CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 ottobre 2017
884.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo (C. 3831 La Marca e abb.).

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL DEPUTATO FEDI

  Onorevole Presidente, Colleghi deputati, rinvio alla relazione illustrativa da me svolta il 15 marzo di quest'anno sulle abbinate proposte di legge in titolo, entrambe finalizzate alla istituzione di una ricorrenza che rappresenti, divulghi e valorizzi le esperienze, le attività e il contributo sociale apportato dai cittadini italiani all'estero nel campo della cultura e della lingua italiane, della ricerca scientifica, dell'imprenditoria e delle professionalità nonché della solidarietà internazionale.
  Ricordo che nel corso dell’iter in sede referente ho presentato un emendamento, approvato dalla Commissione, che rispondeva all'esigenza di individuare una data alternativa al 12 ottobre per la ricorrenza della giornata degli italiani nel mondo, attese le difformi sensibilità sulla figura storica di Cristoforo Colombo e il rischio di vedere passare in secondo piano la questione che è al centro delle proposte di legge, ovvero il tema delle migrazioni. Ogni anno infatti – e il 2017 non ha fatto eccezione – le celebrazioni di Columbus Day si accompagnano a forti proteste, soprattutto nelle comunità dei nativi d'America. Nell'anno in corso ha fatto notizia la decisione del consiglio comunale di Los Angeles di cancellare la consueta parata sostituendola con «la parata di indigeni, aborigeni e popoli nativi».
  La data prescelta del 31 gennaio era stata individuata con riferimento al primo provvedimento approvato in Italia, nel 1901, in tema di emigrazione con cui, tra l'altro, si radicava la competenza presso il Ministero degli affari esteri e si istituiva un Commissariato generale incaricato di affrontare le problematiche dei connazionali nel mondo in un'ottica di tutela del migrante.
  Concludo la mia esposizione esprimendo soddisfazione per l'unanimità di consensi registrata tra tutti i gruppi presenti in questa Commissione e da parte del Governo circa l'opportunità del trasferimento alla sede legislativa. Auspico che la Commissione voglia procedere celermente in questo esame, anche al fine di consentire al Senato di esaminare il provvedimento con pari sollecitudine e conseguire così un significativo risultato entro la legislatura in corso.

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ALLEGATO 2

Sulla missione svolta a New York in occasione della 72ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (19-22 settembre 2017).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  L'on. Erasmo Palazzotto, vicepresidente della III Commissione, ha preso parte – su invito del Ministro degli Affari e della cooperazione internazionale e in rappresentanza della Camera dei deputati – alla settimana inaugurale della 72ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, svoltasi a New York dal 18 al 22 settembre 2017. Della delegazione della Camera dei deputati erano parte anche il presidente Fabrizio Cicchitto e il vicepresidente Andrea Manciulli che hanno annullato la propria partecipazione alla missione per intervenuti impedimenti di carattere istituzionale.
  Per il Senato della Repubblica la delegazione presente su invito del Ministro era composta dal Presidente della 3a Commissione, senatore Pier Ferdinando Casini e dal senatore Gian Carlo Sangalli, capogruppo del PD nella stessa Commissione. All'agenda bilaterali di incontri della delegazione ha preso anche parte l'on. Gianluca Pini.
  La delegazione è stata prioritariamente impegnata sul versante della partecipazione dei lavori della Sessione ordinaria, segnati quest'anno dall’escalation della crisi nord-coreana e dagli interventi di due nuovi leader mondiali: il nuovo presidente degli Stati uniti, Donald Trump ed il nuovo presidente francese, Emmanuel Macron.
  La delegazione ha avuto alcuni significativi incontri bilaterali con il viceministro degli Affari esteri della Repubblica islamica dell'Iran, Majid Takht-Ravanchi, con il ministro degli Affari esteri della Palestina, Riad Malki, con il nuovo Rappresentante speciale per la Libia del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé e con il ministro degli Affari esteri tunisino, Khemaies Jhinaoui nonché con rappresentanti del Soufan Group, istituto di ricerche con sede a New York, specializzato nei problemi della lotta al terrorismo internazionale.
  L'incontro con il viceministro degli Affari esteri iraniano si è svolto nel quadro delle forti reazioni suscitate dall'intervento del Presidente degli Stato all'apertura della Sessione, assai critico nei riguardi dell’Iran Deal, sottoscritto dalla precedente Amministrazione statunitense.
  L'esponente iraniano ha richiamato gli storici legami di collaborazione tra Teheran e Roma ma ha richiamato al tempo stesso le difficoltà riscontrate nell'import-export tra i due Paesi a seguito dell'adozione delle sanzioni USA che incidono pesantemente sullo svolgimento delle operazioni commerciali.
  Dopo avere qualificato come «fondamentalmente contraddittorio» il discorso del presidente Trump in Assemblea generale, ha ribadito la netta contrarietà iraniana ad una riapertura dei negoziati sul nucleare, che ha natura multilaterale e non riguarda soltanto le relazioni tra Iran e Stati Uniti.
  Il presidente Casini ha rassicurato l'interlocutore iraniano circa la coesione dei partner europei nel sostegno assunto dall'Alta Rappresentante Mogherini ed in esito ai quesiti formulati dall'onorevole Palazzotto sulla posizione di Teheran sugli sviluppi della crisi siriana, l'esponente iraniano ha richiamato le decisioni assunte nel vertice russo-turco-iraniano sulla Siria.Pag. 265
  Il Rappresentante Speciale dell'ONU per la Libia, Salamé, ha illustrato alla delegazione parlamentare gli aspetti salienti del piano d'azione presentato in occasione dell'evento di alto livello a margine della Sessione ordinaria dell'Assemblea generale. L'obiettivo è quello di scongiurare ogni rischio di ulteriore frammentazione del quadro libico avviando un processo di redazione degli emendamenti da apportare all'Accordo di Skhirat.
  Salamé ha anche accennato alla possibile separazione tra il Consiglio presidenziale, chiamato a svolgere un ruolo di regìa politica, e le funzioni istituzionali di amministrazione quotidiana che fanno capo al Governo. In prospettiva, il piano d'azione dovrebbe condurre allo svolgimento di un referendum costituzionale, seguito dalle elezioni politiche. Salamé ha più volte evidenziato la situazione assai critica delle finanze libiche, gravate dall'esigenza di sostenere due contrapposti sistemi istituzionali, facenti capo al presidente Serraj ed al generale Haftar.
  Sollecitato da una domanda posta dall'onorevole Palazzotto, il Rappresentante Speciale ha evocato la necessità di una maggiore unità a livello internazionale, evitando la proliferazione di iniziative diplomatiche, alcune delle quali promosse da attori europei, non coordinate tra loro, che inducono i vari interlocutori libici a forme controproducenti di forum shopping.
  L'incontro con il Ministro degli Esteri palestinese Malki si è focalizzato prevalentemente sulle prospettive del processo di pace, nonché sulle recenti evoluzioni in materia di riconciliazione intra-palestinese. Il colloquio Abbas-Trump a margine dell'UNGA sarebbe stato «molto positivo», a riprova del continuato interesse statunitense a propiziare un «accordo storico» tra israeliani e palestinesi: un tema sul quale si è soffermato anche l'onorevole Palazzotto. Resta da verificare, secondo Malki, l'effettiva disponibilità da parte israeliana di riprendere la strada dei negoziati, pur precisando che negli ultimi mesi il primo ministro Netanyahu si sarebbe mostrato «più flessibile rispetto al passato».
  Quanto alle prospettive di riconciliazione intra-palestinese, Malki si è detto cautamente ottimista: è importante che Hamas dia opportunamente seguito agli impegni annunciati. Le reazioni unanimemente positive della Comunità internazionale aiutano a consolidare un consenso ad ampio spettro sul cammino intrapreso: nel medio periodo, si tratta di avviare un percorso di progressiva normalizzazione che, in prospettiva, porterà allo svolgimento di nuove elezioni.
  Il colloquio con il capo della diplomazia tunisina ha costituito l'occasione per un giro d'orizzonte sulla situazione nel Paese, sulla Libia e sul fenomeno migratorio. Sul quadro interno, Khemaies Jhinaoui si è detto fiducioso circa le prospettive del nuovo Esecutivo di unità nazionale, data la determinazione di tutte le sue componenti a portare a compimento il percorso di consolidamento istituzionale e democratico. Il Ministro degli Esteri si è mostrato meno ottimista in merito alle prospettive sul versante economico, dove permangono forti criticità. Sulla Libia, Jhinaoui ha espresso qualche dubbio sulle prospettive di ricomposizione e rilancio del processo politico. Il Governo tunisino ospiterà a breve una riunione tra esponenti del Consiglio di Stato e della Camera dei Rappresentanti libici per cercare di individuare un terreno comune per procedere alla revisione parziale dell'accordo di Skhirat. Il rischio di un'ulteriore frammentazione del quadro politico è concreto, anche a fronte di una eterogeneità di posizioni da parte dei vari stakeholders internazionali, anche all'interno dell'Unione europea. Sul dossier migrazioni, Jhinaoui ha espresso ampia soddisfazione per la qualità della collaborazione instauratasi con le autorità italiane, soprattutto in ambito navale.
  La delegazione infine ha incontrato il presidente Ali Soufan ed alcuni esponenti del think tank omonimo, per un breve seminario sugli sviluppi della minaccia terroristica in Occidente. Ali Soufan si è Pag. 266soffermato in particolare sulla ripresa di attività di Al-Qaeda che tende ora a sostituirsi ai quadri dirigenti del Daesh ormai disarticolati e sulle minacce connesse al rientro di numerosi foreign fighters nei paesi europei. In relazione al caso italiano Soufan ha osservato come esso si connoti per una minore pericolosità della presenza terroristica da un lato per la scarsa rilevanza del fenomeno dei foreign fighters oltre che l'efficace lavoro d'intelligence condotto finora dai nostri servizi di sicurezza.
  Oltre alla partecipazione alla sessione di apertura, la delegazione parlamentare ha inoltre preso parte ad un evento collaterale, organizzato e presieduto dalla vicepresidente del Senato Lanzillotta, intitolato «Empowering Refugee and Migrant Women in the Integration Process», assieme alla fondatrice del network «Women Political Leaders», Silvana Koch-Merin, alla presenza della Presidente della Repubblica di Malta, Marie Louise Coleiro Preca e dell'Alto Commissario ONU per i rifugiati, Filippo Grandi.
  L'evento ha consentito di approfondire le dinamiche d'integrazione e valorizzazione sociale delle donne nel contesto del fenomeno delle migrazioni. La delegazione parlamentare ha partecipato anche al varo dell'iniziativa italiana per la creazione di un network di donne mediatrici per l'area mediterranea.