CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 settembre 2017
876.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12144 Carrescia: Sulla proroga delle disposizioni transitorie relative al Sistri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, il Ministero dell'ambiente svolge da tempo un'attività di monitoraggio sul sistema SISTRI e considerato che allo stato non appare possibile definire la procedura nei tempi programmati, tenuto conto delle vicende giudiziarie in corso che hanno richiesto una complessa consulenza tecnica, si rendono opportune azioni volte a garantire la funzionalità del sistema stesso.
  Al riguardo, il Ministero sarà chiamato ad assicurare la definizione delle più efficaci disposizioni transitorie volte a tutelare l'ambiente e le imprese e sta già valutando di prevedere un opportuno e adeguato periodo di proroga del regime attualmente vigente.
  In particolare, al fine di consentire al nuovo concessionario del SISTRI l'espletamento delle attività oggetto di affidamento e garantire al contempo la prosecuzione del servizio senza soluzione di continuità, si renderebbe necessaria una proroga degli effetti del contratto stipulato con la Società Selex Se-Ma in liquidazione fino alla data del subentro del nuovo concessionario. Infatti, l'estensione della durata del contratto garantirebbe la prosecuzione del sistema SISTRI da parte dell'attuale gestore, nelle more della realizzazione del nuovo sistema di tracciabilità ad opera del nuovo concessionario.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicurano gli On.li Interroganti che il Ministero continuerà a tenersi informato e che svolgerà le proprie attività mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione contemperando.

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ALLEGATO 2

5-12145 Segoni: Sul risanamento ambientale del fiume Sacco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche evidenziate, si fa presente che il Ministero dell'Ambiente ha prontamente chiesto alle Amministrazioni territorialmente competenti, tra i quali Arpa Lazio, nonché agli Enti e Istituti scientifici nazionali e locali, di relazionare in merito agli accertamenti e interventi effettuati nell'area interessata.
  Secondo quanto riferito dall'Arpa – Sezione Provinciale di Frosinone, in data 8 settembre 2017 il personale addetto è intervenuto e ha campionato sia le acque del fiume in diversi punti, sia le acque provenienti da un collettore che si riversava nel fiume stesso. Le analisi dei campioni sono ancora in corso. In data 12 settembre 2017 il personale di Arpa Lazio si è recato nuovamente nell'area interessata ed ha prelevato ulteriori campioni delle acque fluviali, i quali sono ancora in fase di analisi.
  Con riferimento al Decreto del 4 agosto 2017 richiamato dagli On.li Interroganti, occorre precisare che lo stesso riguarda l'approvazione del documento contenente le «Linee guida sulle procedure operative ed amministrative per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del fiume Sacco».
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicura che non appena saranno acquisiti tutti gli elementi necessari e definite le procedure di accertamento ancora in corso, verranno tempestivamente adottate le misure idonee ad assicurare la tutela della salute pubblica e dell'ambiente.

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ALLEGATO 3

5-12143 Zaratti: Sull'utilizzo in agricoltura di prodotti contenenti glifosato.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, come è noto, nel 2016 l'Italia espresse una posizione non favorevole al rinnovo dell'autorizzazione a livello europeo del Glifosato nell'ambito delle votazioni svoltesi presso il Comitato permanente della Commissione europea. La stessa Commissione ha stabilito, comunque, di rinnovare l'autorizzazione fino al dicembre 2017, fissando alcune prescrizioni con il regolamento 2016/1313. Conseguentemente, il Ministero della salute, con il decreto 9 agosto 2016, ha previsto l'esclusione dell'impiego di prodotti a base di Glifosato nelle aree verdi frequentate dalla popolazione ed ha stabilito specifiche misure di mitigazione del rischio per gli impieghi sulle colture agricole.
  Il 13 giugno 2017 si è tenuto presso il Parlamento Europeo un dibattito nel quale è stato richiamato, tra l'altro, il fatto che i risultati delle prove sperimentali forniti all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) avevano smentito le conclusioni a cui era giunta, nel 2015, l'Agenzia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest'ultima aveva infatti classificato il Glifosato come probabile cancerogeno per l'uomo, mentre l'ECHA è giunta, invece, nel marzo scorso alla conclusione che il Glifosato non debba essere classificato come probabile cancerogeno.
  La Commissione europea ha predisposto una bozza del regolamento per il rinnovo della sostanza attiva Glifosate a 10 anni anziché 15, con una serie di misure di mitigazione del rischio che richiamano il regolamento 1313/2016. Tale proposta è stata oggetto di confronto nel corso della riunione del Comitato permanente tenutasi il 19-20 luglio scorso a Bruxelles, nella quale, tuttavia, non si è raggiunta una posizione comune tra gli Stati membri ed è stata rinviata la discussione e la possibile votazione sul rinnovo dell'autorizzazione alla prossima riunione che potrebbe svolgersi a fine settembre o, al più tardi, ad inizio ottobre 2017. Al riguardo, si fa presente che la posizione di voto sulla proposta non è stata ancora definita tra le Amministrazioni competenti, ma la stessa verrà, comunque, composta in modo coordinato, allo scopo di bilanciare adeguatamente i diversi profili di tutela da assicurare.

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ALLEGATO 4

5-12146 De Rosa: Sul contrasto agli incendi negli impianti di gestione dei rifiuti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste occorre evidenziare che, al fine di conseguire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di tutela della salute umana relativamente agli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, la normativa italiana riguardante il rilascio dei titoli autorizzativi stabilisce tutte le misure e le procedure da mettere in atto al fine di prevenire o ridurre gli effetti negativi delle suddette attività. Tale disciplina prevede, in particolare, tassative limitazioni sui quantitativi di rifiuti, che possono essere verificati dalle autorità competenti mediante il riscontro dei registri di carico e scarico, nonché sui tempi massimi di stoccaggio degli stessi. Si ricorda, inoltre, che ai sensi del D.lgs. 152 del 2006, le Province provvedono, anche mediante la stipula di convenzioni con organismi pubblici, ivi comprese le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, ad effettuare il controllo periodico di tutte le attività di gestione, intermediazione e commercio dei rifiuti, compreso l'accertamento delle violazioni delle disposizioni ambientali.
  Con specifico riferimento alle ipotesi di incendi dolosi presso gli impianti, come già evidenziato in altre occasioni, il Ministero della giustizia ha segnalato, peraltro, che, al fine di vagliare l'efficacia delle riforme attuate in materia di reati ambientali, è stata istituita, presso il Dipartimento degli Affari di Giustizia, apposita struttura di monitoraggio.
  Si rileva infine che, per quanto attiene agli aspetti relativi alle misure per limitare la presenza di impianti in prossimità dei centri abitati, il Ministero dell'ambiente ha già avviato l'istruttoria finalizzata all'emanazione, ai sensi dell'articolo 195, comma 1, lettera p) del D.lgs. 152/2006, del decreto recante l'indicazione dei criteri generali relativi alle caratteristiche delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicurano gli On.li Interroganti che il Ministero continuerà a mantenere alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 5

5-12147 Pellegrino: Sulle opere di bonifica delle discariche abusive nell'area del Parco nazionale del Vesuvio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste si fa presente, in via preliminare, che a seguito della declassificazione di alcuni SIN, tra cui il SIN Litorale Vesuviano, avvenuta nel 2013, le competenze «per le necessarie operazioni di verifica ed eventuale bonifica» sono trasferite alle Regioni. Tale aspetto è stato regolamentato nell'ambito delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regionale di Bonifica, approvate nel 2016 e pubblicate sul BURC n. 55/2016. Nel periodo dal 1o gennaio 2002 al 30 giugno 2017, secondo quanto riferito dall'Ente Parco, i siti di microdiscarica censiti ed interessati da fenomeni di incendio doloso sono 52 per un totale di 91 episodi di abbruciatura rifiuti.
  Per quanto riguarda i siti presenti nel Parco, identificati dalle Autorità competenti per lo stoccaggio di rifiuti nel corso delle diverse emergenze succedutesi nella Regione, l'Ente Parco ha fatto presente in particolare che, per quanto riguarda le balle di CDR dell'emergenza 2003 presenti presso la ex cava «Ammendola Formisano» in Ercolano, le operazioni di rimozione e bonifica sono terminate il 31 gennaio 2014. Per quel che attiene le balle di CDR dell'emergenza 2003 presso la ex cava in Terzigno, le operazioni di rimozione e bonifica sono terminate il 2 ottobre 2015. Nel 2013 è stato, inoltre, approvato il progetto per la rimozione, lo smaltimento, il recupero e la bonifica della ex cava «Ranieri» nel Comune di Terzigno e gli interventi hanno avuto inizio il 24 maggio 2017. Tra i siti censiti rientrano anche, secondo quanto riferito dalla Regione Campania, n. 3 discariche private. Queste ultime sono state chiuse da tempo ed inserite nell'ambito dell'Accordo di Programma del Litorale Vesuviano sottoscritto dalla Regione Campania e il Ministero dell'ambiente che prevede l'esecuzione dei piani di caratterizzazione già redatti dall'ARPA Campania nel 2008/2009, che dovranno essere aggiornati prima della gara di appalto.
  Il Ministero dell'ambiente si è, peraltro, attivato presso le competenti Autorità, al fine di verificare lo stato del censimento dei casi di gestione di rifiuti in difformità alla norma e attuare le azioni di propria competenza in tema di danno ambientale.