CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 ottobre 2017
899.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12522 Russo: Sulle iniziative per la salvaguardia delle produzioni agricole con metodo biologico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero delle politiche agricole presta particolare attenzione al settore delle coltivazioni biologiche che ci vede leader in Europa per numero di operatori e per crescita progressiva delle superfici coltivate a biologico.
  In tale direzione, a due anni dalla condivisione della Carta del biologico a Expo Milano 2015 e a partire dalle esperienze dei Paesi del G7 e delle principali organizzazioni internazionali, in occasione del recente G7 di Bergamo è stata presentata «La Carta del biologico di Bergamo», una dichiarazione comune per dare rilievo all'agricoltura biologica come strumento di trasformazione dei sistemi agricoli mondiali per il contrasto ai cambiamenti climatici e per la lotta alla fame.
  La Carta mira anche a riconoscere il ruolo svolto dagli agricoltori nella tutela e salvaguardia dell'ambiente, della biodiversità e del paesaggio rurale.
  Il modello agricolo italiano è tra i più sostenibili in Europa. La produzione biologica nel nostro Paese conta oltre 1,8 milioni di ettari coltivati e circa 73 mila operatori.
  L'impegno, sul piano internazionale, è quello di continuare a lavorare per un sostegno sempre maggiore a questo settore. Infatti la sostenibilità è una chiave centrale per la crescita e la competitività dei sistemi agroalimentari.
  Sul piano interno, il Consiglio dei Ministri ha approvato, com’è noto, un decreto legislativo di iniziativa del Ministero che rafforza e inasprisce le disposizioni sui controlli della produzione biologica.
  Proprio questa mattina, è stato approvato in Commissione Agricoltura del Senato il testo, già licenziato dalla Camera, contenente norme sulla produzione con metodo biologico. Tra queste non sono invero reperibili specifiche disposizioni volte a impedire ai conduttori di terreni confinanti con quelli coltivati con metodo biologico l'adozione di pratiche di difesa convenzionale o l'impianto di altri particolari dispositivi: non è semplice strutturare un intervento pubblico di tal fatta, tenendo conto che vengono in rilievo valori costituzionali nonché rapporti tra privati, molto difficili da disciplinare in via autoritativa o precettiva.
  Peraltro, nel testo di legge vi sono norme che valorizzano e promuovono forme aggregative, come i distretti biologici e i tavoli di filiera, anche coinvolgenti gli enti locali che, indubbiamente, avranno l'effetto di rafforzare il settore non solo al suo interno, ma anche in relazione a chi non fa agricoltura biologica.
  Sarà cura del Ministero approfondire possibili percorsi sostenibili sotto il profilo giuridico per andare incontro all'esigenza rappresentata dall'interrogante.

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ALLEGATO 2

5-12523 Gagnarli: Sullo standard professionale della figura di «manutentore del verde».

TESTO DELLA RISPOSTA

  In primo luogo, tengo a precisare che, quanto alle criticità segnalate dall'Onorevole interrogante, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano – nel trasmettere al Ministero il documento relativo allo «Standard professionale e formativo di manutentore del verde» – ha evidenziato l'esigenza di un confronto con le Associazioni di categoria in merito ad alcuni aspetti attuativi, nonché la necessità di prevedere forme di esenzione dall'esame o di riduzione del percorso formativo in ragione del titolo di studio e dell'esperienza professionale maturata.
  Preciso che a fronte della segnalazione di tale esigenza, è stato richiesto ai rappresentanti del tavolo tecnico del florovivaismo di produrre dei documenti integrativi e migliorativi rispetto alla proposta pervenuta dalla Conferenza Stato-Regioni.
  Il 23 ottobre 2017 il Ministero ha convocato un gruppo composto da funzionari ministeriali, rappresentanti delle Regioni in seno al tavolo tecnico e del mondo accademico, delle Confederazioni agricole e degli ordini professionali (agronomi e agrotecnici), nonché dalle Associazioni di settore, al fine di migliorare e integrare il documento rubricato «Standard professionale e formativo di manutentore del verde».
  In tale contesto particolare attenzione è stata dedicata alla durata del percorso formativo (quanto al profilo dell'aumento delle ore di corso), alle professionalità già esistenti (sotto il profilo dell'aggiornamento periodico), e alla necessità di prevedere un corso completo per chi non è in possesso di alcuna qualifica professionale, approfondendo altresì le problematiche di natura fitosanitaria e di smaltimento dei materiali di risulta.
  Ciò premesso, non appena la nuova versione degli Standard professionali verrà approvata nell'ambito dei lavori del sopracitato gruppo di esperti (presumibilmente entro la metà del prossimo mese di novembre), sarà trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni allo scopo di raggiungere l'intesa.

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ALLEGATO 3

5-12524 Fedriga: Sull'erogazione dei contributi alle imprese agricole da parte di AGEA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La questione rappresentata dall'interrogante è all'attenzione quotidiana dell'Agea che ha posto in essere tutte le azioni necessarie al fine di recuperare i discostamenti nei pagamenti che si sono registrati nell'attuazione della programmazione 2014-2020.
  In tale direzione, sono state formalmente pretese azioni di rafforzamento e di riorganizzazione dell'intero comparto, finalizzate a rendere le procedure più rapide e tempestive. Sono stati posti altresì in essere controlli continui e puntuali per verificare il rispetto degli obiettivi operativi intermedi e finali che hanno coinvolto e coinvolgono tuttora le strutture di AGEA e di SIN.
  Riguardo specificatamente alla situazione del PSR del Friuli preciso che per la Campagna 2015, Misura 10, sono state presentate 130 domande di cui 74 considerate ammissibili al sostegno. Di queste, ne risultano pagate 5 per un importo di euro 59.322,85. È in corso una nuova tornata di pagamenti che interessa 28 domande e conseguente ad un'ulteriore verifica dei capi risultanti nell'Anagrafe zootecnica di Teramo.
  Per la Misura 11, rispetto alle 265 domande presentate ne sono state pagate 107, per un importo di euro 528.990,24. La procedura di pagamento prevede che alcune informazioni siano fornite dalla Regione (particelle in «conversione»). In alcuni casi i dati sono risultati non conformi ai criteri.
  Per la Campagna 2016, Misura 10, su 860 domande presentate, ne risultano pagate 194 per euro 695.681,60. Sono in corso di completamento le procedure di controllo e pagamento riferite ad ulteriori 300 domande. Per le operazioni completate sono in corso attività tecniche per superare le difficoltà nella lettura dei dati dall'Anagrafe zootecnica di Teramo e procedere all'integrazione dei pagamenti.
  Riguardo alla Misura 11, sono state presentate 647 domande di cui 274 pagate, per euro 1.407.898,50. Inoltre, sono in corso le necessarie verifiche per integrare i pagamenti nel caso di risoluzione di anomalie legate alle superfici.
  Per la Misura 13, rispetto alle 1.457 domande presentate, ne risultano pagate 952 per euro 2.195.220,78. Oltre alle anomalie di superficie, rispetto alle quali sono in corso rielaborazioni, preciso che per questa misura la Regione ha adottato, unica in Italia, un particolare requisito di controllo rappresentato dal coefficiente di svantaggio naturale, basato sull'irradiamento solare delle superfici, particolarmente complesso nella realizzazione.
  Riguardo alla Campagna 2017, rilevo che la normativa unionale prevede la possibilità di procedere alla corresponsione degli anticipi con il nuovo anno finanziario, che decorre a partire dal 16 ottobre. Agea sta predisponendo un piano di decretazione rispetto alle regioni di competenza, sulla base dei requisiti di controllo validati da ciascuna regione sul SIAN. Nel caso del Friuli, i requisiti di alcune misure risultano ancora in fase di definizione.

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ALLEGATO 4

5-12525 Falcone: Sul blocco delle importazioni di formaggi erborinati e muffettati dell'UE da parte della Cina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le criticità evidenziate sono state conseguenti all'inasprimento dei controlli deciso dalle Autorità doganali di Pechino e Shanghai, con conseguente introduzione di una nuova barriera non tariffaria alle esportazioni di prodotti agroalimentari verso questo Paese, nello specifico, con riferimento ad una serie di formaggi anche italiani, cioè quelli a crosta fiorita, erborinati o muffettati (ad esempio Gorgonzola e Taleggio).
  Queste restrizioni sono in contrasto con l'imminente conclusione dell'accordo UE-Cina sulle Indicazioni geografiche (II.GG.) che, come è noto, mira a tutelare una serie di specialità europee, tra cui rientrano anche quei formaggi, la cui importazione in Cina – in ragione di quest'ultima iniziativa – era stata di fatto impedita.
  Il Ministero si è immediatamente attivato presso la Commissione europea, sollecitando idonee iniziative per risolvere la questione e scongiurare pesanti effetti negativi sulle esportazioni delle imprese italiane.
  Grazie a questa iniziativa, la Commissione ha recentemente comunicato che, durante un incontro con la Commissione Nazionale per la Salute e la Famiglia (NHFPC) del 13 ottobre 2017, è stato concordato che il blocco delle importazioni sul territorio cinese di diversi tipi di formaggi erborinati – in particolare Roquefort, Blue Danese, Gorgonzola e Stilton – sia rimosso, permettendo al commercio di riprendere immediatamente.
  La stessa Commissione ha riconosciuto che le muffe utilizzate per la produzione di quei formaggi non sono dannose per la salute dei consumatori.
  In sede europea, è stato inoltre annunciata l'organizzazione di un seminario entro l'anno che favorisca un confronto con i referenti cinesi del settore, al fine di promuovere un aggiornamento della normativa, onde evitare in futuro il ripetersi di simili criticità.

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ALLEGATO 5

5-12526 Schullian: Sulla tutela del Consorzio sardo Grano Cappelli.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La varietà di grano duro «Cappelli» è una varietà storica costituita nella prima metà del ‘900 ed iscritta la prima volta al Registro Nazionale delle Varietà nel 1969.
  Grazie all'importante lavoro di selezione in purezza da parte dei ricercatori del CREA è stato possibile mantenere nel tempo l'iscrizione della varietà al registro nazionale che individua proprio in capo al CREA l'unico soggetto responsabile del mantenimento in purezza della varietà.
  Il CREA pertanto ha il diritto a sviluppare licenze con terzi a cui affidare appunto la riproduzione del seme, ai fini della successiva diffusione e commercializzazione. Tant’è che, dal 2007 e fino al 2016, la varietà è stata affidata per la moltiplicazione – ai fini della successiva commercializzazione – con un'esclusiva territoriale a due Ditte, una per la sola Sardegna (Selet), e l'altra per il restante territorio italiano.
  A seguito della risoluzione del contratto novennale, nel rispetto della normativa vigente e dei principi di trasparenza, è stata avviata a giugno 2016 una procedura ad evidenza pubblica per individuare il nuovo soggetto cui affidare la moltiplicazione del seme.
  La procedura di selezione pubblica ha visto quattro manifestazioni di interesse, tra cui quella della ditta Selet.
  Queste Aziende sono state invitate, dall'apposita commissione tecnica, a proporre un piano di sviluppo e ad accettare i nuovi livelli di royalties attestati su 40 euro/tonnellata rispetto ai 15 Euro dei precedenti contratti, un valore senz'altro congruo rispetto al mercato attuale dei frumenti duri in particolare per questo tipo di varietà.
  Tuttavia, a seguito di tale richiesta, la Selet non ha fornito alcun riscontro e, con Determina n. 96 del 10 agosto 2016, l'esclusiva è stata affidata alla Società SIS di Bologna sulla base delle garanzie fornite rispetto a quanto richiesto in termini di capacità produttiva e diffusione su tutto il territorio.
  In ogni caso, rilevo che è fatto salvo il diritto dell'agricoltore di autoriprodurre il seme per i propri bisogni, tra i quali non figura il commercio del seme autoprodotto. Chiunque voglia produrre e porre in commercio il seme, pertanto, dovrà sottoporsi al regime di certificazione e controllo previsti dalla legge sementiera.
  Infine, rappresento che il Consorzio Sardo Grano Cappelli è un marchio commerciale che pone nel suo logo la denominazione Cappelli, ma questo non conferisce alcun diritto sulla proprietà della stessa varietà.

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ALLEGATO 6

5-12527 Zaccagnini: Sulle misure per la sicurezza dei prodotti extra UE di pesce allevato.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo alle questioni poste dall'onorevole interrogante, rilevo che sugli aspetti della sicurezza e della salubrità alimentare, essi potranno trovare qualificata risposta da parte di altri Dicasteri.
  Per quanto concerne le prerogative di questo Ministero, rassicuro che è dedicata massima attenzione – attraverso gli organi deputati al controllo – alla vigilanza sulla filiera ittica, con riguardo alla tracciabilità ed alla corretta informazione per il consumatore.
  In questa prospettiva, ed al fine di fornire risposte concrete alle problematiche sollevate dall'interrogante, il Ministero si dichiara altresì disponibile a partecipare ad ogni iniziativa che possa essere ritenuta utile a tutela dei consumatori, compresa l'attivazione di un Tavolo tecnico congiunto sul tema.