come obiettivo centrale di lungo termine per l'UE, un seggio comune in seno a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite allargato. Osserva, poi che, quanto al pilastro della pace e della sicurezza, tra i temi individuati dalle menzionate raccomandazioni, rientrano il coordinamento tra le operazioni di mantenimento della pace e gli attori dello sviluppo e le agenzie locali delle Nazioni Unite; il rafforzamento del ruolo e delle capacità delle organizzazioni regionali per la prevenzione dei conflitti; la centralità della «responsabilità di proteggere» e la necessità di integrare le prospettive di genere in relazione alla prevenzione dei conflitti, nelle operazioni di mantenimento della pace, negli aiuti umanitari e nella ricostruzione. Osserva che specifici punti sono poi dedicati alla situazione in Siria e in Mali. Rileva che, in materia di diritti umani vi è l'auspicio ad un rafforzamento degli sforzi volti a garantire che tutti i diritti riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite siano considerati universali, indivisibili, interdipendenti e correlati e siano rispettati, opponendosi ai tentativi di aggirare il diritto umanitario nella lotta al terrorismo e consolidando il processo di revisione periodica universale. Osserva che, in tema di sviluppo sostenibile, si sottolinea che una maggiore efficacia degli aiuti rimane centrale per il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM).
  Ricorda, infine, che le raccomandazioni si chiudono evidenziando l'importanza di promuovere l'interazione, su questioni globali, tra Governi e Parlamenti e di rafforzare la governance mondiale e consentire una migliore partecipazione parlamentare e dei cittadini alle attività delle Nazioni Unite.
  Conclusivamente, reitera la critica metodologica circa la mancanza di un filo conduttore nell'atto in titolo che fa sì che lo stesso venga meno all'obiettivo di indicare sostanziali priorità. In tale ottica, Pag. 114ritiene opportuno che si privilegino gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, le cui origini a suo avviso si ritrovano nel rapporto Brundtland del 1987, della coerenza nelle politiche dello sviluppo e della protezione dei diritti umani, con particolare riferimento all'identità di genere.

  Deborah BERGAMINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, invita l'onorevole Locatelli ad illustrare la sua proposta di documento finale.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) illustra la proposta di documento finale da lei predisposta (vedi allegato).

  Deborah BERGAMINI, presidente, non essendovi obiezioni, fa presente che il Comitato sottoporrà alla Commissione plenaria la proposta testé illustrata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.35.

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