CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 aprile 2017
806.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10670 Ciprini: Iniziative per il ricollocamento dei lavoratori già impiegati negli stabilimenti di Marsciano (PG) delle società Clam e Presystem.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare degli onorevoli Ciprini e altri, concernente le iniziative da intraprendere per il ricollocamento dei lavoratori già impiegati presso gli stabilimenti di Marsciano (Perugia) delle imprese Clam e Presystem srl, operanti nel settore del riscaldamento domestico.
  Al riguardo, è opportuno precisare, in via preliminare, che la Clam è una società cooperativa che produce e commercializza caminetti e stufe a pellet, con un organico di circa ottanta unità tra soci lavoratori e dipendenti; la Presystem srl è invece una società – partecipata al 100 per cento dalla Clam e da alcuni soci della medesima – che produce semilavorati e prodotti per il riscaldamento domestico, con un organico pari a circa quaranta unità lavorative.
  Nel corso degli anni 2010 e 2011, la Clam e la Presystem srl hanno subito una grave crisi che ha determinato una significativa riduzione dei volumi produttivi e, conseguentemente, del fatturato.
  In siffatto contesto, le due società hanno fatto ricorso allo strumento degli ammortizzatori sociali.
  In particolare, per quanto riguarda la Clam, il Ministero che rappresento ha approvato – con decreto direttoriale del 27 aprile 2015 – il programma di crisi aziendale presentato dalla società, autorizzando la corresponsione – per il periodo dal 2 febbraio 2015 al 1o febbraio 2016 – del trattamento di straordinario di integrazione salariale (CIGS) in favore di settantotto unità lavorative. Successivamente, a seguito della stipula di un contratto di solidarietà, il predetto Ministero, con decreto direttoriale del 6 maggio 2016, ha autorizzato – per il periodo dal 2 febbraio 2016 al 1o febbraio 2017 – il trattamento di CIGS in favore di venticinque lavoratori.
  Per quanto concerne invece la Presystem srl, il Ministero del lavoro ha approvato, con decreto direttoriale del 12 giugno 2015, il programma di crisi aziendale presentato dalla società, autorizzando – per il periodo dal 2 febbraio 2015 al 1o febbraio 2016 – il trattamento di CIGS in favore di trentuno unità lavorative.
  Tuttavia, lo scorso mese di gennaio – a fronte di una quasi totale mancanza di commesse e di un ingente debito nei confronti dei fornitori – i vertici aziendali hanno deciso di procedere al licenziamento dei dipendenti.
  Larga parte dei lavoratori di entrambe le società, ad oggi, beneficiano della Naspi e sono creditori del TFR, dell'indennità di mancato preavviso e di diversi stipendi arretrati.
  Rappresento inoltre che, allo stato, la Clam è in attesa del decreto di ammissione alla procedura di liquidazione coatta amministrativa mentre per la Presystem srl, ad oggi, non risulta avviata alcuna procedura di concordato preventivo in quanto sono in corso trattative per l'affitto dell'azienda ad un'altra impresa dal quale potrebbe conseguire il reimpiego di parte delle maestranze.
  Da ultimo, con riferimento al quesito formulato dagli interroganti, faccio presente che la Regione Umbria – espressamente interpellata dal Ministero che rappresento Pag. 160in considerazione della rilevanza meramente locale della vicenda in esame – ha manifestato la disponibilità a supportare il percorso di ricollocazione dei lavoratori della Clam e della Presystem srl attraverso: l'intervento dell'Unità Tecnica Regionale per le crisi d'impresa, il ricorso agli strumenti di politica attiva del lavoro e il supporto alla creazione d'impresa.
  In ogni caso, il Ministero che rappresento continuerà a monitorare la situazione e a seguirne l'evoluzione, tenuto anche conto degli strumenti di sostegno al reddito attivati.

Pag. 161

ALLEGATO 2

5-10960 Mauri: Condizioni di lavoro degli addetti alle attività di facchinaggio, montaggio e trasporto delle imprese che operano per il marchio Mondo Convenienza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Mauri passo ad illustrare le informazioni acquisite dal Ministero dell'interno e dagli uffici territoriali dell'ispettorato nazionale del lavoro.
  Nello scorso mese di febbraio, nei pressi dei magazzini Mondo Convenienza di Gorgonzola (Milano), si sono svolti dei presidi di protesta con picchettaggi da parte delle maestranze delle cooperative che effettuano attività di facchinaggio e montaggio mobili per conto della citata azienda. La protesta, messa in atto dai lavoratori iscritti alla Filt CGIL, è scaturita dall'annuncio del subentro di un nuovo appaltatore nell'ambito delle predette attività, nella quali sono impiegati circa ottanta lavoratori. I lavoratori ritengono, infatti, che con il cambio d'appalto non vengano rispettate le originarie previsioni contrattuali con un conseguente peggioramento delle condizioni lavorative.
  A tale proposito, lo scorso 28 febbraio, la Prefettura di Milano ha convocato un tavolo di confronto al quale sono state invitate le organizzazioni sindacali, la cooperativa Bird Logistic – subentrata dal 1o marzo alle cooperative Electra, Mo.tra., T.L.S. e Mediterranea – e la società Fiordaliso Mobili Srl titolare del marchio Mondo Convenienza. Non essendosi presentate a tale incontro né la cooperativa Bird Logistic né la Fiordaliso Mobili Srl, la Prefettura di Milano ha convocato un ulteriore incontro per il successivo 2 marzo. In tale occasione, nonostante il tentativo di mediazione da parte della Prefettura, le posizioni delle parti sono risultate inconciliabili e non si è, pertanto, raggiunto un accordo.
  Per quanto concerne le iniziative volte ad accertare le condizioni di lavoro dei lavoratori impiegati negli appalti con i mobilifici Mondo Convenienza, dislocati sull'intero territorio nazionale, faccio presente quanto segue. L'Ispettorato territoriale del lavoro di Roma ha reso noto di aver effettuato un primo accesso ispettivo presso la sede operativa di Civitavecchia della società cooperativa Bird Logistic; in tale occasione l'organo ispettivo ha acquisito le dichiarazioni dei lavoratori presenti – tutti dipendenti del Consorzio LO.DI. – Logistica Distributiva cui la Bird Logistic risulta essere consorziata – e ha richiesto alle società, inclusa la Bird Logistic, la documentazione necessaria per proseguire gli accertamenti.
  Da ultimo, faccio presente che altri Ispettorati territoriali del lavoro hanno comunicato l'intenzione di proseguire nel monitoraggio delle vicenda in parola anche al fine di realizzare gli accertamenti di competenza.

Pag. 162

ALLEGATO 3

5-11010 Berretta: Applicazione dell'esonero contributivo introdotto dalla legge di stabilità per il 2015 alle assunzioni da parte di università non statali legalmente riconosciute.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare degli onorevoli Berretta e Gnecchi inerente l'applicazione dell'esonero contributivo introdotto dalla legge di stabilità per il 2015 alle assunzioni da parte di università non statali legalmente riconosciute, con particolare riferimento al personale amministrativo.
  Come è noto, allo scopo di promuovere forme di occupazione stabile, l'articolo 1, commi da 118 a 124, della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015) ha introdotto l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro in relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato con decorrenza nel corso del 2015.
  Come già chiarito nelle circolari n. 17 e n. 178 del 2015 emanate dall'INPS, l'esonero contributivo in argomento può essere riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati, a prescindere dalla circostanza che assumano o meno natura di imprenditore.
  Hanno, inoltre, diritto all'accesso alla fruizione del suddetto esonero i soggetti giuridici, quali gli enti pubblici economici che, pur essendo organismi pubblici, svolgono in via principale o esclusiva un'attività economica ai sensi dell'articolo 2082 del codice civile, in regime di concorrenza con imprenditori privati. Inoltre, la fruizione dell'incentivo attiene anche ai datori di lavoro che, pur essendo tenuti all'assolvimento degli obblighi assicurativi verso le casse della Gestione Pubblici Dipendenti hanno natura di soggetto privato.
  Si ritiene, invece, che le università non statali legalmente riconosciute siano escluse dall'ambito di applicazione dell'esonero contributivo di cui all'articolo 1, commi da 118 a 124, della legge di stabilità per il 2015, in quanto, come riconosciuto dalla giurisprudenza sia amministrativa che di legittimità, hanno natura giuridica di enti pubblici non economici e, pertanto, rientrano tra le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, con la conseguenza che i rapporti di lavoro alle loro dipendenze sono assoggettati alla disciplina pubblicistica.
  Alla medesima conclusione si è pervenuti in relazione all'applicazione dell'obbligo contributivo afferente al Fondo di solidarietà residuale ai sensi dell'articolo 3, comma 19, della legge n. 92 del 2012, istituto anch'esso previsto solo per i datori di lavoro a natura giuridica privata. In questo caso, l'esito della valutazione, fondata sui medesimi presupposti giurisprudenziali sopra richiamati, ha comportato, per le citate istituzioni universitarie, l'esenzione dall'assoggettamento.

Pag. 163

ALLEGATO 4

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5, e Allegati).

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) e i relativi allegati;
   osservato che il Documento dà conto del miglioramento del contesto macroeconomico, evidenziando che il nostro Paese è entrato nel terzo anno di una ripresa che fa segnare risultati positivi, ancorché abbia un andamento più graduale rispetto a quelli registrati nei precedenti cicli economici, anche a causa della presenza di fattori di incertezza a livello internazionale e continentale, derivanti dall'attuale situazione geopolitica, con particolare riferimento alle conseguenze di medio termine dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e alle questioni poste dalla possibile adozione di politiche commerciali restrittive da parte della nuova amministrazione statunitense;
   considerato che, nell'ambito di tale contesto, il Documento, pur in presenza di aspettative positive delle imprese e delle famiglie, si attesta su una previsione di crescita tendenziale del prodotto interno lordo che, a fronte dello 0,9 per cento registrato nell'esercizio appena concluso, salirebbe all'1,1 per cento nell'anno in corso, per poi passare all'1 per cento nell'anno 2018 e risalire, in ciascuno degli anni 2019 e 2020, all'1,1 per cento;
   rilevato come, in tale quadro tendenziale, le politiche di bilancio perseguite dal Governo e delineate nel Documento in esame si muovano lungo una direttrice di sostanziale continuità con le scelte compiute negli esercizi appena trascorsi, a partire dal 2014, intendendo coniugare l'obiettivo dello stabile innalzamento della crescita economica e dell'occupazione, in particolare attraverso l'alleviamento del carico fiscale e il rilancio degli investimenti, con il perseguimento della stabilità delle finanze pubbliche e del consolidamento di bilancio;
   osservato che, sul piano programmatico, il Documento considera, in primo luogo, le misure di politica fiscale e controllo della spesa di imminente attuazione, che ridurranno l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in misura pari allo 0,2 per cento del prodotto interno lordo nel 2017 in termini strutturali, in particolare attraverso interventi volti, sul versante delle entrate, a recuperare base imponibile e ad accrescere la fedeltà fiscale nonché, sul versante delle uscite, attraverso misure di controllo della spesa che si concentreranno essenzialmente sugli stanziamenti di alcuni fondi previsti dalla legislazione vigente;
   segnalato, altresì, che, nell'impostazione della legge di bilancio per il 2018, l'Esecutivo intende disattivare le clausole di salvaguardia poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica, che prevedono un incremento delle aliquote IVA e delle accise, sostituendole con nuove misure sia sul lato delle entrate sia su quello della spesa, che comprenderanno ulteriori interventi di contrasto all'evasione fiscale e realizzeranno una revisione della spesa, che sarà agevolata anche dalla riforma delle procedure di formazione del bilancio;
   considerato che, sul piano macroeconomico, tali scelte di politica di bilancio si Pag. 164traducono in una previsione programmatica della crescita pari a quella tendenziale nell'anno 2018 e nell'anno 2020, mentre nell'anno 2019 la crescita sarebbe pari all'1 per cento, contro l'1,1 per cento previsto nell'ambito del quadro tendenziale;
   evidenziato che il Documento sottolinea che la fase di moderata ripresa vissuta dall'economia italiana è caratterizzata da un elevato contenuto occupazionale, essendosi registrato un incremento degli occupati di circa 734 mila unità rispetto al punto minimo toccato nel settembre 2013, con una riduzione del numero dei soggetti inattivi e del tasso di disoccupazione;
   osservato che, per quanto attiene agli esercizi futuri, il Documento prevede che, sul piano tendenziale, il tasso di disoccupazione si riduca costantemente e progressivamente nel corso del periodo di riferimento, passando dall'11,7 per cento dell'anno appena concluso all'11,5 per cento nel 2017, all'11,2 per cento nel 2018, al 10,8 per cento nel 2019 e al 10,2 per cento nel 2020;
   rilevato che, sul piano programmatico, si prevede un andamento leggermente migliore a decorrere dal secondo anno del periodo di programmazione, stimandosi un tasso di disoccupazione pari all'11,1 per cento nel 2018, al 10,5 per cento nel 2019 e al 10 per cento nel 2020, anche per effetto della prospettata riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;
   segnalato che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni e quelli attesi nei prossimi esercizi finanziari, il tasso di disoccupazione si manterrà, anche al termine del periodo di previsione, ad un livello ancora sensibilmente più elevato rispetto a quello registrato nel 2008, quando il tasso era pari al 6,7 per cento, a testimonianza delle difficoltà incontrate dal nostro sistema produttivo nel recuperare appieno le negative conseguenze sull'occupazione della recente crisi economica e finanziaria;
   considerato che, anche per quanto attiene al tasso di occupazione dei soggetti tra i 15 e i 64 anni, il quadro tendenziale registra un costante miglioramento, verificandosi una crescita dal 57,2 per cento del 2016 al 57,9 per cento nell'anno in corso, crescita che proseguirà fino al 58,3 per cento nel 2018, al 58,8 per cento nel 2019 e al 59,5 per cento nel 2020, con dati che fanno segnare un progresso anche rispetto ai precedenti documenti programmatici e che, al termine del periodo di programmazione, dovrebbero portare ad un sostanziale allineamento con la situazione anteriore alla crisi;
   osservato che i dati sull'andamento del tasso di occupazione rendono evidente l'esigenza per il nostro Paese di compiere ulteriori sforzi per promuovere il consolidamento della crescita dell'occupazione, in linea con gli obiettivi assunti nell'ambito della Strategia Europa 2020, che prevedono per l'Italia il raggiungimento di un tasso di occupazione, per la popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni, pari al 67-69 per cento;
   evidenziato che, nonostante alcuni positivi progressi, permangono significative criticità con riferimento all'occupazione delle fasce più giovani della popolazione nonché alla presenza femminile nel mondo del lavoro, registrandosi nei dati più recenti rilasciati dall'ISTAT un tasso di disoccupazione del 35,2 per cento nella fascia tra i 15 e i 24 anni di età e del 18,3 per cento nella fascia tra i 25 e i 34 anni di età, nonché tassi di inattività e di disoccupazione, nell'ambito della popolazione femminile, significativamente più elevati di quelli che si riscontrano per la popolazione maschile;
   rilevato che, nell'ambito degli interventi previsti nel quadro del Programma nazionale di riforma, si segnala che sarà cruciale il taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori, precisandosi che il Governo intende dare continuità alla riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese e Pag. 165proseguire con il taglio dei contributi sociali iniziando dalle fasce più deboli (giovani e donne);
   osservato, in particolare, che nella relazione per paese relativa all'Italia per l'anno 2017, comprensiva dell'esame approfondito sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici, elaborata dai Servizi della Commissione europea, si evidenzia che il potenziale di partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane in gran parte sottoutilizzato, con ciò determinandosi un costo economico notevole, considerato anche che le donne hanno livelli di istruzione relativamente superiori a quelli degli uomini e che, secondo le stime disponibili, un aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro fino al livello degli uomini porterebbe ad un innalzamento del 15 per cento del prodotto interno lordo del nostro Paese;
   richiamata l'osservazione contenuta nel parere espresso da questa Commissione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), nella quale si segnalava l'opportunità di individuare, nell'ambito degli interventi volti a ridurre il carico contributivo, indicati nello scenario programmatico, misure permanenti di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, promuovendo in particolare l'applicazione in via strutturale di sgravi contributivi selettivi per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche attraverso una loro rimodulazione atta a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e di qualità, specialmente per le donne e nelle regioni del Mezzogiorno;
   rilevato che, con riferimento alla promozione dell'occupazione femminile, nello schema di Programma nazionale di riforma si prefigura l'adozione, entro l'anno in corso, di misure di sostegno alla famiglia con forme di premialità progressive rispetto al numero dei figli, nonché di interventi mirati sui redditi familiari più bassi per rendere più vantaggioso il lavoro del secondo percettore di reddito e di opportuni sostegni al welfare familiare e assistenziale e all'autoimprenditorialità;
   sottolineato che nella richiamata relazione per paese relativa all'Italia, elaborata dai Servizi della Commissione europea, si evidenzia come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia strettamente dipendente dai costi dei servizi per l'infanzia, particolarmente per le donne sposate e con un livello d'istruzione più basso, osservando che la disponibilità di servizi di assistenza abbordabili per i bambini e per gli anziani contribuisce ad accrescere l'occupazione femminile in misura maggiore rispetto all'erogazione di prestazioni in denaro;
   evidenziato che nei servizi di assistenza per bambini e anziani, nelle scuole per l'infanzia e nelle scuole elementari sono normalmente occupate più donne che uomini e che il potenziamento degli orari del tempo pieno e tempo prolungato nelle scuole comporterebbe maggiore occupazione femminile e che, pertanto, l'investimento in tali settori implicherebbe naturalmente anche un aumento dell'occupazione femminile, con benefici effetti sulla dinamica economica e sui livelli di contribuzione;
   viste le proposte contenute nel documento elaborato dal CNEL sulla rimozione dei divari di genere nelle imprese e nel lavoro;
   considerato che, nell'ambito delle indicazioni relative alla strategia di riforma, contenute nella III sezione del Documento, si evidenzia come, a seguito delle riforme adottate nell'ambito del cosiddetto Jobs Act, si renda in questa fase necessario rafforzare le politiche attive del lavoro, con un approccio che tenda ad attribuire al lavoratore interessato un ruolo attivo nella propria ricollocazione o nella ricerca di una occupazione, valutando anche i primi risultati della sperimentazione relativa all'assegno di ricollocazione;
   ricordato, a tale riguardo, che, nell'ambito della raccomandazione del Consiglio Pag. 166del 12 luglio 2016 sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia (2016/C 299/01), si invita il nostro Paese ad attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l'efficienza dei servizi per l'impiego;
   segnalata l'opportunità di sostenere il rafforzamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro, istituito in attuazione del decreto legislativo n. 149 del 2015, al fine di garantire il più efficace svolgimento delle sue funzioni di vigilanza in materia di lavoro, contribuzione, assicurazione obbligatoria e di legislazione sociale,
   ricordato che anche nella risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa (2013/2112(INI)) si afferma il ruolo cruciale delle ispezioni sul lavoro nella prevenzione e nel controllo e il loro contributo positivo per il miglioramento delle informazioni e delle competenze all'interno dell'azienda, invitando gli Stati membri ad accrescere le risorse umane e finanziarie per le ispezioni sul lavoro e a raggiungere l'obiettivo di un ispettore ogni 10.000 lavoratori, conformemente alle raccomandazioni dell'OIL;
   rilevato che nella prima sezione del Documento è stata inserita, in via sperimentale, una analisi di indicatori di benessere equo e sostenibile, in vista della piena applicazione delle disposizioni introdotte a questo riguardo nella legge di contabilità e finanza pubblica da parte della legge n. 163 del 2016;
   ritenuto che tali indicatori, che in via provvisoria sono individuati nel reddito medio disponibile, in un indice di disuguaglianza, nel tasso di mancata partecipazione al lavoro e nelle emissioni di CO2 e di altri gas alteranti, potranno costituire un importante parametro per integrare le valutazioni sulle politiche pubbliche, anche in relazione agli obiettivi fissati dalle strategie di sviluppo previste a livello europeo;
   osservato che, per quanto concerne il settore previdenziale, il Documento richiama gli interventi realizzati con la legge di bilancio per il 2017, volti a rendere più equo e flessibile il sistema derivante dalla manovra economica del 2011, nonché, sul piano programmatico, indica come obiettivi l'attuazione delle misure già adottate, nonché ulteriori interventi tesi al rafforzamento dei percorsi contributivi dei lavoratori discontinui e al potenziamento del secondo pilastro previdenziale;
   considerato, su un piano generale, che, nelle consuete analisi relative all'impatto dell'invecchiamento della popolazione sulla sostenibilità della finanza pubblica nel lungo periodo e alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano, contenute nelle prime due sezioni del Documento, si dà conto dell'andamento complessivo della spesa pensionistica, evidenziandosi, in particolare, che l'effetto del processo di riforma attuato a partire dal 2004 porterà l'età media del pensionamento a circa 64 anni nel 2020, a 67 anni nel 2040 e a circa 68 anni nel 2050, con una riduzione cumulata dell'incidenza della spesa previdenziale pari a circa 60 punti percentuali del prodotto interno lordo fino al 2050, dei quali circa un terzo sarebbe riferibile agli interventi previsti nel decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
   rilevato che, come già evidenziato in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2016, occorre considerare, anche ai fini di una adeguata comparazione a livello internazionale, che i dati relativi all'incidenza della spesa previdenziale sul prodotto interno lordo, che nel suo momento di massima espansione, tra il 2035 e il 2040, raggiungerebbe il 15,9 per cento, sono comprensivi delle imposte dovute su tali redditi, che nel nostro Paese sono più gravose che in altri Stati e ammontano complessivamente a oltre 40 miliardi di euro;
   osservato come la sostanziale stabilità del sistema previdenziale abbia consentito Pag. 167di adottare nell'ambito della legge di bilancio per il 2017 alcuni interventi correttivi, volti in particolare ad aumentare i trattamenti pensionistici di importo più contenuto e a facilitare, per specifiche categorie di lavoratori, l'accesso al pensionamento con requisiti più favorevoli rispetto a quelli previsti in via generale, senza tuttavia modificare l'impianto del sistema risultante a seguito degli interventi adottati dal decreto-legge n. 201 del 2011;
   ritenuto che, anche alla luce del monitoraggio delle misure previste dalla legge di bilancio per il 2017, si renda necessario proseguire nel dialogo con le parti sociali, tenendo conto degli indirizzi contenuti nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo, CGIL, CISL e UIL, a seguito di una lunga e approfondita discussione sulle problematiche aperte in campo previdenziale;
   rilevato che, nel quadro dell'attuazione dell'obiettivo n. 8 «Contrasto alla povertà» della Strategia Europa 2020, il quale richiede, entro il 2020, di sottrarre a livello nazionale 2.200.000 persone da condizioni di povertà o deprivazione, nonché della raccomandazione specifica per il nostro Paese, relativa all'adozione e attuazione di una strategia nazionale di lotta contro la povertà e alla razionalizzazione della spesa sociale, assuma valore prioritario la celere attuazione delle deleghe di cui alla legge 15 marzo 2017, n. 33;
   evidenziato che, per quanto riguarda il lavoro pubblico, nel Documento si evidenza che il completamento e l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione entro l'anno in corso rappresentano un obiettivo chiave del Governo, poiché da essa dipendono un migliore ambiente imprenditoriale, maggiori investimenti e la crescita della produttività;
   considerato che un elemento cruciale per il successo del processo di riforma intrapreso con l'adozione della legge 7 agosto 2015, n. 124, è costituito dalla valorizzazione delle risorse umane che prestano servizio presso le pubbliche amministrazioni, che dovrà realizzarsi attraverso un insieme coordinato di interventi sull'organizzazione delle amministrazioni, sulle modalità di reclutamento, sulla disciplina dei rapporti di lavoro, sulle relazioni sindacali e sui trattamenti economici;
   rilevato che il Documento indica che nel 2016 la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è tornata a crescere, dell'1,3 per cento rispetto all'anno precedente, dopo le riduzioni dello 0,9 e dello 0,8 per cento registrate, rispettivamente, nel 2015 e nel 2014, essenzialmente per effetto dei provvedimenti relativi alla cosiddetta «Buona scuola» e ai contributi straordinari erogati, sulla base della legge di stabilità 2016, al personale dei comparti sicurezza e difesa e dei Vigili del fuoco;
   evidenziato, tuttavia, che l'incidenza della spesa per prestazioni di lavoro pubblico nel medesimo anno 2016 cala al 9,8 per cento del prodotto interno lordo, a fronte del 10,9 per cento registrato nel 2009, per l'effetto congiunto dei provvedimenti volti a contenere le retribuzioni e a limitare il turnover nelle pubbliche amministrazioni;
   rilevato che gli interventi previsti nell'ambito della legge di bilancio per il 2017, che prevedono, tra l'altro, lo stanziamento di ulteriori risorse per il rinnovo contrattuale del personale del pubblico impiego per il triennio 2016-2018, contribuiranno nel 2017 all'incremento della spesa per redditi da lavoro dipendente delle pubbliche amministrazioni, valutato in circa 2,6 miliardi di euro rispetto all'anno 2016;
   considerato che il 30 novembre 2016 Governo e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo nel quale, per la parte economica, si garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea con quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e, comunque, non inferiori a 85 euro mensili medi;Pag. 168
   segnalato che, nell'ambito delle previsioni di spesa a politiche invariate, il Documento ricorda l'accordo sottoscritto da Governo e parti sociali in materia di relazioni sindacali nel settore pubblico, riforma della pubblica amministrazione e rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   con riferimento agli interventi concernenti la riduzione del cuneo fiscale e l'alleggerimento del costo del lavoro indicati nell'ambito del Programma nazionale di riforma, si rappresenti l'esigenza di introdurre una diminuzione strutturale del carico contributivo, senza incidere sull'adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche, eventualmente attraverso sgravi di carattere selettivo per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, volti a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e di qualità, specialmente per i giovani e le donne;
   si richiami l'esigenza di promuovere interventi volti a rafforzare la presenza femminile nel mondo del lavoro, proseguendo nell'introduzione di misure volte a favorire la condivisione dei carichi familiari e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nonché ampliando e rafforzando l'offerta di servizi di assistenza all'infanzia e alla famiglia;
   al fine di completare l'architettura delle riforme realizzate in attuazione della delega di cui alla legge n. 183 del 2014, assicurando un effettivo rafforzamento delle tutele nell'ambito del mercato del lavoro, che agevoli l'inserimento o il reinserimento lavorativo, si raccomandi l'esigenza, in linea con le indicazioni di carattere programmatico contenute nella terza sezione del Documento, di perseguire un rafforzamento delle politiche attive del lavoro, portando a compimento l'attuazione del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, con interventi volti:
    a) ad adottare misure tese ad accelerare il pieno funzionamento dell'ANPAL per garantire il diritto alla riqualificazione e all'avviamento a un percorso finalizzato alla ricollocazione lavorativa, anche attraverso interventi specificamente dedicati alle ristrutturazioni delle imprese e ai piani di reindustrializzazione;
    b) a promuovere, anche in relazione allo sviluppo del Piano Industria 4.0, iniziative volte a sostenere specifici percorsi formativi tesi a rafforzare e diffondere le competenze richieste dall'evoluzione tecnologica dei sistemi produttivi e a favorire la riqualificazione dei lavoratori addetti ad attività esposte al rischio di sostituzione od obsolescenza a causa delle innovazioni tecnologiche;
    c) a rafforzare, in raccordo con le regioni, il coordinamento tra le politiche attive svolte sul territorio attraverso i centri per l'impiego e le politiche di sostegno del reddito dei disoccupati e delle persone in difficoltà economica, al fine di realizzare il principio di condizionalità, che è alla base dell'efficacia e dell'efficienza degli interventi nel campo del welfare indirizzato al mondo del lavoro;
    d) a promuovere, nel rispetto delle compatibilità finanziarie, un incremento delle risorse destinate al fondo per le politiche attive del lavoro, con l'obiettivo di incrementare l'offerta di tali politiche e di renderla coerente con la platea potenziale dei beneficiari;
    e) ad adottare opportune iniziative per potenziare i servizi offerti dai centri per l'impiego, anche mediante l'utilizzo, ove possibile, dei fondi strutturali europei e la valorizzazione della professionalità maturata dal personale attualmente in servizio presso i medesimi centri;
   si segnali l'opportunità di procedere celermente, in linea con le indicazioni contenute nel Documento, all'adozione dei provvedimenti attuativi della delega di Pag. 169cui alla legge 15 marzo 2017, n. 33, in materia di contrasto della povertà, di riordino delle prestazioni e del sistema degli interventi e dei servizi sociali, valutando, in questo contesto, la possibilità di definire un percorso per il progressivo adeguamento delle risorse destinate nei prossimi anni alla misura nazionale di contrasto della povertà, al fine di realizzare gli obiettivi del graduale incremento del beneficio e della graduale estensione dei beneficiari, indicati dall'articolo 1, comma 2, lettera d), della richiamata legge n. 33 del 2017;
   si richiami l'esigenza di proseguire nel monitoraggio degli effetti delle riforme in materia di mercato del lavoro e di ammortizzatori sociali realizzate in attuazione delle deleghe di cui alla legge n. 183 del 2014, in linea con quanto previsto dall'articolo 1, comma 13, della medesima legge, anche al fine di valutare integrazioni della disciplina vigente in materia di ammortizzatori sociali che, a seguito del superamento dell'indennità di mobilità e del progressivo esaurimento degli ammortizzatori sociali in deroga, consentano di assicurare una più ampia tutela dei lavoratori coinvolti in specifiche situazioni di crisi aziendale;
   con riferimento alla materia previdenziale, si segnali l'esigenza di:
    a) completare rapidamente l'adozione della normativa necessaria a dare attuazione alle disposizioni introdotte con la legge di bilancio 2017 e assicurare il monitoraggio dei loro effetti, anche al fine di dare conto dei risultati delle misure di carattere sperimentale, in linea con quanto previsto dall'articolo 1, comma 193, della medesima legge di bilancio, e di valutare le conseguenti iniziative in ordine alla loro eventuale prosecuzione;
    b) proseguire il confronto con le parti sociali al fine di definire ulteriori misure volte a rendere più equa e flessibile la disciplina vigente in materia pensionistica con interventi che, nell'ambito del sistema di calcolo contributivo e nel rispetto della sostenibilità finanziaria della spesa previdenziale, siano tesi, in particolare, a garantire l'adeguatezza dei trattamenti pensionistici dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui, a riconoscere e valorizzare, a fini pensionistici, il lavoro di cura e ad introdurre elementi di flessibilità nell'accesso alle prestazioni pensionistiche, anche tenendo conto degli esiti del confronto su queste tematiche, sintetizzati nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo, CGIL, CISL e UIL;
    c) promuovere la diffusione della previdenza complementare, rafforzando il secondo pilastro del sistema pensionistico, anche attraverso interventi sulla relativa disciplina fiscale;
   con riferimento alla materia del pubblico impiego, si rappresenti l'esigenza di:
    a) procedere nella direzione di un progressivo superamento delle limitazioni al turnover, che tenga conto degli effettivi fabbisogni organici delle diverse amministrazioni pubbliche, nonché di una razionalizzazione dei vincoli previsti per la spesa di personale anche per quanto riguarda gli enti territoriali,
    b) dare seguito agli impegni assunti nell'accordo raggiunto da Governo e organizzazioni sindacali il 30 novembre 2016, con particolare riferimento all'individuazione delle risorse necessarie a definire gli incrementi retributivi previsti nel medesimo accordo, richiamato nel Documento in esame nell'ambito dell'indicazione delle previsioni di spesa a politiche invariate.

Pag. 170

ALLEGATO 5

Disposizioni in materia di modalità di pagamento delle retribuzioni ai lavoratori. C. 1041 Di Salvo.

EMENDAMENTI APPROVATI

ART. 2.

  Sopprimerlo.

  Conseguentemente, all'articolo 5, sopprimere i commi 2 e 3.
  2. 7. La Relatrice.

ART. 3.

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  3. 2. La Relatrice.

ART. 4.

  Al comma 1, dopo le parole: ai rapporti di lavoro aggiungere le seguenti: instaurati con le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, a quelli
  4. 2. La Relatrice.