CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 ottobre 2017
892.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12426 Zaratti: Sul risarcimento da parte dell'Ilva delle spese sostenute dal comune di Taranto per la pulizia delle aree circostanti lo stabilimento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle richieste di ristoro da parte del Comune di Taranto in merito ai costi di pulizia e spazzamento delle aree limitrofe allo stabilimento ILVA, lo stesso Comune ha fatto presente che la questione attiene all'esecuzione della prescrizione prevista dall'articolo 1, punto 22, del decreto AIA del 20 ottobre 2012. Al riguardo ha evidenziato che, per tale prescrizione, il ristoro non è subordinato all'accertamento di qualsivoglia «nesso di causalità diretta tra l'attività svolta dalla società e l'affermata necessità di sostenere le spese oggetto di insinuazione», né alla straordinarietà delle operazioni di pulizia rispetto all'ordinaria attività svolta dall'Ente Civico. Per tale ragione, il Comune ha trasmesso, in data 18 luglio 2017, il prospetto riepilogativo delle somme dovute per il periodo novembre 2016 – marzo 2017, ed è in attesa di ricevere il relativo pagamento.
  Sulla questione, i Commissari Straordinari dell'Ilva hanno rappresentato, che il procedimento di formazione dello stato del passivo è un procedimento sommario, fondato sull'analisi strettamente documentale di quanto allegato dal ricorrente alla domanda di insinuazione al passivo. Nell'ambito di tale procedimento sommario, i Commissari Straordinari, esaminata la domanda e la documentazione allegata dalla parte ricorrente, provvedono a predisporre un progetto di stato passivo che viene comunicato ai creditori al fine di raccogliere eventuali osservazioni. Conseguentemente, il Giudice Delegato della predetta procedura, esaminato il progetto di stato passivo e le eventuali osservazioni dei creditori, adotta il proprio provvedimento.
  I Commissari Straordinari hanno evidenziato, altresì, che l'ordinario sviluppo della successiva fase a cognizione piena delle opposizioni allo stato passivo potrà dare spazio – sussistendone i presupposti ed a fronte di adeguata dimostrazione – ad una possibile modifica di quanto deciso dal Giudice Delegato.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si fa presente che, allo stato, non risultano, agli atti del Ministero, accertate violazioni in riferimento alla predetta prescrizione. Si rassicura, comunque, che questa Amministrazione continuerà a tenersi informata, senza ridurre il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 2

5-12424 Borghi: Sull'accessibilità della relazione dell'Ispra sulle condizioni del lago di Bracciano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente che lo scorso 10 luglio il Ministero dell'ambiente ha incaricato l'ISPRA di verificare lo stato dell'invaso del lago di Bracciano, in seguito alla crisi idrica causata dall'assenza di precipitazioni e dalle elevate temperature estive ed accertare gli eventuali effetti della prolungata siccità sugli ecosistemi. L'ISPRA ha prodotto tre relazioni tecniche.
  La prima, descrive gli esiti di un primo sopralluogo effettuato dall'ISPRA in data 21 luglio scorso, al fine di verificare «lo stato dei luoghi presso il lago di Bracciano». Più in particolare, il sopralluogo è stato finalizzato a valutare la sussistenza e l'entità di eventuali danni ambientali legati all'abbassamento del livello idrometrico del lago. Nello svolgimento di tale istruttoria, ISPRA ha attivato anche un'apposita interlocuzione con l'ARPA competente. Gli elementi preliminari di tale attività, connessi alla gestione della fase emergenziale, sono stati inoltrati al Ministero dell'ambiente. Peraltro, su richiesta del Ministero, ISPRA ha inviato, nell'agosto scorso, un report fotografico finalizzato a successive valutazioni in materia di danno ambientale. Le successive due relazioni tecniche prodotte da ISPRA, rispettivamente in data 2 agosto e 14 settembre, sono state dedicate alla valutazione dello stato ecologico-ambientale lacustre.
  La diagnosi dei processi in corso e la identificazione delle possibili misure di tutela hanno richiesto l'acquisizione di ulteriori informazioni derivanti dal monitoraggio delle acque, di competenza delle Amministrazioni regionali e di altri Enti e Autorità, con la finalità di comprendere le cause, in relazione agli effetti rilevati, per poi determinare le misure di tutela efficaci. Per tale motivo, ISPRA ha provveduto a raccogliere, con richiesta agli Enti territoriali competenti, le informazioni rilevanti a tracciare un quadro diagnostico per redigere una relazione definitiva, ad integrazione delle informative preliminari già inviate.
  Pertanto, sulla base dei nuovi riscontri aggiornati sarà possibile produrre una relazione idonea a descrivere con maggior dettaglio lo stato e le dinamiche del sistema lacustre, che potrà essere messa a disposizione dei soggetti che ne facciano richiesta, secondo le modalità e nei limiti della normativa vigente.

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ALLEGATO 3

5-12425 Daga: Sul finanziamento delle opere contro il dissesto idrogeologico

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente, in via preliminare, che l'esperienza maturata in questi anni nell'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ha evidenziato problemi di spesa da parte dei soggetti attuatori degli interventi (Presidenti di Regione), dovuti in parte a problemi di ordine burocratico e amministrativo ed in parte alla cronica mancanza di progettazioni di livello adeguato che sostengano le proposte di interventi sul territorio. Ad ogni modo, le risorse a disposizione per i prossimi anni, pari ad oltre 2,8 miliardi di euro, sono comunque compatibili e coerenti con l'attuale tiraggio della spesa e delle previsioni di andamento della stessa.
  Nella consapevolezza delle predette difficoltà, il Governo ha ritenuto necessario, peraltro, attivare con la Delibera Cip e n. 32/2015, successivamente regolamentato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 luglio 2016, un «Fondo di rotazione» di 100 milioni di euro destinato a garantire nel tempo l'avanzamento della progettazione di interventi per un importo di oltre 2 mld/euro al fine di renderli così cantierabili.
  Le risorse esistenti, in concorrenza con quelle ad oggi previste nel bilancio pluriennale del Ministero dell'ambiente, consentono allo stato di soddisfare il fabbisogno in materia di prevenzione. Le successive programmazioni e previsioni saranno individuabili a seguito dell'avanzamento delle attività finanziate con il predetto Fondo.
  Allo stato attuale, pertanto, nessuna richiesta di finanziamento con la Bei e la Ceb, cui fanno riferimento gli Onorevoli Interroganti, è stata sottoscritta.
  Si segnala, comunque, con riferimento agli strumenti di finanziamento, che compito del Ministero dell'ambiente non è quello di occuparsi delle modalità con le quali si garantisce la provvista finanziaria richiesta, bensì quello di individuare il fabbisogno necessario.

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ALLEGATO 4

5-12423 Pastorelli: Sulla messa in sicurezza dell'area dell'ex impianto nucleare di Rotondella, in provincia di Matera.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi forniti dagli Enti locali e Amministrazioni competenti, si fa presente che il 19 settembre scorso si è tenuto, presso la Regione Basilicata, un incontro tecnico in cui si è discusso sui primi risultati delle analisi programmate nel Piano di Caratterizzazione presentato da SOGIN S.p.A. ed ENEA, approvato dal Comune di Rotondella, ed a conclusione dello stesso incontro è stata fissata per il 3 ottobre la Conferenza di Servizi per assumere decisioni in merito alle attività da svolgere. In tale sede, VARPAB ha evidenziato che il superamento dei valori del «tricloro-etilene» e del «cromo-esavalente», rilevato nel corso delle analisi svolte, si è verificato nell'area in prossimità del vecchio impianto Magnox e lungo il perimetro di valle del Centro Enea. Si evidenzia, inoltre, che il Sindaco ha emesso Ordinanza di non utilizzo ed emungimento delle acque sotterranee a scopo irriguo e consumo umano e animale.
  All'esito della Conferenza di Servizi, si è deciso che SOGIN ed ENEA provvederanno, da subito, a rimuovere il serbatoio e la relativa condotta, afferenti al dismesso impianto Magnox, individuati quale fonte probabile di primaria contaminazione, previa presentazione di una relazione tecnica, in contraddittorio con l'ARPA. ENEA provvederà, inoltre, al tempestivo emungimento dei piezometri che presentano il superamento e realizzare ulteriori piezometri da spurgare periodicamente, anche ai fini del monitoraggio e di primo intervento di confinamento della contaminazione a carico del cromo esavalente.
  Provvederà altresì alla realizzazione di piezometri a valle della S.S. 106 Ionica, al fine di indagare una eventuale propagazione della contaminazione. Le risultanze del monitoraggio saranno prese a base per la redazione di un progetto preliminare a cura dell'ENEA per la messa in sicurezza operativa del sito. Contestualmente, la Conferenza di Servizi ha chiesto all'ARPAB il controllo in contraddittorio degli inquinanti convenzionali secondo un programma da concordare con SOGIN. L'ENEA ha, peraltro, comunicato che si attiverà per recuperate i costi di questi interventi da coloro che saranno individuati come responsabili della contaminazione, atteso che l'impianto Magnox non è di proprietà né è gestito dalla predetta Agenzia.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura comunque, che, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 5

5-12427 Pellegrino: Sulle tracce di radionuclide RU-106 registrate nell'area veneta.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche esposte, si fa presente, in via preliminare, che l'ISPRA svolge le funzioni di Autorità di regolamentazione competente per la sicurezza nucleare e la radioprotezione e coordina, nell'ambito del Sistema Nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, la Rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale. Pertanto, in occasione di misure anomale di radioattività, i soggetti interessati informano ISPRA sui risultati registrati.
  A seguito della segnalazione dello scorso 2 ottobre da parte di ARPA Lombardia, sulla presenza di tracce di Ru-106, ISPRA ha immediatamente attivato l'intero sistema di sorveglianza nazionale richiedendo l'immediata trasmissione dei risultati delle misure effettuate, dando nel contempo informazione al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. La stessa contaminazione dell'aria è stata documentata anche dai laboratori dell'ARPA Veneto e di altre Regioni del Nord Italia.
  In ambito internazionale, l'ISPRA ha informato l'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) dei valori anomali rilevati sul territorio nazionale e richiesto alla stessa informazioni in merito alla localizzazione dell'eventuale rilascio. Dalle informazioni che l'ISPRA ha ricevuto dall'IAEA risulta che la stessa abbia richiesto dati e informazioni agli altri Stati Membri e che ad oggi diversi Paesi europei abbiano comunicato il rilevamento di analoga presenza di tracce di rutenio nel particolato atmosferico.
  Dal 3 ottobre ad oggi si registra comunque una progressiva diminuzione delle concentrazioni misurate nelle aree interessate.
  Per quanto riguarda l'origine del fenomeno non risultano, al momento, pervenute informazioni attraverso i canali internazionali di notifica in merito ad eventuali incidenti che abbiano comportato rilascio di radioattività nell'ambiente. Da valutazioni e calcoli basati sull'andamento delle condizioni meteorologiche dei giorni scorsi svolte da istituti specializzati, in particolare l'IRSN francese, si ipotizza che la sorgente della contaminazione possa essere localizzata a sud della regione degli Urali. Ad ogni modo, non essendo stati rilevati altri radionuclidi artificiali, si esclude la possibilità di un incidente correlato ad impianti per la produzione di energia nucleare.
  Allo stato, le concentrazioni di radioattività misurate non sono rilevanti dal punto di vista radiologico e non sono tali da costituire un rischio di tipo sanitario. Esse sono tuttavia indice della presenza di un'anomalia radiometrica della quale occorre identificare l'origine.
  Si rassicura, pertanto, che l'ISPRA continua a seguire la problematica e pubblica periodici aggiornamenti sul proprio sito web.