CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 marzo 2017
781.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-10706 Vallascas: Accesso al meccanismo dei certificati bianchi per il progetto di «Realizzazione della nuova flotta di treni alta velocità Italo».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come riportato anche dall'on. Interrogante, con decreto 1o dicembre 2014 del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono state definite le modalità di accesso al meccanismo dei certificati bianchi come grande progetto della proposta di «Realizzazione della nuova flotta di treni alta velocità Italo», ai sensi dell'articolo 8 del decreto 28 dicembre 2012.
  L'ammissione dell'intervento al meccanismo dei Certificati Bianchi è stata subordinata al rispetto di alcune condizioni riportate nel decreto stesso. In particolare, è stato prescritto l'aggiornamento della baseline di riferimento (ossia degli standard per determinare i risparmi di energia) nonché la necessità di dotare almeno quattro treni di strumenti per la misura dell'energia elettrica consumata, con riserva di eventuale conguaglio di quanto erogato in prima attuazione sulle rendicontazioni successive.
  La prima rendicontazione è stata effettuata il 14 aprile 2015 riconoscendo 128.240 Certificati Bianchi, pari all'80 per cento dei titoli corrispondenti al valore minimo di risparmio per l'accesso al meccanismo (35.000 Tonnellate Equivalenti di Petrolio risparmiate (TEP).
  In merito alla prescrizione di aggiornamento della baseline di riferimento (standard rispetto al quale vengono in avanzamento misurate le performance) riportata nel citato decreto di approvazione, a seguito di una istruttoria tecnica svolta dal GSE, è stata definita una baseline aggiornata con l'evoluzione dei consumi medi nel segmento dell'alta velocità del trasporto ferroviario, in ambito comunitario e nazionale. La definizione degli indici di consumo specifico, e quindi della baseline, è avvenuta principalmente sulla base dei seguenti dati:
   il consumo energetico ed i chilometri percorsi da treni ad alta velocità, monitorati per ogni tratta nel primo semestre dell'anno 2015;
   il consumo specifico preso a riferimento di baseline, ridotto dell'8 per cento per considerare la diversa configurazione del treno (Alstom AGV575), usato dalla società Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A., c.d. Italo, costituito da un numero di vagoni inferiore;
   il numero di passeggeri medio per ogni tratta con riferimento all'anno 2014 (il c.d. load factor);

  la normalizzazione dei consumi ha permesso di poter confrontare due treni con pari caratteristiche, pertanto individuando il margine di risparmio addizionale.
  Per quanto riguarda la prescrizione relativa alla misurazione dei consumi, dopo un'istruttoria tecnica svolta dal GSE sono state definite le caratteristiche tecniche della strumentazione di misura e i requisiti minimi da rispettare per lo svolgimento delle misurazioni.
  A partire da luglio 2015 NTV ha dotato 4 treni di un sistema per la misura dell'energia elettrica consumata, su almeno uno dei due pantografi presenti per ogni treno. Il dato di misura risultava comunque Pag. 179validato da una procedura che prevedeva l'utilizzo continuo del pantografo dotato di strumentazione. Nel corso del 2016 il proponente ha completato l'installazione della strumentazione di misura su entrambi i pantografi.
  In base all'aggiornamento dell'addizionalità e delle misure effettuate sui treni si è proceduto con il conguaglio dei certificati spettanti, in conformità con le previsioni del citato decreto. Tenuto conto che finora non è stata raggiunta la soglia minima di risparmio di 35.000 TEP annui, la premialità del 5 per cento del valore del risparmio annuo connessa al grado di innovazione tecnologica e all'impatto sulla riduzione di emissioni in atmosfera non è stata riconosciuta.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-10707 Allasia: Investimenti Simest nel gruppo Almaviva con particolare riferimento al settore brasiliano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto, in data 21 dicembre 2016, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuta una riunione per l'espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo, ex artt. 4 e 24 della Legge 223/91, avviata da Almaviva Contact Spa in data 5 ottobre 2016 nei confronti di complessive 2511 lavoratori di cui 1666 presso la sede di Roma e 845 presso la sede di Napoli.
  All'esito della riunione, si è raggiunto un accordo – sottoscritto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl telecomunicazioni – limitatamente alla sede di Napoli, mentre per la sede di Roma le Parti non hanno definito alcuna intesa e, pertanto, la società ha proceduto ad intimare i licenziamenti secondo i criteri di legge.
  Con riferimento al sito di Napoli, le Parti hanno concordato sul ricorso alla CIGS (ex articolo 44, comma 7, decreto legislativo n. 148/2015) a far data dal 29 dicembre 2016 sino al 7 aprile 2017 in favore degli 845 lavoratori ivi occupati.
  Le parti firmatarie hanno proceduto ad ulteriori confronti volti a salvaguardare i livelli occupazionali del sito di Napoli e, al contempo, a conseguire un recupero di competitività e produttività del medesimo sito definendo, in via sperimentale e temporanea, un pacchetto di misure da attuarsi nei confronti del personale ivi impiegato.
  La suddetta ipotesi di accordo è stata sottoposta a referendum dei lavoratori della sede di Napoli ed ha avuto esito positivo. A seguito di tale referendum, l'accordo è stato ratificato dalle parti alla presenza del Ministero dello Sviluppo economico, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché della Regione Campania e del Comune di Napoli.
  Quanto al sito di Roma, il Ministero dello sviluppo economico unitamente all'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e alla Regione Lazio hanno predisposto uno specifico intervento che prevede l'attivazione tempestiva di servizi e di misure di politica attiva finalizzati alla ricollocazione, nel mercato del lavoro, dei 1.666 lavoratori nei confronti dei quali Almaviva Contact Spa ha intimato il licenziamento.
  Con riferimento all'attività svolta da Simest, si ricorda che la società ha per oggetto sociale, tra l'altro, la partecipazione ad imprese e società all'estero promosse o partecipate da imprese italiane.
  Effettua, altresì, la promozione ed il sostegno finanziario, tecnico-economico ed organizzativo di specifiche iniziative di investimento e di collaborazione commerciale ed industriale all'estero da parte di imprese italiane, nonché, ai sensi del decreto legislativo n. 143 del 1998, la gestione degli interventi di sostegno finanziario all'internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale, di rilievo per la competitività dell'economia nazionale.
  Nello specifico, relativamente all'intervento della Simest nella società Almaviva do Brasil, in via preliminare va esclusa qualsiasi interferenza di tale vicenda con la gestione della vertenza, avviata a seguito dell'apertura della procedura di licenziamento collettivo conclusasi con l'accordo sottoscritto in data 31 maggio 2016.
  Occorre, infatti, rilevare che l'approvazione da parte di Simest, dell'acquisizione Pag. 181di una quota fino al 5 per cento del capitale della società di diritto brasiliano Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., interamente partecipata da Almaviva Contact Spa, risale alla data 15 dicembre 2015,
  L'investimento rientra nel progetto di internazionalizzazione del Gruppo Almaviva nei Paesi dell'America Latina (LATAM), tra cui, in particolare, il Brasile.
  Si evidenzia infatti che Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., operante dal 2006 per servire il principale cliente TIM Brasil, ha gradualmente diversificato il proprio portafoglio clienti, andando nel tempo a servire importanti operatori locali dei settori TLC, dell'industria e dei servizi.
  È opportuno sottolineare che Simest, in occasione della fase istruttoria e autorizzativa dell'investimento, ha valutato il rischio di un'eventuale delocalizzazione delle attività produttive dall'Italia al Brasile da parte di Almaviva Contact Spa.
  Tale rischio è stato escluso proprio in considerazione della natura specifica dell'investimento proposto. Infatti, anche per ragioni di fuso orario e, in particolare, di compatibility linguistica, l'operazione non può, di per sé, prestarsi al rischio di delocalizzazione dell'attività svolta da Almaviva in Italia.
  Tutti gli investimenti approntati da Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A. risultano al servizio esclusivamente del mercato dell'America Latina (LATAM) e di eventuali mercati limitrofi, in quanto compatibili dal punto di vista linguistico, e non, quindi, per soddisfare dal Brasile la domanda di servizi call center di entità italiane.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-10708 Galgano: Prospettive produttive della JP Industries.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che il MISE monitora in maniera costante la vicenda relativa all'area di crisi inerente l'azienda ex Merloni, sia attraverso l'attività di vigilanza sull'andamento della procedura di amministrazione straordinaria, sia attraverso il monitoraggio dell'Accordo di programma e, in particolare, sull'utilizzo delle risorse della legge n. 181/1989 per la riconversione produttiva dei territori interessati dalla medesima crisi.
  Entrando nello specifico delle domande poste da parte dell'Onorevole interrogante evidenzio quanto segue.
  Come noto, con Circolare Ministeriale 22 marzo 2016, è stato emanato l'Avviso pubblico per l'area di crisi Merloni, con una dotazione finanziaria complessiva di 26 milioni di euro.
  L'Avviso per la presentazione delle domande si è chiuso il 30 giugno 2016.
  La graduatoria delle domande è stata pubblicata il 5 settembre 2016 e sono state avviate alla fase istruttoria 6 iniziative nelle Marche e 2 in Umbria. Le norme prevedono scorrimento della graduatoria in caso di non ammissione.
  Sottolineo comunque che l'intervento governativo è stato orientato a massimizzare, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria di riferimento, la ricollocazione degli dipendenti della Antonio Merloni.
  L'avviso ex lege n. 181/1989 ha, pertanto, previsto specifici meccanismi di premialità, condivisi con le Regioni Marche ed Umbria, a favore delle imprese che si sono impegnate alla assunzione dei lavoratori «ex Merloni».
  Per quanto riguarda l'azienda JP Industries, nella riunione del 16 febbraio u.s. tenutasi presso il MISE, si è discusso del piano industriale presentato dall'azienda alle banche nelle settimane precedenti.
  Le banche hanno evidenziato come lo stesso dovesse essere adeguato al piano finanziario.
  In tal senso le parti hanno convenuto di procedere ad un ulteriore incontro tecnico al fine di apportare le necessarie modifiche, in modo da rendere il piano industriale conforme alle richieste evidenziate da parte dei rappresentanti degli istituti di credito interessati dalla vicenda.
  Allo stato attuale si è in attesa di aggiornamenti sul confronto tecnico per poter convocare le parti in una nuova riunione presso il MISE e fare il punto della situazione.
  Infine, per quanto riguarda l'incontro con i rappresentanti delle Regioni Umbria e Marche, comunico che nei prossimi giorni il Ministero dello Sviluppo economico provvederà ad inviare una convocazione ad i rappresentanti delle regioni interessate al fine di effettuare un confronto interistituzionale sull'attuale situazione della vicenda ex Merloni.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-10782 Ricciatti: Prospettive produttive e occupazionali della Società Zeis Excelsa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la question time presentata dall'Onorevole Ricciatti viene posta all'attenzione il caso della società Zeis Excelsa, con sede a Montegranaro (Fermo), nota per la produzione di calzature e considerata azienda storica del territorio marchigiano.
  Per quanto riguarda i distretti industriali che continuano ad essere la forma organizzativa più diffusa tra le piccole imprese e che ha rappresentato e rappresenta tuttora una caratteristica peculiare del sistema produttivo italiano si rappresenta che in merito alle misure introdotte nel passato alcune Regioni non sono riuscite ad utilizzare le risorse che erano state rese disponibili per i distretti presenti nei loro territori.
  In un contesto globale sempre più complesso, il pacchetto «Industria 4.0», ha previsto una serie di misure volte a canalizzare i fattori di competitività quali l'innovazione, la digitalizzazione e l'internazionalizzazione e che, auspico, potranno essere di aiuto a superare l'attuale crisi.
  Inoltre, desidero informare che al Ministero dello sviluppo economico, sino ad oggi, non sono pervenute istanze da parte delle Organizzazioni sindacali o dalle istituzioni locali per la convocazione di un tavolo di confronto. Attualmente la vicenda risulta affrontata a livello locale.
  Peraltro anche il Ministero del Lavoro, sentito al riguardo, ha comunicato che allo stesso non risulta pervenuta alcuna richiesta di un incontro per l'esame della situazione occupazionale né altra segnalazione in merito. Inoltre lo stesso Ministero ha informato che gli stessi lavoratori attualmente usufruiscono, come noto, di un contratto di solidarietà fino al 31 marzo 2018.
  Tuttavia, qualora le parti ne facciano esplicita richiesta, il Ministero dello Sviluppo Economico è disponibile, per i profili di competenza, ad attivare un tavolo di confronto per esaminare le problematiche sollevate e procedere alla individuazione degli strumenti più idonei alla salvaguardia dei livelli occupazionali della società Zeis Excelsa. Gli stessi, infatti, così come riferito nell'atto in esame, sono preoccupati dell'intenzione della proprietà di delocalizzare le attività produttive in altri Paesi, lasciando nelle Marche solo una parte residua.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-10783 Benamati: Progetti relativi all'approvvigionamento del gas e possibili vantaggi strutturali in relazione all'aggiornamento della Strategia energetica nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come rilevato dagli Onorevoli interroganti, occorre ribadire che gli obiettivi che il Governo intende perseguire, tramite l'attuazione dell'aggiornamento della Strategia Energetica Nazionale, riguardano la riduzione del costo dell'energia rispetto ai prezzi degli altri Paesi UE, il raggiungimento degli obiettivi ambientali UE clima-energia 2030 nonché l'aumento del livello di sicurezza degli approvvigionamenti, tenendo conto degli scenari 2030.
  Il raggiungimento di tali obiettivi, quindi, non potrà prescindere da strategie di diversificazione delle fonti e delle rotte del gas, nonché da misure di integrazione del mercato italiano con quelli europei, più liquidi e concorrenziali.
  In tale ottica, è in corso la ricognizione dell'effettivo utilizzo delle infrastrutture in esercizio e di quelle autorizzate, funzionali al sistema nazionale del gas naturale, nonché l'analisi delle nuove prospettive di approvvigionamento tramite Gas Naturale Liquefatto (GNL), anche nel quadro dello sviluppo dell'uso del GNL nel trasporto terrestre e marittimo, in attuazione della direttiva europea sui combustibili alternativi (Direttiva «DAFI») recentemente recepita in Italia.
  Il GNL, come fonte di approvvigionamento complementare alle forniture via gasdotto, è una strategia adottata da molti Paesi. Dato l'aumento delle condizioni di incertezza e le possibili criticità – verificatesi in passato – di interruzione delle forniture via gasdotto, il Ministero dello sviluppo economico sta attivamente perseguendo una strategia di diversificazione e di aumento delle forniture di GNL, oggi provenienti quasi esclusivamente dal Qatar, e che attualmente coprono il 9 per cento circa del fabbisogno interno di gas.
  In particolare, in Italia si stanno attivando misure per l'aumento dell'utilizzo delle infrastrutture esistenti tramite l'allocazione ad asta delle capacità disponibili.
  Quanto ai nuovi progetti, dal 2020 sarà operativo il TAP che porterà via tubo circa nove miliardi di gas azero in Italia, quantitativo che potrà in futuro essere raddoppiato senza modifiche al progetto approvato.
  Circa il metanodotto EastMed, si conferma l'interesse allo sviluppo di tale progetto che prevede di portare in Italia e Grecia ulteriori dieci miliardi di gas provenienti dai giacimenti scoperti nell'offshore israeliano e cipriota e sul quale si sta sviluppando una strategia comune tra Israele, Italia, Grecia, Cipro e la Comunità europea al fine di promuoverne la realizzazione, considerato che lo stesso, rispetto alle alternative di export da quell'area, consente di assicurare tali forniture al mercato concorrenziale europeo.
  Relativamente al giacimento di Zohr, si fa presente che sarà destinato prevalentemente alla domanda egiziana, ora soddisfatta tramite import.
  Nell'ambito della SEN tutte queste iniziative saranno valutate nel loro interesse strategico legato all'aumento della Pag. 185sicurezza e alla riduzione dei prezzi del gas in Italia, allineandoli ai sopracitati mercati liquidi europei.
  A fronte di questi nuovi progetti, il Governo ritiene comunque necessario il rafforzamento della dorsale interna italiana per consentire in sicurezza il trasporto del gas verso nord e la piena integrazione del sistema italiano con quello europeo, garantendo al contempo una magliatura adeguata alle forniture di gas su base regionale.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-10201 Iannuzzi: Programma di metanizzazione del Cilento e della provincia di Salerno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito al quesito posto dall'On. Interrogante, si rappresenta quanto segue.
  L'articolo 1, comma 319 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, ha disposto uno stanziamento complessivo di 140 milioni di euro (più precisamente 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2014 al 2020), finalizzato al completamento del Programma di metanizzazione del Mezzogiorno.
  In data 28 gennaio 2015, il CIPE ha approvato una apposita delibera (n. 5/2015, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 giugno 2015) con cui ha stabilito le procedure per la concessione dei contributi. Delibera che, oltre a fissare i tempi e le modalità di presentazione delle richieste di finanziamento da parte dei comuni aventi diritto, ha previsto di dare attuazione al Programma attraverso 4 fasi operative successive.
  Alla data del 31 dicembre 2016 il Ministero dello Sviluppo Economico, compatibilmente con le risorse disponibili:
   ha completato la prima fase, approvando 4 progetti, di cui 2 riguardanti comuni della provincia di Salerno, segnatamente i comuni di Albanella e Capaccio, per i quali è stato ammesso a contributo un investimento complessivo pari ad euro 10.350.000,00 di cui euro 4.835.700,00 a carico dello Stato;
   ha dato attuazione a parte della seconda fase fino a concorrenza delle risorse disponibili, approvando 23 progetti, di cui 21 riguardanti comuni della provincia di Salerno (Agropoli, Sapri, Torraca, Vibonati, Cicerale, Giungano, Piaggine, Trentinara, Prignano, Rutino, Ispani, San Giovanni a Piro, Tortorella, Casaletto Spartano, Morigerati, Castellabate, Laurino, Bellosguardo, Acquara, Sant'Angelo a Fasanella e Magliano Vetere), per i quali è stato ammesso a contributo un investimento complessivo pari ad euro 81.910.000,00 di cui euro 39.249.050,00 a carico dello Stato;
   ha, quindi, effettuato le istruttorie tecniche relative ai restanti comuni della seconda fase, (24 comuni tutti della provincia di Salerno) i cui dettagli sono di imminente pubblicazione sul sito del Ministero. Tali istruttorie che saranno progressivamente ufficializzate in coerenza con i fondi disponibili (20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020).

  Si fa presente che, nel corso del 2017 e dei prossimi anni fino al 2020, oltre a completare la seconda fase, si darà attuazione anche alla 3o e 4o fase, con la predisposizione e l'ufficializzazione delle istruttorie di approvazione dei relativi progetti.
  Contestualmente, è in corso la predisposizione di un Accordo di Programma Quadro con la Regione Campania, con il quale verranno utilizzate risorse pari a 50 milioni di euro (stanziate dal Patto per lo Sviluppo della Regione Campania) che permetteranno di:
   1) dare soluzione al problema di alcuni comuni del Cilento che allo stato non risultano metanizzabili perché privi delle necessarie infrastrutture di collegamento ai metanodotti nazionali;
   2) e di razionalizzare, ottimizzare e rendere più efficiente l'intero sistema di adduzione secondario di trasporto del gas ai comuni del territorio del Cilento.

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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-10484 Crippa: Investimenti di Simest nel Gruppo Almaviva con particolare riferimento al settore brasiliano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società Almaviva Contact in data 5 ottobre 2016 e conclusasi il successivo 22 dicembre con il raggiungimento di un accordo per la sola sede di Napoli, si ricorda che in data 21 dicembre 2016, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuta una riunione per l'espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo, ex artt. 4 e 24 della Legge 223/91, avviata da Almaviva Contact Spa in data 5 ottobre 2016 nei confronti di complessive 2511 lavoratori di cui 1666 presso la sede di Roma e 845 presso la sede di Napoli.
  All'esito della riunione, si è raggiunto un accordo – sottoscritto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl telecomunicazioni – limitatamente alla sede di Napoli, mentre per la sede di Roma le Parti non hanno definito alcuna intesa e, pertanto, la società ha proceduto ad intimare i licenziamenti secondo i criteri di legge.
  Con riferimento al sito di Napoli, le Parti hanno concordato sul ricorso alla CIGS (ex articolo 44, comma 7, decreto legislativo n. 148/2015) a far data dal 29 dicembre 2016 sino al 7 aprile 2017 in favore degli 845 lavoratori ivi occupati.
  Le parti firmatarie hanno proceduto ad ulteriori confronti volti a salvaguardare i livelli occupazionali del sito di Napoli e, al contempo, a conseguire un recupero di competitività e produttività del medesimo sito definendo, in via sperimentale e temporanea, un pacchetto di misure da attuarsi nei confronti del personale ivi impiegato.
  La suddetta ipotesi di accordo è stata sottoposta a referendum dei lavoratori della sede di Napoli ed ha avuto esito positivo. A seguito di tale referendum, l'accordo è stato ratificato dalle parti alla presenza del Ministero dello Sviluppo economico, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché della Regione Campania e del Comune di Napoli.
  Quanto al sito di Roma, il Ministero dello sviluppo economico unitamente all'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e alla Regione Lazio hanno predisposto uno specifico intervento che prevede l'attivazione tempestiva di servizi e di misure di politica attiva finalizzati alla ricollocazione, nel mercato del lavoro, dei 1.666 lavoratori nei confronti dei quali Almaviva Contact Spa ha intimato il licenziamento.
  Con riferimento all'attività svolta da Simest, si ricorda che la società ha per oggetto sociale, tra l'altro, la partecipazione ad imprese e società all'estero promosse o partecipate da imprese italiane.
  Effettua, altresì, la promozione ed il sostegno finanziario, tecnico-economico ed organizzativo di specifiche iniziative di investimento e di collaborazione commerciale ed industriale all'estero da parte di imprese italiane, nonché, ai sensi del decreto legislativo n. 143 del 1998, la gestione degli interventi di sostegno finanziario all'internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale, di rilievo per la competitività dell'economia nazionale.
  Nello specifico, relativamente all'intervento della Simest nella società Almaviva do Brasil, in via preliminare va esclusa qualsiasi interferenza di tale vicenda con Pag. 188la gestione della vertenza, avviata a seguito dell'apertura della procedura di licenziamento collettivo conclusasi con l'accordo sottoscritto in data 31 maggio 2016.
  Occorre, infatti, rilevare che l'approvazione da parte di Simest, dell'acquisizione di una quota fino al 5 per cento del capitale della società di diritto brasiliano Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., interamente partecipata da Almaviva Contact Spa, risale alla data 15 dicembre 2015,
  L'investimento rientra nel progetto di internazionalizzazione del Gruppo Almaviva nei Paesi dell'America Latina (LATAM), tra cui, in particolare, il Brasile.
  Si evidenzia infatti che Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., operante dal 2006 per servire il principale cliente TIM Brasil, ha gradualmente diversificato il proprio portafoglio clienti, andando nel tempo a servire importanti operatori locali dei settori TLC, dell'industria e dei servizi.
  È opportuno sottolineare che Simest, in occasione della fase istruttoria e autorizzativa dell'investimento, ha valutato il rischio di un'eventuale delocalizzazione delle attività produttive dall'Italia al Brasile da parte di Almaviva Contact Spa.
  Tale rischio è stato escluso proprio in considerazione della natura specifica dell'investimento proposto. Infatti, anche per ragioni di fuso orario e, in particolare, di compatibility linguistica, l'operazione non può, di per sé, prestarsi al rischio di delocalizzazione dell'attività svolta da Almaviva in Italia.
  Tutti gli investimenti approntati da Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A. risultano al servizio esclusivamente del mercato dell'America Latina (LATAM) e di eventuali mercati limitrofi, in quanto compatibili dal punto di vista linguistico, e non, quindi, per soddisfare dal Brasile la domanda di servizi call center di entità italiane.
  In merito alle richieste di informazioni avanzate dall'On. interrogante sugli investimenti effettuate nel gruppo Almaviva, si fa presente che Simest in data 15 dicembre 2015, ha approvato l'acquisizione di una quota fino al 5 per cento del capitale della società di diritto brasiliano Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., interamente partecipata da Almaviva Contact Spa.
  La quota acquisita a valere su risorse Simest è garantita per il 30 per cento da fideiussione assicurativa, nonché da pegno su azioni della società di diritto brasiliano Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A.; l'esposizione diretta di Simest, pertanto, è di sette milioni.
  Il rendimento finanziario atteso dall'operazione e le garanzie richieste sono in linea con le condizioni di mercato e con quelle praticate da Simest ad altri gruppi italiani.
  Si ritiene opportuno precisare che tale investimento non determina alcun coinvolgimento di tipo manageriale da parte di Simest.
  L'investimento in oggetto rientra nel progetto di internazionalizzazione del Gruppo Almaviva nei Paesi dell'America Latina (LATAM), tra cui, in particolare, il Brasile.
  Evidenzio che Simest, in occasione della fase istruttoria e autorizzativa dell'investimento, ha valutato il rischio di un'eventuale delocalizzazione delle attività produttive dall'Italia al Brasile da parte di Almaviva Contact Spa.
  Tale rischio è stato escluso proprio in considerazione della natura specifica dell'investimento proposto. Infatti, anche per ragioni di fuso orario e, in particolare, di compatibility linguistica, l'operazione non può, di per sé, prestarsi al rischio di delocalizzazione dell'attività svolta da Almaviva in Italia.
  Tutti gli investimenti approntati da Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A. risultano al servizio esclusivamente del mercato dell'America Latina (LATAM) e di eventuali mercati limitrofi, in quanto compatibili dal punto di vista linguistico, e non, quindi, per soddisfare dal Brasile la domanda di servizi call center di entità italiane.