CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 17 giugno 2013
38.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 18 GIUGNO 2013

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SEDE REFERENTE

  Lunedì 17 giugno 2013. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il vice ministro Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 15.10.

DL 43/2013: Disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015.
C. 1197 Governo, approvato al Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 13 giugno scorso.

  Ermete REALACCI, presidente, comunica che sono state presentate circa 160 proposte emendative (vedi allegato 1).
  Avverte, ai fini dell'organizzazione dei lavori della Commissione, che nella seduta odierna, dopo la dichiarazione circa l'ammissibilità delle proposte emendative presentate, si procederà alla discussione e alla votazione degli stessi emendamenti e che l'esame in sede referente si concluderà nella seduta di domani, previa acquisizione dei pareri delle Commissioni in sede consultiva.
  Ricorda quindi che la discussione generale in Assemblea su tale decreto legge avrà luogo domani, al termine delle votazioni pomeridiane.
  Con riferimento alle proposte emendative presentate, informa che alcune di esse presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità.
  In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio Pag. 6di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo».
  Tali criteri sono tanto più fondati alla luce di quanto affermato dalla Corte Costituzionale nella recente sentenza n. 22 del 2012, in cui, nel dichiarare l'illegittimità costituzionale del comma 2-quater dell'articolo 2 del decreto-legge n. 225 del 2010, in materia di proroga dei termini, introdotto nel corso dell'esame parlamentare del disegno di legge di conversione, ha sottolineato come «l'innesto nell'iter di conversione dell'ordinaria funzione legislativa possa certamente essere effettuato, per ragioni di economia procedimentale, a patto di non spezzare il legame essenziale tra decretazione d'urgenza e potere di conversione». Sempre secondo quanto affermato dalla Corte costituzionale «Se tale legame viene interrotto, la violazione dell'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, non deriva dalla mancanza dei presupposti di necessità e urgenza per le norme eterogenee aggiunte, che, proprio per essere estranee e inserite successivamente, non possono collegarsi a tali condizioni preliminari (sentenza n. 355 del 2010), ma per l'uso improprio, da parte del Parlamento, di un potere che la Costituzione gli attribuisce, con speciali modalità di procedura, allo scopo tipico di convertire, o non, in legge un decreto-legge».
  Aggiunge che il principio della sostanziale omogeneità delle norme contenute nella legge di conversione di un decreto-legge è stato altresì richiamato nel messaggio del 29 marzo 2002, con il quale il Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, ha rinviato alle Camere il disegno di legge di conversione del decreto legge 25 gennaio 2002, n. 4, ed è stato ribadito nella lettera del 22 febbraio 2011, inviata dal Capo dello Stato ai Presidenti delle Camere ed al Presidente del Consiglio dei ministri nel corso del procedimento di conversione del decreto-legge. Il 23 febbraio 2012 il Presidente della Repubblica ha altresì inviato un'ulteriore lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri, in cui ha sottolineato «la necessità di attenersi, nel valutare l'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, a criteri di stretta attinenza, al fine di non esporre disposizioni a rischio di annullamento da parte della Corte Costituzionale per ragioni esclusivamente procedimentali».
  Pertanto, la Presidenza è chiamata ad applicare rigorosamente le suddette disposizioni regolamentari e quanto previsto dalla citata circolare del Presidente della Camera dei deputati del 1997.
  Dopo avere fatto notare che, alla luce dei sopra indicati criteri, diverse proposte emendative presentano profili di problematicità in ordine alla loro ammissibilità, invita i presentatori a valutare l'opportunità del ritiro, anche al fine di un supplemento di istruttoria per la ripresentazione in Assemblea, delle seguente proposte emendative: Borghi. 1.10, in quanto estende alle aree industriali del Verbano-Cusio-Ossola le disposizioni di cui all'articolo 1 a favore delle aree industriali di Piombino e di Trieste; Pilozzi 1.01, in quanto in quanto estende all'area industriale della provincia di Frosinone le disposizioni previste a favore delle aree industriali di Piombino e di Trieste; Rughetti 3.6, in quanto prevede per le società a partecipazione pubblica locale che svolgono servizi di gestione del ciclo dei rifiuti una specifica deroga all'obbligo di riduzione delle spese per il personale posto a carico degli enti locali dal decreto-legge n. 112 del 2008; Grimoldi 5.9, in quanto estende alla Pedemontana lombarda le agevolazioni fiscali previste per la realizzazione di nuove infrastrutture dal decreto-legge n. 179 del 2012; gli analoghi Grimoldi 5.10 e Grimoldi 5.11, in quanto recano deroghe al patto di stabilità interno per la realizzazione di interventi connessi a EXPO 2015 e per le spese dei comuni coinvolti in tale evento; Carrescia 5-bis.4, in quanto reca un'autorizzazione di spesa per far fronte ai danni provocati dagli eventi calamitosi che hanno colpito la regione Marche nel marzo 2011; gli analoghi Pag. 7Colletti 5-ter.3, 7.1 e 7-bis.1, in quanto recano modifiche alla disciplina del Codice dell'ambiente in materia di attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare; Faenzi 5-quater.01, 5-quater.02, 5-quater.03 e 5-quater.04 in quanto recanti disposizioni di diversa natura a favore dei territori della regione Toscana colpiti dall'alluvione del novembre 2012; gli identici emendamenti Latronico 6.1 e Pili 6.2, in quanto relativo all'estensione alle imprese individuali senza dipendenti dell'agevolazione prevista dal decreto-legge n. 83 del 2012 per consentire l'espletamento da parte dei lavoratori delle attività in condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro; Marchi 6.5, in quanto recante modifiche alla disciplina prevista dal decreto-legge n. 74 del 2012 per l'accesso agli incentivi da parte degli impianti alimentati da fonti rinnovabili realizzati nei o sui fabbricati nonché quelli in fase di realizzazione, ubicati nelle zone colpite dal sisma del 20 maggio e del 29 maggio 2012; gli analoghi Rughetti 6.6 e 6.7, nonché Ferraresi 6.11, in quanto incidenti sul pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere nei territori dell'Emilia colpiti dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.8, in quanto introduce una disciplina sugli indennizzi per interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione di immobili di edilizia abitativa e a uso produttivo nelle zone colpite dal sisma del 20 maggio e del 29 maggio 2012; Ferraresi 6.9 e 6.10, in quanto recanti modifiche alla disciplina in materia di concessione di contributi per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, ad uso produttivo e per servizi pubblici e privati e delle infrastrutture, dotazioni territoriali e attrezzature pubbliche, distrutti o danneggiati dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.12, in quanto prevede che la concessione di contributi per la ricostruzione e il ripristino degli edifici in Emilia colpiti dal sisma del maggio 2012 sia condizionata alla presentazione di progetti che assicurino rendimento energetico; Ferraresi 6.13, in quanto reca la sospensione delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale nei territori dell'Emilia colpiti dal sisma ai fini dell'adeguamento al reale rischio sismico; Ferraresi 6.14, in quanto reca una moratoria per l'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma, nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.15, in quanto reca l'istituzione di Uffici speciali per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.16, recante un'ulteriore autorizzazione di spesa per la gestione delle macerie nei territori colpiti dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.17, in quanto esclude le imprese ubicate nei territori colpiti dal sima del maggio 2012 dall'applicazione della disciplina sugli studi di settore; Ferraresi 6.19, che interviene sulle condizioni necessarie per l'erogazione di contributi ai soggetti e alle imprese che hanno subito danni dal terremoto del maggio 2012; Ferraresi 6.20, in quanto reca l'istituzione di un Fondo per il microcredito d'impresa a favore delle aziende che hanno subito danni dal terremoto del maggio 2012; Ferraresi 6.21, che detta norme per l'istituzione di zone franche urbane, finanziate con apposito fondo, nei territori interessati dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.22 e 6.23, in quanto recanti discipline a favore dei lavoratori subordinati e autonomi risiedenti nelle aree colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.27 e Gianluca Pini 6.02, in quanto estende alle popolazioni dei comuni limitrofi al «cratere» del sisma del maggio 2012 taluni benefici; Ferraresi 6.28 e Gianluca Pini 6.03, in quanto estende la platea dei beneficiari della disciplina di favore prevista per i locatari di immobili nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.29, in quanto ridisegna la normativa sui benefici per i soggetti che hanno subito danni a causa del sisma del maggio 2012; Ferraresi 6.30 e Gianluca Pini 6.04, che prevede un'ulteriore categoria di contributi a favore di coloro che hanno subito gravi danni agli arredi a causa del sima del maggio del 2012; Ferraresi 6.31, in quanto incide sulla disciplina relativa all'identificazione, rimozione e smaltimento delle Pag. 8macerie prodotte dal sisma del maggio 2012; gli identici Latronico 6-bis.01 e Maria Antezza 6-bis.02, in quanto recanti la proroga dell'emergenza sisma del novembre 2012 nelle province di Cosenza e Potenza; gli analoghi Sani 6-septies.1, 6-octies.1 e 6-novies.4, in quanto estendono i benefici a favore delle zone colpite dal sisma del maggio 2012 alle aree della regione Toscana colpite dall'alluvione del novembre 2012; Fiorio 6-decies.01, in quanto prevede agevolazioni a favore di imprese collocate nei territori colpiti dalle alluvioni del 1966 e del 1994; Dallai 6-decies.02, in quanto reca norme di deroga al patto di stabilità interno per gli interventi di bonifica del sito minerario di Abbadia San Salvatore; gli analoghi Colletti 7.9 e 7.11, in quanto recano divieti alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle aree di mare fra Ortona e Vasto; Carrescia 7.10, in quanto incide sulle condizioni necessarie per accedere ai benefici previsti per la ricostruzione o riparazione degli immobili privati non rientranti nella categoria «prima casa» nelle aree colpite dal terremoto del 6 aprile 2009; Latronico 7-bis.3, in quanto reca il rifinanziamento di fondi a sostegno di interventi nel settore dell'istruzione, anche connessi ad eventi celebrativi, nonché il rifinanziamento di un'autorizzazione di spesa per l'esercizio di compiti istituzionali del Corpo delle capitanerie di porto; Colletti 7-quater.01, in quanto reca il divieto di realizzazione di oleodotti e gasdotti nelle aree classificate come aree sismiche di prima categoria; Mannino 8.5, in quanto reca un'autorizzazione di spesa per la ricostruzione architettonica e strutturale de L'Aquila e dei comuni colpiti dal sisma dell'aprile 2009; Rughetti 8-bis.01, in quanto reca modifiche alla disciplina in materia di riduzione della spesa degli enti territoriali prevista dal decreto-legge n. 95 del 2012.
  Comunica infine che, per tutto l’iter del provvedimento in esame, i deputati Colletti, Ferraresi e Catalano sostituiranno i deputati Zolezzi, Busto e Tofalo, mentre, limitatamente alla seduta odierna, i deputati Ghizzoni e Baruffi sostituiranno, rispettivamente i deputati Braga e Moretto.

  Cosimo LATRONICO (PdL), pur comprendendo la delicatezza della situazione venutasi a creare a causa del comportamento del Senato, sia per quanto riguarda i tempi dell'esame del provvedimento che per quanto riguarda l'emendabilità del medesimo, esprime rammarico in ordine alla dichiarazione del presidente sulla problematicità dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 6-bis.01, considerato che il perdurare dello sciame sismico nelle province di Cosenza e di Potenza non è da ritenere meno grave né meno degno di attenzione rispetto all'emergenze sismiche prese in considerazione dal decreto-legge in esame.

  Ermete REALACCI, pur comprendendo le ragioni che sono alla base dell'intervento del deputato Latronico, non può che ribadire l'invito a valutare l'opportunità di ritirare gli emendamenti che presentano profili di problematicità sotto il profilo della loro ammissibilità, fra i quali rientra anche l'articolo aggiuntivo 6-bis.01, anche per consentire un supplemento istruttorio in vista di una loro eventuale ripresentazione in Assemblea.

  Filiberto ZARATTI (SEL), preliminarmente, si dichiara d'accordo con il rigoroso criterio adottato dal Presidente della Commissione in ordine alla valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti, il quale risponde sia al dettato regolamentare sia a quanto enunciato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 22 del 2012 e dal Presidente della Repubblica in più occasioni.
  Ritiene, tuttavia, doveroso che il presidente chiarisca se, alla base delle sue valutazioni in ordine all'ammissibilità delle richiamate proposte emendative, vi siano ulteriori ragioni, legate alla ristrettezza dei tempi di esame del provvedimento d'urgenza.

  Ermete REALACCI, nel giudicare legittima la richiesta del deputato Zaratti, Pag. 9precisa che alla base dell'invito al ritiro delle proposte emendative che presentano profili di problematicità in ordine alla loro ammissibilità, vi è stato unicamente l'intento di consentire un approfondimento istruttorio anche in vista della ripresentazione delle stesse proposte emendative in Assemblea.

  Andrea COLLETTI (M5S) denuncia i diversi criteri adottati dal presidente della Commissione sull'ammissibilità degli emendamenti rispetto a quelli seguiti sul medesimo provvedimento al Senato, dove sono stati considerati ammissibili, e quindi sono stati discussi e approvati, emendamenti palesemente estranei al contenuto e anche alle materie regolate dal provvedimento d'urgenza del Governo. Si domanda quindi se l'invito al ritiro a seguito della problematicità di diverse proposte emendative non nasconda in effetti la volontà di impedire la discussione su tali proposte o quantomeno la contrarietà politica rispetto al loro contenuto. Ritiene che, in tal caso, ci si troverebbe di fronte a un atteggiamento grave teso a indurre i deputati a recedere dall'esercizio legittimo e pieno delle proprie prerogative. Conclude annunciando comunque il ritiro degli emendamenti a sua prima firma che, secondo quanto comunicato dal presidente della Commissione, presenterebbero profili di criticità in ordine alla loro ammissibilità, sottolineando fin d'ora che gli stessi emendamenti saranno senz'altro ripresentati in Assemblea.

  Ermete REALACCI, presidente, in risposta alle sollecitazioni dei deputati intervenuti, osserva che la Commissione si trova ad affrontare due questioni distinte: la prima, conseguente ai tempi di esame del Senato che si è protratto per quasi il 80 per cento del tempo concesso alle due Camere per la conversione in legge dei provvedimenti d'urgenza del Governo; la seconda, conseguente al comportamento dell'altro ramo del Parlamento, che ha ritenuto di inserire nel testo del decreto-legge norme palesemente eterogenee rispetto al testo originario del provvedimento emanato dal Governo.
  Aggiunge, peraltro, che ambedue le questioni sono state già affrontate nella precedente seduta in cui è stato avviato l'esame in sede referente del decreto-legge e che, a seguito del dibattito svoltosi in quell'occasione, ha inviato una lettera alla Presidente della Camera per rappresentare il disagio della Commissione in conseguenza del comportamento del Governo. Fa quindi notare come sia sua intenzione rappresentare nuovamente il disagio della Commissione e la conseguente limitazione delle prerogative di un ramo del Parlamento in occasione dell'incontro previsto per la giornata di domani fra la Presidente della Camera e i presidenti delle Commissioni.
  Ciò detto, precisa come alla base delle valutazioni critiche da lui espresse in apertura di seduta circa l'ammissibilità degli emendamenti non vi sia stato né avrebbe potuto esservi alcun giudizio politico, ma solo la presa d'atto dei più rigorosi criteri – presso la Camera – per il vaglio di ammissibilità degli emendamenti, peraltro pienamente conformi a quanto stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 22 del 2012 e a quanto segnalato dal Presidente della Repubblica in diverse occasioni.

  Serena PELLEGRINO (SEL), nel dichiarare di ritirare l'emendamento Pilozzi 1.01, di cui è cofirmataria, sul quale il presidente Realacci ha espresso valutazioni critiche in merito alla sua ammissibilità, valuta negativamente il lungo iter dell'esame del provvedimento presso il Senato, durato circa tre settimane, che ha conseguentemente ristretto i tempi a disposizione della Commissione per un'accurata istruttoria.

  Enrico BORGHI (PD) fa notare che le osservazioni del presidente Realacci sulla problematicità di diversi emendamenti relativamente alla loro ammissibilità non sono dettate da motivazioni politiche bensì dalle differenze di metodo esistenti tra la procedura di esame dei disegno di legge di conversione dei decreti-legge presso il Senato e quella presso la Camera dei deputati. Pag. 10A riprova di tale considerazione sottolinea che il primo emendamento sulla cui problematicità il presidente Realacci ha richiamato l'attenzione in ordine alla ammissibilità dello stesso è espressione di un gruppo di maggioranza quale il gruppo del Partito Democratico. Nel ritenere opportuno coinvolgere la Presidenza della Camera nelle problematiche relative alla dilatazione dei tempi di esame dei decreti legge presso il Senato, fa presente, tuttavia, l'opportunità di ritirare gli emendamenti sui quali il presidente ha evidenziato profili problematici, anche in considerazione della necessità di concludere celermente l'esame del provvedimento che contiene una serie di norme finalizzate ad offrire adeguata tutela a cittadini e imprese. Con riferimento quindi alle proposte emendative dichiarate problematiche dal presidente sotto il profilo dell'ammissibilità, dichiara quindi di ritirare l'emendamento a sua prima firma e, previa apposizione della sua sottoscrizione, quelli presentati da deputati del suo gruppo.

  Dorina BIANCHI (PdL), nel preannunciare il ritiro degli emendamenti sui quali il presidente Realacci ha formulato osservazioni critiche in merito all'ammissibilità, rileva come, a suo avviso, alla base di tale decisione non vi sia alcun ragionamento politico, trattandosi, invece di esigenze legate alla brevità dei tempi a disposizione in considerazione del termine di scadenza del decreto-legge.

  Piergiorgio CARRESCIA (PD), concordando con quanto affermato dal collega Borghi sulla necessità di ritirare gli emendamenti connotati da profili di criticità in ordine alla loro ammissibilità, chiede comunque al presidente Realacci di farsi interprete presso la Presidente della Camera della necessità di risolvere la questione legata ai diversi criteri adottati dai due rami del Parlamento sull'ammissibilità delle proposte emendative.

  Vittorio FERRARESI (M5S), esprimendo condivisione con quanto affermato dal collega Colletti, ribadisce di non condividere l'eventuale giudizio di inammissibilità di emendamenti presentati dal suo gruppo, laddove tale giudizio fosse legato a ragioni di tempo. Segnala, inoltre, che, a differenza di quanto accaduto al Senato dove sono stati approvati emendamenti contenenti disposizioni palesemente estranee alla materia del provvedimento, le proposte emendative presentate dal suo gruppo presso la Camera risultano aderenti alla materia oggetto del decreto-legge n. 43 del 2013.
  Dichiara comunque di ritirare tutti gli emendamenti a sua firma ritenuti problematici sotto il profilo dell'ammissibilità.

  Claudia MANNINO (M5S) ritira l'emendamento a sua prima firma 8.5, ritenuto problematico sotto il profilo dell'ammissibilità dal presidente.

  Cosimo LATRONICO (PdL) dichiara di ritirare gli emendamenti da lui presentati, nonché, previa apposizione della sua firma, di quelli depositati da altri componenti del gruppo PdL, in ordine ai quali il presidente ha espresso perplessità sotto il profilo dell'ammissibilità.

  Ermete REALACCI, presidente, dopo avere comunicato che è pervenuto il ritiro da parte dell'onorevole Grimoldi degli emendamenti da lui sottoscritti problematici sotto il profilo dell'ammissibilità, precisa che i rilievi critici formulati in ordine all'ammissibilità non rispondevano ad esigenze di celerità dell'esame del provvedimento, essendo invece dettati dai più rigorosi criteri di valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti adottati presso la Camera dei deputati.

  Alessandro BRATTI (PD) ritiene opportuno sottolineare che il provvedimento in esame, come già ha avuto modo di evidenziare nella relazione introduttiva, contiene numerosi interventi normativi positivi, congruenti con il titolo del decreto-legge, necessari per affrontare situazioni di crisi urgenti, quali ad esempio quelle contenute nell'articolo 1 relative al riconoscimento dell'area di Piombino come area in Pag. 11situazione di crisi industriale complessa. Un secondo gruppo di interventi riguardano la proroga delle gestioni commissariali che, come sottolineato nella precedente legislatura, hanno mostrato ampiamente i loro limiti, rappresentando più volte occasione per infiltrazioni della malavita organizzata e causa di eccessiva lievitazione degli oneri finanziari. Ritiene che occorra comunque prendere atto del rischio di ingovernabilità di alcuni processi avviati dai commissari e, in tale ottica, riterrebbe condivisibili alcune proposte emendative presentate, pur nella consapevolezza della necessità di tornare alla legislazione ordinaria.
  Aggiunge che un altro gruppo di norme riguarda le disposizioni volte ad accelerare gli interventi per Expo 2015 e a garantire il rispetto degli impegni assunti dal Governo in sede internazionale. Sottolinea inoltre l'importanza delle disposizioni volte a fronteggiare l'emergenza conseguente agli eventi sismici del maggio 2012 in Emilia, tese in particolare a riattivare importanti settori produttivi dell'economia a rilevanza nazionale, come quello bio-medicale.
  Ricorda quindi l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio circa una legge quadro che riguardi tutte le emergenze derivanti da calamità naturale, al fine di evitare disparità di trattamento nei diversi territori in termini di agevolazioni fiscali e contributi riconosciuti.
  Segnala l'assenza nel provvedimento in esame di alcuni aspetti delle emergenze derivanti da calamità naturali sulle quali si sarebbe dovuto intervenire. A riguardo fa notare come al Senato non siano state accolte proposte emendative sul tema degli indennizzi assicurativi, in ordine ai quali vi è un dibattito acceso e che richiederebbe, non tanto un intervento normativo sostanziale, quanto una norma di interpretazione autentica della normativa già in vigore.
  In conclusione ritiene che la presenza, nel decreto in esame, delle disposizioni fin qui illustrate che recano interventi necessari ed urgenti, nonostante la concomitante presenza di altre norme di carattere ordinamentale ovvero micro-settoriale, dovrebbe indurre la Camera a procedere alla conversione rapida del provvedimento, evitando che una pur legittima aspirazione a migliorare il testo possa determinare la decadenza del decreto.
  Pur essendo quindi in astratto disponibile a discutere il merito delle proposte emendative presentate, ritiene che allo stato non sussistano le condizione per esprimere parere favorevole sulle medesime, pena il rischio della decadenza di un provvedimento di particolare importanza. Invita quindi al ritiro di tutte le proposte emendative presentate.

  Paolo ALLI (PdL) condivide le considerazioni svolte dal relatore ma ritiene che il relatore dovrebbe chiarire se effettivamente non vi siano spazi per la modifica del provvedimento in esame.

  Alessandro BRATTI (PD) ribadisce che ad ora non vi siano possibilità di apportare modifiche al provvedimento in discussione.

  Filiberto ZARATTI (SEL) ritiene doveroso sottolineare la responsabilità del Governo e delle forze di maggioranza che durante l'esame al Senato non si sono espresse con la necessaria fermezza contro le modifiche proposte volte ad introdurre norme del tutto estranee al contenuto del decreto-legge.

  Claudia MANNINO (M5S), nel concordare con quanto dichiarato dal relatore in ordine alla condivisibilità di talune norme contenute nel provvedimento e dirette a contrastare i fenomeni di infiltrazione mafiosa nelle emergenze ambientali, rileva tuttavia come sia deplorevole il comportamento di chi di fatto intima ai deputati di ritirare gli emendamenti presentati minacciando, in caso contrario, la loro reiezione. Conclude, quindi, esortando la Commissione a reagire dinanzi a una situazione nella quale essa, di fatto, viene espropriata delle sue prerogative e del suo ruolo.

  Enrico BORGHI (PD) ritiene che l'equiparazione delle dichiarazioni rese dal relatore Pag. 12sul ritiro degli emendamenti presentati a un comportamento intimidatorio sia un fatto inaccettabile.

  Claudia MANNINO (M5S) invita il collega Borghi a non strumentalizzare il senso chiaro delle proprie parole, che, prendendo spunto da alcune peraltro condivisibili considerazioni svolte dal relatore, intendevano unicamente sottolineare la gravità di una situazione che impedisce alla Commissione di svolgere adeguatamente i propri compiti istruttori sul decreto-legge in esame.

  Alessandro BRATTI (PD), relatore, precisa di aver invitato i presentatori degli emendamenti al loro ritiro, preannunciando diversamente il proprio parere contrario. Nel sottolineare, inoltre, che su diversi emendamenti la propria valutazione sarebbe stata diversa, ove non avesse avvertito il serio e concreto pericolo che una modifica del testo del provvedimento in esame avrebbe potuto metterne a rischio l'obiettivo prioritario della sua conversione in legge nel termine costituzionalmente previsto, ribadisce che l'invito al ritiro, qualora non accolto, consente ai presentatori degli emendamenti di discutere gli emendamenti medesimi e di insistere per la loro votazione.

  Tino IANNUZZI (PD) ricorda come la Commissione debba comunque concludere entro la serata l'esame degli emendamenti e debba procedere, entro le 14 di domani, a deliberare il mandato al relatore a riferire in Assemblea sul provvedimento.
  In questo quadro chiarisce che l'invito al ritiro degli emendamenti da parte del relatore, qualora non accolto, non esclude in alcun modo la possibilità che ciascun deputato illustri i propri emendamenti e insista per la votazione degli stessi, ferma restando la responsabilità che ciascun membro deve assumersi, in sede di votazione, anche in ordine al rischio di una mancata conversione in legge del decreto. Conclude, quindi, sottolineando che, in ogni caso, al di là dell'esito dell'esame degli emendamenti in Commissione, a partire da domani si aprirà in Assemblea una nuova fase dell'iter del provvedimento che consentirà a ciascun deputato di sottoporre nuovamente all'attenzione della Camera le proprie proposte emendative, anche ove siano respinte dalla Commissione.

  Claudia MANNINO (M5S) ribadisce come nel suo intervento abbia inteso denunciare una situazione inaccettabile che vede i deputati della Commissione, di fatto, nell'impossibilità di svolgere adeguatamente i loro compiti.

  Vittorio FERRARESI (M5S) ribadisce l'inaccettabilità della situazione determinatasi in ordine al provvedimento in esame che comporterà il rigetto di tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle non per ragioni legate al loro contenuto, ma per l'uso strumentale del rischio di mancata conversione in legge del provvedimento in esame.

  Il Vice Ministro Claudio DE VINCENTI, preliminarmente, ritiene doveroso assumersi, a nome del Governo, la propria parte di responsabilità per la situazione determinatasi e che oggettivamente rende difficile il lavoro della Camera dei deputati.
  Tuttavia, se – come ha già avuto modo di dire nella precedente seduta del 13 giugno scorso –, non compete al Governo in alcun modo esprimere giudizi sul comportamento delle Camere, ritiene altrettanto doveroso precisare, anche alla luce del dibattito fin qui svoltosi, che l'assenza di ingerenza del Governo nelle scelte adottate nel corso dell'esame al Senato non può essere intesa come condivisione delle stesse scelte. Al riguardo, ricorda che, in sede di esame presso le Commissioni di merito al Senato, il Governo aveva manifestato l'opportunità di apportare solo limitate modifiche al testo originario del provvedimento. Nel sottolineare che alcune delle modifiche inserite al Senato sono frutto di emendamenti che, ad avviso del Governo, presentavano criticità sotto il profilo della loro ammissibilità, fa notare Pag. 13come, proprio nel corso del dibattito al Senato, sia stato evidenziato che non rientra nelle prerogative del Governo la pronuncia sull'ammissibilità degli emendamenti.
  Rivolgendosi, quindi, al deputato Zaratti, che ha rilevato la responsabilità del Governo in ordine all'approvazione al Senato di numerosi emendamenti di contenuto estraneo rispetto all'oggetto originario, osserva come il parere favorevole del Governo su tali emendamenti sia intervenuto dopo la pronuncia di ammissibilità degli stessi da parte delle presidenze delle Commissioni riunite. A riguardo, fa notare come, con riferimento all'emendamento relativo alle Camere di commercio, il Governo si era inizialmente espresso in senso contrario e che proprio la posizione assunta dal Governo aveva portato a un miglioramento del testo durante la discussione in Assemblea.
  Conclude, quindi, esprimendo condivisione sulla lettera inviata dal presidente della Commissione alla presidente della Camera per denunciare il disagio della Commissione a seguito del comportamento del Senato sul decreto-legge in esame.

  Ermete REALACCI, presidente, alla luce dell'articolato dibattito svoltosi sui temi dell’iter parlamentare del decreto-legge e sulle questioni legate all'ammissibilità di numerose proposte emendative presentate, ritiene di poter enucleare tre aspetti largamente, o forse, unanimemente condivisi all'interno della Commissione. Il primo riguarda il disagio, di fronte all'esiguità dei tempi concessi per l'esame del decreto-legge, dei deputati della VIII Commissione, appartenenti sia alle forze di maggioranza che a quelle di opposizione, per l'impossibilità di apportare al testo i miglioramenti sui quali si registrerebbe comunque un ampio consenso. Il secondo aspetto è connesso alla necessità che il Governo mantenga pienamente fede alla disponibilità, formalmente assunta nella seduta di giovedì, 13 giugno 2013, a impegnarsi a inserire in un prossimo provvedimento quelle indicazioni e quelle misure che la Camera vorrà individuare in sede di discussione e approvazione in Assemblea degli ordini del giorno sul provvedimento in esame. Il terzo aspetto è correlato alla necessità che i prossimi provvedimenti d'urgenza del Governo siano comunque pienamente rispettosi, a partire dall'omogeneità dei loro contenuti, delle prerogative degli organi parlamentari.

  Antonio DECARO (PD) invita i colleghi a valutare attentamente il rischio della decadenza del provvedimento in esame.

  Filiberto ZARATTI (SEL), non accogliendo l'invito al ritiro del relatore, preannuncia la propria intenzione di insistere per la votazione delle proposte emendative del gruppo SEL.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 1.2, teso a una migliore formulazione delle disposizioni di cui all'articolo 1.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 1.2.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.4 diretto ad escludere gli interventi di accelerazione della realizzazione della bretella di collegamento al porto di Piombino.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Catalano 1.4. e Mannino 1.5.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 1.6, diretto a limitare la possibilità di ulteriori proroghe alla gestione commissariale del ciclo di rifiuti nella città di Palermo.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 1.6. Respinge quindi l'emendamento Mannino 1.7.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.8 segnalando che il comma 5 dell'articolo 1 è estraneo Pag. 14alla materia disciplinata dal decreto-legge in discussione.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamento Catalano 1.8, Zaratti 1.1, Catalano 1.9 e Mannino 1.11.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.6, segnalando la necessità di sostituire la rubrica dell'articolo in quanto non coerente con il suo contenuto.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.6. Respinge, quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Mannino 2.7 e Mannino 2.8.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.9, segnalandone la finalità tesa a migliorare sul piano normativo la disciplina relativa alla gestione dei rifiuti nella città di Palermo.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.9.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.10 segnalando che lo stesso è volto ad evitare sprechi di denaro pubblico relativamente agli investimenti già effettuati per gli impianti di smaltimento dei rifiuti di Palermo, nonché a quelli relativi alla discarica di Bellolampo.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.10.

  Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Faraone 2.3: s'intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.11.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suoi emendamenti 2.12 e 2.13 osservando la necessità di vincolare l'azione del Commissario alla città di Palermo senza che siano estesi i suoi poteri ad altri territori, segnalando la sua posizione contraria in merito a qualunque ipotesi di distruzione di materia per mezzo di incenerimento e trattamento a caldo.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Mannino 2.12, Zan 2.5, Mannino 2.13 e 2.14.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.15 facendo presente l'importanza di non vanificare ingenti finanziamenti e investimenti effettuati nelle aree comunali della città di Palermo in materia di gestione dei rifiuti.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.15.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.17 osservando che la ratio della proposta emendativa è quella di escludere situazioni di conflitto di interesse nelle nomine dirigenziali nel settore della gestione dei rifiuti a Palermo.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.17.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.21 finalizzato a imporre al Commissario di presentare una relazione operativa e un crono programma con indicazioni dell'ammontare delle spese e dei tempi di realizzazione operativa di ogni iniziativa.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.21.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.18 teso a evitare che il Commissario eserciti una gestione «libera» della situazione dei rifiuti nel territorio di Palermo.

Pag. 15

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.18. Respinge, quindi, con distinte votazioni gli emendamenti Mannino 2.19 e 2.22.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 2.23 segnalando la necessità di eliminare la proroga semestrale della relazione che il Presidente della Regione siciliana deve trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Mannino 2.23 e 2.20.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Faraone 2.4; si intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 2.1.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Faraone 2.2; si intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Mannino 3.1, 3.2 e 3.3.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Taglialatela 3.4; si intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 3.5.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Grimoldi 3-bis.1; si intende che vi abbia rinunciato.

  Cosimo LATRONICO (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo emendamento 4.1.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Mannino 4.2, 4.3, 4.4 e 5.1.

  Paolo ALLI (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo emendamento 5.2, segnalando tuttavia la potenziale illegittimità costituzionale dell'attribuzione al Commissario di poteri in deroga alla legislazione vigente a mezzo di ordinanza, senza la fissazione di limiti circostanziati di tempo e di potere di spesa.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 5.12.

  Paolo ALLI (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo emendamento 5.3.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 5.5.

  Paolo ALLI (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo emendamento 5.4.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra il suo emendamento 5.6, segnalando che la soppressione al comma 1, lettera c), ultimo periodo, dei numeri 1 e 6 si giustifica con l'estraneità di materia rispetto al contenuto del decreto-legge. Si tratta, infatti, di opere che non hanno alcuna attinenza con Expo 2015.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Catalano 5.6.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra il suo emendamento 5.7, osservando che la soppressione al comma 1, lettera c), ultimo periodo del numero 2, è giustificata, come peraltro di recente segnalato da Confindustria, dalla circostanza che la realizzazione della linea metropolitana di Milano M4 non ha alcun carattere di urgenza.

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  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Catalano 5.7 e Mannino 5.13.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore degli emendamenti Faenza 5.14 e Grimoldi 5-bis.2; si intende che vi abbiano rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Pellegrino 5-bis.1e Mannino 5-bis.3.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra il suo emendamento 5-bis.5, osservando che con la sua proposta emendativa ha inteso aumentare lo stanziamento previsto dal decreto per un importo pari ad un milione di euro.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Catalano 5-bis.5 e Zan 5-ter.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore degli emendamenti Taglialatela 5-ter.2 e 5.quater.1.; si intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 6-ter.1.

  Vittorio FERRARESI (M5S) chiede la votazione per appello nominale del suo emendamento 6-quater.3.

  Ermete REALACCI (PD), rispondendo alla richiesta del deputato Ferraresi, segnala che non è possibile procedere a votazioni per appello nominale durante l'esame in sede referente in ragione della natura istruttoria di tale fase procedurale.

  Mariastella BIANCHI (PD), intervenendo per una precisazione, fa presente di essere favorevole a un rapido esame degli emendamenti in ragione della prossimità della scadenza del termine di conversione del decreto-legge.

  Filiberto ZARATTI (SEL) sottolinea come l'atteggiamento del suo gruppo non sia ispirato ad alcun intento ostruzionistico e denuncia l'assunzione di responsabilità da parte delle forze di maggioranza soprattutto relativamente alla mancata approvazione degli emendamenti soppressivi.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 6-quater.3.

  Claudia MANNINO (M5S) illustra il suo emendamento 6-sexies.4. facendo presente la necessità di utilizzare in via prioritaria l'eventuale esubero di personale allocato presso altri enti o uffici.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 6-sexies.4.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra il suo emendamento 6-sexies.2., rilevando che la ratio della sua proposta emendativa risiede nella necessità di favorire assunzioni da graduatorie di concorsi pubblici già espletati.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Colletti 6-sexies.2.. Respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Colletti 6-sexies.1. e Vacca 6-sexies.3.

  Davide BARUFFI (PD), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo emendamento 6-novies.3., segnalando al relatore e al Governo la necessità di evitare penalizzazioni a carico di coloro che hanno sottoscritto contratti assicurativi per quanto riguarda i relativi indennizzi.

  Manuela GHIZZONI (PD), nel condividere quanto segnalato dal collega Baruffi, fa presente che il tema oggetto dell'emendamento è stato già affrontato un anno fa. Osserva al riguardo che il problema risiede Pag. 17nella mancata emanazione da parte del precedente Governo dei decreti attuativi previsti dall'articolo 12-bis del decreto-legge n. 74 del 6 giugno 2012.

  Il Vice Ministro Claudio DE VINCENTI, nel segnalare che il Governo ha accolto al Senato un ordine del giorno in questo senso, manifesta l'intenzione del Governo stesso di risolvere in via interpretativa i problemi applicativi della norma richiamata. Al riguardo, nel dichiarare la convinzione dell'Esecutivo circa la necessità di non danneggiare coloro i quali abbiano sottoscritto contratti assicurativi, sottolinea altresì l'opportunità di evitare che questi ultimi godano di ulteriori vantaggi fiscali rispetto a quelli dovuti per legge.

  Vittorio FERRARESI (M5S) illustra il suo emendamento 6-novies.5., volto a evitare penalizzazioni per gli indennizzi assicurativi riferiti ai danni subiti da terremoto.

  Manuela GHIZZONI (PD) auspica che i colleghi dei gruppi che condividano il contenuto dell'emendamento Ferraresi 6-novies.5. e tuttavia per ragioni di tempistica dell'esame del provvedimento hanno intenzione di esprimere un voto contrario, valutino l'opportunità di un diverso orientamento in Aula.

  Alessandro BRATTI (PD), relatore, sottolinea la necessità di limitare al massimo la polemica politica su questo tema e di adoperarsi, ciascuno nel proprio ruolo, per dare risposte in tempi brevi a cittadini che hanno subito la drammatica disgrazia del terremoto.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 6-novies.5.

  Cosimo LATRONICO (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira i suoi emendamenti 6-novies.2. e 6-novies.1.

  Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Grinoldi 6-decies.4 e Taglialatela 6-decies.5: s'intende che vi abbino rinunciato.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra l'emendamento 6-decies.2. e si dichiara profondamente rammaricato per l'eventuale voto contrario sullo stesso, anche laddove ciò fosse giustificato dalla ristrettezza dei tempi di esame del provvedimento.

  Serena PELLEGRINO (SEL) nel segnalare che esistono ben cinque proposte emendative identiche finalizzate a sopprimere l'articolo 6-decies., fa presente che il Senato, ove tali emendamenti fossero approvati, potrebbe concludere la terza lettura in tempi rapidissimi.

  Massimo Felice DE ROSA (M5S) auspica che durante l'esame in Assemblea del provvedimento si possa modificare il testo nel senso indicato dalla proposta emendativa in esame condivisa da molti colleghi appartenenti a gruppi diversi.
  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Colletti 6-decies.2., Zan 6-decies.1., Realacci 6-decies.3., nonché gli emendamenti Mannino 7.2, 7.3, 7.4, 7.5 e 7.6, Colletti 7.7 e 7.8, Mannino 7-bis.2. e Colletti 7-bis.4.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Taglialatela 7-ter.1.; si intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Mannino 7-ter.2.

  Ivan CATALANO (M5S), illustra il suo emendamento 7-ter.3., osservando che l'aggiunta della parola «esclusivamente» è finalizzata a vincolare la società Rete Ferroviaria Italiana Spa all'utilizzo delle risorse finanziarie solo per la compensazione dei costi relativi alla manutenzione straordinaria da sostenere negli anni 2012-2013.

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  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazione, respinge gli emendamenti Catalano 7-ter.3. e Zan 7-ter.4.

  Ivan CATALANO (M5S) illustra il suo emendamento 7-ter.5., segnalando l'esigenza di cambiare la priorità degli investimenti nel settore ferroviario nel nostro Paese dedicando le risorse non soltanto al progetto TAV, ma anche e soprattutto allo sviluppo della rete ferroviaria di altre regioni italiane.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Catalano 7-ter.5.

  Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Taglialatela 7-quater. 2: s'intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Zaratti 7-quater.1.

  Alessandro BRATTI, relatore, dichiara di condividere le questioni sottese alle proposte emendative relative alla rimozione dei materiali derivanti dal crollo o demolizioni a seguito del sisma, che devono avvenire nel rispetto delle norme a salvaguardia dell'ambiente soprattutto nei casi di presenza di rifiuti pericolosi contaminati da amianto. Su tali profili problematici riterrebbe opportuno l'approvazione di un ordine del giorno in Aula.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni respinge gli emendamenti Mannino 8.1, 8.2, 8.3 e 8.4.

  Alessandro BRATTI, relatore, dichiara di condividere la ratio della deroga alla disciplina dell'utilizzazione di terre e rocce da scavo, introdotto dal Senato, che deve ritenersi opportuna solo per i cantieri di piccole dimensioni. In particolare ritiene che la descritta deroga non potrebbe in nessun caso essere suscettibile di applicazione per i grandi cantieri, in quanto ciò rappresenterebbe una scorciatoia per eludere i previsti controlli ambientali. Anche su questo tema auspica si possa determinare una posizione comune fra i gruppi volta alla presentazione di un ordine del giorno in Assemblea.

  Ermete REALACCI, presidente, sul tema sollevato dal relatore, invita il Governo a non affrontare tali delicati interventi di semplificazione amministrativa senza un parallelo rafforzamento delle misure in materia di controllo ambientale.

  Il Vice Ministro Claudio DE VINCENTI, chiarisce che tale tema è affrontato nel decreto-legge varato dall'ultimo Consiglio dei ministri.

  Ermete REALACCI, presidente, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento Taglialatela 8-bis.1.: s'intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Zan 8-bis.2.

  Piergiorgio CARRESCIA (PD), accogliendo l'invito del relatore, ritira l'emendamento a sua firma 8-bis.3.

  Paolo ALLI (PdL), accogliendo l'invito del relatore, ritira l'emendamento 8-bis.4.

  Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Grimoldi 8-bis.5.: s'intende che vi abbia rinunciato.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Zan 1.dis.1.

  Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Grimoldi 1.dis.4 e 1.dis.5, nonché degli emendamenti Tagliatela 1.dis.2 e 1.dis.3.: s'intende che vi abbiano rinunciato.

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  Ermete REALACCI, presidente, avverte che – come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – nella seduta di domani, previa acquisizione dei pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva, sarà deliberato il mandato al relatore a riferire in Assemblea.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.40.

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