CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 gennaio 2017
747.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10248 Polidori: Rilancio del sito industriale di Piombino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Voglio preliminarmente ricordare che l'acquisizione dello stabilimento siderurgico Lucchini di Piombino da parte del Gruppo algerino Cevital, si colloca nell'ambito di un processo di crescita internazionale dello stesso, con l'obiettivo di sviluppare investimenti in attività con potenziale mercato in Algeria e rilanciare la produzione di acciaio mediante la realizzazione di due forni elettrici ed altri investimenti nell'attività siderurgica, accompagnati dallo sviluppo di nuove iniziative industriali in ambito agro-alimentare e logistico, con un impegno finanziario di circa 400 milioni di euro e prospettive, a regime, di pieno riutilizzo del personale Lucchini e Lucchini Servizi (circa 1.900 unità).
  Secondo quanto riferito dalla competente Direzione del MiSE.
   1) L'operazione di vendita della Lucchini è stata effettuata nell'ambito della procedura di amministrazione straordinaria, parallelamente ed in coordinamento alla definizione di un Accordo di Programma siglato, nell'aprile 2014, tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, i Ministeri dello sviluppo economico, difesa, infrastrutture, ambiente, lavoro, Agenzia del Demanio, regione Toscana, provincia di Livorno, comune di Piombino, Autorità portuale di Piombino e Invitalia, volto a favorire la riduzione dell'impatto ambientale del ciclo produttivo del metallo liquido dello stabilimento ex Lucchini, oltre che la messa in sicurezza ambientale delle aree private e demaniali in concessione, anche al fine di renderle disponibili per altre attività industriali.
   2) In relazione a tale vendita, perfezionatasi a metà del 2015, il Commissario straordinario della Lucchini S.P.A. è impegnato ad effettuare uno stringente monitoraggio, in relazione al rispetto delle obbligazioni contrattualmente assunte dall'acquirente Aferpi che attengono sostanzialmente al finanziamento e attuazione del Piano e al conseguente assorbimento del personale già in forza all'amministrazione straordinaria. Come confermato anche dal Commissario straordinario sulla base degli elementi via via forniti dalla stessa Aferpi, emerge che ad oggi, mentre il trasferimento dei dipendenti da Lucchini ad Aferpi si è verificato come da contratto (entro il 6 novembre scorso), è da registrare un sensibile ritardo nell'attuazione del Piano a suo tempo approvato. Permangono infatti criticità riguardanti sia il finanziamento degli investimenti, sia la disponibilità del circolante necessario a garantire, innanzitutto, la prosecuzione dell'attività siderurgica. In particolare, da un lato, è slittato l'avvio dei lavori di realizzazione della nuova acciaieria previsto per l'inizio del corrente anno, e dall'altro, si va concretizzando il progressivo fermo delle produzioni.

  A fronte di ciò, il Ministero dello sviluppo economico ha in corso una serrata interlocuzione con i vertici della società acquirente, recentemente aggiornata alla seconda metà del mese di gennaio.
  L'imprenditore Rebrab, che ha sostanzialmente confermato l'intenzione di procedere nella realizzazione del Progetto industriale a suo tempo proposto sia per la parte siderurgica che per le attività di logistica e dell'industria agroalimentare, è stato formalmente invitato a «fornire, con Pag. 43la massima tempestività, un Piano industriale aggiornato ed adeguato alla attuale situazione, tale da assicurare il rispetto degli obblighi di prosecuzione delle attività e di mantenimento dell'occupazione a suo tempo assunti.».
  Si è pertanto in attesa della consegna del Piano aggiornato, ai fini delle conseguenti valutazioni e determinazioni da parte di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella esecuzione di tale importante progetto imprenditoriale.

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ALLEGATO 2

5-10249 Ricciatti: Riconoscimento di situazione di crisi industriale non complessa per il territorio del comune di Mantova e della sua provincia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla questione rappresentata dagli On.li interroganti, bisogna, in via preliminare evidenziare che, con il DM 4 agosto 2016, pubblicato in GU Serie Generale n. 232 del 4 ottobre 2016, sono stati individuati i territori candidabili alle agevolazioni di cui alla legge n. 181 del 1989 previste per le aree di crisi industriale non complesse.
  In particolare, l'articolo 5, comma 1, del citato decreto ministeriale rinvia, ad un decreto del Direttore generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese e del Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Ministero dello sviluppo economico, la pubblicazione dell'elenco nazionale dei territori candidati alle agevolazioni previste per le citate aree e la definizione dei termini per la presentazione delle domande di agevolazione ai sensi del decreto ministeriale 9 giugno 2015.
  Nel DM anzidetto, si è inoltre provveduto a stabilire i criteri per l'individuazione dei territori che presentano situazioni di crisi industriale diverse da quelle complesse e che hanno comunque impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull'occupazione.
  I territori riconosciuti come aree di crisi industriale non complessa sono individuati tra i Sistemi Locali del Lavoro (SLL) che rispettano i requisiti definiti dal MISE e relativi ai seguenti parametri statistico-economici:

  specializzazione produttiva prevalente;

  combinazione del tasso di occupazione e disoccupazione 2014;

  variazione occupazione e disoccupazione rispetto alla media 2008-2014;

  produttività del lavoro 2012.

  Al fine di assicurare una rappresentazione corretta del territorio nazionale e per rispondere con più efficacia ai fabbisogni di sviluppo locale, tra le aree individuate secondo i criteri già esposti, è stata demandata alle regioni la competenza a proporre la candidatura dei territori eleggibili.
  Il MiSE, dopo aver acquisito le proposte pervenute dalle regioni, individuate quali aree di crisi non complesse, Allegato 1, con decreto direttoriale del 19 dicembre 2016, ha pubblicato l'elenco nazionale dei territori candidati alle agevolazioni previste per le aree in argomento.
  Il territorio di Mantova non è stato candidato dalla regione Lombardia al riconoscimento come area di crisi industriale non complessa.

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ALLEGATO 3

5-10250 Crippa: Revisione della strategia energetica nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Preme evidenziare, innanzitutto, che l'esigenza di aggiornare la SEN del 2013 discende da rilevanti novità intervenute negli ultimi anni: l'evoluzione del contesto geopolitico internazionale, lo sviluppo e il calo dei costi di diverse tecnologie, in particolare per l'utilizzo delle fonti rinnovabili e la relativa integrazione nel sistema energetico, l'accordo sui cambiamenti climatici del dicembre 2015, la presentazione del pacchetto comunitario «energia pulita per tutti» dello scorso novembre, che delinea gli strumenti per raggiungere gli obiettivi in materia di gas serra, efficienza energetica e fonti rinnovabili stabiliti dal Consiglio dei capi di Stato e di governo.
  Poiché la SEN del 2013 aveva come orizzonte temporale il 2020 e prevedeva un processo di aggiornamento periodico, sussiste la necessità di dotarsi di uno strumento di guida delle politiche energetiche che, in un orizzonte temporale coerente con quello europeo, individui gli obiettivi realisticamente perseguibili a livello nazionale e gli strumenti più adatti a raggiungerli al 2030 e, come tendenza, al 2050.
  Per la revisione della SEN, è stato costituito il «gruppo di lavoro SEN», che include un comitato di indirizzo (costituito dal vertice politico e dai primi livelli delle strutture tecniche del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente) e alcuni gruppi operativi sulle tematiche ritenute più rilevanti, ciascuno coordinato dalla competente struttura tecnica del Ministero. Il gruppo può avvalersi del supporto delle società regolate e di altri organismi pubblici che fanno capo al Ministero.
  L'attività del gruppo di lavoro SEN è stata preceduta dal lavoro, svolto nel 2016 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per la messa a punto di un set di strumenti idonei a fornire gli scenari energetici e ambientali al 2030, sia con politiche attuali, che con nuove misure. L'attività è stata messa a punto attraverso il confronto e la collaborazione di vari soggetti specializzati, tra cui CNR, Enea, Ispra, Rse, Politecnico di Milano, Gse, Terna, Snam Rete gas. Il confronto è servito per armonizzare e affinare le ipotesi, i vincoli tecnici e le stime utilizzate nei modelli che si utilizzeranno nel lavoro.
  L'obiettivo è di avere un primo documento pronto per la consultazione pubblica, in concomitanza con il G7 energia previsto nei primi giorni di aprile 2017.
  La SEN italiana sarà la prima di un Paese europeo ad essere coordinata con un nuovo modello Clean Energy Package, elaborato dalla Commissione europea e ad essere presentata nelle sue linee guida a margine di un appuntamento importante come il G7 energia.
  Per questa ragione abbiamo deciso di enucleare il processo di elaborazione delle linee guida, senza però trascurare, prima dell'approvazione, un ampio passaggio di condivisione pubblica con tutti gli stakeholder di riferimento.
  La consultazione sarà svolta mediante pubblicazione del documento sul sito del Ministero e saranno richieste specifiche audizioni presso le competenti Commissioni parlamentari.
  Una parte rilevante della SEN sarà dedicata ad identificare le politiche utili a garantire la sicurezza e l'economicità degli approvvigionamenti e della fornitura di Pag. 46gas ed elettricità, definendo scenari di domanda/offerta, opportunità di investimento e direttrici di diversificazione a livello internazionale.
  Questo spiega il motivo della collaborazione fornita da Terna e Snam rete gas, che, ricordo, sono società concessionarie di servizio pubblico, non operanti come operatori di mercato ma come gestori dell'infrastruttura pubblica, responsabili della sicurezza dei sistemi, remunerate attraverso una tariffa regolata da un'Autorità indipendente e la cui maggioranza azionaria è posseduta dallo Stato.
  Per il supporto specifico chiesto a Snam e Terna che, a loro volta, hanno coinvolto BCG (Boston Consulting Group) dopo aver fatto una gara tra tre potenziali società di consulenza leader nel mondo, riguarda una ricostruzione di trend e benchmark europei ed internazionali, rispetto ai quali sarà poi possibile posizionare lo scenario italiano. Si tratta di un'attività propedeutica per individuare le scelte strategiche e non sostituisce l'attività di ricostruzione tecnica prima citata né ovviamente la definizione delle priorità, degli obiettivi e della strategia che restano affidati al processo partecipato prima delineato e alla decisione finale del Governo.

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ALLEGATO 4

5-10251 Benamati: Processo di innovazione e sviluppo di una nuova generazione di dispositivi microelettronici Smart Power in Europa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Al fine di consolidare la presenza, in Italia e in Europa, del centro di ricerca e produzione di Agrate Brianza, mediante il rinnovamento del mix tecnologico e l'incremento della capacità produttiva, la società STMicroelectronics si è proposta di realizzare, tra il 2016 ed il 2020, un programma di investimenti denominato «Linea Pilota 300mm per lo sviluppo di tecnologie e dispositivi di potenza» del costo complessivo di 380 milioni di euro.
  Per favorire tale investimento, con l'Accordo di programma stipulato in data 19 ottobre 2016, il Ministero dello sviluppo economico e la regione Lombardia si sono impegnate a sostenere i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, denominati «R2POWER300, R3-FEOL e R3-BEOL», che STMicroelectronics intende realizzare nel periodo 2015-2021, stanziando risorse complessivamente pari a 17,8 milioni di euro (di cui 16 milioni messi a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico e 1,8 messi a disposizione dalla regione Lombardia).
  I progetti di ricerca e sviluppo agevolati con l'Accordo di programma sono caratterizzati dai seguenti contenuti tecnici:

Progetto n. 1 – R2POWER300

  Le attività del progetto dovranno consentire l'estensione ai 300 mm della tecnologia BCD «smart power» già operativa a 200 mm; obiettivo generale è l'implementazione della tecnologia di memorie basate su materiali a cambiamento di fase (PCM) nella tecnologia BCD a 90 nm.

Progetto n. 2 – R3-FEOL «Sviluppo di tecnologie innovative a 300mm per dispositivi di potenza – area dei componenti attivi e dei moduli di memoria (Front End Of Line

  Le attività tecnologiche incluse sotto la denominazione di «tecnologie di front end of line» o «FEOL» sono relative ai componenti attivi del circuito, che vengono integrati nella prima parte del flusso di processo. Obiettivo principale nello sviluppo di queste tecnologie è quello di fornire processi adeguati alla realizzazione dei componenti innovativi.

Progetto n. 3 – R3-BEOL «Sviluppo di tecnologie innovative a 300mm per dispositivi di potenza – area delle interconnessioni e dei processi di finitura (Back End Of Line

  Le attività denominate «tecnologie di Back End Of Line» o «BEOL» sono relative alle interconnessioni dei componenti attivi ed a quei componenti che si integrano nel flusso a livello delle interconnessioni stesse, nonché le tecnologie relative alla finitura delle fette, che consentono il successivo assemblaggio dei singoli componenti all'interno degli involucri (package).

  Il primo progetto è propedeutico agli altri due, pertanto l'accordo ne prevede la presentazione entro tre mesi dalla stipula; gli altri due progetti saranno avviati successivamente, entro 18 mesi dalla stipula dell'accordo medesimo. Tale tempistica è stata concordata con l'impresa, tenuto conto di specifiche esigenze tecniche.
  Al momento, quindi, il MiSE non può che attendere la presentazione dei progetti Pag. 48di dettaglio, per poi procedere ad una rapida valutazione ed agevolazione degli stessi.
  Per far fronte al rilevante investimento, STMicroelectronics ha inoltre partecipato alla call 2016 del programma europeo impresa comune ECSEL JU.
  La definizione di tale accordo di programma ha consentito all'Italia di vincere il confronto diretto con i grandi competitor europei nel bando europeo ECSEL2016 – IA Innovation Action, con la diretta conseguenza per la prima volta di un cospicuo impegno di risorse comunitarie in misura addirittura superiore all'apporto nazionale (1,3 volte circa) reso possibile dal partenariato pubblico-privato.
  L'investimento in parola è il più grande in valore assoluto tra i finalisti del bando 2016, rappresentando da solo un terzo del totale dell'investimento comune europeo nel settore della microelettronica, e dimostra l'interesse dell'impresa a mantenere in Italia una produzione di alto profilo economico e tecnologico, capital intensive e che si avvale di maestranze particolarmente qualificate.
  In considerazione dell'importanza strategica dell'iniziativa, trainante per la digitalizzazione di tutte le filiere industriali (piano industria 4.0), e delle risorse pubbliche già allocate su di essa, il MiSE è, altresì, impegnato a mantenere un costante monitoraggio sull'evoluzione della predetta progettualità.
   Il soggetto imprenditoriale è, ovviamente, chiamato a dar corso nei tempi previsti all'attivazione degli investimenti, attraverso la copertura finanziaria complementare, e ad avviare le formalità amministrative indispensabili, per le quali è necessario il raccordo con la JU ECSEL, per il finanziamento di competenza comunitaria, e con il MiSE – Direzione Generale per gli Incentivi alle imprese (DGIAI), per il finanziamento a valere sulle risorse nazionali e regionali all'uopo accantonate.

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ALLEGATO 5

5-10252 Galgano: Misure a favore della Fascia appenninica umbra.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, la competente Direzione del MiSE evidenzia che lo sviluppo economico territoriale delle regioni Marche ed Umbria è stato orientato a promuovere, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria di riferimento, la ricollocazione dei dipendenti della Società Antonio Merloni S.p.A.
  Il quadro normativo di riferimento trova fondamento, in particolare, nelle agevolazioni previste dalla legge n. 181/1989 (Misure di sostegno e di reindustrializzazione in attuazione del piano di risanamento della siderurgia), con l'applicazione delle modalità attuative introdotte dal decreto ministeriale 9 giugno 2015, maggiormente rispondenti alle esigenze espresse dal territorio.
  Il Ministero dello sviluppo economico, la regione Marche, la regione Umbria e Invitalia hanno sottoscritto un Accordo di Programma per l'attuazione del Piano di sviluppo dell'area di crisi, impegnando risorse pubbliche pari a 81 milioni di euro (35 nazionali, 46 regionali).
  Il Piano promuove:
   l'attrazione di nuovi investimenti produttivi nell'area;
   lo sviluppo e la riqualificazione delle imprese esistenti;
   il reimpiego dei lavoratori dell'ex A. Merloni Spa.

  L'avviso per la promozione d'iniziative imprenditoriali ex lege n. 181/1989 ha, pertanto, previsto specifici meccanismi di premialità, condivisi con le regioni Marche ed Umbria, a favore delle imprese che si sono impegnate nell'assunzione dei lavoratori «ex Merloni».
  I risultati ottenuti (23 operai ex Merloni) non sono imputabili a carenze nella gestione operativa della strumentazione agevolativa, che è risultata totalmente coerente con le finalità dell'Accordo di Programma.
  La stessa Direzione ricorda, inoltre, che, delle risorse nazionali iniziali (35 milioni) previste dall'Accordo di Programma, rimangono ancora da impegnare 9 milioni, destinati al progetto JP Industries.
  Il Ministero dello sviluppo economico, in considerazione dell'esito dei risultati fin qui conseguiti, sta provvedendo a convocare, a breve, i rappresentanti delle regioni Marche ed Umbria per valutare congiuntamente le strategie da adottare, affinché le risorse residue vengano effettivamente destinate alla promozione di progetti che ottimizzino la ricollocazione dei lavoratori ex A. Merloni nell'ambito geografico di localizzazione dei preesistenti siti produttivi.