CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 febbraio 2017
772.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10058 Palmieri: Sulle iniziative volte a consentire la partecipazione delle scuole paritarie di rientrare al bando europeo «Scuola a centro» con la presentazione di propri progetti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si ricorda, preliminarmente, che la parità scolastica e la libertà di scelta educativa delle famiglie rappresenta un tema al quale il Miur dedica una costante attenzione, in considerazione del ruolo che le scuole paritarie svolgono nella società. Il concetto di parità sta ad indicare che queste scuole, come esplicitato dalla legge n. 62 del 2000, fanno parte a pieno titolo del Sistema nazionale di istruzione e, conseguentemente, seguono la normativa prevista per le scuole statali.
  Chiarito ciò, si evidenzia che l'iniziativa «La scuola al centro» ha suscitato un profondo interesse anche da parte delle scuole paritarie che hanno voluto partecipare e, in tal modo, contribuire a quest'idea di scuola «aperta», in realtà particolarmente complesse.
  Si ricorda che si è partiti lo scorso anno con un progetto di natura sperimentale, coinvolgendo 400 scuole di quattro città (Roma, Milano, Napoli, Palermo) nel periodo estivo. Questa prima fase è stata finanziata attraverso il Fondo ex legge 440/1997 in quanto ascrivibile come ampliamento dell'offerta formativa. Tale tipologia di fondi, in quanto erogabile alle sole istituzioni scolastiche statali, non ha permesso nel primo bando sperimentale l'apertura anche alle scuole paritarie.
  Si è proseguito con un secondo bando, relativo al corrente anno scolastico 2016/2017, che ha assunto invece carattere nazionale, con uno stanziamento di 240 milioni di euro. Le scuole paritarie non sono state escluse da questo progetto, ma è stato consentito loro di partecipare in rete e in collaborazione con le istituzioni scolastiche statali. Tale partecipazione in rete non solo è stata consentita, ma il Ministero ha deciso di favorirla attraverso la previsione di un punteggio aggiuntivo e premiale per quelle scuole statali che hanno dato vita a tale coinvolgimento.
  Il metodo della partecipazione in rete si è giustificato alla luce della tipologia di risorse destinate al progetto, provenienti dal Fondo sociale europeo nell'ambito del PON 2014-2020.
  All'epoca del progetto, difatti, ci si è attenuti a quanto previsto nelle osservazioni della Commissione europea in merito all'Accordo di partenariato relativo alla programmazione 2014-2020, secondo cui le scuole paritarie non possono essere destinatarie dirette di finanziamenti; si cita testualmente il passaggio dell'Accordo di partenariato sulla programmazione 2014-2020: «Il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale interverranno nel settore dell'educazione pubblica, con l'esclusione delle scuole private e/o paritarie».
  Ad oggi però il quadro giuridico si è arricchito di una nuova disposizione in merito. Giova infatti ricordare che nella legge di bilancio per il 2017 è stata inserita, al comma 313 dell'articolo 1, una norma finalizzata a chiarire, in via interpretativa, la portata della decisione della Commissione europea n. 9952 del 17 dicembre 2014. Detta norma prevede che, ove si parla di istituzioni scolastiche, con tale locuzione si debbono intendere tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il Sistema nazionale di istruzione ai sensi della legge n. 62 del 2000. Alla luce di ciò, Pag. 75il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sta avviando l'iter per ottenere una specifica modifica del menzionato Accordo di partenariato, nel senso indicato dalla norma citata.
  In generale, ad ulteriore dimostrazione dell'importanza che il Governo riconosce alle scuole paritarie nell'ambito del Sistema nazionale di istruzione, si sottolinea che proprio nella legge di bilancio per l'anno 2017 sono state disposte, anche in sede parlamentare, importanti misure economiche a sostegno delle scuole paritarie, segno ulteriore della rilevanza che questo Esecutivo riconosce loro nell'ambito del Sistema di istruzione nazionale.
  Si rammenta, al riguardo, il raddoppio del contributo alle scuole che accolgono alunni con disabilità, il cui fondo è passato da 12,2 milioni a 23,4 milioni di euro.
  Sono state aumentate le risorse, per il 2017 di 50 milioni di euro, dedicate alle scuole paritarie dell'infanzia. Sono state estese le detrazioni fiscali, quindi si rafforza il principio di libertà di scelta educativa e di sostegno economico anche alle famiglie: da 400 euro si passerà nel triennio fino ad un massimale di 800 euro.
  Inoltre, le scuole paritarie secondarie di secondo grado da quest'anno potranno partecipare all'assegnazione dei 100 milioni di euro destinati a tutte le secondarie di secondo grado che attuano progetti di alternanza scuola/lavoro.
   Infine, si ricorda che viene esteso alle paritarie il sistema dello school bonus.
  Da quanto premesso, evidentemente si ricava che questo Governo e questo Parlamento credono nella parità scolastica, credono nell'unitarietà del sistema di istruzione nazionale.

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ALLEGATO 2

5-09701 Carrescia: Sulla riduzione dell'organico del potenziamento nelle scuole della regione Marche per l'anno scolastico 2016/17.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in discussione riguarda il bando relativo alla selezione dei docenti da assegnare ai progetti di valore nazionale nell'ambito dell'organico triennale dell'autonomia scolastica, emesso dall'Ufficio scolastico regionale per le Marche in data 30 agosto 2016 ai sensi dell'articolo 1, comma 65, della legge n. 107 del 2015 e secondo le indicazioni della nota ministeriale n. 15352 del 17 giugno 2016.
  L'On.le interrogante evidenzia che il contingente di 23 posti assegnati per tale finalità alle scuole delle Marche non è stato ricoperto integralmente e richiede l'assunzione di iniziative per ovviare alla situazione determinatasi.
  Al riguardo – sentito il competente Ufficio scolastico regionale – lo stesso ha confermato che, all'esito della procedura effettuata attraverso la valutazione dei curricula da parte della commissione appositamente nominata, sono stati selezionati 21 candidati a fronte dei 23 posti previsti.
  Non è stato possibile coprire il contingente in quanto la commissione ha ritenuto alcuni candidati non provvisti di un curriculum adeguato, mentre altri, astrattamente idonei a ricoprire l'incarico, non potevano essere selezionati dal momento che nell'organico dell'autonomia dell'istituzione scolastica di appartenenza non era presente altro docente provvisto della specifica abilitazione che potesse sostituirli senza produrre aggravio per l'erario.
  Successivamente alla pubblicazione degli esiti della selezione vi sono state delle rinunce, motivate per lo più da esigenze di natura personale o da ripensamenti.
  Il contingente regionale ammonta, pertanto, a 18 unità; ovviamente, le 5 unità mancanti continuano ad esercitare la loro attività nelle istituzioni scolastiche di appartenenza.
  Per tali posti l'Ufficio regionale non ha ritenuto di dover disporre un nuovo bando in quanto i docenti selezionati ed impegnati sui progetti nazionali soddisfano al momento tutte le esigenze.

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ALLEGATO 3

5-10161 Tino Iannuzzi: Sull'assegnazione per l'anno accademico 2016-2017, di un numero più elevato e adeguato di scuole e di borse di specializzazione in regime di autonomia alla facoltà di medicina dell'università degli studi di Salerno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come già in altri atti di sindacato ispettivo di analogo argomento, l'On.le interrogante chiede di conoscere quali iniziative il Ministro intenda assumere affinché, in vista del riparto delle scuole e delle borse di specializzazione per l'anno accademico 2016/2017, venga assegnato alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi di Salerno un numero più elevato e adeguato di scuole e di borse di specializzazione in regime di autonomia.
  Si conferma quanto evidenziato nelle precedenti occasioni, cioè che l'organismo competente in materia è l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica che, ai sensi dell'articolo 43 del decreto legislativo n. 368 del 1999, è tenuto ad esaminare gli standard e i requisiti delle proposte di istituzione di nuove scuole di specializzazione.
  L'accreditamento delle singole strutture delle scuole di specializzazione è, infatti, disposto su proposta dell'Osservatorio, con decreto del Ministro della Salute di concerto con il MIUR.
  Il MIUR provvede, successivamente, con suo apposito decreto, ad assegnare le borse di studio, più esattamente contratti di formazione medico-specialistica, alle scuole di specializzazione che risultano accreditate ai sensi del citato articolo 43, tenuto conto della capacità ricettiva e del volume assistenziale delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa delle scuole. L'attivazione di una scuola di specializzazione avviene mediante l'attribuzione di tali contratti ad una scuola che risulta già accreditata ai sensi della citata disposizione normativa.
  Relativamente all'Ateneo salernitano si segnala un trend costantemente positivo fin dal concorso nazionale per l'accesso dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria per l'anno accademico 2013/2014. Infatti, in quella occasione il Ministero ha reso autonome le scuole di specializzazione in Chirurgia generale e Medicina interna ed ha attivato per la prima volta la scuola di specializzazione in Malattie dell'apparato cardiovascolare e in Igiene e Medicina Preventiva, quest'ultima in aggregazione con la Seconda Università degli studi di Napoli e con l'Ateneo del Molise.
  La tendenza positiva è proseguita con il bando di concorso per l'anno accademico 2014/2015, quando il Ministero ha attivato le Scuole di specializzazione in Chirurgia plastica, Ematologia e Urologia, in aggregazione con la Seconda Università degli studi di Napoli e l'Università di Napoli «Federico II»; la Scuola di Nefrologia e Pediatria in aggregazione con la sola Università «Federico II» e la Scuola di Neuropsichiatria infantile in aggregazione con la sola Seconda Università degli studi di Napoli; nonché la Scuola di Psichiatria in aggregazione con l'Università di Napoli «Federico II» e l'Università degli studi di Catanzaro.
  Infine, per l'anno 2015/2016 è stata attivata a Salerno la scuola di Endocrinologia e Farmacologia in aggregazione con la Seconda Università degli studi di Napoli Pag. 78e l'Università di Napoli «Federico II»; è stata resa autonoma la Scuola di Igiene e medicina preventiva, ed attivata la Scuola di Medicina interna, Medicina legale e Medicina nucleare.
  Per il prossimo anno accademico 2016/2017, il Ministero provvederà, ad assegnare i contratti di formazione medico-specialistica anche alle scuole dell'Ateneo salernitano che, tra le altre, risulteranno già accreditate.
  L'assegnazione di tali contratti alle scuole salernitane avverrà, oltre che in attuazione di quanto previsto dall'articolo 35, comma 2, del decreto legislativo n. 368 del 1999, tenendo conto della capacità ricettiva e del volume assistenziale delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa delle scuole, anche sulla base dei criteri che saranno definiti nel decreto, che precederà il bando di concorso, con il quale saranno ripartiti, per l'a.a. 2016/2017, i contratti di formazione medico-specialistica, coperti con fondi statali, assegnati alle scuole di specializzazione universitarie di area sanitaria.
  Più precisamente, si terrà conto, a titolo esemplificativo, dei requisiti disciplinari riferiti alla docenza, in particolare nei settori scientifico-disciplinari obbligatori e irrinunciabili della tipologia di scuola, del numero di soggetti iscrivibili alla stessa nonché del numero degli Atenei che concorrono alla rete formativa complessiva delle singole aggregazioni.
  La citata assegnazione di contratti alle scuole già accreditate dipenderà, inoltre, dal numero globale di contratti da ripartire tra le singole scuole di specializzazione che il MIUR avrà a disposizione e che sarà definito prima dell'emanazione del prossimo bando di concorso.

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ALLEGATO 4

5-09834 Marzana: Sul servizio pre-ruolo svolto dai docenti nelle scuole dell'infanzia paritarie ai fini del riconoscimento dell'anzianità di servizio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On.le interrogante evidenzia la questione relativa al riconoscimento del servizio pre-ruolo svolto dai docenti nelle scuole paritarie dell'infanzia ai fini della ricostruzione di carriera e della determinazione dell'anzianità di servizio.
  Corre l'obbligo precisare preliminarmente che il riconoscimento del servizio reso riguarda diversi ambiti di applicazione.
  Il servizio svolto nelle scuole paritarie di ogni ordine e grado è, ad esempio, riconosciuto pienamente ai fini dell'inserimento nelle graduatorie o ai fini di alcune delle procedure concorsuali.
  Diversamente, ai fini delle operazioni di mobilità, viene riconosciuto unicamente il servizio svolto sino all'anno 2008 nelle scuole primarie parificate e, dal 2001, nelle scuole primarie paritarie, mentre viene riconosciuto il servizio svolto nelle scuole dell'infanzia gestite da enti locali. Questo in forza di una intesa pattizia quale quella del relativo Contratto Nazionale Integrativo.
  Pertanto, l'applicazione delle disposizioni normative citate deve essere declinata a seconda delle procedure amministrative che chiamano in causa la valutazione del servizio, nella considerazione che nell'ambito delle medesime detta valutazione è la stessa per tutti i partecipanti e non crea quindi discriminazioni tra soggetti che si trovano nelle stesse condizioni.
  Per quanto riguarda la valutazione specifica dei servizi resi nelle scuole non statali in sede di ricostruzione della carriera finalizzata all'inquadramento del docente di ruolo nelle diverse classi stipendiali o alla determinazione del trattamento di quiescenza per chi opta per la ricongiunzione del medesimo nel comparto pubblico, sono da considerarsi validi i servizi per i quali il datore di lavoro ha versato i contributi agli enti previdenziali competenti per i dipendenti pubblici. Questo in forza della diversità dei contributi versati rispetto ad altre posizioni previdenziali.
  Pertanto non vi è necessità di intervento da parte di questo Ministero in materia, quanto semmai di una equiparazione, ovviamente a beneficio del lavoratore, tra i diversi versamenti contributivi.