CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 settembre 2016
699.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (IX e X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale (COM(2016) 176 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

  Le Commissioni IX e X, esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – Priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale (COM(2016)176 final),

  considerato che:
   tutti i settori dell'economia fanno sempre più affidamento sulle tecnologie digitali, che si evolvono molto rapidamente, superando la velocità di cambiamento dei settori e delle industrie tradizionali; pertanto, la definizione tempestiva e armonizzata di norme per le TIC è necessaria per consentire all'industria europea di competere e di immettere nuovi prodotti sul mercato mondiale;
   d'altra parte, il valore dei sistemi digitali deriva sempre più da applicazioni e dati transettoriali e dalla convergenza di tecnologie, il che rende più difficili i processi di definizione delle norme tecniche, per cui occorrono soluzioni interoperabili basate su sistemi e interfacce aperti;
   in alcuni settori (ad esempio l’Internet of things) attualmente coesiste una proliferazione di norme tecniche con diverse comunità coinvolte nella definizione delle stesse; pertanto, in tali casi risulta fondamentale procedere alla mappatura di tutte le norme tecniche pertinenti per consentire agli organismi di normazione di orientarsi in tale complessità;
   l'introduzione di norme tecniche comuni, indipendenti dal produttore, dai dettagli tecnici o dal Paese d'origine, costituisce il fondamento per un mercato unico digitale efficace, poiché assicura che le tecnologie possano integrarsi in modo fluido e affidabile. Esse dovrebbero garantire l'interoperabilità, promuovere l'innovazione e l'abbassamento delle barriere all'ingresso nel mercato unico digitale, anche per l'accesso ai mezzi di comunicazione e ai contenuti didattici e culturali; viceversa, la persistenza di norme tecniche nazionali discordanti può rallentare in modo significativo l'innovazione e mettere le imprese europee in posizione di svantaggio nei confronti del resto del mondo;
   l'industria 4.0 si basa sull'interoperabilità e i processi possono essere suddivisi anche tra soggetti appartenenti a diversi Stati membri, pertanto la definizione degli standard diventa fondamentale per creare dei pilastri nel nuovo modello di produrre e offre a chi li controlla un vantaggio competitivo enorme;
   è importante che la normazione delle TIC continui ad essere principalmente volontaria, ottenuta per consenso e basata su principi di trasparenza, apertura, imparzialità e coerenza, tuttavia un elenco più chiaro di priorità per la normazione delle TIC potrà motivare gli organismi di normazione nazionali nel settore delle TIC a lavorare con più partenariati intersettoriali, rafforzando la cooperazione con gli organismi europei di normazione; Pag. 20
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
   esprimono una valutazione positiva,

  con le seguenti osservazioni:
   a) in linea generale, si può rilevare che la comunicazione prefigura un complesso di iniziative a largo spettro che, rispetto alla disciplina vigente – il regolamento (UE) n. 1025/2012 – non si limitano a definire il quadro giuridico generale dell'attività di normazione, ma individuano specifici settori di intervento prioritario e specifici obiettivi riferiti a ciascuno dei medesimi settori. In tal senso, risulta opportuno valutare se la materia possa essere interamente demandata alle norme tecniche cui la comunicazione rinvia ovvero se si debba, almeno per taluni aspetti, ipotizzare in via cautelativa l'individuazione di una disciplina di rango legislativo che fissi parametri e obiettivi e disponga le opportune risorse da assegnare, anche al fine di garantire maggiore trasparenza nei processi di definizione delle regole e di consentire agli Stati membri di monitorare e valutare il dettaglio delle regole che si prefigura di adottare;
   b) in particolare, occorre evitare che a livello europeo vengano definiti standard che riproducano o privilegino alcuni sistemi nazionali, con il rischio di non tener conto delle peculiarità dei tessuti produttivi dei diversi Stati membri e di precostituire situazioni potenzialmente distorsive della concorrenza, che avvantaggino alcuni a scapito di altri;
   c) a tale scopo, è necessario che il Governo italiano non trascuri il tema della standardizzazione, che può rappresentare un'opportunità importante per le nostre imprese, per l'industria 4.0 e per la crescita dell'intero Paese, e che nelle diverse sedi in cui si definirà il contenuto della normazione vengano sempre rappresentate con la necessaria efficacia le esigenze prioritarie del sistema produttivo nazionale;
   d) considerate le implicazioni che alcuni aspetti, soltanto apparentemente tecnici della normazione, potrebbero avere sui diritti alla vita privata e alla protezione dei dati personali, nonché sulla libertà d'impresa e sul diritto di proprietà, è necessario garantire un'adeguata ed efficace tutela di tali diritti.

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ALLEGATO 2

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa (COM(2016) 178 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

  Le Commissioni IX e X,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – Iniziativa europea per il cloud computing – Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa (COM(2016)178 final),

  considerato che:
   il cloud computing può offrire molteplici vantaggi ai consumatori, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni, in termini di riduzione dei costi, più agevole accesso alle informazioni e ai contenuti online, possibilità di condividere contenuti, gestione di progetti in collaborazione e offerta di servizi e prodotti innovativi e di qualità;
   la capacità di analizzare e utilizzare i big data ha un notevole impatto sull'economia e sulla società, offrendo opportunità di innovazioni in campo industriale e sociale; in tale ottica, un aspetto fondamentale è rappresentato dal cambiamento nell'approccio alla ricerca scientifica, che si avvia rapidamente versa la realtà di una scienza aperta;
   basandosi sui risultati della Strategia europea per il cloud computing, la Commissione europea stima che l'attuazione di politiche a sostegno del cloud pubblico potrebbe comportare un aumento del PIL europeo di 250 miliardi di euro nel 2020, a fronte di una previsione di 88 miliardi di euro in assenza di tecnologie cloud, con una ricaduta positiva anche in termini di 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro;
   l'UE presenta gravi ritardi rispetto ad altre regioni a livello mondiale, in particolare nei confronti di Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e India, che stanno progredendo rapidamente sul versante dell'offerta di infrastrutture ad alte prestazioni e di potenza di calcolo, e corre il rischio di arretratezza e carenza di know-how strategico;
   in conseguenza di tali ritardi, i dati prodotti dalla ricerca e dall'industria dell'UE sono spesso trattati altrove, per cui i ricercatori europei sono spesso spinti verso luoghi in cui disporre in tempi brevi di elevate capacità di dati e di calcolo;
   l'iniziativa in oggetto è volta alla creazione di un Open Science Cloud europeo, ossia uno spazio di archiviazione accessibile via internet, per offrire a ricercatori e professionisti un ambiente virtuale aperto e fruibile gratuitamente per l'archiviazione, la gestione, l'analisi e il riutilizzo dei dati della ricerca, a livello trasversale tra paesi e discipline scientifiche;
   attraverso l'iniziativa in esame si intende rendere più semplice, meno costoso Pag. 22e più efficiente l'accesso ai dati scientifici e si pongono le basi per la creazione di nuove opportunità di mercato e nuove soluzioni anche in altri settori, come la sanità, l'ambiente e i trasporti;
   l'obiettivo finale prospettato dalla comunicazione è mettere a disposizione di ogni centro di ricerca, di ogni progetto e di ogni ricercatore nell'UE una capacità di supercalcolo, di archiviazione e di analisi dei dati competitiva a livello mondiale, fattore indispensabile per avere successo nel sistema innovativo globale basato sui dati;
   il cloud europeo per la scienza intende conferire all'UE un ruolo guida nella infrastrutturazione per i dati scientifici e può rappresentare un'opportunità per rivitalizzare il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e di incoraggiare la concorrenza in un settore dominato dalle grandi compagnie americane;
   in tale ambito, è fondamentale creare un ambiente sicuro e affidabile, in cui devono essere garantite la tutela della vita privata e la protezione dei dati fin dalla fase di progettazione, sulla base di norme tecniche riconosciute;
   l'estensione della base di utenti del cloud europeo per la scienza aperta e dell'infrastruttura europea dei dati al settore pubblico costituirà il presupposto per l'adozione di servizi basati sul cloud computing da parte delle pubbliche amministrazioni europee;
   gli investimenti pubblici e privati necessari per realizzare l'iniziativa europea per il cloud sono stimati in 6,7 miliardi di euro, di cui 2 miliardi nel quadro di Horizon 2020 e 4,7 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi, nell'arco di cinque anni;
   la proposta della Commissione europea ha carattere sperimentale, in vista di una più ampia diffusione del cloud; a tal fine saranno oggetto di valutazione con gli Stati membri disposizioni supplementari volte a estendere il sostegno al cloud europeo per la scienza aperta oltre Horizon 2020;
   la Commissione stima che, nel tempo, l'iniziativa consentirà di generare entrate proprie in corrispondenza della sua diffusione nella comunità scientifica, nelle start-up innovative e nel settore pubblico;
   rilevata la necessità che il presente documento finale sia trasmesso tempestivamente alla Commissione europea, nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
   esprimono una valutazione positiva,

  con le seguenti osservazioni:
   a) tenuto conto degli ingenti costi che l'iniziativa in esame comporta sia a carico del bilancio UE sia dei singoli Stati membri, nonché di soggetti privati, appare opportuno disporre di un'accurata e puntuale valutazione comparata degli oneri non irrilevanti e dei vantaggi potenziali che gli investimenti prospettati potrebbero comportare, da una parte, in termini d'impatto concreto sulla ricerca scientifica, oltre che sugli altri utenti potenzialmente interessati (consumatori, imprese e pubbliche amministrazioni), e, dall'altra, sul piano dell'innovazione e dell'avanzamento tecnologico dell'economia europea;
   b) allo stesso tempo, occorre effettuare una valutazione della sostenibilità finanziaria del progetto sia per quanto riguarda l'impiego di risorse di Horizon 2020 (considerato che non viene precisato a valere su quali programmi specifici si realizzerebbero gli investimenti necessari al finanziamento dell’European open science cloud) sia relativamente alle altre fonti di finanziamento individuate: il meccanismo per collegare l'Europa (CEF); i Fondi strutturali e d'investimento europei; il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), verificando che non si tratti di risorse già destinate ad altri progetti, che altrimenti correrebbero il rischio di essere definanziati; nel contempo, per la Pag. 23realizzazione del progetto in esame sarebbe opportuno un maggiore utilizzo delle competenze e delle potenzialità della BEI;
   c) l'iniziativa propone di modificare le strutture degli incentivi per il mondo accademico, l'industria e i servizi pubblici, affinché condividano i propri dati, senza però fornire elementi puntuali sulle modifiche che si intendono apportare né sulla natura e le fonti di finanziamento degli incentivi; in merito, sarebbe pertanto utile disporre di un'analisi comparata completa che consenta anche di individuare e valorizzare le best practices.

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ALLEGATO 3

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Digitalizzazione dell'industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale (COM(2016) 180 final).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO

  Le Commissioni IX e X,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Digitalizzazione dell'industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale» (COM(2016)180 final),

  considerato che:
   la digitalizzazione dell'industria rappresenta un'importante opportunità per incrementare la produttività e il valore aggiunto delle imprese europee, offrire nuove occasioni di occupazione di qualità e stimolare la crescita dell'economia nel suo complesso;
   l'industria europea potrebbe difendere più efficacemente la sua competitività a livello globale, mediante una accelerata digitalizzazione, soprattutto per i settori caratterizzati da alta e medio-alta intensità tecnologica (industria farmaceutica, impiantistica, chimica, dei macchinari e delle attrezzature, meccanica e dei mezzi di trasporto) ma anche in molti settori dei servizi;
   i ritardi accumulati dall'Europa nel suo complesso rispetto alle economie più dinamiche e tecnologicamente più evolute, e dall'Italia in particolare, richiedono uno sforzo particolarmente intenso e l'adozione di una strategia coerente che si prefigga di promuovere, anche mediante specifici incentivi, l'utilizzo di tecnologie digitali, con particolare riferimento a quelle legate alla cosiddetta internet of things e, allo stesso tempo, di creare le condizioni perché tutte le informazioni e i dati che possono essere acquisiti attraverso la diffusione di reti di sensori e l'interconnessione sempre più intensa tra device, oggetti e rete internet possano essere impiegati utilmente e diventare un fattore decisivo per lo sviluppo delle attività economiche;
   a fronte dei grandi vantaggi che possono derivare dalla digitalizzazione dell'industria, in termini di miglioramento della qualità del prodotto, velocizzazione del processo produttivo, incremento della flessibilità della produzione, miglioramento della sostenibilità ambientale, si pongono diversi problemi connessi con la governance del processo di cambiamento, la disponibilità e l'accesso a risorse finanziarie adeguate, l'adeguamento del sistema educativo e formativo, nonché riguardo al profilo particolarmente delicato costituito dall'impatto sull'occupazione;
   la conversione della manifattura italiana verso una rapida e generalizzata digitalizzazione assume le caratteristiche di vera e propria urgenza, non soltanto perché costituisce una necessità imprescindibile per preservare le specializzazioni e le vocazioni produttive nazionali, innalzandone il livello di competitività e la capacità a creare valore aggiunto, ma anche per evitare che il nostro Paese si limiti a subire le conseguenze del processo Pag. 25già in atto, in termini di spiazzamento da parte delle imprese nazionali nei confronti delle concorrenti dei Paesi più innovativi e delle economie emergenti e di perdita di posti di lavoro senza riuscire a coglierne le opportunità;
   la X Commissione Attività produttive, commercio e turismo, nella seduta del 2 febbraio 2016, ha deliberato un'indagine conoscitiva su «Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali»;
   il documento conclusivo approvato all'unanimità nella seduta del 30 giugno 2016 (Doc. XVII, n. 16), ai sensi dell'articolo 144, comma 3, del Regolamento, dà conto dei risultati acquisiti nel corso dell'indagine conoscitiva,
   esprimono una valutazione positiva,

  con le seguenti osservazioni:
   a) presupposto indispensabile perché l'Unione europea nel suo complesso possa cogliere appieno tutte le opportunità che può assicurare la digitalizzazione dell'industria è la disponibilità di un'adeguata dotazione infrastrutturale di reti di nuova generazione, che facciano ricorso a tutte le tecnologie disponibili privilegiando, ove possibile sotto il profilo finanziario, la rete fissa in fibra ottica;
   b) la dotazione infrastrutturale deve assicurare la massima velocità dei dati non solo in downloading ma anche in uploading e riguardare l'intero territorio nazionale;
   c) a tal fine, pur essendo pienamente apprezzabili le iniziative recentemente assunte per rafforzare la dotazione infrastrutturale nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, con particolare riguardo alle aree interne del Mezzogiorno, occorre prestare la massima attenzione anche alle aree più industrializzate del Paese, ai distretti industriali e ai centri urbani, che rappresentano il volano della crescita e dell'innovazione;
   d) appare conseguentemente indispensabile promuovere gli investimenti pubblici e privati diretti allo scopo di potenziare le infrastrutture, mettendo in campo una combinazione di misure e attivando tutti gli strumenti utili, sia a livello europeo sia a livello nazionale (quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici, i fondi strutturali e il più intenso ricorso ai finanziamenti attivabili dalla BEI), in modo tale che questa diventi una reale priorità;
   e) allo scopo di superare le incertezze che sino ad ora hanno rallentato la modernizzazione della dotazione infrastrutturale, occorre definire una serie di misure coerenti e coordinate che operino tanto sul versante dell'offerta, in modo da indurre gli operatori a realizzare gli investimenti, puntando anche su incentivi fiscali per assicurare una adeguata redditività degli interventi realizzati, quanto sul versante della domanda, per indurre i consumatori e i potenziali utenti a preferire prodotti ad elevato contenuto tecnologico digitale;
   f) occorre garantire tanto a livello europeo quanto a livello nazionale un sistema efficace di governo del processo di digitalizzazione dell'industria, anche in considerazione dell'eterogeneità dell'industria manifatturiera europea e del diverso livello di preparazione degli Stati membri. Occorre assicurare la chiarezza degli obiettivi, in modo che successi e fallimenti possano essere valutati in modo non discrezionale, ed effettuare valutazioni costanti (ex ante, interim ed ex post) sui risultati prodotti in modo da apportare le eventuali correzioni e modifiche che consentano di massimizzare i risultati ottenibili con le risorse a disposizione. A tal fine, può risultare estremamente utile mettere a disposizione degli Stati membri, oltre che delle istituzioni europee, una analisi comparata dei diversi interventi adottati con i relativi esiti che consenta di evidenziare le migliori pratiche;
   g) sul piano interno, occorre che l'Italia si doti al più presto di un piano Pag. 26organico e trasversale, che si fondi su una visione strategica e garantisca la coerenza delle diverse misure, analogamente a quanto avvenuto negli scorsi anni in alcuni Paesi europei, portando a realizzazione i 5 pilastri individuati dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva su «Industria 4.0», di cui in premessa, che deve essere considerato parte integrante del presente parere;
   h) il piano organico dovrà altresì mirare a porre le condizioni tecniche per fare in modo che la pervasività dei dati che possono essere acquisiti e raccolti si traduca, attraverso la cosiddetta data analytics, anche nel potenziamento della capacità di valutarne il contenuto informativo per estrapolarne e valorizzarne le potenzialità come elemento decisivo per l'innovazione dei processi produttivi e la crescita del valore aggiunto generato;
   i) ai fini della accelerazione del processo evolutivo è opportuno inserire già nella prossima legge di stabilità misure volte a promuovere l'innovazione, favorendo gli investimenti nel settore digitale e tecnologico, attraverso la previsione di adeguati incentivi e agevolazioni fiscali e il potenziamento del cosiddetto superammortamento;
   j) occorre individuare specifici strumento di intervento a sostegno delle PMI allo scopo di assicurare loro la possibilità di partecipare a pieno titolo ai processi della digitalizzazione dell'industria e di integrarsi nelle catene di valore. Ciò include la sensibilizzazione al tema, il miglioramento dell'accesso ai finanziamenti, il sostegno a cluster e partenariati regionali, in modo da offrire loro l'opportunità di sviluppare nuovi prodotti, allargando di conseguenza la propria clientela, soprattutto con riferimento ai mercati in più rapido sviluppo e con maggiori potenzialità di crescita della domanda;
   k) occorre intervenire, a livello europeo e nazionale, per migliorare le competenze digitali ai diversi livelli: negli ambienti produttivi, sia tra i dirigenti, per rafforzare le capacità di gestire processi di innovazione, sia tra i lavoratori; nel sistema di istruzione e formazione, per accelerare l'inserimento delle nuove competenze e capacità nei programmi scolastici ed accademici e lo sviluppo delle professionalità necessarie, nonché per strutturare adeguati sistemi di monitoraggio e certificazione delle competenze acquisite. Si tratta di promuovere in tali ambiti lo sviluppo, oltre che di competenze specifiche, anche e soprattutto di capacità atte ad affrontare e gestire situazioni complesse, puntando su creatività, flessibilità, spirito di collaborazione. A livello nazionale, occorre che l'impegno sia massimo, se si considera il ritardo registrato dal nostro sistema di istruzione e formazione rispetto alle esperienze dei principali Stati membri; in particolare occorre assumere tutte le iniziative necessarie per incrementare il numero dei laureati in materie scientifiche e tecniche;
   l) occorre canalizzare sempre di più il public procurement verso l'acquisto di prodotti ad alta intensità tecnologica digitale e sostenere, mediante efficaci misure incentivanti, l'aumento della spesa dei soggetti privati, oltre che di quella pubblica, per la ricerca e lo sviluppo digitali.