CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 dicembre 2016
744.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (dal n. 520/2586 al n. 537/2623).

  GASPARRI. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai. – Premesso che:
   con il termine audience si intende indicare il numero di persone che hanno seguito una specifica trasmissione televisiva o radiofonica in un giorno e orario determinato;
   tali informazioni sono considerate particolarmente importanti poiché determinano il prezzo del passaggio pubblicitario richiesto dall'emittente nelle determinate fasce;
   l'analisi dell’audience consente, altresì, di compiere investimenti pubblicitari pianificati;
   considerato che:
    la Rai è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo;
    detta Azienda può contare su un'ampia quota a disposizione, trasferitegli dallo Stato, proveniente da un'imposta sugli apparecchi televisivi, denominata canone;
    la Rai, in quanto società editrice, vende spazi pubblicitari che contribuiscono al bilancio della società concessionaria;
    la Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi un tempo riceveva quotidianamente il monitoraggio degli ascolti al fine di rilevare l'andamento dei programmi televisivi ed eventuali criticità;
    purtroppo, di recente, la trasmissione di tali dati non è più avvenuta con frequenza quotidiana;
   si chiede di sapere:
    quale sia la società incaricata per conto della Rai di effettuare il monitoraggio degli ascolti e attraverso quali criteri sia stata selezionata;
    se sia a conoscenza dei costi del summenzionato contratto;
    per quali ragioni la diffusione e la ricezione di questi dati, da parte della Commissione parlamentare di vigilanza, sia discontinua e non più quotidiana;
    se sia a conoscenza dei responsabili del suddetto disservizio e, in caso affermativo, se non ritenga di dover comminare loro delle sanzioni esemplari. (520/2586)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In primo luogo si segnala come Auditel sia la società incaricata di rilevare gli ascolti della televisione in Italia conseguiti attraverso le diverse modalità di trasmissione; Auditel opera con il modello organizzativo – ampiamente diffuso a livello internazionale – del Joint Industry Committee, che riunisce tutte le componenti del mercato televisivo (aziende che investono in pubblicità, agenzie e centri media, imprese televisive). Oltre a Rai, sono soci della società anche UPA, ASSOCOM, UNICOM, FIEG, Confindustria Radio TV, R.T.I, La7.
  Per quanto attiene alla trasmissione dei dati di ascolto da parte Rai, questa avviene attraverso un sistema automatico che prevede un doppio invio: il primo (dal lunedì al venerdì) alla segreteria della Commissione, il secondo direttamente ai singoli Commissari (su base quotidiana, al fine di assicurare la massima tempestività anche Pag. 110nei giorni di sabato e domenica). L'interruzione nell'invio dei dati riguarda solo la prima modalità ed è stata determinata da un guasto tecnico su cui – a seguito delle segnalazioni pervenute dalla segreteria della Commissione – la Rai è prontamente intervenuta.

  BRUNETTA. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai. – Premesso che:
   nella puntata di «Che tempo che fa» di domenica scorsa 13 novembre si sono esibiti i Coldplay;
   la band inglese era indubbiamente tra gli ospiti in assoluto più attesi, anche grazie ad un'ampia copertura pubblicitaria, da parte di Raitre, nei giorni precedenti alla stessa messa in onda;
   subito dopo l'esibizione live della band inglese, è stato ospite della trasmissione condotta da Fabio Fazio, il presidente del Consiglio, che è stato intervistato per circa trenta minuti, senza alcun contraddittorio;
   Matteo Renzi ha liberamente trattato i temi del referendum, approfittando anche della conduzione molto accondiscendente da parte di Fabio Fazio, per svolgere l'ennesima propaganda a favore unicamente delle ragioni del Sì, senza alcun rispetto dei principi del pluralismo, della completezza e della imparzialità dell'informazione;
   si chiede di sapere:
    se i vertici Rai siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
    se non ritengano necessario chiarire in base a quali criteri i responsabili di RaiTre e del programma «Che tempo che fa» abbiano stabilito di ospitare Matteo Renzi nella stessa puntata in cui era prevista la partecipazione dei Coldplay, creando un'evidente posizione di favore, in termini di ascolto, con un'intervista di circa mezz'ora senza alcun contraddittorio, a poche settimane dalla consultazione referendaria del 4 dicembre prossimo;
    quali misure di competenza intendano assumere i vertici Rai al fine di riequilibrare tempestivamente le presenze di ospiti a favore del No in vista del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, con particolare riguardo al programma di RaiTre «Che tempo che fa».
(521/2587)

  CENTINAIO, FEDRIGA, CROSIO. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   nella puntata del 13 novembre di «Che tempo che fa», condotta da Fabio Fazio, è stato ospite il Presidente del Consiglio che ha avuto modo di esprimersi in assoluta libertà non essendo previsto dalla trasmissione un contraddittorio se non quello col conduttore/intervistatore;
   considerata la campagna elettorale referendaria in atto e le conseguenti regole dalla par condicio, la massiccia presenza a trasmissioni non strettamente politiche del Presidente del Consiglio, nonché segretario del Pd, appare lesiva del diritto al pluralismo dell'informazione;
   la palese e risaputa intesa politica (e la comune scelta di voto favorevole al referendum) fra il Premier e alcuni conduttori giornalisti, nel caso specifico Fazio, falsa la libera informazione e offre ai telespettatori notizie approssimative e fuorvianti che, durante la campagna elettorale, possono trasformarsi in un vantaggio politico illecito e di parte;
   la Rai, in quanto concessionaria di un servizio pubblico, è tenuta a rispettare gli obblighi imposti dal contratto di servizio che prevedono un'informazione completa, libera e imparziale, che rispetti la pluralità dei soggetti politici e, se è sempre inaccettabile che questi principi vengano disattesi, ancor di più non è tollerabile durante una campagna elettorale;
   si chiede di sapere:
    se non si ravvisino elementi di faziosità e di parzialità nella conduzione Pag. 111della trasmissione «Che tempo che fa» andata in onda il giorno 13 novembre nell'intervista a Matteo Renzi;
    se non si ritenga doveroso contemplare al più presto fra gli ospiti della trasmissione «Che tempo che fa» esponenti del movimento della Lega Nord al fine di offrire ai telespettatori un punto di vista diverso da quello dell'intervistatore (che troppo spesso coincide con quello dell'intervistato) e garantire così il rispetto di un'informazione libera, completa ed imparziale. (533/2592)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni sopra citate [521/2587 e 533/2592] si informa di quanto segue.
  Con riferimento alla puntata di «Che tempo che fa» del 13 novembre, si ritiene utile mettere in evidenza come sia consuetudine del programma condotto da Fabio Fazio annoverare tra gli ospiti personaggi di grande rilievo della scena culturale e dello spettacolo, di quella sociale e della politica soprattutto nella chiave dell'attualità e della risonanza sul piano interno ed internazionale. In questo quadro si inseriscono anche le interviste ad esponenti istituzionali e politici particolarmente centrali nel discorso pubblico; questa scelta editoriale ha riguardato la presenza, nella puntata in questione, del Presidente del Consiglio Renzi. Alla luce dei recenti e cruciali eventi internazionali culminati con la elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d'America, il programma ha avuto quindi l'occasione di intervistare il Premier per ascoltare la voce del Governo Italiano sulle prospettive che si apriranno per il nostro paese e per l'UE. Durante l'intervista, in buona parte dedicata proprio ai risvolti post-elettorali negli USA e alle ripercussioni internazionali con particolare riferimento all'Italia e all'Europa, era inevitabile che nel segmento finale fosse affrontato in chiave di attualità e di interconnessione coi temi precedenti anche il tema del referendum del 4 dicembre in cui il Premier ha formulato la propria analisi.
  Nel quadro sopra sintetizzato, si segnala in primo luogo come l'articolo 8, comma 2, del Regolamento della Commissione parlamentare per l'indirizzo Generale e la Vigilanza dei servizi radiotelevisivi del li ottobre 2016) nel richiedere che il contraddittorio avvenga «in condizioni di effettiva parità di trattamento», stabilisce che «qualora il format del programma di informazione non preveda il contraddittorio di cui al periodo precedente, il direttore di rete o di testata stabilisce in via preliminare l'alternanza e la parità delle presenze tra le posizioni favorevoli e contrarie al quesito referendario»; è questa la fattispecie in cui rientra «Che tempo che fa» che, nella successiva puntata del 20 novembre, ha ospitato il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

  PINI, CROSIO. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   in occasione della campagna elettorale americana, la corrispondente oltreoceano della Rai, Giovanna Botteri, ha avuto il compito di informare i cittadini italiani circa l'andamento della competizione fra i candidati alle presidenziali;
   svolgendo un servizio pubblico attraverso il mezzo televisivo, alla corrispondente Botteri è stata palesemente delegata la missione propria della Rai di informare in modo imparziale e pluralistico;
   eppure la giornalista si è schierata apertamente a favore di Hillary Clinton, presentandola al pubblico dei telespettatori con encomi e apprezzamenti vari esaltandola come «nume titolare delle minoranze», classificando al contrario Donald Trump come un «magnate sfrontato ed offensivo»;
   la stessa giornalista, in diretta televisiva, si è permessa di redarguire gli elettori, quasi a stupirsi di come abbiano potuto votare Trump e non lasciarsi condizionare nonostante i mezzi di informazione fossero così schierati a favore della Clinton;
   se l'informazione approssimativa e fuorviante è sempre condannabile, dichiarazioni del genere in cui si ammette di Pag. 112aver lavorato in modo parziale e non obiettivo è inaccettabile e che tali dichiarazioni siano state fatte da una giornalista che lavora per la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo non è tollerabile;
   la Rai deve garantire, anche attraverso i suoi corrispondenti all'estero (che sono pagati cospicuamente dall'azienda pubblica, e quindi indirettamente da tutti i cittadini che pagano regolarmente il canone – lo stipendio di Giovanna Botteri è di circa 200.000 euro annui) un servizio di alta qualità;
   e deve farlo nel rispetto degli obblighi previsti dal contratto di servizio siglato col Ministero in cui si parla di «obiettività, pluralismo e imparzialità dell'informazione», tutti principi disattesi dal lavoro svolto negli ultimi mesi da Giovanna Botteri;
   si chiede di sapere:
    quali provvedimenti disciplinari siano stati adottati nei confronti della corrispondente Giovanna Botteri che ha implicitamente ammesso, in diretta televisiva, di aver reso un'informazione parziale e non obiettiva in occasione della campagna elettorale americana, disattendendo quindi completamente i principi alla base del servizio pubblico radiotelevisivo.
(522/2591)
  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  La professionalità, la competenza e l'equilibrio di Giovanna Botteri – da anni corrispondente dagli Stati Uniti – sono ampiamente riconosciuti. In occasione delle elezioni americane la Botteri ha realizzato decine di servizi e diverse ore di diretta contribuendo a dare all'evento una copertura senza precedenti, definibile nel complesso come un racconto giornalistico approfondito, ampio e quotidiano.
  In tale quadro si inserisce il tono complessivo del dibattito fra i candidati, apparso caratterizzato da una durezza senza precedenti. Il racconto delle stesse fonti americane nelle settimane della campagna metteva in luce la particolare spregiudicatezza e pesantezza delle accuse lanciate da Trump verso la sua avversaria. È questo il contesto in cui, più in particolare, è da inserire la definizione di «magnate sfrontato e offensivo» (frase riportata nell'interrogazione di cui sopra), che non può essere considerata squilibrata o approssimativa o fuorviante, in quanto rappresenta una definizione oggettiva (magnate) unita ad una percezione diffusa e condivisa (che Trump fosse sfrontato e offensivo nei confronti dell'avversaria).
  La Botteri, ancora, ha condiviso gli elementi di autocritica dell'intera classe giornalistica (americana e italiana) che è stata incapace, nella stragrande maggioranza dei casi, di percepire la portata del fenomeno Trump. Una autocritica parallela a quella dello stesso New York Times che ha inviato una lettera di scuse ai lettori.

  GASPARRI. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   mercoledì 9 e venerdì 11 novembre u.s., Rai 2 ha trasmesso, in prima serata, i primi sei episodi della fiction «Rocco Schiavone», ispirata ai romanzi polizieschi dello scrittore e sceneggiatore Antonio Manzini, editi da Sellerio, e che raccontano la storia di un vicequestore di Polizia;
   come già denunciato con il precedente atto di sindacato ispettivo – n. 2-00424 del 9 novembre u.s. – la fiction «Rocco Schiavone» è un esempio devastante per il messaggio che trasmette e perché erige a modello comportamenti assolutamente scorretti e devianti, che non rendono onore alle Forze dell'ordine;
   sebbene il direttore di Rai Fiction, Titti Andreatta, abbia giustificato la messa in onda degli episodi previa lettura dei copioni da parte della polizia – che tra l'altro, informalmente, ha già smentito –, è vergognoso e assolutamente imbarazzante che il servizio pubblico, compiacendosi dei buoni indici di ascolto, avalli simili modelli che non rispecchiano in alcun modo l'impegno, il sacrificio e la serietà profusi dalle Forze dell'ordine nei confronti dello Stato e dei cittadini;Pag. 113
   è la prima volta che una tv di Stato, pagata dai contribuenti, esalta la figura di un personaggio inquietante, ladro, corrotto, corruttore e procacciatore di prostitute;
   si chiede di sapere:
    se risponda al vero che, come sostenuto dal direttore di Rai Fiction, Titti Andreatta, la polizia ha letto i copioni e fornito i mezzi per la realizzazione delle puntate;
    se il Ministro dell'interno sia a conoscenza di quanto descritto;
    se tale tipologia di fiction non sia da considerarsi pericolosa per i messaggi che trasmette e per i modelli che propone;
    se sia ragionevole ritenere che per giudicare positivamente un programma è sufficiente considerare l'elevato indice di ascolto, piuttosto che valutarne i contenuti;
    se non si ritenga che la Rai debba porre maggiore attenzione nella programmazione televisiva e una più attenta selezione dei prodotti mediatici, rispetto ai quali talune fasce di età risultano particolarmente sensibili;
    se non si ritenga che la fiction «Rocco Schiavone» rappresenti un livello qualitativo molto basso dei contenuti della programmazione televisiva;
    se non ritenga ravvisabile la necessità di definire efficacemente la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo, attraverso una rigorosa rivisitazione complessiva del ruolo della televisione affinché diventi da veicolo di contenuti spesso dannosi, a portatrice di modelli educativi.
(534/2594)

  CROSIO, MOLTENI. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, Rai, sta trasmettendo una fiction dedicata alla figura romanzesca di Rocco Schiavone, vice-questore della Polizia di Stato, che ha già determinato vivo risentimento nel personale del corpo;
   viene in particolare contestata alla fiction la circostanza di veicolare un'immagine del personale appartenente alla Polizia di Stato assai poco edificante e lontana dal modello virtuoso che dovrebbe esser proposto al pubblico di un canale televisivo di natura generalista;
   tra gli elementi ad aver maggiormente disturbato il personale della Polizia di Stato c’è la circostanza che il protagonista della fiction, Rocco Schiavone, interpretato sul set da Marco Giallini, all'inizio di una delle puntate sia ritratto mentre assume fumando una sostanza psicotropa;
   secondo il Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, mandando in onda una fiction dal messaggio tanto diseducativo, nella quale il personale della Polizia di Stato viene dipinto come dedito a comportamenti devianti o comunque illegali, la Rai avrebbe accettato di contribuire all'accentuazione di un clima nel Paese ostile ai poliziotti, con l'effetto di rendere più agile la promozione di agende politiche che contemplano l'introduzione del reato di tortura o l'obbligo degli alfanumerici per meglio identificare gli agenti in servizio d'ordine pubblico;
   si chiede di sapere:
    quali misure la Rai ritenga di dover assumere per tutelare l'immagine e l'onorabilità della Polizia di Stato e del suo personale, significativamente danneggiate dalla fiction dedicata a Rocco Schiavone.
(535/2595)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni sopra citate [534/2594 e 535/2595] si informa di quanto segue.
  Rocco Schiavone nasce dalla penna di Antonio Manzini, uno degli scrittori italiani che più hanno rinnovato il poliziesco in questi anni; è’ un poliziotto ruvido, tormentato, un personaggio fuori dagli schemi che Andrea Camilleri ha definito come Pag. 114«straordinario». I romanzi sono stati tradotti in tutte le lingue e pubblicati in tutto il mondo. La serie televisiva è fedele ai romanzi: si tratta di un crime contemporaneo, moderno sotto il profilo visivo, che nasce internazionale (il progetto vede infatti il coinvolgimento di un distributore importante come Beta Film che ha presentato la serie all'ultimo mercato di Cannes tra i suoi progetti di punta). La qualità del progetto sta anche nella sua matrice letteraria, nella sua scrittura ricca, nella costruzione complessa e tridimensionale dei personaggi che hanno – a partire dal protagonista – i chiaroscuri che appartengono ai personaggi memorabili della migliore serialità internazionale.
  La fiction della Rai – in linea generale – già presenta numerose storie che hanno come protagonisti esponenti delle forze dell'ordine, e in particolare della polizia di Stato: dal Commissario Montalbano a Boris Giuliano, dalla squadra Catturandi di Palermo alle indagini torinesi della ispettrice Ferro in Non Uccidere o quelle napoletane in Sotto Copertura; in tale quadro Rocco Schiavone risponde, tra l'altro, all'obiettivo di proporre agli spettatori di Rai2 un racconto televisivo costruito per chi è alla ricerca di discontinuità, di novità, di rottura degli schemi, un racconto più complesso per coinvolgere anche il pubblico più sofisticato, che altrimenti si rivolgerebbe solo alla serialità internazionale. D'altra parte, anche una delle serie di maggior successo di BBC2, pluripremiata e venduta all'estero è Line of Duty, un thriller che porta il pubblico dentro la polizia, svelandone anche misteri e ombre.
  Il vicequestore Schiavone è uno dei casi letterari degli ultimi anni, e la sua caratterizzazione è ben nota a milioni di lettori. La Direzione Rai Fiction ha saputo dalla produzione che la polizia aveva letto le sceneggiature, ma non aveva dato forme di patrocinio ne’ collaborazione, come peraltro sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione; è stato dunque realizzato un progetto tratto da pregevoli romanzi italiani che rappresentano un personaggio di fantasia.

  LIUZZI. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   «L'Arena» è un programma televisivo di Rai 1, in onda la domenica pomeriggio e condotto da Massimo Giletti;
   negli ultimi anni numerosi articoli di stampa e diverse segnalazioni di cittadini, hanno evidenziato l'eccessiva enfatizzazione del programma tv su temi legati al malaffare nel Sud Italia a dispetto di scandali analoghi che si verificano nel settentrione;
   numerosi sono gli episodi che confermano quanto succitato:
   il 1o novembre 2015 il conduttore Massimo Giletti dichiarava nel corso della puntata «Napoli è indecorosa, spazzatura in ogni vicolo»;
   tali dichiarazioni avevano fortemente indignato i cittadini napoletani tanto da spingere il Codacons a presentare un esposto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
   in altre puntate, a più riprese, era denunciato l'eccessivo numero di agenti della forestale in regione Sicilia. In particolare, a seguito del programma, il 24 gennaio 2016 i Sindacati della Forestale dichiaravano a mezzo stampa «da Giletti grave episodio di disinformazione [...] È probabile che il dottor Giletti abbia realmente confuso il personale del Corpo Forestale dello Stato, coinvolto nel processo di riorganizzazione e assorbimento da parte dei Carabinieri»;
   nella puntata del 13 marzo 2016, in relazione ad un approfondimento sullo scandalo dei dipendenti della Reggia di Caserta, il presentatore Massimo Giletti dichiarava «sembra di essere tornati nelle Due Sicilie»;
   il 9 ottobre 2016 il presentatore riprendeva in termini sensazionalistici il tema delle truffe in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia;
   in quell'occasione non si accennava ai casi analoghi che in quei giorni interessavano Pag. 115Biella e Brescia. Nessun accenno neanche all'inchiesta sulla «bigliettopoli» della Juventus e i maxi scandali delle banche venete del Monte dei Paschi di Siena, dell'Expo di Milano o del Mose di Venezia;
   domenica 16 ottobre 2016 la puntata era incentrata sullo sciopero di alcuni dipendenti della ex Circumvesuviana, che difendevano il diritto dei propri parenti di viaggiare gratis sulla linea;
   durante tale trasmissione Giletti dichiarava: «Dicono che ce l'ho con Napoli ma io non ce l'ho con Napoli». Tuttavia, per circa sessanta minuti, il tema dell'azienda di trasporti campana veniva affrontato in modo caotico, con toni accesi e a tratti offensivi. Anche in questo caso, durante la puntata, non è stato fatto alcun accenno a tutte le altre aziende di trasporto italiano che consentono ai parenti dei dipendenti di viaggiare gratis o di usufruire di un bonus cospicuo, come la Trieste Trasporti, l'Atp di Genova, la Trenord di Milano (la più simile alla Circumvesuviana), l'Atm di Milano, la Gtt di Torino e l'Atac di Roma;
   a detta della scrivente il servizio pubblico, e nel caso specifico «L'Arena», alla luce della normativa vigente, dovrebbe informare i cittadini italiani fornendo un'ampia panoramica delle problematiche di tutta l'Italia;
   considerato che:
    l'articolo 3 del D.Lgs. 31 luglio 2005, n. 177, recante il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e l'articolo 4, comma 1, del Contratto di Servizio 2010-2012 definiscono il principio di «lealtà e l'imparzialità dell'informazione» quale principio cardine del sistema dei servizi di media audiovisivi;
    il Contratto di Servizio 2010-2012 stipulato tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo economico ora in prorogatio, impegna la Rai e le emittenti locali a rispettare il principio del pluralismo dell'informazione;
    l'articolo 2, comma 3, lett. a) del Contratto di Servizio 2010-2012 impegna la Rai a rispettare «i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione»;
    l'articolo 2, comma 3, lett. d) impegna la Rai «ad assicurare un elevato livello qualitativo della programmazione informativa»;
    si chiede di sapere:
     se la Rai non ritenga di dover assicurare una corretta rappresentazione della realtà del sud dell'Italia anche in considerazione della valenza pubblica di una trasmissione seguita da milioni di cittadini come l'Arena, garantendo lo stesso tipo di inchiesta giornalistica anche alle altre regioni del nord e del centro Italia;
     se la Rai intenda intervenire affinché il conduttore Massimo Giletti utilizzi un linguaggio che non vada a ledere – direttamente e indirettamente – la dignità dei cittadini citati nei servizi del programma che conduce. (536/2612)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo, con specifico riferimento al caso «De Magistris vs Giletti», si ritiene opportuno mettere in evidenza il fatto che l'AGCOM ha archiviato l'esposto anche basandosi sulle motivazioni con cui il PM napoletano ha a sua volta archiviato la denuncia sul tema in questione: «Il degrado e l'abbandono di alcune zone della città, tra le quali quella della stazione centrale, sono un dato di fatto». Con queste ragioni il pm ha chiesto l'archiviazione ai giudici. Nel dispositivo, reso noto viene poi chiarito che «la situazione di degrado che affligge alcune zone di Napoli e, in particolare, quella della stazione ferroviaria centrale, è da tempo oggetto di trattazione e denuncia e in diversi quotidiani e in varie trasmissioni televisive. Significativa è, in tal senso, la notizia riportata, in più occasioni, proprio da alcuni giornali in ordine ai cosiddetti ’mercatini’ dei rifiuti» che venivano svolti, fino a poco tempo fa, con Pag. 116periodicità proprio nei pressi della stazione centrale di Napoli, alimentando il fenomeno di accumulo di rifiuti e dunque di degrado dell'intera zona circostante». E ancora: «Tale situazione, attesa la sua rilevanza sociale, rende legittimi anche valutazioni e giudizi molto forti quali quelli espressi dall'odierno indagato in ordine allo stato di decoro della città e all'efficacia dell'azione di governo condotta negli anni dalla classe politica locale».
  In linea generale, si segnala come nei mesi scorsi il programma L'Arena abbia trattato non solo questioni di attualità legate al Sud Italia ma, al contrario, abbia affrontato tematiche relative a tutto il Paese; a tal fine si riporta l'elenco delle questioni trattate nel corso dell'attuale stagione:
   25 Settembre
    Calabria – Atterraggio elicottero in centro storico senza permesso
    Puglia – Ex consiglieri regionali ottengono taglio tasse sui loro vitalizi
   3 Ottobre
    Nazionale – La Camera revoca vitalizio a C. Previti
    Puglia – Ex consiglieri regionali ottengono taglio tasse sui loro vitalizi
    Sicilia – Casi di assenteismo al Comune di Milazzo
    Campania – Sviluppi inchiesta su assenteismo Osp. Ruggi d'Aragona (Salerno)
   16 Ottobre
    Napoli – Il caso delle tessere gratuite per viaggiare sulla Circumvesuviana
    Roma – Viaggiatori in metropolitana senza biglietto
    Licata (AG) – Sindaco anti abusivismo minaccia dimissioni
   23 Ottobre
    Toscana – Il ricorso degli ex consiglieri regionali contro il divieto di doppio vitalizio
    Bologna – Lavoratore usurato non ottiene pensione anticipata
    Torino – Lavoro sottopagato a fattorini Foodora
    Canarie – Pensionati italiani espatriano per agevolazioni fiscali
    Roma – La rapina al caveau nell'inchiesta Mafia Capitale
   30 Ottobre
    Umbria-Marche Nuova scossa di terremoto
    Emilia Romagna – Il caso delle migranti respinte a Goro
    Veneto – Castel d'Azzano, proteste contro la decisione di accogliere migranti
    Sicilia – Il Sindaco di Lampedusa parla della positiva esperienza di accoglienza dei migranti
   6 Novembre
    Sicilia – Abusi nell'applicazione della legge 104
    Calabria – I 5294 operai forestali assunti dalla regione
   13 Novembre
    Roma – I casi di dubbia autenticità dei permessi malattia dell'Atac
    Roma – Evasione del biglietto sui mezzi pubblici
    Roma – Spreco di denaro pubblico nell'acquisto di mezzi pubblici
    Lombardia – Il caso delle spese pazze dell'ex presidente di Ferrovie Nord
   20 Novembre
    Roma – Abusi nell'applicazione della legge 104 in ATAC
    Roma – Dubbi su visite mediche effettuate a dipendenti ATAC
    Roma – Evasione del biglietto sui mezzi pubblici
    Calabria – Veneto confronto sul numero di forestali assunti
   4 Dicembre
    Saronno – Malasanità
    Napoli – Abusi edilizi.

  BRUNETTA. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   giovedì 24 novembre, nel programma pomeridiano di RaiUno «La vita in diretta» sono state ospiti la ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi e l'avvocatessa Pag. 117di Pesaro Lucia Annibali, sfregiata con l'acido nel 2013 da due uomini, su mandato dell’ex fidanzato;
   in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il tema principale del dibattito si è concentrato sugli episodi di femminicidio con servizi giornalistici dedicati;
   al contempo, i conduttori Cristina Parodi e Marco Liorni hanno rivolto a Boschi numerose domande, rispondendo alle quali la ministra ha avuto la possibilità, senza alcun contraddittorio, di esporre, dal suo esclusivo punto di vista, le iniziative che il governo avrebbe intrapreso in tema di femminicidio e per la tutela delle donne vittime di violenza;
   Lucia Annibali, in più occasioni si è pubblicamente schierata a favore del Sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, partecipando anche all'ultima edizione della Leopolda che si è svolta il 5-6 novembre scorso;
   a pochi giorni dalla consultazione referendaria del prossimo 4 dicembre, complessivamente, nella puntata in questione de «La vita in diretta» sono stati dedicati oltre trenta minuti alle ospitate della ministra Boschi e di Lucia Annibali, che rappresentano due figure molto note a favore delle ragioni del Sì, senza alcun contraddittorio, e senza alcuno spazio alle ragioni del No al referendum, come invece previsto dalle disposizioni di legge, secondo le quali deve essere sempre garantita l'imparzialità, l'obiettività, il pluralismo e la completezza dell'informazione;
   l'interrogante apprende inoltre che, nelle scorse settimane, il programma di RaiUno «L'Arena», condotto da Massimo Giletti e in onda ogni domenica, avrebbe dovuto ospitare l'avvocatessa ed ex deputata Giulia Bongiorno, rappresentante della fondazione «Doppia difesa», impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne;
   la partecipazione dell'avv. Bongiorno, inizialmente prevista insieme a Michelle Hunziker, co-fondatrice dell'associazione, è stata in un secondo momento «tagliata», lasciando spazio unicamente all'intervista singola alla show girl Hunziker; la mancata partecipazione al programma veniva stabilita, contestualmente alla pubblicazione di un'intervista dell'avvocatessa Bongiorno, nella quale sosteneva pubblicamente le ragioni del No al referendum del 4 dicembre prossimo;
   con un tempismo a dir poco sospetto la redazione del programma e il conduttore Massimo Giletti motivavano la scelta dicendo che lo spazio tolto all'avvocato Bongiorno – che comunque non avrebbe parlato di referendum – sarebbe invece stato dedicato alle ragioni del No; risulta incomprensibile e assolutamente non motivata, la differenza di trattamento riservata invece alla ministra Boschi, che pur non facendo alcun riferimento al referendum ha potuto esporre per più di mezz'ora, senza alcun contraddittorio, l'esclusivo punto di vista del governo, su diversi temi di attualità;
   si chiede di sapere:
    se i vertici Rai siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure di propria competenza intendano assumere, con particolare riferimento alla rete ammiraglia Rai, per garantire il reale rispetto dei princìpi del pluralismo, del contraddittorio, della completezza e dell'imparzialità dell'informazione e della parità di accesso ai mezzi di informazione, in vista del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. (537/2623)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
Per quanto concerne la presenza della Ministra Boschi e di Lucia Annibali a «La vita in diretta», si segnala che giovedì 24 novembre, all'interno del programma, è stata realizzata una pagina dedicata al femminicidio e alla violenza di genere (tematiche di cui il programma si occupa frequentemente e verso le quali è particolarmente sensibile) in preparazione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne; come sopra anticipato, ospiti della Pag. 118pagina sono state la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento con delega alle Pari Opportunità Maria Elena Boschi e Lucia Annibali, la donna sfigurata con l'acido dall'ex-compagno Luca Varani e diventata un simbolo per milioni di donne. Si è ritenuto di invitare la Ministra in trasmissione in considerazione del fatto che il Ministero per le Pari Opportunità (che ha fornito alla redazione tutto il materiale necessario per dare un'informazione corretta e aggiornata sulla tematica in questione) è quello che si occupa dei problemi relativi alla violenza di genere e a tutti i casi in cui le donne vengono emarginate o lese nei propri diritti. La Boschi, ancora, ha recentemente annunciato l'approvazione di un nuovo decreto che attribuisce nuove risorse ai centri antiviolenza (31 milioni di euro nel prossimo biennio) e la firma di alcuni protocolli con Istat, Polizia, Carabinieri, Poste e Ferrovie dello Stato.
  La puntata di giovedì 24 è stata una delle tante dedicate dal programma alla violenza di genere: ciò, ad esempio, è accaduto sia nei giorni precedenti che in quello successivo, durante il quale – più in particolare – sono stati dedicati al femminicidio due spazi nei quali hanno partecipato la Polizia di Stato e Teresa D'Abdon, mamma di una donna vittima di femminicidio. Da ultimo, per completezza di informazione, si segnala che l'unico argomento trattato nel corso della puntata del 24 novembre è stato la violenza di genere, mentre in nessun modo è stato fatto riferimento al referendum costituzionale del 4 dicembre.
  Con riferimento invece alla prevista presenza dell'Avv. Buongiorno a «L'Arena», si segnala che l'Avvocato era stato invitato all'interno di un più ampio spazio dedicato a Michelle Hunziker (una classica intervista al personaggio, per una durata inizialmente prevista di 45 minuti); sotto il profilo operativo, era stato tutto predisposto per avere in studio l'Avvocato. Successivamente – per motivi collegati alla ridefinizione della scaletta del programma – lo spazio per l'intervista è stato ridotto da 45 minuti a 25; ciò avrebbe comportato la proporzionale riduzione anche dello spazio dedicato all'Avvocato Buongiorno (5 minuti) che, alla luce del nuovo contesto, ha ritenuto preferibile rinunciare a partecipare al programma.