CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 settembre 2014
301.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 23 settembre 2014.

Audizione dei rappresentanti delle organizzazioni di categoria Arci Pesca FISA – Federazione italiana sport e ambiente, Sezione italiana della Federazione europea dei pescatori sportivi in mare (EFSA Italia) e Unione nazionale EnalCaccia pesca e tiro, su questioni di interesse del settore della pesca sportiva.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.15 alle 12.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 23 settembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 14.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
C. 2629 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

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  Giuseppe ROMANINI (PD), relatore, fa presente che il disegno di legge in esame, di conversione del decreto-legge n.133 del 2014, prevede un insieme di norme complessivamente volte a ridare slancio ad una pluralità di settori dell'economia del Paese, tra le quali, l'articolo 30, che interessa direttamente la competenza della XIII Commissione Agricoltura, in quanto recante norme per promuovere il made in Italy e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari all'estero.
  L'articolo 30 prevede, infatti, l'adozione del Piano per la promozione straordinaria del made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia.
  Il Piano è adottato dal Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, entro il 12 novembre 2014 (60 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge in esame), d'intesa con il Ministro degli affari esteri e cooperazione internazionale e con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con riferimento alle specifiche azioni che riguardano il settore agroalimentare (comma 1).
  L'ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, provvede all'attuazione del piano, nell'esercizio delle proprie competenze istituzionali tenuto conto delle intese raggiunte con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per ciò che attiene agli interventi che riguardano il settore agroalimentare (comma 3).
  Una convenzione con il Ministero dello sviluppo economico definirà gli obiettivi attribuiti all'Agenzia per favorire l'attrazione degli investimenti esteri, i risultati attesi, le risorse finanziarie ed il loro utilizzo (comma 5).
  L'articolo in esame interviene in una materia già stratificata, facendo sistema con l'articolo 16 della legge n. 180 del 2011 (rubricato «Politiche pubbliche per la competitività» e dedicato anche alla promozione del made in Italy con specifico riguardo alle micro, piccole e medie imprese) e con l'articolo 4, comma 61 della legge n. 350 del 2003, che prevede tra l'altro «una campagna promozionale straordinaria a favore del made in Italy.
  Ricordo che l'articolo 4, comma 61, della legge n. 350 del 2003 ha istituito presso il Ministero per lo sviluppo economico un fondo per la realizzazione di una campagna straordinaria a favore del made in Italy che dal 2004 affianca il programma promozionale ordinario. Il programma straordinario è gestito dal Ministero attuato dall'ICE in collaborazione con Regioni, associazioni imprenditoriali, sistema fieristico e sistema camerale. I Fondi erogati sono stati pari a 11,7 milioni di euro nel 2011, 6,9 milioni di euro nel 2012 e 12,7 milioni di euro nel 2013.
  In sintesi, il Piano interviene a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese italiane, in particolare piccolo e medie, attraverso linee direttrici valevoli per tutti i settori economico produttivi interessanti, prevedendo, con le relative dotazioni finanziarie, iniziative straordinarie di formazione e informazione sulle opportunità offerte dai mercati esteri alle imprese in particolare piccole e medie (al comma 2, lettera a)), supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale (al comma 2, lettera b)), sostegno all'utilizzo degli strumenti di e-commerce da parte delle piccole e medie imprese (al comma 2, lettera g)), realizzazione di tipologie promozionali innovative per l'acquisizione e la fidelizzazione della domanda dei mercati esteri (al comma 2, lettera h)) erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher (al comma 2, lettera i)) destinati per l'acquisizione, tra l'altro, di figure professionali specializzate nei processi di internazionalizzazione e, infine, sostegno ad iniziative di promozione delle opportunità di investimento in Italia, nonché di accompagnamento e assistenza degli investitori esteri in Italia (al comma 2, lettera l)).
  Per ciò che specificamente attiene al settore agroalimentare, sono molteplici le direttrici di intervento del Piano e, segnatamente, la valorizzazione delle produzioni di eccellenza, in particolare agricole e agroalimentari, e tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti (previsto al comma 2, lettera c)), il sostegno Pag. 121alla commercializzazione all'estero dei prodotti italiani, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione (comma 2, lettera d)) e, infine, la realizzazione di un segno distintivo unico per le produzioni agricole e agroalimentari per favorirne la promozione all'estero e durante l'Esposizione Universale 2015 (comma 2, lettera e)).
  Ricordo, al riguardo, quanto progettato dalla Francia che da novembre 2008 ha fatto sì che tutte le operazioni e le azioni di promozione dell'offerta agroalimentare francese espongano il logo France Bon Appétit proposto da Sopexa, esercente il servizio pubblico per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali francese. La grafica del logo, rinnovata nel 2012, riflette – si legge nel sito istituzionale relativo – l'impulso comune dei ministeri e delle agenzie francesi per promuovere l'offerta agroalimentare nazionale.
  Il 17 settembre scorso il Ministro Martina ha risposto in Assemblea ad un'interrogazione a risposta immediata circa l'istituzione di un marchio Italian original, evidenziando che il Governo ha lavorato sul comparto agroalimentare come asset strategico del Piano per il made in Italy. In particolare, per il settore agroalimentare sono previsti nuovi strumenti di promozione e di tutela del made in Italy agroalimentare a favore delle aziende italiane, a partire proprio dalle numerose imprese che hanno investito risorse nei marchi DOP e IGP. In tale quadro sarà realizzato un segno distintivo unico per le operazioni di promozione che saranno realizzate all'estero. Tale segno distintivo sarà utilizzato anche in occasione dell'Esposizione universale di Milano, che partirà nel maggio 2015, come sappiamo. Secondo quanto affermato dal Ministro, il segno distintivo agroalimentare non avrà le caratteristiche dell’italian original come supposto dagli interroganti e sarà invece un segno distintivo pubblico che non mira in alcun modo a sostituirsi ai marchi dei singoli prodotti, ma intende esaltarli nel rispetto delle diversità di ciascuno.
  La necessità di realizzare questo strumento distintivo, ha affermato il Ministro, è nata dall'accurata analisi del sistema agroalimentare italiano e del suo posizionamento sui mercati internazionali, perché, nonostante le grandi potenzialità di crescita della domanda dei prodotti italiani, a causa dell'eccessiva frammentazione che lo caratterizza, questo sistema ha visto fortemente limitate le proprie attività di export. Questa debolezza non ha consentito ancora, a nostro giudizio, un'adeguata penetrazione dei prodotti italiani sui mercati esteri, nonostante i grandissimi livelli di eccellenza che li caratterizzano.
  Al contempo, questa debolezza ha permesso, invece, in questi mercati, a fronte dell'elevata domanda di prodotti made in Italy, una penetrazione di prodotti di falsa produzione italiana, le nostre imitazioni. L'obiettivo del segno distintivo sarà, pertanto, quello di valorizzare la distintività dei prodotti italiani creando nei Paesi esteri un'immagine coordinata delle caratteristiche peculiari dei prodotti e delle imprese italiane.
  Quanto alla realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding (di cui al comma 2, lettera f)), ricordo che l'agropirateria internazionale, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia, riesce a collocare sui mercati esteri due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con un fatturato di circa 60 miliardi di euro all'anno. Inoltre, secondo una ricerca realizzata nel 2012 dal Ministero dello sviluppo economico con il Censis, senza la contraffazione, in Italia ci sarebbero 110 mila posti di lavoro in più e 1,7 miliardi di entrate per il fisco.
  Si riserva di approfondire ulteriori questioni che emergeranno dal dibattito ed invita i commissari a presentare le proprie valutazioni ed osservazioni ai fini della predisposizione della proposta di parere che si riserva di presentare nella mattinata di domani.

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  Mario CATANIA (SCpI) ritiene che il segno distintivo unico delle produzioni agricole e alimentari di cui al comma 2, lettera e) del provvedimento in esame non sia soluzione idonea né sul piano giuridico né economico rispetto all'esigenza di favorire la promozione, all'estero e durante l'Expo, delle produzioni agricole e agroalimentari italiane. Osserva infatti che un segno distintivo introdotto in un atto amministrativo qual è il Piano per la promozione straordinaria del made in Italy non avrà il carattere della obbligatorietà e pertanto non vincolerà alcun operatore del settore al suo rispetto, ivi comprese le pubbliche amministrazioni. Pertanto, nulla impedirà ad altre autorità, per esempio alle Regioni, una volta introdotto il segno distintivo, di introdurne altri, prescindendone, e ciò potrebbe aumentare il tasso di confusione corrente in materia di marchi.
  Esprime pertanto la convinzione che tale strumento sia incapace di raggiungere lo scopo prefissato e manifesta l'esigenza di individuare una norma di rango più elevato, evitando il rischio di circoscrivere l'utilizzazione di questo segno distintivo praticamente al solo Expo.

  Filippo GALLINELLA (M5S), nel condividere le preoccupazioni espresse dal collega Catania, paventa la possibilità che il segno distintivo unico delle produzioni agricole e alimentari di cui al comma 2, lettera e) del provvedimento in esame rappresenti una mera operazione di facciata legata all'evento dell'Expo.
  Ritiene invece più idonea l'adozione di una misura in sede europea imponendo l'etichettatura obbligatoria dell'origine. Ricorda, a tale proposito, le numerose proposte avanzate dalla sua parte politica. Osserva inoltre che la normativa proposta è priva di sanzioni.
  Ritiene infine che sarebbe utile conoscere il punto di vista degli operatori che, da quanto gli risulta, abbisognano più di magazzini e negozi temporanei all'estero e di consulenze commerciali e doganali, che di fiere ed esposizioni.

  Colomba MONGIELLO (PD) ricorda l'intensa attività della Commissione in materia sfociata con l'approvazione in Assemblea di un apposito atto di indirizzo in materia di made in Italy. Ricorda inoltre che anche il provvedimento cosiddetto «campo libero» si è occupato dell'origine dei prodotti con riferimento alla tracciabilità e all'etichettatura. Ritiene pertanto che a questo punto la norma possa essere riempita di contenuto, chiedendo al Governo uno sforzo per compiere un surplus di indagine intorno a questa normativa che, così com’è, non appare rispettare né la volontà del Parlamento né il percorso avviato con il provvedimento cosiddetto «campo libero». Il testo proposto, inoltre, confligge con una proposta precedentemente approvata.
  Invita quindi la Commissione a compiere un ulteriore approfondimento sull'argomento. Già riterrebbe soddisfacente riempire di contenuto la normativa sul segno distintivo unico per giungere ad una conclusione simile a quella cui si giunse in Assemblea, conclusione che fu anche ripresa in dichiarazioni del Ministro.

  Mino TARICCO (PD) ritiene lodevole l'intenzione che anima le richieste avanzate ma ritiene che l'approfondimento sia necessario anche per quanto riguarda il tipo di percorso che dovrà essere messo in campo.
  Infatti ritiene che vi sia il rischio, rispetto ad un provvedimento che ha l'intenzione di contribuire all'unità del settore, che invece si possano introdurre elementi, come il segno distintivo unico delle produzioni agricole e alimentari, che siano usati per contraddistinguere prodotti molto differenti fra loro. Si tratta pertanto di evitare che la norma possa tradursi in un provvedimento controproducente.

  Franco BORDO (SEL) ricorda di aver già richiesto attenzione al Governo sull'argomento fino alla giornata di ieri con una interrogazione relativa al made in Italy.
  Come già manifestato da altri colleghi ritiene inoltre che la sede comunitaria sia ideale per fare chiarezza su uno strumento veramente efficace per individuare le produzioni. Ritiene invece negativo un Pag. 123provvedimento al ribasso che potrebbe confondere la distintività di produzioni Dop, Igp e altre eccellenze.
  Ricorda ancora che già in passato la Commissione era riuscita a proporsi in modo unitario sulla vicenda dell'etichettatura semaforica che avrebbe azzerato le informazioni al consumatore. Si tratta pertanto di un rischio che occorre sventare per le ricadute negative per il sistema agroalimentare italiano.
  Si associa pertanto alle richieste di ulteriori approfondimenti anche chiedendo al Governo fino a che punto intenda mantenere la proposta, dal momento che, a meno che non si voglia confinare la norma all'ambito temporale ben definito dell'Expo 2015, il parere del suo gruppo sarà negativo.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE ringrazia il relatore per il lavoro svolto e i deputati per i numerosi suggerimenti per far sì che l'obiettivo del Governo, proteso a valorizzare le produzioni agroalimentari italiane soprattutto quelle di eccellenza, sia centrato. Per quanto riguarda il rilievo mosso circa il carattere amministrativo della norma prevista nel Piano ricorda che quando si è trattato di introdurre un tratto distintivo per le produzioni italiane si è pensato all'esperienza francese di France bon appétit che caratterizza l'agroalimentare francese che non ha penalizzato le diversità ma le ha esaltate nella loro distintività. In ogni caso, le richieste di approfondimento saranno attentamente esaminate e valutate, essendo lo scopo del Governo quello di rafforzare la penetrazione delle eccellenze agroalimentari italiane nel mondo.

  Giuseppe ROMANINI (PD), relatore, ringrazia il Governo per la manifestazione di apertura riguardo alla normativa sul segno distintivo e all'opportunità di incidere con una norma maggiormente vincolante. Manifesta apprezzamento, inoltre, per la volontà messa in campo dal Governo di lavorare insieme, come sistema, proprio con riferimento a questa operazione di valorizzazione. Fa presente da ultimo che terrà ovviamente conto di tutte le osservazione nella predisposizione del parere.

  Luca SANI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Nuovo testo unificato C. 1512 Meta, C. 73 Realacci, C. 111 Bratti, C. 423 Caparini, C. 608 Decaro, C. 871 Molteni, C. 1085 Grimoldi, C. 1126 Molteni, C. 1177 Garofalo, C. 1263 Nastri, C. 1386 Caparini, C. 1537 Dell'Orco, C. 1616 Nastri, C. 1632 Gebhard, C. 1711 Buonanno, C. 1719 Grimoldi e C. 2063 Gandolfi.
(Parere alla IX Commissione).
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del nuovo testo del disegno di legge, rinviato nella seduta del 17 settembre.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Laura VENITTELLI (PD), relatore, ricorda che l'esame della proposta di legge C. 1512 è iniziato presso la IX Commissione trasporti nella seduta del 16 aprile 2014. Nella seduta del 4 agosto 2014 la IX Commissione ha approvato alcuni emendamenti al testo unificato, tra i quali uno si riferisce alle competenze della Commissione Agricoltura.
  L'articolo 4, infatti, riguarda la competenza della Commissione Agricoltura, e prevede, attraverso una modifica del comma 2 dell'articolo 110, di sopprimere la previsione che le macchine agricole possano essere immatricolate solo a nome di titolari di imprese agricole o di altri specifici soggetti (titolare di impresa forestale o che effettua lavorazioni agromeccaniche o locazione di macchine agricole, enti e consorzi pubblici), consentendo di Pag. 124procedere all'immatricolazione a tutti coloro che si dichiarino proprietari del mezzo. Conseguentemente, è soppresso il comma 4 che prevede che l'annotazione del trasferimento di proprietà sia condizionata dal possesso da parte del nuovo titolare dei requisiti richiesti al comma 2. Tale modifica riguarda l'articolo 110 del Codice della strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285) e prevede il diritto all'immatricolazione delle macchine agricole anche per i privati cittadini che non sono riconosciuti come agricoltori di professione.
  Attualmente, il comma 2 dell'articolo 110 del Codice della strada prescrive la immatricolazione delle macchine agricole a nome di colui che dichiari di essere titolare di impresa agricola o di impresa che effettua lavorazioni agromeccaniche. Ciò significa, tradotto in termini pratici, limita agli agricoltori cosiddetti di professione la possibilità di immatricolare un trattore per circolare su strada.
  Ricorda che l'articolo che si intende così modificare è una reminiscenza del «vecchio» testo del Codice della Strada, datato 1959, quando all'immatricolazione della macchina agricola era legata la possibilità di accedere a sgravi fiscali per il «gasolio agevolato». Tale norma oggi risulta completamente superata dal titolo di possesso della partita IVA, e l'agricoltore per hobby non può per legge usufruire delle agevolazioni previste invece per gli agricoltori di professione.
  Si riserva infine di presentare una proposta di parere all'esito del dibattito.

  Massimiliano BERNINI (M5S) manifesta preoccupazione con riferimento agli incidenti mortali legati all'uso delle macchine agricole e ritiene che la modifica introdotta potrebbe portare ad una sorta di deregulation aprendo la strada a rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
  Ritiene pertanto che la previsione normativa di consentire andrebbe limitata solo a particolari categorie di macchine trattrici e comunica di aver già inviato alla relatrice le sue osservazioni puntuali per il testo del parere relativamente a tale aspetto.

  Paolo COVA (PD) osserva che tutte le macchine agricole, essendo macchinari pesanti costituiscono, in ogni caso, un fattore di rischio e rammenta a tale proposito che nella maggior parte dei casi gli incidenti avvengono ad operatori esperti, e spesso per motivi non legati alla competenza professionale. Ritiene pertanto inutile mantenere o introdurre ulteriori limitazioni relativamente all'uso dei mezzi agricoli che non raggiungerebbero alcuno scopo pratico.

  Mino TARICCO (PD) osserva che le norme sulla proprietà e l'immatricolazione dei mezzi agricoli sono cosa diversa rispetto alle misure sulla sicurezza sul lavoro.
  Ritiene pertanto sbagliato impedire di accedere all'uso di un macchinario agricolo a chi ne ha la facoltà, anche perché tale soggetto potrebbe agire ugualmente con macchinario altrui. Pertanto, ritiene che il problema non sia legato tanto alla proprietà del mezzo ma alle modalità di utilizzo dello stesso. Per far fronte ai problemi legati alla sicurezza sul lavoro nell'utilizzo dei macchinari agricoli occorre invece introdurre un sistema di sicurezza intrinseco per tale categoria di macchinari, visto che l'esperienza e l'addestramento di per sé non hanno finora raggiunto l'obiettivo di ridurre l'incidentalità.
  Invita la Commissione, in ogni caso, ad evitare di affrontare un problema complesso come questo con norme che potrebbero complicare inutilmente la vita di chi vuole lavorare in agricoltura senza con ciò incidere sulla quantità di incidenti. Ritiene cioè necessaria una fase di riflessione sul punto specifico. Chiede infine che nel titolo dell'articolo 1 si introduca un richiamo alle particolari condizioni orografiche indicate nel comma 1.

  Laura VENITTELLI (PD), relatore, ritiene che il provvedimento potrebbe essere Pag. 125utilmente rinviato per procedere ad un approfondimento ma fa presente che si tratta di immatricolazione e di proprietà del veicolo e non di capacità di utilizzazione, legata al possesso del titolo abilitante alla guida del mezzo, o di infortunistica, che non sono oggetto della norma su cui la Commissione è chiamata ad esprimere parere.

  Luca SANI, presidente, rinvia infine il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.