CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 gennaio 2017
758.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-01051 Tidei: Sulla tutela dei difensori dei diritti umani.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    la tutela dei diritti umani fondamentali rappresenta una delle principali innovazioni normative della cultura giuridica occidentale. Dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani sono valori conclamati e sanciti con forza nella nostra Carta costituzionale, nella Carta dei diritti fondamentali e nei Trattati dell'Unione europea, nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, nonché nella Dichiarazione universale dei diritti umani;
    come riportato da numerose organizzazioni non governative, in ogni parte del mondo esistono ancora violazioni dei diritti fondamentali; secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International sono almeno 113 i Paesi nei quali la libertà di espressione e di stampa viene limitata, mentre in almeno 36 Paesi del mondo si sono registrate violazioni dovute alla presenza di gruppi o milizie armate e in 122 Paesi ci sono stati episodi di tortura documentati;
    anche in alcuni Paesi membri dell'Unione europea, vanno diffondendosi politiche e azioni tese a violare i diritti umani e le libertà fondamentali;
    i difensori dei diritti umani sono persone, gruppi di persone od organizzazioni che promuovono e proteggono i diritti umani attraverso mezzi pacifici e non violenti;
    il riconoscimento giuridico dei difensori dei diritti umani è avvenuto con la «Dichiarazione sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti», più nota come «Dichiarazione sui difensori dei diritti umani». Questo atto, dall'indiscutibile autorevolezza morale, ha il pregio di riconoscere formalmente la «difesa» dei diritti umani come un diritto in sé e di riconoscere gli individui che agiscono in difesa dei diritti umani come « Human Rights Defenders». A seguito di questo notevole riconoscimento giuridico, nel 2000, è stato compiuto un altro importante passo in avanti quando la Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto al segretario generale di nominare uno «Special Rapporteur on human rights defenders» con il compito di monitorare e di concretizzare l'attuazione della Dichiarazione;
    la suddetta Dichiarazione, adottata per consensus dall'Assemblea generale, pur non avendo valore vincolante, gode di un'indiscutibile autorevolezza morale sul piano internazionale e nazionale, costituendo, al tempo stesso, un impegno da parte degli Stati membri a mettere in atto le sue disposizioni;
    non soltanto a livello internazionale, ma anche a livello europeo, l'azione a tutela dei diritti umani riveste un'importanza centrale. L'Unione europea, sin dalla sua nascita, è annoverabile fra i soggetti internazionali maggiormente impegnati nella protezione dei diritti fondamentali, accanto alle Nazioni Unite. Invero, il rispetto dei diritti umani e delle Pag. 22libertà fondamentali, oltre al consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto, costituiscono alcune tra le finalità dell'azione esterna dell'Unione europea (articoli 3 e 21 Trattato sull'Unione europea). In tale quadro si ricollega l'azione europea di sostegno ai Difensori dei diritti umani, che è dal 2004 un elemento stabile dell'azione esterna dell'Unione europea per quanto concerne le politiche di sostegno ai diritti umani;
    la cornice giuridica onusiana e relativa alla tutela e alla protezione dei difensori dei diritti umani è stata accolta favorevolmente anche a livello europeo. In tal senso gli «Orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti umani» costituiscono un solido quadro per i lavori comunitari volti alla promozione e alla tutela dei diritti umani nell'azione pratica della politica estera. Tali «Orientamenti» permettono di avere una visione completa del ruolo e delle aspirazioni dell'Unione europea in tale ambito e ne costituiscono uno strumento pratico di attuazione, elaborato per produrre un concreto impatto sulla protezione dei diritti umani nei Paesi terzi;
    un contributo fondamentale alla protezione delle tematiche legate alla salvaguardia dei diritti umani viene fornito dal gruppo di lavoro «Diritti umani» (COHOM) creato nell'ambito del Consiglio dell'Unione europea, nel 1987. Tale gruppo è deputato alla individuazione delle situazioni nelle quali l'Unione europea è chiamata a intervenire;
    l'attenzione verso i difensori dei diritti umani si è manifestata anche a livello di singoli Paesi. Normative innovative e buone pratiche nazionali rappresentano importanti presidi volti alla protezione e difesa dei difensori e degli attivisti in pericolo nei loro Paesi d'origine;
    Paesi come la Finlandia, la Norvegia, la Svizzera, gli Stati Uniti, l'Irlanda, la Spagna, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca hanno tutti adottato strategie efficaci per la tutela dei difensori dei diritti umani;
    esistono interessanti esempi, come:
   a) i «visti umanitari» proposti dal Governo irlandese. Dal 2006 l'Irlanda ha un processo accelerato per le procedure di ingresso degli Human Rights Defenders in pericolo, attraverso il rilascio facilitato di un visto Schengen di tre mesi su basi umanitarie, con lo scopo di fornire un approccio rapido al processo di richiesta di un visto, in modo da permettere ai difensori, in momentaneo pericolo, di viaggiare in Irlanda per brevi periodi di tempo;
   b) le «Shelter Cities» (città rifugio) olandesi. Il Governo olandese prevede in alcune città la disponibilità di offrire rifugio temporaneo, dai tre ai sei mesi, ai difensori dei diritti umani quando questi sono seriamente minacciati a causa del loro operato da attivisti. Il programma fornisce per ogni difensore: alloggio, una persona di riferimento locale in ogni città aderente, la copertura totale delle spese di viaggio e vitto, l'assicurazione sanitaria, l'opportunità di forse dei training per incrementare il livello di preparazione del suddetto;
   c) la normativa nazionale della Spagna. Il programma spagnolo per la tutela e la salvaguardia dei difensori dei diritti umani, inizialmente indirizzato ai Paesi dell'America latina, attualmente aperto a tutte le nazionalità, anche se tuttora rimane utilizzato principalmente per gli Human Rights Defenders provenienti dall'America Latina. In concreto, l'identificazione degli Human Rights Defenders in pericolo è effettuata dalle organizzazioni non governative sul campo, dagli attori statali oppure dagli stessi Human Rights Defenders che si rivolgono ad un'ambasciata. Conseguentemente, l'ambasciata provvede a verificare i casi prima di riferirli, attraverso un canale sicuro, all'Ufficio per i diritti umani del Ministero degli affari esteri spagnolo. La Spagna è organizzata anche a livello regionale, attraverso la creazione di «Shelter Cities Programme»;
   d) il programma europeo denominato ProtectDefenders.eu. Esso consiste in un meccanismo di protezione per gli Human Pag. 23Rights Defenders, ed è stato creato affinché l'Unione europea provveda a fornire un supporto stabile, omnicomprensivo e gender-sensitive agli individui e/o agli attori locali che combattono per promuovere e per difendere i diritti umani nel mondo. Tale meccanismo si prefissa di raggiungere tutti gli Human Rights Defenders, anche quelli che lavorano nelle aree più remote e in Paesi nei quali è particolarmente pericoloso lavorare in difesa dei diritti umani. Ha un particolare focus sui difensori maggiormente vulnerabili, vale a dire: donne protettrici dei diritti umani, difensori dei diritti dei LGBT, ambientalisti, difensori per i diritti sociali ed economici, difensori delle minoranze, avvocati e tutti quelli che combattano per la libertà di espressione e di associazione;
    ci sono molte organizzazioni non governative che offrono un sostegno straordinario ai Governi nella protezione degli attivisti che operano in scenari complessi, di guerra e non solo;
    anche nel corso della presente legislatura sono state depositate in ambi i rami del Parlamento alcune proposte di legge volte all'istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, il cui percorso d'esame e d'approvazione deve essere sostenuto e accelerato,

impegna il Governo:

   a dare attuazione, in linea con quanto già fatto da altri Stati membri, agli orientamenti dell'Unione europea in materia di salvaguardia dei difensori dei diritti umani;
   a definire le modalità per assicurare un coordinamento per la tutela dei difensori dei diritti umani che, mediante il coinvolgimento di tutti i Dicasteri competenti e sulla base delle necessarie risorse finanziarie, valuti le migliori modalità di accoglienza e protezione, inclusa la possibile definizione di apposite modalità di ingresso e soggiorno per il ricollocamento temporaneo;
   a sostenere le iniziative a favore della tutela e protezione dei difensori dei diritti umani discusse nel competente gruppo di lavoro del Consiglio dell'Unione Europea anche in attuazione del Piano d'Azione UE sui diritti umani e la democrazia 2015-2019;
   a sostenere iniziative volte alla promozione di un coordinamento con organizzazioni non governative ed enti religiosi disposti a creare una rete di protezione nei Paesi di provenienza degli attivisti;
   a sostenere ogni iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative del MAECI con quelle simili adottate dagli altri Stati membri e a livello europeo.
(8-00219) «Tidei, Quartapelle Procopio, Nicoletti, Fedi, Monaco, Chaouki, Garavini, Censore».

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ALLEGATO 2

Risoluzioni nn. 7-01162 Cicchitto e 7-01168 Manlio Di Stefano: Sugli sviluppi della crisi politica ed umanitaria in Venezuela.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    si richiama la risoluzione n. 8-00196 Porta e altri, approvata dalla III Commissione il 27 luglio 2016, sulla soluzione della crisi politica ed umanitaria in Venezuela;
    persiste in tale Paese la gravissima crisi politica ed umanitaria, derivante per un verso dal perdurante negativo andamento dell'economia – basti pensare al calo stimato del 13 per cento del prodotto interno lordo nel solo 2016 – e per altro verso dalla tensione acuta tra il Governo del presidente Nicolas Maduro e le forze parlamentari di opposizione, divenute maggioritarie dopo le elezioni del 2015, di cui risente gravemente la stessa comunità di connazionali residenti;
    il 2017 si è aperto all'insegna dell'instabilità dopo che la coalizione di opposizione, la Mesa de la Unidad Democratica (MUD), ha operato un avvicendamento alla presidenza della Camera tra Ramos Allup e Julio Borges leader di Primero Justicia, che ha esordito il suo mandato reiterando l'obiettivo della rimozione del presidente Maduro;
    il 13 gennaio è prevista una tornata di dialogo sotto l'egida dell’Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) e del Vaticano tra il Governo e l'opposizione, alla quale lo stesso Borges ha già annunciato di non prendere parte;
    il Parlamento è nel frattempo stato dichiarato «disobbediente» dal Tribunale Supremo de Justicia ed i suoi atti vengono sistematicamente cassati dallo stesso. Esso non riesce pertanto ad esercitare il necessario e fondamentale ruolo di contrappeso al potere del presidente Maduro;
    la scelta del Segretario di Stato degli Stati Uniti nella persona di Rex Tillerston, ex dirigente della Exxon Mobil, multinazionale in aperto contrasto con il presidente Maduro, potrebbe determinare un ulteriore deterioramento delle relazioni con gli Stati Uniti e del regime di sanzioni internazionali che grava sul Paese;
    permane lo stato di detenzione di leader politici quali Leopoldo Lopez, Antonio Ledezma, Lorent Saleh, la cui liberazione appare necessaria per l'avvio di un dialogo effettivo tra le parti;
    d'altra parte, al presidente della Commissione esteri del Senato, il senatore Pierferdinando Casini, recatosi in visita a Caracas a fine dicembre 2016, le forze dell'ordine venezuelane hanno impedito di rendere visita all'ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, agli arresti domiciliari con l'accusa di golpe;
    nel frattempo la condizione di vita della popolazione è peggiorata in modo esponenziale: continuano a mancare cibo e medicine; non vi è alcuna sicurezza per cui i cittadini sono limitati nella propria libertà di movimento al fine di evitare di esporsi a violenze e assassini, che rappresentano la normalità nella capitale Caracas, la città di più pericolosa al mondo secondo le statistiche;
    non può essere dimenticata la morte, avvenuta il 6 giugno 2016, di un Pag. 25funzionario in servizio presso il consolato italiano a Caracas, ucciso nella sua stessa abitazione in circostanze ancora da chiarire e per acclarare le quali l'Italia attende una risposta alla rogatoria internazionale inviata;
    la condizione della popolazione è divenuta ormai insostenibile e si rischia la guerra civile se si tiene conto che per il 2017 è previsto un tasso di inflazione pari al 200 per cento e che l'80 per cento della popolazione guadagna circa 30 dollari al mese, che non consentono di provvedere all'acquisto di beni di prima necessità per cui il Governo di Caracas ha disposto per i prossimi giorni la distribuzione a 15 milioni di venezuelani di una carta annonaria, il Carnet de la patria, per il razionamento dei generi alimentari essenziali;
    il Paese versa anche in un'eccezionale crisi monetaria, ai limiti del default, derivante dalla imposizione del cambio fisso sul dollaro, dal controllo statale sui prezzi e da un eccesso di liquidità connesso all'aiuto che la Banca centrale venezuelana fornisce da anni alla compagnia petrolifera venezuelana (Pdvsa), da cui deriva un'inflazione calcolata dal Fondo monetario internazionale al 475 per cento nel 2016. I venezuelani si confrontano di fatto con un triplice cambio, oltre a quello ufficiale; il prezzo della farina è triplicato dall'inizio dell'anno e per il 2 gennaio il presidente Maduro ha ordinato la sostituzione delle banconote da 100 bolivares, equivalenti all'irrisorio valore di 3 centesimi di euro, con banconote da 20 mila bolivares che non sono state distribuite dalle banche, con conseguenti assalti agli sportelli, gravi disordini, violenze e alcune vittime;
    quanto alla comunità di connazionali italiani, che malgrado tutto continua a svolgere un ruolo di significativa importanza nei diversi comparti dell'economia nazionale e che negli anni Sessanta rappresentava il gruppo di stranieri residenti più numeroso, prima di quello spagnolo e portoghese, per la situazione del Paese dalle oltre 210 mila unità del 1976 la sua consistenza è passata alle 142.000 mila di oggi (dato del 2015);
    è positivo che il Governo italiano abbia previsto a partire dal 1o gennaio 2017 per i 3.600 pensionati italiani residenti che il calcolo per l'integrazione dell'assegno sia effettuato sulla base del cambio DICOM e non più di quello ufficiale e totalmente irrealistico, contribuendo ad alleviare la condizione difficile in cui versano tali connazionali;
    il 4 dicembre 2016 il Venezuela è stato sospeso a tempo indeterminato dal Mercosur (il mercato comune del Sud) per inadempienza rispetto al sistema comune di tariffe commerciali e al coordinamento complessivo delle politiche macroeconomiche. La controversa decisione, assunta con il voto di Argentina, Brasile Paraguay e con l'astensione dell'Uruguay, rischia di aggravare ulteriormente la situazione della popolazione, prefigurando l'esclusione del Venezuela dell'area commerciale sudamericana;
    la posizione del Venezuela è critica anche in seno all'OSA, l'Organizzazione degli Stati americani, retta dal segretario generale Luis Almagro, che, pur eletto con il sostegno del fronte bolivariano, come emerso nella sua visita a Roma del novembre 2016, ha posto per la prima volta in seno al Consiglio permanente dell'Organizzazione la «questione venezuelana» in ragione del clima intimidatorio in occasione delle elezioni politiche del 2015, per le accuse di coinvolgimento governativo nella morte dell'oppositore Luis Manuel Diaz, nonché per la richiesta di amnistia per i prigionieri politici in Venezuela. Almagro ha attivato in modo inedito l'applicazione della Carta democratica interamericana che prevede la possibilità di sanzioni nei confronti dei Paesi membri in cui si verifichino rotture democratiche,

impegna il Governo:

   a proseguire nell'azione politico diplomatica per favorire una soluzione pacifica della crisi politica in Venezuela, ripristinando lo Stato di diritto e le necessarie garanzie sul piano della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali;Pag. 26
   ad assumere ogni iniziativa utile a lenire la preoccupante situazione umanitaria, soprattutto per quanto concerne l'afflusso di medicinali e generi alimentari di prima necessità, con un'attenzione specifica nei confronti della comunità italiana residente;
   a facilitare la mediazione di pace in corso in Venezuela e che vede nella Santa Sede il principale protagonista;
   a intraprendere con il Governo venezuelano un percorso di dialogo serio affinché venga tutelata la sicurezza dei cittadini italo-venezuelani, si ripristinino i voli da e verso Caracas da parte delle compagnie aeree e si sostengano i legittimi interessi delle imprese italiane che vantano crediti nel Paese.
(8-00220) «Cicchitto».