CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 marzo 2017
792.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10921 Galgano: Prospettive produttive delle centrali Enel di Bastardo, Genova e Chivasso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è ricordato dall'interrogante, la richiesta dell'Enel di cessazione dell'attività produttiva per la centrale in oggetto non è stata accolta da questo Ministero, in quanto Terna ha compreso l'impianto di Gualdo Cattaneo tra quelli da mantenere ancora disponibili in caso di emergenza, fino alla conclusione della situazione di potenziale fabbisogno nel periodo invernale, a causa della temporanea indisponibilità di parte delle centrali nucleari francesi.
  In considerazione del superamento del periodo invernale e delle previsioni favorevoli dei piani di produzione nucleare francese, il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiesto a Terna di effettuare una seconda valutazione sulla messa fuori servizio dell'impianto di Gualdo Cattaneo, considerando, questa volta, anche l'adeguatezza per il prossimo periodo estivo (giugno-settembre 2017) e le eventuali iniziative necessarie a contenere possibili criticità per l'esercizio in sicurezza del sistema. Lo scenario della prossima estate, infatti, è caratterizzato da una situazione di scarsità di risorsa idrica che, unito alle tipicità meteorologiche del periodo e all'aumento dei consumi, richiede una particolare attenzione. Nel caso dei tre impianti coinvolti dalla criticità invernale (Genova 6, Sarmato e Gualdo Cattaneo), la valutazione terrà conto della reale disponibilità degli impianti e del loro concreto contributo in caso di necessità, oltre che delle alternative possibili.
  Per rispondere quindi alla prima domanda, si conferma che sono in corso di definizione analisi e misure per rafforzare i margini di riserva del sistema elettrico per il prossimo periodo estivo che, come per il periodo invernale, possono comprendere anche il mantenimento in disponibilità di alcuni impianti.
  Per quanto riguarda le centrali citate dall'On. interrogante come di proprietà ENEL, si precisa che gli impianti di Genova e di Bastardo appartengono effettivamente all'ENEL mentre la centrale di Chivasso è della società A2A gencogas e non è stata oggetto di alcuna istanza di messa fuori servizio.
  Relativamente alla seconda domanda, Enel ha da tempo inserito la centrale di Bastardo tra gli impianti da dismettere, in quanto meno efficienti o non più produttivi; dunque, al netto delle misure adottate e adottabili dal Ministero a tutela della sicurezza connesse a specifiche situazioni, la prospettiva finale del sito non sembra attualmente quella del riavvio della produzione elettrica, ma della riqualificazione per altre destinazioni.

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ALLEGATO 2

5-10922 Benamati: Stato delle trattative per la vendita dello stabilimento Alcoa di Portovesme.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla richiesta degli onorevoli Benamati e Cani, preciso che l'interlocuzione con il mercato che Invitalia sta svolgendo in stretto coordinamento con il Ministero dello Sviluppo Economico intesa all'individuazione di potenziali acquirenti per lo stabilimento Alcoa di Portovesme, inattivo dal 2012, sta procedendo con l'approfondimento delle manifestazioni di interesse pervenute formalmente.
  I soggetti che hanno manifestato interesse stanno svolgendo le loro valutazioni economiche in merito al possibile investimento, mediante l'attività di due diligence.
  Ove intendessero proseguire, l'interesse dovrà essere formalizzato non solo con un'offerta vincolante ma anche attraverso la presentazione di un Piano Industriale che consenta di valutare, nel dettaglio, la concretezza delle prospettive di riavvio dello smelter e l'impatto complessivo sui livelli occupazionali, sulla composizione professionale degli addetti e sui potenziali tempi di riassorbimento della forza lavoro complessiva.
  Riferisco, altresì, che delle manifestazioni di interesse pervenute sino ad oggi, si annovera la società SiderAlloys che ha formulato una offerta vincolata e dalla quale siamo in attesa di ricevere il Piano Industriale. Tale Piano dovrà dare evidenza oltre che dei profili relativi al tessuto occupazionale industriale anche della composizione degli investimenti necessari al riavvio dell'impianto e di quelli previsti per ridurre – ove possibile – il gap tecnologico rispetto ai moderni smelter europei e mondiali.
  Se dal Piano Industriale dovessero emergere elementi funzionali a favorire la ripartenza e la competitività futura dell'impianto ma che esulano dalle competenze del Ministero dello Sviluppo Economico, si procederà a sottoporre tali elementi al vaglio dei rispettivi tavoli di competenza attraverso i necessari dialoghi istituzionali.
  Realisticamente si può ipotizzare che lo stato di avanzamento sin qui delineato, possa concludersi entro alcune settimane a partire dal ricevimento del Piano Industriale, di cui sarà valutata la coerenza complessiva e la compatibilità di quanto proposto dal potenziale acquirente, per poi proseguire con incontri specifici di approfondimento anche su tavoli istituzionali diversi, propedeutici all'inizio di una trattativa effettiva per il riavvio dell'attività produttiva.
  Resta inteso che proseguono e proseguiranno, in parallelo, le attività relative alla valutazione delle altre manifestazioni di interesse pervenute e a quelle che è auspicabile ricevere nell'immediato futuro.
  Ciascun soggetto, sia esso fondo di investimento od operatore industriale, dovrà seguire il medesimo iter in piena trasparenza, eguaglianza di condizioni e rispetto delle pari opportunità.
  Concludo assicurando il massimo impegno da parte del Ministero dello Sviluppo Economico nel garantire una continua azione di monitoraggio e un elevato livello di attenzione sull'evolversi delle descritte vicende.

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ALLEGATO 3

5-10923 Polidori: Iniziative per la definizione di un nuovo accordo nazionale per gli agenti di assicurazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nell'atto in esame gli Onorevoli interroganti evidenziano, nell'ambito dei rapporti tra compagnie ed intermediari, il lungo periodo di mancato rinnovo dell'Accordo Nazionale Agenti di Assicurazione (ANA) superato recentemente dalla manifestata volontà dell'ANIA di riattivare il tavolo delle trattative negoziali in vista di un possibile aggiornamento del contratto collettivo in parola.
  Preliminarmente, vorrei evidenziare che la maggior parte dei temi sollevati, sebbene afferenti alle dinamiche del settore assicurativo, sono da ricondursi prevalentemente a rapporti di natura civilistica, suscettibili, eventualmente, di produrre effetti sul tenore concorrenziale dei mercati. Tali temi coinvolgono più direttamente i profili di competenza dell'Antitrust, in luogo di quelli attribuiti per legge all'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni.
  Al proposito l'Istituto di Vigilanza, nel rilevare che la questione del rinnovo dell'Accordo Nazionale Agenti (ANA), scaduto nel 2006, coinvolge da tempo interessi contrapposti delle associazioni degli agenti e dell'Associazione Nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA), ha evidenziato che il tema in oggetto si pone del tutto fuori della competenza dell'Autorità di settore.
  Con particolare riferimento al quesito posto dagli Onorevoli Interroganti, preme evidenziare che l'ANIA aveva manifestato disponibilità a confrontarsi con le Associazioni di categoria sul tema dell'Accordo Nazionale Agenti, come testimonia l'apertura di un tavolo di trattativa nel 2013.
  Il confronto con le Organizzazioni degli agenti fu interrotto per cause imputabili ad un successivo esposto presentato all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato da parte di una delle Associazioni agenziali firmatarie dell'Accordo 2003.
  Al riguardo, l'indagine dell'Antitrust, relativa ad alcune clausole presenti nei mandati agenziali e potenzialmente ritenute lesive del diritto della concorrenza, si concluse con l'adozione di precisi impegni, relativi anche ad alcuni istituti di primaria importanza dell'ANA 2003, da parte delle imprese coinvolte nell'istruttoria.
  Alla luce di quanto brevemente riportato, l'ANIA ha comunicato di essere tutt'ora impegnata nei doverosi approfondimenti giuridici finalizzati a verificare la legittimità ad aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni degli agenti circa il rinnovo dell'Accordo collettivo.
  All'esito di tali approfondimenti, l'Associazione sarà in grado di esprimere le proprie valutazioni.
  Infine, sui possibili ed ulteriori interventi di natura legislativa o regolamentare, diversi da quelli afferenti la contrattazione collettiva e connessi alla valorizzazione degli intermediari assicurativi nell'ambito di una rinnovata competitività sul mercato europeo delle assicurazioni, segnalo l'avvio dei lavori di recepimento della direttiva 2016/97 (cd. IDD) sulla distribuzione assicurativa, il cui termine è fissato al 23 febbraio 2018, in collaborazione con l'Istituto di vigilanza.
  Nell'ambito dei citati lavori, si è tenuto un primo ciclo di confronti tecnici con le rappresentanze associative di settore, volto ad acquisire gli elementi necessari alla definizione del decreto legislativo di recepimento e di riforma del Codice delle assicurazioni private, nel rispetto delle Pag. 112indicazioni comunitarie e nella consapevolezza delle esigenze degli operatori del settore coinvolti, portate tempestivamente al tavolo istituzionale e attualmente oggetto del vaglio tecnico da parte del Ministero dello sviluppo economico e dell'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS).
  In conclusione, ritengo opportuno evidenziare che il continuo e proficuo intervento delle Autorità preposte alla vigilanza sul settore conferma l'alto livello di attenzione che le stesse garantiscono alle problematiche segnalate, nonché – considerando il più ampio settore assicurativo – la rilevanza attribuita alla regolamentazione del settore medesimo, al fine di adeguare la normativa concorrenziale ai nuovi e più efficienti assetti richiesti dall'economia del Paese.

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ALLEGATO 4

5-10924 Ricciatti: Prospettive produttive e occupazionali dell'azienda Tecnowind di Fabriano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alle questioni evidenziate dagli Onorevoli interroganti preme sottolineare che la crisi che ha investito la società Tecnowind è stata seguita con il massimo impegno a livello governativo e a livello locale.
  La società Tecnowind, attiva nel comparto delle cappe da cucina e dei piani cottura, conta circa 284 occupati nella sede di Fabriano con una produzione complessivamente di 900.000 cappe e di 100.000 piani cottura all'anno.
  Proprio in questi giorni il Prefetto di Ancona ha ricevuto una delegazione di lavoratori della Tecnowind insieme alle rappresentanze sindacali.
  In tale sede, i delegati hanno manifestato preoccupazioni per le problematiche che da tempo affliggono l'Azienda, in primis la questione inerente alla difficoltà di pagare alcune mensilità salariali ai propri dipendenti.
  Anche il Ministero dello sviluppo economico, per quanto di sua competenza, ha già da tempo monitorato la situazione della società Tecnowind, incontrando in più occasioni sia rappresentanti dell'azienda, sia rappresentanti delle istituzioni territoriali.
  In questo ambito sono state acquisite informazioni su potenziali investitori che, tuttavia, non si sono mai palesati se non attraverso le dichiarazioni della proprietà Tecnowind.
  Al momento quindi non è possibile formulare alcuna valutazione circa intenzioni di soggetti privati che sino ad oggi non hanno avanzato richieste formali di interlocuzione con il Ministero dello sviluppo economico.
  A conclusione informo che le Organizzazioni Sindacali in data 21 marzo scorso hanno avanzato richiesta di apertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti nella crisi Tecnowind.
  Al riguardo ho disposto la convocazione delle parti e delle istituzioni locali per la data dell'11 aprile prossimo al fine di individuare ogni possibile soluzione che impedisca la temuta cessazione delle attività con la perdita di oltre 300 posti di lavoro.

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ALLEGATO 5

5-10925 Da Villa: Chiarimenti in merito all'autorizzazione del progetto della società «Costa Bioenergie Srl».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto, con il decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 convertito con la legge 4 aprile 2012, n. 35, recante «Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo», agli articoli 57 e 57-bis sono state individuate le infrastrutture ed insediamenti strategici per i quali, fatte salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano e le normative in materia ambientale, le autorizzazioni previste all'articolo 1, comma 56, della legge 23 agosto 2004, n. 239, sono rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per gli impianti definiti costieri, d'intesa con le Regioni interessate.
  A seguito dell'entrata in vigore di tale norma, la Società COSTA BIOENERGIE S.r.l., subentrata alla Società COSTA PETROLI nella titolarità dell'autorizzazione per l'installazione di un deposito costiero di gasolio e oli lubrificanti, destinati al servizio di bunkeraggio per la flotta peschereccia ed il naviglio locale, della capacità di 1.350 metri cubi, da realizzarsi su terreno privato ricadente in area portuale del Comune di Chioggia, con istanza dell'8 aprile 2014, ha chiesto di essere autorizzata a modificare il deposito portando la capacità complessiva a 10.350 metri cubi di oli minerali mediante l'installazione di 3 serbatoi tumulati da 3.000 metri cubi ciascuno per GPL.
  Il Ministero dello Sviluppo Economico, pertanto, ha svolto la relativa istruttoria, ai sensi della predetta normativa e dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, acquisendo tutti i pareri previsti. Sotto il profilo edilizio/urbanistico, il Comune di Chioggia ha fornito il parere favorevole al progetto con una propria nota del 16 giugno 2014, con la quale veniva comunicato testualmente che: «l'intervento risulta conforme al vigente Piano Regolatore Generale, approvato con D.G.R. n. 2149 del 14 luglio 2009, ... e lo stesso risulta conforme al Piano Regolatore del Porto di Chioggia, in quanto ricadente in area a destinazione buncheraggio navi all'interno della cinta doganale».
  Con la successiva nota del 22 agosto 2014, la Città di Chioggia, ha poi confermato il proprio parere favorevole.
  Per questi motivi il decreto di autorizzazione non ha esplicitamente disposto in merito alla variante agli strumenti urbanistici ai sensi dell'articolo 52-quinquies, indipendente dalla data della domanda, in quanto il Comune stesso aveva dichiarato che l'intervento era conforme agli strumenti urbanistici, ivi compreso il Piano portuale, e quindi nessuna variante era necessaria.

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ALLEGATO 6

5-10103 Crippa: Misure a favore della concorrenza nel mercato dell'energia elettrica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il disegno di legge annuale per la concorrenza, attualmente in discussione al Senato, prevede, come ricordato dall'interrogante, il superamento dal 1o luglio 2018 del regime di «maggior tutela» per i clienti del settore elettrico. Questo passaggio – espresso dal punto di vista formale in una semplice norma di abrogazione, contenuta all'articolo 29 dell'attuale DDL – è in realtà il punto di arrivo di un piano di azione complesso e articolato, contenuto negli articoli successivi dello stesso DDL, previsto per garantire un pieno diritto di scelta, informato e consapevole, ai cittadini interessati.
  Tale piano punta al raggiungimento di una serie di obiettivi che riguardano in particolare la piena operatività degli strumenti per la confrontabilità delle offerte, la semplificazione delle procedure e dei tempi di switching e di fatturazione, l'implementazione dell'obbligo di separazione del marchio, la tutela delle famiglie in condizioni di disagio economico, l'accrescimento del sistema di vigilanza e di informazione a tutela dei consumatori: tutte misure che si aggiungerebbero agli strumenti già in corso di attuazione, come la diffusione dei contatori intelligenti e una maggiore leggibilità delle bollette, promossa dall'Autorità per l'energia.
  Il processo ipotizzato dal DDL concorrenza non interessa solo l'Italia. Infatti, è bene precisare che il tema del superamento delle tutele di prezzo nel mercato elettrico è oggetto di una nuova proposta di direttiva UE, compresa nel cosiddetto Pacchetto Invernale recentemente varato dalla Commissione europea, in cui l'attenzione è esplicitamente diretta a rafforzare il ruolo del consumatore e consentirgli di avere un maggior controllo sulle proprie scelte energetiche. In molti Paesi esistono, infatti, ancora prezzi regolamentati e uno degli obiettivi è appunto il graduale superamento di simili regimi, affiancando misure in grado di rafforzare la consapevolezza e l'autonomia di scelta del consumatore. La piena integrazione dei mercati finali della vendita è, infatti, uno degli elementi fondanti del mercato interno dell'energia.
  Su questo punto, insomma, la strada ipotizzata dal DDL concorrenza è dunque del tutto coerente con l'obiettivo di questa nuova proposta di direttiva europea.
  Lo stesso DDL concorrenza assegna a un Decreto Ministeriale del Ministero dello Sviluppo economico, sentite l'Autorità per l'energia, l'Antitrust e le commissioni parlamentari competenti, il compito di asseverare il raggiungimento dei citati obiettivi e di individuare le modalità per il superamento della maggior tutela, al fine di garantire l'ingresso consapevole dei consumatori sul mercato, il rispetto delle norme della concorrenza e la pluralità dei fornitori e delle offerte. Il DDL, inoltre, demanda al Mise la riforma degli attuali bonus elettrico e gas, con l'obiettivo di garantire piena tutela alle famiglie in condizioni di disagio e contrastare la povertà energetica.
  Tali passi si baseranno anche sui dati contenuti in un dettagliato rapporto, a cura dell'Autorità per l'energia, relativo al monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell'energia elettrica e del gas.
  La strada oggi tracciata è dunque preordinata a soddisfare la necessità che il superamento Pag. 116delle tutele di prezzo avvenga in un contesto di massima trasparenza e informativa per il consumatore e con un diretto coinvolgimento del Parlamento, che potrà quindi al momento opportuno integrare le analisi e le proposte del Mise con l'espressione del proprio parere.
  Si ricorda, infine, che l'Autorità per l'energia e l'Antitrust vigilano, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze e con gli strumenti previsti dalla normativa vigente, sull'eventuale esercizio di potere di mercato da parte degli operatori o sull'esistenza di comportamenti collusivi.

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ALLEGATO 7

5-10536 Scuvera: Incidenti occorsi nella raffineria ENI di Sannazzaro de’ Burgondi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito al quesito posto dall'Onorevole interrogante, riguardante l'incidente verificatosi in data 5 febbraio 2017 all'interno della raffineria ENI di Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia), fornisco i seguenti elementi.
  Premetto che lo stabilimento per la lavorazione del petrolio greggio sito nei Comuni di Sannazzaro de’ Burgondi e Ferrera Erbognone (PV), della Società Eni ha una capacità di lavorazione di 11.100.000 ton/anno. La raffineria di Sannazzaro dispone delle migliori tecnologie che permettono la produzione di prodotti finiti di alta qualità con una conversione elevatissima. Oltre alle classiche unità di trattamento, la raffineria dispone anche di varie unità di conversione che trasformano la parte più pesante proveniente dalle unità di distillazione in prodotti pregiati.
  In relazione all'evento incidentale oggetto dell'interrogazione, la Società ENI, con nota del 6 febbraio scorso ha fornito al Ministero dello Sviluppo Economico gli elementi che preferisco riportare letteralmente:
  «Stamane, poco dopo le ore 8,30, si è verificata una fuoriuscita di gasolio caldo dalla linea di fondo della colonna di strippaggio (a una temperatura di 200oC c.a.), probabilmente dalla tenuta della pompa, dell'impianto di desolforazione gasolio denominato HDS2, posizionato all'interno della SOI Ovest della raffineria. Il gasolio si è innescato dando luogo a un incendio che ha coinvolto una zona molto limitata dell'impianto (poche decine di metri quadri) dove sono allocati gli air cooler di testa dello stripper stesso. La colonna stripper e uno dei 4 reattori sono stati lambiti solo superficialmente e sembrano non aver subito danni rilevanti (danneggiata parte della coibentazione). Sono prontamente intervenute le squadre di emergenza della raffineria che hanno posto sotto controllo l'incendio, mentre scattavano le procedure di sezionamento e isolamento dell'impianto. Ciò ha impedito il propagarsi dell'incendio che è stato domato ed estinto in mattinata (permanevano ancora fino al primo pomeriggio solamente piccole fiammelle intermittenti dovute alla presenza di vapori idrocarburici nella linea di blow down che è stata definitivamente svuotata prima del cessato allarme, avvenuto alle ore 16,30 c.a.). Non ci sono state conseguenze per le persone, né per l'ambiente in quanto il fluido incendiato è gasolio già desolforato e il fumo è pressoché rimasto contenuto all'interno del perimetro dello stabilimento. Né i dosimetri in dotazione al personale, né le centraline interne hanno evidenziato valori anomali. L'ARPA intervenuta sta raccogliendo i dati delle centraline esterne, che saranno disponibili solamente domani mattina; non ci aspettiamo però valori anomali. Sono stati informati gli stakeholder come da piano di emergenza e intervenuti sul posto, oltre a ARPA e Carabinieri anche i Vigili del Fuoco, i quali però sono rimasti in stand by senza intervenire, in quanto l'evento era già pienamente sotto controllo.
  I Carabinieri, su mandato della Procura, hanno comunicato che procederanno al sequestro cautelativo dell'area di impianto interessato, permettendoci però prima di completare tutte le operazioni di raffreddamento e messa in sicurezza.».
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  Con riferimento ai citati dati raccolti dall'ARPA, si informa che i risultati non hanno riscontrato valori anomali.
  Vorrei precisare, inoltre, che lo stabilimento ubicato in Sannazzaro de’ Burgondi della società Eni S.p.A. è soggetto agli obblighi di cui al D.lgs. 105/2015 recante la normativa in materia di controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose ed è classificato come stabilimento «di soglia superiore».
  Le attività di indagine e controllo sull'incidente sono attribuite al Comitato Tecnico Regionale, istituito nell'ambito di ciascuna regione dal Ministero dell'Interno, che ai sensi dell'articolo 25, comma 3 del citato D.lgs.105/2015, a seguito di un incidente rilevante occorso presso uno stabilimento di soglia superiore raccoglie, mediante ispezioni, indagini o altri mezzi appropriati, le informazioni necessarie per effettuare un'analisi completa degli aspetti tecnici, organizzativi e gestionali dell'incidente; adotta le misure atte a garantire che il gestore attui le misure correttive del caso; formula raccomandazioni sulle misure preventive per il futuro.
  Dalle informazioni richieste dal Ministero dell'Ambiente alle autorità territoriali competenti a seguito degli incidenti occorsi nello stabilimento ENI, risulta che il CTR Lombardia, nell'ambito della programmazione dei propri controlli, aveva già previsto di sottoporre lo stabilimento a ispezione nel corso del 2017, a seguito dell'evento del 1o dicembre 2016, menzionato anche dall'Onorevole interrogante.
  Il CTR ha costituito, di conseguenza, un gruppo di lavoro per la raccolta delle informazioni necessarie per l'analisi dell'incidente e delle sue dinamiche e disposto un'ispezione straordinaria presso lo stabilimento in questione che si concluderà il 31 marzo prossimo.
  Al termine delle suddette attività potranno essere prescritte dall'indicata autorità competente le eventuali misure integrative ritenute necessarie per la sicurezza degli impianti.
  Per quanto riguarda, invece, le attività di specifica competenza del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, quest'ultimo ha provveduto, a seguito degli eventi, all'istituzione di una Commissione incaricata di svolgere il sopralluogo post incidentale di cui all'articolo 26 del D.lgs. 105/2015, finalizzato alla raccolta delle informazioni sugli incidenti, comprendenti le circostanze, le conseguenze, le misure di emergenza adottate e gli esiti delle proprie raccomandazioni, al fine della loro comunicazione alla Commissione europea, prescritta nel caso in cui possa essere considerato come rilevante ai sensi della norma precedentemente citata. La Commissione Europea dovrà concludere le proprie attività entro il mese di maggio prossimo.
  Il Ministero dello sviluppo economico, cui compete nello specifico la sicurezza degli approvvigionamenti, continuerà comunque a monitorare la funzionalità della raffineria al fine di tutelare l'incolumità delle persone e la salubrità dell'ambiente.