CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 marzo 2017
794.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10983 Franco Bordo: Adozione di un criterio unico di fatturazione e rinnovo delle offerte per la telefonia fissa e mobile.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, evidenzio preliminarmente che, sulla questione, come noto, è intervenuta l'Agcom la quale ha adottato, in data 15 marzo 2017, la delibera n. 121/17/CONS (Modifiche alla delibera n. 252/16/CONS recante «Misure a tutela degli utenti per favorire la trasparenza e la comparazione delle condizioni economiche dell'offerta dei servizi di comunicazione elettronica»).
  L'Autorità ha stabilito (Articolo 3, comma 10, della delibera n. 252/16/CONS) che «Per la telefonia fissa la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione deve essere su base mensile... per la telefonia mobile la cadenza non può essere inferiore a quattro settimane. In caso di offerte convergenti con la telefonia fissa, prevale la cadenza relativa a quest'ultima». Al fine di dare esecuzione alla anzidetta delibera, la stessa Autorità ha previsto che gli operatori potranno adeguarsi alle nuove regole (di cui al suddetto articolo), sul periodo di fatturazione, entro novanta giorni dalla pubblicazione della stessa, «adottando tutte le misure tecniche e giuridiche per conformarsi alle disposizioni ivi contenute».
  Per quanto disposto nella delibera in argomento, si presume che non sia possibile introdurre un criterio unico di fatturazione, sia per le linee fisse che mobili a carattere mensile e non a 28 giorni, riferisce infatti l'Agcom «Tenuto conto delle differenze in termini di trasparenza e controllo della spesa da parte dell'utenza tra il settore della telefonia mobile (in cui la maggior parte del traffico è prepagato) e quello della telefonia fissa (contratti in abbonamento e costi post-pagati)».
  L'Autorità ha dunque individuato nel mese il periodo temporale minimo per consentire all'utente di avere una corretta e trasparente informazione sui consumi fatturati e un tempo di invarianza nel rinnovo del prezzo offerto dagli operatori.
  Considerate, peraltro, le caratteristiche specifiche del mercato di telefonia fissa, in cui anche per i servizi all'ingrosso vale la regola mensile, secondo l'Autorità una imputazione dei costi dei servizi fatturati agli utenti su un periodo diverso da quello mensile riduce le condizioni di trasparenza e corretta informazione per gli utenti, determinando un notevole impatto non solo in fase precontrattuale, ma anche sul controllo della spesa dovuta in fase di esecuzione del contratto.
  Per quanto riguarda invece la telefonia mobile, la stessa Autorità ha previsto che la cadenza non possa essere inferiore ai 28 giorni, ritenendo dunque necessario individuare una frequenza minima di fatturazione al fine di garantire, anche in questo caso, trasparenza e periodo minimo di invarianza delle condizioni economiche dell'offerta.
  Il Governo apprezza l'evoluzione della regolazione AGCOM nella materia in esame che, nell'esercitare, in piena autonomia, la propria attività di vigilanza, ha inteso aumentare il livello di trasparenza e comparabilità delle comunicazioni rivolte al pubblico, a tutela dei consumatori.
  Al contempo, il Governo reputa che l'omogeneità delle condizioni contrattuali Pag. 78nel settore della telefonia fissa e mobile, cui si riferisce la presente interrogazione, possa essere oggetto di ulteriore riflessione. Al riguardo, va evidenziato che, in sede legislativa, proprio gli aspetti relativi alla necessità di garantire massima trasparenza contrattuale, in tutti i settori dell'economia, compreso quelle delle telecomunicazioni, rappresenta uno degli elementi di maggiore rilevanza del disegno di legge sulla concorrenza, in corso di approvazione.

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ALLEGATO 2

5-10984 Catalano: Disservizi nella consegna della posta nella provincia di Varese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo alla question time formulata dagli onorevoli interroganti, facendo presente, in via preliminare, che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Spetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, lettera c) e lettera e) del decreto legislativo n. 261 del 1999, rispettivamente la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» e lo «svolgimento, anche attraverso soggetti terzi, dell'attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto di standard di qualità del servizio postale universale».
  Con particolare riferimento alle modalità di consegna, il nuovo modello di recapito a giorni alterni (previsto dal decreto legislativo n. 261 del 1999 di derivazione comunitaria) è stato autorizzato dall'AGCOM con Delibera 395/15/CONS e prevede la sua graduale implementazione, articolata in tre fasi successive, in quei comuni in cui ricorrano particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica.
  A partire dal mese di febbraio 2018, termine di attuazione di tale modello di consegna, l'AGCOM, in base alle criticità riscontrate e alla coerenza dei risultati raggiunti con il Piano industriale aziendale, ha la facoltà di valutare la sussistenza delle condizioni per prorogarne l'autorizzazione.
  Il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5, comma 5, del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenuto Pag. 80conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
  In particolare, Poste dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro l'inizio di ogni anno di riferimento.
  Nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, Poste dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
  Al fine di seguire direttamente il nuovo processo di interazione tra gli enti locali e Poste Italiane, il Ministero ha inviato, nel corso del 2016, una lettera a tutti i Presidenti delle Regioni italiane, cui è demandato il compito di promuovere le suddette iniziative, invitando ad attivarsi, con sollecitudine, affinché siano tutelati i diritti dei cittadini soprattutto nelle zone maggiormente svantaggiate.
  Il Ministero dello sviluppo economico continuerà a prestare la massima attenzione alla concertazione con i rappresentanti degli enti locali, nell'ambito delle problematiche in discussione.
  In ordine alle specifiche criticità riscontrate nella provincia di Varese, la società Poste Italiane, ha riferito che la citata provincia, dal mese di agosto 2016, è stata interessata dal Piano di recapito a giorni alterni, con un coinvolgimento di 17 comuni su un totale di 139. La società ha riconosciuto che, effettivamente, si sono riscontrate difficoltà.
  Le stesse risultano riconducibili sia all'incremento del flusso di corrispondenza nel periodo natalizio sia a particolari avversità di condizioni meteorologiche nonché al flusso «massivo», correlato alla fiscalità locale, avvenuto spesso a ridosso delle scadenze di pagamento.
  Poste Italiane ha inoltre rappresentato che ai fini dell'organizzazione e della gestione delle attività di recapito, particolare influenza rivestono anche le caratteristiche orografiche della stessa provincia di Varese.
  A ciò si aggiungono carenze nella toponomastica, soprattutto nei comuni più piccoli, ove sono numerosi i casi di numerazione civica non aggiornata e di assenza di cassette postali domiciliari.
  La società ha tuttavia rilevato che già dallo scorso gennaio 2017 tali criticità sono state gradualmente superate e attualmente la consegna della corrispondenza si svolge senza particolari difficoltà, anche nelle aree logisticamente più disagiate.
  Sentita in merito l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la stessa ha evidenziato che la seconda fase del modello di recapito a giorni alterni è stata implementata nella regione Lombardia a partire dal mese di aprile 2016, interessando complessivamente otto province, tra cui quella di cui in argomento, per un totale di 386 comuni. Sinora, tuttavia, alla medesima Autorità è pervenuto un numero assai limitato di segnalazioni debitamente documentate, tra le quali alcune riguardanti la regione Lombardia ma non la provincia di Varese oggetto del quesito.
  L'AGCOM, infine, ha comunicato che per verificare il buon andamento del nuovo modello di recapito ha inserito nell'ambito della propria attività di monitoraggio, uno specifico focus sul recapito a giorni alterni. Tale attività è stata affidata ad un organismo specializzato e indipendente, precisando che a decorrere dalla stipula del nuovo contratto con il citato organismo, potrà accedere in tempo reale agli esiti delle rilevazioni che verranno effettuate.

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ALLEGATO 3

5-10985 Paolo Nicolò Romano: Reale livello di copertura in banda ultralarga delle unità immobiliari in Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento agli argomenti posti dagli onorevoli interroganti nel Question Time in discussione, rappresento quanto segue.
  Sottolineo, preliminarmente, che la piena realizzazione dell'Agenda digitale europea costituisce un progetto strategico di primario rilievo del Governo e del Ministero dello sviluppo economico. Ed infatti, con la Strategia italiana per la banda ultra larga, richiamata dagli Interroganti, il Governo ha definito un robusto piano complessivo teso a favorire la diffusione delle infrastrutture in banda ultra larga nel territorio nazionale, al fine di colmare il significativo divario digitale del Paese.
  Con riguardo al quesito posto dagli Interroganti, va osservato che il livello di copertura infrastrutturale in banda ultra larga del territorio nazionale rappresenta un dato in continua evoluzione, la cui dinamica dipende dalle scelte di investimento che periodicamente sono effettuate sia dal pubblico che dagli operatori privati.
  Proprio al fine di cogliere detta evoluzione, al fine di stabilire i necessari interventi pubblici da adottare, il Governo procede, in coerenza con la normativa europea alla mappatura periodica particolareggiata e all'analisi della copertura infrastrutturale, mediante un procedimento di consultazione pubblica trasparente, aperto alla partecipazione di tutti gli stakeholders.
  A seguito dell'attività di mappatura conclusa nel giugno 2016 – affidata dal Ministero dello sviluppo economico alla propria società in house, Infratel Italia – cui hanno effettivamente partecipato tutti gli stakeholders, compreso l'incumbent, sono state individuate le aree prive di infrastrutture idonee a consentire servizi di connettività ad una velocità pari o superiore a 30 Mbps o a 100 Mbps, le cosiddette aree bianche.
  In tali aree si sta incentrando l'intervento pubblico a sostegno della realizzazione delle infrastrutture in banda ultra larga, autorizzato dalla Commissione europea e sono attualmente in corso le procedure di selezione del soggetto concessionario cui sarà affidata la costruzione e gestione di tali infrastrutture.
  Solo a conclusione delle procedure di gara sarà, pertanto possibile individuare con precisione tutti i numeri civici delle abitazioni che saranno connesse dalla nuova rete con velocità pari o superiore a 30 Mbps o a 100 Mbps.
  Quanto alle aree che, in esito alla attività di mappatura conclusasi nel giugno 2016, erano già risultate coperte da uno o più infrastrutture con velocità di connessione pari o superiore a 30 Mbps o a 100 Mbps, cosiddette aree grigie e nere, è in corso l'attività di aggiornamento di tale mappatura. A partire dal 1o marzo scorso, è stata infatti aperta la consultazione pubblica volta ad aggiornare la mappatura e l'analisi della copertura, mediante i dati ed informazioni per ciascun numero civico presente nelle attuali aree grigie e nere, che saranno forniti dagli operatori partecipanti alla consultazione entro il prossimo 28 aprile.
  A conclusione della procedura di consultazione, saranno quindi disponibili i dati aggiornati della copertura delle aree grigie e nere del territorio nazionale, che saranno pubblicati sul sito del Governo dedicato alle infrastrutture in banda ultra larga.