CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 ottobre 2017
892.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo (Nuovo testo C. 4302 Governo e abb.).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
   esaminato il nuovo testo del disegno di legge C. 4302 Governo e abb., recante «Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo»;
   considerato che le disposizioni contenute nel provvedimento in esame sono finalizzate al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, di esclusiva competenza statale, ai sensi dell'articolo 117, primo comma, della Costituzione e sono altresì riconducibili alle materie tutela della concorrenza» «ambiente» e «ordinamento civile», anch'esse di esclusiva competenza statale, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e), s) e l), della Costituzione,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Modifiche alla deliberazione della Camera dei deputati 30 giugno 2015, recante istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni (Nuovo testo Doc. XXII, n. 80 Scanu).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
   esaminato il testo del Doc. XXII, n. 80 Scanu, recante «Modifiche alla deliberazione della Camera dei deputati 30 giugno 2015, recante istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni»,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

5-12436 Fiano e Fabbri: Sull'adozione del piano nazionale antiviolenza.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  Si rappresenta che il Piano straordinario d'azione contro la violenza sessuale e di genere è stato adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 luglio 2015 e registrato dalla Corte dei Conti il 25 agosto 2015.
  Il Piano prevede per la realizzazione delle azioni individuate nel documento programmatico uno stanziamento complessivo di risorse finanziarie pari a 38.127.353 milioni di euro.
  Il Piano ha, inoltre, stabilito specifici linee di azione e di intervento prevedendo a tal fine specifici stanziamenti. In particolare:
   interventi volti a finanziare la formazione di coloro che prestano soccorso e assistenza alle donne; l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza; l'autonomia abitativa alle donne vittime di violenza e l'implementazione dei sistemi informativi utili ai fini della Banca dati nazionale dedicata al fenomeno della violenza;
   le azioni afferenti l'ambito di intervento della prevenzione del fenomeno attraverso gli strumenti della comunicazione, dell'educazione e della formazione;
   l'istituzione e la gestione della Banca dati nazionale sul fenomeno della violenza;
   la realizzazione di progetti volti a sviluppare la rete di sostegno alle donne e ai loro figli attraverso il rafforzamento dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza, prevenzione e contrasto del fenomeno.

  Inoltre, si ricorda che la scorsa legge di bilancio ha incrementato, nella misura di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019 lo stanziamento destinato al finanziamento delle azioni per i centri antiviolenza e le case-rifugio, la cui dotazione ammontava a 10 milioni di euro annui. Inoltre, a marzo 2016 è stato emanato dal Dipartimento per le pari opportunità un Avviso pubblico per il potenziamento delle attività sopra citate che ha messo a disposizione ulteriori 12 milioni di euro. In relazione a tale dotazione sono pervenute n. 198 proposte progettuali di cui n. 66 sono state finanziate.
  La Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio, il 7 settembre u.s. nel corso della Cabina di regia nazionale costituita in forza del Piano straordinario, ha presentato alle Amministrazioni centrali interessate, alle rappresentanze delle Regioni, delle Autonomie locali, delle associazioni maggiormente rappresentative sul tema e alle organizzazioni sindacali la bozza del nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, frutto di un apposito gruppo di lavoro con la partecipazione delle Istituzioni e delle associazioni sopra richiamate. Il testo del nuovo Piano, rivisto alla luce delle ulteriori osservazioni ricevute, è attualmente in corso di definizione e sarà sottoposto a intesa con la Conferenza Unificata e, successivamente, adottato dal Consiglio dei Ministri.
  Si rassicurano gli interroganti che, nel disegno di legge di bilancio in corso di predisposizione particolare attenzione sarà dedicata a tali interventi con la previsione di una specifica provvista finanziaria che si aggiunge a quella già prevista a legislazione vigente e in precedenza ricordata.

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ALLEGATO 4

5-12437 Toninelli e altri: Su questioni riguardanti gli incarichi pubblici di nomina politica.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  In materia di lavoro pubblico, non si rinvengono nell'ordinamento disposizioni di legge che prevedano e tantomeno impongano decurtazioni della retribuzione, prevista per le funzioni svolte, in favore di movimenti o partiti politici. Analogamente, disposizioni di tal genere non risultano esistenti nemmeno con riguardo al settore delle società partecipate, per come da ultimo regolato dal decreto legislativo n. 175 del 2016 anche con riferimento alla disciplina degli incarichi e dei compensi.
  Per ciò che attiene nello specifico ai partiti e ai movimenti politici, che, come noto, sono libere associazioni con cui i cittadini, con metodo democratico, concorrono a determinare la politica nazionale, gli stessi sono disciplinati da regole di comportamento e di trasparenza (quali da ultimo quelle disposte dal decreto-legge n. 149 del 2013 per i partiti e movimenti politici iscritti nel registro), le quali sono volte non solo a disporre circa i rapporti fra tutti gli iscritti e il partito stesso, ma anche a renderli trasparenti pubblicamente. A tale scopo rispondono le disposizioni che prevedono l'obbligo dei movimenti e dei partiti politici di pubblicare i propri atti fondativi per consentirne il controllo diffuso.
  La libera adesione di un soggetto ad una determinata associazione – ancorché avente natura politica – determina infatti nell'iscritto l'obbligo di rispettare i vincoli associativi, eventualmente anche di natura economica, previsti dei partiti e movimenti medesimi e riferibili sia ai singoli iscritti sia a coloro che in modi e forme differenziate, svolgono incarichi di responsabilità o per i quali sia prevista una nomina politica, comunque essa sia articolata.
  Il Governo, ovviamente, non è responsabile delle scelte operate dai singoli movimenti o partiti politici in tema di contribuzione degli associati, trattandosi di soggetti privati. Tuttavia per i partiti che, come il PD, sono dotati di regolamenti e statuti pubblici, l'onorevole interrogante potrà verificare la fondatezza o meno delle notizie di stampa oggetto del quesito.

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ALLEGATO 5

5-12438 Sisto: Sul conferimento di una delega ministeriale esclusiva per il Sud.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  A decorrere dal 12 dicembre 2016 al Ministro senza portafoglio per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, prof. Claudio De Vincenti, è delegato l'esercizio delle funzioni di coordinamento, indirizzo, promozione d'iniziative, anche normative, vigilanza e verifica, nonché ogni altra funzione attribuita dalle vigenti disposizioni al Presidente del Consiglio dei ministri, relativamente alla materia delle politiche per la coesione territoriale e per gli interventi finalizzati allo sviluppo del Mezzogiorno.
  Le competenze assegnate al suddetto Ministro, mostrano come il Governo abbia voluto mostrare l'attenzione alle specifiche questioni inerenti al Mezzogiorno.
  Tra le funzioni delegate al suddetto Ministro vi è anche:
   la promozione e il coordinamento delle politiche e degli interventi finalizzati allo sviluppo economico dei territori in una logica di coesione nonché l'individuazione di strumenti atti a favorire il Mezzogiorno, ovvero a individuare politiche utili a ridurre il divario economico e sociale con le regioni del Centro-nord;
   la presidenza della Cabina di Regia per la programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020;
   la promozione e il coordinamento degli interventi e delle iniziative per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto.

  Peraltro, si ritiene che l'attribuzione al Ministro De Vincenti della delega anche alla programmazione Fondo per lo sviluppo e la coesione, non solo rappresenti un elemento positivo in quanto consente una continuità del lavoro già svolto dal medesimo, nel precedente Governo, con il ruolo di Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, ma permetta, altresì, una maggiore efficacia dell'azione svolta a favore del Mezzogiorno perché coordinata con la gestione delle risorse del suddetto Fondo, che, come noto, per l'80 per cento devono essere assegnate ad interventi da realizzare nei territori delle regioni del Mezzogiorno. Infine, per ciò che riguarda gli interventi previsti nel recente decreto-legge n. 91 del 2017, si rassicurano gli interroganti che il Ministro e le sue strutture amministrative stanno già procedendo alla rapida definizione delle misure attuative in essa contenute per consentire alle regioni interessate la presentazione delle istanze relative, ad esempio alle ZES, già nel 2017.

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ALLEGATO 6

5-12439 D'Attorre e altri: Sulle iniziative per attuare la Convenzione di Istanbul.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  Il 27 giugno 2013 il Parlamento italiano ha adottato il disegno di legge di iniziativa parlamentare recante ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica (legge n. 77 del 2013), aperta alla firma degli Stati membri VII maggio 2011 ad Istanbul, e sottoscritta dal nostro Paese il 27 settembre 2012.
  In linea generale, la Convenzione di Istanbul si propone non solo di proteggere le donne da ogni forma di violenza, ma di prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica attraverso l'individuazione di una strategia condivisa per il contrasto della violenza contro le donne ed il riconoscimento ufficiale della sua importanza, anche attraverso azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti. Essa costituisce, pertanto, il punto più avanzato del diritto internazionale sul tema della violenza contro le donne, dal momento che riconosce in questa forma di violenza una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione, configurandola pertanto come una violazione del principio di eguaglianza.
  In coerenza con i principi orientativi della Convenzione di Istanbul, si è inteso assicurare la maggiore protezione delle vittime sia in ordine al regime delle testimonianze, protette per i soggetti vulnerabili, sia mediante un sistema di garanzia della trasparenza che va dalle indagini in corso a quella processuale, all'obbligo di informazione sui presìdi territoriali di sostegno. Si è, inoltre, previsto il gratuito patrocinio, anche oltre i limiti di reddito, per le donne vittime di violenza domestica. Tale protezione è estesa anche alle vittime straniere per le quali è prevista la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari adottato dal T.U. sull'immigrazione.
  Tra le altre misure adottate in attuazione dei principi della suddetta Convenzione, si ricordano: l'adozione di un Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere e, da ultimo, l'articolo 24 del decreto legislativo n. 80 del 2015, che prevede che le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, escluse le lavoratrici del settore domestico, possano avvalersi di un congedo indennizzato per un periodo massimo di 3 mesi al fine di svolgere i percorsi di protezione certificati.
  Ma sarà soprattutto il nuovo Piano di Azione Nazionale – già presentato in data 7 settembre 2017 nel corso della Cabina di regia nazionale – per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e la violenza domestica a definire la strategia complessiva del nostro paese per attuare la Convenzione di Istanbul, attraverso un percorso condiviso e teso a riflettere le prospettive e le esigenze di tutti gli attori coinvolti, secondo una logica di partenariato e di definizione di politiche integrate, indicando il cammino dei prossimi tre anni di lavoro e, soprattutto, responsabilizzando tutti coloro che saranno chiamati a darvi attuazione.
  La governance del Piano sarà articolata a livello centrale come anche a livello Pag. 40territoriale, con il supporto delle «reti territoriali antiviolenza», che garantiranno il raccordo tra tutti i servizi che operano nel campo della prevenzione, protezione e contrasto alla violenza maschile contro le donne. Nello specifico, l'obiettivo sarà quello di fornire una risposta completa e multidisciplinare ai bisogni della donna vittima di violenza, rispetto alla quale è necessario assicurare che i centri antiviolenza – all'interno dell'operatività degli attori istituzionali e del terzo settore della rete stessa che a qualsiasi titolo entrano in contatto con la donna – possano sempre rappresentare il suo interesse.
  Si ricorda, inoltre, che il 24 luglio 2017 è stato emanato dal Dipartimento per le pari opportunità un avviso pubblico, per il quale sono stati destinati 10 milioni di euro, per il finanziamento di progetti volti a promuovere e sostenere una serie di interventi progettuali, anche di carattere innovativo per proseguire la strategia nazionale di completa e rigorosa attuazione di tutti gli obblighi nascenti dalla Convenzione di Istanbul e delle priorità del Piano straordinario. Nello specifico i progetti finanziabili dovranno riguardare le seguenti linee di intervento: a) progetti volti a migliorare le capacità di presa in carico e tutela delle donne migranti, incluse le donne rifugiate; b) progetti finalizzati a migliorare le modalità di inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza; c) progetti di supporto alle donne detenute che hanno subito violenza ed azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza specifiche per il contesto degli istituti penitenziari; d) programmi di trattamento degli uomini maltrattanti; e) progetti innovativi di supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza cosiddetta «economica»; f) progetti di comunicazione volti alla sensibilizzazione e prevenzione territoriale della violenza di genere, nonché progetti di educazione concernenti attività culturali, artistiche e sportive, per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali, eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.
  Tali risorse peraltro si sommano ai 31 milioni di stanziamenti per gli anni 2015 e 2016 trasferiti alle Regioni per centri antiviolenza e case rifugio.