CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 gennaio 2017
751.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori. COM(2016) 283.

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE

  La X Commissione,
   premesso che il mercato unico digitale rappresenta una grande opportunità per l'Europa, ma richiede anche tutele nuove per i consumatori che si confrontano con i nuovi modelli di business e affrontano diverse modalità di acquisizione di beni e servizi, come l'e-commerce, nonché armonizzazione dei sistemi giuridici nazionali e migliore cooperazione tra le istituzioni competenti;
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori (COM(2016)283);
   preso atto degli elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte sul provvedimento;
  premesso che la proposta in esame:
    si inserisce tra le iniziative, tra le quali in particolare la Strategia per il mercato unico digitale (COM(2015)192), adottate dalla Commissione europea allo scopo di assicurare standard soddisfacenti di protezione dei diritti dei consumatori nel settore del commercio online;
    sostituisce integralmente la disciplina vigente, contenuta nel regolamento (CE 2006/2004), di cui contestualmente dispone l'abrogazione, mediante l'adozione di una normativa molto più articolata e dettagliata;
    trae origine da una specifica previsione della stessa normativa vigente la quale stabilisce esplicitamente che la Commissione europea effettui una valutazione degli esiti prodotti dalla sua applicazione e provveda, se del caso, a presentare le opportune integrazioni e correzioni. La proposta si basa, in effetti, su una valutazione esterna del funzionamento della normativa vigente avviata nel 2012, a cui hanno fatto seguito una consultazione pubblica (2013-2014), il vertice europeo dei consumatori nel 2013 e una valutazione d'impatto effettuata dalla Commissione nel 2015;
  considerato che:
   la radicale revisione del regolamento n. 2006/2004 discende dalla constatazione che la normativa ivi contenuta, pur avendo segnato un progresso rispetto alla situazione preesistente, si è dimostrata tuttavia insufficiente a prevenire e sanzionare le infrazioni diffuse che si verificano simultaneamente in diversi Stati membri, con particolare riguardo al commercio elettronico;
   i dati a disposizione dimostrano, infatti, come il mancato rispetto delle norme che tutelano i consumatori genera la scarsa fiducia di questi ultimi – per il timore di abusi o di frodi – ed incide negativamente sulla disponibilità degli utenti ad operare con regolarità in ambito digitale effettuando acquisti su scala transnazionale. La Commissione europea denuncia, infatti, la persistenza, sui principali mercati al consumo, di un elevato Pag. 63livello di non conformità (tra il 32 e il 69 per cento) con le principali norme UE a tutela dei consumatori, a dimostrazione del fatto che il regolamento vigente non è in grado di raggiungere pienamente gli obiettivi prefissati;
   la proposta di regolamento in esame risponde al duplice obiettivo di superare le significative discrasie e differenze tuttora esistenti nell'assetto giuridico della materia fra i diversi Paesi membri e di promuovere una maggiore cooperazione tra le autorità nazionali competenti nel settore;
   allo stesso tempo, il carattere più puntuale della nuova disciplina sembra doversi attribuire anche alla rivendicazione, da parte della Commissione europea, di più ampi poteri di intervento allo scopo di accentrare taluni procedimenti, in modo da ridurre il margine di discrezionalità dei singoli Stati membri;
   la declinazione dei nuovi e più penetranti poteri alla Commissione sta tuttavia suscitando perplessità e reazioni critiche che si sono tradotte nell'adozione, da parte di alcuni Parlamenti nazionali, di pareri motivati per mancato rispetto del principio di sussidiarietà. Tra le questioni più controverse, particolare rilievo assume la previsione secondo la quale la Commissione può avviare un'azione comune senza consultare le autorità nazionali ma utilizzando le loro risorse. Tale previsione, a giudizio di molti, potrebbe determinare un vulnus del generale principio di leale collaborazione tra istituzioni europee e Paesi membri;
   allo scopo di rafforzare i presìdi a tutela degli utenti, la proposta introduce nuove tipologie di infrazioni rilevanti e include nel suo ambito di applicazione anche le cosiddette infrazioni diffuse e quelle cessate, ovvero alle infrazioni di breve durata cessate prima che possano essere messe in atto misure esecutive, ma che possono provocare un danno per i consumatori anche successivamente;
   peraltro, nonostante il maggior grado di dettaglio, in talune parti il nuovo testo potrebbe dare luogo ad incertezze interpretative. In particolare, la definizione delle infrazioni diffuse appare suscettibile di causare un'eccessiva dilatazione dell'ambito di applicazione del regolamento, per la circostanza, ad esempio, che prescinde dall'elemento soggettivo, come evidenziato da AGCM;
   la proposta opportunamente amplia i poteri minimi delle autorità competenti riguardo alla conduzione di indagini e all'esecuzione, al fine di superare le differenze nelle norme procedurali nazionali e nei poteri di controllo, tra le altre cose inserendo la possibilità di effettuare acquisti campione e acquisti in forma anonima (mystery shopping), di adottare provvedimenti provvisori, di bloccare siti web, di comminare sanzioni e di assicurare la compensazione dei consumatori in un contesto transfrontaliero;
   la proposta rafforza le regole sull'assistenza reciproca tra le autorità nazionali competenti e introduce meccanismi di coordinamento per affrontare le infrazioni diffuse, in taluni casi, tuttavia, in termini tali da imporre un utilizzo non pienamente efficiente delle risorse a disposizione delle stesse autorità, che potrebbero vedersi costrette ad istruire procedimenti che esse possono non considerare prioritari esclusivamente in ragione del principio di reciproca assistenza;
  tenuto conto che:
   presso il gruppo di lavoro «Consumatori» in seno al Consiglio UE, cui partecipano tutti gli Stati Membri nonché la Commissione, sono in corso negoziazioni sulla proposta di Regolamento in esame, lavori cui sta contribuendo anche l'Italia con osservazioni presentate dal MISE in collaborazione con AGCM;
   alcuni significativi progressi sono già stati conseguiti nel corso dei negoziati sinora svolti. Infatti, sulla base di proposte di compromesso avanzate dalla Presidenza slovacca, si è raggiunto un accordo su diversi aspetti che sembrano risolvere dubbi e riserve avanzati da più parti;Pag. 64
   un primo apprezzabile progresso è stato conseguito in sede negoziale per quanto concerne la definizione più determinata della fattispecie delle violazioni diffuse, di cui all'articolo 3. Nel testo di compromesso esse si caratterizzano per il fatto di coinvolgere almeno tre Stati membri (nel testo iniziale erano soltanto due) e per essere commesse contemporaneamente dallo stesso operatore, suo agente o distributore;
   i poteri e gli obblighi delle autorità competenti, di cui all'articolo 8, vengono parzialmente modificati. In linea generale, l'obiettivo, pienamente condivisibile, di assicurare più ampie garanzie a tutela dei consumatori deve essere perseguito in termini tali da assicurare l'effettività delle procedure attivabili, evitando di porre in essere strumenti e procedure di non agevole gestione concreta. Esemplari, al riguardo, appaiono talune disposizioni volte a garantire l'effettività del risarcimento del danno subito dai consumatori, le quali chiamano direttamente in causa le autorità competenti tenute a determinare gli importi da corrispondere e a stabilire i maggiori profitti conseguiti da restituire. Tali obblighi potrebbero risultare di difficile adempimento, quando si tratti di effettuare quantificazioni che si riferiscono ad una platea estremamente ampia di clienti (trattandosi, peraltro, di interessi collettivi). Per tale motivo, le modifiche in discussione in sede negoziale appaiono apprezzabili in quanto dirette ad individuare soluzioni praticabili ed efficaci verso i consumatori, cercando di evitare sovrapposizioni con la tutela giurisdizionale;
   i testi di compromesso hanno anche riequilibrato il riparto di poteri tra Commissione e autorità nazionali, facendo in particolare venir meno l'ipotesi di un avvio dell'azione comune senza consultare le autorità nazionali, ma utilizzandone le risorse, nel caso di infrazioni diffuse aventi carattere unionale;
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
esprime una valutazione positiva,

  con le seguenti osservazioni:
   a) si segnala l'esigenza che il Governo italiano continui a partecipare attivamente alle ulteriori fasi negoziali per evitare il rischio di soluzioni che possano pregiudicare i risultati già conseguiti a livello nazionale per quanto concerne l'effettività degli strumenti e delle procedure a tutela dei consumatori, con particolare riguardo all'eventualità che il supporto all'attività delle autorità nazionali competenti più deboli limiti, nella logica della cooperazione e dell'assistenza reciproca, l'efficacia dell'azione delle autorità nazionali competenti più forti e strutturate. In sostanza, il sistema di cooperazione non dovrebbe inserire elementi di novità che comportino arretramenti per l'ordinamento nazionale;
   b) relativamente al riparto delle competenze tra i diversi livelli di governo, unionali e nazionali, occorre trovare un soddisfacente punto di equilibrio che si prefigga di assicurare un effettivo e concreto progresso per quanto concerne la tutela dei consumatori, senza imporre modelli troppo rigidi e non dotati della necessaria flessibilità. A tal fine, appare apprezzabile l'ipotesi, inserita come opzione nell'ultimo testo di compromesso, volta ad attribuire alla Commissione il potere di suggerire alle autorità competenti di condurre appropriate indagini nel caso in cui si abbia il ragionevole sospetto di un'infrazione diffusa a carattere unionale. Appare allo stesso modo apprezzabile l'ipotesi per cui, in presenza di una violazione diffusa, in caso di mancato accordo tra le autorità competenti su chi debba assumere il ruolo di coordinatore e qualora anche la Commissione decida di non assumere tale ruolo, le medesime autorità competenti possano decidere di perseguire le azioni di enforcement nazionali, usando, se del caso, il meccanismo di mutua assistenza;Pag. 65
   c) con riferimento alle disposizioni che conferiscono alla Commissione la facoltà di adottare atti di esecuzione secondo la procedura d'esame stabilita all'articolo 5 del regolamento (UE) n. 182/2011, stante la delicatezza della materia e il rilievo delle situazioni giuridiche interessate, occorre valutare il rischio di un eccesso di intervento della Commissione stessa anche con riferimento ad aspetti che dovrebbero invece costituire oggetto di normativa di rango legislativo;
   d) si rileva l'opportunità di rafforzare le forme di coinvolgimento dei consumatori, incoraggiando una cooperazione, anche informale, tra loro e le autorità competenti, attivando feedback delle decisioni assunte e, in generale, un dialogo più incisivo con gli stakeholder.

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ALLEGATO 2

Schema del piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, per il periodo 2017-2022. Atto n. 372.

NOTA DEPOSITATA DALLA SOTTOSEGRETARIA DI STATO AI BENI E ALLE ATTIVITÀ CULTURALI E AL TURISMO, DORINA BIANCHI.

Turismo, l'impianto del nuovo Piano Strategico 2017-2022.

  Rilanciare la leadership dell'Italia sul mercato turistico mondiale e rendere sempre più il turismo uno strumento di benessere economico e sociale per tutto il paese, riconoscendone, anche in questi anni di contrazione per altri settori economici, il suo valore intersettoriale per la crescita, alla luce delle previsioni positive per i prossimi anni. Questo, in sintesi, è l'obiettivo del nuovo Piano Strategico del Turismo 2017-2022 (PST), nato con il contributo puntuale di Ministeri, Regioni, Anci, sindacati, associazioni di categoria. Un documento di svolta, che delinea gli sviluppi del settore per i prossimi sei anni, puntando sulla sinergia tra i vari attori della filiera, sulla centralità della domanda per l'organizzazione dell'offerta e la selezione delle priorità di intervento, su nuovi modelli di marketing in grado di orientare, quale concreto e condiviso atto di pianificazione strategica, la programmazione degli investimenti nel settore che avverrà – secondo quanto previsto dal DM 18 agosto 2014 e dal DL 179/2012 – attraverso l'adozione annuale, da parte del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di un programma attuativo delle linee strategiche individuate nel piano e conterrà le azioni operative ritenute prioritarie.
  Il Piano riprende quanto di positivo espresso nelle precedenti programmazioni di settore e valorizza le attività di analisi e indirizzo già realizzate in tema di innovazione e rilancio del turismo a cominciare dagli esiti dei precedenti lavori preparatori:
   1. «Turismo Italia 2020 – Leadership, Lavoro, Sud», il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo in Italia, presentato nel gennaio 2013 dall'allora Ministro per il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi (di seguito Piano Gnudi);
   2. «Il Piano Strategico per la Digitalizzazione del Turismo Italiano», dell'ottobre 2014, a cura del Laboratorio per il Turismo Digitale (TDLab), istituito con un decreto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo al fine di definire e favorire l'attuazione della strategia digitale per il turismo;
   3. «La Carta di Pietrarsa – La nuova strategia per il Turismo Italiano» presentata nel dicembre 2015 come esito conclusivo dei lavori svoltisi in occasione della prima convocazione degli Stati Generali del Turismo a Pietrarsa.

  In particolar modo, sia il Piano Gnudi sia il PST elaborano e radicano la visione per il futuro del settore turismo sull'analisi di alcuni, selezionati, elementi dello scenario internazionale che caratterizzano i modelli di domanda e di offerta, delineando scelte strategiche e obiettivi da declinare in un piano di azioni. Tra le sessanta azioni promosse dal Piano Gnudi – alcune delle quali risultano ad oggi essere già state implementate (Rilancio del Comitato Permanente per il Turismo tra Governo, Regioni e Province Autonome; Creazione di Tavoli Tecnici permanenti Pag. 67con Regioni e Associazioni per implementare il Piano Strategico; Trasformazione del mandato e dell'organizzazione dell'Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT), allineandoli a quelli delle migliori agenzie internazionali, inserendo risorse con competenze specifiche; Incremento connettività e intermodalità; Supporto alla creazione di Reti d'Impresa turistiche; etc.) – numerose hanno trovato nelle linee di intervento del PST un sostanziale accoglimento dal punto di vista delle finalità e potranno essere promosse nell'ambito dei Piani attuativi annuali, già a partire dal 2017; a titolo esemplificativo: creazione di una «Fabbrica dei Prodotti» (il Catalogo Italia previsto nel PST) che selezioni, costruisca e promuova i prodotti turistici prioritari (anche multi-regionali); Rilancio del portale Italia.it e utilizzo dei social media in collaborazione con le Regioni; Iniziative volte al miglioramento della distribuzione e della qualità dei flussi turistici nelle città top e a favorire la loro destagionalizzazione e sostenibilità turistica; Sviluppo del Turismo congressuale; Incentivazione e sostegno al consolidamento del ricettivo; e altro.
  Parimenti, in piena coerenza con quanto definito dal TDLAB e dalla Strategia per la crescita digitale 2014-2020, nonché dalle linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico rilasciate dall'AgID, il PST promuove la creazione di ecosistemi digitali turistici con l'obiettivo primario di convogliare e correlare le risorse digitali esistenti sul web, cui associare i servizi onLine al fine di renderle fruibili pubblicamente, attraverso precise politiche di accesso e di condivisione degli strumenti necessari per rendere omogenea l'offerta italiana e rafforzare il brand nazionale.
  Il PST 2017-2022 si basa su un metodo aperto e di partecipazione, avviato con gli Stati Generali del Turismo a Pietrarsa (Napoli) a ottobre 2015 e ad aprile 2016: grazie ad esso oggi l'Italia del turismo si è dotata di una cornice unitaria, in cui istituzioni e operatori possono agire condividendo strategie e obiettivi.
  Preso atto che si tratta di un settore a forte carattere trasversale sul quale incide l'azione di più amministrazioni pubbliche sia di livello centrale che territoriale, il PST non si configura quale mero atto documentale ma definisce un vero e proprio metodo di lavoro dinamico, condiviso fra tutti gli operatori del settore, i quali sono chiamati ai diversi livelli di responsabilità ad attuarlo e che sarà alimentato, in modalità «revisione continua» e aggiornato attraverso i seguenti strumenti:
   tavoli di concertazione permanenti istituiti presso il Ministero dei Beni culturali con gli altri Ministeri coinvolti, le amministrazioni regionali e l'ANCI per concordare policy di settore, strumenti normativi e finanziari di intervento;
   spazi strutturati di ascolto e lavoro con gli operatori ed i lavoratori del settore;
   la creazione di un «cruscotto informativo» per monitorare costantemente il posizionamento competitivo dell'Italia, definito in collaborazione con l'ISTAT, gli Osservatori regionali e l'Osservatorio Nazionale del Turismo;
   implementazione di sistemi di comunicazione digitali per la consultazione permanente degli stakeholder (tra queste, la piattaforma partecipativa «idee per il turismo accessibile» dal sito http://pst.beniculturali.it) al fine di garantire la trasparenza e la partecipazione;
   adozione di un sistema di indicatori di monitoraggio per il miglioramento del Piano stesso.

  Il complesso di tali strumenti permetterà di rivedere in modo condiviso le strategie di medio periodo con l'aggiornamento biennale del PST 2017-2022, come stabilito dalla norma e di definire in coerenza i programmi attuativi annuali.
   «Attraverso un metodo aperto e condiviso – ha dichiarato il Ministro Franceschini – il processo di elaborazione del Piano ha visto un intenso confronto tra Ministero dei Beni culturali e del Turismo, Pag. 68Regioni, altre Amministrazioni centrali, Comuni, rappresentanze economiche e attori che condividono responsabilità ed esprimono interessi collettivi o imprenditoriali nel campo delle politiche del turismo. È stata attivata anche una piattaforma aperta al contributo dei cittadini e degli operatori. Il turismo è in crescita e dobbiamo affrontare in modo strategico questo tema organizzando le informazioni e la conoscenza dell'immenso patrimonio dei nostri territori, in modo da limitare la congestione delle destinazioni mature e permettendo ai nostri visitatori di vivere esperienze autentiche ed identitarie, vero valore unico dell'Italia. Pensare ad uno sviluppo durevole e sostenibile del turismo significa porre attenzione alla crescita qualitativa dell'offerta, ponendo al centro i nostri ospiti e le persone che lavorano nel turismo».

I dati del turismo italiano.

  Il Piano Strategico intende valorizzare il potenziale del turismo in termini di crescita economica: nel 2015 il contributo totale del comparto turistico all'economia italiana è stato di 171 miliardi di euro, pari al 11,8 per cento del Pil e al 12,8 per cento dell'occupazione. (elaborazioni CISET-Irpet 2016).
  I dati degli arrivi complessivi (italiani e stranieri) sul territorio nazionale sono saliti del 50 per cento tra il 2001 e il 2015. Il 52 per cento degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70 per cento degli arrivi internazionali è di provenienza europea (Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).
  Nel biennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3 per cento degli arrivi, grazie soprattutto al movimento extraeuropeo (+5,8 per cento) (previsioni Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).
  Riguardo agli investimenti, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell'1,8 per cento nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026 (il 3,4 per cento del totale).
  Secondo il Country Brand Index (Future brand 2014-2015), turismo e cultura si confermano, per l'Italia, quali principali fattori di attrattività e riconoscibilità.

La metodologia di elaborazione del Piano tra partecipazione e iterazione.

  Il processo di costruzione del Piano Strategico del Turismo si è articolato in 6 linee di attività:
   A) Sessioni del Comitato Permanente. Le sessioni del Comitato sono 6: Visione, Normativa, Offerta, Impresa, Marketing e Governance. I lavori sono iniziati a marzo 2016 e si sono sviluppati attraverso 16 incontri delle suddette sessioni. Hanno analizzato criticità, potenzialità ed individuato le linee strategiche di intervento che sono state riversate nel Piano previa condivisione ed approvazione da parte del Comitato permanente in occasione degli 8 incontri che ha tenuto sino ad oggi.
   B) Stati Generali del Turismo di Pietrarsa. Il MiBACT ha aperto alcuni momenti di riflessione e confronto diretto con le Regioni e gli operatori del settore. Tra questi, si segnalano gli Stati Generali del Turismo Sostenibile (Pietrarsa, ottobre 2015) e gli Stati Generali del Turismo (Pietrarsa, aprile 2016).

  Alcuni numeri di Pietrarsa 2016:
    28 tavoli di lavoro;
    Oltre 400 partecipanti ai tavoli
    200 rappresentanti di Istituzioni;
   C) Sito internet, piattaforma partecipativa e canali social. Oltre al sito dedicato www.pst.beniculturali.it (10.494 visitatori diversi, 44.486 visite, 698.724 accessi e 101.376 pagine viste in 3 mesi), a conclusione di Pietrarsa è stata attivata una piattaforma partecipativa – accessibile dalla sezione «Il Processo» del sito www.pst.beniculturali.it – destinata a ospitare la consultazione on line per la costruzione del Piano e creare così un dibattito aperto e partecipativo, a livello nazionale, sul futuro del turismo in Italia. Lo strumento, da aprile 2016, ha raccolto:Pag. 69
    81 idee (la raccolta di nuove idee si è momentaneamente chiusa il 30 giugno u.s.);
    880 membri iscritti.

  Tutte le proposte inviate e i dati emersi sinora dalla discussione pubblica sono stati analizzati al fine di individuare i temi emersi con maggiore frequenza, le indicazioni più rilevanti, nonché selezionare alcune azioni da promuovere nell'ambito dei piani attuativi annuali.
  È inoltre stata svolta, per circa 2 mesi (30 maggio – 15 luglio), un'intensa attività di animazione sui principali canali social del MiBACT (Facebook e Twitter).
   D) Azioni. Sono già in corso alcune iniziative di particolare rilievo strategico avviate in coerenza con le linee del PST e di concerto con alcune Amministrazioni centrali e stakeholder del settore.
   E) Tavoli con Amministrazioni centrali. Il processo di costruzione del PST è stato occasione per sperimentare percorsi di collaborazione inter-istituzionale tra i vari componenti dell'Amministrazione Governativa centrale, finalizzati a definire fattori critici e priorità comuni da presidiare congiuntamente e individuare strumenti da attuare in modo coordinato. A integrazione – e ulteriore qualificazione e formalizzazione del suddetto processo – del contributo già fornito in qualità di componenti del Comitato permanente, sono già stati avviati tavoli di lavoro con MATTM, MIT, MiSE, MAECI, MIPAAF e MIUR che hanno consentito, tra gli altri, una finalizzazione operativa nella definizione di accordi inter-istituzionali (alcuni dei quali già sottoscritti: tra MiSE-MiBACT e AGID e tra MiSE, MiBACT e Regioni, per il tramite della Conferenza Stato-Regioni). La sottoscrizione dei suddetti protocolli d'intesa ha già avviato alcune iniziative concrete quali, a titolo esemplificativo, da gennaio 2017, la sperimentazione – promossa nell'ambito dell'accordo tra MiSE-MiBACT e AGID – di una rete wi-fi diffusa e federata con un sistema di accesso unico presso città d'arte e siti Unesco, aree balneari di grande attrazione, luoghi di porte di accesso all'Italia (aeroporti, porti e autostrade). Al fine di armonizzare le rispettive policy e favorire la partecipazione (diretta o indiretta) delle singole Amministrazioni centrali al raggiungimento degli obiettivi del PST, nella fase attuativa tali tavoli sono resi permanenti e implementati per mettere a sistema iniziative su scala nazionale.
   F) Tavoli con Regioni e stakeholder pubblici e privati. Alcuni temi di rilevanza nazionale sono attualmente già in corso di approfondimento con le Regioni e i principali stakeholder pubblici e privati del settore.
   G) Indagine con Regioni per catalogo destinazioni/incrocio target domanda promozione.

  Il suddetto processo, oltre che a contribuire alla redazione del PST, ha promosso il tema fondamentale dell'integrazione e del coordinamento tra le politiche che direttamente e indirettamente investono il turismo.

Visione, obiettivi e linee di intervento del Piano.

  Il Piano promuove una visione declinata in:
   territorio e patrimonio;
   competitività e lavoro;
   il turista al centro;
   integrazione e interoperabilità.

  Quattro gli obiettivi generali, articolati in 13 obiettivi specifici e 52 linee di intervento: il PST definisce in maniera puntuale i percorsi da intraprendere nei prossimi sei anni.
  Uno degli obiettivi fondamentali è l'ampliamento e l'arricchimento delle destinazioni e dei prodotti e la distribuzione dei flussi grazie al vastissimo potenziale dell'offerta ancora inesplorata.
  Nella visione del Piano, infatti il patrimonio dell'Italia – culturale, ambientale, Pag. 70paesaggistico, delle tradizioni, della creatività, dello stile e della moda, del design, del Made in Italy, dell'agroalimentare – sarà pienamente valorizzato a fini di turismo integrato, promuovendo esperienze di visita uniche ed autentiche, costruendo prodotti turistici e qualificando quelli già maturi e trainanti – a partire dal balneare, montano e termale, grandi attrattori del nostro Paese – secondo le specificità di ciascun territorio e paesaggio.
  A tale intento è dedicato il primo degli obiettivi specifici (A.1) «Valorizzare in modo integrato le aree strategiche di attrazione turistica e i relativi prodotti» e le relative Linee di intervento sottolineando come le destinazioni mature, rappresentate dai Poli strategici e di forte attrazione come le grandi città d'arte e le aree caratterizzate da un'offerta balneare, montana e termale in primis, costituiscano il primo attrattore dei flussi di turismo in quanto, indipendentemente dalla loro dimensione, sono caratterizzate dalla densità di patrimonio culturale stratificato, eredità della lunga e ininterrotta storia di tali luoghi. Tali destinazioni rappresentano, ai fini dell'ampliamento dell'offerta, un riferimento per i contesti allargati culturali e territoriali.
  Le componenti tradizionali ed apprezzate dell'offerta turistica saranno, inoltre, integrate da nuovi prodotti e nuove destinazioni, per aumentare l'attrattività del nostro Paese come meta di eccellenza.
  Questa strategia viene perseguita attraverso: la creazione di forme di percorrenza alternative (vie e cammini) quali strumenti di conoscenza capillare e ramificata della storia e del patrimonio diffuso dell'Italia; la crescita di attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura, in modo tale da qualificare il nostro Paese come leader dell'Europa delle città; la fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi quali i parchi naturali e marini, la montagna e le aree rurali, anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari e case cantoniere e stazioni. In questa visione, il paesaggio riveste un ruolo fondamentale nella strategia di valorizzazione turistica sostenibile come elemento unificatore degli elementi di attrazione materiali ed immateriali.
  I grandi «landmark» italiani del turismo balneare e delle grandi città d'arte si integrano con le are limitrofe divenendo sempre più le «porte di accesso» ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa: l'ampia rete delle medie città d'arte, ricche di patrimonio, ma anche luoghi di produzione di cultura contemporanea e potenziali incubatori di nuova imprenditorialità e occupazione diffusa, aree protette e paesaggi, aree rurali ed interne, in cui l'esperienza turistica si connette con altri comparti come l'enogastronomia, il Made in Italy, l'artigianato di eccellenza e i saperi locali. Il catalogo delle destinazione e dei prodotti turistici, realizzato con le Regioni, consente di avere costantemente aggiornato cosa il nostro Paese può offrire, permettendo una efficace connessione tra le analisi sulla domanda e la scelta delle migliori azioni di promozione, sia nazionali che regionali.
  Per quanto riguarda il secondo obiettivo portante del piano individuato nell'aumento della competitività del settore, il PST 2017-2022, mira alla creazione di condizioni favorevoli per il consolidamento ed il rilancio della filiera allargata del turismo quale chiave per lo sviluppo del sistema paese. Tali condizioni favorevoli attengono l'adeguamento della rete infrastrutturale per migliorare l'accessibilità e l'intermodalità, attraverso la piena collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la promozione dell'innovazione, della digitalizzazione; la diffusione di nuova imprenditorialità, il miglioramento della quantità e della qualità dell'occupazione, con particolare attenzione a quella giovanile, la formazione di nuove capacità delle risorse umane del settore turistico; la semplificazione ed armonizzazione del sistema normativo, la riduzione degli oneri burocratici e fiscali; la razionalizzazione e semplificazione dei regimi di aiuto; la creazione e rafforzamento delle reti di imprese e delle filiere Pag. 71allargate legate al turismo, la valorizzazione delle attività a maggior valore aggiunto.
  Per quanto riguarda il terzo obiettivo portante del piano, individuato nello sviluppo di un marketing efficace e innovativo, il PST 2017-2022 promuove un approccio unitario per comunicare il brand Italia e il suo complesso di valori distintivi. Il Piano prevede l'utilizzo prioritario di strumenti online per attrarre la domanda, favorendo una gestione dinamica dei mercati in cui intervenire, dei prodotti e delle strategie per promuoverli. Il marketing di cui il Paese deve dotarsi è differenziato e specializzato, articolato su un portafoglio di prodotti e relativi target, e su un'innovativa raccolta e analisi dei dati turistici. Il rafforzamento del posizionamento e dell'attrattività del brand Italia avverrà anche facilitando azioni di promozione sul mercato interno. Sarà, inoltre, promosso l'ampliamento e la diversificazione della domanda e dei mercati e, per tale scopo, il destination marketing punterà su mercati e prodotti con un alto potenziale di sviluppo nel medio-lungo termine e su quelli più funzionali ad ampliare la durata dell'esperienza turistica ed ampliare l'offerta territoriale e di prodotto.
  Il quarto obiettivo del PST riguarda la realizzazione di una governance efficiente e partecipata nel processo di elaborazione e definizione del Piano e delle politiche turistiche. Il modello di governance del PST, tanto più nelle sue fasi attuative, si basa su un processo dinamico e multi-livello, i cui elementi chiave sono rappresentati dal Comitato Permanente per la Promozione del Turismo in Italia; dalla piattaforma partecipativa; dai Tavoli inter-istituzionali; dagli Strumenti che garantiranno il monitoraggio e la sorveglianza sullo stato di avanzamento del Piano stesso.
  Tutte le azioni previste dal Piano si ispirano a tre principi trasversali, sui quali fondare strategie e investimenti:
   sostenibilità, riferita sia alla conservazione delle risorse naturali e del paesaggio, sia alla fruizione del patrimonio e all'uso delle risorse finanziarie. Una visione sostenibile del turismo favorisce la distribuzione di opportunità fra aree centrali e interne del Paese, portando occupazione e nuove imprese non solo negli attrattori già consolidati;
   innovazione in una vasta area di ambiti: modelli di business, profili professionali, marketing e comunicazione digitale, qualità dei servizi e dei prodotti;
   accessibilità e permeabilità, intesa come possibilità di accedere, fisicamente e culturalmente, alle risorse ambientali e culturali: mobilità sostenibile, accessibilità dei luoghi indipendentemente dall'età delle persone e dalle loro condizioni di salute, opportunità per i turisti di apprezzare a fondo la bellezza e l'unicità del patrimonio visitato.

  Il PST si fonda su un grande patrimonio di idee e proposte, elaborate con un processo di ampia condivisione. Questa governance partecipata non esaurisce la sua funzione con l'approvazione ma nei mesi e negli anni futuri per monitorare la realizzazione degli interventi e consentire un continuo miglioramento del Piano, che è concepito come organismo «vivo» in costante evoluzione.
  In tal senso, ogni anno il Ministero dei beni culturali e del turismo adotterà un programma attuativo delle linee strategiche del Piano in continuità con le azioni governative già avviate in questi mesi (quali, ad esempio, l'accesso unico wi-fi, il progetto per la valorizzazione della lirica, la valorizzazione turistica del patrimonio demaniale quali fari, stazioni dismesse e case cantoniere, l'implementazione dei percorsi ciclabili e dei cammini, e altro).

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La struttura logica del Piano.

Le attività già realizzate o avviate dal MiBACT, ed in particolare dalla Direzione Generale del Turismo, nel corso del 2016 per lo sviluppo del settore.

  Di seguito, alcune tra le più rappresentative azioni promosse dal Governo italiano, nel corso del 2016, ed in particolar modo dal MiBACT, per lo sviluppo del settore in ambito nazionale ed internazionale:
   definite le finalità degli interventi di sostegno del settore turistico e le risorse per il potenziamento e il sostegno alla realizzazione e diffusione di servizi innovativi per l'utenza, grazie a 9 Accordi di Programma;
   istituiti con decreto 32 distretti turistici, di cui 2 a valenza interregionale;
   recepiti e approvati con tutte le Regioni 7 progetti di eccellenza;
   avviati 4 progetti su Cammini e ciclovie, in corso la mappatura dei percorsi esistenti – Atlante dei Cammini – e la ricognizione dei beni demaniali attinenti ai principali percorsi religiosi italiani, per individuare strutture pubbliche da riconvertire a fini turistici; Pag. 73
   promosse iniziative collegate a Matera 2019, per valorizzare l'offerta turistico-culturale delle 18 Città della Cultura;
   completate le graduatorie delle imprese beneficiarie del Tax Credit ristrutturazione e digitalizzazione per il 2016;
   in fase di ridefinizione la normativa nazionale su guide turistiche e professioni, classificazione alberghiera e Condhotel;
   in avvio la procedura di affidamento del bando per la creazione di reti d'impresa;
   coordinamento con MIT e Piano straordinario per la mobilità turistica, con particolare attenzione al tema della mobilità e accessibilità delle destinazioni turistiche. Nel PST sono inseriti progetti specifici con il MIT, slow travel e recupero delle ferrovie storiche;
   ampliamento delle infrastrutture digitali a banda larga ai territori italiani non ancora raggiunti e wi-fi unico nazionale, grazie al protocollo con MISE-Telecomunicazioni e accordo con AGID;
   realizzazione di una Travel Library, uno strumento dinamico che, attraverso una mappa, consente al turista di identificare percorsi (cammini, ciclovie, etc.) e fruire dei luoghi della bellezza, integrando servizi sul percorso;
   indetto per il 2017 «l'Anno dei Borghi d'Italia» (Direttiva del 9.11.2016) per valorizzare il patrimonio artistico, culturale, naturale e umano dei Borghi italiani attraverso azioni qualificanti quali, ad esempio, l'organizzazione di un Forum Nazionale sui Borghi, la redazione di un «Atlante dei Borghi d'Italia», la creazione di un riconoscimento annuale della qualifica di «Borgo smart»;
   cooperazione Italia-Russia: 6 tavoli istituzionali nel 2016 hanno portato all'accordo bilaterale (5 ottobre) che individua alcuni indirizzi prioritari per le destinazioni minori (famiglie, sci, enogastronomia, turismo giovanile, borghi storici, pellegrinaggio) e prevede la semplificazione delle formalità per la concessione dei visti, la promozione dell'Opera Lirica e lo scambio dei dati statistici relativi ai flussi turistici nei due paesi;
   cooperazione Italia – Cina: promuovere il turismo cinese in Italia e favorire iniziative di rilievo come lo scambio dei dati sui flussi turistici, la promozione di voli diretti Italia – Cina, la diffusione dell'immagine dell'Italia attraverso la tv cinese e la facilitazione del rilascio dei visti;
   cooperazione Italia – Argentina: dare impulso alla cooperazione turistica per incentivare l'incremento dei flussi legati al turismo religioso e quello di «ritorno»;
   Joint Economic and Trade Commission: partecipazione alla prima sessione, che si è tenuta in Turchia, organizzata con MAECI e MISE;
   Pilastro IV della strategia EUSAIR sulla Macro Regione Adriatica e Ionica: la DG Turismo è focal point del programma e riveste un ruolo di raccordo con le Regioni italiane interessate dalla Macro Regione e con le autorità di gestione dei fondi di sviluppo di riferimento;
   Global Forum on Tourism Statistics: innovazione delle fonti, dei metodi di produzione e delle raccolte statistiche con l'ausilio delle nuove tecnologie, turismo culturale e sostenibile e dimensione economica del settore, sono i temi del Forum OCSE, in partnership con Eurostat, Istat, Ciset, MIBACT, ENIT e Regione Veneto;
   rilancio di ENIT – Agenzia nazionale del Turismo, che con il nuovo Piano triennale 2016/2018 promuove l'incremento della spesa media turistica in Italia, aumento dei volumi dell'incoming, sviluppo turistico delle destinazioni «minori» e promozione del turismo sostenibile. Gli strumenti che saranno attivati sono: Ottimizzazione delle risorse attraverso il consolidamento dei mercati avanzati di Europa e Nord America da cui provengono l'80 per cento dei turisti e delle economie emergenti – Cina, India, Corea, Emirati Arabi, Messico, Brasile e Argentina – che rappresentano sempre più i nuovi bacini Pag. 74dell’outgoing mondiale»; una forte strategia digitale per la Destinazione Italia basata su una stretta sinergia fra la Redazione ENIT-Italia.it, le Redazioni Regionali e le Sedi Estere dell'ENIT; lo studio dei mercati attraverso strumenti conoscitivi. Enit, nel 2016, ha già firmato due importanti protocolli d'intesa, uno con I Borghi più belli d'Italia (associazione privata che raggruppa oltre 300 piccoli centri abitati italiani, promuovendone l'eccellenza culturale, storica e artistica) e l'altro con l'Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco (che riunisce i comuni sedi di siti Unesco);
   sottoscrizione, in data 15 luglio 2016, del Protocollo d'Intesa «Per la diffusione di piattaforme intelligenti al servizio del turista sul territorio italiano». Attraverso tale accordo, MiBACT, Ministero dello Sviluppo Economico e Agenzia per l'Italia Digitale si impegnano a promuovere, attivare e sviluppare processi di innovazione volti alla creazione di un ecosistema digitale del turismo in grado, da un lato, di facilitare l'accesso dei cittadini e dei visitatori al patrimonio artistico, naturale e culturale distribuito sull'intero territorio nazionale, dall'altro, di creare un ambiente fertile per il settore privato all'interno del quale sviluppare applicativi e servizi a valore aggiunto;
   organizzazione di Ecosistemi Digitali, il 2 dicembre 2016 a Firenze, evento pubblico in occasione del quale è stato definito un impegno comune per lo sviluppo della digitalizzazione nella promozione turistica della Destinazione Italia e sono state elaborate le prime progettualità e azioni per l'attuazione del Piano Strategico 2017-2022 sui temi del turismo digitale.