CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 dicembre 2017
925.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-11465 Manzi: Sull'emanazione delle linee guida sul primo soccorso negli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione cui si risponde verte sulle iniziative di formazione rivolte alle studentesse e agli studenti per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso, da realizzare, ai sensi dell'articolo 1, comma 10, della legge n. 107 del 2015, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado in collaborazione con il servizio di emergenza territoriale e con il contributo delle organizzazioni operative del settore.
  Come è noto, principio ispiratore della norma è quello di fornire ai discenti le prime nozioni per riconoscere le situazioni di pericolo e le circostanze che richiedono l'intervento di un adulto o dell'ambulanza, per apprendere il funzionamento e l'utilizzo di un defibrillatore e per imparare manovre di primo soccorso come il massaggio cardiaco, la disostruzione delle vie aeree e il primo intervento nel trauma.
  Per dare attuazione alla disposizione citata è stato avviato, da tempo, l'iter di adozione di apposite Linee guida che ha coinvolto i competenti uffici del MIUR e del Ministero della salute. Le Linee guida sono state presentate in data 7 novembre scorso.
  Le Linee guida sono il risultato dell'approfondita attività svolta dal gruppo di lavoro costituito il 7 aprile del 2016 con il compito di predisporre un documento di indirizzo volto a sancire la necessaria collaborazione tra istituzioni educative e sanitarie e assicurare l'uniformità del percorso didattico su tutto il territorio nazionale. Al gruppo di lavoro hanno preso parte i rappresentanti di entrambi i dicasteri e alcuni professionisti esperti della materia
  Nel corso dell'istruttoria sono state consultate le società scientifiche medico/infermieristiche, le associazioni di volontariato maggiormente rappresentative a livello nazionale che operano nell'ambito dell'emergenza-urgenza sanitaria e i referenti regionali alla salute del MIUR e quelli del Servizio di emergenza territoriale del Ministero della salute (SET 118).
  La definizione delle Linee guida consente, quindi, l'avvio del percorso formativo «Primo soccorso a scuola», che partirà in via sperimentale il prossimo mese di febbraio 2018, per poi entrare a regime a decorrere dal prossimo anno scolastico.
  La sperimentazione coinvolgerà le scuole di tredici province: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari, in ciascuna delle quali saranno selezionate 14 classi tra tutti i gradi di scuola. Gli operatori del 118, delle società scientifiche e del volontariato realizzeranno i percorsi formativi nelle scuole insieme agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che potranno trovare tutte le informazioni utili, i materiali didattici, la presentazione della sperimentazione e uno spazio dedicato alle varie esperienze formative in un portale dedicato che sarà perfezionato on-line a gennaio.
  Verrà, inoltre, costituita una cabina di regia nazionale con il compito di supervisionare e curare i materiali che saranno inseriti nel portale, per la compilazione dei quali saranno consultati esperti delle società scientifiche, del volontariato e dell'editoria di settore. Pag. 76
  Al termine della sperimentazione, prevista per la metà del mese di marzo 2018, e dopo la presentazione dei report territoriali ai componenti della cabina di regia, verrà definito il programma formativo per l'estensione del progetto in tutte le istituzioni scolastiche nell'anno scolastico 2018/2019.
  La realizzazione del piano di formazione contribuirà a stimolare nei giovani la coscienza di una cittadinanza attiva e consapevole, rafforzando la loro capacità e volontà di partecipazione alla costruzione e al miglioramento di una società più attiva e solidale.

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ALLEGATO 2

5-12570 Malpezzi: Sui contenuti di un testo in dotazione alle quinte classi della scuola primaria relativamente al tema dell'immigrazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in atto verte su un testo scolastico rivolto alle alunne e agli alunni della quinta classe di scuola primaria che è stato oggetto di attenzione da parte dei media per il modo con cui lo stesso presenta il tema dei migranti. Gli On.li interroganti sollecitano affinché i testi e l'altro materiale scolastico assicurino la correttezza e l'imparzialità delle informazioni consentendo la piena e autonoma formazione del senso critico nei giovani.
  Come detto, la vicenda ha trovato particolare risalto mediatico, tanto che la stessa Ministra ha ritenuto di intervenire mediante apposito comunicato stampa ribadendo che «L'educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con un linguaggio rispettoso. Bisogna fornire alle studentesse e agli studenti strumenti oggettivi, analitici e approfonditi, diversamente si fa cattiva educazione».
  Al riguardo si informa che il Ministero, in aderenza ai princìpi sopra esposti, si è tempestivamente attivato presso l'Associazione Italiani Editori, alla cui attenzione ha sottoposto il caso segnalato per richiedere le opportune verifiche.
  In via generale si ricorda che l'adozione dei libri di testo, a norma dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 297 del 1994 (Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione) rientra nei compiti attribuiti al collegio dei docenti, dopo aver sentito il parere dei consigli di classe e interclasse o di classe. La prima fase di valutazione dei testi rappresenta, quindi, un'occasione importantissima per la partecipazione dei genitori alle attività scolastiche e per la loro collaborazione con i docenti.
  L'adozione dei libri di testo costituisce, in ogni caso, un momento particolarmente significativo dell'attività scolastica. La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, compresi i libri di testo, devono essere coerenti con il Piano triennale dell'offerta formativa e attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Inoltre, la normativa sulle adozioni prevede espressamente che si presti attenzione al linguaggio, al fine di garantire correttezza e chiarezza nell'esposizione e coerenza con l'età dei destinatari.
  Ciò posto, con specifico riferimento all'argomento oggi in esame, si rappresenta che il MIUR, per garantire una corretta informazione sui temi delle migrazioni e dell'integrazione interculturale, ha attivato una serie di azioni che coinvolgono alunni, insegnanti e dirigenti scolastici. Le più recenti e tuttora in corso di realizzazione sono le seguenti:
   Un Piano nazionale pluriennale di formazione per docenti, a partire dal 2017, sui temi dell'Integrazione, delle competenze di cittadinanza e della cittadinanza globale;
   Un Piano triennale di formazione, a partire dal 2017, attraverso master universitari, per docenti, dirigenti e personale Ata delle scuole a più alta incidenza di alunni con cittadinanza non italiana in materia di: Organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche in contesti multiculturali. I master coinvolgeranno 1000 dirigenti Pag. 78scolastici, 10.000 docenti e 2.000 unità di personale ATA, e nel relativo piano di studi è previsto un approfondimento su libri, strumenti e materiali didattici;
   Un Bando PON in data 27 aprile 2017 con Fondi strutturali europei su: Inclusione sociale e integrazione, destinato alle scuole o reti di scuole. Quest'azione mette al centro anche il tema dei linguaggi dell'arte, delle storie di vita, della lettura e dei libri, sia sul piano narrativo che della divulgazione storica e geografica. Si tratta di strumenti e metodologie utili a descrivere il fenomeno delle migrazioni in modo corretto e da più punti di vista;

  Il recente Piano nazionale per l'educazione al rispetto, presentato il 30 ottobre 2017, prevede diverse azioni per riconoscere, valorizzare e affrontare correttamente tutte le diversità. In particolare, prevede azioni specifiche «per un uso consapevole del linguaggio e per la diffusione della cultura del rispetto coinvolgendo le studentesse e gli studenti, le e i docenti, le famiglie».

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ALLEGATO 3

5-11658 D'Uva: Sulle prove di accesso alle scuole di specializzazione di medicina e chirurgia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, l'On.le interrogante chiede di conoscere se il MIUR, relativamente al concorso nazionale per l'accesso dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria, intenda assumere iniziative per organizzare un'adeguata attività di sorveglianza tramite l'ausilio di specifici strumenti che interdicano il collegamento alla rete internet di dispositivi cellulari o tablet.
  Al riguardo giova preliminarmente sottolineare che con le nuove regole introdotte dal decreto ministeriale del 10 agosto 2017, n. 130, recante il nuovo «Regolamento concernente le modalità per l'ammissione dei medici alle scuole di specializzazione in medicina, ai sensi dell'articolo 36, comma 1, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368», il MIUR ha inteso, tra l'altro, rafforzare proprio le garanzie per un corretto svolgimento della prova ed assicurare, a ciascun candidato partecipante alla procedura concorsuale, la parità di chance e il riconoscimento del merito.
  Con la norma introdotta all'articolo 3, comma 6, sono stati, difatti, ulteriormente precisati i comportamenti preclusi ai candidati nel corso dell'espletamento delle prove, tra i quali rientra il divieto, durante la prova, di «detenzione» – oltre che di «consultazione» – di testi cartacei o digitali, mentre viene introdotto, in modo esplicito, il divieto di «interazione» tra candidati, da osservarsi nel corso dello svolgimento della prova stessa, pena l'esclusione stessa dal concorso. Peraltro, è utile osservare che la medesima disposizione normativa prevede che debba essere assicurata «la presenza, presso ogni sede in cui si svolge la prova di esame, di personale di vigilanza, con il compito di sorvegliare sul corretto svolgimento delle prove».
  Proprio al fine di garantire una maggiore omogeneità e uniformità di gestione delle aule tra le diverse sedi, a partire dall'anno accademico 2016/2017, la prova di ammissione si svolgerà sempre a livello locale a cura delle Istituzioni universitarie presenti sul territorio, così come previsto dall'articolo 36 del decreto legislativo n. 368 del 1999, ma in forma aggregata per macro-aree geografiche di riferimento.
  Inoltre, nel bando di concorso per l'ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria relativo all'anno accademico 2016-2017 (di cui al decreto ministeriale 29 settembre 2017, n. 720, così come rettificato dal decreto ministeriale 5 ottobre 2017, n. 748) il Ministero ha precisato all'articolo 8, comma 2, che, per lo svolgimento della prova, i candidati, hanno a disposizione computer non connessi a internet – sui quali è possibile operare esclusivamente attraverso un mouse – privi di tastiera o la cui tastiera, anche se presente, è resa inutilizzabile al candidato, il quale in ogni caso, pena l'esclusione, ha il divieto di toccarla.
  A ciò si aggiunga che il software necessario all'espletamento della prova, fornito dal CINECA, resta crittografato fino al giorno della prova, quando il responsabile d'aula procede all'attivazione della postazione.
  Si ricorda, altresì, che, nell'allegato 6 al suddetto bando di concorso si è ulteriormente Pag. 80specificato che, «in attuazione di quanto disposto dall'articolo 3, comma 6, del regolamento n. 130 del 2017, è fatto assoluto divieto ai candidati, pena l'esclusione dal concorso, di introdurre nell'aula della prova manuali, testi, appunti di qualsiasi natura, telefoni cellulari, smartphone, palmari e ogni strumento idoneo alla memorizzazione di informazioni o alla trasmissione di dati. È fatto, altresì, divieto di avvalersi di supporti cartacei per lo svolgimento delle prove. Infine, è previsto che la prova del candidato trovato in possesso di materiale o strumentazione non consentiti dovrà essere annullata dal responsabile d'aula e dell'annullamento deve essere dato conto nel relativo verbale d'aula».
  Sempre nell'allegato 6 al citato bando di concorso si è previsto, peraltro, che «presso ciascuna sede individuata come sede della prova sarà costituita una o più Commissioni di vigilanza nominate con provvedimento rettorale».
  Il personale di vigilanza, perciò, eventualmente coadiuvato dal personale ispettivo ministeriale, avrà il compito di verificare e sanzionare anche la detenzione di dispositivi cellulari o tablet che consentano il collegamento alla rete internet, procedendo, quindi, all'annullamento della prova del candidato trovato in possesso di materiale o strumentazione non consentiti.
  Con nota (prot. n.  28043) del 10 ottobre scorso, il MIUR ha inviato alle Università responsabili delle macro-aree di riferimento specifiche indicazioni operative di dettaglio sulle modalità di svolgimento della prova concorsuale prevista per il 28 novembre. Nella suddetta nota, in particolare, sono state date indicazioni concernenti le specifiche tecniche delle postazioni informatiche, le caratteristiche delle aule che accoglieranno i candidati, la composizione delle Commissioni di vigilanza, che devono comprendere almeno un funzionario giuridico ed uno informatico, con preferenza da accordare ai soggetti che abbiano già garantito, nelle precedenti edizioni del concorso, uno svolgimento regolare delle prove, e la necessità di assicurare la massima sorveglianza nel corso dello svolgimento delle prove.
  Con ulteriore nota (prot. n. 32789) del 3 novembre scorso si è provveduto nuovamente a invitare gli Atenei coinvolti a garantire e rafforzare ulteriormente, se necessario, le misure di vigilanza da attuare, incrementando il personale addetto a tele servizio, con l'obiettivo specifico di assicurare un controllo efficace e capillare sullo svolgimento della prova di esame, nel rispetto dei divieti e delle prescrizioni del bando.
  Infine, con apposita nota del Gabinetto del MIUR, è stato richiesto al Ministero dell'interno di assicurare, nel corso dello svolgimento della prova di concorso in oggetto, la vigilanza rientrante nella giurisdizione di competenza.
  Le operazioni di distribuzione dei candidati nelle diverse sedi si sono svolte nel lasso temporale compreso tra il 7 novembre, data di comunicazione ai candidati dell'istituzione individuata come sede di assegnazione, e il 9 novembre, data di pubblicazione dei dettagli dell'aula e del relativo indirizzo di svolgimento della prova.

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ALLEGATO 4

5-12675 Donati e 5-12666 Gagnarli: Sull'esclusione di alcuni bambini dalla fruizione del pasto presso le mense scolastiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde congiuntamente alle interrogazioni in atto, stante l'omogeneità dell'argomento trattato relativo alle determinazioni assunte dal Comune di Montevarchi riguardo ai genitori non in regola con il pagamento del servizio di refezione scolastica fornito ai propri figli.
  È stato, al riguardo, già evidenziato in risposta ad analoghi atti di sindacato ispettivo che il MIUR ha seguito con la dovuta attenzione la vicenda, pur non avendo specifica competenza sulla questione in discorso.
  Il MIUR non ha condiviso la misura adottata dall'amministrazione comunale di Montevarchi in quanto la stessa si è ripercossa sulle alunne e sugli alunni.
  Per questo, l'Amministrazione si è fatta parte attiva non appena la notizia si è diffusa. La scuola indicata, dopo aver ricevuto dal Comune gli elenchi dei genitori che risultavano morosi, ha sollecitamente invitato chi fosse inadempiente a mettersi in regola o presentarsi in segreteria per esperire nuove forme di consumazione del pasto, sensibilizzando particolarmente i docenti a tenere un atteggiamento di attenzione verso i bambini che avrebbero consumato un pasto diverso.
  Alla data dello scorso 13 novembre risulta che la situazione si sarebbe risolta con l'80 per cento delle famiglie che hanno regolarizzato il pagamento, il 12 per cento che è stato preso in carico dai servizi sociali e il restante 8 per cento che ha fatto richiesta del pasto domestico.
  Più in generale, si evidenzia che certamente esiste un disagio legato alle tariffe applicate dagli Enti erogatori del servizio mensa, che – si ricorda – fa capo ai Comuni i quali provvedono all'appalto di servizi e decidono le tariffe da applicare, in completa autonomia, sebbene possano delegare l'attività alle scuole, con l'accordo di queste, trasferendo loro anche le necessarie risorse finanziarie.
  Le rette riferite alla mensa scolastica sono ripartite in base al reddito, seguendo il coefficiente ISEE. Ciò consente ad ogni famiglia di pagare sulla base della propria possibilità economica. Il sistema va in crisi nel momento in cui si verificano defezioni nei pagamenti, sicché chi versa il dovuto si trova a dover colmare l'ammanco di coloro che non pagano e che non sempre coincidono con i soggetti delle fasce più deboli.
  Si ritiene comunque che vada salvaguardato un sistema in cui le mense scolastiche rappresentano un'opportunità di crescita sociale e culturale che la scuola pubblica deve in tutti i modi garantire.
  È di tutta evidenza che la mensa scolastica concorre:
   all'educazione alla socialità: il cibo è veicolo di conoscenza e comunicazione;
   all'abbattimento delle differenze sociali;
   a dare valore al cibo: il pasto fornito alle mense scolastiche è studiato e bilanciato in tutte le sue componenti;
   alla tutela della salute.

  Come sopra chiarito, la normativa vigente rimette all'autonomia degli enti locali la gestione del servizio di mensa che, in quanto servizio a domanda individuale, non può, per sua stessa natura, costituire Pag. 82oggetto di una disciplina unica nazionale, dovendo, al contrario, essere organizzato e modulato secondo la reale necessità dei territori e in ragione della specificità del contesto socio-economico locale.
  Il MIUR, proprio in ragione del ruolo educativo che riconosce al momento della mensa e nell'esercizio del suo ruolo di coordinamento e supporto dei dirigenti scolastici che in prima linea sono chiamati a rispondere alle esigenze manifestate dalla famiglie, promuove e sostiene con la dovuta attenzione il confronto con tutte le parti coinvolte. In tal senso, continuo è l'impegno dell'articolazione territoriale del Ministero a risolvere in modo condiviso le emergenze, nonché a preservare e ristabilire, ove necessario, il corretto clima di fiducia tra le famiglie e la scuola.
  Concludendo, va detto che non può non riconoscersi che sul tema esistono delle criticità, per risolvere le quali sono in primo luogo gli enti locali a doversi attivare, salvaguardando necessariamente quel sistema di valori educativi e sociali che la mensa ha consentito in questi anni di sviluppare, ivi compresi quelli relativi ad una corretta ed equilibrata alimentazione.