CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 febbraio 2017
764.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio: Verso una politica commerciale solida per l'UE nell'interesse della crescita e dell'occupazione (COM(2016) 690 final e Allegato).

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1036 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri dell'Unione europea e il regolamento (UE) 2016/1037 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di sovvenzioni provenienti da paesi non membri dell'Unione europea (COM(2016) 721 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

  La X Commissione,
   esaminate, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio «Verso una politica commerciale solida per l'UE nell'interesse della crescita e dell'occupazione» (COM(2016)690) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/1036 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri dell'Unione europea e il regolamento (UE) 2016/1037 relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di sovvenzioni provenienti da paesi non membri dell'Unione europea (COM(2016)721);
   preso atto degli elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte sul documento;
  premesso che:
   le proposte in oggetto si inseriscono in un contesto contrassegnato da un'accentuazione della competizione commerciale da parte di alcune economie emergenti, in particolare della Cina, che talora assume oggettivamente caratteristiche di vera e propria concorrenza sleale. Contemporaneamente, è in atto una discussione sull'eventuale riconoscimento alla medesima Cina dello status di economia di mercato;
   l'UE appare particolarmente vulnerabile nei confronti di pratiche commerciali sleali rispetto ad altri Paesi, come gli Stati Uniti, che applicano un numero maggiore di misure antidumping, con dazi spesso molto più alti. I differenziali dei dazi applicati da altri membri del WTO inducono la Cina a dirottare la sua produzione verso i mercati europei dove i dazi sono più bassi, con grave pregiudizio per la manifattura europea, in particolare nel settore della siderurgia dove la crescita esponenziale della produzione e delle esportazioni cinesi, anche attraverso pratiche commerciali sleali, ha provocato la perdita di numerosi posti di lavoro in Europa;
  considerato che:
   la comunicazione COM(2016)690 sollecita gli Stati membri ad approvare con urgenza la proposta di regolamento COM(2013)192 volta a modernizzare gli strumenti di difesa commerciale;Pag. 148
   la proposta di regolamento COM(2016)721 prospetta, invece, l'introduzione di un nuovo metodo di calcolo del dumping sulle importazioni da Paesi in cui vi sono distorsioni del mercato o in cui lo Stato ha un'influenza pervasiva sull'economia, rispondendo così anche agli effetti prodotti dalla decadenza di alcune disposizioni del Protocollo di adesione della Cina al WTO relative ai criteri per la determinazione del dumping per le economie non di mercato;
   sulla proposta di regolamento COM(2013)192 si è prodotta una situazione di stallo per effetto del mancato accordo in sede di Consiglio. Oggetto di controversia è, in particolare, la permanenza o meno della cosiddetta regola del dazio inferiore, che consente alla Commissione di istituire i dazi a un livello inferiore al margine di dumping se tale livello è sufficiente a eliminare il pregiudizio arrecato ai prodotti dell'UE;
   l'Italia, che nel 2014, durante la Presidenza di turno, aveva tentato di raggiungere un compromesso sul testo, è tra i Paesi membri che vogliono eliminare la regola del dazio inferiore in quanto non sufficiente a tutelare le imprese europee di fronte al dumping praticato da alcuni partner commerciali, in particolare dalla Cina. Altri Paesi membri, invece, che hanno una più ridotta vocazione manifatturiera dell'Italia, sembrano orientati a mantenere la regola, nella speranza che ciò concorra ad acquisire maggiori investimenti dalla Cina;
   di fronte alla citata situazione di stallo, la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento COM(2016)721 che, a suo giudizio, dovrebbe assicurare un livello di protezione antidumping adeguato attraverso la possibilità di utilizzare, in taluni casi, prezzi e valori di riferimento internazionali esenti da distorsioni o i corrispondenti costi di produzione e di vendita di un paese rappresentativo appropriato, con un livello di sviluppo economico analogo a quello del paese esportatore che presenta distorsioni significative;
   la proposta di regolamento COM(2016)721 sembra costituire una sorta di espediente con il quale la Commissione tenta di aggirare la questione del riconoscimento della Cina quale economia di mercato, diventata urgente a causa della decadenza (12 dicembre 2016) di alcune disposizioni del Protocollo di adesione della Cina al WTO relative ai criteri per la determinazione del dumping per le economie non di mercato sospette di fare uso di strumenti commerciali sleali. In particolare, nelle more del riconoscimento della Cina come economia di mercato, il citato Protocollo prevede che per le importazioni dalla Cina si possano utilizzare metodologie alternative al metodo del valore normale per calcolare il margine di dumping;
   nel Consiglio affari esteri dell'11 novembre 2016, la Presidenza slovacca ha prospettato agli Stati membri un ulteriore testo di compromesso (si mantiene la regola del dazio inferiore, mentre è consentita l'applicazione di dazi più elevati del margine di pregiudizio solo a titolo di eccezione, in circostanze ben definite), sul quale non è stato tuttavia possibile raggiungere un accordo politico. L'Italia ha espresso una posizione di forte critica, anche nella riunione conclusiva del Coreper del 13 dicembre 2016, non ritenendo il testo di compromesso capace di proteggere gli interessi della manifattura europea e reputando, inoltre, l'impostazione proposta di fatto inattuabile;
   più in dettaglio, le perplessità italiane riguardano in particolare: la restrittiva definizione delle «raw material distortions»; la previsione del 20 per cento come limite minimo di componente distorsiva delle materie prime rispetto al costo di produzione del prodotto; l’interim review destinata nei primi due anni ad abbassare il livello dei dazi;
   le misure prospettate dalla Commissione europea appaiono eccessivamente indeterminate e vaghe nei loro riferimenti giuridici, potrebbero comportare l'apertura di un contenzioso con la Cina, per Pag. 149iniziativa della Cina stessa, davanti al WTO e, pertanto, sarebbe opportuno valutare criteri per la determinazione del dumping più certi e con un minore margine di discrezionalità;
   di conseguenza, nei negoziati in corso il Governo italiano si è espresso contro un eventuale riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina e per una soluzione legislativa che abbia come base la parte del paragrafo 15 del Protocollo di adesione della Cina al WTO rimasta in vigore anche dopo il 12 dicembre 2016. Ciò comporterebbe, a giudizio del Governo italiano, la piena rispondenza del regolamento antidumping di base dell'UE con le disposizioni antidumping del WTO e permetterebbe di evitare il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina;
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,

esprime una valutazione contraria

  con le seguenti osservazioni:
   a) in linea generale, le proposte non garantiscono quel rafforzamento delle politiche commerciali dell'UE che appare necessario nel contesto attuale, tenuto conto della concorrenza molto aggressiva e spesso sleale esercitata da alcuni Paesi, in particolare dalla Cina, anche alla luce delle misure, rilevatesi più efficaci, praticate da tempo da alcuni partner, tra cui gli Stati Uniti d'America;
   b) in particolare non può essere mantenuta oltre la regola del dazio inferiore che, peraltro, non discende dalla regolamentazione WTO e costituisce uno specifico dell'ordinamento europeo che non trova riscontro in altri ordinamenti;
   c) nell'attuale situazione, non si può procedere al riconoscimento della Cina quale economia di mercato, non essendo soddisfatti i cinque criteri con cui l'UE ha valutato fino ad oggi lo status di economia di mercato. Peraltro, un ulteriore imprescindibile criterio da assumere deve essere individuato nella verifica del mancato ricorso al dumping sociale, ossia a pratiche produttive che si basano sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla negazione di diritti irrinunciabili dei lavoratori stessi, ampiamente praticato da alcune economie, in particolare dalla stessa Cina;
   d) più in generale, le politiche antidumping europee devono basarsi su criteri certi e definiti, tali da non determinare situazioni di incertezza che possano porre gli operatori economici nell'impossibilità di conoscere le regole concretamente applicabili. Le disposizioni della proposta per la definizione di un valore normale di calcolo del dumping sembrano rimettere a una valutazione discrezionale la scelta di assumere i parametri indicati, ai quali non viene attribuito carattere vincolante. In proposito, le modifiche in sede negoziale dovrebbero andare nel senso di rendere meno aleatori e discrezionali i parametri previsti.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013; b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012; c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011. C. 2714 Governo.

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge recante: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013; b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012; c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011;
   sottolineato che gli Accordi rispondono all'esigenza di apertura dei servizi aerei da ogni città dell'Unione europea verso gli Stati contraenti e viceversa, di liberalizzazione dell'accesso al mercato, creando nuove opportunità di investimento per gli Stati membri e garantendo, al contempo, il rispetto dei diritti dei consumatori nell'ambito del trasporto aereo,
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

5-10525 Cancelleri: Indagine in merito ad un presunto conflitto di interessi all'interno del consiglio di amministrazione di Enit.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Cancelleri chiede quali azioni il Ministero voglia attuare per eliminare i conflitti di interesse all'interno dell'ENIT.
  Riscontro nuovamente all'interrogazione del febbraio scorso, in merito alle situazioni di potenziale conflitto di interesse, relative al ruolo ricoperto dai due consiglieri di amministrazione dell'Ente e riferisco che la competente Direzione Generale Turismo, d'intesa con la Direzione Generale Bilancio, era in attesa della nomina del responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione, al quale formulare il quesito relativo ad eventuali conflitti di interesse rinvenibili nelle posizioni apicali e dirigenziali e richiedendo di voler provvedere, ove mai ne fosse riscontrata la sussistenza, ad individuare specifiche misure di salvaguardia.
  Il responsabile della prevenzione e della trasparenza è stato nominato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 12-2016 del 22 aprile 2016 nella persona del dott. Giovanni Bastianelli.
  Relativamente alla menzionata richiesta di approfondimenti sui possibili profili di incompatibilità e conflitto di interesse, con nota pervenuta proprio ieri, il dott. Bastianelli ha precisato, in relazione alla posizione del Consigliere Preiti, che la società Sociometrica, di cui lo stesso è socio di maggioranza, non ha mai svolto, direttamente o indirettamente, attività di promozione turistica, in quanto attiva esclusivamente per attività di studio e di ricerca di carattere sociale ed economico.
  In merito al Consigliere Lazzerini, nella citata nota non è stata rinvenuta alcuna situazione di incompatibilità o inconferibilità ai sensi del d.lgs. 39/2013, in quanto il ruolo dello stesso come responsabile della compagnia aerea Emirates si configura come ordinaria attività societaria, gestibile con l'ordinario meccanismo di astensione, rispetto a delibere in potenziale conflitto di interesse.
  Questi gli elementi forniti, appunto, nella giornata di ieri dall'ENIT dei quali prendiamo atto e riferisco.
  Rassicuro in ogni caso sull'attività di vigilanza che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo continuerà a svolgere sull'Istituto, rimanendo a disposizione per ogni ulteriore informazione potesse ritenersi necessaria.

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ALLEGATO 4

5-10526 Ricciatti: Salvaguardia dell'attrattività turistica dei luoghi colpiti dai recenti eventi sismici.
5-10527 Polidori: Azioni a favore del comparto turistico umbro.
5-10529 Galgano: Misure a sostegno del settore turistico nelle regioni danneggiate dal terremoto.

TESTO DELLA RISPOSTA CONGIUNTA

  Con interrogazioni diverse, gli onorevoli Ricciatti, Galgano e Polidori, portano all'attenzione di questa Commissione la grave crisi che sta attraversando il settore del turismo nelle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, colpite dagli eventi sismici dall'agosto scorso ad oggi.
  Permettetemi quindi di rispondere congiuntamente così da poter illustrare l'impegno del Governo, e dell'Amministrazione che rappresento, al riguardo.
  Il Piano Strategico di sviluppo del Turismo 2017-2022 (PST), presentato al Consiglio dei Ministri in data 16 dicembre 2016 e già riscontrato positivamente anche da questa Commissione, è stato predisposto dal Comitato Permanente per la promozione del turismo in Italia in base ad una logica fortemente partecipativa.
  Come emerso proprio in occasione del parere di questa Commissione parlamentare sul Piano Strategico, i recenti eventi sismici, combinati anche a gravi fenomeni meteorologici, rendono necessaria una forte azione di tutela e rilancio delle attività turistiche nei territori direttamente e indirettamente colpiti.
  A tal fine, proprio in accoglimento di quanto richiesto da questa Commissione, nel testo di Piano Strategico, che sarà portato all'esame di uno dei prossimi Consigli dei Ministri, sarà espressamente prevista la priorità di intervento per le Regioni colpite dal terremoto e le modalità di intervento saranno specificamente declinate nei programmi attuativi annuali.
  Tra le iniziative già avviate in materia si segnala l'attivazione di un gruppo di lavoro a partecipazione volontaria (rappresentanti delle Regioni colpite dal sisma, delle associazioni di categoria e del sistema imprenditoriale turistico) volto a operare sui seguenti temi:
   raccolta delle segnalazioni di criticità, e relativi fabbisogni, presso gli operatori del settore;
   individuazione delle azioni prioritarie e delle misure a sostegno delle imprese, dei lavoratori e di tutta la filiera turistica;
   monitoraggio sulla disponibilità degli operatori a fornire ospitalità, risorse e servizi alle popolazioni colpite dal sisma;
   pianificazione di eventuali iniziative di comunicazione – a supporto della promozione della stagione turistica 2017 per il centro Italia – che prevedano un'opportuna valutazione dei rischi, ma che, allo stesso tempo, possano frenare allarmismi inutili e dannosi.

  A valle di una serie di incontri svolti da settembre 2016 il gruppo di lavoro – riunitosi anche nell'ambito della sessione plenaria del Comitato Permanente per la Promozione del Turismo, alla presenza del Sottosegretario Bianchi – ha esaminato le Pag. 153maggiori problematiche emerse fino a quel momento e individuato proposte di primi provvedimenti emergenziali per il sostegno alle imprese, al fine di attutire il più possibile l'impatto negativo sul comparto e favorire la pronta ripresa del settore turistico. Il tavolo di lavoro ha condiviso unanimemente l'esigenza di salvaguardare l'identità e l'economia delle comunità che vivono in quei luoghi, proponendo misure di aiuto alle realtà imprenditoriali impegnate nella promozione e nell'accoglienza di quel turismo di qualità capace di contribuire alla ripresa economica di un territorio ad alta vocazione turistica. Si è convenuto di comune accordo nel richiedere la previsione di misure fiscali ad hoc per le zone colpite dal sisma (i.e. sgravi fiscali) ed il calcolo del danno indiretto (differenza tra il fatturato successivo al terremoto ed il fatturato degli anni precedenti), attraverso lo stanziamento di risorse straordinarie per far fronte ad un evento di eccezionale gravità.
  Le evidenze emerse nel contesto del gruppo di lavoro sono in molti casi state già recepite all'interno dei provvedimenti emergenziali varati dal Governo a partire da ottobre 2016, con particolare riferimento al decreto-legge sul terremoto, adottato dal Consiglio dei Ministri del 2 febbraio e attualmente in corso di pubblicazione.
  È in tale contesto che può svilupparsi il coordinamento tra ENIT, Regioni interessate dallo sciame sismico e DMO (Destination management organization), ovvero l'APT citato dall'On. Ricciatti.
  Proprio a tale proposito, il Ministro è in procinto di attivare la Direzione generale Turismo, con apposito atto di indirizzo, affinché garantisca il coordinamento delle tante e importanti iniziative che il mondo del turismo realizza a favore delle imprese e della filiera turistica colpite dall'evento sismico, avvalendosi della metodologia partecipativa proposta, appunto, dal Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo.
  L'esito di tale processo dovrà, inoltre, facilitare la definizione di adeguate azioni di comunicazione da indirizzare sui vari mercati di riferimento al fine di veicolare una corretta informazione in merito alle aree non interessate direttamente dal sisma, ma percepite come zone a rischio, come evidenziato nel testo dell'interrogazione dell'On.le Galgano.
  Si sottolinea che tale processo dovrà avvenire nel rispetto delle disposizioni, in materia di promozione turistica, contenute nell'articolo 22 del decreto-legge 189/2016 (Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016) che attribuisce al Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione la competenza alla predisposizione del programma per la promozione e il rilancio del turismo nei territori colpiti dal sisma, in collaborazione con ENIT, sentite le Regioni interessate, specifiche risorse sono già appostate per essere trasferite sul bilancio di ENIT per le finalità indicate nella norma.
  Onorevoli Ricciatti, Galgano e Polidori, Onorevoli membri di questa Commissione, ringrazio per le interrogazioni poste e che hanno dato l'opportunità di evidenziare quello che il Ministero sta facendo e quanto ha in programma di realizzare, nella consapevolezza della gravità della situazione e della necessità di uno sforzo rilevante, da parte di tutte le istituzioni, che porti a risultati concreti in tempi ragionevolmente brevi.

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ALLEGATO 5

5-10528 Benamati: Azioni a favore della riqualificazione delle aziende termali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Fanucci intende mettere in luce la questione delle aziende termali la cui riqualificazione favorirebbe l'attuazione di politiche di promozione del termalismo e del turismo nei territori termali.
  Il sistema di norme che regolano i principi ispiratori e l'iter di predisposizione e attuazione del Piano strategico di sviluppo del turismo (PST) evidenzia come il documento (ma sarebbe più opportuno parlare di processo strategico di sviluppo) sia volto a dotare di una visione unitaria l'Italia del turismo e della cultura, rispondendo all'esigenza di porre il settore turistico al centro delle politiche di crescita del Paese (cfr. articolo 58 D.Lgs. 79/2011: «promuovere un'azione coordinata dei diversi soggetti, che operano nel settore del turismo, con la politica e la programmazione nazionale»). In discontinuità rispetto al passato, cioè, il PST 2017-2022 non si finalizza in un elenco di azioni operative, ma disegna la cornice funzionale ad un nuovo modello di programmazione condivisa degli interventi di sviluppo che ha nel Comitato permanente di promozione del turismo in Italia il suo nucleo propulsore e si muove nel pieno rispetto dell'autonomia e delle competenze (istituzionali e tecniche) di ciascun attore del sistema.
  In coerenza con quanto sopra e nel pieno rispetto delle norme sostanziali e procedurali vigenti, il Ministero dei beni e delle attività culturali, attraverso la DG Turismo, sta preliminarmente avviando la predisposizione del Programma Attuativo Annuale per il 2017, che, come definito dal Decreto Ministeriale dell'8 agosto 2014, dovrà tener conto «delle risorse disponibili» (articolo 4 comma 6).
  In particolare, si terrà conto delle oltre 150 proposte di azione – a vari livelli di maturità – già raccolte quale esito del lavoro di concertazione, discussione, elaborazione di soluzioni a fabbisogni emersi dai vari stakeholder (di cui si dirà più diffusamente a seguire), che ricomprendono, oltre a soggetti istituzionali (Regioni ed enti territoriali), le rappresentanze delle principali associazioni di categoria settoriali. Tra queste Federterme, che ha evidenziato le forti potenzialità del settore in una prospettiva di destagionalizzazione, diversificazione dell'offerta turistica, in un ambito quale quello della salute e del benessere, con forti margini di crescita.
  Tra l'altro, in fase di attuazione del PST sarà data continuità alle esperienze già positivamente sperimentate nell'ambito dei «Progetti Interregionali d'eccellenza». Tra questi già in corso di realizzazione con finanziamenti sia regionali che ministeriali si segnala un'iniziativa per la promozione e lo sviluppo del termalismo con capofila la Regione Veneto e la partecipazione delle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, che ha appunto la finalità di avviare un'azione sinergica in materia di turismo termale tra le quattro regioni.
  Con il Piano triennale dell'ENIT, inteso come strumento di programmazione delle attività, si intende promuovere il Brand Italia sui mercati turistici internazionali e favorire il turismo domestico. Tra le linee Pag. 155strategiche della programmazione 2016-2018 sono stati individuati una serie di cluster turistici che prevedono anche il settore Terme, Salute e benessere della persona.
  Inoltre, il Governo nelle sue diverse articolazioni – turismo, sanità, sviluppo economico e Dipartimento per gli affari regionali – ha in atto un'interlocuzione sistematica con Federterme. Si sta definendo e mettendo a punto un programma di interventi trasversali in base alle previsioni della legge 323 del 2000, che prevede appunto specifiche iniziative per il settore termale e che sarà compito del Parlamento eventualmente aggiornare.
  On. Fanucci, ribadisco al riguardo l'interesse del Governo alla promozione del settore termale e del turismo termale, sia attraverso l'attuazione del Piano Strategico del Turismo sia con specifici interventi normativi, tra i quali sarà attenzionata la proposta di legge da Lei richiamata nell'interrogazione.