CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 agosto 2017
867.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (X e XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-01308 Ciprini: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    lo stabilimento Perugina Nestlé con sede in località di San Sisto di Perugia è una delle realtà imprenditoriali più significative dell'Umbria per l'occupazione e l'economia del territorio e rappresenta un marchio e un'azienda «storica» della città di Perugia così come le Acciaierie Speciali Terni lo sono per la città di Terni; lo stabilimento della Perugina occupa circa 1.000 dipendenti;
    nello stabilimento di San Sisto a Perugia si producono importanti marchi quali Baci e Nero Perugina esportati in cinquantacinque Paesi;
    dopo una lunga vertenza, il 2 marzo 2016 Nestlé ha ufficializzato il piano industriale di rilancio di Perugina: investimenti per 60 milioni di euro in tre anni con prodotto portante il «Bacio», nessun esubero, nuova struttura manageriale e innovazione delle tecnologie produttive e del modello organizzativo;
    anche la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, all'esito dell'incontro del 2 marzo 2016 con il management di Nestlé presso palazzo Donini della Regione, affermava: «Si è trattato di un incontro molto importante, nel corso del quale abbiamo preso atto delle informazioni che il management di Nestlé ci ha fornito relativamente al piano industriale, con specifico riferimento alle politiche industriali, commerciali e degli investimenti che possano garantire il mantenimento e la valorizzazione dei livelli occupazionali per lo stabilimento di San Sisto a Perugia» (http://www.regione.umbria.it/);
    con il verbale di accordo del 7 aprile 2016 concluso presso la sede di Confindustria Umbria tra Nestlé Italiana spa e la rappresentanza sindacale unitaria del sito di Perugia assistita dalle segreterie provinciali FAI-CISL, FLAI-CGIL e UILA-UIL veniva definito un piano di sviluppo del business dolciari volto a valorizzare le attività e le competenze «core» del cioccolato «Perugina», nonché a fare di «Baci Perugina» un «global brand» – prodotto esclusivamente nella fabbrica di S. Sisto – simbolo del «Made in Italy» e dell'eccellenza italiana nel mondo, valorizzando il più possibile il legame con il territorio, con la previsione di un «robusto piano pluriennale di investimenti commerciali di 45 milioni di euro focalizzati a perseguire precisi obiettivi di crescita nelle produzioni a base cioccolato, sia sul mercato interno, sia soprattutto sui mercati esteri, che possono offrire interessanti opportunità di progressiva destagionalizzazione delle produzioni»;
    con il piano industriale delineato, l'azienda, inoltre, proponeva «S. Sisto come centro di produzione di riferimento per la fornitura di biscotti per gelato alle consociate della zona EMENA, comprese eventuali articolazioni in «joint venture» – confidando sulla capacità di esprimere un costo competitivo derivante dal pieno utilizzo della capacità produttiva installata e dalla piena espressione delle competenze professionali disponibili – al fine di intensificare, nell'immediato, un'attività fortemente contro stagionale rispetto alle Pag. 8produzioni a base cioccolato» con investimenti tecnici per complessivi 15 milioni di euro per rafforzare la vocazione strategica di S. Sisto, polo produttivo di eccellenza del cioccolato, e consolidarne la posizione competitiva all'interno dell'apparato industriale della zona Emena del gruppo Nestlé;
    contestualmente, l'azienda prevedeva per il periodo tra gennaio 2017 e giugno 2018 una richiesta di trattamento straordinario di integrazione salariale, ai sensi dell'articolo 21 e seguenti del decreto legislativo n. 148 del 2015 per riorganizzazione aziendale con la previsione di una serie di misure di riconversione e ricollocazione professionale interno ed esterno del personale;
    il 24 febbraio 2017 sono stati resi noti i primi dati sul buon andamento del «Bacio» e delle tavolette, sia sul mercato interno che sull’export. «Purtroppo – si legge nella nota – sull’export l'aumento del 44 per cento non si traduce in volumi importanti, tali da assicurare un conseguente aumento produttivo». In Usa, Canada, Brasile, Cina ed Australia la crescita del Bacio è a doppia cifra. In Canada e Cina l'aumento è del 60 per cento;
    nel piano industriale si prevedeva anche la produzione dei coni gelato per sopperire alla stagionalità del cioccolato e Nestlé ha ufficializzato il contratto di fornitura alla Froneri dei biscotti per il Maxibon della durata di tre anni, con un quantitativo iniziale di circa 930 tonnellate;
    sebbene la rappresentanza sindacale unitaria abbia dato un giudizio positivo sull'andamento del piano, il 6 aprile 2017 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha approvato il programma di riorganizzazione aziendale autorizzando la corresponsione – per il periodo dal 16 gennaio 2017 al 15 luglio 2018 – del trattamento di Cassa integrazione guadagni straordinari in favore di 819 lavoratori impiegati presso lo stabilimento di San Sisto;
    anche per la rappresentanza sindacale unitaria la firma della Cassa integrazione guadagni speciali «non è altro che il proseguo del percorso avviato nella scorsa primavera quando fu siglato l'accordo che prevede un investimento totale sulla fabbrica perugina di 60 milioni di euro». In quella sede fu definito il percorso per il biennio 2017-2018, che «prevede da un lato degli investimenti, al fine di rendere lo stabilimento sempre più performante e supportare i marchi Perugina nel mondo, dall'altro, la richiesta della cassa integrazione come strumento per la gestione della forza lavoro in questo biennio di attuazione del Piano» (in www.rassegna.it dell'11 gennaio 2017);
    tuttavia, il 9 maggio 2017, presso Confindustria Umbria, la società ha comunicato l'intenzione di ridurre, al termine del periodo Cassa integrazione guadagni straordinari, l'organico di circa 340 unità, non essendo in grado di riassorbire tutte le unità lavorative, nonostante i dati positivi relativi al settore cioccolato registrati dalla multinazionale;
    già sono pervenute le lettere ai dipendenti con le quali si dice che il processo di riorganizzazione «coinvolge direttamente anche le attività da Lei svolte nello stabilimento» e li si invita a partecipare a obbligatori percorsi di riqualificazione o ricollocamento;
    immediata è stata la reazione dei sindacati che chiedono «di mantenere la discussione nei confini dell'accordo sottoscritto ad aprile 2016, senza aperture su argomenti estranei, soprattutto in quanto tesi ad un riassetto strutturale che ci pare assolutamente evitabile»; nella nota si annuncia anche il possibile stato di agitazione, con azioni da intraprendere in vista della futura campagna produttiva, con la convocazione di un tavolo ministeriale;
    nell'ambito degli accordi intercorsi tra azienda e sindacati, la società si è impegnata a effettuare adeguati investimenti a sostegno del piano di riorganizzazione. In particolare, per il sito di Perugia, la società si è impegnata a realizzare Pag. 9un articolato programma di investimenti tecnologici e commerciali per oltre 60 milioni di euro, al fine di valorizzare le attività e le competenze «core» di «Perugina», nonché a fare di Baci Perugina un «global brand» simbolo del «Made in Italy» e dell'eccellenza italiana nel mondo, prodotti esclusivamente nella fabbrica di S. Sisto;
    si assiste invece, a parere dei firmatari del presente atto, ad un progressivo ridimensionamento dell'attività produttiva e delle linee di produzione presso lo stabilimento di San Sisto: nello stabilimento vengono progressivamente abbandonate le produzioni di dragées (Tenerelli, Flipper e altro) e di prodotti storici come il torrone e la caramella Cinzia; nel 2015 Nestlé vende tutta la linea gelati al colosso R&R e nel 2016 viene ceduto tutto il comparto caramelle (compresa la storica Rossana) a Diva; nel corso dello stesso anno la stessa sorte hanno avuto anche il comparto Ore liete (venduto a Tedesco) e tutto il comparto delle Strenne, ovvero la linea di prestigio dei regali aziendali;
    l'accordo dell'aprile 2016, invece, avrebbe dovuto evitare un ulteriore ridimensionamento dell'attività produttiva e occupazionale dello stabilimento di San Sisto e rilanciarne la produzione ed essere uno strumento alternativo ad eventuali esuberi;
    è evidente che il progressivo ridimensionamento dell'attività dello stabilimento e i conseguenti esuberi (ben 340) comporterebbero pesanti ricadute economiche e sociali sia per il numero dei lavoratori coinvolti sia per il contesto specifico del territorio umbro-perugino già marcatamente colpito dalla crisi industriale in atto,

impegnano il Governo:

   1) in considerazione della grave rilevanza sociale della vicenda legata allo stabilimento di San Sisto, ad adoperarsi, nell'ambito del tavolo istituzionale istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico – con la partecipazione dei rappresentanti della Nestlé, delle organizzazioni sindacali, della regione Umbria e delle istituzioni locali interessate – per la definizione di tutte le misure possibili volte a garantire la tutela dell'occupazione dei lavoratori;
   2) ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a far sì che l'azienda attui una strategia di sviluppo ed implementazione delle produzioni, mediante il pieno rispetto del piano industriale presentato nel 2016 e la tutela dei livelli occupazionali, favorendo la centralità produttiva dello stabilimento perugino;
   3) ad assumere tutte le iniziative di competenza, in collaborazione con la regione Umbria e gli enti locali interessati, volte alla valorizzazione delle esistenti infrastrutture di collegamento con il sito produttivo di San Sisto;
   4) a monitorare, nel corso del prosieguo del tavolo istituzionale insediato presso il Ministero dello sviluppo economico, l'attuazione del piano industriale dell'azienda, verificando che lo stesso determini il rafforzamento dello stabilimento di San Sisto come sito strategico e consenta la tutela degli assetti occupazionali.
(8-00255) «Ciprini, Vallascas, Gallinella, Cominardi, Dall'Osso, Chimienti, Lombardi, Tripiedi».

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ALLEGATO 2

7-01309 Rizzetto: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    la Perugina è un'azienda alimentare storica fondata nel 1907 a Perugia e specializzata nel settore della produzione di cioccolato e nella produzione e vendita di prodotti dolciari; ha sede a San Sisto (Perugia) e rappresenta il più grande sito produttivo italiano della multinazionale svizzera Nestlé;
    si è appreso che la società Nestlé intenda diminuire la produzione del prodotto Perugina più famoso, i cioccolatini «Baci» e, contestualmente, in dispregio agli accordi presi un anno fa, con il piano di rilancio dello stabilimento Perugina di San Sisto, voglia procedere ad un taglio di 340 posti di lavoro;
    l'accordo sottoscritto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali prevedeva investimenti per 60 milioni di euro in tre anni, con prodotto portante il famoso «Bacio», nessun esubero, nuova struttura manageriale e innovazione delle tecnologie produttive e del modello organizzativo: queste le principali linee guida del piano industriale di Nestlé per rilanciare la Perugina;
    la società aveva dunque assunto un impegno per iniziare un nuovo percorso di sviluppo in grado di rilanciare la Perugina come eccellenza in Italia e nel mondo;
    in particolare, non si prevedevano esuberi, ma la concessione della cassa integrazione per 819 lavoratori, legata al rilancio aziendale. Tale piano è risultato efficace, considerando che nel mese di febbraio 2017, la Nestlé, in sede di audizione parlamentare, aveva comunicato dati positivi delle vendite, sia sul mercato interno che sull’export. Ciò nonostante sembra che si stia per riaprire il tavolo di crisi, considerate le recenti dichiarazioni del capo mercato Nestlé che ha comunicato che alla fine della cassa integrazione guadagni straordinaria per 340 lavoratori non ci sarà più un futuro certo in Perugina;
    a parere del firmatario del presente atto di indirizzo, il cambio di rotta dalla società svizzera potrebbe essere determinato anche dalle recenti manovre che l'hanno interessata nel mercato azionario. A riguardo, infatti, il fondo d'investimento Third Point, con sede a New York, ha comunicato di essere diventato uno degli azionisti più importanti della Nestlé dopo aver acquisito oltre 40 milioni di azioni, pari all'1,3 per cento tutto il capitale. Il fondo si è prefisso l'obiettivo chiaro di rilanciare l'operatività del gruppo e accrescere la sua redditività per far ottenere maggiori guadagni ai propri azionisti. Pertanto, consistenti risorse saranno spostate da possibili progetti d'investimento per un uso solo finanziario;
    ebbene, tali manovre non possono ripercuotersi per il firmatario del presente atto in danno ai lavoratori, disattendendo il piano concordato che aveva la finalità di riassorbire gli esuberi e di gestire eventuali Pag. 11situazioni di criticità senza alcun impatto sociale;
    non è ammissibile, consentire a Nestlé una tale condotta aziendale, considerando che non sarebbe conforme per il firmatario del presente atto a principi di responsabilità e correttezza l'aver sottoscritto un preciso piano industriale per poi disattenderlo dopo aver già richiesto sacrifici al personale posto in cassa integrazione,

impegnano il Governo

ad adoperarsi, per quanto di competenza, affinché la Nestlé, nell'ambito del tavolo di confronto istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, si impegni ad agire in coerenza con il piano industriale sottoscritto nel 2016 con particolare riferimento ai profili connessi alla tutela degli assetti occupazionali.
(8-00256) «Rizzetto, Prodani, Prataviera».

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ALLEGATO 3

7-01317 Airaudo: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    il 6 giugno 2017 l'amministratore delegato della «Nestlé Italia» Leo Wencel, dopo un incontro con i sindacati tenutosi lo presso la sede di Confindustria Umbria, nell'ambito di un piano di rinnovamento dello stabilimento Perugina sito in località San Sisto (Perugia) che prevedeva la cassa integrazione a rotazione degli operai, ha reso esplicita la volontà unilaterale dell'azienda di procedere, a decorrere dal giugno del 2018, ad un riassetto dell'organico attraverso un riequilibrio occupazionale che contemplerebbe il taglio di 340 dei circa 870 posti di lavoro attualmente attivi presso il medesimo sito industriale ed ai quali sarà possibile assicurare la continuità occupazionale solo in funzione della stagionalità tipica delle produzioni dolciarie;
    tale decisione interviene, ad un anno dalla firma di un accordo siglato il 7 aprile 2016, dopo un'estenuante trattativa con le rappresentanze sindacali, che aveva la finalità di riassorbire gli esuberi e di gestire eventuali situazioni di criticità senza impatti sociali, dietro la promessa da parte del management dell'azienda di un piano di rilancio che prevedeva un investimento pari a 60 milioni di euro in tre anni destinati al rinnovamento tecnologico, produttivo ed organizzativo, e allo studio di nuovi programmi di marketing. Nella stessa sede fu definito un percorso valido per il biennio 2017-2018, che oltre a prevedere investimenti che rendessero lo stabilimento di San Sisto più performante e supportassero il marchio Perugina nel mondo, ricorresse alla Cigs come strumento per la gestione della forza lavoro;
    sebbene la multinazionale prometta di ricollocare in altri stabilimenti tutti i lavoratori interessati dal piano di esubero, i sindacati non abbassano la guardia, soprattutto per salvaguardare il destino di un marchio fortemente legato al capoluogo umbro e di uno stabilimento che, oltre ad esprimere una forte connessione con l'identità cittadina, rappresenta per l'intera regione Umbria un fondamentale riferimento di equilibrio economico e sociale. Per questo, in sede di accordo, si era anche convenuto di dare immediato avvio a percorsi formativi che avrebbero dovuto coinvolgere, a vario titolo, i lavoratori e prioritariamente rivolti a perseguire la ricollocazione professionale all'interno del Gruppo Nestlé o presso altre aziende del territorio;
    la volontà di ridimensionare i livelli occupazionali del sito di San Sisto è giunta nonostante i dati confortanti relativi all’export del settore del cioccolato registrati dalla multinazionale. Infatti, la crisi che aveva interessato lo stabilimento, addebitata soprattutto alla carenza di investimenti e di innovazione dei suoi sistemi di produzione, è stata efficacemente arginata dal nuovo piano industriale, avendo determinato la crescita delle vendite dei prodotti del sito, tra cui i famosi «baci» e le tavolette di cioccolato, con un incremento a doppia cifra in molti Paesi stranieri con punte fino al 60 per cento in Canada e Cina;Pag. 13
    nel 1988 Perugina, per oltre ottant'anni noto marchio storico dell'industria dolciaria italiana, è confluita nella Nestlé Italiana spa, la multinazionale svizzera del gruppo, continuando fino ad oggi e senza soluzione di continuità ad investire nel sito produttivo umbro, mantenendo inalterato lo spirito ed i valori che da sempre hanno contraddistinto l'azienda storica e grazie ai quali, in Europa, il gruppo Nestlé detiene uno dei principali stabilimenti per la produzione del cioccolato;
    al momento dell'acquisizione la sede direzionale del gruppo IBP/CIR contava, in Umbria, tre stabilimenti produttivi: Perugina di San Sisto, un'area di 287.400 metri quadri con circa 3.500 addetti alla produzione di cioccolato; Perugina di Castiglione del Lago, ove si producevano lievitati con i marchi Ore Liete e Perugina; Buitoni di Sansepolcro, ove si producevano pasta, fette biscottate e sostitutivi del pane;
    tale radicamento sul territorio della realtà industriale aveva, inoltre, generato un considerevole indotto legato alle arti grafiche e fotografiche, alla produzioni di macchinari industriali, alla fornitura di servizi di distribuzione e di materiali di packaging, dando così lavoro a centinaia di lavoratori;
    a partire dal 1996 il gruppo Nestlé, che, nel frattempo aveva acquisito i marchi Motta, Alemagna, Maxibon, Antica Gelateria del Corso e Valle degli orti, ha cominciato a ridimensionare ed a chiudere alcuni stabilimenti storici (come quelli di Castiglione del Lago e Sansepolcro), trasferendo le relative produzioni in quello di San Sisto, a cedere la linea gelati, il comparto caramelle, compresa la storica «Rossana», e quello delle Strenne, ma, soprattutto, a distruggere l'intera rete di vendita acquisita e radicata, per quasi un secolo, sul territorio italiano;
    vertenze di questa portata, che si prospettano lunghe e difficili, trovano la loro sede naturale di risoluzione nel contesto nazionale;
    durante precedenti incontri istituzionali promossi dal Ministero dello sviluppo economico con il management della multinazionale Nestlé, utili per ricevere informazioni più precise rispetto agli obiettivi del gruppo, non risultano essere state definite strategie volte a dare garanzie occupazionali, attraverso il riassorbimento degli esuberi, ad implementare la capacità industriale del sito di San Sisto e ad evitare che la paventata riorganizzazione del personale si traduca nella concreta perdita di posti di lavoro capace di innescare una vera e propria emergenza sociale;
    a margine di un tavolo istituzionale tenutosi il 15 giugno 2017 con la presidente della regione Umbria Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia Andrea Romizi ed i rappresentati della Nestlé, le segreterie nazionali e territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, oltre ai rappresentanti confederali e alla rappresentanza sindacale unitaria di San Sisto, hanno ribadito la loro totale contrarietà e ferma opposizione al piano di esuberi esternato dal gruppo Nestlé, chiedendo di spostare la discussione ad un livello istituzionale più alto che coinvolga, oltre a comune e regione, anche il Governo, rappresentato non solo dal Ministero dello sviluppo economico, ma anche dai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e delle infrastrutture e trasporti, anche al fine di ricondurre la vertenza «Perugina», uscendo da una discussione incentrata solo sulla logica di costi e di tagli, in un contesto adeguato, ovvero nell'ambito di un ragionamento sulle prospettive di Nestlé in Italia e sul ruolo della città di Perugia nello scacchiere europeo;
    in una nota congiunta, al termine della medesima riunione, presidente della regione Umbria ed il sindaco di Perugia hanno dichiarato di voler proporre anch'essi un «tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico, che serva a definire un accordo che metta in campo strumenti per investimenti in ricerca e sviluppo e nuove politiche industriali che siano in grado di offrire una Pag. 14prospettiva di nuova occupazione, traducendo in sostanza in nuovi posti di lavoro quelli che attualmente rappresentano esuberi»;
    con l'accordo di un anno fa il gruppo Nestlé si impegnava al rilancio del marchio Perugina sia in Italia che all'estero, allo sviluppo del sito di San Sisto e ad utilizzare a pieno l'articolazione tecnologica dello stabilimento migliorandone l'efficienza operativa, ma di tutto ciò, ad oggi, si è visto solo un risparmio economico realizzato sulla pelle di quei lavoratori che hanno sottoscritto i contratti di solidarietà;
    nell'ambito di una serie di iniziative di mobilitazione i sindacati, per la giornata del 19 luglio 2017 hanno indetto otto ore di sciopero al fine di consentire ai lavoratori di partecipare personalmente al presidio organizzato davanti all'ingresso del Ministero dello sviluppo economico. Per tutta la giornata del 20 luglio 2017 sono invece previste assemblee, una per ogni turno, all'interno dello stabilimento di San Sisto;
    qualora il gruppo Nestlé perseverasse sulla linea dei preannunciati licenziamenti, l'impatto sociale per il territorio umbro sarebbe pesantissimo,

impegnano il Governo:

   1) ad adoperarsi per quanto di competenza, affinché la multinazionale Nestlé agisca nel pieno rispetto dell'accordo dell'aprile 2016, gestendo i riflessi occupazionali del piano industriale mediante un costante confronto con le organizzazioni sindacali e le istituzioni interessate;
   2) ad adoperarsi, per quanto di competenza, al fine di promuovere, con riferimento allo stabilimento di San Sisto, un confronto ampio e collaborativo tra le parti allo scopo di implementare il piano di rilancio siglato nell'aprile 2016 e tutelare gli assetti occupazionali.
(8-00257) «Airaudo, Civati, Marcon, Fratoianni».

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ALLEGATO 4

7-01318 Boccuzzi: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    nel 2016 Nestlé presentava il proprio piano industriale alle istituzioni umbre (regione e comune di Perugia) e alle organizzazioni sindacali;
    il piano industriale è divenuto operativo con la firma dell'accordo tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, avvenuta il 7 aprile 2016;
    tale accordo prevede un investimento per 60 milioni di euro in tre anni con la promozione del prodotto di punta il «Bacio», nessun esubero, una nuova struttura manageriale, l'innovazione delle tecnologie produttive e del modello organizzativo e lo spostamento della produzione di alcune tipologie di gelati al fine di ovviare al fisiologico calo della domanda della cioccolata nei mesi più caldi;
    lo stesso piano prevedeva la dismissione della produzione di alcuni marchi tra i quali Ore Liete e Rossana senza però ricorrere ad esuberi di personale e a decisioni unilaterali dell'azienda su questo, per tutta la durata del piano e, quindi, almeno fino al 2018, seppure fosse già chiara la necessità di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali;
    l'accordo relativo al piano industriale è stato ratificato a larga maggioranza anche dai lavoratori nelle assemblee di fabbrica;
    il 24 febbraio 2017 la Nestlé, nel corso di un'audizione parlamentare aveva reso noti i primi dati sul buon andamento del Bacio e delle tavolette di cioccolato, sia per quanto riguarda il mercato interno che per l’export;
    la crescita percentuale delle vendite del Bacio negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Cina e Australia è risultata in doppia cifra; in Canada e in Cina, in particolare, si è registrato un aumento del 60 per cento, risultato che, però, secondo la multinazionale non è sufficiente per il rilancio e sarebbe alla base della modifica del piano di rilancio;
    a fine luglio 2016 l'azienda ha presentato anche il proprio piano di marketing, che prevedeva un forte rilancio del marchio Perugina, legato al valore aggiunto del territorio e del made in Italy e, di conseguenza, un forte supporto commerciale strutturato nel tempo e innovativo nelle forme e nel packaging;
    le maggiori vendite non si sono tradotte, secondo quanto rappresentato dalle organizzazioni sindacali, in un conseguente aumento della produzione e, anzi, la Nestlé Perugina ha presentato unilateralmente, ad inizio maggio 2017, un progetto di riassetto organizzativo degli organici che prevedrebbe 300 esuberi;
    le organizzazioni sindacali hanno da subito dimostrato la loro contrarietà a tale progetto, tanto da convocare nella giornata del 24 maggio 2017 tre assemblee sindacali dei segretari e dei delegati di categoria di Cgil, Cisl e Uil; Pag. 16
    a seguito del comunicato di Leo Wencel, capo mercato del gruppo Nestlé in Italia, nel quale si conferma che al termine della cassa integrazione guadagni straordinaria per 340 lavoratori non ci sarà garanzia del futuro in Perugina, le rappresentanze sindacali unitarie hanno dichiarato lo stato di agitazione;
    attualmente, lo stabilimento della Perugina occupa complessivamente circa 1.000 dipendenti, ma al termine dell'utilizzazione degli ammortizzatori sociali dovrebbe ridimensionarsi a poco più di 600 unità, determinando un forte contraccolpo sul tessuto sociale della città di Perugia e suscitando un'immediata e preoccupata reazione dell'amministrazione cittadina e regionale nonché delle organizzazioni sindacali, le quali, dopo l'ennesimo incontro con la dirigenza del gruppo dal quale non sono emersi ripensamenti, hanno indetto lo stato di agitazione;
    a fronte dell'interessamento del comune di Perugia e della regione Umbria e delle iniziative sindacali, la dirigenza della Nestlé ha prospettato non meglio definite soluzioni di ricollocamento all'interno del gruppo, che al momento consisterebbero in solo 86 posizioni libere sui 340 esuberi, l'incarico ad una società di placement per ricercare soluzioni sul territorio, nonché possibili incentivi all'esodo e programmi di prepensionamento;
    con tali numeri, gli effetti del piano, così come interpretato dalla dirigenza del gruppo Nestlé, rischiano di tradursi in un ridimensionamento dello stabilimento di San Sisto, vanificando i sacrifici economici che i lavoratori hanno dovuto sopportare e l'utilizzo di risorse pubbliche finalizzate all'erogazione della cassa integrazione,

impegnano il Governo:

   1) ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a tutelare gli assetti occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (Pg);
   2) ad adoperarsi, nell'ambito del tavolo istituzionale istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, con la partecipazione dei rappresentanti della Nestlé, delle organizzazioni sindacali, della regione Umbria e delle istituzioni locali interessate, al fine di attivare tutti gli strumenti utili a scongiurare la riduzione degli assetti occupazionali che inciderebbe in modo significativo sul tessuto sociale del territorio umbro, in considerazione del rilievo che il polo industriale di San Sisto riveste per tale territorio;
   3) a monitorare dettagliatamente le fasi attuative di detto piano industriale, in coerenza con gli obiettivi annunciati di trasformare lo stabilimento di San Sisto nel polo di eccellenza per la produzione dei Baci Perugina e del cioccolato Perugina, per l'Italia e per l'estero, valorizzandone la componente produttiva e tutelandone gli assetti occupazionali;
   4) a valutare, d'intesa con le amministrazioni regionali e comunali, la possibilità di iniziative volte a migliorare l'infrastrutturazione logistica degli impianti perugini, a fronte di seri e verificabili impegni sul piano produttivo ed occupazionale.
(8-00258) «Boccuzzi, Impegno, Sereni, Ascani, Verini, Giulietti, Damiano, Gnecchi, Patrizia Maestri, Baruffi, Miccoli, Incerti, Paris, Gribaudo, Tinagli, Arlotti, Albanella, Giacobbe, Casellato».

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ALLEGATO 5

7-01321 Galgano: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    lo stabilimento Perugina Nestlé, con sede in località di San Sisto di Perugia, è una delle realtà imprenditoriali più significative dell'Umbria per l'occupazione e l'economia del territorio, impiega attualmente un migliaio di dipendenti, di cui 850 nei livelli produttivi, ed è legato indissolubilmente all'identità e alla storia di Perugia e della regione;
    nello stabilimento di San Sisto si producono importanti marchi, quali Baci e Nero Perugina esportati in 55 Paesi;
    dopo una lunga vertenza, il 2 marzo 2016 Nestlé ha ufficializzato il piano industriale di rilancio dello stabilimento Perugina in cui si prevedevano investimenti per 60 milioni di euro in tre anni per fare del prodotto «Bacio» un brand di livello internazionale. Nel documento non si faceva alcun accenno ad esuberi, mentre si parlava di una nuova struttura manageriale e di processi di innovazione delle tecnologie produttive;
    nel piano, inoltre, la multinazionale affermava di voler fare dello stabilimento di San Sisto il centro di produzione di riferimento per la fornitura di biscotti per gelato alle consociate della zona Emena, comprese eventuali articolazioni in «joint venture» per intensificare un'attività fortemente contro-stagionale rispetto alle produzioni a base cioccolato con investimenti tecnici per complessivi 15 milioni di euro;
    Nestlé ha, a questo proposito, ufficializzato il contratto di fornitura alla Froneri dei biscotti per il Maxibon della durata di tre anni con un iniziale quantitativo di circa 930 tonnellate;
    nel piano, l'azienda prevedeva, inoltre, per il periodo tra gennaio 2017 e giugno 2018 una richiesta di trattamento straordinario di integrazione salariale, ai sensi dell'articolo 21 e seguenti del decreto legislativo n. 148 del 2015 per riorganizzazione aziendale con la previsione di una serie di misure di riconversione e ricollocazione professionale interno ed esterno del personale. La cassa di integrazione straordinaria è stata già concessa dal Governo;
    il 24 febbraio 2017 sono stati resi noti i primi dati sul buon andamento del Bacio e delle tavolette, sia sul mercato interno che sull’export: «purtroppo – si legge nella nota – sull'export l'aumento del 44 per cento non si traduce in volumi importanti, tali da assicurare un conseguente aumento produttivo». In Usa, Canada, Brasile, Cina ed Australia la crescita del Bacio è a doppia cifra. In Canada e Cina l'aumento è del +60 per cento;
    la rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento di San Sisto aveva dato un giudizio positivo per quanto riguarda l'andamento del piano, ma «ora servono le ore di lavoro» – avevano detto – visto che, da aprile, è appunto partita la cassa integrazione per 867 dipendenti che scadrà a giugno 2018;
    a giugno 2017 è stata ufficializzata, con una nota a firma dell'amministratore Pag. 18delegato di Nestlé Italia, Leo Wencel, la volontà della multinazionale di tagliare 340 posti di lavoro in Perugina. Una «doccia fredda» soprattutto alla luce dei dati positivi relativi al settore cioccolato annunciati in precedenza;
    il 27 luglio 2017 è stato convocato un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico cui parteciperanno i vertici aziendali della società Nestlé, le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali e locali interessate per avviare un confronto rispetto all'annuncio degli esuberi e al possibile ridimensionamento del sito della Perugina;
    sempre a luglio il fondo d'investimento americano Third Point ha comunicato di essere diventato uno degli azionisti più importanti della società Nestlé dopo aver acquisito oltre 40 milioni di azioni, pari all'1,3 per cento di tutto il capitale;
    in conseguenza di ciò, il consiglio di amministrazione di Nestlé, guidato dal nuovo amministratore delegato Ulf Mark Schneider, ha ufficializzato che la società riacquisterà titoli per circa 20 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Una mossa in linea con le richieste di Third Point ma che sottrae enormi risorse da possibili progetti d'investimento per destinarle ad un uso solo finanziario;
    inoltre, Schneider ha anche affermato che il focus di Nestlé sarà sulle categorie caffè, petcare, healthcare, acqua e cibi per l'infanzia ovvero sui settori commerciali considerati healthy. Il confectionary, ovvero il cioccolato e le caramelle, non è stato menzionato e la società ha annunciato di aver messo in vendita una serie di marchi americani di snack che fatturano circa 920 milioni di dollari;
    intanto, tramite la Nestlé Health Science, con un organico di 3 mila persone dislocate in tutto il mondo, l'azienda sta puntando sul settore delle soluzioni nutrizionali scientificamente formulate. Tra le mission della società viene indicata quella «di investire e innovare anche in scoperte e piattaforme tecnologiche rivoluzionarie che ci aiuteranno a sviluppare quella che chiamiamo “nutriterapia” o “Novel Therapeutic Nutrition”», «collaborando con società imprenditoriali del campo delle biotecnologie per aiutare a creare sul mercato terapie trasformazionali, come il microbioma»;
    la città di Perugia ha un legame identitario forte con lo stabilimento Perugina di San Sisto tanto da essere considerata la capitale italiana del cioccolato dove sono presenti iniziative culturali, gastronomiche e museali che contribuiscono ulteriormente a caratterizzarne l'immagine in questo senso;
    il possibile ridimensionamento dell'attività dello stabilimento di San Sisto e i conseguenti 340 esuberi comporterebbero, inoltre, pesanti ricadute economiche e sociali nel contesto specifico del territorio umbro-perugino già duramente colpito dalla crisi industriale in atto e dalle conseguenze indirette derivante dagli ultimi eventi sismici,

impegnano il Governo:

   1) a confrontarsi, nell'ambito del tavolo istituzionale insediato presso il Ministero dello sviluppo economico il 27 luglio scorso, sulla definizione di tutte le possibili misure volte al mantenimento delle produzioni e alla tutela degli assetti occupazionali del sito di San Sisto di Perugia;
   2) ad adoperarsi, per quanto di competenza, al fine di verificare se esistono le condizioni per favorire il trasferimento nello stabilimento di San Sisto delle produzioni che Nestlé ha definito healthy, come il caffè o i prodotti per l'infanzia;
   3) ad adoperarsi, per quanto di competenza, al fine di verificare la possibilità di avviare una collaborazione tra Nestlé Health Science con il dipartimento di medicina Pag. 19sperimentale dell'università degli studi di Perugia che costituisce un'eccellenza a livello internazionale per quanto riguarda le ricerche sui rapporti tra microbioma e nutrizione, avviando anche rapporti con società imprenditoriali nel campo delle biotecnologie;
   4) a valutare la possibilità di destinare risorse alla promozione di progetti di attrattività turistica incentrati sul brand «Perugia città del cioccolato».
(8-00259) «Galgano, Bombassei, Catalano».

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ALLEGATO 6

7-01322 Ricciatti: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    Perugina è uno storico marchio della produzione dolciaria italiana. Fondata a Perugia nel 1907 è stata acquisita dalla multinazionale svizzera Nestlé nel 1988;
    l'azienda ha da sempre rappresentato una realtà economica significativa per il territorio umbro, sia sotto il profilo occupazionale – attualmente con oltre mille dipendenti – sia per l'indiscutibile prestigio del marchio;
    attualmente, in Umbria, la produzione è concentrata nello stabilimento di San Sisto, in provincia di Perugia;
    alla Perugina sono 850 gli occupati a tempo indeterminato tra tempo pieno e part-time, e 150 stagionali;
    nel corso degli ultimi anni la produzione ha subito importanti perdite di volumi, con conseguenti ripercussioni sui livelli occupazionali;
    nel 2014, a seguito della previsione di esuberi per lo stabilimento perugino, la Nestlé e la rappresentanza sindacale unitaria hanno sottoscritto un contratto di solidarietà, in sede Confindustria, valido sino al 2016, al fine di scongiurare il rischio che gli esuberi dichiarati si trasformassero in licenziamenti; le organizzazioni sindacali ritengono che il calo dei volumi produttivi non dipenda esclusivamente dalla condizione di mercato, ma anche da scelte strategiche errate da parte della multinazionale svizzera, che ha nel corso del tempo ridimensionato il ruolo dello stabilimento nelle strategie del gruppo;
    nel 2016, in assenza di un cambio di rotta sui presupposti illustrati, i lavoratori, attraverso le rispettive rappresentanze sindacali, hanno sollevato l'allarme circa il futuro dello stabilimento;
    la Nestlé, in risposta alle criticità ed agli allarmi citati, ha annunciato per lo stabilimento di San Sisto la fine dei contratti di solidarietà e volumi produttivi in linea con quelli del 2014, ribadendo l'impegno a sostenere lo sviluppo della fabbrica e «un piano di riposizionamento per favorire il rilancio delle produzioni, in uno scenario comunque negativo in termini di consumi» (Ansa, 31 agosto 2015); i sindacati, tuttavia, ritengono che al di là di tali dichiarazioni, volte a rassicurare i lavoratori, la Nestlé non stia mostrando alcun segnale concreto sul piano di rilancio per l'azienda, ed insistono per conoscere i dettagli del piano industriale;
    nel corso degli anni il settore ha subito una costante diminuzione degli stabilimenti e dei livelli occupazionali;
    appaiono più che fondati i timori sul futuro dello storico marchio dolciario e sull'eventualità che l'azienda ridimensioni ulteriormente il ruolo produttivo dello stabilimento visto che, nei giorni scorsi, la Nestlé ha annunciato 340 esuberi;
    i sindacati chiedono al Governo di richiamare la Nestlé al rispetto dell'accordo del 2016, che prevedeva il rilancio Pag. 21della fabbrica e non certo un taglio di 340 posti di lavoro, un piano anche con investimenti tecnologici e strategie di marketing per l’export e la controstagionalità, «che hanno bisogno di un periodo congruo per andare a regime. Ecco perché – hanno precisato infine i sindacati Flai, Fai, Uila e rappresentanza sindacale unitaria» – «abbiamo bisogno di ammortizzatori sociali, in scadenza il 30 giugno 2018, che coprano un periodo più lungo di quello previsto dall'attuale normativa»,

impegnano il Governo

ad adoperarsi, nel prosieguo del tavolo istituzionale insediato presso il Ministero dello sviluppo economico, al fine di favorire, in collaborazione con la regione e le istituzioni locali, il più ampio e approfondito confronto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, favorendo l'implementazione dell'accordo sottoscritto lo scorso anno tra le parti, allo scopo di tutelare gli assetti occupazionali e di potenziare una delle filiere più importanti dell'industria alimentare italiana.
(8-00260) «Ricciatti, Zappulla, Epifani, Ferrara, Giorgio Piccolo, Martelli, Scotto, Melilla, Nicchi, Piras, Quaranta, Franco Bordo, Folino, Laforgia».

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ALLEGATO 7

7-01328 Polverini: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Perugina di San Sisto (PG).

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    recentemente, la multinazionale Nestlé ha diramato una nota ufficiale nella quale si legge che «A giugno 2018 terminerà il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, che non sarà più rinnovabile. Data l'impossibilità di fare ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali emerge l'esigenza di procedere ad un riequilibrio occupazionale che, ad oggi, stimiamo possa coinvolgere circa 340 addetti alle attività di produzione e logistica, ai quali – nei prossimi anni – non sarà possibile assicurare la continuità occupazionale presso l'Unità di Perugia, se non in funzione della stagionalità tipica delle produzioni dolciarie»;
    lo stabilimento Perugina-Nestlé rappresenta una delle realtà imprenditoriali più significative della regione Umbria per le ricadute di carattere occupazionale ed economico sul territorio: lo stabilimento, infatti, conta circa 1.000 dipendenti ed è la sede di produzione di importanti marchi quali Baci e Nero Perugina, esportati in cinquantacinque Paesi;
    in data 7 aprile 2016, presso la sede di Confindustria Umbria, la Nestlé Italiana spa e la rappresentanza sindacale unitaria del sito di Perugia assistita dalle segreterie provinciali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, hanno proceduto con la firma di un accordo che prevedeva un investimento di 60 milioni di euro nei successivi tre anni;
    tale robusto piano pluriennale si articolava, da un lato, in un disegno di investimenti commerciali per un valore pari a 45 milioni di euro «focalizzati a perseguire precisi obiettivi di crescita nelle produzioni a base cioccolato, sia sul mercato interno, sia soprattutto sui mercati esteri, che possono offrire interessanti opportunità di progressiva destagionalizzazione delle produzioni»;
    dall'altro lato, l'azienda proponeva «S. Sisto come centro di produzione di riferimento per la fornitura di biscotti per gelato alle consociate della zona Emena, comprese eventuali articolazioni in «joint venture» – confidando sulla capacità di esprimere un costo competitivo derivante dal pieno utilizzo della capacità produttiva installata e dalla piena espressione delle competenze professionali disponibili – al fine di intensificare, nell'immediato, un'attività fortemente contro stagionale rispetto alle produzioni a base cioccolato», con investimenti tecnici per complessivi 15 milioni di euro per rafforzare la vocazione strategica di S. Sisto, polo produttivo di eccellenza del cioccolato, e consolidarne la posizione competitiva all'interno dell'apparato industriale della zona Emena del gruppo Nestlé;
    per di più, lo stesso piano contemplava, inoltre, accanto alla dismissione della produzione di alcuni marchi, il rilancio dell'importante prodotto il «Bacio Perugina», un «global brand», simbolo del «made in Italy» e dell'eccellenza italiana nel mondo, valorizzando il più possibile il legame con il territorio, senza però la necessità di ricorrere ad esuberi di personale e a decisioni unilaterali dell'azienda Pag. 23per tutta la durata del piano, quindi almeno fino al 2018;
    tale accordo era stato ratificato a larga maggioranza anche dai lavoratori e salutato con entusiasmo dalla stessa presidente della regione Umbria, che ha testualmente affermato che «Si è trattato di un incontro molto importante, nel corso del quale abbiamo preso atto delle informazioni che il management di Nestlé ci ha fornito relativamente al piano industriale, con specifico riferimento alle politiche industriali, commerciali e degli investimenti che possano garantire il mantenimento e la valorizzazione dei livelli occupazionali per lo stabilimento di San Sisto a Perugia»;
    il nuovo piano industriale era riuscito ad arginare in maniera efficace il fenomeno di crisi che aveva colpito lo stabilimento, originato soprattutto dalla carenza di investimenti e di innovazione dei suoi sistemi di produzione, avendo prodotto una crescita delle vendite dei prodotti dell'azienda, tra cui figurano i famosi «baci» e le tavolette di cioccolato;
    nonostante la multinazionale avesse registrato dati confortanti relativi all’export del settore del cioccolato, il management aziendale, in una nota del 24 febbraio 2017, ha confermato l'intenzione di procedere ad un ridimensionamento dei livelli occupazionali dello stabilimento di San Sisto. Si legge infatti che «Purtroppo sull’export l'aumento del 44 per cento non si traduce in volumi importanti, tali da assicurare un conseguente aumento produttivo». È necessario sottolineare come i dati riportino un incremento a doppia cifra registrato in molti Paesi stranieri (Usa, Brasile ed Australia), con punte fino al 60 per cento in Canada e Cina;
    sebbene la rappresentanza sindacale unitaria avesse espresso un giudizio positivo sull'andamento del piano, il 6 aprile 2017 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha approvato il programma di riorganizzazione aziendale autorizzando la corresponsione – per il periodo dal 16 gennaio 2017 al 15 luglio 2018 – del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinari in favore di 819 lavoratori impiegati presso lo stabilimento di San Sisto;
    la stessa rappresentanza sindacale aveva del resto considerato la firma della cassa integrazione guadagni speciali come «il prosieguo del percorso avviato nella scorsa primavera quando fu siglato l'accordo che prevede un investimento totale sulla fabbrica perugina di 60 milioni di euro». Allora fu definito, infatti, il percorso per il biennio 2017-2018, che «prevede da un lato degli investimenti, al fine di rendere lo stabilimento sempre più performante e supportare i marchi Perugina nel mondo, dall'altro, la richiesta della cassa integrazione come strumento per la gestione della forza lavoro in questo biennio di attuazione del Piano»;
    tuttavia, a maggio 2017, la società ha comunicato, tramite Leo Wencel, capo mercato del gruppo Nestlé in Italia, l'intenzione di ridurre, al termine del periodo di cassa integrazione guadagni straordinari, l'organico di circa 340 unità, non essendo in grado di riassorbire tutte le unità lavorative;
    conseguentemente, preoccupati per il forte contraccolpo che tale progetto potrebbe avere sul tessuto sociale della città di Perugia, i sindacati hanno prontamente reagito denunciando i citati esuberi previsti per lo stabilimento di San Sisto che metterebbero a rischio, dunque, il futuro di circa 340 dipendenti. A seguito di ciò, la regione Umbria aveva deciso di convocare un «tavolo istituzionale», con la partecipazione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori e rappresentanti dell'azienda, per il 15 giugno 2017, al fine di discutere, acquisire le necessarie informazioni ed avere, conseguentemente, un quadro più organico rispetto alla vicenda complessivamente considerata;
    dall'incontro istituzionale tenutosi a giugno 2017 tra i vertici aziendali di Nestlé, le rappresentanze sindacali unitarie, la regione ed il comune di Perugia, tuttavia non sembra essere emersa una Pag. 24soluzione definitiva della questione. I primi, infatti, non fanno nessun passo indietro sui 340 esuberi, ma si sono dichiarati disponibili a partecipare ad un tavolo al Ministero dello sviluppo economico, con l'obiettivo di fare di Perugia «una fabbrica efficiente e competitiva che possa svilupparsi anche nel futuro e di ricercare tutte le soluzioni possibili per gestire le persone, in modo da trovare prospettive occupazionali per tutti». Dal canto suo, la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha ribadito con forza che «questo anno sia messo a frutto per un lavoro di mantenimento della capacità industriale, ma anche per evitare che la riorganizzazione dell'azienda si traduca in una riduzione di posti di lavoro e in un'emergenza sociale per i lavoratori»;
    nell'ambito del citato incontro del 15 giugno 2017, Nestlé italiana ha inoltre respinto in modo deciso le accuse di non rispettare gli accordi sottoscritti, confermando la scelta del gruppo di fare di San Sisto il polo di eccellenza nella produzione dei Baci Perugina e del cioccolato Perugina, per l'Italia e per l'estero, e ha smentito le voci su presunti disinvestimenti, ridimensionamenti e passi indietro dell'azienda rispetto agli accordi presi, anche alla luce della decisione aziendale di investire sui «Baci» per farne un brand globale. Seppure tale scelta sia stata considerata positiva dalla presidente della regione e dal sindaco del comune di Perugia, questi hanno aggiunto che a tale proposta occorre affiancare necessariamente «una proposta nuova di carattere industriale, che possa, interessare la regione e il territorio»;
    secondo quanto si apprende da diverse fonti, il 27 luglio 2017 sarebbe stato convocato un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico con la partecipazione dei vertici aziendali della società Nestlé, le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali e locali interessate ad avviare un confronto rispetto all'annuncio degli esuberi e al possibile ridimensionamento del sito della Perugina. In questo stesso periodo, il fondo d'investimento americano Third Point avrebbe comunicato di essere diventato uno degli azionisti più importanti della società Nestlé dopo aver acquisito oltre 40 milioni di azioni, pari all'1,3 per cento di tutto il capitale;
    la Perugina rappresenta prima di tutto un'azienda con un'importante produzione, uno storico marchio dell'industria dolciaria italiana. Confluita nel 1998 nella Nestlé italiana spa, multinazionale svizzera del gruppo, quest'ultima ha saputo proteggere e salvaguardare i valori che hanno caratterizzato da sempre la storica azienda che, attualmente, rappresenta uno dei principali stabilimenti europei per la produzione di cioccolato;
    il sito produttivo umbro rappresenta altresì una parte decisiva della storia e dell'identità recente di Perugia e dell'Umbria intera e, quindi, una circostanza come quella sopra descritta rappresenterebbe un evento drammatico per tutta la comunità regionale,

impegnano il Governo:

   1) ad adoperarsi, nell'ambito del tavolo istituzionale istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico – con la partecipazione dei rappresentanti della società Nestlé, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni regionali e locali interessate – allo scopo di favorire la predisposizione di misure volte alla tutela degli assetti occupazionali dello stabilimento di San Sisto di Perugia;
   2) ad assumere ogni iniziativa di competenza al fine di tutelare gli assetti occupazionali dello stabilimento della Nestlé-Perugina, valorizzandone il carattere strategico e favorendone la centralità produttiva;
   3) ad adoperarsi per quanto di competenza al fine di favorire la concreta attuazione del piano industriale del 2016, con particolare riferimento alla tutela degli assetti occupazionali.
(8-00261) «Polverini, Minardo, Laffranco, Polidori».