CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 giugno 2017
846.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sugli esiti della missione svolta in Norvegia (14-18 giugno 2017), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Una delegazione della III Commissione, guidata dal presidente Cicchitto e formata dai deputati Lia Quartapelle Procopio e Gianluca Pini, rispettivamente in rappresentanza di maggioranza e di opposizione, si è recata in missione in Norvegia dal 14 al 18 giugno 2017, con tappe ad Oslo e alle isole Svalbard, finalizzata al rafforzamento delle relazioni bilaterali e all'approfondimento di alcune tematiche emerse nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico, in corso di svolgimento.
  Il programma di incontri istituzionali, predisposto in collaborazione con l'Ambasciatore d'Italia ad Oslo, Giorgio Novello, si è aperto con un incontro sui temi dell'Artico con il Presidente della Commissione Permanente dell'Assemblea dei Parlamentari artici, cui aderiscono parlamentari dei Paesi dell'area, il laburista Eirik Sivertsen, e con l'onorevole Ebbesen Margunn, esponente del partito conservatore e componente della Delegazione per la cooperazione parlamentare artica, che hanno condiviso che la politica norvegese per l'Artico abbia per priorità la conservazione di pace e stabilità nella regione. In particolare, il presidente Sivertsen ha descritto la specificità norvegese, i cui territori marini sono sei volte superiori a quelli terrestri, ricordando la sigla nel 2010 di un importantissimo accordo con la Russia (Accordo di Barents), che coinvolge ben l'80 per cento del territorio marino della Norvegia. Si tratta di un accordo per lo sfruttamento delle risorse energetiche nell'Artico, siglato a chiusura di una disputa di oltre quarant'anni dagli allora presidenti Dmitry Medvedev e Jens Stoltenberg. L'Accordo stabilisce oggi esattamente la linea di confine tra i territori appartenenti ai due Stati. Sivertsen ha, quindi, richiamato il diritto internazionale del mare come fonte del diritto per i rapporti tra gli ulteriori Stati costieri, non essendo percepita l'esigenza di un trattato specifico sull'Artico, in analogia con il Mediterraneo. Ha riferito che nella regione artica abitano 4 milioni di persone, i cui interessi e diritti costituiscono oggetto del mandato rappresentativo dei parlamentari artici, che promuovono lo sviluppo e il mantenimento della cultura e del modo di vivere delle popolazioni autoctone. Ha, quindi, menzionato la strategia sull'Artico, sviluppata anche a livello europeo, considerata la consapevolezza sulle cause di natura globale dei cambiamenti climatici, destinati ad incidere in prima battuta sui popoli degli Stati insulari del Pacifico o dell'Artico. Gli effetti del riscaldamento globale, che all'Artico è percepito in modo amplificato, sono già percepiti nell'ecosistema locale, con riferimento ad esempio alla sopravvivenza delle renne, alle mareggiate che stanno travolgendo interi villaggi in Alaska, alle prevedibili difficoltà alimentari per gli inuit. Occorre, secondo Sivertsen, trovare una soluzione di adattamento ad un fenomeno che oggi appare inarrestabile, tenendo conto che l'Artico è una regione disomogenea, quanto a tasso di sviluppo, più elevato in Norvegia rispetto alle aree canadesi o russe e contrariamente allo slogan della presidenza statunitense del Consiglio artico, facente riferimento ad un unico Artico.
  Il Presidente Cicchitto ha rappresentato le ragioni dell'interesse italiano all'Artico a Pag. 64partire dalle preoccupazioni ambientali, acuite dal ritiro statunitense dalla COP 21, concordando sulla natura globale del tema ed evidenziando i nessi con i temi prioritari dell'agenda di politica estera italiana. Ha posto il tema del ruolo della Russia, al fine di comprendere se vi siano tendenze egemoniche nella regione artica o se non si sia invece instaurato un equilibrio regionale specifico. L'onorevole Quartapelle, dando conto del lavoro istruttorio senza precedenti in corso a livello parlamentare, ha esplicitato il rapporto tra cambiamenti climatici e migrazioni, che ha evidenze incontrovertibili in regioni remote, dall'Artico al Corno d'Africa ma che la politica internazionale tende a rimuovere. In questa fase Paesi come l'Italia o la Norvegia, secondo l'onorevole Quartapelle, devono operare per rafforzare le alleanze nelle sedi multilaterali, in cui credono e lavorano, facendo leva sugli strumenti di governance internazionali, malgrado essi siano messi profondamente in discussione anche dalla nuova Amministrazione USA. Data la comune esposizione alle sfide globali connesse al rapporto tra ambiente e migrazioni, le iniziative italo-norvegesi nelle sedi internazionali possono trovare terreno fertile. Occorre, quindi, lavorare sul dialogo e sull'iniziativa politica. L'onorevole Gianluca Pini ha confermato piena solidarietà per le problematiche dell'Artico, invitando ad un approccio non aprioristico sugli Accordi di Parigi, essendo notorio che essi sono basati su uno specifico impianto teorico non condiviso da tutta la comunità scientifica, e comunque nella ricerca di una sintesi il più possibile oggettiva sul rapporto di causa ed effetto dei fattori che portano al surriscaldamento globale. L'Ambasciatore Novello ha menzionato i rapporti quotidiani tra parlamentari norvegesi artici, eletti nelle tre contee situate oltre il Circolo Polare Artico, e l'Italia, sottolineando come la Norvegia possa a buon diritto essere denominata «Paese superartico» considerato che più del 10 per cento della sua popolazione è stanziata nella regione artica, che cresce più velocemente rispetto alla parte meridionale del Paese. Ha, inoltre, confermato la profonda impostazione multilaterale della politica estera norvegese, evidenziando le sinergie che tra i due Paesi potrebbe determinarsi rispetto ai temi di comune interesse.
  Il presidente Sivertsen ha dato atto della positiva presenza italiana in Artico, a partire dalla sigla del Trattato delle Svalbard per giungere, in tempi moderni, alla apertura della stazione del CNR negli anni Novanta e allo stabilimento Goliat dell'ENI, oltre agli storici legami connessi al commercio dello stoccafisso e alla vicenda di Pietro Querini, navigatore e mercante veneziano che lo importò in Italia aprendo un filone nuovo di tradizione alimentare mediterranea. I cambiamenti climatici potrebbero, peraltro, incidere anche sulle abitudini della fauna ittica, con impatti significativi anche su voci importanti del bilancio norvegese. Sui temi geopolitici, ha espresso delusione per le recenti scelte degli USA in campo ambientale, auspicando che altri attori internazionali subentrino nel ruolo di leadership su tale terreno. Esprimendo l'esigenza fondamentale della Norvegia affinché si trovi comunque un ordine internazionale di riferimento, ha commentato la strategia russa richiamando le innegabili violazioni del diritto internazionale commesse in Ucraina e in Crimea ma ricordando che si tratta di un vicino con cui la Norvegia collabora proficuamente nell'interesse della pace e della stabilità regionali, come emerso nelle ministeriali sull'Artico, svolte nel 2015 e nel 2017. Occorre, secondo il deputato artico, evitare di importare in Artico conflitti o mentalità conflittuali proprie di altri contesti. Quanto alla militarizzazione della Russia in Artico, secondo Siversten, essa corrisponde ad un interesse strategico legittimo di Mosca, cui Oslo risponde attrezzandosi a sua volta sul piano militare ma nell'esercizio di una tutela di propri interesse legittimi. La Norvegia ha storicamente gestito la contrapposizione con l'allora Unione Sovietica evitando ogni conflitto ed ha consapevolezza che la Russia detiene il 40 per cento della propria linea costiera in Artico. In Pag. 65generale, ha sottolineato che non è possibile parlare di Strategia per l'Artico senza la Russia.
  Il successivo incontro è stato con una delegazione della Commissione Esteri e Difesa del Parlamento norvegese, presieduta dalla deputata laburista Anniken Huitfeldt, già ministra dell'educazione, della cultura e dell'ambiente nell'esecutivo Stoltenberg. Tra i partecipanti da parte norvegese sono da menzionare la deputata conservatrice Elisabeth Vik Aspaker, già ministra della pesca e futuro rappresentante del Governo nell'estremo nord del Paese, Christian Tybring-Gjedde, del partito progressista, Sylvi Graham, del partito conservatore, già sottosegretaria agli esteri.
  Preso atto da parte norvegese del lavoro di indagine in corso presso la omologa Commissione italiana, la presidente Huitfeld è subito andata al nodo del rapporto con la Russia, con cui il Paese condivide una delicata frontiera e con cui collabora al mantenimento dello status quo in Artico, nonché alla stabilità e al maggior disarmo possibile nella regione. Nel ricordare che, in linea con l'omonimo trattato, presso le Svalbard non ci sono basi militari, Huitfeld ha riferito del lavoro di pattugliamento svolto in Artico dalla guardia costiera norvegese e dei problemi che sono a un certo punto emersi a causa di cittadini russi colpiti da sanzioni individuali internazionali e che si sono recati presso le Svalbard. Allo stato la collaborazione con Mosca è fruttuosa sul terreno del salvataggio in mare, della tutela ambientale e della pesca, anche se è evidente il ruolo crescente della Russia su tutti i temi. Quanto allo scioglimento dei ghiacci, l'impatto già percepito è in termini di maggiore disponibilità di mare per l'attività di pesca ma anche di presenza di specie nuove, anche mediterranee (quali lo sgombro), che rischiano di minare l'ecosistema marino locale. Vi sono, poi, sviluppi positivi in termini di rapporti commerciali e di trasporti, per cui occorre una gestione lungimirante ed equilibrata che abbia a cuore innanzitutto il patrimonio naturale. Il Presidente Cicchitto ha prospettato l'utilità di un recupero di categorie geopolitiche da guerra fredda nel rapporto con Mosca, alla luce del taglio neoimperialista della politica estera di Putin e delle recenti scelte operate da Washington. L'onorevole Quartapelle ha rappresentato la diffusa sensibilità del Parlamento italiano rispetto ai temi dell'ambiente e della cooperazione internazionale in Artico e l'onorevole Pini, precisando che le preoccupazioni per la politica di Mosca sono condivise dalla maggioranza ma non dalla totalità delle forze politiche italiane, ha auspicato che l'azione dei governi europei sappia creare consapevolezza sulle questioni ambientali, che rappresentano la sfida maggiore e necessitano di un apporto oggettivo da parte della comunità scientifica internazionale. La deputata Aspaker ha risposto sottolineando che, al di là delle cause dei cambiamenti climatici, siano essere naturali o umane, è l'inadeguatezza delle risposte a dovere colpire, considerati i costi che tali risposte comportano. Per la Norvegia, che non è un parco naturale ma un Paese come altri, il cambiamento climatico non comporta solo svantaggi. Certamente occorre un approccio sostenibile, cui l'ENI Norge ad esempio contribuisce insieme agli altri attori internazionali pubblici e privati, ed è necessario sviluppare un sistema di prevenzione degli incidenti in mare che richiede la garanzia di uno standard di prontezza assai alto.
  La delegazione ha, quindi, incontrato la Viceministra agli affari esteri, Marit Berger Roesland, con delega particolare all'Artico, con la quale ha trattato nuovamente i temi connessi all'Artico ma anche l'andamento delle relazioni bilaterali. All'incontro ha presenziato anche l'attuale Direttrice degli Affari Giuridici Margit Tveiten, prossimo Ambasciatore del Regno di Norvegia in Italia. Il Presidente Cicchitto ha sottolineato quanto la Norvegia rappresenti per l'Italia un Paese garante per gli interessi dell'Artico, rispetto al quale Oslo ha il diritto-dovere di formulare delle linee guida per tutta la comunità internazionale. La presenza del CNR o di aziende come ENI rafforza l'interesse e l'attenzione italiana per l'Artico e anche la necessità di una maggiore conoscenza Pag. 66circa la linea tenuta da Mosca nella regione. L'onorevole Quartapelle ha posto il tema del possibile impatto sull'Artico della nuova Amministrazione americana. L'onorevole Pini ha posto il tema dell'assenza dell'Unione europea dal consesso istituzionale artico, la condizione della minoranza sami rispetto alla politica regionale norvegese e l'impatto regionale derivante dall'interesse di colossi asiatici come India, Cina o Corea del Sud. La Viceminsitra Roesland è partita dall'assunto dei percepibili effetti dello scioglimento dei ghiacci, il cui completamento è previsto per il 2050. Rispetto agli Stati Uniti, si registrano disomogeneità interne alla presidenza Trump e comunque prosegue la cooperazione fattiva con Washington nel contesto del Consiglio Artico, pur essendo ancora vacante la carica di Ambasciatore degli Stati Uniti in Norvegia. Quanto al ruolo dell'Unione europea, ha richiamato le resistenze di altri membri del Consiglio artico rispetto ad una membership da parte di un'organizzazione regionale come l'UE, ma sussistono resistenze anche per le regole europee in materia di caccia (alle balene e alle foche), nonché per il regime di sanzioni applicate alla Russia. In merito al tema dei sami, Roesland ha riferito del ruolo consultivo assolto dall'assemblea parlamentare dell'Artico e della partecipazione dei rappresentanti della minoranza alle riunioni del Consiglio Artico, oltre ad un forum di cooperazione dedicata tra contee del nord e governo centrale norvegesi. Ha ricordato che la Norvegia ha siglato le Convenzioni internazionali a tutela dei popoli indigeni. Infine, sui rapporti con i grandi Paesi asiatici, ha riferito in ordine alla ripresa del dialogo con Pechino dopo alcuni anni di interruzione. La Cina ha fin qui dimostrato grande interesse all'Artico, ai profili di ricerca scientifica e di tutela dell'ambiente, in controtendenza con quanto avveniva in passato. Indubbiamente, tenuto conto della rilevanza degli interessi economici riferiti all'Artico, occorre collaborare tutti alla definizione di standard di tutela severi.
  L'onorevole Quartapelle ha quindi avuto un proprio incontro con la Vicepresidente del Parlamento e Capo Delegazione norvegese all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, Ingjerd Schou, esponente del partito conservatore, dedicato ad uno scambio di vedute e di best practice sulle tematiche migratorie. La Vicepresidente Schou ha descritto in modo positivo la sua visita a Pozzallo, in Sicilia, nel 2015, con particolare riferimento all'attività svolta dalla Guardia Costiera nel Mediterraneo. Il colloquio ha consentito di confrontare la situazione tra Italia e Norvegia quanto a politiche di integrazione, accoglienza dei profughi e rimpatri, sulla base della disponibilità della Norvegia a collaborare nell'accoglienza di quote di rifugianti provenienti dall'Italia e dalla Grecia.
  L'onorevole Schou ha riferito della presenza in Norvegia di 35 mila rifugiati nel 2015, giunti anche dal versante russo, saliti a 180 mila nel 2016, con un incremento di ulteriori 58 mila nel 2017. Ha preannunciato un blocco ad ulteriori arrivi per l'anno in corso e la necessità di tenere distinti rifugiati e migranti economici. Ha espresso ammirazione per il lavoro svolto dall'Italia nel salvataggio in mare dei migranti. L'onorevole Quartapelle ha descritto la specificità italiana nella gestione degli straordinari flussi migratori diretti verso tutta l'Europa auspicando che la Norvegia rappresenti un alleato dell'Italia nella revisione delle regole europee in materia di asilo. Ha descritto come fatto positivo per la tenuta dell'impianto europee l'avvio di procedure di infrazione verso i Paesi inadempienti circa gli accordi sull'accoglienza di quote di immigrati e la necessità di una corresponsabilizzazione dei Paesi di origine in forza degli investimenti in cooperazione allo sviluppo. L'onorevole Schou ha concordato con la collega italiana sottolineando la necessità che le politiche di integrazione sociale, di inserimento lavorativo degli stranieri siano adeguatamente finanziate. L'onorevole Quartapelle ha descritto il ruolo forte delle autorità locali nella gestione del fenomeno nell'ambito dei criteri di accoglienza diramati dal Ministero dell'interno (2 o 3 Pag. 67stranieri ogni 1.000 cittadini) e l'esigenza che le procedure per l'asilo siano accelerate per non dedicare maggiori risorse allo sforzo per l'integrazione. Ha riferito del nodo rappresentato dalla Libia, cui non si applica il Libro Bianco predisposto dalla Commissione europea. Ha riferito delle nuove norme italiane in materia di tutela dei minori stranieri non accompagnati, dell'impegno per l'Africa e dell'iniziativa italiana per i migration compact. In tema di rimpatri la vicepresidente norvegese ha riferito cifre significative (700-800 nel solo mese di maggio) nel raffronto con il nostro Paese. Ha consegnato della documentazione specifica alla deputata italiana sulla situazione norvegese in materia.
  A margine dell'agenda istituzionale la delegazione ha potuto avere un approfondito scambio di idee con la deputata Irene Johansen, membro laburista della Commissione economia e finanze e vicepresidente del Movimento Europeo norvegese, e con Kirsti Methi, Segretaria Generale dello stesso Movimento Europeo, sui temi della Brexit, del modello norvegese quale possibile paradigma del futuro rapporto tra Londa e Bruxelles, dello stato del dibattito in Norvegia sull'Unione europea e su una prospettiva di adesione di Oslo alla UE malgrado il doppio referendum contrario. Le due esponenti del Movimento Europeo hanno riferito che il 70 per cento dei norvegesi è tuttora contro l'adesione all'UE ma il 60 per cento della popolazione ritiene che il rapporto tra la Norvegia e l'Unione europea sia positivo: lo Spazio Economico Europeo che lega Oslo a Bruxelles ha ben funzionato per assicurare l'accesso al libero mercato e permettere la cooperazione, soprattutto in campo scientifico. Il livello di integrazione della Norvegia in Europa è d'altra parte assai elevato (il 70 per cento del corpus normativo norvegese è conforme all’acquis communautaire) e dunque il maggiore argomento a sostegno dell'Europa sarebbe la necessità di essere presenti nelle sedi decisionali. Quanto alla adeguatezza del modello norvegese al caso Brexit, le due interlocutrici hanno negato questa possibilità in ragione dei diversissimi sistemi economici e per la presenza nel caso britannico di un elemento di antagonismo, connesso al voto sulla Brexit, del tutto assente nel dialogo tra Oslo e Bruxelles. Inoltre, lo Spazio Economico Europeo si fonda sulle quattro libertà di cui Londra contesta la prosecuzione (in particolare la libertà di movimento). Le tensioni tra l'UE e il Regno Unito hanno, infine, una forte base di carattere monetario, a differenza di quanto avviene per la Norvegia. Le due europeiste hanno anche ricordato che il fenomeno Brexit investe anche l'accordo alla base dello Spazio Economico Europeo, di cui anche Londra è firmataria e sulla cui uscita anche i Paesi dello Spazio Economico Europeo dovranno essere sentiti. Hanno anche osservato che per Londra, e a differenza di Oslo, l'Europa ha sempre rappresentato un mercato più che un aggregato di valori. Ulteriore elemento contro l'applicazione del modello norvegese a Londra è proprio l'esclusione dai circuiti decisionali europei, che il governo inglese non accetterebbe mai. D'altra parte è emerso il quesito sul margine di trattabilità da parte europea di una proposta di soft Brexit da parte del governo May, margine che appare ridottissimo.
  La delegazione ha quindi avuto l'opportunità di un breve incontro informale con un Inga-Lill Sundset, esponente della comunità sami, italofona e già rappresentante presso il Parlamento artico nell'ambito del partito dei lavoratori. A margine dei lavori istituzionali la delegazione ha incontrato una delegazione di imprenditori italiani impegnati nell'importazione di stoccafisso dalle isole Lofoten come materia prima per piatti tradizionali della cucina italiana.
  La delegazione ha deposto una corona di fiori, con i colori nazionali di Italia e Norvegia, presso il memoriale a Umberto Nobile collocato sul punto di approdo del dirigibile progettato, costruito e pilotato da Nobile, che giunse ad Oslo il 14 maggio 1926. Il memoriale è stato restaurato nel 2016 dalla Ambasciata d'Italia.
  Successivamente la delegazione si è recata nell'arcipelago artico delle Svalbard, arcipelago al di là del Circolo Polare Pag. 68Artico, in cui ha soprattutto sede la stazione del CNR Dirigibile Italia oltre a talune infrastrutture di carattere industriale, ad esempio nel settore estrattivo.
  Nella prima mattina di venerdì 16 giugno ha avuto luogo un incontro della delegazione con tre scienziati italiani rappresentativi di tre Istituti, CNR ISMAR, IAMC e ISSIA (dottori Maurizio Azzaro, Tommaso Tesi e Gabriele Bruzzone), trasferitisi a Longyearbyen dalla base scientifica ubicata a Ny Aalesund, sempre nelle Svalbard. La delegazione ha potuto dialogare in videoconferenza prima con il Presidente del CNR, Massimo Inguscio, e con il Direttore del Dipartimento Scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente (DTA) Fabio Trincardi, e poi con la ricercatrice Chiara Musotto e con la Dottoressa Petroselli, responsabile della base di Ny Aalesund.
  Con la componente scientifica la delegazione ha approfondito la politica scientifica italiana nell'Artico e in Antartide, in un contesto di difficoltà economiche ma anche di forte motivazione a mantenere l'elevato profilo ormai acquisito; ha altresì approfondito le singole ricerche, in particolare nel settore climatologico e con eccellenze assolute nella robotica o nella metrologia.
  In particolare, il Presidente Cicchitto ha rivendicato con orgoglio l'attenzione della politica nei confronti dell'Artico per ragioni di autentica preoccupazione per l'ambiente e anche per i preoccupanti profili di carattere geopolitico, connessi allo scioglimento dei ghiacci, alle prospettive di riarmo e di crescita di tensioni tra i colossi internazionali già presenti nella regione. Il Direttore Trinciardi da Roma ha riferito dell'accelerazione dei cambiamenti climatici in Artico: se sulle cause si discute non si può dubitare che essi siano in atto e siano accelerati rispetto alle serie storiche.
  Quanto all'Artico, manca un quadro giuridico paragonabile a quello esistente per l'Antartide, regione circondata da una specifica consapevolezza sulla delicatezza degli equilibri ambientali. I cambiamenti si registrano nella circolazione atmosferica, nell'andamento dei ghiacci (il cui costante processo riduttivo è misurato dal 1979), nel venir meno del permafrost e nella conseguente liberazione di metalli e di importanti quantitativi di metano in atmosfera, oltre che di anidride carbonica. Dagli scienziati presenti in loco sono state svolte presentazioni di carattere scientifico, depositate agli atti della Commissione, e sono stati descritti i progetti internazionali cui collabora l'Italia. Il collegamento con la base di Ny Aalesund, in cui operano dieci connazionali, ha consentito di apprendere che essa contribuisce a ricerche finanziate da tutti i Paesi che sono presenti e partecipano alla ricerca nell'Artico.
  L'onorevole Quartapelle ha riconosciuto il contributo di avanguardia assicurato dagli scienziati e ricercatori italiani in Artico, che la visita istituzionale contribuisce a valorizzare. L'onorevole Pini ha valutato essenziale, in qualità di rappresentante delle istituzioni e di attore politico, potere prendere conoscenza diretta del lavoro svolto dal CNR in Artico, nell'auspicio che la politica possa in futuro contribuire maggiormente al finanziamento della ricerca nel nostro Paese.
  Nel centro di Longyearbyen la delegazione ha svolto quindi una visita presso UNIS The University Centre in Svalbard, servizio gestito congiuntamente da un consorzio di università norvegesi e che ospita attualmente circa duecento tra docenti universitari, staff amministrativo e dottorandi. Di particolare interesse l'incontro con un ricercatore italiano, Matteo Petit Bon, che ha illustrato quanto sta approfondendo sull'interazione tra evoluzione dell'ambiente e abitudini migratorie della fauna artica.
  Infine, la delegazione ha incontrato la Governatrice delle Svalbard, Kjerstin Askholt, che ha illustrato la specifica situazione amministrativa dell'arcipelago, guidato da un rappresentante direttamente nominato dal Governo centrale e non incorporato in nessun comune o regione, incaricato anche della gestione del patrimonio culturale e naturale dell'arcipelago. È stato illustrato il contenuto del trattato Pag. 69delle Svalbard del 1920 che ha assegnato la sovranità dell'arcipelago alla Norvegia riservando specifici diritti in capo alle parti contraenti tra cui l'Italia; il tutto con particolare attenzione alle norme sulla tutela dell'ambiente e anche ai rapporti con la città russa di Barentsburg, in cui risiede un Console Generale. Oggi le Svalbard godono di un regime giuridico di tutela dell'ambiente tra i più severi al mondo.
  Ha avuto luogo anche una visita al centro satellitare Svalsat, gestito per scopi commerciali dalla società pubblica norvegese Kongsberg e che rappresenta oggi probabilmente la più ampia stazione terrestre di ricevimento ed elaborazione di dati da satellite. Svalsat, che collabora anche con l'Agenzia Spaziale Europea, usufruisce di una posizione geografica straordinaria che le consente (caso unico assieme alla base statunitense MacMurdoch in Antartide) di ricevere dati da tutti i satelliti in transito nei quattordici corridoi dedicati attorno al nostro pianeta. L'enorme quantità di dati raccolti, attinenti in particolare a meteorologia e localizzazione natanti viene oggi trasmessa via fibra ottica alla Norvegia continentale, consentendo un'utilizzazione in tempo praticamente reale.
  La delegazione ha anche visitato il Museo Nobile e la sede del Seed Vault, la banca delle sementi.