CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 ottobre 2016
712.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-09830 Benamati: Prospettive produttive e occupazionali della Società Vesuvius.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla situazione del Gruppo in oggetto, in data 16 settembre u.s. si è tenuto un tavolo di riunione presso il Mise in cui, i Rappresentati di Vesuvius, hanno comunicato a causa di una sovra capacità produttiva del Gruppo, la propria intenzione di chiudere entro fine anno 2016, gli stabilimenti di Assemini in Sardegna e di Avezzano in Abruzzo.
  Il Ministero, le Istituzioni locali (Regione Sardegna e Abruzzo) e le OOSS hanno fortemente stigmatizzato questa decisione anche per il fatto che le stesse in un precedente incontro tenutosi presso il Mise hanno chiesto all'azienda di far conoscere ad Istituzioni ed OOSS i contenuti del piano di riorganizzazione a livello mondiale degli stabilimenti che Vesuvius che avrebbe messo in atto, prima di prendere qualsiasi decisione definitiva in merito ad esso, anche per permettere alle Istituzioni di dare un contributo. L'azienda ha comunque deciso di aprire la mobilità per i due stabilimenti (Assemini e Avezzano).
  Il tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico è stato quindi convocato in data 18 ottobre u.s.. In quella sede l'azienda ha confermato l'intenzione di procedere alla chiusura degli stabilimenti di Assemini (CA) e Avezzano (AQ) con il licenziamento di tutti i 186 lavoratori, rifiutando gli inviti a ripensare le proprie decisioni. L'azienda si è dichiarata disponibile a cedere a prezzi di mercato gli stabilimenti ma non gli impianti, escludendo quindi qualsiasi continuità delle attuali produzioni con altri imprenditori eventualmente interessati.
  Il Governo, le Istituzioni regionali interessate e le Organizzazioni sindacali hanno stigmatizzato duramente le posizioni espresse. Hanno quindi chiesto di ritirare o sospendere la mobilità e comunque di poter cedere gli asset a un nuovo imprenditore, ancora da individuare, operante nello stesso settore di Vesuvius. Questo al fine di preservare l'occupazione nei siti interessati.
  Non considerando quindi conclusiva la riunione con i rappresentanti italiani, in breve tempo il Mise chiederà un ulteriore incontro con i vertici inglesi della multinazionale finalizzato a verificare le possibili azioni sopraindicate, alternative alla cessazione delle attività annunciata per la fine di dicembre.

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ALLEGATO 2

5-09831 Da Villa: Fondi del MISE destinati al comparto strategico della difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'industria italiana per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza si posiziona, rispettivamente, al quarto e al settimo posto nel ranking europeo e mondiale del settore. La struttura produttiva è costituita da alcune grandi imprese e da un centinaio di PMI che operano spesso in nicchie tecnologiche di eccellenza.
  Il settore ha confermato la tendenza registrata in Europa di progressiva crescita dei ricavi (15 miliardi di euro nel 2015) e una stabilità occupazionale, oltre i 50.000 addetti diretti, ai quali se ne aggiungono altri 20.000 circa all'estero, nelle società controllate da aziende italiane; si stimano in altri 150.000 gli addetti indiretti, attraverso l'indotto. Particolarmente indicativa la percentuale di occupazione qualificata; circa il 30 per cento degli addetti è in possesso di laurea.
  Elevati sono gli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, circa il 13 per cento dei ricavi; significativo è anche il contributo del suo export (circa 70 per cento dei ricavi) al saldo positivo della bilancia commerciale.
  Anche in ragione di quanto premesso da svariati anni è nata una collaborazione per quanto riguarda il settore, tra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero della Difesa. Tale collaborazione si attua nella gestione dei programmi per la sicurezza e la difesa, i quali, sulla base di alcune leggi (la legge 421/96, la legge 266/97 e la legge 266/2005) fanno capo finanziariamente al bilancio del Ministero dello sviluppo economico.
  Nel corso degli ultimi anni questa cooperazione con il citato Ministero della Difesa si è anche rafforzata poiché ulteriori programmi che rispondono a esigenze strategiche della nostra difesa e sicurezza sono stati gestiti con risorse finanziarie allocate sul bilancio del MiSE, il più importante è il programma navale, che la legge di stabilità 2014 ha finanziato con 5,4 miliardi di euro in 20 anni.
  Come è noto, tutti i programmi funzionali alle esigenze della difesa e della sicurezza nazionale sono discussi e valutati dalle competenti Commissioni parlamentari per il necessario, preliminare, parere, in base all'articolo 536 del codice dell'ordinamento militare. In quella sede sono indicate e si discute anche delle fonti di finanziamento e delle modalità di attuazione, oltreché delle caratteristiche tecnologiche e alle capacità dei singoli sistemi da sviluppare e acquisire.
  Esiste quindi un controllo preliminare e una autorizzazione del parlamento all'attuazione dei programmi per la difesa e la sicurezza nazionale, indipendentemente dalle fonti e dalle modalità di finanziamento, per cui anche quelli finanziati attraverso risorse allocate sul bilancio MiSE sono sottoposti alla medesima procedura e, in alcuni casi questa procedura può anche replicarsi in base all'articolo 537-bis dello stesso codice dell'ordinamento militare.
  Nulla esclude tuttavia che in futuro, si possano immaginare altri modelli organizzativi; tuttavia bisogna tener conto di alcuni vincoli, in particolare di tipo finanziario e contabile, per quanto riguarda l'attuazione dei programmi già in corso.
  Infine, il Ministero dello Sviluppo Economico sta operando in maniera attiva, anche a livello di formulazione di proposte normative, per assicurare la competitività e lo sviluppo delle imprese e del sistema Paese.

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ALLEGATO 3

5-09832 Ricciatti: Piano industriale Cementir.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto, anche agli interroganti, il gruppo Cementir di recente ha acquisito la Società Sacci, interessata da una grave crisi che l'ha condotta in procedura concorsuale.
  Nell'ambito di Sacci spa erano presenti unità produttive non operative da alcuni anni ed i cui lavoratori sono in CIG da diverso tempo. La crisi del settore cementiero è peraltro anch'essa nota: infatti, attualmente i volumi si sono dimezzati e ridottissima risulta anche l'esportazione.
  Ciò premesso, il Ministero dello Sviluppo Economico venuto a conoscenza della situazione di criticità del centro di macinazione sito a Taranto, ha già avviato contatti con l'azienda e sindacati e si prevede un incontro entro la fine di questo mese.

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ALLEGATO 4

5-09833 Abrignani: Valorizzazione della geotermia in Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo al quesito posto dall'Onorevole Interrogante in merito alle azioni che il Ministero dello sviluppo economico intende assumere in materia di geotermia, rappresentando quanto segue.
  Come noto, in Italia le applicazioni importanti e storiche dell'energia geotermica sono ubicate in Toscana. Oltre trenta impianti di produzione, una potenza installata di circa 800 MW ed una produzione energetica superiore a 5000 GWh (GigaWatt-ora) all'anno, rappresentano circa un quarto dell'energia elettrica consumata nella regione stessa, e quasi il 2 per cento del fabbisogno nazionale.
  Le risorse geotermiche, assimilate a risorse minerarie e, quindi, considerate di pubblico interesse, sono esercitate in regime concessorio.
  Con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (c.d. Bassanini) è stata trasferita alle regioni la competenza amministrativa in materia di risorse geotermiche per la terraferma, residuando in capo al Ministero dello sviluppo economico il compito di rilasciare, di concerto con il Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio e del mare e d'intesa con la Regione interessata, il conferimento di particolari titoli abilitativi per risorse geotermiche, finalizzati alla sperimentazione di impianti pilota per la produzione di energia elettrica ad emissioni nulle.
  Restano inoltre allo Stato, in base all'attuale formulazione del Titolo V della Costituzione, il potere legislativo e di indirizzo sulla materia oltre che le funzioni di inventario della risorsa, i relativi aggiornamenti, l'acquisizione di dati e la promozione di nuove tecnologie.
  Quanto premesso, nell'esercizio delle proprie funzioni di indirizzo sulla materia e sulla base di specifici impegni richiesti al Governo (risoluzioni approvate dalle Commissioni riunite VIII «Ambiente, territorio e lavori pubblici» e X «Attività produttive, commercio e turismo» della Camera dei deputati nella seduta del 15 aprile 2015) il MiSe si è prontamente attivato per realizzare una «zonazione» del territorio italiano affinché, per le varie tipologie di impianti geotermici, siano identificate le aree potenzialmente sfruttabili.
  Ciò in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei e in linea con la strategia energetica nazionale, nonché per implementare le «linee guida» per le attività geotermiche, insieme al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di individuare i criteri generali di valutazione per lo sfruttamento in sicurezza della risorsa, che tengano conto delle implicazioni che l'attività geotermica comporta relativamente al bilancio idrologico, al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell'aria, all'induzione di micro sismicità.
  Entrambe le attività descritte sono in fase di ultimazione. Tra l'altro, il Ministero dello sviluppo economico sta lavorando attivamente all'implementazione delle istruttorie per la validazione dei progetti di realizzazione degli innovativi impianti pilota a emissioni nulle che, tuttavia, richiedono l'intesa regionale prima del rilascio della relativa autorizzazione.
  Quanto al tema della sismicità indotta evidenzio che sono stati compiuti importanti passi in avanti. Il MiSe, ha infatti adottato il documento delle Linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle Pag. 57deformazioni del suolo e della pressione di poro, sviluppate per il monitoraggio delle attività di coltivazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo di gas naturale, ma che potranno essere applicate, attraverso opportuni adattamenti, anche a tutte le attività antropiche che interessano grandi bacini artificiali, attività geotermiche, stoccaggio sotterraneo di CO2, estrazioni minerarie e più in generale attività di sottosuolo.
  Si sottolinea, inoltre, che per la prima volta a livello nazionale è stato affrontato il tema del monitoraggio delle attività di estrazione, reiniezione e stoccaggio di idrocarburi relativamente alla sismicità, alla deformazione del suolo e alle pressioni di poro producendo un documento che contiene specifiche tecniche, tra le più avanzate. Pertanto, verrà valutata, caso per caso, la loro prima applicazione tenuto conto della variabilità della situazione geologico-strutturale e della sismicità naturale del territorio. I risultati della sperimentazione saranno resi pubblici e condivisi con il Ministero dell'ambiente e con le regioni interessate.
  Il Ministero dello sviluppo economico continuerà nel suo impegno per creare una idonea cornice normativa, mirata alla valorizzare delle risorse geotermiche nazionali, anche in relazione agli standard unificati recentemente approvati dall'UNECE (Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite).
  Detto impegno si raccorda perfettamente anche con la strategia Industria 4.0, che il MiSe ha inteso presentare per mobilitare investimenti privati, legandoli alla innovazione tecnologica, quale ad esempio quella dei cosiddetti «impianti pilota a emissioni quasi-zero» (ex decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22).
  La diffusione di nuove tecnologie potrà, di conseguenza, alimentare una industria di filiera, in sintonia con le linee programmatiche di industria 4.0, anche con il coinvolgimento delle piccole e medie imprese, rendendo lo sviluppo di questa energia alternativa rilevante ai fini di un suo utilizzo il più sostenibile possibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico.