CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 maggio 2013
24.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 21 maggio 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.40 alle 13.

RISOLUZIONI

  Martedì 21 maggio 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 13.

7-00010 Faenzi e Oliverio: Iniziative in materia di danni causati all'agricoltura dalla fauna selvatica o inselvatichita.
7-00012 Bernini: Iniziative in materia di danni causati all'agricoltura dalla fauna selvatica o inselvatichita.
(Discussione congiunta e rinvio).

  Luca SANI, presidente, avverte che le risoluzioni all'ordine del giorno vertono sul medesimo oggetto e pertanto, se non vi sono obiezioni, saranno trattate congiuntamente.

  La Commissione concorda.

  Francesco Detto Basilio Catanoso CATANOSO GENOESE (PdL) esprime perplessità in merito alle due risoluzioni, che ritiene costituiscano un tentativo fuori dal tempo di attacco al patromonio faunistico. Comprende l'esigenza di tutelare anche l'attività zootecnica, ma osserva che si continua a parlare dei danni causati dalla fauna selvatica e inselvatichita, senza affrontare realmente il problema, individuando le strategie per prevenire tali danni. Inoltre, si dovrebbe fare riferimento anche alla legge n. 157 del 1992, sulla caccia, che ha già affrontato il problema, prevedendo diversi strumenti di intervento.
  Infine, chiede che vengano ascoltate in Commissione anche le associazioni ambientaliste e animaliste.

  Monica FAENZI (PdL) ricorda la situazione di grave difficoltà in cui si trovano molti operatori del settore dell'allevamento Pag. 121a causa dei danni loro causati dal lupo e dai canidi inselvatichiti e la chiusura di molte aziende per la stessa causa, nonostante l'impegno profuso nella prevenzione da parte di alcune regioni come, ad esempio, la regione Toscana, che tuttavia non hanno prodotto i risultati sperati.
  Fa quindi presente che la normativa di cui alla legge n. 157 può risultare applicabile per le specie cacciabili, ma non, come è il caso del lupo, per le specie assolutamente protette. Del resto, l'Unione europea riconosce la possibilità di un risarcimento del danno causato dalle specie protette proprio perché per le stesse gli altri strumenti di intervento sono limitati.
  Ricorda quindi che sull'oggetto delle risoluzioni, che individuano una parte circoscritta del più ampio fenomeno dei danni all'agricoltura da fauna selvatica, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di svolgere alcune audizioni, tra le quali quella dell'ISPRA, che è l'ente specificamente competente.
  Vi sono infatti difficoltà relativamente alla disponibilità di dati sul fenomeno dei danni causati da alcune specie alle produzioni zootecniche, anche da parte dell'ISPRA. Peraltro, spesso gli allevatori rinunciano a denunciare i danni subiti, anche per gli oneri conseguenti allo smaltimento delle carcasse. Vi è quindi carenza di dati anche in merito alla diversità delle specie che provocano danni e, in particolare, al ruolo – che sembra importante – dei canidi inselvatichiti, anche se è oggi possibile distinguere le specie attraverso l'analisi delle deiezioni.
  Da questo punto di vista, il maggiore rischio che si sta correndo è quello della contaminazione della specie lupo, a causa degli incroci con i canidi inselvatichiti, che potrebbero determinare la perdita della purezza biologica della specie.
  La sua risoluzione si propone proprio di intervenire sul complesso delle problematiche connesse al fenomeno, e quindi anche a tutela del lupo, e non vuole risolversi in una mera difesa di interessi degli allevatori. A questi fini, è necessario promuovere, anche in sede europea, iniziative, analisi e ricerche per mettere a fuoco i problemi, con riferimento alle specie protette, e in particolare al lupo, e ai canidi inselvatichiti, e verificare gli strumenti utilizzabili per risolverlo, qualora vi siano gravi problemi di coesistenza con le attività umane. Con la risoluzione si chiede quindi al Ministro di prestare una particolare attenzione al problema e di manifestare disponibilità nella valutazione delle soluzioni che verranno proposte.

  Massimiliano BERNINI (M5S) osserva che le risoluzioni tentano di contemperare la tutela degli interessi degli agricoltori e di quella di una specie protetta qual è il lupo, ma con la risoluzione a sua firma si è cercato di aggiungere alcuni elementi di riflessione per quanto riguarda in particolare la specie lupo.
  Fa presente in primo luogo che nel confronto con le associazioni ambientaliste è emerso il problema della mancanza di dati certi, al quale si potrebbe cercare di porre rimedio attraverso un articolato ciclo di audizioni.
  Infatti, secondo la Conferenza delle regioni e delle province, i danni rifusi nel periodo 2005-2009 per i capi predati ammontano allo 0,13 per cento dei danni registrati nel comparto zootecnico e in detta percentuale non è specificato se i capi predati sono tutti ascrivibili a predazione da lupo oppure anche ad altri animali (cane, volpe, e altri), e che quindi non esiste una disponibilità di dati puntuale e approfondita non solo sui danni arrecati da canidi, ma più in generale sui danni arrecati dalla fauna selvatica.
  La presenza degli ibridi, confermata da analisi di laboratorio svolte in diverse aree rurali, pone anche il difficile problema di assicurare la piena applicazione della direttiva «habitat», che richiede di proteggere le specie dalla competizione con varietà simili e dall'inquinamento della loro identità genetica. Sarebbe pertanto opportuno che le politiche locali incentivassero l'applicazione della legge n. 281 del 1991, limitando il randagismo e l'abbandono dei Pag. 122cani padronali e quindi i danni commessi dai cosiddetti «ibridi» e dai cani rinselvatichiti.
  I dati su tale fenomeno, archiviati presso di enti competenti, sono dunque piuttosto lacunosi, tanto è vero che l'ISPRA in occasione della stesura della «banca dati ungulati» ha interrogato i vari enti su diversi aspetti legati ai danni (specie, colture, indennizzi erogati e area) ricevendo come risposta nella maggior parte dei casi solo la cifra complessivamente erogata per specie. È per ciò che ritiene necessario sollecitare la collaborazione degli enti competenti rispetto all'attività svolta dall'ISPRA.
  La risoluzione affronta poi l'oggettiva difficoltà degli enti preposti alla verifica dell'indennizzo del danno, che varia da regione a regione. Ad esempio, in alcune regioni (Emilia Romagna, Marche, Toscana) la regione o la provincia ha la competenza nelle aree dove vige il divieto di caccia e gli ambiti territoriali di caccia (ATC) nei territori di loro competenza; in altri casi (Lombardia) la provincia verifica il danno e paga per il 90 per cento, mentre il resto viene pagato dall'ATC/CA; in altri casi ancora (Abruzzo, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) la competenza è per intero della provincia. Nelle aree protette nazionali i danni sono indennizzati dagli enti gestori. Da ciò si evince la necessità di unificare gli enti che sono preposti all'erogazione degli indennizzi.
  Ritiene poi che le misure da adottare in relazione a specifiche esigenze devono essere valutate successivamente all'analisi dei dati raccolti, anche al fine di consentire l'eventuale abbattimento di specie protette, ma osserva che tale possibilità è difficilmente percorribile sul piano normativo, oltreché condannabile sul piano culturale e ambientale.
  Osserva dunque che il fenomeno dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche assume, in molti così denunciati dagli agricoltori, i connotati di una vera e propria emergenza, che sollecita l'avvio urgente di iniziative da parte delle istituzioni pubbliche, volte a prevedere un sistema adeguato di misure preventive e di contrasto.
  Illustra infine gli impegni richiesti al Governo nella sua risoluzione.
  Da ultimo, chiede che, prima di deliberare sulle risoluzioni, si proceda ad un qualificato ciclo di audizioni.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE ricorda che nella passata legislatura la materia è stata oggetto di una specifica indagine conoscitiva, svolta dalla Commissione, alla quale ha fatto seguito l'avvio dell'esame di proposte di legge.
  Esprime quindi una valutazione in linea generale positiva delle risoluzioni presentate, che affrontano un fenomeno preoccupante per la tutela delle specie animali e degli agricoltori. Considera in particolarmente interessanti le questioni poste relativamente alla disponibilità di dati e all'esigenza di promuovere attività di studio e di approfondimento sull'argomento per giungere ad un auspicabile complessivo riordino della materia. Ritiene in ogni caso opportuno che si proceda alla conclusiva definizione degli impegni dopo aver proceduto alle audizioni proposte.

  Mino TARICCO (PD) osserva che alcune Regioni, in particolare il Piemonte e la Liguria, hanno già compiuto numerosi studi sul fenomeno dell'aumento della popolazione del lupo, sulla sua diffusione, sulla entità dei danni, sulla presenza dei canidi inselvatichiti e sulla distinzione degli stessi rispetto al lupo. Ritiene pertanto che, eventualmente attraverso l'ISPRA, si dovrebbero acquisire tali studi per colmare il lamentato divario informativo sull'argomento. In generale, ritiene che si dovrebbe affrontare la questione della dispersione e della disomogeneità dei dati.

  Luca SANI, presidente, osserva che, in tal senso, attraverso le audizioni si potrà acquisire una panoramica compiuta della documentazione citata dal deputato Taricco.

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  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) sottolinea due esigenze. Da un lato, ritiene necessario avviare il ciclo di audizioni come auspicato in molti interventi, consultando ampiamente i soggetti e le categorie interessate, per formare un giudizio il più possibile documentato sul tema. D'altro lato, ritiene che vi siano le condizioni perché, con il concorso di tutte le componenti della Commissione, si possa lavorare, sin da ora, alla stesura di una risoluzione unitaria condivisa, sulla quale auspica si possa acquisire anche il parere favorevole del Governo.

  Mario CATANIA (SCpI) non si sofferma sulla illustrazione dei problemi in discussione, ampiamente noti alla Commissione, ma intende segnalare che il testo delle due risoluzioni oscilla in modo non positivo tra le due distinte problematiche relative alla fauna selvatica nel suo complesso, da un lato, e al lupo e ai canidi, dall'altro, mentre sarebbe opportuno operare una scelta netta tra le due impostazioni. Ritiene in proposito che, qualora si optasse per la prima, la risoluzione dovrebbe essere accompagnata dall'avvio di un iter legislativo, sulla base del testo elaborato nella passata legislatura.
  Osserva inoltre che la materia investe competenze diverse a livello parlamentare e a livello governativo, interessando in particolare la competenza del Ministero dell'ambiente, al quale fa capo il più volte citato ISPRA. Si rende pertanto necessario seguire un approccio multidisciplinare.

  Paolo COVA (PD) ritiene che occorrerebbe fare una corretta analisi dei danni e delle relative cause. In particolare, riterrebbe necessario analizzare le effettive cause dei danni denunciati e soprattutto della morte degli animali di allevamento, per verificare se le lesioni attribuite alla fauna selvatica siano post mortem o se siano causa della morte stessa dell'animale e se siano state provocate da lupi, da cani inselvatichiti o eventualmente da altri animali presenti in azienda.

  Paolo RUSSO (PdL) ricorda che il testo legislativo sul tema dei danni da fauna selvatica sul quale la Commissione ha lavorato nella passata legislatura, che aveva valenza generale, si è incrociato spesso, nel suo iter con la questione del lupo. Ritiene pertanto utile la sollecitazione ad affrontare ora le questioni connesse alla presenza del lupo e di specie ibride, lasciandola autonoma rispetto alle questioni più generali connesse al rapporto tra attività agricola e fauna selvatica.
  Fa d'altra parte presente che, dal punto di vista degli agricoltori, l'interesse essenziale non riguarda chi causa i danni, ma i danni stessi e i modi possibili per prevenirli e per porvi rimedio. In proposito, sottolinea che tali danni incidono significativamente sulle prospettive economiche di imprese che operano in aree dove l'agricoltura svolge anche una importantissima opera di presidio del territorio e di salvaguardia del patrimonio boschivo e dell'ambiente.
  Per questi motivi, ritiene che le due questioni emerse dal dibattito dovrebbero essere affrontate come questioni parallele e non sovrapposte.

  Luca SANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Maria ANTEZZA (PD), nel ricordare che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha programmato un ciclo di audizioni informali sulla situazione e i problemi del comparto agroalimentare, chiede che vengano ascoltate in audizione anche le associazioni dei giovani agricoltori, con particolare riferimento al tema del ricambio generazionale.

  Luca SANI, presidente, rileva che l'audizione richiesta potrebbe aver luogo nell'ambito delle audizioni delle organizzazioni agricole.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) invita il Governo ad affrontare con urgenza il problema dei 19 dipendenti licenziati Pag. 124dalla soppressa Buonitalia Spa, sul quale preannuncia la presentazione di un'interrogazione da parte del suo gruppo.

  Paolo RUSSO (PdL) ricorda che la questione segnalata dal deputato Oliverio investe anche la competenza del Ministero dello sviluppo economico, cui fa capo la cabina di regia delle politiche in tema di internazionalizzazione delle imprese.

  Luca SANI, presidente, avendo i deputati Carra e Dal Moro segnalato problemi di funzionamento nei dispositivi per la rilevazione della presenza dei deputati alle sedute della Commissione, dà atto della loro partecipazione alla odierna seduta.

  La seduta termina alle 13.35.