CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 dicembre 2013
137.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 30

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 10 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il Sottosegretario di Stato alla giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 13.50.

Indagine conoscitiva in merito all'esame delle proposte di legge C. 957 Micillo, C. 342 Realacci e C. 1814 Pellegrino, recanti disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente e l'azione di risarcimento del danno ambientale, nonché delega al Governo per il coordinamento delle disposizioni riguardanti gli illeciti in materia ambientale.
Audizione del Capitano di Vascello Aurelio Caligiore, Capo del Reparto ambientale marino – Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, di Costanza Bernasconi, professore di diritto penale presso l'Università degli studi di Ferrara e di Raffaele Del Giudice, Presidente dell'Azienda servizi igiene ambientale di Napoli (ASIA).
(Svolgimento e conclusione).

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione il Capitano di Vascello Aurelio CALIGIORE, Capo del Reparto ambientale marino – Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, Pag. 31Costanza BERNASCONI, professore di diritto penale presso l'Università degli studi di Ferrara, e Raffaele DEL GIUDICE, Presidente dell'Azienda servizi igiene ambientale di Napoli (ASIA).

  Interviene per porre quesiti e formulare osservazioni il deputato Vittorio FERRARESI (M5S).

  Risponde ai quesiti posti Costanza BERNASCONI, professore di diritto penale presso l'Università degli studi di Ferrara.

  Donatella FERRANTI, presidente, ringrazia gli auditi e conclude l'audizione. Dichiara, quindi, conclusa l'indagine conoscitiva.

  La seduta termina alle 14.30

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 10 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il Sottosegretario di Stato alla giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 14.30.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative, correttive e di coordinamento delle disposizioni di cui ai decreti legislativi 7 settembre 2012, n. 155, e 7 settembre 2012, n. 156, tese ad assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari.
(Atto n. 36).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 4 dicembre 2013.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatore, presenta una nuova proposta di parere (vedi allegato 1) e avverte che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2).
  Precisa, quindi, come la sua nuova proposta di parere integri quella da lei precedentemente presentata con una serie di considerazioni volte a contemperare i rilievi emersi nel corso del dibattito.
  Osserva, pertanto, come il provvedimento in esame costituisca un primo intervento correttivo dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012, intervenendo unicamente su alcune delle questioni sorte a seguito del nuovo assetto della geografia giudiziaria, quali: l'adeguamento dell'ordinamento alla sentenza n. 237 del 2013 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della soppressione del tribunale e della procura della Repubblica di Urbino; l'individuazione nel comune di Aversa della sede del tribunale di Napoli Nord, stabilendo modalità per la tempestiva copertura degli organici dei relativi uffici giudiziari; le modifiche tabellari conseguenti alla mancata soppressione del tribunale di Urbino e all'istituzione di quello di Napoli Nord; la previsione di disposizioni transitorie sui giudici popolari nelle corti d'assise, sulla competenza del tribunale per i giudizi pendenti e sull'edilizia giudiziaria; la previsione delle modalità per il trasferimento dei magistrati onorari, la disciplina transitoria della riforma.
  Il Governo quindi non ha ancora inteso intervenire su quelle criticità della riforma che sono state evidenziate, anche con significative forme di protesta, non solo da parte di parlamentari, di rappresentanti di enti locali e di operatori del diritto, quali magistrati ed avvocati, che operano nelle diverse sedi giudiziarie soppresse, e, da ultimo dalla Commissione Giustizia del Senato in data 3 dicembre 2013, ma soprattutto dall'ordine del giorno 9/1248-B/29, sottoscritto dai rappresentanti in Commissione Giustizia dei gruppi PD, PDL, Scelta Civica e SEL nonché da altri deputati, approvato dall'Assemblea della Camera in data 8 agosto scorso, che impegnava il Governo a «tenere conto delle Pag. 32diverse criticità del nuovo assetto territoriale dei tribunali legate alla specificità del bacino di utenza e alla dimensione territoriale, alla situazione infrastrutturale e soprattutto alla presenza di criminalità organizzata, nonché delle criticità legate al trasferimento logistico delle sezioni distaccate presso i tribunali».
  Il predetto ordine del giorno, che costituisce un impegno che rientra nel rapporto fiduciario tra Governo e Camera dei deputati, non si limita ad evidenziare delle criticità, bensì prefigura anche delle soluzioni come l'istituzione di presidi di giustizia con le stesse funzioni di sezioni distaccate laddove siano stati soppressi i tribunali, così da evitare ogni rischio di desertificazione giudiziaria e di accorpamenti non funzionali alle esigenze di efficienza delle procedure e dell'attività giudiziaria.
  Per quanto lo schema di decreto legislativo non tenga conto delle predette criticità, la questione delle diverse criticità territoriali è ben presente al Ministro della Giustizia, che ha istituito una specifica Commissione di monitoraggio di tali criticità, i cui lavori dovranno concludersi entro il 31 dicembre prossimo, ed il cui compito è proprio quello di verificare sulla base di criteri oggettivi tutte le segnalazioni pervenute e quindi trovare delle soluzioni che rispondano ad una serie di esigenze quali quelle legate all'efficienza ed alla funzionalità degli uffici giudiziari nonché al diritto di ogni persona di poter accedere alla giustizia senza essere sottoposto a sacrifici che trasformano tale diritto in una mera petizione di principio, come è avvenuto, ad esempio, con la soppressione di uffici giudiziari di Portoferraio, Ischia e Lipari nonché di uffici giudiziari che si trovano in peculiari zone montane o di confine. A tale proposito, anche in ragione del richiamato ordine del giorno, sottolinea l'esigenza che una volta che si siano conclusi i lavori della Commissione di monitoraggio e, quindi, entro il prossimo mese di gennaio, il Ministro della Giustizia riferisca alla Commissione Giustizia in merito ai risultati della predetta Commissione.
  Nonostante lo schema di decreto in esame abbia volutamente un contenuto più ristretto rispetto alla necessità di correggere tutte le criticità determinate dalla soppressione di sedi giudiziarie, appare opportuno comunque sottolineare nuovamente la necessità per il Governo di intervenire in maniera celere e senza ritardi al fine di sanare tutte quelle criticità territoriali che, qualora non siano trovate a breve delle soluzioni, potrebbero trasformarsi in un gravissimo vulnus per la giustizia italiana e, più in particolare, per tutti gli utenti ed operatori del servizio giustizia. In quest'ottica ricorda i principi e i criteri direttivi di delega già evidenziati nel parere espresso dalla Commissione Giustizia il 2 agosto 2012 sullo schema di decreto legislativo che poi si è tradotto nel decreto legislativo n. 155 del 2012, tra i quali «si richiama espressamente la lettera b) del comma 2 del citato articolo 1 della legge n. 148 del 2011, secondo cui la ridefinizione, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, dell'assetto territoriale degli uffici giudiziari deve essere effettuata secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane».
  Per le ragioni sopra richiamate ritiene del tutto evidente che il Governo debba intervenire quanto prima attraverso dei decreti correttivi volti a ridefinire una serie di soppressioni di uffici giudiziari e alcune distribuzioni territoriali di comuni. A tale proposito, a titolo meramente esemplificativo, segnala quanto rappresentato da enti esponenziali di comunità territoriali circa l'esigenza di accorpare il territorio già appartenente all'ufficio giudiziario di Rho a Milano, della cui area metropolitana fa parte, anziché al tribunale di Busto Arsizio; di accorpare a Perugia anziché a Spoleto i comuni di Todi e tutti Pag. 33i comuni della Media Valle del Tevere; di accorpare i comuni di Città della Pieve, Pacciano e Piegaro a Perugia anziché a Terni. È stata inoltre segnalata l'esigenza di ridefinire i limiti territoriali dei tribunali di Napoli Nord e S. Maria Capua a Vetere, al fine di ricondurre in un unico Tribunale i comuni del casertano, che attualmente, nonostante la loro omogeneità ed esigenze di contrasto alla criminalità organizzata, si trovano suddivisi nei predetti uffici giudiziari.
  Evidenzia, quindi, come la sua nuova proposta di parere, scegliendo una strada diversa da quella intrapresa dalla Commissione Giustizia del Senato, non contenga una «lista» degli uffici giudiziari da recuperare ma indichi una serie di criteri definiti, oggettivi e attuali che dovranno essere necessariamente tenuti in considerazione dal Governo nel rivedere quegli aspetti della riforma della geografia giudiziaria che sono risultati disfunzionali e sottolinea l'esigenza che una volta conclusi i lavori della Commissione di monitoraggio il Ministro della Giustizia riferisca alla Commissione Giustizia in merito ai risultati del lavoro svolto dalla Commissione ministeriale.

  Walter VERINI (PD) ritiene che l'impostazione data dal relatore alla sua nuova proposta di parere meriti considerazione e condivisione, rappresentando uno sforzo reale, serio e rispettoso di tutte le opinioni espresse. Ricorda, d'altra parte, come i pareri delle Commissioni parlamentari sugli atti del Governo, per quanto autorevoli, non siano vincolanti e, quindi, come in questa sede si stia semplicemente dando un indirizzo al Governo. Nel fare ciò, ritiene che la valutazione delle criticità che sono emerse debba essere affidata non alla politica bensì alla Commissione di monitoraggio, affinché le valuti con criteri oggettivi, trattandosi, in sostanza, di questioni tecniche e non politiche. Sotto questo profilo, esprime forti perplessità sull'impostazione data al parere espresso dalla Commissione Giustizia del Senato, al quale tuttavia riconosce piena dignità. Tale parere, peraltro, nell'elencare le situazioni specifiche di numerosi tribunali appare anche incompleto, non contemplando, ad esempio, le situazioni dei tribunali di Orvieto e Camerino, dei quattro tribunali abruzzesi, dei tribunali di Melfi, Tolmezzo e Montepulciano.

  Andrea COLLETTI (M5S) rileva come, in realtà, il vero autore della riforma della geografia giudiziaria sia un magistrato fuori ruolo, in servizio presso il Ministero della giustizia, e come si tratti di una pessima riforma proprio perché impostata unicamente sul punto di vista del magistrato e non su quello del cittadino o degli altri operatori della giustizia. Sottolinea come il monitoraggio sull'attuazione della riforma debba essere fatto in base agli stessi principi non rispettati ab origine dai tecnici del Ministero e come la politica debba indirizzare le scelte proprio perché i tecnici non hanno svolto bene il proprio lavoro.
  Illustra, quindi, la proposta di parere presentata dal proprio gruppo, precisando come la stessa abbia bisogno di essere modificata in alcune sue parti. Al fine di poter apportare le predette modifiche, chiede che le proposte di parere siano poste in votazione domani.

  Gaetano PIEPOLI (SCpI) ritiene che non vi siano margini per stilare elenchi tanto complessi quanto discutibili e che un punto fermo sia rappresentato dall'opacità della genesi della riforma avvenuta all'interno del Ministero, anche in relazione alla complessiva responsabilità del Ministero. Ritiene, in particolare, che sia ancora discutibile e sfuggente la base istruttoria che dovrebbe giustificare la discrezionalità amministrativa esercitata. Il controllo parlamentare, pertanto, dovrebbe avvenire nell'ambito di un'audizione del Ministro della giustizia, accompagnato dai competenti uffici del Ministero.

  Massimo PARISI (FI-PdL) ritiene che si debba proseguire l'istruttoria e discutere in modo approfondito di talune modifiche da apportare alla nuova proposta di parere del relatore, tenendo conto che, per Pag. 34quanto si possa ritenere che l'istituzione della Commissione di monitoraggio derivi dal timore della politica nell'assunzione di responsabilità, comunque la Commissione Giustizia deve orientare la Commissione ministeriale al rispetto di criteri oggettivi. Chiede, quindi, che si proceda alle votazioni domani.

  Gregorio GITTI (SCpI) ritiene necessaria una riflessione ulteriore, al fine di approvare un parere che possa costituire la base di un serio provvedimento correttivo.
  Sarebbe, opportuno, a suo giudizio che il dottor Luigi Birritteri si presentasse in Commissione a giustificare le sue scelte, poiché egli è il vero responsabile di una fase di attuazione della riforma che ha tenuto in scacco sia il Parlamento che il Governo.
  Concorda che non si debba appesantire il parere con degli elenchi, come accade nel parere della Commissione Giustizia del Senato, caratterizzato da un'evidente gestione clientelare. È necessario, tuttavia, che nella proposta di parere siano condensati criteri oggettivi e condivisi: oltre al criterio dell'insularità, occorre tenere conto delle situazioni frontaliere e di quelle con territori complessi. Cita, in particolare, la situazione di Tolmezzo, indicata in modo equivoco nel parere della Commissione Giustizia del Senato, e quella di Alba, Chiavari e Bassano.

  Nicola MOLTENI (LNA) dichiara preliminarmente che il giudizio del suo gruppo è completamente negativo in merito sia alla nuova proposta di parere del relatore che alla riforma della geografia giudiziaria nel suo complesso, la cui entrata in vigore sarebbe stato opportuno prorogare di un anno, come dimostrano tutte le molteplici criticità che emergono da tutto il territorio nazionale.
  Ritiene del tutto erronea l'impostazione data dal relatore alla nuova proposta di parere, in quanto non indica alcuna soluzione al Governo circa la soluzione di tali criticità, al contrario invece di quanto fatto opportunamente dal Senato con il parere espresso il 3 dicembre scorso. Sottolinea come tale nuova proposta stia di fatto a significare una abdicazione da parte della politica a favore di una commissione ministeriale composta da tecnici il cui lavoro dovrebbe essere, secondo il relatore e l'onorevole Verini, ratificato dal Parlamento. Qualora dovesse essere approvata la proposta del relatore il risultato sarebbe unicamente quello di non decidere in merito alle correzioni dell'assetto della geografia giudiziaria lasciando campo libero al Governo. Il Parlamento ha invece il dovere di indicare all'esecutivo la via da percorrere, anche considerati i macroscopici errori commessi fino ad ora.
  Ritiene inoltre alquanto grave e scorretto che nel parere si voglia dare conto solamente di un ordine del giorno firmato da deputati della maggioranza, senza tener conto di tutti quegli atti in materia di correzione della riforma della geografia giudiziaria presentati da deputati della Lega. Ancora più grave è la scarsa considerazione data ad un parere estremamente rilevante come quello espresso da ultimo dal Senato, che la Lega condivide pienamente salvo che per la mancata previsione della ricostituzione dei tribunali di Tolmezzo, Crema e Voghera. Dichiara di condividere anche la proposta alternativa del gruppo Movimento 5 Stelle, che è pronto a sottoscrivere qualora venisse riformulata ricomprendendovi anche i predetti tribunali di Tolmezzo, Crema e Voghera.

  Enrico COSTA (NCD) ritiene che sarebbe stato opportuno limitare l'esame al contenuto originario dello schema di decreto legislativo, ma che a causa del tenore del parere espresso dal Senato non si possa non affrontare la questione della soppressione degli uffici giudiziari. Ricorda le diversità dei pareri espressi dal Senato e dalla Camera nella scorsa legislatura, rilevando come il parere formulato dal Senato in questa legislatura sia ancora diverso da quelli. Non ritiene che sia opportuno seguire quest'ultimo parere, essendo piuttosto più opportuno procedere ad una autonoma verifica e valutazione Pag. 35delle diverse criticità emerse a seguito della prima applicazione della riforma della geografia giudiziaria. A tale proposito evidenzia come, ad esempio, la proposta alternativa di parere del Movimento 5 Stelle sia molto bene argomentata. Ritiene opportuno comunque votare domani anche per capire nel frattempo quale metodo si intenda seguire nell'affrontare la questione delle criticità territoriali.

  Mariano RABINO (SCpI) ritiene che la riforma della geografia giudiziaria, in ragione della modalità con la quale è stata fatta, dimostri quanto sia divenuta irrilevante la dimensione della politica, che ha oramai rinunciato al proprio ruolo di primato anche in relazione a questioni di estrema rilevanza per la vita del Paese. Lo stesso Ministro Cancellieri ha politicamente scaricato sul Parlamento delle scelte che alla fine sono state compiute da strutture burocratiche sulla base di parametri che sono stati definiti tecnici.
  Preannuncia quindi la presentazione, insieme, ai colleghi Dambruoso e Monchiero, di una proposta alternativa di parere dal contenuto identico a quello approvato dalla Commissione Giustizia del Senato.

  Donatella FERRANTI presidente, avverte che vi sono imminenti votazioni in Assemblea e che risultano ancora iscritti a parlare deputati appartenenti a diversi Gruppi. Dichiara di condividere le osservazioni relative al primato della politica rispetto alla burocrazia. Per tali ragioni, al fine di evitare dubbi interpretativi in merito, modificherà la sua proposta di parere nel senso di chiarire che la Commissione Giustizia non si trova in una situazione di mera attesa dei lavori della Commissione di monitoraggio istituita presso il Ministero della Giustizia, ma che intende unicamente far riferimento al lavoro che tale Commissione svolgerà al fine poi di fare delle valutazioni di natura strettamente politica in merito all'assetto territoriale degli uffici giudiziari. Rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani, nella quale verrà espresso il parere da parte della Commissione.

  La seduta termina alle 15.40.

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