CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 16 febbraio 2017
768.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Programma di lavoro della Commissione per il 2017 – Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende. COM(2016) 710 final.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017. Doc. LXXXVII-bis, n. 5.

PROPOSTA DI PARERE

  La VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici,
   esaminati congiuntamente, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2017 (COM (2016) 710) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2017 (Doc. LXXXVII-bis, n. 5);
   rilevata la delicatezza della fase che l'Unione europea sta attraversando, caratterizzata da una ripresa economica ancora fragile, che non ha dispiegato tutti i suoi benefici per i cittadini, dalla sfida rappresentata dalla costante pressione dei flussi migratori, dalla minaccia del terrorismo e dall'instabilità dei Paesi confinanti con l'UE, nonché dalle incertezze determinate dal risultato del referendum nel Regno Unito;
   apprezzata la determinazione della Commissione europea a concentrare la propria azione su un numero limitato di iniziative prioritarie e strategiche per lo sviluppo politico, sociale ed economico dell'Unione;
   preso atto positivamente dell'intenzione del Governo di favorire a livello europeo l'adozione di rinnovate politiche in grado di recuperare i valori fondanti dell'UE, a partire dalla ripresa economica, da una maggiore equità sociale e dalla sfida rappresentata dai fenomeni migratori, e con particolare riferimento alle politiche e alle risorse stanziate in settori prioritari, quali disoccupazione, investimenti pubblici, mobilità e sicurezza;
   apprezzata l'intenzione di fare della celebrazione del 60o anniversario della firma dei Trattati di Roma, nel marzo 2017, un'occasione di riflessione sul processo di rinnovamento dell'Unione europea e di promozione di una maggiore e più equa integrazione;
   preso atto positivamente del rilievo dato all'attuazione del pacchetto sull'economia circolare, che – oltre a rappresentare una scelta strategica in termini di risparmio delle risorse del pianeta – offre anche un grande potenziale in termini di innovazione, crescita e occupazione;
   ricordato che l'VIII Commissione ha esaminato la comunicazione del 2015 «L'anello mancante – Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare», con cui è stata inaugurata l'iniziativa, approvando un documento finale;
   auspicata la conclusione nel corso del 2017 della revisione del pacchetto rifiuti, che comprende la modifica di sei direttive concernenti la gestione dei rifiuti, delle discariche e di alcune tipologie specifiche di rifiuti – quali gli imballaggi, i veicoli a fine vita, le pile ed i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;
   ricordato che il summenzionato pacchetto è stato esaminato dalla VIII Commissione, che ha approvato cinque distinti documenti finali;Pag. 166
   valutato molto positivamente, infine, il fatto che fra gli obiettivi strategici e i filoni principali d'intervento della politica europea figurano la prosecuzione dell'impegno a lungo termine per la lotta ai cambiamenti climatici e la progressiva costruzione di un'economia europea a basse emissioni di carbonio;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) in tema di lotta al cambiamento climatico, si valuti l'opportunità di intervenire, allo scopo di mantenere fede agli impegni assunti a livello internazionale, dando seguito alle decisioni adottate alla Conferenza di Marrakech (COP22), tenutasi a novembre 2016, per dare piena attuazione all'accordo di Parigi, verificando l'efficacia del sistema di monitoraggio e di costante revisione periodica degli obiettivi in termini di riduzione dei gas a effetto serra;
   b) si valuti l'opportunità di concludere in tempi rapidi il processo di riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (sistema ETS) dei gas ad effetto serra, assicurandone la piena efficacia, nel senso di: attribuire un prezzo adeguato al carbonio tale da risultare sufficientemente dissuasivo rispetto alle emissioni prodotte e indirizzare gli investimenti delle imprese verso la decarbonizzazione, evitando alle imprese stesse oneri di adeguamento sproporzionati; garantire che la nuova metodologia prevista per l'individuazione dei settori esposti a rischio di rilocalizzazione non comporti una riduzione dei settori inclusi, tale da determinare un pregiudizio per la competitività delle aziende europee più esposte alla concorrenza; valutare l'opportunità di utilizzare strumenti fiscali volti a disincentivare le emissioni maggiormente inquinanti, e, al contempo, eliminare facilitazioni e sussidi per le fonti maggiormente inquinanti;
   c) con riguardo ai settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione ETS, si valuti l'opportunità di definire il raggiungimento di un più equo ed equilibrato sistema di ripartizione degli sforzi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra tra gli Stati membri, anche attraverso la determinazione di appropriate flessibilità, valorizzando gli sforzi dei Paesi che, come l'Italia, hanno già ridotto in anticipo le proprie emissioni;
   d) nel quadro delle iniziative volte a dare attuazione all'Unione dell'energia, si valuti di procedere con l'approvazione del pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», con particolare riguardo all'adozione delle misure volte a conseguire l'obiettivo dell'Unione europea del 27 per cento di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, anche attraverso il riorientamento dei finanziamenti verso la produzione di energia pulita e la promozione di investimenti nel campo della ricerca e della innovazione. Si valuti l'opportunità di un intervento stringente per quanto riguarda eventuali sussidi alle fonti fossili ancora presenti negli Stati membri, nonché di un riordino complessivo dei meccanismi di incentivazione alle fonti rinnovabili di energia per favorirne lo sviluppo su scala continentale con un sistema di regole stabile e omogeneo tra i diversi paesi;
   e) nell'ambito delle iniziative in favore di una mobilità a bassa emissione di carbonio, si valuti di procedere con la revisione dell'attuale direttiva «veicoli puliti», che si prefigge di migliorare il contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'UE in materia di lotta al cambiamento climatico e all'inquinamento dell'aria e di stimolare il mercato a produrre veicoli sempre più puliti e ad incrementare la competitività. Nel contempo si assumano tutte le iniziative volte a promuovere la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, l'uso dell'auto ibrida ed elettrica e i sistemi di car-sharing;
   f) relativamente all'economia circolare, si valuti di integrare l'approccio adottato dalla Commissione europea, attraverso l'assunzione esplicita del concetto di prevenzione e di attività propedeutiche Pag. 167alla prevenzione della produzione dei rifiuti quali la riprogettazione dei prodotti e dei cicli produttivi e le attività di disassemblaggio;
   g) sempre in tema di economia circolare e limitazione degli sprechi, si valuti l'opportunità di promuoverne l'attuazione attraverso interventi coordinati in grado di proporre un quadro regolatorio che contemperi la dimensione ambientale con quella economia e sociale, in linea con l'approccio seguito dalla normativa italiana di recente approvazione, che pone al centro della questione non tanto i rifiuti alimentari ma piuttosto le eccedenze, e il loro recupero ai fini della alimentazione umana per solidarietà sociale. Si tratta di un cambio di prospettiva che consente di vedere i surplus generati all'interno della filiera agroalimentare come risorsa, da gestire in modo efficiente e coordinato, affinché non diventino spreco.
   h) Appare prioritario intervenire sul piano delle risorse finanziarie, della formazione del capitale umano e dell'informazione ai cittadini, del rafforzamento del sistema sanzionatorio nonché della revisione degli incentivi e delle agevolazioni attualmente esistenti che non risultino coerenti con gli indirizzi generali;
   i) nell'ambito del processo di revisione delle sei direttive in materie di rifiuti, si valuti attentamente la possibilità di: introdurre obiettivi più ambiziosi, puntando al rafforzamento delle politiche di prevenzione e all'incremento del riciclo dei rifiuti rispetto ad altre forme di recupero e smaltimento, privilegiando a tal fine interventi volti a responsabilizzare cittadini e imprese in base al principio del «chi inquina paga»; incentivare attraverso la fiscalità ambientale gli investimenti a favore delle imprese più innovative ed efficienti; promuovere e finanziare prodotti di lunga durata, facilmente riparabili, riusabili e riciclabili; adottare misure di sostegno alla ricerca e alla eco-innovazione. Si valuti la necessità di: chiarire alcuni concetti chiave in tema di rifiuti, considerato che le scelte terminologiche si rivelano determinanti per la corretta applicazione della normativa in materia; introdurre una metodologia unica e armonizzata di calcolo delle quantità di rifiuti riciclate; individuare un modello unico di responsabilità estesa del produttore da poter applicare uniformemente a livello europeo;
   j) in relazione alla strategia sull'uso, riuso e riciclo delle plastiche, si valuti di porre in particolare evidenza le finalità di prevenzione o riduzione della produzione di rifiuti in plastica attraverso misure per l'ecodesign – anche prevedendo forme di penalizzazione degli imballaggi non riciclabili che utilizzano plastiche eterogenee – e per lo sviluppo di tecnologie per il riciclo degli imballaggi non integralmente riciclabili. Andrebbe, inoltre, chiarito, anche attraverso campagne informative rivolte ai cittadini, il diverso fine-vita delle plastiche tradizionali rispetto alle plastiche compostabili, promuovendo maggiori controlli in ordine alla diffusione di imballaggi non conformi alla legge, dannosi per l'ambiente e per la salute dei consumatori;
   k) si valuti di rafforzare l'azione per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030, fissati a livello internazionale nel quadro delle Nazioni Unite, promuovendo a tal fine il ruolo di guida che l'Unione europea può rappresentare. A tal fine appare indispensabile che a livello europeo ci si doti di un quadro di riferimento chiaro e di un percorso di attuazione interno.