CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 gennaio 2017
751.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-09494 Blazina: Sulle polemiche sull'insegnamento dello sloveno in alcune scuole del Friuli Venezia Giulia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On.le interrogante segnala l'esistenza di polemiche suscitate in provincia di Trieste dall'organizzazione sindacale Gilda a proposito dell'introduzione dell'insegnamento curricolare della lingua slovena negli istituti comprensivi ed auspica che l'amministrazione promuova azioni finalizzate a smorzare dette controversie fornendo ai soggetti coinvolti le corrette indicazioni atte a dirimere il caso.
  Corre l'obbligo evidenziare in premessa la congruità del richiamo all'articolo 12, commi 3 e 4, della legge 23 febbraio 2001, n. 36, recante «Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia», che appunto prevede la diffusione dell'insegnamento della lingua slovena nelle scuole italiane, come d'altronde previsto per l'insegnamento dell'italiano nelle scuole slovene dei tre comuni bilingui della vicina Slovenia.
  Come risulta dalle informazioni acquisite dal competente Ufficio scolastico regionale, la questione ha preso spunto da una nota indirizzata il 1o giugno 2016 dalla citata organizzazione sindacale all'U.S.R., all'Ambito territoriale di Trieste, all'ufficio III dell'U.S.R. e al coordinatore nazionale della medesima Federazione sindacale, con la quale si paventava la possibilità che l'insegnamento dello sloveno quale seconda lingua comunitaria potesse determinare la perdita del posto da parte di docenti titolari in altra lingua straniera nel corrispondente organico provinciale.
  L'organizzazione sindacale riceveva riscontro dapprima dal dirigente dell'Ambito territoriale di Trieste (che, per inciso, coincide con l'Ufficio III dell'U.S.R. al quale compete la gestione del personale scolastico) con una nota del 3 giugno 2016 indirizzata anche ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della provincia, nella quale si richiamavano le norme in materia di organici di cui all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 1999. Successivamente, i dirigenti scolastici degli istituti «Iqbal Masih» di Trieste e «Giovanni Lucio» di Muggia, rispettivamente in data 27 giugno e 16 agosto 2016, riferivano circa la situazione all'interno delle loro scuole.
  Infine, in data 31 agosto 2016 la segreteria provinciale di Trieste della Gilda-Unams presentava una diffida ai dirigenti scolastici dei due istituti sopra citati, all'U.S.R. e al MIUR chiedendo che, nelle scuole citate, la lingua slovena non venisse inserita tra le discipline curricolari e che le famiglie venissero indirizzate alla scelta di una delle quattro lingue comunitarie sulle quali sono strutturati gli organici.
  Con riferimento alla descritta diffida, il dirigente scolastico dell'Istituto «Iqbal Masih» precisava con nota del 12 settembre 2016 che dall'insegnamento dello sloveno quale seconda lingua comunitaria – avviato in una prima classe nell'anno scolastico 2009/10 determinando stabilmente la strutturazione della scuola su 5 sezioni dalle 4 precedenti – nessun docente titolare nell'organico di diritto provinciale aveva visto intaccata la propria posizione e, soprattutto, che era stata evitata la legittima iscrizione di alunni residenti a Trieste nelle scuola della vicina Slovenia, Pag. 47fenomeno che fino ad allora era invece in costante crescita, con particolare riferimento alla scuola primaria.
  Tutto ciò posto, l'Ufficio scolastico regionale per il Friuli – Venezia Giulia si riserva ogni utile iniziativa allo scopo di riaprire il dialogo con le istituzioni scolastiche e le comunità interessate, salvaguardando anche la correttezza dei rapporti sindacali.
  Nel corso di tali operazioni verranno difatti approfonditi con ogni cura gli aspetti tecnici del problema, in particolare la sostenibilità e la programmazione dell'organico sullo sfondo delle novità e delle potenzialità connesse all'organico funzionale, tenendo nella dovuta considerazione i delicati aspetti culturali e sociali sottesi alla tematica in argomento.
  Si informa, per completezza, che in data 20 dicembre 2016 l'Ufficio scolastico regionale ha fornito, con nota n. 13572, agli istituti comprensivi della provincia di Trieste indicazioni sull'insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado, invitando i dirigenti scolastici da una parte a tener conto della libertà di scelta delle famiglie, dall'altra a considerare gli specifici vincoli normativi di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009.

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ALLEGATO 2

5-09786 Sgambato: Sul diritto allo studio di un minore affetto da patologie di carattere allergico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione a quanto segnalato dall'On.le interrogante, si forniscono gli elementi informativi acquisiti dall'Ufficio scolastico regionale per la Campania.
  Nello specifico, i genitori dell'alunno citato nell'interrogazione hanno presentato, all'atto dell'iscrizione, una documentazione medica attestante una mera allergia al latte e ai suoi derivati. Solo nei primi giorni di settembre i genitori hanno poi comunicato che tale allergia non era limitata al rischio di ingestione, ma anche a quello di contaminazione e di inalazione. Questa situazione veniva anche confermata dall'allergologa che teneva in cura il ragazzo.
  Stante le dichiarazioni della famiglia e del medico curante, il problema appariva grave in quanto, in caso d'insorgenza di una probabile crisi, si sarebbe reso necessario un pronto intervento medico per praticare una iniezione di adrenalina.
  L'Istituzione scolastica ha preso atto di non essere in grado di garantire la sicurezza dell'alunno che sarebbe stato esposto, sia da convittore che da semiconvittore, al rischio continuo di shock anafilattico per ben tre volte nell'arco della giornata in occasione della preparazione, della somministrazione e, ovviamente, della consumazione giornaliera dei pasti agli alunni, che il Convitto fornisce nel numero di oltre 100 a colazione, 800 a pranzo e 100 a cena.
  Va sottolineato, al riguardo, che il Convitto non annovera nei suoi ruoli personale adeguato a fronteggiare una situazione di gravità per tutto l'arco delle 24 ore, né è fornito di personale medico ma unicamente di un infermiere nominato per 6 ore giornaliere.
  Tutto ciò posto, il Dirigente scolastico ha invitato i genitori dell'alunno al fine di illustrare loro le difficoltà sopra descritte. In tale circostanza sono stati loro indicati altri due licei di Napoli ad indirizzo sportivo, entrambi facilmente raggiungibili dalla residenza del minore, che avrebbero consentito allo stesso di seguire serenamente il percorso scolastico richiesto, senza metterne a repentaglio la salute.
  Non si è verificata pertanto alcuna discriminazione da parte del Convitto Nazionale «Vittorio Emanuele II» di Napoli che, peraltro, tra convittori e semiconvittori, ospita diversi alunni allergici affetti da intolleranze, celiaci o vegetariani.

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ALLEGATO 3

5-10006 Vacca: Sull'invito rivolto ad alcune scuole dell'Abruzzo a partecipare all'evento del 10 novembre 2016 nell'ambito della XIV edizione del Festival delle letterature di Pescara.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito a quanto rappresentato dall'On.le interrogante, l'Ufficio scolastico regionale per l'Abruzzo ha fornito una dettagliata relazione dalla quale emergono i chiarimenti che si espongono di seguito.
  Si sottolinea, in premessa, che il #FLA Pescara Festival è un appuntamento annuale che vede da sempre protagoniste le scuole della Regione con una significativa partecipazione degli studenti agli eventi che animano il Festival stesso. Si tratta di una manifestazione di grande rilevanza culturale in cui letteratura, musica, teatro, giornalismo, reading, poesia, sono raccomandati, interpretati e resi disponibili ad un ampio pubblico da parte di autori e giornalisti. In considerazione di tutto ciò, esso rappresenta per le scuole del territorio un'importante opportunità educativa e formativa.
  Come nelle passate edizioni, anche quest'anno l'U.S.R. per l'Abruzzo ha diffuso e promosso l'iniziativa, al fine di sensibilizzare la partecipazione delle scuole abruzzesi al nutrito programma di eventi previsti. A tal fine, a fronte della richiesta pervenuta dal soggetto organizzatore dell'evento, in data 3 novembre 2016 lo stesso U.S.R. ne ha dato informazione a mezzo pubblicazione sul proprio sito web.
  L'Ufficio, inoltre, in considerazione dell'alto numero di adesioni da parte delle scuole, ha collaborato agli aspetti organizzativi e logistici inerenti alla partecipazione delle scuole alla giornata di apertura del Festival. Tale collaborazione si è resa opportuna per garantire che la partecipazione degli alunni potesse svolgersi nel modo più regolare possibile, anche e soprattutto per gli aspetti che attengono alla sicurezza e all'incolumità degli stessi.
  Sempre con riferimento agli aspetti organizzativi e logistici, l'Ufficio IV dell'U.S.R. – Ambito territoriale per le province di Pescara e Chieti – ha inviato una mail interna con la quale si sono fornite alle scuole apposite indicazioni per la partecipazione alla giornata di apertura del #FLA, in considerazione della prevedibilmente notevole affluenza all'interno del Teatro Circus da parte non soltanto degli studenti, ma anche della cittadinanza, per la presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  In merito alle questioni sollevate nell'interrogazione riferite all'attestato, l'Ufficio scolastico regionale ha chiarito che chi ha rilasciato lo stesso è stato il soggetto organizzatore e non l'U.S.R. medesimo, e che l'attestato ha riguardato la mera partecipazione all'evento e non anche i crediti. Difatti, il compito del riconoscimento dei crediti non compete né ai soggetti organizzatori né all'Amministrazione scolastica, bensì spetta al consiglio di classe che, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale n. 49/2000, che rinvia per alcuni aspetti al d.P.R. n. 323/1998, deve attenersi ai criteri stabiliti dal collegio dei docenti e agli obiettivi formativi ed educativi dell'indirizzo di studio.
  L'articolo 1 di tale decreto stabilisce che le esperienze che danno luogo all'acquisizione dei crediti formativi sono Pag. 50quelle realizzate al di fuori della scuola di appartenenza e consistenti in attività culturali, artistiche, ricreative, di formazione professionale, di lavoro e attività attinenti all'ambiente, al volontariato, alla solidarietà, alla cooperazione e allo sport.
  Tutto ciò posto, preso atto che la partecipazione di studenti e accompagnatori è stata del tutto spontanea e che l'adesione delle scuole è risultata quanto mai folta, si evince che non vi è stato alcun condizionamento o pressione nella vicenda da parte dell'U.S.R. il quale, si ribadisce, ha unicamente collaborato con il soggetto organizzatore della manifestazione per garantire una corretta gestione e un adeguato coinvolgimento di studenti e insegnanti.

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ALLEGATO 4

5-07616 Ricciatti: Sul rilancio del turismo culturale nella provincia di Pesaro e Urbino e nei territori circostanti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Ricciatti, unitamente ad altri Onorevoli colleghi mi chiede quali iniziative si intendano assumere per riportare nel Montefeltro alcune opere d'arte, nate in quel territorio ed ora presenti nelle principali collezioni museali d'Italia, così da rafforzarne l'attrattività turistica.
  A tale proposito permettetemi di rammentare che la richiesta, pur comprensibile, riferita al patrimonio artistico del Montefeltro, è assimilabile a tantissimi altri casi – si pensi, tra le altre, al mosaico d'Orfeo scoperto a Cagliari nel 1762 e da allora esposto nel Museo archeologico di Torino, o alle Tavole di Heraclea scoperte a Policoro e custodite presso il Museo archeologico di Napoli – che hanno visto per ragioni diverse opere d'arte venire collocate in sedi museali anche distanti dal luogo d'origine, sedi peraltro che ne hanno consentito la conoscenza e la valorizzazione.
  È questo il processo attraverso il quale si sono formate nella storia – per il confluire di filoni e percorsi diversi – le grandi collezioni museali di importanza internazionale, quale indubbiamente è la Pinacoteca di Brera o la Galleria degli Uffizi, assimilabili per la ricchezza e la varietà delle collezioni che le hanno formate ad altri grandi musei europei quali il Louvre, il British o i Vaticani.
  Le competenti Direzioni generali del Ministero, riflettendo un consolidato orientamento culturale e scientifico, hanno sempre ritenuto inopportuno rimettere in discussione l'integrità delle collezioni storicizzate, sia pubbliche che private, i cui processi formativi rappresentano essi stessi un valore da tutelare, e pertanto si sono sempre espresse a favore di una conservazione integrale delle stesse.
  Si tratta di valutazioni espresse al più altro livello tecnico scientifico, dalle quali non si può prescindere.
  Tuttavia, tale indicazione può essere integrata dalla considerazione che la crescente sensibilità delle comunità locali verso il patrimonio culturale originato nei loro territori – sensibilità cui il presente così come altri atti di sindacato ispettivo danno testimonianza – rappresenta anch'essa un valore meritevole di attenzione e di risposta. A tal fine, desidero far presente all'Onorevole interrogante che già ora il Codice dei Beni Culturali e le stesse buone prassi museali soccorrono, offrendo strumenti per conciliare le diverse istanze.
  Si possono, infatti, mettere allo studio ipotesi di prestito temporaneo per progetti espositivi e didattici di qualità, fondate sulla collaborazione fra Musei, ferma restando naturalmente la prioritaria esigenza di tutela delle opere stesse.
  Poiché l'onorevole interrogante richiama anche il fattore turismo, fondamentale per la zona, vorrei far presente che uno degli obiettivi del Piano strategico del turismo 2017-2022, proprio in questi giorni all'esame delle competenti Commissioni parlamentari, è quello di individuare le scelte strategiche per i prossimi anni puntando sul rinnovamento e sull'ampliamento dell'offerta turistica, valorizzando quelle destinazioni che, pur essendo caratterizzate dalla presenza di un importante patrimonio culturale, non sono inserite nei circuiti turistici tradizionali. Pag. 52
  Per la valorizzazione e promozione di questi luoghi, componente determinante dell'offerta turistica italiana, il Ministro Franceschini ha firmato lo scorso 2 dicembre il decreto ministeriale n. 555 che indìce per il 2017 l'Anno dei Borghi in Italia.
  Il nostro intento, tra le altre cose, è quello di redigere un elenco aggiornato dei borghi turistici d'Italia su base regionale, con il coinvolgimento delle Regioni, di altri Enti territoriali e locali, di Università e istituti scientifici, di Associazioni di utenti, degli operatori del settore culturale e turistico e del terzo settore, da inserire nell'Atlante dei Borghi d'Italia. Di identificare i Borghi sensibili allo sviluppo del turismo sostenibile e lento da proporre anche per una possibile integrazione con il Piano di digitalizzazione del MiSE, secondo il protocollo sottoscritto a settembre 2016 per la diffusione di piattaforme digitali al servizio del turista sul territorio italiano.
  Come è noto oggi la promozione e la valorizzazione viaggiano soprattutto on line, è importante anche metterci al passo coi tempi: la maggior parte delle prenotazioni avviene sul web che è lo strumento principale per intercettare il mercato internazionale e per dare quindi un contributo all'implementazione dei flussi turistici in territori ricchi di storia, di arte, di cultura e di tradizioni come il Montefeltro.