CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 maggio 2017
823.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-11431 Realacci: Sul controllo dei livelli di contaminazione delle acque potabili da sostanze perfluoroalchiliche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La problematica dei PFAS è una questione che il Ministero dell'ambiente segue ormai da tempo per supportare le Regioni, quali autorità competenti in materia di autorizzazione agli scarichi. Già a partire dal 2013 ha istituito un gruppo di lavoro tecnico, che prevede anche il coinvolgimento di tutti gli Istituti Scientifici di riferimento di tutti gli Enti territoriali interessati. Inoltre, tenuto conto che tali composti vengono utilizzati in molti settori produttivi, il Ministero dell'ambiente ha esteso a livello nazionale gli approfondimenti circa l'estensione e l'entità del fenomeno di contaminazione delle acque e l'individuazione delle eventuali fonti di inquinamento, al fine di predisporre programmi di monitoraggio ad hoc. Sta, di pari passo, procedendo con la valutazione del danno ambientale ed è impegnato nella revisione della regolamentazione REACH.
  Sulla questione in argomento, l'ARPAV ha effettuato puntuali analisi con campionamenti nei punti di prelievo delle acque potabili, confermando la presenza delle sostanze perfluoro-alchiliche in concentrazioni non trascurabili.
  La Regione Veneto ha fatto presente di aver coinvolto i Gestori del servizio idrico, le Aziende sanitarie locali e l'Autorità Giudiziaria ed ha, altresì, evidenziato di aver avviato un piano di monitoraggio e controllo su tutto il territorio regionale. Nella zona interessata sono state intraprese azioni per ridurre le concentrazioni di PFAS riscontrate e sono state attivate azioni per addurre l'acqua da fonti più sicure. La Regione ha, inoltre, approvato nel 2014 i primi indirizzi operativi anche per l'utilizzo dei pozzi privati nei Comuni interessati ed ha imposto specifici limiti con riguardo allo scarico del collettore del Consorzio ARICA.
  Con specifico riferimento alle questioni poste, il 28 marzo 2017, la Regione ha dato, inoltre, formale incarico alla società Veneto Acque S.p.A. di coordinare i nuovi interventi di interconnessione acquedottistica per prelevare l'acqua da nuove fonti sicure e libere da PFAS, in collaborazione con i Gestori del servizio idrico. Tale attività ha già prodotto un Piano di interventi, volto alla definitiva sostituzione delle fonti di approvvigionamento idropotabile contaminate, per un costo complessivo pari a oltre 500 milioni di Euro. Da ultimo, si evidenzia che è stato sottoscritto dal Ministero dell'ambiente e dagli Enti e Associazioni di categoria interessati un Accordo di Programma Novativo per il disinquinamento del Bacino Fratta-Gorzone che prevede, tra l'altro, l'erogazione di fondi per l'estensione delle reti di acquedotto. Si tratta di un Accordo che rappresenta un punto di partenza sostanziale in termini di quadro programmatico e strategico, volto anche a corresponsabilizzare tutti i soggetti di fronte ad una questione così rilevante.
  Ad ogni modo, si fa presente che, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività, senza ridurre il livello di attenzione sulla tematica.

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ALLEGATO 2

5-11432 Zaratti: Sulle operazioni di discarica di idrocarburi avvenuta il 28 agosto 2016 presso la raffineria Api a Falconara Marittima.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste si fa presente, in via preliminare, che, secondo quanto riferito dal Ministero della Giustizia, sulla vicenda in questione è in corso da mesi un'indagine ampia e complessa da parte della Procura della Repubblica di Ancona.
  Sulla base delle informazioni fornite dalla Prefettura di Ancona, si segnala che il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona è intervenuto nell'area del Comune di Falconara Marittima e che, in seguito a sopralluoghi e a misurazioni strumentali, non sono stati rilevati parametri pericolosi per incendio e/o esplosioni di sostanze infiammabili. Si fa presente, comunque, che l'ARPAM ha trasmesso all'Autorità Giudiziaria tutti gli atti ispettivi e di controllo svolti.
  Inoltre, con riferimento alle operazioni effettuate a terra, si rappresenta che i controlli condotti dal gestore e dall'autorità di controllo resi disponibili al Ministero dell'Ambiente, in qualità di autorità competente al rilascio dell'autorizzazione AIA e liberamente accessibili on line al pubblico in forma di report annuale, non evidenziano anomalie riferite alle predette operazioni.
  In via di ordine generale, riguardo gli episodi concernenti le emissioni maleodoranti nell'area circostante la Raffineria API di Falconara, la competente Direzione Generale del Ministero dell'Ambiente ha emanato una diffida, tenuto conto dell'istruttoria svolta da ISPRA, per l'effettuazione di una specifica campagna di monitoraggio prevedendo che il gestore avrebbe dovuto mettere in atto tutte le procedure per l'eliminazione dell'emissione ove si fossero individuate perdite correlabili alle molestie olfattive. A seguito della diffida, il gestore ha eseguito la campagna straordinaria di monitoraggio ed ha recentemente comunicato di non aver riscontrato criticità. Il rapporto finale non è al momento ancora disponibile per ISPRA e ARPA Marche.
  Ad ogni modo, il Ministero dell'Ambiente continuerà a tenersi informato mantenendo alto il livello di attenzione sulla vicenda.

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ALLEGATO 3

5-11434 Zolezzi: Sull'immissione nell'ambiente di materiali potenzialmente pericolosi, con particolare riguardo a misti cementati e conglomerati cementizi di scarsa qualità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che le autorizzazioni e le relative prescrizioni circa la realizzazione dell'autostrada in questione sono state rilasciate dalla Regione Veneto.
  Appare, comunque, opportuno evidenziare che le procedure di cui al decreto ministeriale 5 febbraio del 1998 per il recupero di rifiuti, anche per la realizzazione di sottofondi stradali, non possono prescindere dall'esecuzione del test di cessione. Si fa presente, peraltro, che la fattispecie dei conglomerati cementizi è esclusivamente costituita dall'insieme di inerti (anche con utilizzo di rifiuti) acqua e cemento e presenta determinate caratteristiche meccaniche.
  A ciò si aggiunga che, ai sensi dell'articolo 184 comma 5-ter del Decreto legislativo 152 del 2006, «la declassificazione da rifiuto pericoloso a non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso del rifiuto».
  Occorre, inoltre, evidenziare che il controllo delle attività di gestione dei rifiuti, compreso l'accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui alla parte IV del D.Lgs 152 del 2006, è posto in capo alle Province come stabilito dall'articolo 197 del medesimo decreto, mentre è di competenza del Ministero dell'ambiente la decretazione ai sensi dell'articolo 184-ter. In questo senso, anche al fine di armonizzare la disciplina di settore, si segnala che è in corso l'elaborazione del decreto End of Waste per i rifiuti provenienti da demolizione e costruzione che, oltre a definire i criteri in base ai quali i suddetti rifiuti cessano di essere tali, definisce i procedimenti da rispettare nell'attività di recupero.
  Lo scopo di tale intervento è quello di fornire i criteri specifici che devono essere soddisfatti al fine di evitare che l'utilizzo di una sostanza o di un oggetto, ottenuti dal recupero di rifiuti, determini effetti negativi sull'ambiente e sulla salute umana.

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ALLEGATO 4

5-11435 Pellegrino: Sulla deliberazione del Consiglio dei ministri che ha autorizzato la realizzazione dell'elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, come noto, al fine di superare il contrasto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministero dell'ambiente ha deferito la decisione al Consiglio dei Ministri. Quest'ultimo, nell'ambito di una complessiva valutazione ed armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, con delibera del 10 agosto 2016, ha fatto propria la posizione del Ministero dell'ambiente in merito alla compatibilità ambientale del progetto, a condizione che siano rispettate le condizioni e le prescrizioni contenute nel parere n. 2136 del 2 agosto 2016 della Commissione tecnica VIA/VAS. Il Consiglio dei Ministri ha rilevato, in particolare, il carattere di interesse strategico dell'opera in questione, in quanto volta ad adeguare la magliatura della rete, incrementando la sicurezza di esercizio e rimuovendo le limitazioni alla gestione in sicurezza del sistema elettrico del Friuli Venezia Giulia ed i limiti allo sfruttamento della produzione efficiente, disponibile nell'area e in importazione dalla Slovenia.
  Si segnala inoltre che, l'Avvocatura Generale dello Stato, in data 18 marzo 2017, ha già fatto presente alla Camera dei Deputati, che i pareri richiesti non possono essere messi a disposizione in quanto relativi a contenziosi ancora pendenti e quindi non ostensibili ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 200 del 1996.
  Per completezza di informazione, si fa presente che nella Camera di Consiglio del 22 marzo 2017, i giudici del TAR hanno rinviato per la trattazione del merito alla pubblica udienza del 4 ottobre 2017.

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ALLEGATO 5

5-11436 Segoni: Iniziative urgenti per la messa in sicurezza della zona, dopo l'incendio dello stabilimento della EcoX di Pomezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, secondo quanto riferito dall'ARPA Lazio, si fa presente, in via preliminare, che nelle giornate dal 16 al 21 maggio 2017 le concentrazioni misurate presso le stazioni Ciampino, Cinecittà, Fermi ed Albano Laziale hanno fornito valori inferiori ai limiti imposti e in linea con quelli rilevati nelle giornate precedenti l'incendio.
  Per quanto riguarda le misurazioni effettuate nelle immediate vicinanze dell'incendio, nonché nel Comune di Pomezia, nelle giornate del 13 e 14 maggio, la predetta Agenzia ha confermato valori inferiori al limite imposto per il PM10 ed in linea con quelli misurati dalla rete fissa di monitoraggio nello stesso periodo.
  Con riferimento alla messa in sicurezza del sito, si segnala che, con l'ordinanza del 10 maggio, il Sindaco di Pomezia ha ordinato ai gestori dell'impianto di adottare con urgenza gli interventi di tempestiva rimozione in sicurezza dei materiali ivi presenti e di contestuale bonifica del sito, nel rispetto della normativa vigente a tutela della salute pubblica. Si fa presente, comunque, che la bonifica avrà inizio non appena verrà effettuato il dissequestro del sito oggetto di indagini da parte della Procura di Velletri.
  A seguito di indagini analitiche svolte dalla Asl Roma 6, la stessa ha confermato la presenza di fibre di amianto nelle coperture dei capannoni dello stabilimento, ma dagli accertamenti effettuati non si rileva la presenza di tali fibre aerodisperse. La Asl, comunque, sta proseguendo nelle attività di campionamento e monitoraggio delle aree limitrofe allo stabilimento.
  Infine, secondo quanto riferito dal Ministero della Giustizia, la Procura di Velletri sta selezionando uno specialista di settore per l'affidamento di un incarico consulenziale teso ad accertare l'eventuale impatto ambientale dell'incendio verificatosi.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si rassicura che il Ministero dell'Ambiente continuerà a monitorare la situazione con la Direzione competente e con l'ISPRA, che è a disposizione dell'ARPA regionale per ogni necessario supporto tecnico, nonché a sollecitare la celerità degli interventi da parte degli enti territoriali preposti.

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ALLEGATO 6

5-11433 Vella: sui rischi per il territorio italiano derivanti dall'attività della centrale nucleare di Krško, in Slovenia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente, in via preliminare, che il Ministero dell'ambiente partecipa, mediante l'ISPRA, alla regolamentazione in materia nucleare, anche nell'ambito dell'Unione Europea, ed ha in atto un accordo di cooperazione con l'omologa Autorità di sicurezza nucleare Slovena. Si rappresenta, inoltre, che nel 2011 il Consiglio dell'UE ha invitato gli Stati membri a svolgere una revisione di sicurezza straordinaria dei propri impianti, denominata «Stress Test». I relativi rapporti sono stati, successivamente, revisionati, con lo scopo di valutare i margini di sicurezza esistenti e gli interventi migliorativi individuati da ciascuno Stato. L'attuazione di tali interventi è prevista da specifici Piani di Azione Nazionali.
  Con specifico riferimento all'impianto Krško, la valutazione del rischio sismico ed i conseguenti adeguamenti dell'impianto sono parte essenziale del National Action Pian sloveno, che si fonda su un preciso Programma di interventi di miglioramento della sicurezza, approvato dall'Autorità Slovena nel 2009 e successivamente aggiornato. Tale Programma prevede una serie di modifiche molto significative, in larga parte già attuate, con una previsione di completamento per un'ulteriore parte nel 2018 e per la parte restante nel 2021. Con tali misure la Slovenia prevede di fronteggiare scenari ben al di là di quelli assunti a riferimento del progetto dell'impianto.
  Inoltre, durante un incontro svoltosi sulla base dell'accordo bilaterale tra l'ISPRA e l'SNSA, l'Autorità slovena ha ribadito l'assenza di una posizione unanime da parte del mondo scientifico in merito al rischio sismico associato all'impianto di Krško e che, a tale riguardo, la stessa è in attesa della pubblicazione del rapporto conclusivo del workshop internazionale organizzato dal Ministero dell'ambiente austriaco. Quest'ultimo ha assicurato all'ISPRA l'invio degli atti del workshop non appena disponibili. Ulteriori studi sulle caratteristiche geologiche e sismiche dell'area verranno svolti nei prossimi due anni. Una volta acquisiti gli esiti di detti studi, potrà essere valutato un aggiornamento dei parametri di caratterizzazione del rischio sismico dell'area.
  L'ISPRA ha già concordato con l'Autorità di sicurezza slovena un successivo incontro per acquisire le risultanze di detti approfondimenti. La Slovenia ha, altresì, confermato che nel mese di maggio ospiterà sull'impianto di Krško una missione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, che condurrà ispezioni sull'impianto per verificarne la sicurezza operativa.
  Da ultimo, va evidenziato che, in relazione alla centrale di Krško, è da tempo in atto tra l'ISPRA e TARPA Friuli Venezia Giulia una collaborazione finalizzata allo scambio di informazioni e delle correlate valutazioni, in particolare per eventuali situazioni anomale o incidentali.