CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 agosto 2017
867.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12054 Zaratti: sulla nube di fumo diffusasi tra il 5 e il 6 luglio scorso sull'area industriale dell'Ilva di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai quesiti posti, secondo quanto riferito dal Commissario straordinario per l'ILVA, si segnala che nella giornata del 7 luglio 2017 nessun evento anomalo è stato segnalato nell'ambito dei controlli di routine sui sistemi di monitoraggio.
  Tuttavia, appena appreso del comunicato FIOM, si è comunque provveduto ad una ulteriore verifica sia dei sistemi di visione che dei dati delle centraline. Dagli esiti della verifica, effettuata sui sistemi di monitoraggio presenti in stabilimento, non risultano essere incorsi eventi anomali o di emergenza nella notte tra il 6 e il 7 luglio e nella giornata del 7 luglio. Sono stati, altresì, visionati i tabulati dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni, le registrazioni delle videocamere che inquadrano le aree produttive, come da prescrizione AIA, ed i dati deposimetrici del periodo. Nessuna anomalia è stata registrata.
  Peraltro, a seguito della segnalazione, l'ARPA Puglia ha effettuato un controllo dei dati di qualità dell'aria, in relazione ai giorni 6 e 7 luglio 2017, in particolare sui dati di monitoraggio delle concentrazioni di PM10 e PM2,5, nonché su quelli meteorologici registrati dalle reti fisse presenti nell'area di Taranto.
  In tutta la rete ILVA si è osservato un aumento delle concentrazioni dal 6 al 7 luglio. A tale riguardo, l'Agenzia ha precisato che nelle giornate del 6 e 7 luglio si è registrata una direzione prevalente del vento da Nord-Ovest e le velocità risultavano molto basse, prossime alle condizioni di calma di vento. La stessa ha, quindi, rappresentato che la segnalata «cappa» è verosimilmente imputabile al fenomeno della stratificazione degli inquinanti, che si verifica quando la velocità del vento è molto bassa ed in carenza di moti convettivi. In queste condizioni, gli inquinanti emessi dall'industria permangono sopra la zona di emissione fino a quando i naturali moti di circolazione dell'aria non li disperdono. Dette condizioni si verificano, frequentemente, nelle ore notturne e nelle prime ore del giorno, in assenza di insolazione: le concentrazioni in aria dei vari inquinanti possono, di conseguenza, aumentare a seconda dell'entità delle emissioni e della durata dell'assenza di vento.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicura che questo Ministero continuerà a tenersi informato e a mantenere alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 2

5-12055 Labriola: sul piano di ammodernamento dell'Ilva di Taranto da parte di Am Investco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente in via preliminare che, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, entro un mese dall'aggiudicazione, l'individuato gestore deve presentare al Ministero dell'Ambiente apposita domanda di autorizzazione integrata ambientale dei nuovi interventi e di modifica del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria, nonché di ogni altro titolo autorizzativo necessario per l'esercizio degli impianti. Tale domanda è stata presentata da AM InvestCo Italy S.P.A. in data 5 luglio 2017, in vista della procedura di consultazione pubblica e di istruttoria di competenza del Comitato di esperti nominato dal Ministero dell'ambiente.
  Il medesimo Comitato avrà sessanta giorni, dalla pubblicazione sul sito web del Ministero della predetta domanda, per condurre l'istruttoria sugli esiti della consultazione e per predisporre una relazione.
  Successivamente, entro 15 giorni dalla conclusione dell'istruttoria del Comitato, su proposta del Ministero dell'Ambiente, dovrà essere emanato il nuovo DPCM che prevede le modifiche o integrazioni che assicurano standard di tutela ambientale coerenti con le medesime previsioni.
  Pertanto, solo con l'emanazione del nuovo DPCM saranno definiti i termini di esecuzione degli interventi di adeguamento ambientale autorizzati.
  Si segnala, da ultimo, che in data 1 agosto 2017 è stata pubblicata sul sito del Ministero la domanda di autorizzazione integrata ambientale da parte di AM InvestCo, al fine di renderla disponibile per la consultazione pubblica.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 3

5-12058 Micillo: sul piano per la gestione dei rifiuti urbani della regione Campania, con particolare riguardo agli interventi previsti nella Terra dei fuochi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si fa presente, in via preliminare, che la competenza in materia di pianificazione e localizzazione degli impianti è posta in capo alle Regioni. Nel caso in questione, si evidenzia che la Regione Campania ha adottato l'aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) per ottemperare agli adempimenti previsti dalla sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea del 16 luglio 2015, riguardante la violazione della direttiva 2006/12/CE per la gestione dei rifiuti.
  Il nuovo Piano 2016 prevede, tra l'altro, la rinuncia alla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento e l'incremento della raccolta differenziata fino al 65 per cento entro il 2019, discostandosi, in questo modo, dalle previsioni del d.P.C.M. 10 agosto 2016 adottato ai sensi dell'articolo 35, comma 1 del c.d. «Sblocca Italia». Alla luce di ciò, la Regione ha inviato al Ministero la richiesta di aggiornamento del richiamato d.P.C.M. 10 agosto 2016 in ragione dei mutati fabbisogni regionali.
  Il Piano contiene, inoltre, uno specifico Piano Straordinario d'interventi per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti stoccati in balle, che individua 3 filiere per il trattamento dei complessivi 5,3 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati. La prima filiera prevede lo smaltimento, presso impianti nazionali ed esteri, di una quota di rifiuti pari a circa 1 milione di tonnellate; la seconda filiera, finalizzata al recupero di materia, prevede il trattamento di circa 1,6 milioni di tonnellate di balle situate nel sito di Giugliano; la terza filiera prevede la produzione di «Combustibile Solido Secondario» (CSS), che potrà essere valorizzato energeticamente in impianti produttivi presenti sul territorio nazionale e non solo. A tale filiera è destinato circa il 30 per cento del totale dei rifiuti stoccati in balle.
  Nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Regione Campania non vi è, dunque, alcuna indicazione relativa alla realizzazione di nuovi impianti termici per la valorizzazione del CSS derivante dal trattamento delle ecoballe all'interno del territorio regionale.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà comunque a tenersi informato e manterrà alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 4

5-12059 Pellegrino: sul progetto di riattivazione dello stabilimento ex Mythen, nella zona industriale di Ferrandina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente in via preliminare che, con riferimento al procedimento amministrativo di bonifica relativo all'area in questione, per quanto concerne la matrice suolo, preso atto del non superamento delle concentrazioni massime ammissibili stabilite dalla normativa allora vigente, le Conferenze di Servizi Decisorie del 2003 e del 2004 ne hanno deliberato la restituzione agli usi legittimi previsti dagli strumenti urbanistici. Inoltre, relativamente alla matrice acque sotterranee, si segnala che questo Ministero ha più volte sollecitato l'esecuzione di indagini integrative di caratterizzazione, l'attivazione di interventi di messa in sicurezza nonché la trasmissione del progetto di bonifica.
  Per quanto riguarda il rilascio dell'Autorizzazione Unica Ambientale da parte della Provincia di Matera, del 12 giugno 2017, occorre precisare che l'autorizzazione è subordinata al rispetto delle prescrizioni e condizioni contenute nel medesimo atto autorizzatorio e che il Ministero, in data 19 luglio 2017, ha chiesto di ottemperare alla Greenswitch S.r.l., ovvero di trasmettere, entro 30 giorni, un piano integrativo di caratterizzazione le cui modalità e tempi dovranno essere concordate con l'ARPAB.
  Inoltre, secondo quanto riferito dalla Regione Basilicata, sono state acquisite agli atti le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del progetto in questione.
  Per quanto concerne gli aspetti di natura finanziaria, si segnala che, nell'ambito dell'Accordo di Programma Quadro «per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica delle acque di falda e dei suoli nei SIN di Tito e Val Basento», per il SIN di Val Basento, sono stati stanziati oltre 23 milioni di euro, mentre, non è stato attribuito alcun finanziamento all'area «ex Mythen».
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività, mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.

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ALLEGATO 5

5-12057 Braga: sullo stato di attuazione del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si fa presente che sulla base del DPCM 5 dicembre 2016, recante «Approvazione dell'indicatore di riparto su base regionale delle risorse finalizzate agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico» si è proceduto alla ripartizione regionale del Fondo per la progettazione, nel rispetto della chiave di riparto ordinaria prevista dalla Legge di stabilità 2014.
  Sono stati, quindi, redatti, nel rispetto delle graduatorie presenti sul sistema ReNDiS, elenchi regionali degli interventi suscettibili di finanziamento per la progettazione fino alla concorrenza di una volta e mezzo delle risorse attribuite a ciascuna Regione.
  Tali elenchi sono stati pubblicati sulla piattaforma ReNDiS per una prima fase istruttoria tendente a condividere con le Regioni stesse l'elenco definitivo degli interventi da sottoporre alla fase istruttoria successiva prevista dal predetto DPCM.
  Tale prima fase istruttoria si è già conclusa per tutte le Regioni, ad eccezione dalla Campania e della Basilicata per le quali le attività sono comunque in fase di definizione. In esito alle procedure già concluse, sono stati condivisi i rispettivi elenchi regionali degli interventi da sottoporre alla fase istruttoria successiva. Attualmente è in corso la fase istruttoria sui relativi interventi proposti, ed inerente la verifica dei presupposti per l'ammissibilità al finanziamento, previa verifica della relativa documentazione disponibile per tali interventi nel data-base ReNDiS.
  Il trasferimento delle risorse avverrà nei prossimi mesi, secondo quanto previsto dal DPCM, Regione per Regione, una volta definita la seconda fase istruttoria, fino alla concorrenza di quanto già confluito nel fondo.
  Ferme restando le informazioni esposte, in ragione dell'importanza che la tematica del dissesto idrogeologico riveste nel nostro Paese, rimane costante l'attenzione del Governo ed importanti sono stati gli interventi che, da un punto di vista normativo e finanziario, sono stati apprestati in risposta a tale problematica.

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ALLEGATO 6

5-12056 Pastorelli: sul meccanismo di calcolo dei risparmi energetici applicato dal GSE a partire dal secondo semestre 2015.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che il meccanismo dei Certificati Bianchi è stato introdotto con la finalità di incentivare la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli usi finali al fine di ottemperare agli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio in capo ai soggetti obbligati.
  Il metodo di valutazione standardizzata, previsto per le richieste di accesso al meccanismo dei Certificati medesimi ed, in particolare, alle modalità con cui i risparmi di energia sono riconosciuti, è un metodo semplificato, applicato tipicamente agli interventi facilmente riconducibili ad «interventi tipo», nei casi in cui il costo della misurazione diretta dei risparmi sia superiore all'incentivo riconosciuto.
  Per garantire la finalità «addizionale» perseguita dal meccanismo dei Certificati Bianchi le schede tecniche devono essere costantemente adeguate conformemente all'evoluzione normativa, tecnologica e di mercato.
  Secondo quanto riferito dal Ministero dello sviluppo economico, in particolare, l'applicazione operativa della scheda tecnica standardizzata 40E ha dimostrato un estremo rischio di sovra incentivazione dell'investimento effettuato, oltre alla complessità gestionale della scheda, incompatibile con la finalità del metodo standardizzato e inefficace sotto il profilo costo-beneficio.
  Quindi, con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente del 14 ottobre 2015, sono state revocate alcune schede tecniche, tra le quali appunto la n. 40E.
  Sempre secondo quanto riferito dallo stesso Ministero, si segnala, infine, che l'attività istruttoria svolta dal GSE, grazie all'esperienza pluriennale maturata su tutti i settori economici, ha consentito di acquisire approfondite e dettagliate informazioni in merito ai processi industriali ed alle possibili soluzioni tecnologiche offerte dal mercato.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività, mantenendo alto il livello di attenzione sulla questione.