CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 novembre 2016
717.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata. Testo unificato C. 3258 Minardo, C. 3337 Cancelleri, C. 3725 Basso e C. 3807 Ricciatti.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delle proposte di legge C. 3258 Minardo, C. 3337 Cancelleri, C. 3725 Basso e C. 3807 Ricciatti recante «Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata»;
   considerato che l'articolo 4, comma 1, stabilisce che le disposizioni della legge non si applichino alle attività svolte in ambito privato o comunque da persone unite da vincoli di parentela o di amicizia, che costituiscono attività libere e non soggette a procedura amministrativa;
   ritenuto che andrebbe attentamente valutata la previsione dell'esclusione dall'ambito di applicazione della legge delle attività svolte da persone unite da vincoli di amicizia, in considerazione del rischio ad essa sottesa di considerare attività libere, in nome di un indeterminato «vincolo di amicizia», attività che invece dovrebbero essere assoggettate a procedura amministrativa,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   all'articolo 4, comma 1, valuti la Commissione di merito l'opportunità di limitare l'esclusione dall'ambito di applicazione della legge solo alle attività svolte da persone unite da vincoli di parentela.

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ALLEGATO 2

5-09926 Zaratti: Chiarimenti in merito alla mancata istituzione dell'area protetta della Costa teatina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ai fini dell'istituzione del parco nazionale, prevista dalla legge n. 93 dell'8 marzo 2001, il decreto-legge n. 225 del 2010 (convertito con legge n. 10/2011) ha stabilito, nel caso non si fosse pervenuti alla detta istituzione per via ordinaria entro il 30 settembre 2011, che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri fosse nominato un Commissario ad acta per provvedere alla predisposizione e attuazione di ogni intervento necessario.
  Decorse senza esito le proroghe di tale termine (31 dicembre 2012, 30 giugno 2013 e 31 dicembre 2013) con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2014 è stato nominato il Commissario ad acta nella persona del dott. Giuseppe De Dominicis. Pertanto, a far data dal predetto provvedimento, il procedimento ordinario per l'istituzione dei parchi nazionali è stato superato poiché, con la citata nomina commissariale è cessata la competenza del Ministero dell'ambiente sulla procedura in questione.
  Il Commissario ad acta ha predisposto e presentato la proposta per l'istituzione del Parco alla Presidenza del Consiglio, la quale ha richiesto e svolto interlocuzioni con i competenti uffici del Ministero per i profili tecnici.
  L'incarico del Commissario è venuto a scadere il 4 agosto 2015 e la Presidenza del Consiglio dei ministri ha ritenuto di sottoporre il lavoro svolto dal Commissario straordinario e la bozza di decreto del Presidente della Repubblica istitutivo del Parco alla Conferenza Unificata Stato-regioni, nella cui sede tecnica del 10 settembre 2015, il Ministero ha ribadito di non rivestire più alcuna competenza sul procedimento e di avere unicamente fornito, su richiesta, un supporto tecnico. Il provvedimento istitutivo è stato oggetto di due successivi incontri di coordinamento presso la sede della stessa Conferenza Unificata, allo scopo di garantire la massima collaborazione fra i diversi livelli di Governo.
  Nei primi mesi dell'anno corrente sono pervenute presso gli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri, rispetto allo schema di decreto del Presidente della Repubblica di istituzione del Parco nonché alle misure di salvaguardia allegate al decreto, predisposti dal Commissario ad acta, alcune valutazioni della regione Abruzzo che hanno determinato verifiche e controlli e un'analisi attenta del lavoro presentato dal Commissario sia dal punto di vista tecnico-amministrativo che da quello naturalistico paesaggistico e storico-culturale. Il 4 febbraio 2016, il Presidente della regione Abruzzo ha trasmesso al Ministero dell'ambiente la delibera n. 27 del 26 gennaio 2016, concernente «Determinazioni riferite alla perimetrazione di competenza e connesse norme di salvaguardia».
  Sulla base di quanto precisato, nel mese di marzo 2016 la Direzione generale del Ministero ha inoltrato la documentazione della regione Abruzzo alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo.
  All'esito delle necessarie verifiche sarà, possibile procedere nell'iter di istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina.

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ALLEGATO 3

5-09927 Borghi: Chiarimenti in merito alla mancata autorizzazione all'incremento del livello massimo di regolazione del Lago Maggiore.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si fa presente che la sperimentazione sul Deflusso minimo vitale, in atto sul fiume Ticino, si differenzia rispetto alla sperimentazione della nuova regolazione dei livelli estivi del Lago Maggiore.
  La prima si basa su un protocollo d'intesa sottoscritto il 3 marzo 2010 che riguarda il coinvolgimento degli enti territoriali dell'area interessata, mentre la seconda nasce da una specifica richiesta del 2012 con cui il Consorzio del Ticino ha chiesto al Ministero dell'ambiente (e alle regioni Piemonte e Lombardia), di essere autorizzato, in via sperimentale, ad innalzare fino a +1,50 m (livello di regolazione attualmente valido nella stagione invernale), nel periodo dell'anno che va dal 1o marzo al 15 settembre, la soglia di regolazione estiva del Lago Maggiore.
  Al riguardo, occorre precisare che l'adozione di una nuova regolamentazione per i livelli estivi di un grande lago non può in alcun modo avvenire senza la preventiva valutazione di tutte le possibili conseguenze in termini di pubblica incolumità, di sicurezza idraulica e di tutela del patrimonio ambientale, economico e sociale. Pertanto, questo Ministero ha convocato una Conferenza di Servizi istruttoria, coordinata dall'Autorità di bacino del fiume Po, con i rappresentanti del MIT.
  A giugno 2014, ha invitato il Consorzio del Ticino a non anticipare la sperimentazione, senza che fossero state preliminarmente effettuate le necessarie valutazioni, ritenendosi incauto procedere immediatamente ad elevare i livelli di mezzo metro, in assenza di dati sperimentali in relazione alla compatibilità dell'innalzamento dei livelli con le esigenze di sicurezza idraulica.
  Sulla base degli esiti tecnici della Conferenza dei servizi, il Comitato Istituzionale dell'Autorità di bacino del fiume Po, con la deliberazione del 12 maggio 2015, ha approvato l'avvio della sperimentazione quinquennale di un nuovo livello di regolazione estiva del Lago Maggiore, prevedendo, in ossequio al principio di precauzione, un'articolazione della stessa in tre fasi. Tale sperimentazione prevede che fino al 15 settembre del 2017, il livello idrografico sarà mantenuto a 1,25 metri al di sopra dello zero idrometrico di Sesto Calende. Ci saranno quindi due anni per migliorare gli strumenti di controllo delle portate e il monitoraggio del lago per avere un quadro aggiornato delle dinamiche lacustri. A fine 2017, si valuterà se già dal marzo 2018 si potrà innalzare il livello a 1,30 metri; in seguito, sulla base dell'andamento della sperimentazione, si potrà procedere negli anni successivi (2019 e 2020) all'innalzamento fino a + 1,50.
  Pertanto, solo all'esito della predetta sperimentazione, si potrebbe giungere all'innalzamento rappresentato dagli interroganti, mentre, al momento, sulla base degli strumenti di previsione delle piene del Lago a disposizione del Consorzio, lo stesso va limitato alla quota di +1,25 m.
  In conclusione, l'operato di questo Ministero si è orientato verso una soluzione equilibrata delle problematiche, al fine di bilanciare le ragioni degli agricoltori con quelle dei comuni rivieraschi, le ragioni dell'ambiente con quelle della tutela dai rischi idraulici e da alluvione e le ragioni del nostro Paese con quelle di altri Paesi interessati.

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ALLEGATO 4

5-09928 Matarrese: Iniziative di competenza volte a valutare e risolvere l'inquinamento dell'aria nel quartiere Japigia di Bari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai disagi dovuti ai fumi derivanti dalla combustione di materiali non identificati nel quartiere Japigia di Bari, sulla base delle informazione acquisite dalla competente Prefettura, si rappresenta quanto segue.
  Il giorno 7 ottobre il Comando NOE dei Carabinieri di Bari ha ricevuto una denuncia contro ignoti nella quale si descrivevano i fatti narrati dall'Onorevole Interrogante. A corredo della stessa, il denunciante si premurava di procurarsi, tramite due contenitori sterili, delle polveri e dell'acqua colorata asseritamente e rispettivamente raccolte (in maniera assolutamente irrituale e non utilizzabile) da un balcone e da una pozzanghera in pubblica via. Il successivo 10 ottobre, il predetto Comando trasmetteva la denuncia alla Procura della Repubblica di Bari per le valutazioni del caso.
  Inoltre, secondo quanto riferito dal Comando del NOE alla competente Prefettura di Bari, gli episodi dei fumi e dell'aria irrespirabile si sono ripetuti anche nell'ultimo mese e l'attività preliminare di indagine è stata posta in essere dalla locale Polizia Municipale in stretto contatto con un comitato cittadino costituito « ad hoc».
  Peraltro, l'ARPA Puglia ha riferito che le emissioni in atmosfera nel quartiere Japigia di Bari sono presumibilmente dovute a combustioni in aree limitrofe. Gli autori delle combustioni ed il materiale da loro bruciato non sono noti.
  L'ARPA riferisce, che «trattandosi di combustioni occasionali di durata variabile ed eseguite in siti diversi, non risulta possibile utilizzare per la valutazione della loro ricaduta sull'aria-ambiente gli strumenti normalmente impiegati nel monitoraggio della qualità dell'aria. Le stazioni di monitoraggio fisse attive sul territorio di Bari, infatti, non sono strumenti progettati per rilevare fenomeni combustivi occasionali di questo tipo, avendo specifiche di funzionamento volte a soddisfare una diversa richiesta sulla base di altra normativa di riferimento».
  Si evidenzia, infine, che la questione «denunciata» pare inserirsi nella più nota condotta illecita di combustione in campo aperto di rifiuti e materiale di risulta, condotta rispetto alla quale l'elemento dissuasivo primario resta l'intensificazione dei controlli sul territorio. Al riguardo, l'ARPA Puglia ha assicurato la propria disponibilità a fornire ogni supporto tecnico scientifico agli organi preposti.
  Pertanto, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, provvederà, attraverso un'azione di sollecito, affinché l'ARPA Puglia approfondisca una attività di indagine sul fenomeno per individuarne origine e cause, al fine di poter adottare una soluzione che elimini il problema.

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ALLEGATO 5

5-09929 Pastorelli: Iniziative per completare il passaggio alle Autorità di bacino distrettuali e garantirne la piena operatività.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Decreto ministeriale con cui sono disciplinati l'attribuzione e il trasferimento alle Autorità distrettuali del personale e delle risorse strumentali e finanziarie delle Autorità di bacino è stato firmato il 25 ottobre scorso. Successivamente alla registrazione della Corte dei conti sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
  Nel corso della procedura di elaborazione del decreto la Direzione generale del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha svolto alcuni incontri con le regioni e le Autorità di bacino ricadenti nei vari distretti idrografici, al fine di illustrare le linee generali della riforma, comprendere le specificità e le eventuali problematiche di ciascun distretto nonché illustrare ed impostare l'attività di ricognizione, prevista dal decreto ministeriale e funzionale alla definizione dei contenuti del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che trasferirà il personale e le risorse strumentali e finanziarie. Si segnala, inoltre, che dal momento in cui entrerà in vigore il decreto ministeriale, gli organi delle nuove Autorità di distretto, ed in particolare la Conferenza Istituzionale Permanente, saranno immediatamente convocabili.
  Per quanto riguarda l'Autorità di bacino del fiume Arno e le Autorità di bacino dell'Alto Adriatico e dell'Adige, si segnala che nelle more della formalizzazione del nuovo Segretario Generale, i dirigenti garantiscono comunque il regolare funzionamento dell'Autorità e l'espletamento di tutte le attività pianificatorie alle stesse attribuite. In particolare, con riferimento all'attività dell'Autorità di bacino del fiume Arno, questa è portata avanti dai dirigenti della segreteria tecnico-operativa, in conformità al dettato normativo di settore. Non si ravvisa, dunque, allo stato attuale, alcuna vacatio nell'esercizio delle funzioni che possa pregiudicare il regolare funzionamento delle predette Autorità.

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ALLEGATO 6

5-09930 Zolezzi: Intendimenti del Governo in merito alla verifica della qualità dell'aria, del suolo e delle acque nel comune di Montichiari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'episodio del 17 ottobre 2016 presso la Scuola di Vighizzolo, a fronte dei riscontri negativi dei Vigili del Fuoco, il personale dell'ARPA ha effettuato un sopralluogo congiunto col personale dell'Ufficio tecnico del comune, i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco presso attività poste nelle vicinanze, in quanto probabili cause del fenomeno. Le indagini effettuate presso due impianti di produzione di biogas da reflui zootecnici non hanno fatto emergere problematiche riconducibili all'evento segnalato. Un ulteriore sopralluogo è stato condotto presso la discarica Gedit, senza riscontrare alcun odore particolare, verificando anche la correttezza e la conformità dei formulari dei rifiuti conferiti nella mattinata e del percolato in uscita.
  Nella giornata del 18 ottobre 2016, sono stati eseguiti approfondimenti sui terreni agricoli oggetto di lavorazione e si è acquisito un campione di liquido deodorizzante presso la Scuola e di due aliquote di rifiuti presso l'impianto Gedit. I risultati dell'esame qualitativo condotto dal laboratorio ARPA sul liquido deodorizzante sono stati inviati all'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia (ATS) che sta effettuando esami sull'etichettatura tutt'ora in corso.
  Il 26 ottobre 2016, l'ARPA ha effettuato un sopralluogo presso due ulteriori impianti in attività di Vezzola e Gerital. Su entrambi sono stati eseguiti due campionamenti di aria inviati al laboratorio ARPA e sono ancora in corso le relative determinazioni analitiche, in data 28 ottobre 2016 la stessa ARPA ha eseguito ulteriori due campionamenti nei pressi delle discariche di Gedit e Systema e le analisi sono in corso presso il laboratorio dell'Agenzia.
  A seguito delle predette segnalazioni, l'ARPA ha reso nota la prossima attivazione di uno specifico piano di monitoraggio aria nell'area di Vighizzolo, finalizzato a meglio caratterizzare le molestie olfattive segnalate.
  Si precisa, altresì, che i campioni di aria eseguiti in relazione agli interventi a seguito dell'evento del 17 ottobre 2016 non sono stati effettuati per la determinazione di acido solfidrico, in quanto nessuna descrizione da parte dei segnalanti e nessuna percezione da parte dei componenti delle squadre intervenute segnalavano caratteristiche riconducibili all'acido solfidrico.
  Si evidenzia, inoltre, che si è tenuto un Tavolo Tecnico convocato dal comune di Montichiari nel corso del quale sono state definite le azioni di competenza del comune e quelle di competenza dell'ARPA. L'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia (ATS) ha fatto presente la necessità di attivare la «Procedura per il monitoraggio sistematico del disturbo olfattivo», richiedendo la collaborazione tra l'Osservatorio Epidemiologico e l'Ufficio Anagrafe Comunale, per l'identificazione dei residenti a Vighizzolo, al fine di poter effettuare un approfondimento epidemiologico mirato.
  Si è confermata, infine, la disponibilità della predetta ATS, quale componente del Tavolo tecnico di confronto tra gli Enti interessati, alla valutazione periodica delle risultanze delle attività di monitoraggio ed approfondimento, al fine di identificare adeguati interventi di prevenzione e mitigazione.

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ALLEGATO 7

5-09910 Realacci: Sullo stato di attuazione del progetto di rete fognaria nel Salento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione relativa allo stato di attuazione del progetto per la realizzazione della rete idrica e fognaria nella regione Puglia e, in particolare, nei comuni di Nardo e di Porto Cesareo, sulla base degli elementi acquisiti dagli Enti territoriali competente, si rappresenta quanto segue.
  In data 30 settembre 2015 è stato sottoscritto un Protocollo d'Intesa tra i predetti comuni, l'Acquedotto Pugliese S.p.A, la regione Puglia e l'Autorità Idrica Pugliese, per completare la realizzazione del sistema depurativo fognario degli agglomerati di Porto Cesareo e Nardò. La definizione del Protocollo è scaturita da numerosi incontri e approfondimenti sviluppatisi nel corso degli anni 2014 e 2015.
  In una prima riunione del 5 maggio 2014, le Parti concordarono sulla predisposizione di una bozza di Protocollo d'Intesa che impegnasse ciascun soggetto anche a verificare ulteriori possibilità di destinazione dei reflui dei depuratori al riuso agricolo. Seguirono ulteriori riunioni e, in occasione dell'ultima, l'Acquedotto Pugliese S.p.A. presentò uno specifico studio di fattibilità dal quale emergeva, oltre all'opportunità di perseguire il massimo riuso possibile dei reflui in agricoltura e di modificare il tracciato del collettore dello scarico dell'impianto depurativo di Porto Cesareo a quello di Nardò, anche l'inapplicabilità delle soluzioni alternative prospettate dal comune di Nardò, in quanto non rispettose delle disposizioni del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  In presenza di detta situazione di blocco, il giorno 4 marzo 2015, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha convocato una riunione al fine di individuare soluzioni condivise tra le Parti.
  Con delibera di Giunta regionale del 26 maggio 2015, è stato approvato lo schema di Protocollo d'Intesa, successivamente sottoscritto dalle Parti in data 30 settembre 2015 e ratificato con Delibera di Giunta regionale del 3 novembre 2015.
  Con il Protocollo sottoscritto, la regione Puglia e l'Autorità Idrica Pugliese, d'intesa tra loro, si sono impegnate a promuovere contributi finanziari, a valere prioritariamente sui fondi comunitari FESR2014 – 2020 – azione 6.3.1.
  Sulla base di detti presupposti il comune di Nardò si era impegnato a rilasciare le autorizzazioni e i nulla osta di competenza per la realizzazione delle diverse opere programmate e/o già approvate, ivi inclusa la condotta sottomarina, al fine di limitare l'applicazione di provvedimenti di infrazione da parte della Commissione europea. Peraltro, in esecuzione del Protocollo d'Intesa sottoscritto, l'Acquedotto Pugliese S.p.A. ha effettuato lo studio meteo marino integrativo al fine di procedere all'allungamento della condotta sottomarina di scarico fino a 2.000 metri, come prescritto in sede di procedura VINCA, espletata dalla provincia di Lecce, e così come stabilito al punto n. 1, lettera e) e n. 4 del Protocollo d'Intesa. Detto studio è stato trasmesso, con nota del 6 giugno 2016, al Ministero dell'ambiente per la supervisione tecnica.
  Sempre in esecuzione del Protocollo d'Intesa, sono state inoltre avviate da Acquedotto Pugliese S.p.A le attività necessarie per lo sviluppo della progettazione Pag. 130preliminare delle reti nelle aree Marine del comune di Nardò e per l'adeguamento tecnologico dell'impianto di depurazione dell'abitato, al fine di conseguire un refluo conforme ai limiti di cui al decreto ministeriale n. 185 del 2003.
  Con nota del 21 settembre 2016, la Città di Nardò ha trasmesso alla regione Puglia la deliberazione del Consiglio comunale con la quale ha revocato la delibera di «Approvazione del protocollo di intesa finalizzato a consentire il completamento della realizzazione del sistema depurativo fognario degli agglomerati di Nardò e di Porto Cesareo, sottoscritto il 30 settembre 2015».
  Con riferimento alla procedura di infrazione n. 2034/2004 e alla sentenza della Corte di Giustizia europea, si rileva che il perseguimento della conformità del sistema fognario depurativo in questione è subordinato al rilascio delle autorizzazioni alla costruzione delle opere relative al collettamento dello scarico del presidio depurativo di Porto Cesareo a quello di Nardò e alla realizzazione dello scarico congiunto dei due agglomerati nel corpo idrico mare Ionio, attraverso una condotta sottomarina. Sul punto, si fa presente che, secondo quanto riferito dalla regione Puglia, è stato espresso parere favorevole dal comune di Nardò in sede di nuova VINCA provinciale presentata da Acquedotto Pugliese per la variante del tracciato di collettamento della condotta di scarico dell'impianto depurativo di Porto Cesareo alla condotta di scarico dell'impianto di Nardò, già oggetto del punto 6) del Protocollo d'Intesa.
  Alla luce della complessa situazione, è stato convocato presso la Presidenza della regione Puglia un incontro con i sindaci dei comuni di Porto Cesareo e di Nardò, per il giorno 3 novembre 2016.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, tenuto conto anche della predetta riunione, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato e a svolgere un'attività di sollecito e monitoraggio nei confronti degli Enti territorialmente competenti, anche al fine di valutare eventuali coinvolgimenti di altri soggetti istituzionali.