CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 novembre 2017
920.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12448 Famiglietti: Applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 275, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, agli ex lavoratori della società Isochimica transitati nel pubblico impiego che hanno effettuato la ricongiunzione contributiva.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il comma 117 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2015 ha previsto l'applicazione di requisiti contributivi più favorevoli (30 anni), rispetto a quelli vigenti, in favore degli ex lavoratori occupati nelle imprese che hanno svolto attività di scoibentazione e bonifica che risultino malati con patologia asbesto-correlata accertata e riconosciuta ai sensi di legge.
  Successivamente, il comma 275 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016 ha esteso la platea dei soggetti a cui si applicano i suddetti benefici previdenziali, comprendendovi anche i lavoratori che, in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro, siano transitati ad una gestione di previdenza diversa da quella dell'INPS e che non abbiano maturato il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico nel corso degli anni 2015 e 2016. Ne deriva, dunque, l'estensione della tutela prevista dal citato comma 117, anche ai lavoratori assicurati in una gestione esclusiva esonerativa o sostitutiva dell'assicurazione generale obbligatoria (AGO). In particolare, la disposizione si applica ai lavoratori che sono «transitati» – quindi con successiva iscrizione – verso forme pensionistiche obbligatorie dei lavoratori dipendenti gestite, prima del 1o gennaio 2012, da enti diversi dall'INPS.
  Nel presente atto parlamentare, invece, si fa riferimento a soggetti che hanno già esercitato la facoltà di ricongiunzione dei periodi assicurativi AGO presso la gestione esclusiva. I periodi assicurativi una volta ricongiunti sono considerati come se fossero sempre stati versati nella gestione in cui sono stati aggregati.
  Ad ogni modo rappresento che il Governo, anche per dar seguito all'ordine del giorno n. 9/4601/76, sta valutando la possibilità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di assumere iniziative volte risolvere la problematica segnalata nel presente atto parlamentare. Da ultimo, a conferma dell'impegno comune di Parlamento e Governo nei confronti dei malati professionali di mesotelioma, rappresento che nel corso del dibattito parlamentare sul disegno di legge bilancio 2018 sono state valutate favorevolmente diverse istanze parlamentari su questo delicato tema.

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ALLEGATO 2

5-12478 Tripiedi: Iniziative relative alla procedura di licenziamento collettivo di 134 lavoratori dello stabilimento di Carate Brianza del gruppo Canali Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Tripiedi – concernente la procedura di illustrare quanto segue.
  Come comunicato dall'ispettorato territoriale del lavoro di Milano-Lodi e dalla regione Lombardia, la società Canali S.p.a, con sede legale a Sovico (Monza e Brianza) e sei stabilimenti produttivi in Italia (Lombardia, Marche ed Abruzzo), opera nel settore tessile dell'alta moda e nel complesso ha in forza 1328 lavoratori.
  In data 16 ottobre 2017 la società ha avviato la procedura di licenziamento collettivo di cui alla legge n. 223 del 1991 che ha interessato l'intero organico dell'unità produttiva Eraclon sita in Carate Brianza, ove risultavano occupati 134 dipendenti.
  La società fin dal 2009 aveva manifestato una crescente preoccupazione per la crisi in atto nel settore tessile connessa ad una importante diminuzione degli ordinativi sia da parte dei clienti nazionali che da quelli esteri.
  Oggi nella motivazione addotta alla procedura di licenziamento la società ha confermato la non economicità della produzione della unità di Carate Brianza, dato il calo di ordinativi nella produzione sartoriale e la riduzione costante di capi prodotti. E ciò nonostante i tentativi di gestione attuati negli anni tramite ammortizzatori sociali.
  La società ha fatto ricorso a diversi periodi di Cassa integrazione guadagni ordinaria e, da ultimo con decreto direttoriale del 18 novembre 2016 di questo Ministero, ha ottenuto il riconoscimento del trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 19 settembre 2016 al 18 settembre 2017, a seguito della stipula di un contratto di solidarietà in data 9 settembre 2016 che prevedeva la riduzione oraria per 214 lavoratori.
  Durante la vigenza dello stesso, si sono verificate 73 cessazioni volontarie di rapporti di lavoro e a termine, permanendo la necessità di limitare ulteriormente la produzione, l'azienda ha concordato il passaggio part time di 29 dipendenti.
  In data 18 settembre 2017 si è tenuto un incontro tra la Società e le RSU per discutere possibili soluzioni alla crisi in atto, senza tuttavia raggiungere alcun accordo.
  Ultimato il periodo di solidarietà, si riprendeva l'attività produttiva ed il giorno 16 ottobre 2017 la società decideva, in via definitiva, di avviare la procedura per i licenziamenti collettivi.
  La decisione della società di cessare l'unità produttiva di Carate ha avuto un immediato riscontro sindacale e istituzionale.
  In data 14 novembre 2017 presso il Ministero dello sviluppo economico, si è svolta una riunione tra la Società, i rappresentanti della Regione Lombardia, i rappresentanti sindacali.
  I rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico hanno chiesto all'azienda di valutare un percorso di recupero del sito produttivo e scongiurare la grave perdita di manodopera altamente qualificata.
  Il Ministero dello sviluppo economico e la regione Lombardia si sono quindi dichiarati disponibili a supportare eventuali piani di sviluppo della società, finalizzati al recupero della competitività e quindi ad un nuovo incontro per valutare altre soluzioni.
  In ogni caso questo Ministero assicura che continuerà a monitorare la vicenda nei suoi futuri sviluppi, anche nella eventuale prospettiva di esaminarne le principali criticità e nell'ottica della salvaguardia dei livelli occupazionali.

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ALLEGATO 3

5-12498 Gribaudo: Convocazione del Tavolo tecnico di confronto sul lavoro autonomo di cui all'articolo 17 della legge n. 81 del 2017

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Gribaudo – inerente convocazione del tavolo tecnico di confronto sul lavoro autonomo di cui all'articolo 17 della legge n. 81 del 2017 – passo ad illustrare quanto segue.
  L'articolo 17, della legge n. 81 del 2017 – rubricato «Tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo» – prevede l'istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un tavolo tecnico permanente di confronto sul lavoro autonomo composto da rappresentanti designati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e dalle associazioni di settore comparativamente più rappresentative a livello nazionale con il compito di formulare proposte e indirizzi operativi in materia di politiche del lavoro autonomo e con l'obiettivo di coordinare e monitorare gli interventi in materia di lavoro autonomo in collaborazione con l'INPS e con gli enti privati di previdenza obbligatoria.
  Ciò posto, con riferimento al quesito formulato dall'interrogante, faccio presente che – anche se la predetta disposizione normativa non detta tempi per la costituzione del tavolo – l'avvio delle attività propedeutiche alla sua formazione è all'attenzione del vertice politico che sta procedendo a valutarne la composizione attesa la delicatezza dei compiti ad esso assegnato.

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ALLEGATO 4

5-12738 Simonetti: Interventi in materia previdenziale a tutela dei lavoratori delle centrali a carbone.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Simonetti inerente agli interventi in materia previdenziale a tutela dei lavoratori delle centrali alimentate da carbone.
  Preliminarmente, faccio presente che l'INAIL ha confermato la sussistenza, per i predetti lavoratori, di un rischio effettivo di esposizione a sostanze derivanti dalla combustione del carbone alcune delle quali pericolose e cancerogene. L'Istituto ha altresì precisato che l'effettiva esposizione lavorativa dipende dalle modalità di impiego di tali sostanze e che le stesse sono generalmente contenute in quantità minime in funzione della tipologia di carbone.
  Le patologie professionali correlabili con il carbone, ai sensi della normativa vigente (articolo 139 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965 e decreto ministeriale 9 aprile 2008) sono il tumore del polmone, l'epitelioma cutaneo, il tumore della vescica e l'antracosi.
  Da una verifica effettuata negli archivi dell'INAIL, risulta che le denunce relative alle predette malattie professionali, presentate nel periodo 2011-2015, sono 3.833 di cui 80 circa sono riferibili alla produzione di energia elettrica. Pertanto, dai dati in possesso dell'istituto non risulta una significativa incidenza di patologie di origine professionale in tale settore; invece, la maggiore ricaduta delle emissioni provenienti dalle centrali alimentate a carbone riguarda l'ambiente esterno.
  Posso comunque assicurare che la questione è all'attenzione del Ministero che rappresento e che sono in fase di studio interventi che vanno nella direzione indicata dall'interrogante con il presente atto parlamentare.
  Colgo l'occasione per evidenziare l'importanza che la materia previdenziale ha avuto per il Governo in questi anni. Preciso, al riguardo, che la 5a Commissione del Senato ha approvato un emendamento di iniziativa governativa al disegno di legge di bilancio 2018 che, tra le diverse disposizioni, ha previsto l'istituzione di una Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni, anche in relazione all'età anagrafica e alle condizioni soggettive dei lavoratori, al fine di acquisire elementi conoscitivi e metodologie scientifiche a supporto della valutazione delle politiche statali in materia previdenziale ed assistenziale.
  È ferma intenzione del Governo, quindi, continuare a sostenere iniziative legislative volte a migliorare le tutele previdenziali ed assicurative per categorie di lavoratori particolarmente esposti ad usura e a rischi professionali.