CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 gennaio 2017
751.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10068 Cominardi: Lavoratori presenti in Lombardia che hanno maturato anzianità contributive pari o superiori a 40 anni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento ai dati richiesti con il presente atto parlamentare, metto a disposizione della Commissione le tabelle fornite dall'Inps, precisando che i dati in esse contenute evidenziano il numero di lavoratori presenti al 13 gennaio 2017, nel Casellario dei lavoratori attivi che:
   sono ancora in vita e risiedono in una delle province della Regione Lombardia;
   hanno ottenuto l'accredito di contributi nel 2016;
   non sono titolari di pensione diretta;
   sono in possesso di 40, 41 o 42 anni di contribuzione.

  Ricordo, inoltre, che la legge di bilancio per il 2017 ha previsto che i lavoratori che sono in possesso di dodici mesi di contribuzione per lavoro effettivo prima del raggiungimento del diciannovesimo anno di età (cosiddetti lavoratori precoci), possono accedere al pensionamento anticipato con un requisito contributivo di 41 anni (in luogo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) purché si trovino in una delle seguenti condizioni:
   siano disoccupati e abbiano concluso da almeno tre mesi la prestazione sociale per la disoccupazione;
   assistano da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave;
   abbiano una riduzione della capacità lavorativa, per invalidità civile, almeno del 74 per cento;
   siano lavoratori dipendenti impegnati da almeno sei anni in lavori particolarmente pesanti.Pag. 82  

Pag. 83  

Pag. 84     

  

Pag. 85

ALLEGATO 2

5-10181 Gnecchi: Collegamento tra rischio di mortalità e svolgimento di attività lavorative gravose

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il presente atto parlamentare, si richiama l'attenzione del Governo sul collegamento tra rischio di mortalità e lo svolgimento di attività lavorative gravose.
  Al riguardo, voglio innanzitutto ricordare che l'INAIL ha partecipato allo studio, coordinato dall'Ordine nazionale degli attuari, sulla «mortalità dei percettori di rendita in Italia», i cui risultati sono stati presentati il 13 dicembre 2016 all'INPS.
  Tale studio ha analizzato la variazione delle tendenze demografiche dei percettori di rendita o pensione, monitorando la mortalità e la durata di vita delle diverse collettività coinvolte e confrontando gli andamenti con le analoghe tendenze della popolazione generale. La Consulenza statistico attuariale dell'INAIL ha contribuito fornendo, per ciascun anno del periodo statistico 1996-2011, i dati necessari al calcolo dei tassi di mortalità per i percettori di rendita di inabilità permanente da infortunio sul lavoro o malattia professionale, ovvero il numero degli esposti al rischio di eliminazione per morte e il numero dei decessi distinti per genere ed età.
  Voglio sottolineare che l'INAIL monitora periodicamente la sopravvivenza dei propri reddituari, elaborando tavole di mortalità distinte per normativa di riferimento delle rendite, tipologia di evento e classe di grado di inabilità permanente.
  Le tavole di mortalità che sono proiettate nel tempo rappresentano una delle basi tecniche fondamentali per la costruzione dei coefficienti di capitalizzazione, aggiornati periodicamente e necessari per il calcolo dei valori capitali delle prestazioni. Ricordo che i nuovi coefficienti di capitalizzazione sono stati recentemente approvati con decreto ministeriale 22 novembre 2016 e sostituiscono quelli di cui al decreto ministeriale 1o aprile 2008.
  In merito alle affermazioni del Presidente dell'INPS Boeri, a margine del convegno di presentazione dello studio dell'Ordine degli attuari, l'Istituto ha precisato che tali informazioni si riferivano a un'analisi prospettica da realizzarsi in occasione del prossimo convegno dell'Ordine degli attuari.
  Propedeutico all'analisi sulla diversificazione dell'aspettativa di vita in relazione all'attività lavorativa svolta è infatti la definizione rigorosa dei lavoratori usuranti e gravosi che la legge di bilancio 2017 rinvia a un apposito decreto di codesto Ministero, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze (articolo 1, comma 208), di revisione del decreto ministeriale 20 settembre 2011.
  In ogni caso, tengo a precisare che, in considerazione dell'importanza che riveste il tema sollevato dagli onorevoli interroganti, il Ministero è intenzionato a promuovere – in collaborazione con l'INPS e l'INAIL che hanno già dichiarato la propria disponibilità – l'avvio di uno studio volto all'analisi del differenziale di mortalità imputabile all'attività lavorativa svolta. In particolare, attraverso un apposito tavolo tecnico o un osservatorio permanente finalizzato alla individuazione e monitoraggio delle attività usuranti, si potrà procedere in maniera più mirata all'elaborazione delle stime tecniche necessarie per la diversificazione dell'aspettativa di vita.