CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 maggio 2017
815.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE

(dal n. 598/2933 al n. 604/2948 e n. 606/2955).

  ANZALDI. – Al Presidente e al Direttore generale della Rai. – Premesso che:
   secondo quanto riportato in alcuni articoli di stampa, la Rai avrebbe acquistato per i prossimi quattro anni i diritti per trasmettere in chiaro il «Giro d'Italia»;
   il costo di tali diritti sarebbe passato da cinque a dodici milioni all'anno;
   se tale indiscrezione dovesse essere confermata, la Rai si troverebbe a corrispondere per tali diritti un ammontare più che doppio rispetto a quanto pagato finora;
   si chiede di sapere:
    se tali indiscrezioni di stampa corrispondano al vero;
    se corrisponda al vero che il costo annuo è passato da cinque a dodici milioni di euro;
    in caso affermativo, per quali ragioni vi sia stato un così forte incremento dei costi;
    se corrisponda al vero che tale decisione sarebbe già stata approvata dal Consiglio di amministrazione della Rai;
    come si è svolta la trattativa con il Gruppo Rizzoli Corriere della Sera e da chi è stata portata avanti. (598/2933)

  GASPARRI. – Al Presidente e al Direttore generale della Rai. – Premesso che:
   organi di stampa annunciano ufficiosamente che il Giro d'Italia anche nel 2017 resterà sui canali Rai;
   l'accordo tra RCS e Rai prevedrebbe una durata biennale, per l'edizione numero 100 di quest'anno e per il 2018;
   da quanto si legge, la Rai pagherà per il 2017 e per gli anni successivi oltre 12 milioni di euro per i diritti del Giro D'Italia;
   per gli anni precedenti la Rai avrebbe pagato 5 milioni di euro,
   si chiede di sapere:
    se si ritenga congruo tale costo alla luce della grossa differenza con i costi delle precedenti edizioni;
    se questa decisione possa collegarsi alla volontà della Rai di intrattenere buoni rapporti con il gruppo editoriale che, gestendo la Gazzetta dello Sport ed altri giornali, potrebbe essere utile anche al vertice della Rai nei pareri riguardanti l'attuale, complessa fase;
    se non appaia singolare questo esborso, finalizzato a premiare un gruppo editoriale che, peraltro, opera anche nel campo televisivo attraverso La7, diretta concorrente della stessa Rai;
    se tale spesa non crei alla Rai il rischio di rilievi da parte della Corte dei Conti alla quale l'interrogante ha inviato la presente interrogazione, oltre ad altre appropriate segnalazioni. (606/2955)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto [598/2933 e 606/2955] si informa di quanto segue.
  Il 23 febbraio scorso il Direttore Generale ha portato in approvazione al Consiglio di Amministrazione un accordo senza il Pag. 245quale, è stato spiegato, la Rai avrebbe perso l'esclusiva dei diritti di trasmissione del Giro d'Italia. L'accordo, di durata biennale per le stagioni 2017-2018, prevede sotto il profilo economico, un importo complessivo pari a poco meno di 25 milioni di euro più 500 mila euro per il diritto di prelazione per il successivo biennio.
  A tale contratto la Rai è giunta al termine di una lunga trattativa con il gruppo RCS (organizzatore del Giro d'Italia e di altre numerose corse ciclistiche). L'incremento del costo dei diritti rispetto alle passate stagioni è da attribuire al forte interesse da parte di Gruppi concorrenti alla Rai; in tale quadro si è ritenuto opportuno siglare un accordo biennale e non quadriennale come in precedenza (ferma restando l'opzione di prima negoziazione sulle stagioni 2019-2020).
  Tenuto conto del forte incremento dello sforzo economico, è stato sviluppato un progetto di valorizzazione editoriale dell'evento (si tenga conto che quella 2017 è l'edizione n. 100 del Giro), sui diversi canali dell'offerta Rai; il palinsesto, più in particolare, conta 247 ore di televisione, con un ampio coinvolgimento della generalista Rai2 (dove le ore di trasmissione dedicate passano da 64 a 103), oltre a coinvolgere ampiamente RaiSport, RadioRai, RaiStoria, l'area digital del servizio pubblico, da RaiPlay ai vari social. L'obiettivo, in definitiva, è quello di favorire la trasformazione del Giro da mero appuntamento sportivo a spunto per il racconto della ricchezza culturale e paesaggistica dell'Italia, anche in un'ottica di proiezione e visibilità internazionale.

  VERDUCCI, AMATI, DALLA ZUANNA, LAI, MOSCARDELLI, ORRÙ, ROSSI GIANLUCA, SCALIA, SILVESTRO. – Al Presidente e al direttore generale della RAI. – Premesso che:
   in data 17 aprile 2017 la trasmissione televisiva Report ha dedicato un lungo servizio ai vaccini contro il papilloma virus;
   in particolare nel corso del servizio tra gli intervistati figurano Yehuda Shoenfeld, immunologo di Tel Aviv e Peter Gøtzsche che ha accusato l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) per i metodi utilizzati relativamente alla valutazione della sicurezza dei due vaccini utilizzati contro l'HPV. Nel corso del servizio viene, inoltre, citato Pasqualino Rossi, il cui nome già emerso in una precedente inchiesta della trasmissione televisiva sul rapporto tra case farmaceutiche e approvazioni dei farmaci e rinviato a giudizio per sospetti casi di corruzione, viene definito «una vecchia conoscenza» della trasmissione alimentando così il sospetto e la paura di una corruttela diffusa legata alla diffusione di vaccini così delicati, oltre che di una scarsa evidenza scientifica in merito alle conseguenze dannose per la salute dei pazienti;
   l'infezione da papilloma virus (HPV – Human Papilloma Virus) è in assoluto la più frequente infezione sessualmente trasmessa; l'assenza di sintomi ne favorisce la diffusione poiché la maggior parte degli individui affetti non è a conoscenza del processo infettivo in corso. L'infezione da HPV è più frequente nella popolazione femminile. Esistono circa 100 tipi di papilloma virus differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri, invece, sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie) ed invasive, cioè il tumore della cervice uterina;
   il tumore della cervice uterina (collo dell'utero) è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95 per cento dei casi da una infezione genitale da HPV. Il carcinoma della cervice uterina è il secondo tumore più diffuso nelle donne e in Italia ne vengono diagnosticati ogni anno circa 3.500 nuovi casi e oltre 1.500 donne muoiono a causa di questo tumore;
   la vaccinazione contro il papilloma virus umano (HPV) si è dimostrata molto efficace nel prevenire nelle donne il carcinoma della cervice uterina (collo dell'utero), Pag. 246soprattutto se effettuata prima dell'inizio dell'attività sessuale; questo perché induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con il virus HPV;
   la campagna di vaccinazione contro l'HPV è indirizzata agli adolescenti di entrambi i sessi, preferibilmente intorno agli 11 e i 12 anni di età. La vaccinazione è offerta gratuitamente e attivamente alle bambine nel 12o anno di vita in tutte le Regioni italiane dal 2007-2008. Alcune Regioni hanno esteso l'offerta attiva della vaccinazione a ragazze di altre fasce di età. Alcune regioni, inoltre, hanno recentemente esteso la vaccinazione HPV ai maschi nel dodicesimo anno di vita (Sicilia, Puglia; altre, come Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto offrono il vaccino a partire dal 2004);
   considerato che:
    numerose sono state le proteste sollevatesi nella comunità scientifica a seguito della messa in onda della predetta puntata di Report, tra queste la Società italiana di virologia e l'Istituto Superiore della Sanità;
    negli ultimi anni in Italia stiamo assistendo ad una recrudescenza di malattie già eradicate con i vaccini come il morbillo e la rosolia e da tempo sono promosse su tutto il territorio italiano diverse campagne per sottolineare la pericolosità del diffondersi di queste malattie e sull'importanza della vaccinazione. Campagne che vedono impegnati in prima fila il Governo, l'Istituto Superiore della Sanità, l'intera comunità scientifica e pediatrica;
    il ruolo del servizio pubblico è quello di assolvere al suo dovere di corretta informazione, basando, pertanto, le informazioni relative a materie così sensibili e inerenti la salute dei cittadini su evidenze scientifiche e non già su ipotesi aleatorie, ingenerando negli spettatori confusione, paure immotivate e pericolose; a quanto detto si aggiunga il rigore che il servizio pubblico è tenuto ad osservare a fronte di una platea di spettatori vasta e non sempre in possesso degli adeguati strumenti di conoscenza della materia,
   si chiede di sapere:
    se gli interrogati abbiano verificato preventivamente con i collaboratori preposti alla cura e alla supervisione del programma la pertinenza e la correttezza dei contenuti della trasmissione relativi al vaccino contro HPV, visto che il tema in oggetto è particolarmente sensibile e coinvolge la salute di milioni di persone ed anche tenuto conto di quanto accaduto nella trasmissione «Virus» andata in onda su Rai2 nel maggio 2016 su analogo tema e senza la necessaria correttezza scientifico-divulgativa;
    se ritengono compatibile con il mandato del servizio pubblico l'esposizione di tesi mediche non comprovate da evidenze rigorose, come ribadito dalle dure reazioni di autorevoli esponenti della comunità della medicina e della scienza;
    se sia nelle intenzioni degli interrogati quella di contribuire a una buona e corretta informazione sull'obbligatorietà e l'opportunità delle vaccinazioni, così come indicato dal Ministero della Salute;
    se non si ritenga imprescindibile per la credibilità e l'autorevolezza del servizio pubblico promuovere una corretta informazione che contrasti teorie infondate tanto più nel settore sanitario, e in special modo in quello legato alle vaccinazioni, di particolare importanza per la salute dei cittadini, principalmente dei minori. (599/2934)

  BOCCADUTRI. – Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   nella puntata di Report di lunedì 17 aprile è andato in onda un servizio dal titolo «Inchiesta sui vaccini» che ha suscitato reazioni di sgomento da parte della comunità scientifica;Pag. 247
   l'azienda ha ritenuto di avviare un'istruttoria per ricostruire il percorso di genesi della puntata;
   il virologo di fama mondiale Roberto Burioni è stato contattato da Report con un messaggio privato su Facebook tre mesi fa, il 2 gennaio, in piene feste natalizie e poi mai più cercato, sebbene la puntata sia andata in onda solo questa settimana, come ammesso pubblicamente dalla giornalista Alessandra Borella;
   Roberto Burioni afferma di poter essere facilmente contattato tramite due uffici stampa, visto che ha appena pubblicato un libro sul tema e come testimoniano le sue frequenti presenze in programmi TV;
   la redazione di Report, per sua ammissione, ha provato a contattarlo unicamente attraverso quel messaggio privato;
   si chiede di sapere:
   se questa modalità di offrire spazio al contraddittorio di scienziati e autorità del settore è ritenuto adeguato;
   quali modalità siano state utilizzate per la ricerca delle voci a favore del vaccino;
   se nell'istruttoria annunciata dall'azienda verrà appurato anche questo passaggio. (600/2935)

  RISPOSTA – In merito alle interrogazioni in oggetto [599/2934 e 600/2935] si informa di quanto segue.
  Sul tema dei vaccini la Rai in tutta la propria offerta ha sempre sostenuto l'unico punto di vista possibile che è quello a supporto delle campagne di vaccinazione, che con la loro efficacia hanno permesso di ridurre drasticamente la mortalità o debellare totalmente malattie un tempo incurabili o gravemente invalidanti. In questa fase, ancora, Rai sta lavorando ad una campagna che sensibilizzi ulteriormente l'opinione pubblica sull'importanza dei vaccini, non solo da un punto di vista individuale, ma anche da quello della responsabilità verso la società intera.
  Nel quadro sopra sintetizzato, per quanto concerne più specificamente il servizio sui vaccini trasmesso all'interno della puntata di Report dello scorso 17 aprile, si riporta di seguito la ricostruzione effettuata dalla redazione del programma delle modalità di predisposizione del servizio stesso (di cui, in linea con le procedure aziendali, del servizio erano a conoscenza sia il capo struttura responsabile del programma che il Direttore di Rete).
  «L'inchiesta di Report parte dal ricorso presentato dal Nordic Cochrane il 10 ottobre e accolto l'8 novembre dal mediatore europeo che ha il compito di indagare sulle denunce relative alla mala amministrazione degli Enti dell'Unione Europea. Tra i firmatari del ricorso al mediatore c’è il più noto farmacologo italiano: Silvio Garattini, direttore dell'istituto farmacologico Mario Negri di Milano.
  Il Cochrane è un istituto, autorevole e accreditato, specializzato nell'analisi degli studi clinici e collabora con molti Istituti Italiani, merita attenzione scientifica perché in passato ha presentato con successo un ricorso al mediatore europeo. Grazie al ricorso del Cochrane è stato ritirato dal mercato un farmaco anti-obesità (a base di SIBUTRAMINA), che ha provocato gravissimi danni cardio vascolari e addirittura dei decessi.
  Il Nordic Cochrane ha sostanzialmente accusato l'EMA – l'agenzia europea dei medicinali, la più importante istituzione europea in termini di valutazione dei farmaci, perché decide di rilasciare la cosiddetta AIC, autorizzazione in commercio – di essere stata poco trasparente nel processo di valutazione dei vaccini contro HPV e di aver sottovalutato i casi di reazione avversa. Citando i casi di mancanza di trasparenza si fa riferimento, nel ricorso al mediatore, al ruolo e alla figura di Pasqualino Rossi, ex responsabile della «Farmacovigilanza» italiana, membro supplente per il comitato di valutazione per i medicinali per l'Italia dal 2004 al 2008 presso EMEA (ex EMA). Pasqualino Rossi ha svelato la password dell'EMA a Matteo Mantovani (procuratore Pag. 248delle case Farmaceutiche produttrici del vaccino) per metterli al corrente dell'iter di valutazione del farmaco.
  Le carte della Procura riportano le telefonate intercettate tra Rossi e Matteo Mantovani in merito ai documenti da presentare/modificare in sede di Comitato e dove si parla di «pressioni a favore e contrarie « di non ben qualificati gruppi. Rossi è stato beneficiato da Matteo Mantovani di viaggi regali e soldi (fatti confermati dalle indagini e mai smentiti). Oggi è prescritto dal reato di corruzione.
  In merito alle reazioni avverse la redazione del programma ha contattato via mail il centro Uppsala, in Svezia, che per l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccoglie tutti i dati provenienti da altri Paesi. L'OMS stima che a livello mondiale solo il 10 per cento delle persone colpite dalle reazioni avverse le denunci. In uno studio L'OMS trattando i casi delle sindromi denunciate dalle ragazze intervistate da Report (tra cui quella da stanchezza cronica) afferma che hanno incidenza maggiore con il vaccino HPV, rispetto ad altri.
  La redazione del programma ha contattato l'attuale Capo della sezione Medica del suddetto centro di Uppsala, la dottoressa Pia Caduff, come responsabile della farmacovigilanza, che ha così risposto: «Sono andata a lavorare presso Swissmedic (l'autorità degli agenti terapeutici in Svizzera, l'equivalente dell'AIFA in Italia). Lì ho lavorato nella sicurezza del farmaco per molti anni e dal 2009 al 2012 ero responsabile della sezione di vigilanza. Nel 2013 mi sono trasferita a Uppsala come direttrice medica del centro (Chief Medical Officer). L'efficacia del vaccino è stata provata contro certi (non tutti) ceppi del virus HP che contribuiscono al cancro della cervice – dire che il vaccine è efficace contro il cancro è un altro paio di maniche..... abbiamo a livello nazionale e mondiale molte segnalazioni di ragazze che hanno avuto problemi dopo la vaccinazione, ma nessuna prova che sia stata veramente la vaccinazione a causarli. Bisognerebbe indagarli veramente a fondo e qui casca l'asino perché questi studi nessuno (in posizione di farli) sembra volerli fare».
  Sull'insufficienza dei dati sulle reazioni avverse la stessa EMA, Agenzia Europea dei Medicinali, nel documento finale di revisione del vaccino, redatto nel 2015, conclude che non c’è certezza scientifica del legame tra vaccino e alcune sindromi, di cui una denominata appunto «da stanchezza cronica», ma riconosce che i dati, sono limitati, e sostiene che ci sia bisogno di un'attenta e continuativa sorveglianza post-marketing.
  Il contraddittorio sui contenuti del ricorso, con particolare riferimento alle sospette reazioni avverse, è stato scelto con la massima autorità del settore, quella che ha approvato il vaccino appunto l'Agenzia Europea del Farmaco. La dottoressa Enrica Alteri è stata a capo del comitato di valutazione per i farmaci per uso umano. È particolarmente autorevole nel caso in questione in quanto è stata anche all'interno del comitato che si è occupato del processo di «revisione del vaccino HPV». Sull'oggetto del ricorso del Cochrane, che accusa EMA di mancanza di trasparenza e di aver sottovalutato i casi di reazione avversa, è stato intervistato anche il più noto farmacologo italiano: Silvio Garattini, direttore dell'istituto farmacologico Mario Negri di Milano, che come detto è tra i firmatari del ricorso al mediatore europeo. Garattini ha denunciato i limiti della farmacovigilanza. Le dichiarazioni di Garattini sono in linea con quanto ha sempre affermato prima durante e dopo l'inchiesta di Report.
  Per quanto riguarda la questione della farmacovigilanza in Italia l'inchiesta – come sopra specificato – puntava sul funzionamento della farmaco vigilanza che è quella che dovrebbe rilevare le cosiddette «reazioni avverse. La legge (decreto ministeriale 12 dicembre 2003) prevede l'obbligo di segnalazione di «qualsiasi sospetta reazione avversa» da parte di un medico, o qualsiasi operatore sanitario e la restituzione della scheda firmata. Successivamente a partire dal 30 aprile 2015, i tempi per la segnalazione, solo per quanto riguarda i vaccini, sono scesi a 36 ore dal momento in cui il medico ne viene a conoscenza. Questo secondo le testimonianze raccolte da Report non sempre accade. Pag. 249
  La redazione del programma ha intervistato casi di ragazze colpite da reazioni avverse gravi in seguito alla somministrazione del vaccino, alcune di loro sono state riconosciute invalide al 100 per cento; riportano tutte gli stessi sintomi, che sono citati nel documento dell'Agenzia Europea del Farmaco. Alcuni sintomi sono presenti anche nel bugiardino del vaccino, tuttavia le mamme hanno avuto difficoltà ad ottenere la scheda di segnalazione avversa, come testimonia la portavoce del gruppo.
  La redazione del programma ha cercato conferme sui dati riguardanti i casi di reazioni avverse, e ha inviato ufficiale richiesta di informazioni via mail ai responsabili della farmacovigilanza di ogni regione. La farmacovigilanza è una questione delicata come si legge peraltro dallo stesso sito web dell'AIFA che riporta testualmente quanto segue: «La normativa europea in materia di farmacovigilanza è disciplinata dal Regolamento UE 1235/2010, la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012, e dalla Direttiva 2010/84/UE, attualmente in fase di recepimento. È stato stimato che il 5 per cento di tutti gli accessi in ospedale sono dovuti a reazioni avverse e che sono al quinto posto tra le cause di morte in ospedale. Pertanto, si è reso necessario intervenire sulle normative in vigore al fine di promuovere e proteggere la salute pubblica. Fondamentalmente i cambiamenti introdotti tendono ad aumentare la trasparenza degli interventi di farmacovigilanza attraverso regole che mirano a:
   rafforzare i sistemi di farmacovigilanza, (ruoli e responsabilità chiaramente definiti per tutte le parti);
   incrementare la partecipazione dei pazienti e degli operatori sanitari;
   migliorare i sistemi di comunicazione delle decisioni prese e darne adeguata motivazione;
   aumentare la trasparenza»;

  Quello che è scritto sul sito AIFA non avviene nei fatti. Dall'inchiesta di Report emerge che ogni regione ha una gestione diversa in merito alla trasparenza dei dati. Al termine della ricognizione sono anche emersi dati non concordanti tra Regioni e AIFA (un clamoroso esempio, mai smentito, riguarda i dati del 2012 dove la Regione Lombardia ha contato 692 casi di reazioni avverse, mentre l'AIFA per lo stesso anno ha segnalato 293 casi su tutto il territorio). Anche il mediatore europeo in passato ha redarguito l'AIFA giudicandola «carente» in merito alla trasparenza sulla farmaco vigilanza.
  Nel quadro sopra sintetizzato, si riportano di seguito le fonti ufficiali contattate dalla redazione con mail:
   ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ (varie mail: il 23 dicembre e poi a gennaio): ha risposto che non rilasciava interviste a Report.
   EMA, ultima email sulla ricerca firmata da Antonietta Gatti rimasta senza risposta.
   AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO: corrispondenza a partire da gennaio con ultima email rimasta senza risposta il 16 febbraio 2017 nella quale si chiede anche il parere di AIFA, che precisiamo essere importante sul ritrovamento di sostanze estranee e inorganiche nei lotti di vaccini analizzati.
   Le Regioni Italiane di cui non si trovavano pubblicati online i dati sulla vaccinovigilanza: uffici di farmacovigilanza, referenti pubblicati sul sito AIFA.
   Sebastiano Impinna, medico del centro vaccinale di Roma che ha firmato la segnalazione a Bianca Cesaroni nel 2009: non vuole essere intervistato.
   Giovanni Scambia, Primario del Policlinico Gemelli. Presidente della società italiana di Ginecologia e Ostetricia: è stato chiesto più volte il suo contributo (sono intercorse telefonate tra lui e la giornalista, e vari sms).
   Roberto Burioni, contattato il 2 gennaio 2017 sul suo profilo personale Facebook nelle fasi iniziali dell'inchiesta (modo irrituale per un giornalista di Report; è in ogni caso da considerare il fatto che si Pag. 250tratta di un virologo, e che – come dichiarato dallo stesso – non si occupa di «farmacovigilanza»).

  Per quanto riguarda gli esperti consultati, si segnala quanto segue:
   Peter Goetzsche, direttore del Nordic Cochrane. Laureato in biologia, chimica e medicina, con anni di clinica medica alle spalle e esperienza anche come esperto di trial clinici all'interno di un'azienda farmaceutica. Il curriculum è riportato in http://nordic.cochrane.org/peter-c-g% C3%B8tzsche;
   Yehuda Shoenfeld, immunologo del Sheba Medical Center di Tel Aviv con centinaia di pubblicazioni in riviste tra cui Lancet e Nature. A dicembre c'era stato un caso di cronaca proprio a Tel Aviv che aveva coinvolto una ragazzina cui era stato somministrato Gardasil a scuola. Lui sta assistendo la madre: lui ha dichiarato che per ora si è vista una riduzione delle lesioni pre-cancerose ma per avere la certezza che questo vaccino possa prevenire il cancro ci vogliono molti anni. Il curriculum è riportato in https://www.omicsonline.org/ speaker/Yehuda–Shoenfeld–TelAviv–University–Israel–Immunology–Summit2014. Sul tema si riporta di seguito una dichiarazione di Garattini all'agenzia AGI: = = Vaccini: Garattini, su Hpv serve farmacovigilanza seria (AGI) – Roma, 18 apr. – «Serve una farmacovigilanza più attenta, seria e attiva. Il vaccino Hpv che agisce contro il virus è efficace, però ancora non sappiamo quanto poi, effettivamente, il suo risultato finale lo sia. Per vedere se i tumori diminuiranno ci vorranno anni. Per il vaccino Hpvquindi, bisogna stare attenti e vedere bene gli effetti collaterali». Lo ha detto all'AGI, Silvio Garattini, Farmacologo.
   Beniamino Palmieri: è stato il medico che ha aiutato Gloria Marchesan a fare la segnalazione avversa per la figlia Martina, e ha fatto conoscere alle mamme uno studio sulle reazioni avverse, fonte Istituto Superiore di Sanità (non disponibile al pubblico, reperibile su: http://www.recentiprogressi.it/ articoli.php ?archivio=yes&vol–id=1295&id=14327).
   Il curriculum è reperibile in: file:///Users/alessandraborella/Downloads/ CV–PALMIERI per cento20Beniamino.pdf
   Tenuto conto della delicatezza della questione, all'inizio della puntata è stato segnalato con una scheda grafica come il vaccino serva a prevenire alcune forme tumorali: «Si stima che nel corso della vita il 75 per cento delle persone venga a contatto con il virus del Papilloma umano, che si trasmette per via prevalentemente sessuale. Molti sono portatori sani, senza saperlo. Sono 120 i ceppi del virus. Tredici quelli che dopo una latenza di 20-30 anni, possono causare lesioni, che solo nell'uno per cento dei casi si trasformano in tumore. I vaccini presenti sul mercato sono: il Cervarix, prodotto dalla Glaxo. Protegge contro due dei tredici tipi più pericolosi. E il Gardasil, di Merck e Sanofi Pasteur, che estende l'immunità a nove. A oggi circa 80 milioni di persone sono state vaccinate nel mondo. Circa un milione solo in Italia.»
  Il conduttore Sigfrido Ranucci, ancora, prima che cominciasse l'inchiesta ha detto che: «l'inchiesta non è contro l'utilità dei vaccini e che si tratta della scoperta più importante in tema di prevenzione degli ultimi 300 anni». Allo stesso modo, anche le mamme delle ragazze colpite da reazioni avverse hanno dichiarato l'utilità dei vaccini: «Io non sono contro i vaccini, anzi» (Anna Pezzotti, mamma di Giulia Dusi), ed anche i professori intervistati si sono dichiarati a favore dei vaccini nel corso delle interviste: «Io non sono contro i vaccini, sono a favore dei vaccini, credo siano la scoperta più grande in tema di prevenzione medica degli ultimi 300 anni»(Yehuda Shoenfeld).»

  PELUFFO, PAOLA BOLDRINI, BRATTI. — Al Presidente e al direttore generale della RAI – Premesso che:
   giovedì 23 marzo 2017, nell'ambito della tredicesima puntata di «Nemo – Nessuno escluso», con Enrico Lucci e Valentina Petrini, trasmesso in prima serata su RAI2, è andato in onda un servizio giornalistico relativo alle ex discariche del territorio ferrarese; Pag. 251
   tale servizio è stato effettuato senza alcun contraddittorio che poteva essere costituito utilmente da dirigenti e funzionari dei servizi ambientali comunali, o dagli amministratori pubblici, nessuno dei quali risulta essere stato preventivamente contattato dai realizzatori del servizio, come fatto rilevare in una comunicazione rilasciata da Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara e presidente della Provincia:
   il servizio è stato realizzato senza che venisse effettuato un preventivo controllo dei siti internet del Servizio Ambiente del Comune di Ferrara né delle rassegne stampa disponibili sul web gratuitamente, ove sarebbero state rinvenibili molte informazioni complete ed esaustive in materia;
   sono state riportate le dichiarazioni di un ex pentito di camorra che non ha fornito alcun riferimento né cronologico, né logistico, affastellando suggestioni rafforzate dalle immagini, che mostrano rifiuti in superficie di cui non si dice né la natura né la collocazione, il tutto lasciando intendere l'esistenza di discariche a cielo aperto e non di discariche delle quali una (ripresa dalla trasmissione) chiusa nel 1986 e l'ultima, «Cà Leona», chiusa nel 2004, sulle quali sono stati eseguiti interventi di ripristino ambientale nel rispetto delle normative vigenti da trenta anni a questa parte;
   gli autori del servizio non hanno verificato se vi fossero monitoraggi sui siti delle ex discariche, che invece sono in corso da anni ad opera di ASL, Servizio Ambiente e ARPA;
   si chiede di sapere:
    se nella trasmissione e nell'operato dei giornalisti non si ravvisi una violazione da parte della Azienda dell'articolo 5 del vigente contratto di servizio RAI con il Ministero dello Sviluppo Economico ed in contrasto con il recente atto di concessione del servizio RAI che all'articolo 1, comma 6, impone al concessionario di garantire «la qualità dell'informazione, secondo i principi di completezza, obiettività, indipendenza, imparzialità e pluralismo»;
    se, alla luce delle azioni giudiziarie annunciate da parte dell'amministrazione comunale e provinciale di Ferrara a tutela della reputazione del loro territorio e delle azioni delle istituzioni pubbliche, non si ritenga opportuno attivare tutti gli strumenti di tutela del servizio pubblico, tra cui la rettifica sostanziale e diffusa della informazioni, errate e parziali, fornite al pubblico nell'ambito del servizio sopra richiamato. (601/2942)

  RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Con riferimento al servizio in questione andato in onda nella puntata del 23 marzo, più in particolare, si ritiene utile segnalare i seguenti elementi.
  Le dichiarazioni del pentito effettuate di fronte alle telecamere del programma sono il prosieguo di altre dichiarazioni fatte in precedenza anche alla trasmissione, relative ad altri territori interessati da simili circostanze in zone dell'Italia meridionale e, in particolare, della Campania.
  Le dichiarazioni del pentito, ancora, sono state oggetto di interesse della magistratura che, ogni volta, ha aperto un'inchiesta e le ha ritenute attendibili. Per questo motivo il giornalista che si è occupato dell'inchiesta, Nello Trocchia, ha ritenuto potesse essere di particolare importanza dare voce a queste nuove esternazioni che, peraltro, non escludono una complicità nel reato dello stesso soggetto.
  Nel servizio, da ultimo, non si è mai fatto riferimento a materiali tossici presenti sul terreno.
  In ogni caso, al fine di favorire – in coerenza con il Contratto di servizio – «lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati», la redazione del programma è pronta a dare – con modalità compatibili con il format del programma stesso – tutto Pag. 252lo spazio necessario per fornire una replica adeguata ai contenuti del servizio in questione.

  LUPI. — Al Presidente e al direttore generale della Rai. – Premesso che:
   la RAI-Radiotelevisione italiana SpA, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del TUSMAR (d.lgs. 31 luglio 2005 n.177 e s.m.i.) è la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo italiano e ha natura di Società in controllo pubblico;
   il pacchetto azionario della Rai SpA è attualmente detenuto dal Ministero dell'Economia e delle finanze con una partecipazione pari a circa il 99,156 per cento mentre il restante 0,44 per cento è nella titolarità di SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori (ente pubblico economico a base associativa);
   è in vigore la legge del 28 dicembre 2015, n.220 di «Riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo» che, fra l'altro, prevede l'adozione di un Piano per la Trasparenza e la Comunicazione Aziendale;
   la Rai SpA è tenuta ad osservare la legge Anticorruzione, ovvero la legge 6 novembre 2012, n.190, nonché il D.lgs. n.33/2013 in tema di trasparenza;
   la Commissione di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi rappresenta un importante organo di controllo e verifica rispetto all'operato della concessionaria del servizio pubblico;
   i Parlamentari componenti della Commissione di cui sopra sono tenuti ad un vigile e puntuale controllo dei principi di imparzialità, correttezza e trasparenza dovuti dalla concessionaria Rai allo Stato e ai suoi cittadini;
   il principale strumento a disposizione di suddetti Parlamentari risulta essere il quesito ai dirigenti Rai, per avere spiegazioni in merito a determinate azioni o decisioni intraprese dai vertici dell'azienda, o per acquisire documenti sulla base dei quali valutare l'operato stesso della concessionaria;
   in entrambi gli ultimi quesiti presentati dal sottoscritto (in data 22 febbraio 2017 e in data 30 giugno 2016), in qualità di componente della Commissione per il Gruppo Parlamentare Area Popolare, le principali domande poste sono state evase, venendo preferite a risposte vaghe e soprattutto prive della fornitura dei documenti richiesti;
   si richiede:
    di fornire finalmente copia delle spese, voce per voce punto su punto, sostenute per la realizzazione dei programmi rispetto ai quali è stato presentato un formale Quesito (Standing Ovation e Made in Sud). (602/2943)

  RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Sul tema della trasparenza la Rai sta operando secondo i principi della massima apertura nel contesto normativo di riferimento. Con riferimento al tema della comunicazione all'esterno di specifici puntuali valori economici relativi alla gestione aziendale si segnala in primo luogo che la legge 28 dicembre 2015, n. 220 stabilisce che la Rai predisponga uno specifico «Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale», che deve consentire di «rendere conoscibili alla generalità degli utenti le informazioni sull'attività complessivamente svolta...». L'approvazione dei piani annuali di produzione e trasmissione (in cui rientrano i dati economici dei singoli programmi) rientra – ai sensi dello Statuto – nelle specifiche competenze del Consiglio di Amministrazione.
  Sul tema, ancora, si rilevano due aspetti, considerati rilevanti anche dall'Avvocatura Generale dello Stato nell'espressione del parere recentemente emanato sulla tematica dell'applicazione del tetto ai compensi per le risorse di natura artistica:
   Il Consiglio di Stato rileva che «la Rai svolge un servizio pubblico in forma imprenditoriale; di talché, conformemente ai Pag. 253principi generali, le iniziative volte alla realizzazione del medesimo passano attraverso l'esercizio di attività imprenditoriale che non si sottrae alle regole della concorrenza»;
   l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato evidenzia come «....la pubblicazione di dati per loro natura estremamente sensibili sotto il profilo commerciale potrebbe ridurre la capacità competitiva di Rai ...».

  Nel quadro sopra sintetizzato, pertanto, la comunicazione all'esterno dell'azienda di dati così analitici di carattere gestionale potrebbe incidere negativamente sulla capacità operativa dell'azienda di operare sul mercato e di approvvigionarsi delle risorse (non solo umane) necessarie alla realizzazione dei programmi.

  MARGIOTTA. — Al Presidente e al direttore generale della RAI. – Premesso che:
   tra luglio e settembre 2015 si è svolto un concorso, senza precedenti per portata e numeri, indetto dalla Rai per selezionare 100 giornalisti professionisti con i quali «far fronte a future esigenze, da utilizzare con contratto a tempo determinato, nell'ambito di tutto il territorio nazionale»;
   la prima prova, svoltasi a Bastia Umbra (PG) e a cui hanno partecipato più di 2800 giornalisti, è stata superata dai primi 400 candidati classificati in graduatoria; il bando prevedeva che al termine della selezione fosse «formata una graduatoria finale relativa ai primi 100 candidati (al netto di eventuali ex aequo») e che «avesse validità per tre anni dalla pubblicazione»;
   dopo la seconda fase della selezione per titoli e prove (svoltesi a Saxa Rubra e comprendenti: realizzazione e lettura di testi audio e video, improvvisazione video, uso di strumenti informatici per montare contenuti audio e video, uso del web, redazione di un tweet, test e colloquio in inglese, eventuale colloquio in una seconda lingua straniera), è stata stilata una graduatoria riguardante tutti i 392 giornalisti che avevano completato il percorso;
   al termine della selezione, Ferruccio de Bortoli, presidente della commissione esaminatrice nominata dalla Rai, ha scritto all'azienda una lettera in cui, come riportato da organi di stampa, si è detto «impressionato dalla qualità dei partecipanti»;
   le assunzioni dei vincitori del concorso, partite nel giugno 2016, sono giunte attorno alla centesima posizione della graduatoria;
   lo scorso 14 marzo l'ufficio stampa della Rai, smentendo indiscrezioni di stampa sulla creazione imminente di nuove testate giornalistiche, ha sottolineato che l'azienda vuole «colmare la distanza che la separa da altre piattaforme d'informazione on-line, un intervento da tempo annunciato che si inserisce nel percorso di innovazione digitale avviato con successo da Rai Play»;
   il direttore generale della Rai Antonio Campo dell'Orto ha ribadito, lo scorso 24 marzo, la necessità di «pensare alla Rai sempre più come un editore che deve rinnovare da un lato i propri contenuti e dall'altro il modo in cui li propone alle persone» e che «la somma di questi fattori contribuisce alla trasformazione della Rai in media company»;
   a dicembre la Rai ha iniziato le procedure per 92 uscite volontarie di giornalisti vicini all'età pensionabile;
   nei giorni scorsi, l'azienda ha bandito una ricerca interna di personale, volta alla creazione di un nuovo gruppo di giornalisti già presenti in organico, con contratto a tempo indeterminato, che si occupi specificamente del settore digitale, coordinato da Milena Gabanelli;
   nei giorni scorsi l'esecutivo nazionale Usigrai ha riferito in una nota interna che la Rai «ha comunicato la propria unilaterale decisione di estendere la graduatoria Pag. 254del concorso pubblico fino alla 196esima posizione (201esima tenendo conto degli ex aequo)»;
   nella stessa nota l'Usigrai ha affermato di aver chiesto alla Rai di indire una nuova selezione, ma «L'Azienda, pur concordando con il Sindacato sull'opportunità di avviare una nuova selezione pubblica, ha sottolineato la difficoltà legata al reperimento delle risorse necessarie»;
   il 4 novembre 2016 è stato fondato il Comitato per l'Informazione Pubblica, che riunisce 108 giornalisti inseriti nella graduatoria della selezione Rai 2015;
   il Comitato si è rivolto al Prof. Gianluca Maria Esposito, esperto di diritto amministrativo, direttore della Scuola per l'Anticorruzione e gli Appalti della Pubblica Amministrazione, il quale ha redatto il 13 gennaio 2017 un parere pro veritate ove, paragrafo III, si afferma che: «la decisione di scorrimento della graduatorie vigenti rappresenta la regola generale, mentre l'indizione di un nuovo concorso costituisce l'eccezione, e richiede un'apposita e approfondita motivazione, che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di interesse pubblico ....omissis.....se, di regola, può dirsi che la normativa sui reclutamenti sia applicabile solo in quanto compatibile agli enti e organismi di diritto pubblico, diversi dalle amministrazioni pubbliche, la preminenza della ratio legis perseguita, di riduzione della spesa pubblica – direttamente strumentale al rispetto dei vincoli di bilancio imposti dall'Unione Europea – è tale da divenire non più soltanto eventuale, ma, al contrario, necessaria e obbligatoria la sua applicazione, anche a tutti gli enti di diritto pubblico in senso sostanziale, specialmente se finanziati dallo Stato con risorse tributarie e perciò a carico dei cittadini, come la RAI S.p.A. Per quest'ultima, più che facoltà, lo scorrimento della graduatoria appare una misura necessaria, pena la responsabilità anche di natura contabile». Si legge ancora nel parere citato che: «Sulla problematica, pervenendo a conclusioni di questo segno, si è tra l'altro pronunciata l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (sentenza n. 14/2011), enucleando un fondamentale principio di diritto circa i limiti della discrezionalità nella scelta, in materia di reclutamento, tra avvio di nuove procedure e ricorso allo scorrimento delle graduatorie precedentemente approvate. A fronte di posizioni opposte, l'Adunanza Plenaria ha elaborato una soluzione intermedia, che distingue due fasi logiche del processo decisionale di copertura dei posti vacanti, nelle quali ciò che, rispettivamente, rileva è (prima fase) l'an della copertura del posto vacante, e (seconda fase) il quomodo della copertura: se la prima fase ha carattere discrezionale, giacché espressione di scelte organizzative di pertinenza dell'ente, la seconda risulta invece vincolata all'utilizzo delle graduatorie vigenti, in luogo della indizione di un nuovo concorso. Pertanto, secondo l'interpretazione unanime vige dunque nell'ordinamento un generale favor per l'istituto dello scorrimento, nell'ottica di ridurre i costi gravanti sulle amministrazioni per la gestione delle procedure selettive, derogabile solo in presenza di discipline di settore o circostanze di fatto o ragioni di interesse pubblico prevalenti. Osserva il Consiglio di Stato che, sul piano dell'ordinamento positivo, si è ormai realizzata la sostanziale inversione del rapporto tra l'opzione per un nuovo concorso e la decisione di scorrimento della graduatoria preesistente ed efficace. Quest'ultima modalità di reclutamento rappresenta ormai la regola generale, mentre l'indizione del nuovo concorso costituisce l'eccezione e richiede un'apposita e approfondita motivazione, che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di interesse pubblico».
   In particolare, dopo l'introduzione dell'istituto dello scorrimento per i concorsi pubblici grazie all'articolo 8 del Testo Unico degli impiegati civili dello Stato e s.m.i. (D.p.r. 10 gennaio 1957, n.3, come modificato dall'articolo unico della legge 8 luglio 1975, n. 305) e l'estensione della vigenza delle graduatorie, fissata in tre anni dalla data della loro pubblicazione Pag. 255(articolo 35, comma 5-ter, del d.lgs. n. 165/2001), l'obiettivo di contenere la spesa e di razionalizzare l'uso delle risorse umane ed economiche è stato proseguito, si ricorda ancora nel parere legale, con la disposizione di cui all'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, in tema di scorrimento, che proroga al 31 dicembre 2016 (disposizione successivamente prorogata al 31 dicembre 2017) l'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici vigenti alla data di entrata in vigore del decreto (e cioè le graduatorie stilate successivamente al 2003), al fine di evitare la scadenza di centinaia di esse;
   si chiede di sapere:
    quali siano le necessità di organico dell'azienda;
    come la Rai intenda completare il processo di trasformazione dell'azienda in «media company» e colmare «la distanza che la separa da altre piattaforme d'informazione on-line», secondo gli obiettivi indicati a più riprese dai vertici dell'azienda;
    come l'azienda intenda allocare i giornalisti coinvolti nell’assessment necessario per la creazione del nuovo gruppo, coordinato da Milena Gabanelli, che si dovrà occupare di digital e come abbia intenzione di supplire alle lacune d'organico che deriveranno nelle redazioni;
    a che punto sia il processo relativo alle uscite volontarie e come l'azienda abbia intenzione di supplire alle lacune d'organico che esse creeranno;
    se l'azienda abbia intenzione di giungere all'indizione di una nuova procedura concorsuale per l'approvvigionamento di professionalità giornalistiche allo scadere della vigenza della graduatoria – quindi alla fine del 2018 – e se, nell'ottica di quanto già detto (esplicitata professionalità dei selezionati del concorso 2015, selezione già avvenuta ai massimi livelli, necessità di risparmio economico e di forze aziendali per non appesantire ulteriormente le casse societarie) non convenga adeguarsi all'istituto dello scorrimento, avvalendosi di una proroga al termine del bando di almeno altri due anni o fino a esaurimento della graduatoria concorsuale, in omaggio al principio ribadito dall'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (sentenza n. 14/2011), secondo cui lo scorrimento rappresenta ormai la regola generale, mentre l'indizione di un nuovo concorso costituisce l'eccezione e richiede un'apposita e approfondita motivazione, che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di diritto pubblico.
(603/2946)

  RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In relazione alle richieste concernenti le necessità di organico aziendali e l'utilizzo della graduatoria, si segnala che:
   in data 16 gennaio 2014 è stato sottoscritto un accordo sindacale che prevedeva una selezione per future esigenze con una graduatoria, valida per tre anni, dei primi 100 idonei (106 con gli « ex aequo»);
   la selezione è avvenuta attraverso la pubblicazione di un bando pubblico, con dettaglio di tutti i criteri e parametri di valutazione e si è articolata mediante una prima prova selettiva anonima, la valorizzazione dei titoli posseduti e specifiche prove professionali;
   a seguito di esigenze aziendali è stata perfezionata una prima fase di assunzioni che ha comportato l'ingresso dei primi 73 giornalisti provenienti dalla graduatoria;
   al fine di assicurare la massima trasparenza, è stata data ampia e dettagliata informativa di tutto il processo e dei criteri seguiti all'Unione Sindacale dei Giornalisti Rai (Usigrai). In particolare è stato comunicato all'Organizzazione Sindacale: a) la destinazione delle risorse; b) la ripartizione numerica delle risorse all'interno dell'Azienda; c) la modalità contrattuale (contratto di lavoro subordinato a tempo determinato della durata di un anno);
   tra dicembre 2016 e marzo 2017 è stata attuata dall'Azienda una iniziativa di Pag. 256«esodo agevolato», ad oggi conclusasi con 79 uscite. La conseguente analisi delle esigenze di organico ha evidenziato nella Testata Giornalistica Regionale l'ambito aziendale con le criticità e necessità più urgenti di sostituzione;
   lo scorso mese di marzo, quindi, è stato comunicato all'Usigrai che l'Azienda avrebbe proceduto ad effettuare circa 40 assunzioni di risorse destinate alla TGR procedendo allo «scorrimento» della graduatoria, nell'ambito della vigenza triennale della stessa, fino al numero 196 (201 per effetto dell’«ex aequo»);
   tale decisione, motivata dal rispetto di criteri di economicità aziendale, nonché di correttezza e buona fede nei confronti sia dei partecipanti alla selezione che del Sindacato con cui è stato sottoscritto l'accordo sindacale già richiamato, è stata comunicata e motivata anche al Comitato per l'Informazione Pubblica in occasione di uno specifico incontro dallo stesso Comitato richiesto, anche alla presenza del Prof. Gianluca Maria Esposito. Nel corso dell'incontro, pur riconoscendo la legittimità del comportamento aziendale, il Comitato ha chiesto comunque di valutare una proroga del termine di scadenza della graduatoria;
   l'Azienda, pur confermando la congruità e la coerenza giuridica dell'impostazione sopra descritta, al termine dell'incontro, si è dichiarata disponibile a un'ulteriore verifica congiunta della situazione alla fine del corrente anno.

  In merito invece al più complessivo processo di trasformazione della Rai in «media company» ed alle connesse esigenze di organico, l'Azienda ha:
   proseguito un piano di investimenti tecnologici e infrastrutturali per la «digitalizzazione» dei processi produttivi;
   avviato il progetto di Rai Academy, un importante polo formativo a supporto dell'evoluzione delle professionalità in coerenza con la logica della media company;
   avviato il progetto di sviluppo «digitale» delle competenze, anche in ambito social, e della creazione di un unico portale web dell'informazione.

  In questo contesto si inquadrano la più generale «mappatura» delle professionalità giornalistiche, già avviata da oltre un anno, e lo specifico assessment delle competenze giornalistiche digitali, che potrà consentire l'individuazione delle migliori professionalità a supporto della trasformazione in media company. Conseguentemente le eventuali lacune d'organico che deriveranno dal complessivo processo di trasformazione potranno essere valutate tenendo conto dello sviluppo delle tecnologie, dell'evoluzione delle professioni e della conseguente ottimizzazione dei processi.

  ANZALDI. — Al Presidente e al Direttore generale della Rai. – Premesso che:
   giovedì 20 aprile intorno alle ore 21 a Parigi, agli Champs Élysées, si è verificato un grave attentato terroristico nel quale è rimasto ucciso un agente di polizia e altri due sono rimasti gravemente feriti;
   tale attentato si è verificato alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi mentre era in corso un confronto tv tra tutti i candidati alla carica;
   il primo flash di agenzia relativo all'attacco è delle ore 21.12;
   la Rai ha un proprio ufficio di corrispondenza a Parigi con almeno un corrispondente presente in sede;
   i tre canali generalisti della Rai non hanno ritenuto in alcun modo di cambiare la propria programmazione dopo l'attentato; sono state solo inserite due brevi finestre informative di pochi minuti;
   Rete 4 ha, invece, modificato e in tempo reale la propria programmazione, dando informazioni in diretta su quanto stava accadendo a Parigi, sulle comunicazioni del presidente Hollande e sugli aggiornamenti dal luogo dell'attentato;Pag. 257
   si chiede di sapere:
   per quale ragione nessuna delle tre reti generaliste della Rai non abbia cambiato la propria programmazione dopo l'attentato;
   chi abbia assunto la decisione di mantenere invariata la programmazione delle tre reti;
   a chi spetti il coordinamento dell'area informativa e, quindi, di assumere le relative decisioni in tali situazioni dopo le dimissioni di Carlo Verdelli;
   perché, in una situazione particolare come quella determinatasi dopo l'attentato, non siano stati messi nelle condizioni di lavorare su una questione così rilevante la parte dei 1700 giornalisti dell'azienda che erano presenti in straordinario nelle redazioni;
   perché, alla luce della diretta sugli eventi da parte di Rainews, non sia stato almeno deciso di valorizzare e gratificare il lavoro della redazione della rete all news passandola in una delle reti generaliste.
(604/2948)

  RISPOSTA – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Il palinsesto delle reti Rai – nella serata dell'attentato di Parigi – ha registrato un grande impegno dell'informazione Rai che fin da subito, e prima fra tutte le emittenti, ha dato conto dell'atto terroristico che ha colpito il cuore della Francia; RaiNews – in linea con la sua specifica missione editoriale di canale all news di flusso – è intervenuto tempestivamente dapprima con la notizia dell'attentato e subito dopo (dalle 21.25 alle 0.40) con lo speciale «RaiNews in diretta» condotto in studio dal direttore Antonio Di Bella, che ha seguito in tempo reale tutte le fasi dell'attacco sugli Champs Elysèes. Approfondimenti e collegamenti dal luogo della tragedia insieme alle due inviate sul posto che hanno contribuito anche a tutte le edizioni straordinarie delle testate Rai succedutesi nel corso della serata.
  Per quanto riguarda i canali generalisti televisivi, si segnala che l'edizione straordinaria del Tg1 – partita alle 22.13 – ha interrotto la fiction «Tutto può succedere»; in sequenza è intervenuto Rai3 con l'edizione straordinaria del Tg3 alle 22.45 che ha poi dedicato all'evento di Parigi l'edizione di «Linea Notte». Sempre su Rai3 copertura in diretta anche nel programma di prima serata «Mi manda Raitre» che ha preceduto e seguito l'edizione straordinaria del Tg3. Su Rai 2 alle 23.30 è andata in onda una edizione straordinaria del Tg2. L'informazione è poi proseguita con il Tg1 della notte che – grazie a cambi di palinsesto – ha proposto una edizione più lunga, in onda fin dopo la mezzanotte. Il simulcast di Rai News24 ha proseguito infine su Rai 3 dall'1 alle 7 di mattina e su Rai1 dalle 2 alle 6.30.
  Ancora, per quanto attiene la radio, a pochi minuti dall'attentato Radio1 ha immediatamente dato la notizia, fornendo poi aggiornamenti continui anche all'interno dei diversi programmi in palinsesto in un lungo racconto fino al GR della mezzanotte.