CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 ottobre 2016
709.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-09751 Matarrese: Chiarimenti in merito alla realizzazione di infrastrutture per l'allaccio alla rete fognaria e idrica presso la località di Cassano delle Murge.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste dall'Onorevole interrogante, sulla base delle informazioni acquisite presso gli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare si evidenzia che le questioni poste si inseriscono nel processo verticale del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) composto da acquedotto, fognatura e depurazione la cui organizzazione è affidata dalla normativa di settore.
  Con riferimento alla Regione Puglia, per quanto concerne l'attività di riassetto funzionale del Servizio Idrico Integrato, si segnala che la stessa ha provveduto alla costituzione di un Ambito Territoriale Ottimale unico (legge regionale n. 28 del 6 settembre 1999), all'istituzione dell'Autorità idrica Pugliese quale Ente di Governo d'Ambito (legge regionale 30 maggio 2011 n. 9) non ultimo, all'affidamento della gestione, fino al 31 dicembre 2018, del Servizio Idrico Integrato alla società Acquedotto Pugliese, a cui spetta il compito della predisposizione del sopra citato Piano d'ambito e relativo Piano degli interventi.
  In ogni caso si fa presente che la carente situazione gestionale delle infrastrutture fognario-depurative del Paese è nota a questo Ministero, che si sta adoperando per il superamento delle criticità attraverso un complessivo sistema di riorganizzazione della governarne del Servizio Idrico Integrato.
  Premesso quanto sopra, per quanto concerne la realizzazione delle reti idriche e fognarie nei «borghi» del territorio del Comune di Cassano delle Murge, si rappresenta che detto ente locale ha approvato con deliberazione n. 132 del 30 novembre 2005 della Giunta comunale la progettazione preliminare afferente il risanamento, ammodernamento ed ampliamento delle reti idriche e fognarie a servizio dell'abitato, trasmettendola contestualmente all'Autorità d'ambito territorialmente competente.
  Tale progettazione è stata positivamente accolta nella rimodulazione del Piano d'Ambito deliberata in data 20 marzo 2008. Successivamente, nel corso di tale iter procedimentale, si è appreso che sono stati avviati gli interventi di adeguamento del servizio idrico con fondi comunali e, pertanto, si è prospettata l'opportunità di eseguire gli interventi di collettamento dei reflui a stralcio della progettazione in questione. In particolare, lo stralcio riguarderebbe prioritariamente la realizzazione di un sistema di collettamento atto a consentire l'entrata in funzione della rete fognaria già esistente, nel comparto B, D ed E citato nella progettazione preliminare, per un investimento stimato in euro 966.200,00.
  Risulta, altresì, che il Comune di Cassano delle Murge nel 2013 ha chiesto all'Autorità Idrica Pugliese di considerare nella successiva programmazione economica la progettazione del tronco fognario relativo alla Tav. 5 nel quadro «E – Lagogemolo» con la dizione «Tratto 3» di cui al progetto preliminare approvato nel 2005.
  Inoltre, stante l'emergenza sanitaria del 2014 concernente le unità abitative del Lotto PL9 – Borgo Fra Diavolo Cassano Pag. 71delle Murge, l'Amministrazione comunale ha richiesto all'Autorità Idrica Pugliese l'integrazione della programmazione di cui sopra con un tronco di collettamento fognario dal complesso PL9 al tronco fognario decorrente lungo la strada provinciale 145.
  Da ultimo, si rappresenta che in data 7 ottobre 2016, il Comune di Cassano delle Murge ha inoltrato alla Autorità Idrica Pugliese e all'Acquedotto Pugliese la richiesta di finanziamento e la convocazione di un tavolo tecnico al fine della realizzazione delle reti idriche e fognarie nei «borghi» del territorio comunale.
  Alla luce degli elementi esposti, risulta pertanto tuttora in corso l’iter procedimentale e, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato nonché a sollecitare i competenti enti territoriali.

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ALLEGATO 2

5-009752 Vella: Iniziative di competenza per l'affidamento della gestione dell'isola di Zannone al comune di Ponza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle problematiche poste dagli Onorevoli interroganti si segnala che il Ministero, venuto a conoscenza dei fatti, ha ritenuto opportuno indire una apposita riunione, a cui hanno partecipato lo scorso 26 settembre l'Ente Parco del Circeo, il Comune di Ponza e il Corpo Forestale dello Stato. Da quanto emerso anche dalle comunicazioni dell'Ente Parco e dal verbale prodotto dal Corpo Forestale, la condizione di degrado atterrebbe a situazioni di limitata estensione ma, nel complesso, il territorio di Zannone presenterebbe un buono stato di conservazione degli ecosistemi e della biodiversità.
  Per quanto riguarda la questione relativa alla sorveglianza sull'isola, si evidenzia che il DPCM 5 luglio 2002 istituisce gli uffici del Corpo Forestale presso i Parchi Nazionali e ne stabilisce le modalità operative, prevedendo che gli oneri per la sorveglianza e le attività connesse siano posti a carico degli Enti parco. Nel caso di specie, il Parco Nazionale del Circeo ha stipulato un'apposita convenzione con il Corpo Forestale Ufficio Territoriale per la Biodiversità (UTB) di Fogliano, per definire obiettivi, modalità e competenze reciproche. Tale convenzione non riguarda solo l'isola di Zannone e dunque i contributi economici sono commisurati all'attività da svolgere nell'intero territorio protetto.
  Mentre per quanto riguarda gli aspetti relativi alla gestione dei rifiuti urbani, di stretta competenza dell'amministrazione comunale, si deve precisare che secondo la vigente normativa, devono considerarsi tali anche i rifiuti giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico e, pertanto, la rimozione degli stessi non rientrerebbe fra i compiti istituzionali dell'Ente Parco né del Corpo Forestale. Pur tuttavia, in considerazione del fatto che l'isola è ricompresa nel Parco Nazionale del Greco, non si esclude che i rifiuti possano essere rimossi a cura dello stesso Ente Parco in collaborazione con la Provincia ed il Corpo Forestale. In tal senso, si conferma che sono stati avviati contatti tra gli enti interessati.
  Circa l'opportunità di assumere iniziative per escludere l'isola di Zannone dal Parco ed affidarne la gestione all'amministrazione comunale di Ponza, si evidenzia che un procedimento di riperimetrazione di un parco nazionale prende avvio con una richiesta da parte del Comune all'Ente Parco interessato e sulla base di un'apposita istruttoria tecnica viene formulata una specifica richiesta al Ministero dell'ambiente, il quale apre il relativo procedimento.
  Inoltre, per quanto riguarda la questione del commissariamento dell'Ente Parco, sulla base degli elementi tecnici in possesso della competente direzione generale, ad oggi, non si ritiene che ricorrano i presupposti.
  Da ultimo, si segnala che è in corso il procedimento penale volto a riscontrare l'effettiva sussistenza di violazioni del testo Pag. 73unico ambientale e che, in data 9 agosto 2016, il procuratore della Repubblica ha delegato il personale della polizia giudiziaria della stazione dei carabinieri di Ponza ad effettuare un sopralluogo, unitamente al personale del TA.R.P.A. Allo stato il Procuratore è in attesa di ricevere gli esiti dell'attività delegata.
  Ad ogni modo, al fine di individuare possibili soluzioni per il superamento delle questioni segnalate anche dal Comune di Ponza, il Ministero ha già avviato iniziative mediante un tavolo di confronto tra l'Ente Parco, il comune, il Corpo Forestale dello Stato e la regione Lazio.

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ALLEGATO 3

5-09753 De Rosa: Chiarimenti in merito alla grave situazione idrica del bacino del fiume Spol di Livigno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Convenzione internazionale tra la Repubblica Italiana e la Confederazione Svizzera, ratificata con legge del 1958, consentono alla A2A S.p.A. di utilizzare le acque del bacino in questione di prelevare un volume annuo non superiore a 90.000.000 di metri cubi, ma non prevedono alcun obbligo di rilascio del deflusso minimo vitale (DMV). Pertanto l'eventuale previsione di tale rilascio al di fuori della predetta Convenzione andrebbero ad intaccare tale quota, determinando un decremento del quantitativo di energia prodotta, destinata sia all'Italia che alla Svizzera.
  È per tale motivo che già la delibera del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino del fiume Po del 1992 escluse dall'adeguamento ai rilasci del deflusso minimo vitale le concessioni soggette ad accordi internazionali. La possibilità di tale esclusione è stata più recentemente confermata anche dal Piano di tutela delle acque della regione Lombardia.
  Al fine di individuare comunque una soluzione, il Ministero dell'ambiente si è in questi anni adoperato affinché la società A2A S.p.A. effettuasse un programma di rilasci, a carattere volontario, idoneo a sostenere il deflusso minimo vitale.
  A2A ha commissionato ed effettuato nelle annualità 2010-2011 un apposito studio idraulico e il Ministero ha proposto di istituire un Tavolo tecnico, coordinato dalla regione, per la ricerca di una soluzione definitiva al problema menzionato. Nel corso della prima riunione del suddetto Tavolo, istituito con decreto della regione Lombardia del 2012, A2A ha presentato le prime risultanze di uno specifico studio volto a definire il modello afflussi-deflussi del bacino dello Spol.
  Successivamente, nel corso del mese di agosto 2012, la società ha effettuato, a titolo volontario, un rilascio sperimentale di 300 l/s dalle opere di presa Forcola, finalizzato a calibrare idraulicamente il modello idrologico in corso di elaborazione.
  Nella seduta del Tavolo tecnico del 1o agosto 2013, la società A2A ha confermato l'intenzione di portare avanti le sperimentazioni e gli studi in corso, compiendo una, campagna di rilevazioni al fine di valutare gli effetti di rilasci sperimentali da effettuarsi dopo il disgelo del 2014.
  Durante le riunioni della Commissione internazionale del 2013 e del 2014, il Ministero dell'ambiente ha invitato i soggetti interessati a proseguire negli studi sperimentali, e la società A2A si è dichiarata disponibile a presentare un'ipotesi di lavoro triennale che preveda il rilascio di portate a sostegno della vena fluida fluviale.
  In data 22 giugno 2016, A2A S.p.A. ha presentato un programma dettagliato dei rilasci ed il piano di monitoraggio per l'annualità 2016, prevedendo, come anticipato nella proposta, il rilascio di 250 l/s, con inizio al 15 luglio 2016 e termine al 31 agosto 2016.

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ALLEGATO 4

5-09754 Braga: Iniziative urgenti finalizzate alla tempestiva chiusura di due discariche presso i comuni di Misterbianco e Motta Santa Anastasia, in provincia di Catania.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si evidenzia, in via preliminare, che le questioni poste dagli Onorevoli interroganti non rientrano nelle specifiche competenze del Ministero, considerato che il tema delle autorizzazioni e della gestione delle discariche spetta alla regione, pertanto, sulla base delle informazioni in possesso, si rappresenta quanto segue.
  Si segnala innanzitutto che la gestione dello smaltimento dei rifiuti nella regione Siciliana è stata caratterizzata, in questi anni, da uno stato emergenziale che presenta ancora oggi un deficit strutturale.
  In tale contesto, assume particolare rilievo il recente d.P.C.M. del 10 agosto 2016 (pubblicato nella G.U. n. 233 del 5 ottobre 2016) adottato dal Governo in merito all'individuazione degli impianti da realizzare per soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani ed assimilati, in attuazione dell'articolo 35, comma 1 del c.d. «Sblocca Italia». In particolare per la Sicilia è stato definito un fabbisogno pari a 600.000 tonnellate annue da soddisfare mediante la realizzazione di due impianti.
  Con specifico riferimento alle problematiche in esame, si evidenzia che per quanto riguarda la discarica di Tiritì, la stessa è stata chiusa nel 2013 ed i lavori di bonifica non sono ancora iniziati. Per quanto concerne, invece, la discarica «Valanghe di inverno» il Ministero dell'ambiente, anche a seguito dell'intesa concessa con prescrizioni sull'Ordinanza n. 5 del 7 giugno 2016 del Presidente della regione Siciliana ai sensi dell'articolo 191, comma 4 del decreto legislativo n. 152/2006, monitora costantemente le attività poste in essere dalla regione in materia di gestione dei rifiuti e allo stato sono ancora in corso le relative attività di monitoraggio.
  Al riguardo, si fa presente che detta ordinanza all'articolo 7 dispone, in particolare, che «...nel procedimento di secondo grado effettuato in capo alle autorizzazioni utili alla gestione delle discarica sita nel Comune di Motta Sant'Anastasia non si sono palesati gravi criticità ambientali e sanitarie nella fase gestionale della discarica di Valanghe D'inverno, anche a seguito dei monitoraggi eseguiti ed ancora in corso». Inoltre, sempre secondo l'ordinanza «... preso atto che dai pareri espressi da ARPA ST Catania, da ASP Catania e dalla Provincia Regionale di Catania si evince come, fatte salve le problematiche di natura urbanistica e quelle di carattere generale relative alle questioni prettamente amministrative coniugate alle autorizzazioni utili alla gestione della discarica di che trattasi, non esistano problemi di natura strettamente ambientale e/o sanitaria connessi alla gestione della discarica».
  Per la discarica in parola, inoltre, al fine di «escludere criticità ambientali connesse al mancato smaltimento dei rifiuti prodotti nella Provincia di Messina ed, in parte, della Provincia di Catania, nelle more del completamento dell'impiantistica regionale e dell'attuazione delle misure volte all'incremento della raccolta differenziata e della riduzione dei RUB», è stato disposto che il gestore «a far data dal raggiungimento della volumetria ad oggi consentita, dovrà continuare, viste le analisi e le verifiche nonché i pareri degli Pag. 76uffici preposti alla stabilità dei versanti e nelle more dell'acquisizione delle valutazione ambientale non ancora acquisita dalle autorità competenti in materia di AIA, ed in relazione alle diverse proposte progettuali di chiusura definitiva trasmesse dal gestore per effetto del DDG n. 1143 del 22 luglio 2014, ad abbancare secondo le volumetrie previste nel progetto di chiusura presentato ad Aprile 2015».
  Al riguardo, si precisa, inoltre, che si è in attesa di conoscere gli esiti del contenzioso ancora in corso innanzi al TAR di Catania relativo anche alla chiusura della discarica «Valanghe di inverno».
  In tale contesto, il Sindaco del Comune di Mister Bianco ha richiesto al Ministro un incontro in ordine alle criticità appena richiamate, per il quale è stata data da subito la disponibilità al fine di approfondire la situazione relativa alle discariche di Tiritì e di Valanghe d'Inverno, attenzionata dagli Onorevoli interroganti.
  In ogni caso, per quanto di sua competenza, il Ministero continuerà a monitorare lo stato di avanzamento delle attività e si interesserà presso la regione sulla situazione relativa alla discarica in oggetto al fine di scongiurare ogni rischio per la salute umana e per l'ambiente.

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ALLEGATO 5

5-09755 Segoni: Iniziative di competenza per la tutela delle aeree interessate dalla realizzazione di una discarica di rifiuti pericolosi nel comune di Sezzadio, in provincia di Alessandria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, deve precisare che il rilascio delle autorizzazioni per gli impianti di gestione dei rifiuti è delegato alla regione interessata. Per tale motivo, la Provincia di Alessandria ha riferito di aver chiesto alla regione Piemonte di indicare se sussistano norme in vigore, di cui al relativo Piano di Tutela delle Acque, che consentano di diniegare l'autorizzazione per la realizzazione del progetto in questione. La regione ha risposto che, allo stato, non esistono norme tecniche di attuazione, riferite alle aree di ricarica delle falde indicate dal PTA, che individuino vincoli o limitazioni di uso di tali aree, precisando altresì che comunque le valutazioni circa l'ammissibilità dell'impianto possono essere compiutamente valutate nell'ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale in corso presso la Provincia.
  Anche a seguito di tale considerazione, il procedimento e stato sospeso ed è stato istituito un tavolo tecnico tra i partecipanti alla Conferenza dei Servizi ed il proponente, per discutere sia le modalità che i risultati degli approfondimenti idrogeologici effettuati sull'area in esame, con particolare riferimento alle possibili interferenze con le falde profonde.
  Fondamentale, secondo la Provincia, è stato il parere finale di Arpa, avendo la stessa valutato che nell'area in cui è stata individuata la nuova discarica non sussiste il pericolo di interessamento della falda profonda attualmente utilizzata per l'approvvigionamento idropotabile, pur evidenziando la presenza di una falda profonda di alta qualità e suggerendo nel contempo che, qualora venisse autorizzata la discarica, sarebbe opportuno prescrivere la realizzazione di un anello di piezometri di controllo molto fitto attorno all'impianto così da poter monitorare con certezza la tenuta nel tempo della discarica stessa e poter intervenire tempestivamente in caso di problematiche.
  Nonostante le conclusioni del tavolo tecnico, la Provincia ha diniegato l'autorizzazione e la ditta proponente ha opposto ricorso al TAR contro il provvedimento provinciale. Il TAR ha accolto il ricorso, ordinando alla Provincia di Alessandria di riformulare l'atto conclusivo della Conferenza dei Servizi in senso positivo. Da qui il successivo decreto del Presidente della Provincia che, adeguandosi a quanto sentenziato dal TAR, ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale, imponendo peraltro tutte quelle prescrizioni tecnico-costruttive che devono garantire la maggior tutela ambientale possibile, richieste peraltro dalla stessa Conferenza dei Servizi e molto restringenti anche rispetto a quanto previsto dalla normativa tecnica di recepimento della cosiddetta Direttiva Europea Discariche, oggi ritenuta BAT (Best Available Tecnique) per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.Pag. 78
  Alla luce delle considerazioni esposte, la Provincia di Alessandria evidenzia che non sussistono ad oggi norme di diritto che permettano il diniego dell'autorizzazione per il principio di precauzione, tenuto conto che gli approfondimenti tecnici stabiliscono, anche se solo localmente, la mancanza di un evidente pericolo e che l'impianto risulta conforme alle BAT europee. La stessa Provincia ha, quindi, rilasciato l'autorizzazione alla realizzazione dell'opera.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continua a monitorare le attività in corso, anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

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ALLEGATO 6

5-09756 Zaratti: Iniziative per la riduzione dell'inquinamento acustico nell'area circostante lo scalo aeroportuale di Ciampino (Roma).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 201 del 2005, avvenuta in data 2 gennaio 2016, che individua l'Aeroporto di Ciampino tra gli aeroporti di interesse nazionale, il Ministero dell'ambiente è divenuto competente in ordine all'approvazione del Piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore relativo al suddetto aeroporto. Si fa presente, inoltre, che, ai sensi del decreto ministeriale 29 novembre 2000, il Ministero approva i piani relativi alle infrastrutture di interesse nazionale o di più Regioni, previa acquisizione dell'Intesa della Conferenza Unificata.
  La competente Direzione generale del Ministero ha, pertanto, provveduto ad interloquire con la regione Lazio ai fini del trasferimento dell'istruttoria del Piano già avviata dalla regione medesima.
  Conseguentemente, a seguito del passaggio delle consegne, la stessa Direzione Generale ha trasmesso all'ISPRA la documentazione relativa al Piano per la relativa istruttoria tecnica.
  Il 13 luglio 2016 si è tenuta presso il Ministero una prima riunione con la società Aeroporti di Roma e l'Ispra al fine di esaminare il documento predisposto dal predetto istituto.
  Con riferimento alla documentazione tecnica relativa al Piano, predisposta dall'Università Sapienza di Roma, l'Ispra ha evidenziato una serie di criticità. In particolare, l'istituto ha rilevato nel Piano una carenza di documentazione inerente la procedura relativa all'individuazione dei contributi di rumore di tutte le sorgenti concorsuali, nonché l'assenza del provvedimento del Direttore della circoscrizione aeroportuale di adozione delle procedure antirumore, in ottemperanza al decreto ministeriale 3 dicembre 1999, e la carenza di dati relativi al sistema di monitoraggio dell'aeroporto in esame.
  Facendo seguito alla predetta riunione in data 18 luglio 2016 il Ministero dell'ambiente ha provveduto ad inviare il documento istruttorio dell'Ispra al gestore aeroportuale, con la richiesta di fornire integrazioni entro i successivi 60 giorni.
  Il gestore in data 16 settembre 2016 ha trasmesso parte delle integrazioni richieste, rappresentando nel contempo la necessità di svolgere ulteriori incontri tecnici con il Ministero e l'Ispra per i necessari approfondimenti, in particolare riguardo l'individuazione dei contributi di rumore di tutte le sorgenti concorsuali all'interno e all'esterno dell'area aeroportuale e dei criteri per la valutazione dei predetti contributi.
  Alla luce delle considerazione esposte, si rassicura che il Ministero continuerà a svolgere le attività di competenza senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione su tali tematiche.