CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 ottobre 2016
714.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati. C. 1658-A.

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO

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ALLEGATO 2

5-08605 Villarosa e altri: Sul volume di conio richiesto dallo Stato italiano alla Banca centrale europea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione in Commissione n. 5-08605 dell'Onorevole Villarosa ed altri, concerne l'emissione di monete metalliche in euro da parte degli Stati membri dell'area dell'euro.
  In particolare l'interrogante osserva che, dal 2000 al 2015, il volume del conio richiesto dall'Italia e autorizzato dalla Banca centrale europea, (BCE) «non è coerente» con quello di alcuni Stati membri, che dispongono, per la maggior parte, di un prodotto interno lordo inferiore a quello italiano. In tale contesto, l'On. Villarosa sottolinea che un «adeguamento nella richiesta del volume conio ... potrebbe aumentare la base monetaria con effetti positivi per l'economia nazionale e per la ripresa economica».
  L'Onorevole Villarosa chiede, pertanto, al Ministro dell'economia e delle finanze quali siano le metodologie utilizzate dallo Stato italiano per determinare il volume del conio da sottoporre all'approvazione della Banca Centrale Europea; per quali ragioni le richieste italiane siano risultate, in rapporto al PIL, inferiori a quelle degli altri Stati membri e se non sia opportuno assumere iniziative per richiedere alla Banca Centrale Europea un innalzamento dei volume del conio.
  Il quadro normativo comunitario (articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) prevede che gli Stati membri possano emettere monete in euro subordinatamente all'approvazione della Banca Centrale Europea. In particolare, l'aggregato autorizzato dalla Banca Centrale Europea comprende: (i) le monete destinate alla circolazione che i singoli Stati membri emettono, tramite le banche centrali nazionali, a favore degli operatori economici, al netto dell'importo di monete riversati agli Stati stessi («emissioni nette»); (ii) le monete da collezione, non destinate a essere immesse in circolazione.
  I volumi di monete in euro da coniare vengono determinati dai singoli Stati membri sulla base di previsioni dell'andamento della domanda di monete degli operatori economici a livello nazionale. Più in dettaglio, i singoli Stati membri sottopongono annualmente alla Banca Centrale Europea i volumi di monete (destinati alla circolazione e da collezione) che prevedono di emettere nell'anno seguente. Alla luce di tali richieste, la Banca Centrale Europea autorizza l'ammontare massimo per ciascuno Stato membro. In caso di superamento di tale «tetto», il singolo Stato deve sottoporre formalmente alla Banca Centrale Europea una richiesta di innalzamento del limite iniziale. Al fine di poter far fronte a picchi imprevisti della domanda, gli Stati membri possono incorporare nelle previsioni un «margine di sicurezza», I criteri e le metodologie di stima sono definiti autonomamente dai singoli Stati membri.
  Per i singoli Stati membri, il massimale annuo autorizzato dalla Banca Centrale Europea può eccedere l'ammontare delle monete effettivamente messe in circolazione nell'anno in relazione a: (i) entità del «margine di sicurezza» incorporato nelle stime dai diversi Stati membri; (ii) entità delle monete da collezione incluse nel massimale. Poiché entrambi gli aspetti in discorso vengono decisi autonomamente dai singoli Stati, il divario tra massimale Pag. 118autorizzato e monete effettivamente messe in circolazione può variare significativamente da Paese a Paese.
  Il volume delle monete effettivamente emesse, destinate alla circolazione, dipende dalla domanda degli operatori economici, che a sua volta è influenzata dall'andamento dell'economia (in particolare dei consumi) e della diffusione degli strumenti alternativi al contante, oltre che dalla velocità di circolazione delle monete.
  Con Decisione della Banca Centrale Europea n. 2332 del 4 dicembre 2015, sono stati mossi passi nella direzione di una maggiore armonizzazione nelle procedure di richiesta alla BCE, da parte degli Stati Membri, del massimale alle emissioni di monete. In particolare, è previsto tra l'altro che tali richieste debbano essere accompagnate dall'illustrazione della metodologia usata per stimare la domanda di monete.
  In tale contesto, la Banca d'Italia ha chiarito che fornisce annualmente al MEF previsioni sull'andamento delle emissioni nette di monete elaborate sulla base di metodologie statistiche. Il Ministero dell'economia, tenendo conto delle richiamate previsioni e integrandole con quelle relative alle emissioni di monete da collezione, a sua volta, in un'ottica di efficienza, economicità e razionalizzazione della circolazione delle monete metalliche in euro nel Paese, elabora il fabbisogno annuale in termini di numero di pezzi per ogni singolo taglio di nuove monete, che sarà prodotto dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato nel corso dell'anno successivo, tenendo conto di fattori esterni come il saldo dei flussi migratori di monete tra i Paesi dell'Area euro e di fattori endogeni come le scorte di monete metalliche nel frattempo accumulate soprattutto nel taglio da 1 euro e 50 centesimi e le richieste delle banche e dei gestori del contante.
  Sulla base del fabbisogno di nuova moneta e della stima delle immissioni in circolazione per ogni singolo taglio di moneta, in termini di numero di pezzi, viene determinato il volume del conio complessivo, in termini di valore, da sottoporre all'approvazione della Banca Centrale Europea in ottemperanza alla normativa UE sopra citata.
  La Banca d'Italia, ha inoltre fatto presente che per l'Italia, il divario tra il massimale alle emissioni totali autorizzato della Banca Centrale Europea e le emissioni effettive di monete destinate alla circolazione è inferiore rispetto agli altri principali Paesi dell'area dell'euro è effettivamente inferiore rispetto agli altri principali Paesi dell'area dell'euro, ma tale scostamento deriverebbe dalle metodologie utilizzate, dall'importo delle monete da collezione e dalla stima del margine di sicurezza.
  L'Istituto ha inoltre fatto presente che il rapporto tra massimali autorizzati ed emissioni effettive, a fine 2015, risultava pari in media ad oltre il 240 per cento per i 5 maggiori Paesi dell'area euro, mentre era di circa il 170 per cento per l'Italia; tali scostamenti riflettono le metodologie utilizzate, l'importo delle monete da collezione e la stima del margine di sicurezza. Il rapporto tra le monete in circolazione a fine 2015, (pari alla gamma delle emissioni di monete destinate alla circolazione dal 2002 al 2015) e il PIL risulta superiore rispetto alla media dei principali Paesi dell'Eurosistema; nel 2015, tale rapporto è stato pari allo 0,27 per cento in Italia, a fronte dello 0,23 per cento nella media dei cinque maggiori Paesi dell'area Euro.
  Il volume delle monete effettivamente emesse, destinate alla circolazione, dipende inoltre dalla domanda degli operatori economici, che a sua volta è influenzata dall'andamento dell'economia (in particolare dei consumi) e dalla diffusione degli strumenti alternativi al contante, oltre che dalla velocità di circolazione delle monete.
  Da quanto dinanzi esposto, non sembra emergere, al momento, l'esigenza di aumentare il volume di conio, che risulta sostanzialmente coerente con le dimensioni del nostro Prodotto Interno Lordo e con la situazione economica del Paese.

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ALLEGATO 3

Schema di decreto legislativo recante disciplina della dirigenza della Repubblica. Atto n. 328.

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO

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