CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 settembre 2017
880.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-11313 Giancarlo Giordano: Sulla situazione dei complessi archeologici museali di competenza delle province e, in particolare, del Museo di Capua.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Giordano chiede al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo notizie in merito al Museo campano di Capua.
  Come sottolineato dallo stesso Onorevole interrogante, il museo provinciale campano di Capua è stato interessato, da un lato, dal processo di riordino delle competenze provinciali, disciplinato dalla legge 8 giugno 2014, n. 56, e, dall'altro, dalla dichiarazione dello stato di dissesto finanziario della Provincia di Caserta.
  La vicenda del museo in questione si colloca, quindi, nell'ambito del più generale problema degli istituti culturali di proprietà provinciale, archivi, biblioteche e musei stessi, che necessitano di un piano di razionalizzazione, che superi le esistenti problematiche di organizzazione e valorizzazione e ne promuova il rilancio.
  Come già preannunciato in altro contesto parlamentare, l'intenzione di questo Ministro è quella di pervenire alla sottoscrizione di un accordo di valorizzazione tra lo stesso Ministero, la Regione Campania e la Provincia di Caserta finalizzato alla soluzione delle problematiche relative alla gestione del Museo campano di Capua. Lo scorso 30 maggio si è infatti tenuto uno specifico tavolo di concertazione, cui hanno preso parte rappresentanti di tutti gli Enti interessati.
  Per il MiBACT erano presenti il Sottosegretario di Stato On.le Cesaro, il Dirigente del Servizio II della Direzione generale Musei e il Direttore del Polo museale della Campania; per la Regione Campania il Direttore Generale Turismo e Politiche Culturali della Regione Campania e per la Provincia di Caserta un Consigliere delegato.
  In questa sede il MiBACT, per il tramite della Direzione generale Musei, si è impegnato a pervenire ad un accordo di valorizzazione, ai sensi dell'articolo 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, avente ad oggetto una promozione e valorizzazione condivisa dei luoghi della cultura di proprietà pubblica e privata dell'Alto Casertano, al fine di rendere disponibile alla cittadinanza locale, ai visitatori italiani e a quelli stranieri un insieme coordinato di beni ed eventi.
  I musei che potranno far parte del sistema museale dell'Alto Casertano non rappresenteranno solo una serie di esigenze cui fare fronte, ma costituiranno un bacino di competenze e capacità professionali, connotate da conoscenze specialistiche di livello eccellente.
  In particolare, i soggetti pubblici che faranno parte del sistema museale potranno anche costituire, dopo un'adeguata valutazione della sostenibilità economica, ai sensi dell'articolo 112, comma 5, e dell'articolo 115, comma 5, dello stesso Codice, specifici soggetti giuridici in grado di garantire la gestione di funzioni e servizi comuni a livello territoriale, avvantaggiandosi delle opportunità offerte, in termini di sostenibilità, dalle economie di scala rese possibili dal sistema. Tali soggetti, in particolare, potranno coprire le funzioni ed attività che i singoli musei non sono in grado di garantire per mancanza di specifiche competenze professionali e per carenza di risorse. Tra queste possono Pag. 123essere evidenziate il marketing, il fundraising e la gestione di servizi al pubblico, così come definiti dall'articolo 117 del Codice.
  La Regione Campania, per il tramite del Direttore Generale Turismo e Politiche Culturali, nell'evidenziare di aver ottemperato a partire dal gennaio 2016 al finanziamento delle spese di personale e di funzionamento per musei, pinacoteche e biblioteche provinciali, come previsto dalla Legge Delrio, ha comunicato di non aver potuto ottemperare al trasferimento di ulteriori risorse per l'anno 2017, non essendo stato predisposto il bilancio annuale di spesa da parte della Provincia di Caserta.
  In ogni caso, la Regione stessa si è dichiarata disponibile ad assicurare la copertura finanziaria al rinnovato piano di valorizzazione del Museo campano di Capua, non appena sarà stato predisposto dalla Provincia di Caserta.
  E tuttavia, nonostante la convergente ed ampia disponibilità manifestata dal MiBACT e dalla Regione Campania a sostenere l'attività del Museo campano di Capua, la Provincia di Caserta, trovandosi in dissesto finanziario e quindi nell'impossibilità, in assenza di bilancio, di ricevere ed erogare finanziamenti, non è, attualmente, nella condizione di poter programmare l'attuazione di attività Istituzionali e il pieno espletamento delle funzioni che le sono proprie, così come comunicato dal Consigliere delegato della Provincia stessa.
  Concludo rammaricandomi di non poter presentare una soluzione immediata per il Museo campano di Capua in ragione delle oggettive difficoltà della Provincia di Caserta, ma assicurando, nel contempo, la costante attenzione del Ministero sul territorio e confermando il nostro impegno e la nostra disponibilità a definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione non appena la situazione torni, auspicabilmente, alla normalità.

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ALLEGATO 2

5-11487 Rotta: Sulle torricelle Massimiliane ubicate lungo il sistema difensivo asburgico nei pressi della città di Verona.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Alessia Rotta richiede a questo Ministero, al Ministero delle finanze e al Ministero dello sviluppo economico quali iniziative si intendono adottare per ripristinare una situazione di legalità sulla seconda torricella massimiliana di Verona sulla quale sono installati numerosi ripetitori televisivi.
   Vi premetto che essendo la vicenda particolarmente rilevante ed essendosi avuta un'intensa attività, in particolare degli Uffici periferici del MiBACT, che è opportuno ricostruire, vi chiederò qualche minuto di attenzione in più.
  Occorre innanzitutto precisare che la seconda torricella massimiliana è sottoposta dal 18 agosto del 1997 ad un vincolo di tutela monumentale (in quanto parte di un complesso di quattro torricelle che rappresentano un esempio di architettura fortificata realizzata a Verona negli anni trenta/quaranta dell'800) che comprende anche una vasta area circostante il manufatto e ad un vincolo di tutela paesaggistica che risale al gennaio del 1956, in quanto le torricelle ed il contesto collinare nel quale sono inserite, formano, nell'insieme, un quadro panoramico di eccezionale bellezza paesaggistica.
  Allo stato attuale il complesso monumentale della seconda torricella Massimiliana è interessato dalla presenza di numerose antenne e ripetitori di circa 20 società che operano su territorio sia nazionale che locale nel settore della comunicazione radiotelevisiva, installate abusivamente sulle strutture di copertura del manufatto, nonché da altrettanti apparati tecnologici di supporto al funzionamento delle antenne medesime, collocati all'interno della Torricella.
  All'esterno è presente un traliccio in acciaio (con annesso volume tecnico) di notevole altezza sul quale sono collocate ulteriori antenne e ripetitori. Tali manufatti sono stati realizzati in assenza di provvedimenti di autorizzazione sia storico artistica che paesaggistica.
  Sempre nell'area esterna limitrofa alla seconda torricella, è presente una centralina per il rilevamento dell'inquinamento atmosferico la cui installazione è stata invece autorizzata dalla Soprintendenza con provvedimento dell'ottobre 1994.
  La seconda torricella, di proprietà demaniale, venne data in consegna dal Ministero delle Finanze all'Amministrazione comunale di Verona nel febbraio del 1964. Tale uso è stato formalizzato con successivi atti concessori. Nel 1984 l'Ufficio Tecnico Erariale di Verona redigeva il verbale di ricognizione, nel quale veniva constatata la presenza di apparecchiature radio-televisive di emittenti private. Successivamente alla rilevazione degli abusi in questione, l'Intendenza di Finanza nel 1988 ha diffidato l'Amministrazione comunale a consegnare entro il gennaio del 1989 l'immobile libero da ogni insediamento (di terzi) non autorizzato. Nel 1994 l'immobile risultava ancora in consegna al Comune di Verona, nonostante i ripetuti solleciti inoltrati dall'Intendenza di Finanza.
  Dagli atti risulta come negli anni successivi siano stati esperiti dalla Soprintendenza sopralluoghi congiunti con altri uffici interessati (Agenzia del Demanio, Ufficio Pag. 125del Territorio di Verona, Corpo Forestale dello Stato, Comune di Verona, Regione Veneto) al fine di addivenire alla risoluzione della questione.
  A seguito di tali accertamenti, nel settembre del 2000, la Soprintendenza, ribadendo il parere di incompatibilità di tali infrastrutture con i principi di tutela e conservazione dello storico edificio, auspicava una sollecita totale rimozione e, contestualmente, ne informava la Procura della Repubblica.
  Con l'entrata in vigore del Codice dei beni culturali, la competente Soprintendenza ha segnalato la situazione di abusivismo per l'adozione dei provvedimenti previsti dall'articolo 160 dello stesso Codice, proponendo di ingiungere ai responsabili delle installazioni abusive la rimozione di tali manufatti e l'esecuzione delle opere di ripristino. La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto, sentita la Direzione generale competente, ha successivamente indicato le linee da seguire per l'avvio delle procedure di rimessa in pristino del complesso monumentale in questione, che dovevano però interessare solo le antenne e gli apparati tecnologici installati abusivamente sulla seconda torricella, dopo il 1997, data di notifica del decreto di tutela.
  Secondo tali indicazioni, la Soprintendenza nel 2009 ha effettuato ulteriori sopralluoghi con funzionari dell'Agenzia del Demanio, del Comune di Verona, e della Procura della Repubblica, per accertare lo stato in cui versava l'immobile demaniale e per recuperare l'elenco completo ed aggiornato sia delle utenze attive che di quelle dismesse, con le relative date di attivazione e dismissione e quindi pervenire ad un chiaro quadro della situazione abusiva al fine di rendere efficace l'azione di tutela.
  Nell'intento di risolvere la questione, la Soprintendenza ha presenziato recentemente a vari incontri convocati dall'Agenzia del Demanio, coinvolgendo l'Amministrazione comunale e anche i funzionari del Ministero delle Infrastrutture e della Regione Veneto, per addivenire alla concreta e definitiva risoluzione della situazione abusiva e poter valutare in maniera idonea le condizioni di ripristino dei luoghi.
  Considerato che, nonostante i ripetuti solleciti, nulla è pervenuto in merito al riordino del Complesso monumentale, la Soprintendenza, nel marzo del corrente anno, ha avviato un procedimento sanzionatorio per la rimessa in pristino del bene culturale (ai sensi dell'articolo 160 del Codice) nei confronti dell'Amministrazione Comunale.
  Negli ultimi mesi anche la Procura del Tribunale di Verona si è interessata della vicenda e ha convocato riunioni periodiche con i soggetti a vario titolo coinvolti (occupanti abusivi, Amministrazione Comunale, Agenzia del Demanio, Soprintendenza) al fine di giungere alla risoluzione della problematica.
  Nella riunione tenutasi il 22 giugno scorso è stato presentato, da parte del legale delle emittenti private che trasmettono dalla seconda torricella, un progetto di restauro conservativo comprendente anche la rimozione delle antenne e delle infrastrutture presenti sull'immobile. In merito a tale presentazione, la Soprintendenza ha ritenuto ammissibile, in linea di massima, l'intervento proposto sulla seconda torricella massimiliana, riservandosi tuttavia di esaminare per quanto di competenza, il progetto definitivo per l'eventuale emissione dell'autorizzazione prevista dall'articolo 21 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice). Per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici si fa presente che lo stesso Ufficio sta valutando le modalità e i tempi per la dismissione e/o rimozione totale delle infrastrutture presenti nell'area esterna, tenendo conto anche del rilevante interesse pubblico connesso al servizio di pubblica utilità svolto dalle emittenti private attraverso gli apparati di trasmissione, e considerato quanto rappresentato nella relazione tecnica allegata al progetto in merito al carattere di provvisorietà degli apparati di trasmissione, in prospettiva di una loro diversa ricollocazione, allorquando sulla Pag. 126scorta dell'attuale normativa si passerà al sistema di trasmissione denominato T2, prevista per il 2020.
  Inoltre, nella medesima riunione, sono state consegnate, per il tramite degli attuali utilizzatori abusivi dell'immobile, le chiavi di accesso al compendio demaniale. A seguito di ciò l'Agenzia del Demanio ha effettuato una ricognizione per l'accertamento della consistenza e dello stato dei luoghi della Torricella, trasmettendo gli esiti alla Soprintendenza.
  La Soprintendenza ha predisposto la documentazione istruttoria per la conclusione del procedimento sanzionatorio e l'adozione del relativo decreto di rimessa in pristino della seconda torricella massimiliana.
  Preciso inoltre che nell'ambito delle recenti riunioni che si stanno svolgendo presso la Procura della Repubblica di Verona, la Soprintendenza sta fornendo il proprio contributo al fine di giungere in tempi brevi alla risoluzione della questione, tenuto conto anche della complessità della stessa che coinvolge più soggetti anche pubblici, e riguarda aspetti legati all'interruzione del servizio di pubblica utilità svolto da parte delle emittenti che trasmettono dal sito in questione.
  Ribadisco, onorevole Rotta, anche in questa sede quindi, il forte impegno degli Uffici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per una soluzione di questa annosa questione che, garantendo lo svolgimento del servizio di pubblica utilità, sia pienamente rispettosa delle esigenze di conservazione e tutela del patrimonio storico-artistico e paesaggistico del territorio e della cittadinanza veronesi.

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ALLEGATO 3

5-11510 Ventricelli: Sul progetto della Regione Puglia «Diritti a scuola».

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in discussione verte sulla valutabilità, ai fini delle graduatorie d'istituto, del servizio svolto dal personale precario della scuola nell'ambito del progetto «Diritti a scuola» organizzato dalla regione Puglia a seguito di apposita convenzione annualmente stipulata con il MIUR per la realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di apprendimento della popolazione scolastica pugliese attraverso azioni di recupero e rafforzamento delle conoscenze e delle competenze degli studenti, a valere sulle risorse del Fondo POR 2014-2020.
  Le preoccupazioni manifestate dall'On.le interrogante traggono origine dalla circostanza che l'accordo siglato il 16 dicembre 2016 da MIUR e Regione Puglia per l'anno scolastico 2015/2016 non ha previsto la valutazione del servizio in discorso. Pertanto, si richiedono apposite iniziative in vista degli adempimenti connessi all'aggiornamento delle graduatorie d'istituto di seconda e terza fascia da effettuare per il triennio 2017-2020.
  Si ricorda, preliminarmente, che l'accordo in esame rientra nel novero di quelli previsti dal decreto-legge n. 134 del 2009 (cosiddetto «salva precari») in base al quale le Regioni, con apposite convenzioni con il Miur e utilizzando fondi assegnati alle stesse, hanno potuto impiegare i docenti precari che non riuscivano più a ottenere supplenze nelle scuole dopo l'attuazione delle misure di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008.
  L'accordo con la Regione Puglia ha durata annuale, circostanza che ha determinato negli anni alcune variazioni nel contenuto. Per ciò che qui interessa, si evidenzia che il citato accordo del 16 dicembre 2016 non ha previsto la valutazione, all'epoca, infatti, erano programmate le procedure del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge n. 107 del 2015, che ha coinvolto i docenti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento. Gli interessati sono stati invitati, nell'ambito delle operazioni del piano straordinario, a produrre apposita istanza di partecipazione alle fasi b) e c) del piano medesimo.
  Successivamente, in data 14 dicembre 2016 è stato definito il nuovo accordo MIUR-Regione Puglia per l'anno scolastico 2016/2017, a cui è seguita la corrispondente intesa tra U.S.R. e Assessorato regionale, che ha nuovamente previsto la valutabilità del servizio ai fini dell'attribuzione del punteggio a norma dell'articolo 5, comma 4-bis, del decreto-legge n. 104 del 2013.
  Ciò posto, la questione sollevata con l'interrogazione ha trovato positiva soluzione. In data 1o giugno 2017 è stato emanato il decreto ministeriale n. 374 di aggiornamento delle graduatorie di circolo e d'istituto del personale docente di seconda e terza fascia per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020. L'articolo 4-bis del decreto ha precisato, al punto 4 della parte relativa ai titoli di servizio, che:» è altresì valutabile ai sensi dell'articolo 5, comma 4-bis, del decreto-Pag. 128legge n. 104 del 12 settembre 2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, la partecipazione ai progetti promossi dalle Regioni, previa specifica convenzione col MIUR, della durata minima di tre mesi, fino ad un massimo di otto, anche se i progetti siano stati promossi nell'anno scolastico 2012/2013 e nei termini previsti da ciascuna Convenzione.».

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ALLEGATO 4

5-11652 Massimiliano Bernini: Sull'aggiornamento delle graduatorie di circolo e di istituto del personale docente ed educativo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione ora in discussione si sollecita una proroga dei termini per la presentazione e l'inserimento delle istanze relative all'aggiornamento delle graduatorie di circolo e di istituto del personale docente ed educativo di seconda e terza fascia per il triennio scolastico 2017/2020 in ragione della ristrettezza dei tempi e delle difficoltà connesse al consistente carico di lavoro delle segreterie scolastiche.
  A riguardo, si rappresenta che il M.I.U.R. è stato ben consapevole delle esigenze manifestate dall'On.le interrogante ed è, infatti, intervenuto fornendo agli uffici operativi apposite indicazioni.
  Nel dettaglio, si informa che con avviso pubblicato sul portale SIDI in data 30 giugno 2017 l'Amministrazione ha provveduto a comunicare la proroga delle funzioni di trasmissione da parte delle scuole al sistema informativo dal 30 giugno al 13 luglio 2017. Pertanto, le funzioni POLIS di presentazione, in modalità telematica, del modello B di scelta delle sedi sono state rese disponibili dal 14 luglio al 25 luglio 2017.
  Considerato, poi, l'elevato numero di domande pervenute, con successivo avviso pubblicato l'11 luglio 2017, il M.I.U.R ha comunicato, inoltre, che le funzioni SIDI di acquisizione-aggiornamento delle posizioni sarebbero rimaste a disposizione delle segreterie scolastiche fino al 25 luglio 2017, sottolineando, tuttavia, l'importanza che le domande, complete delle graduatorie richieste, venissero trasmesse al sistema entro il 13 luglio 2017, in quanto le operazioni connesse alla valutazione potevano essere effettuate fino alla data limite del 25 luglio 2017.
  Infine, con nota prot. 32120 del 25 luglio 2017 è stata data comunicazione agli uffici scolastici regionali che, in ragione dell'elevato numero di aspiranti, le funzioni POLIS di presentazione, in modalità telematica, del modello B di scelta delle sedi sono state rese disponibili fino alle ore 20.00 del giorno 26 luglio 2017. Con la medesima nota è stato, altresì, precisato che gli aspiranti che, per cause a loro non imputabili, non fossero riusciti ad inoltrare il modello B entro la suddetta data, avrebbero potuto presentarlo in modalità cartacea alle scuole capofila, le quali avrebbero poi provveduto alla trasmissione al portale SIDI.
  Tutto ciò posto, è evidente che il MIUR si è adoperato nel senso indicato dall'On.le interrogante.
  Con l'occasione, si evidenzia che non ricorrevano le condizioni per la concessione di ulteriori proroghe rispetto a quelle sopra indicate in ragione della necessità di disporre di graduatorie definitive entro tempi utili per il corretto avvio dell'anno scolastico.