CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 maggio 2017
820.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sugli esiti della missione svolta a Malta dal 26 al 28 aprile 2017 in occasione della Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC).

CONCLUSIONI FINALI DELLA CONFERENZA

  La Conferenza interparlamentare,
   vista la decisione della Conferenza dei Presidenti dei parlamenti dell'Unione europea assunta nel mese di aprile 2012 a Varsavia relativa all'istituzione e al mandato di questa Conferenza;
   visto il titolo II del protocollo I (e gli articoli 9 e 10) del Trattato di Lisbona riguardanti la promozione di una cooperazione interparlamentare efficace e regolare nell'ambito dell'Unione;
   consapevole dei poteri e strumenti previsti dal trattato di Lisbona per l'Unione europea (UE) nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa; nella consapevolezza del fatto che gli strumenti creano migliori opportunità per l'Unione di rafforzare la coesione e l'efficacia della sua azione esterna volta a esercitare un'influenza internazionale proporzionata al proprio peso politico ed economico;
   consapevole dei molteplici livelli del processo decisionale nei settori della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); consapevole del fatto che un'efficace attuazione di tali politiche deve coinvolgere svariati attori politici, a livello sia comunitario sia nazionale; consapevole della responsabilità di impegnarsi nel controllo parlamentare ai rispettivi livelli e di fare progredire la cooperazione interparlamentare nei settori della PESC e della PESD;
   consapevole del fatto che il ruolo dei Parlamenti quali attori centrali del processo decisionale mondiale, con particolare riferimento ai conflitti e alle crisi, è stato rafforzato;
   sottolineando che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), i singoli Stati membri e il Rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani dovrebbero avvalersi di ogni opportunità politica e diplomatica a disposizione per difendere il rispetto dei diritti umani come obiettivo prioritario delle relazioni esterne, in conformità con il Piano d'azione 2015-2019 su diritti umani e democrazia del 20 luglio 2015 e in linea con i valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto, nonché dell'universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, come sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, dal diritto internazionale umanitario, dal trattato sull'Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali.
  Si rammarica, ma rispetta la decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione europea.

Priorità e strategie dell'UE in materia di PESC e PESD.
  1) A sessanta anni dalla firma del Trattato di Roma, la Conferenza interparlamentare ribadisce che l'Unione europea è uno dei maggiori successi della storia europea e ha portato ai suoi cittadini pace, stabilità e prosperità, che vanno assolutamente difese e rafforzate a beneficio delle Pag. 7future generazioni di europei; ricorda che un'efficace politica estera e di sicurezza comune è uno dei settori principali in cui la cooperazione europea potrebbe offrire un valore aggiunto; si compiace, in questo contesto, del Piano di attuazione sulla sicurezza e la difesa, che presenta proposte per l'attuazione della Strategia globale dell'UE (EUGS) nel settore della sicurezza e della difesa e invita tutti gli attori a livello europeo e nazionale a sostenere la piena attuazione di detto Piano.
  2) Ritiene che l'istituzione di una revisione annuale coordinata sulla difesa (CARD) tra gli Stati membri sarebbe molto utile e accoglie con favore la revisione entro il 2017 del meccanismo Athena.
  3) Sottolinea che l'UE deve rafforzare le proprie capacità e i propri strumenti diplomatici, civili, di sicurezza e di difesa, poiché sarà in grado di utilizzare totalmente il proprio potenziale, quale potenza mondiale, soltanto coniugando il proprio incomparabile potere di persuasione (soft power) con un adeguato livello di potere di coercizione (hard power); rispetta il ruolo della NATO in materia di protezione collettiva per gli Stati membri dell'Unione europea che vi aderiscono, nonché la volontà di alcuni Stati membri di rimanere neutrali e/o militarmente non allineati; sottolinea, a tal proposito, la necessità che l'Unione europea raggiunga un'autonomia strategica; evidenzia che la costruzione di capacità di resilienza dovrebbe essere uno degli obiettivi principali della PESC, che richiede un approccio globale che coniughi i tradizionali approcci alla politica estera e di sicurezza con l'impiego di un ampio ventaglio di strumenti diplomatici, di sicurezza, di difesa, economici, di comunicazione, informatici, commerciali, di sviluppo e umanitari, nonché di incremento dell'indipendenza in materia di sicurezza energetica; ritiene che la PESC dovrebbe essere più assertiva e basata su valori.
  4) Esorta l'Unione europea e il Regno Unito a proseguire la loro piena cooperazione nei settori delle relazioni estere, della difesa e della sicurezza.

La dimensione orientale della politica europea di vicinato.
  5) Mette in evidenza l'importanza di una continua attuazione di una strategia più realistica per le relazioni dell'UE con la Russia, definita dai 5 principi proposti dalla HR Mogherini e approvati dal Consiglio degli Affari esteri nel marzo 2016 sulla base del consenso e del rispetto di norme internazionali e di una dissuasione credibile, anche contro il ricorso alla guerra ibrida. Tale strategia comprende anche un impegno selettivo con la Russia nei settori in cui c’è un chiaro interesse da parte dell'Unione europea a rafforzare la cooperazione con la società civile russa e il e sostegno offertole; appoggia l'imposizione da parte dell'Unione europea di misure restrittive nei confronti di individui e di entità in Russia in risposta all'annessione illegale della penisola di Crimea e l'aggressione militare nell'Ucraina orientale e sottolinea che tali misure dovrebbero rimanere in vigore fino a quando non saranno pienamente attuati gli accordi di Minsk; sottolinea il proprio impegno a favore dell'unità, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, della Georgia e della Moldavia; sottolinea l'invalidità delle elezioni e dei referendum tenutisi nei territori occupati della Georgia e dell'Ucraina.
  6) È del parere che l'UE dovrebbe intensificare notevolmente la propria cooperazione con i paesi del Partenariato orientale al fine di rafforzarne l'indipendenza, le istituzioni democratiche e la resilienza, ivi comprese le capacità di contrastare le minacce ibride, nonché la capacità e le potenzialità nel settore della sicurezza e difesa; ribadisce la necessità fondamentale di sostenere coloro che cercano una relazione sempre più stretta con l'UE e sottolinea che l'UE deve notevolmente rafforzare il proprio sostegno all'attuazione degli Accordi di associazione con la Georgia, la Moldavia e l'Ucraina; ricorda che il rispetto dei valori comuni e l'attuazione degli Accordi di associazione definiranno gli sviluppi futuri nelle relazioni Pag. 8dell'UE con questi paesi partner; invita l'UE a svolgere un ruolo più attivo ed efficace in materia di risoluzione dei conflitti e di costruzione della pace nelle regioni di conflitto; sostiene i programmi di riforma in questi paesi in settori quali lo stato di diritto, la democrazia, l'economia, la pubblica amministrazione, la lotta contro la corruzione e la protezione delle minoranze.

Risposta europea all'instabilità e alle minacce nel Mediterraneo meridionale e in Medio Oriente.
  7) Sottolinea che il mantenimento della pace e della stabilità nel nostro continente, nel nostro vicinato e in Africa deve essere al centro dell'azione dell'Europa; riconosce che lo sviluppo sostenibile è la condizione necessaria per la sicurezza, la stabilità, la giustizia sociale e la democrazia; è del parere che sia necessario affrontare le cause che portano all'instabilità e alla migrazione forzata e irregolare, vale a dire: la povertà, la mancanza di opportunità economiche, i conflitti armati, il malgoverno, i cambiamenti climatici e le violazioni dei diritti umani.
  8) Riconosce che il Medio Oriente e il Mediterraneo meridionale sono stati l'epicentro di nuovi conflitti in conseguenza di sfide politiche, demografiche, economiche, geografiche e climatiche nella regione; sottolinea la necessità di affrontare con urgenza le cause profonde che alimentano quel terrorismo e quella radicalizzazione che, in ugual modo, affliggono l'Africa occidentale, il Sahel, il Corno d'Africa, il Medio Oriente e l'Europa a un livello senza precedenti; esorta l'UE a intraprendere sforzi diplomatici concertati per porre fine ai tragici conflitti in Siria e nello Yemen e per convincere i partner della regione della necessità di elaborare una strategia comune e giuridicamente fondata nei confronti di queste sfide mondiali.
  9) Condanna la sofferenza indiscriminata patita da civili innocenti e ritiene che utilizzare munizioni chimiche, incendiarie e di altro genere contro obiettivi e infrastrutture civili equivalga a commettere un crimine di guerra; sottolinea la necessità urgente di sforzi mirati a livello internazionale e regionale al fine di risolvere la crisi siriana e condanna ulteriormente la Russia per avere posto il veto a numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul conflitto siriano.
  10) Riconosce che la tratta di esseri umani è diventata una delle attività criminali più redditizie, è la causa della morte di migliaia di persone ogni anno e produce una grave instabilità regionale; si impegna a proporre alle Nazioni Unite di riconoscere quale crimine contro l'umanità il traffico organizzato di esseri umani, spesso associato al contrabbando di migranti.
  11) Esprime la convinzione che l'UE dovrebbe assumere un ruolo più attivo nel promuovere il processo di pace e nel facilitare i negoziati per una soluzione politica del conflitto; sottolinea che qualsiasi soluzione politica del conflitto siriano dovrebbe presupporre il pieno rispetto dei diritti umani, politici e sociali dei siriani.
  12) Sottolinea che la soluzione della crisi libica è un requisito indispensabile per la stabilità del Mediterraneo; a tal proposito, invita le Nazioni Unite a nominare un nuovo rappresentante speciale e ad autorizzare l'avvio della terza fase dell'operazione EUNAVFOR MED-SOPHIA; sollecita l'UE a lavorare in cooperazione con le Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali, come la Lega araba e l'Unione africana, al fine di pervenire a una soluzione adeguata e stabile; sottolinea la necessità di un dialogo nazionale più efficace sulla riconciliazione tra le parti libiche interessate e sollecita gli Stati membri dell'UE ad avviare un dialogo con il Governo d'intesa nazionale libico su come sostenerlo nei suoi sforzi per affrontare la crisi della sicurezza.
  13) Osserva che una maggiore cooperazione economica regionale tra i paesi limitrofi del meridione dell'UE potrebbe portare a un aumento degli scambi commerciali Pag. 9tra di loro e, quindi, a una accresciuta possibilità di stabilità e prosperità, e sollecita pertanto la creazione di tali iniziative sub-regionali.
  14) Ritiene che siano necessarie maggiori risorse a disposizione delle dimensioni orientali e meridionali, al fine di aumentare la stabilità nel vicinato europeo.
  15) Riconosce l'importanza dell'impegno selettivo e, quando la situazione lo consenta, del dialogo con la Russia per garantire una posizione responsabile e per mantenere aperta la possibilità di cooperare alla risoluzione di crisi globali, laddove esista un evidente interesse dell'Unione europea.

La Politica migratoria dell'UE nel 2017 e oltre.
  16) Ricorda il piano d'azione de La Valletta 2015 e riconosce che il forte aumento in Europa dei flussi di profughi, richiedenti asilo e migranti irregolari, provenienti dall'Africa e dal Medio Oriente, registrato nel corso degli ultimi anni, comporta indebite sofferenze, abusi e sfruttamento, specialmente per le persone vulnerabili, e l'inaccettabile perdita di vite umane nel deserto e in mare, e pone sotto forte pressione i paesi maggiormente interessati; prende atto delle gravi conseguenze umanitarie e delle sfide alla sicurezza, la priorità assoluta in questo contesto dovrebbe essere quella di salvare vite umane e fare tutto il possibile per salvare e proteggere i migranti le cui vite sono a rischio.
  17) Ammette il fatto che gli Stati membri dell'Europa meridionale subiscono la pressione della crisi dei profughi, della crisi economica, che provoca una disoccupazione massiccia e duratura, e dei paesi vicini sconvolti dai conflitti. Nessuna di queste sfide può essere affrontata da singoli Stati che agiscono da soli e si dovrebbero compiere gli sforzi necessari per sviluppare una politica comune basata sulla solidarietà.
  18) Chiede l'istituzione di una vera politica migratoria europea comune, fondata sui diritti umani e sul principio di solidarietà e di responsabilità condivisa con la messa in sicurezza delle frontiere esterne dell'Unione europea; sottolinea l'importanza di rivedere il regime di diritto di asilo vigente (Dublino III) e di prevedere adeguate vie legali per una migrazione sicura e ordinata, come una politica sostenibile a lungo termine per promuovere la crescita e la coesione all'interno dell'UE, al fine di stabilire un quadro di riferimento chiaro per le relazioni dell'UE con i paesi terzi; sottolinea che si dovrebbe rafforzare il legame tra politiche di migrazione e politiche di sviluppo, senza tuttavia far sì che l'assistenza allo sviluppo sia subordinata alla cooperazione in materia di migrazione come, per esempio, la gestione delle frontiere o gli accordi di riammissione; invita l'UE e gli Stati membri a sviluppare nuove iniziative concrete in vista del vertice UE-Africa che si terrà a Abidjan nel novembre 2017, basato su valori e principi universali, offrendo migliori opportunità per il commercio, lo sviluppo agricolo, gli investimenti, l'accesso all'energia e la crescita economica, anche attraverso una stretta cooperazione tra le piccole e medie imprese europee e locali, e sostenendo i paesi africani nella costruzione di istituzioni democratiche, trasparenti ed efficaci e nell'elaborazione di misure per mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici; reputa che le politiche internazionali di cooperazione e di sviluppo costituiscano uno strumento fondamentale per conseguire tali obiettivi e sollecita l'UE a migliorare l'efficienza e l'efficacia nella distribuzione e nell'utilizzo dei finanziamenti dell'UE e a promuovere sinergie con altre organizzazioni internazionali.
  19) Riconosce che si dovrebbero compiere ulteriori sforzi per promuovere, anche a livello bilaterale, la migrazione legale e le possibilità di mobilità, favorendo una mobilità ben gestita tra i continenti e al loro stesso interno, nonché incoraggiando politiche che promuovano canali regolari di migrazione; e offrendo la possibilità Pag. 10ai migranti di presentare domanda di asilo nei paesi di origine e di transito attraverso questi paesi con il sostegno di organizzazioni internazionali e non-governative. Sarà necessario stanziare adeguati aiuti finanziari per sostenere la gestione delle frontiere, la registrazione, la distribuzione e la sistemazione dei profughi; accoglie con favore la Dichiarazione di Malta che si concentra su misure volte ad arginare il flusso di migranti irregolari provenienti dalla Libia; sottolinea la necessità di contribuire a ridurre la pressione sui confini terrestri della Libia, migliorando la capacità di gestione delle frontiere della Libia e lavorando con i paesi vicini, che attualmente godono di una migliore stabilità politica e sociale; si congratula per l'intenzione della Presidenza maltese di presentare al Consiglio, alla prima occasione, un concreto piano di attuazione, di fare progredire i lavori e di garantire un accurato monitoraggio dei risultati.

Combattere la propaganda e la guerra dell'informazione.
  20) Sottolinea la fondamentale necessità di rafforzare la resilienza interna delle istituzioni dell'Unione europea e dei suoi Stati membri; sottolinea la necessità di affrontare potenziali minacce informatiche alle infrastrutture dell'energia, dei trasporti e dello spazio, ai sistemi finanziari e alla sanità pubblica; invita la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a rafforzare la rispettive capacità per contrastare la guerra ibrida, come le campagne di disinformazione e di propaganda che, per esempio attraverso StratCom East, raggiungono i cittadini dell'UE e dei suoi vicini; sollecita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la comunicazione strategica allo scopo di rendere più visibili i valori e l'azione esterna dell'Unione europea; sottolinea che è altrettanto importante che i cittadini, in particolare i giovani, siano messi in grado di distinguere i fatti dai fatti alternativi e, in questo, il ruolo del governo è quello di rafforzare tale capacità; riconosce che la guerra informatica e dell'informazione, in quanto una delle minacce ibride, è un tentativo deliberato a livello statale e non statale di destabilizzare e screditare le strutture politiche, economiche e sociali; conferma la nostra dedizione alla libertà dei media e al rispetto per la pluralità di opinioni differenti nella società; ritiene che l'UE dovrebbe impegnarsi con i suoi partner e intensificare la propria azione di assistenza per la costruzione delle capacità nel campo della guerra dell'informazione, della sicurezza informatica e della lotta contro la criminalità informatica e il cyberterrorismo; si congratula per la creazione del Centro europeo di eccellenza per contrastare le minacce ibride, a dimostrazione della tanto necessaria sinergia tra i paesi dell'UE e della NATO e invita le due organizzazioni a partecipare alle attività del Centro.

Rafforzare la Politica di sicurezza e di difesa comune.
  21) Accoglie con favore la Dichiarazione di Roma e l'espressione della volontà politica di rafforzare la Difesa europea e la Base tecnologica e industriale della Difesa europea; a tale riguardo, plaude all'intenzione di istituire una capacità di pianificazione militare e di condotta (MPCC) che può essere considerata il primo passo verso la creazione di un quartier generale civile e militare strategico; si compiace per la pubblicazione del Piano d'azione europeo in materia di difesa (EDAP); è convinta del fatto che l'efficace attuazione del piano richieda forte sostegno e impegno politico da parte degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE; sottolinea la necessità di far sì che il processo sia inclusivo e trasparente; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a garantire che l'attuazione del programma EDAP sia vantaggiosa per tutti gli Stati membri; è convinta del fatto che l'impiego dei fondi dell'UE per incrementare la cooperazione in materia di difesa sia una chiara espressione della solidarietà e della volontà dell'UE di sostenere la difesa, Pag. 11tenendo conto del fatto che non tutti gli Stati membri dell'UE sono Stati membri della NATO; ricorda che il Piano d'azione europeo in materia di difesa, evitando ogni duplicazione delle piattaforme di cooperazione esistenti, dovrebbe essere uno strumento strategico per favorire la cooperazione nel settore della difesa a livello europeo; osserva che il Piano d'azione renderà possibile il rafforzamento della Base tecnologica e industriale di difesa europea (EDTIB); sollecita la Commissione a presentare proposte ambiziose per istituire la «finestra di capacità» del fondo entro la fine dell'anno ciò che stimolerebbe lo sviluppo equilibrato della difesa dell'UE in tutte le regioni e i paesi dell'UE; si oppone fermamente all'utilizzo a favore della cooperazione di difesa o della costruzione di capacità militari nei paesi partner dei fondi UE destinati alla prevenzione delle crisi, allo sviluppo o alla ricerca; ritiene che le capacità dell'Agenzia europea per la difesa (EDA) e la Cooperazione permanente strutturata (PESCO) dovrebbero essere sfruttate in tutto il loro potenziale.
  22) Appoggia la dichiarazione congiunta UE-NATO dell'8 luglio 2016 e le sue proposte di attuazione e incoraggia un'ulteriore cooperazione pratica tra l'UE e la NATO; riconosce che la condivisione delle informazioni e l'azione coordinata tra l'UE e la NATO produrranno risultati in settori quali la risposta a minacce ibride, la consapevolezza situazionale, la costruzione della resilienza, le comunicazioni strategiche, la sicurezza informatica e la costruzione delle capacità dei partner dell'UE.