CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 ottobre 2017
900.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12557 Simone Valente: Sul finanziamento delle federazioni sportive.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la loro interrogazione, i colleghi del Movimento Cinque Stelle sottopongono alla mia attenzione il tema della trasparenza e della eguaglianza nella ripartizione da parte del Coni dei contributi alle federazioni sportive.
  Come Ministro per lo sport, la questione posta mi sta ovviamente molto a cuore e sono felice di avere l'occasione di poterne parlare qui con voi.
  Mi preme tuttavia fare presente all'on. Valente che il suo quesito mi pare viziato da un errore di fondo, che è quello di non prendere in considerazione l'attuale natura del Coni, che è oggi un ente pubblico associativo in regime di autoamministrazione.
  Mi spiego meglio.
  L'on. Valente sa benissimo che il Coni è una confederazione di associazioni private, che sono le federazioni e le discipline sportive associate: quindi, per dirla con un gioco di parole non bellissimo, il Coni è una associazione di associazioni.
  Se il Coni è un'associazione di tutte le federazioni, è normale (anzi direi: inevitabile) una interdipendenza tra l'uno e le altre: negli organi direttivi del Coni vi sono i rappresentanti delle federazioni, i quali ovviamente partecipano a tutte le decisioni e orientano tutte le scelte.
  Allo stato attuale, non è immaginabile un modello che escluda il Coni dalle scelte in merito alla distribuzione delle risorse alle federazioni sportive e alle discipline sportive associate.
  Semmai è da domandarsi se, trattandosi di finanziamenti pubblici, non sia immaginabile una ripartizione equa, trasparente e imparziale, sulla base di indicazioni operate dagli organi rappresentativi di tutti i cittadini, o se una soluzione di questo tipo finisca per ledere l'autonomia e l'indipendenza del mondo sportivo.
  Inoltre, i colleghi sanno benissimo che dove c’è stato lo spazio di intervenire per innalzare il livello di trasparenza e di democraticità delle scelte all'interno del Coni e delle federazioni non mi sono mai tirato indietro.
  Sto pensando innanzitutto alla proposta di legge sul limite ai mandati degli organi direttivi, che come questa commissione sa, introdurrà per la prima volta un tetto al numero dei rinnovi dei presidenti e dei membri delle giunte e delle assemblee federali.

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ALLEGATO 2

5-12558 Coscia: Su una no tax area per le società e le associazioni sportive dilettantistiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la loro interrogazione, i colleghi del Partito Democratico sottopongono alla mia attenzione la questione relativa all'innalzamento dell'area di esenzione fiscale per gli sportivi dilettanti.
  Prima di entrare nel merito del quesito posto, vorrei evidenziare a tutti i colleghi di questa commissione che nella mia qualità di Ministro per lo sport ho lavorato e sto ancora lavorando duramente per inserire per la prima volta nella legge di bilancio per il 2018 un pacchetto di norme interamente dedicato allo sport.
  Come già alcune indiscrezioni di stampa hanno riportato nei giorni scorsi, il mio pacchetto contiene molte disposizioni, con le quali ho cercato di porre rimedio a un ritardo che si è accumulato negli ultimi venti o trent'anni.
  Oltre all'innalzamento della no tax area, del quale mi accingo subito a parlare per non dilungarmi troppo con questa premessa, nel mio pacchetto potrete trovare:
   1) la tanto attesa riforma dei diritti televisivi della Lega di Serie A, che introduce criteri ispirati a una maggiore equità;
   2) una norma sullo sport bonus, che servirà ad agevolare la ristrutturazione degli impianti sportivi;
   3) una disposizione con la quale si mette a regime il fondo sport e periferie, dando atto dell'importanza di tale fondo e del successo che ha avuto in questi anni;
   4) un fondo dedicato alla maternità delle atlete, finalizzato a risolvere una questione annosa, di cui anche questa commissione è a conoscenza.

  Ma il pacchetto conterrà anche molte altre disposizioni, delle quali non è questo il tempo e il luogo di parlare, ma che tutte sono ispirate dalla mia ferma volontà di mettere lo sport al centro del progetto politico di questo governo.
  Vengo all'oggetto dell'interrogazione. Come sapete si tratta di una questione che mi sta particolarmente a cuore.
  Mi fa molto piacere avere la possibilità di parlare di nuovo di questo argomento davanti a voi, perché è proprio davanti a voi e davanti ai senatori della settima commissione che a gennaio indicai nel mio programma politico per il 2017 l'innalzamento dell'esenzione fiscale tra gli obiettivi programmatici del mio mandato.
  All'epoca era solo un'idea. Oggi è una promessa mantenuta, almeno da parte mia.
  Posso confermarvi che il disegno di legge per la formazione del bilancio del 2018 che approderà alle camere nei prossimi giorni contiene una norma che porterà dagli attuali 7.500,00 euro a 10.000,00 euro il limite di reddito completamente esente da imposte dirette di cui potranno godere gli sportivi dilettanti.
  Si tratta di una norma doverosa, che avrà l'effetto di migliorare le condizioni lavorative di decine di migliaia di persone che oggi fanno dello sport la loro occupazione principale: una defiscalizzazione del reddito da lavoro che, ne sono sicuro, avrà l'effetto di invogliare le associazioni e le società sportive dilettantistiche ad aumentare le retribuzioni dei propri atleti, allenatori e preparatori atletici, con benefici per tutti.

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ALLEGATO 3

5-12559 Nicchi: Sulle agevolazioni per le associazioni sportive dilettantistiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la loro interrogazione, i colleghi del Gruppo Movimento democratico progressista sottopongono alla mia attenzione alcune misure contenute nel disegno di legge numero 1680.
  Come i colleghi interroganti sanno, nei pochi mesi del mio mandato ho cercato di percorrere tutte le strade possibili per poter introdurre norme specifiche sullo sport: è successo con la manovra correttiva della scorsa estate e sta avvenendo adesso con la legge di bilancio.
  Conosco bene il disegno di legge a cui è stato fatto riferimento. In esso sono contenute tante cose che condivido ed è stato base del lavoro che abbiamo compiuto in questi mesi, con lo stesso on. Fossati insieme ai colleghi Sbrollini e Molea, per poter definire un unico disegno di legge sullo sport.
  È stato fatto un lavoro significativo, con un vivo confronto in Commissione Cultura tra tutte le proposte presenti, fino a definire una prima base di un testo condiviso.
  Purtroppo però, come tutti sappiamo, la legislatura volge al termine ed è apparso chiaro, con la ripresa delle attività delle Camere, che non ci sarebbero stati i tempi tecnici per concludere i lavori di approvazione, neanche in due sole letture.
  Il lavoro fatto però non è andato perso. Anzi, ho voluto recuperare molte delle disposizioni contenute in quel testo base (alcune delle quali sono a loro volta contenute nella proposta di legge oggetto dell'interrogazione del collega Fossati), proponendo – per la prima volta – un pacchetto di misure dedicate allo Sport nella legge di bilancio.
  Tra queste troverete l'innalzamento dell'area di esenzione fiscale per gli sportivi dilettanti, che era previsto nella proposta di legge dell'on. Fossati e che è oggi contenuto nel mio pacchetto per la legge di bilancio.
  Sto pensando, oppure, all'estensione ai soggetti di età superiore a sessantacinque o settanta anni delle detrazioni fiscali previste per i ragazzi con meno di diciotto anni per l'iscrizione in palestra, che è stata per il momento messa da parte per esigenze di bilancio ma che potremo provare ad introdurre nella fase di discussione alle camere.
  Altre proposte contenute nella proposta di legge 1680 sono divenute nel frattempo non più necessarie perché superate da norme già entrate in vigore, come per esempio l'innalzamento a 400 mila euro del limite per la contabilità semplificata delle associazioni e società sportive dilettantistiche.
  Sto pensando anche al tema della tutela del marchio sportivo: abbiamo introdotto, nella manovra correttiva della scorsa estate, una norma finalizzata a proteggere il merchandising ufficiale in occasione degli eventi sportivi.
  Su quest'ultimo fronte, in particolare, so bene che c’è ancora molto da fare, ma credo si sia intrapresa la strada giusta e di aver dato comunque un primo segnale chiaro.
  Oggi, la presenza di un titolo dedicato allo Sport nella legge di bilancio rappresenta senz'altro l'occasione per il Parlamento per dire la propria sullo Sport e per integrare, emendare e proporre nuove disposizioni di settore.
  Ogni tentativo di migliorare quello che già di buono abbiamo fatto e stiamo facendo sarà da parte mia ben accetto.

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ALLEGATO 4

5-12560 Borghesi: Sulle nomine del CDA dell'Istituto per il Credito sportivo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la loro interrogazione, i colleghi della Lega Nord sottopongono alla mia attenzione il tema della nomina dei membri del consiglio di amministrazione dell'Istituto per il Credito Sportivo, segnalando alcuni rallentamenti nella procedura.
  Come i colleghi sanno il Consiglio di Amministrazione è composto da cinque membri:
   1) il Presidente;
   2) un membro designato dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., sentito il Ministro dell'Economia e delle Finanze;
   3) un membro designato dalla Giunta Nazionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI);
   4) due membri designati da tutti i Partecipanti al «Capitale» (o «Fondo di Dotazione»).

  Tutti i componenti designati sono poi nominati dall'Autorità di Governo con la delega allo Sport con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Va però tenuto in considerazione un ulteriore elemento, che è oggi la causa del rallentamento segnalato dall'interrogante: il Consiglio di Amministrazione di Ics, in quanto banca pubblica (unico attuale esempio nel nostro ordinamento), deve essere composto in modo da garantire adeguata rappresentanza alle donne e agli uomini.
  Purtroppo, le designazioni anticipate da ciascuno dei soggetti preposti non avrebbero consentito il rispetto del principio della parità di genere. Per questo motivo è stato necessario procedere a un ulteriore passaggio tra tutte le amministrazioni coinvolte.
  È comprensibile che possa essersi generata una certa apprensione attorno a questo tema. Colgo però l'occasione per rappresentare ai colleghi che finalmente sembra essere stato trovato un equilibrio e proprio in questi giorni partirà la lettera formale di designazione dei membri del consiglio di amministrazione dell'Istituto.

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ALLEGATO 5

5-12561 Vezzali: Sulla mancanza di palestre adeguate per la squadra olimpionica di spada.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la sua interrogazione, la collega Vezzali ha chiesto chiarimenti in merito alla recente vicenda che ha visto protagonista l'Associazione Cariplo Piccolo Teatro Milano sfrattata dalla palestra di allenamento situata all'interno della caserma dei Vigili del Fuoco di via Messina a Milano.
  Preme innanzitutto sottolineare, senza voler esulare dallo stretto merito dell'interrogazione, come fin dall'inizio del mio mandato da Ministro per lo sport abbia dedicato una particolare attenzione all'impiantistica sportiva di tutte le tipologie, conscio dell'inadeguatezza degli impianti esistenti sul nostro territorio, o addirittura dell'assenza degli stessi, soprattutto in relazione ai cosiddetti «sport minori».
  Per questo motivo con la manovra correttiva della scorsa estate ho introdotto una procedura più rapida e più semplice volta a favorire la realizzazione e l'ammodernamento degli impianti sportivi di ogni ordine e grado.
  Non solo. A breve sarà altresì pubblicato un ulteriore bando, sulla scorta del precedente «Sport e Periferie», che metterà a disposizione altri 100 milioni da investire nell'impiantistica sportiva per Enti Locali, Società ed Associazioni sportive.
  Non basta ancora. Nel Disegno di Legge di Stabilità ho inserito la messa a regime del Fondo Sport e Periferie in maniera da poter disporre con continuità risorse dedicate all'impiantistica sportiva, nonché una norma sullo sport bonus che servirà ad agevolare ulteriormente la ristrutturazione degli impianti sportivi.
  Oltre a queste disposizioni, sono poi previste altre misure a favore dell'impiantistica sportiva.
  Nello specifico dell'interrogazione riferisco che in qualità di Ministro per lo sport mi sono interessato alla vicenda inerente la Caserma Messina dei Vigili del Fuoco e l'Associazione Cariplo Piccolo Teatro Milano, vicenda che nella giornata di martedì scorso ha visto concretizzarsi una proposta da parte dei Vigili del Fuoco volta ad evitare il protrarsi di un contenzioso di fatto già in atto.
  Gli olimpionici potranno quindi continuare ad allenarsi in considerazione delle imminenti scadenze internazionali, non ultima la Coppa del mondo in programma a Berna dal 27 al 29 ottobre.
  I Vigili del Fuoco lasceranno infatti a completa disposizione dell'Associazione una delle due palestre della caserma, riservandosi solo l'utilizzo dell'altra.
  L'Associazione potrà così continuare gli allenamenti ma dovrà limitare l'attività agonistica negli stessi locali in quanto inadeguati e non a norma rispetto agli standard di sicurezza richiesti dalle leggi vigenti.
  D'altra parte è indispensabile il pieno rispetto dei protocolli di sicurezza.
  Per questo motivo anche la scuola di scherma, secondo la proposta avanzata, Pag. 89non potrà tenersi nella palestra della caserma di via Messina, non potendo essere garantiti gli standard di sicurezza necessari e rischiando altrimenti di interferire con l'attività dei Vigili del Fuoco.
  Come Ministro mi impegnerò pertanto a seguire l'evolvere della situazione a favorire una soluzione che possa salvaguardare tanto l'attività agonistica della stagione in corso quanto la formazione dei giovani atleti.
  Per quanto sopra detto, ritengo invece che siano già oggi in essere strumenti a sostegno di realtà importanti come l'Associazione Cariplo Piccolo Teatro Milano.

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ALLEGATO 6

5-12556 Nesi: Sull'attuazione della legge n. 12 del 2016.

TESTO DEPOSITATO DAL MINISTRO LOTTI

  Con la loro interrogazione, i colleghi del Gruppo Misto sottopongono alla mia attenzione alcune indiscrezioni giornalistiche concernenti la mia volontà di porre un rimedio alla sempre più pressante questione del diritto dei minori extracomunitari all'esercizio della pratica sportiva.
  È un'ottima occasione per me poter anticipare questo argomento, cui tengo molto, in questa aula.
  Effettivamente, come sottolineato dai colleghi interroganti, si tratta di un tema al quale occorre dare una risposta: ci sono centinaia di minori nel nostro paese che frequentano le nostre scuole, vengono curati nei nostri ospedali, spesso sono pure nati in Italia, ma che purtroppo non possono fare sport nelle nostre associazioni sportive.
  Ho, così, deciso di impegnarmi a cercare una soluzione.
  Approfondendo il tema mi sono accorto che il problema risiedeva nella scelta delle federazioni sportive di subordinare il tesseramento all'indicazione di una residenza in Italia. Sennonché, per avere la residenza, occorre essere in regola con le norme in materia di ingresso e soggiorno in Italia.
  In sostanza, un minore senza documenti non può chiaramente essere tesserato per una federazione sportiva.
  Ecco, io penso che per un bambino fare sport rappresenti un diritto pari a quello alla salute e all'istruzione. La pratica sportiva è uno strumento fondamentale per lo sviluppo della persona e, soprattutto, per lo sviluppo del minore, qualsiasi minore presente sul territorio nazionale.
  Da qui, la decisione di introdurre nella prossima legge di bilancio una norma con la quale faremo due cose:
   1) innanzitutto promuoveremo una campagna di informazione, finalizzata a sensibilizzare i cittadini su questo tema e promuovere l'integrazione sociale attraverso lo sport tra giovani che frequentano le nostre scuole;
   2) in secondo luogo, consentiremo ai minori cittadini di paesi terzi – a prescindere dalla condizione della residenza o del permesso di soggiorno – se iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell'ordinamento scolastico italiano, di essere tesserati presso società o associazioni affiliate alle federazioni sportive, senza alcun aggravio rispetto a quanto è previsto per i cittadini italiani.

  Per evitare che questa norma potesse in qualche modo alimentare quelle odiose e tristemente note pratiche di turismo sportivo dei minori, abbiamo scelto di riconoscere il diritto all'esercizio della pratica sportiva solo ai minori iscritti da almeno un anno a una qualunque classe dell'ordinamento scolastico italiano.
  Tre mesi fa ero a vedere una partita tra ragazzini. Uno di questi, figlio di extracomunitari, era in tribuna perché non tesserato.
  Si allenava durante la settimana con i compagni di squadra, ma la domenica restava a guardarli in tribuna.
  Oggi, grazie a questo nostra innovazione, potrà finalmente giocare anche lui.

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ALLEGATO 7

5-09358 Luigi Gallo: Sul calcolo del costo standard dello studente.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti chiedono quali siano le ragioni che hanno portato il Governo a non dare piena attuazione all'impegno voluto dalla grande maggioranza delle forze parlamentari di valutare, nella distribuzione del fondo di finanziamento ordinario per le università, la possibilità di aggiornare il modello di calcolo del costo standard dello studente al fine di fornire sostegno alle diverse esigenze territoriali degli atenei, con particolare attenzione alla situazione di disagio vissuta da quelli del Centro-sud e con quali modalità si possano perseguire le finalità indicate nelle mozioni approvate dalla Camera dei deputati concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.
  In primo luogo, posso assicurare che il tema del sostegno del sistema universitario è ampiamente condiviso nel Governo. Giova, in premessa, ricordare che con le leggi di bilancio degli ultimi anni sono stati fatti alcuni importanti interventi nel senso auspicato dagli on.li interroganti: circa 900 ricercatori di tipo B sono stati reclutati grazie ai 50 milioni euro destinati dalla legge di bilancio 2016, 55 milioni euro per l'anno 2017 e 105 milioni euro a decorrere dal 2018 sono stati stanziati per l'introduzione della no tax area al fine di sostenere l'iscrizione all'università degli studenti in condizioni economiche difficili, 271 milioni di euro sono stati finanziati dal 2018 per i progetti di sviluppo di 180 Dipartimenti Universitari di eccellenza, 45 milioni di euro sono stati stanziati dal 2017 per il sostegno alla ricerca di base dei ricercatori e professori associati in servizio nelle Università con un finanziamento di euro 3.000 ciascuno.
  Più in generale, si tratta di investimenti importanti che certamente devono essere aumentati già con la prossima legge di bilancio ma che, ad ogni modo, hanno consentito, rispetto al 2016, un incremento dell'FFO per il 2017 di circa 90 milioni di euro (+1,3 per cento) e un incremento dell'FFO per il 2018 di circa 300 milioni di euro (+4 per cento).
  In quest'ottica ci apprestiamo ad approvare una legge di bilancio per il 2018 attraverso la quale è intenzione di questo Ministero dare ulteriori e sempre più incisive risposte per l'Università. Ciò, tenuto conto di un quadro che è obiettivamente complesso per quanto attiene al trend della spesa pubblica.
  Tutto ciò premesso e con specifico riferimento a quanto richiesto dagli On.li interroganti, riteniamo opportuno ricordare, dapprima, che la finalità del costo standard è proprio quella di superare il previgente sistema di riparto del fondo di finanziamento ordinario basato sul criterio del trasferimento storico, con un criterio equo e oggettivo, finalizzato a eliminare le ingiustificate disparità nella quota di finanziamento attribuita a ciascun ateneo e a consentire agli studenti di poter disporre di un adeguato livello di servizi in termini di docenza di riferimento e di servizi amministrativi, didattici e strumentali, riconducibile a criteri di efficienza nell'impiego delle risorse e a standard quantitativi omogenei a parità di area disciplinare.
  Con riguardo specifico alla questione dell'aggiornamento del modello di calcolo del costo standard dello studente, così Pag. 92come indicato nelle approvate mozioni parlamentari citate nell'atto di sindacato ispettivo, è opportuno, quindi, ricordare che il Governo è intervenuto in materia nell'ambito del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, recante «Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno» stabilendo la nuova disciplina a regime e prevedendo una fase di transizione per il 2017 al fine di assicurare il tempestivo riparto dei finanziamenti.
  L'articolo 12 del predetto decreto-legge ha dato attuazione a quanto disposto dall'articolo 5, comma 4, lettera f), della legge 30 dicembre 2010, n. 240, ribadendo che il costo standard per studente costituisce il parametro di riferimento per la ripartizione annuale di una percentuale del fondo di finanziamento ordinario e provvedendo a determinare, al comma 2, gli specifici criteri in base ai quali è calcolato e aggiornato il costo standard in parola. Nello specifico, tali criteri sono i seguenti:
   «a) criterio del costo del personale docente: si utilizzano come indici di costo gli standard di docenza previsti per l'accreditamento iniziale dei corsi di studio e come costo medio di riferimento, cui parametrare la dotazione standard di docenza, il costo caratteristico di ateneo del professore di I fascia. Nella determinazione della dotazione di docenza si utilizza come numero standard di studenti nelle classi delle aree medico-sanitaria, scientifico tecnologica e umanistico sociale il valore compreso nell'intervallo tra il 60 per cento e il 100 per cento del numero di riferimento previsto in sede di accreditamento, in modo da tenere conto dei costi fissi della docenza necessaria per l'accreditamento;
   b) criterio del costo della docenza a contratto: è riferito al monte ore di didattica integrativa aggiuntiva stabilito in misura pari al 30 per cento del monte ore di didattica standard della docenza di cui alla lettera a), parametrato al valore medio di 120 ore per i professori e 60 ore per i ricercatori;
   c) criterio del costo del personale tecnico amministrativo: si attribuisce una dotazione standard pari ad una unità di personale per ogni docente come risultante dal criterio di cui alla lettera a) e, in aggiunta, un numero di figure di supporto tecnico parametrato a quelle eventualmente richieste in sede di accreditamento dei corsi di studio e un numero di collaboratori ed esperti linguistici pari a quelli in servizio presso l'ateneo;
   d) criterio dei costi di funzionamento e di gestione delle strutture didattiche, di ricerca e di servizio dei diversi ambiti disciplinari: il costo è stimato sulla base degli oneri medi rilevati dai bilanci degli atenei, tenendo altresì conto dei costi fissi della sede universitaria non dipendenti dalla numerosità degli iscritti».

  In merito, invece, alla questione della situazione di disagio vissuta dagli atenei del Centro-sud, occorre considerare che il citato articolo 12 tiene anche conto, segnatamente al comma 3, dei fattori legati al contesto economico territoriale e infrastrutturale che incidono in maniera differenziata sulla possibilità di alcuni atenei di determinazione delle tasse universitarie e stabilisce uno specifico meccanismo perequativo; in particolare, «al fine di tenere conto dei differenti contesti economici e territoriali in cui ogni università si trova ad operare, al costo standard di ateneo di cui al comma 2 è aggiunto un importo di natura perequativa parametrato fino ad un massimo del 10 per cento rispetto al costo standard medio nazionale, in base alla diversa capacità contributiva degli studenti iscritti all'università, determinata tenendo conto del reddito medio familiare della ripartizione territoriale, di norma a livello regionale, ove ha sede l'ateneo».
  Tale norma, dunque, permette di tener conto, nella determinazione del costo standard per studente, delle differenze di natura economica esistenti tra le diverse realtà del Paese.
  Con riguardo, infine, alla questione dell'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale finalizzata a favorire l'accesso Pag. 93agli studi universitari, l'articolo 12 in parola, al comma 6, prevede che dal 2018 si aggiunga, ai suddetti criteri di calcolo del costo standard, una ulteriore componente perequativa che tenga conto della diversa accessibilità di ogni università in funzione della rete dei trasporti e dei collegamenti. Tale importo inciderà fino ad un massimo del 10 per cento rispetto al costo medio nazionale stabilito in base agli indici di costo di cui al comma 2 del medesimo articolo.

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ALLEGATO 8

5-12101 Ricciatti: Sulla riduzione dell'organico del personale docente destinato agli Istituti marchigiani per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione in discussione si rappresenta che, secondo fonti di stampa, il personale docente destinato agli Istituti marchigiani per la storia della resistenza e dell'età contemporanea sarebbe stato ridotto dall'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche. In particolare, si evidenzia che la mancata assegnazione di docenti in comando agli istituti per la storia della resistenza e dell'età contemporanea (rete di istituti facente capo all'Istituto Nazionale Ferruccio Parri, ex INSMLI), rischia di pregiudicarne il funzionamento. Si chiedono, pertanto, informazioni a riguardo.
  In merito a quanto rappresentato si comunica quanto l'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, su richiesta del MIUR, ha precisato.
  Ai sensi dell'articolo 1, comma 331, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (legge di stabilità per l'anno 2015), il personale appartenente al comparto scuola, fatte salve tassative eccezioni, non può essere posto in posizione di comando, in particolare, il personale in servizio presso gli istituti della rete ex INSMLI, non essendo compreso tra le tassative eccezioni previste, non può fruire di alcun tipo di comando.
  Resta in ogni modo la possibilità di realizzare le attività programmate da tali enti nell'ambito dei progetti nazionali di cui all'articolo 1, comma 65 della legge n. 107/2015.
  Al riguardo si precisa però che l'assenza di oneri a carico dello Stato, espressamente prevista dal richiamato comma 65, comporta che il distacco delle unità di personale presso ciascun U.S.R. possa avvenire solo se nella scuola di servizio di ciascuna di queste unità vi sia personale dell'organico di potenziamento che possa sostituirla senza il ricorso a supplenze.
  In particolare, con il decreto ministeriale n. 659 del 26 agosto 2016, è stato assegnato all'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche un contingente complessivo di 23 unità di personale docente da destinare ai progetti nazionali di cui al citato comma 65 della legge 107.
  L'U.S.R. per le Marche ha precisato che dei suddetti 23 docenti, 6 sono stati individuati per i progetti nazionali dell'Ambito 1 relativo allo «sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica», nel quale sono ricompresi i progetti nazionali proposti dalla rete ex INSMLI delle Marche.
  Nel dettaglio il numero dei docenti dedicato all'ambito 1 è stato incrementato di una unità per l'anno 2017 rispetto all'anno 2016 e i docenti che hanno presentato domanda nell'anno scolastico 2017/18 per i progetti nazionali e che risultano fare riferimento alla rete di istituti ex INSMLI (ossia che sono stati precedentemente distaccati presso tali istituti), sono stati cinque di cui due hanno già espresso la loro rinuncia ed altri due sono docenti curriculari che non hanno la possibilità di essere sostituiti per la mancanza di posti dell'organico di potenziamento nelle rispettive scuole di servizio.
  Da ultimo, l'U.S.R. ha ricordato anche l'impossibilità di nominare per i progetti nazionali docenti di classi di concorso inesistenti nel contingente del potenziamento Pag. 95che ha riguardato diversi altri casi nella selezione dei docenti in argomento.
  Ciò posto, si rappresenta che il M.I.U.R. è ben consapevole delle esigenze indicate dall'On.le interrogante, tuttavia, come già specificato, le stesse non possono che essere contenute entro le dotazioni organiche stabilite nell'ambito dei progetti nazionali di cui all'articolo 1, comma 65 della legge n. 107/2015.

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ALLEGATO 9

5-12107 Carocci: Sugli episodi di bullismo avvenuti in un istituto privato di Genova nel mese di marzo 2017.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione ora in discussione si chiedono informazioni in merito al grave episodio di bullismo che, secondo notizie di stampa, sarebbe avvenuto nel marzo del 2017 ed avrebbe coinvolto alcuni studenti iscritti ad un istituto privato di Genova.
  In particolare, cinque studenti iscritti a tale istituto sarebbero stati arrestati per aver compiuto gravi atti di bullismo nei confronti di un compagno di classe.
  A fronte di tale grave episodio, che sarebbe comunque avvenuto all'esterno della scuola, l'istituto non avrebbe adottato alcun provvedimento disciplinare nei confronti degli studenti coinvolti.
  L'On.le interrogante chiede, pertanto, di conoscere quali iniziative il MIUR intenda adottare in ordine ad eventuali responsabilità della scuola.
  A riguardo, occorre rappresentare, preliminarmente, che l'U.S.R. per la Liguria, su richiesta del MIUR, ha precisato che l'istituto scolastico in questione è una scuola straniera operante in Italia, iscritta nell'elenco, di cui all'articolo 2 della legge 30 ottobre 1986, n. 738 e al decreto del Presidente della Repubblica del 2 agosto 2010, n. 164, perché autorizzata dall'Organizzazione del Baccellierato Internazionale di Ginevra (I.B.O.) all'effettuazione del relativo programma.
  L'Ufficio Scolastico Regionale ha, inoltre, comunicato che i fatti, riferiti dai quotidiani locali alla fine del mese di marzo 2017, sarebbero avvenuti in altra località durante le vacanze natalizie e che la scuola, che non sarebbe stata comunque oggetto di indagine della polizia giudiziaria, ha indetto un'assemblea indirizzata ai genitori ed ha avviato due diverse iniziative volte, rispettivamente, al rafforzamento dell'azione educativa e preventiva rispetto agli atti di bullismo, con il coinvolgimento del consiglio d'Istituto ed alla revisione dell’handbook della scuola, con la possibile introduzione di un codice di condotta, da rispettare anche all'esterno dell'ambito scolastico, e dei relativi provvedimenti da adottare nel caso di gravi violazioni.
  Infine, ha precisato che la vittima non è stata ammessa alla classe successiva alla fine dell'anno scolastico precedente e che la partecipazione degli studenti indagati agli esami finali dell'anno scolastico 2016-2017 è stata disposta dal Giudice competente.
  Ciò posto, si rappresenta che il MIUR è ben consapevole della gravità del fenomeno del bullismo nelle scuole, essendo impegnato da tempo nella promozione di specifiche campagne ed azioni educative finalizzate al contrasto di tale grave fenomeno.
  In particolare, con l'emanazione delle «Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo», il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha inteso dare un segnale forte di intensificazione delle attività di prevenzione del fenomeno del bullismo e, più in generale, di ogni forma di violenza mettendo a disposizione delle scuole anche specifiche risorse finanziarie e professionali.
  Il MIUR, con il «piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola», intende proseguire nella policy della prevenzione, ma anche porre Pag. 97in essere iniziative a carattere nazionale, con l'obiettivo di coinvolgere direttamente il maggior numero possibile di istituzioni scolastiche e creare una rete nazionale finalizzata al contrasto del bullismo, del cyber-bullismo e di qualsiasi espressione di disagio adolescenziale in ambito scolastico.
  A riguardo, si ricorda che numerose sono le collaborazioni attivate non solo con le altre principali istituzioni pubbliche, ma anche con enti ed associazioni del terzo Settore, ONG e, non ultime, con le più grandi aziende private dell'ITC nonché con i gestori dei principali social network, anch'essi impegnati in attività di interesse sociale al fianco delle istituzioni.
  In questo senso giova ricordare, inoltre, la recente approvazione della legge n. 71/2017 che ha introdotto specifiche disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Il MIUR, pertanto, proseguirà con forza nel contrasto di bullismo e cyberbullismo, con il debutto, anche nelle scuole, delle nuove predisposizioni della citata legge di recente approvata in Parlamento.

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ALLEGATO 10

5-12125 Carrescia: Sulla durata dell'incarico dei dirigenti scolastici presso una stessa sede.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione ora in discussione si rappresenta che il criterio generale di assegnazione degli incarichi scolastici dirigenziali che prevede la permanenza dei dirigenti scolastici nella stessa sede per un periodo massimo di tre trienni è stato applicato a livello locale, nelle diverse regioni, con notevoli margini di discrezionalità, che ne hanno precluso un'attuazione uniforme sul territorio nazionale.
  In particolare si chiedono chiarimenti in merito ai criteri di valutazione da seguire per l'eventuale proroga dei dirigenti scolastici nella stessa sede dopo il terzo triennio, qualora sussistano ragioni di efficienza e di completamento di progetti qualificati e, comunque, al fine garantire uniformità di comportamento in tutte le regioni.
  A riguardo si rappresenta, preliminarmente, che, nel corso degli ultimi anni, alcune Sezioni Regionali di Controllo della Corte dei conti hanno formulato osservazioni sui decreti di attribuzione degli incarichi ai dirigenti scolastici, con particolare riguardo a quelli di conferma.
  In particolare, la Corte ha precisato che occorre sempre specificare nell'atto di conferma la data a partire dalla quale il dirigente scolastico confermato ricopre l'incarico presso l'istituto scolastico, dovendo la conferma rispettare i limiti di una ragionevole durata secondo quanto disposto dalla normativa anticorruzione prevista dalla legge n. 190/2012.
  I Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza degli Uffici Scolastici Regionali dispongono, inoltre, che debbano essere indicati, tra gli altri, anche i criteri di rotazione del personale dirigenziale scolastico e, di conseguenza, la durata massima degli incarichi dirigenziali nella medesima sede.
  Tale indicazione è, pertanto, come precisato dall'ANAC nella deliberazione n. 831 del 3 agosto 2016, di esclusiva competenza del Direttore Generale o del Coordinatore regionale pro tempore dell'Ufficio scolastico regionale, in qualità di responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza delle istituzioni scolastiche statali del proprio territorio.
  Ciò posto, considerata la specificità organizzativa e dimensionale del settore scuola, più volte riconosciuta anche dall'ANAC, nelle more dell'aggiornamento del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, che conterrà anche il Piano Triennale per la Trasparenza e l'Integrità, si ricorda che dovranno essere i Direttori Generali o i Coordinatori Regionali pro tempore, dopo aver valutato la peculiarità e la specificità del proprio territorio, a definire i criteri temporali relativi agli incarichi scolastici dirigenziali.

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ALLEGATO 11

5-12257 Pannarale: Sul programma reclutamento giovani ricercatori «Rita Levi Montalcini».

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On.le interrogante chiede di conoscere i tempi di conclusione della procedura di reclutamento relativa al Programma giovani ricercatori «Rita Levi Montalcini» per l'anno 2016, di cui al decreto ministeriale n. 962 del 28 dicembre 2015 – bando 2015 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2 marzo 2016.
  È utile ricordare, in premessa, che l'iniziativa in argomento è prevista annualmente nell'ambito del decreto dei criteri di ripartizione del fondo di finanziamento ordinario delle università statali. Il Programma destina annualmente apposite risorse per il finanziamento di 24 posti di ricercatore a tempo determinato, di cui all'articolo 24, comma 3, lettera b), della legge n. 240 del 2010 ed annualmente vengono approvate con decreto del Ministro le liste dei soggetti da finanziare e le relative riserve.
  Le procedure di verifica dei requisiti di partecipazione e della documentazione allegata, in conformità a quanto previsto dal bando, nonché la valutazione delle candidature costituiscono operazioni di una certa complessità, tenuto conto delle numerose domande che vengono presentate. Nello specifico, per il bando 2015, sono state valutate 286 domande.
  Tutto ciò posto, si rappresenta che l'intera procedura relativa al Bando 2015, di cui al citato decreto n. 962 richiamato dall'On.le interrogante, è stata completata.
  Più nel dettaglio, con decreto ministeriale n. 728 del 20 settembre 2016 è stato nominato l'apposito Comitato incaricato di esprimere motivati pareri sulla qualificazione scientifica dei candidati e sulla valenza scientifica dei progetti di ricerca avvalendosi, ai fini della valutazioni delle candidature presentate, di esperti italiani o stranieri di alta qualificazione. Detto Comitato ha iniziato i propri lavori in data 20 ottobre 2016 e li ha conclusi il 5 luglio 2017, entro i termini stabiliti dallo stesso e come riportato nell'avviso pubblicato nel sito dedicato al Programma per giovani ricercatori «Rita Levi Montalcini».
  A seguito delle lavori svolti dal Comitato, il MIUR ha proceduto agli adempimenti preordinati all'approvazione, da parte del Ministro, delle liste dei soggetti da finanziare e delle liste delle riserve per macro-area.
  Infatti, con decreto ministeriale n. 694 del 26 settembre 2017 sono state approvate le liste dei 24 soggetti da finanziare e delle relative riserve. In pari data tale decreto e la lista dei vincitori e delle riserve sono stati pubblicati nel sito dedicato al Programma per giovani ricercatori «Rita Levi Montalcini».
  Per quanto riguarda il Bando 2016, indetto con decreto ministeriale n. 992 del 19 dicembre 2016 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio 2017, si informa che la procedura è in corso ed il Comitato ha previsto come termine dei propri lavori la data del 31 dicembre 2017.