CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 settembre 2016
688.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-09368 Oliaro: Problematiche inerenti la regolamentazione della concorrenza e lo sviluppo del libero mercato nel settore postale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento agli argomenti posti dall'Onorevole Interrogante, rappresento quanto segue.
  Rimarco preliminarmente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo e regolatorio. In particolare, in attuazione della normativa comunitaria il settore ha conosciuto un processo di graduale apertura alla concorrenza in parallelo con l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In esecuzione del disegno europeo di riforma del settore, è stato realizzato il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n.214.
  In tale nuovo assetto è stata riservata al Ministero la funzione di rilascio delle licenze individuali e delle autorizzazioni generali ai sensi degli articoli 5 e 6 del decreto legislativo n. 261 del 1999, come modificato dal decreto legislativo n. 58 del 2011.
  La materia in esame è stata oggetto di un recente intervento da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che, nell'ambito delle proprie competenze di regolamentazione e di controllo del settore postale, ha emanato un nuovo «regolamento in materia di titoli abilitativi per l'offerta al pubblico di servizi postali», approvato con delibera n. 129/15/CONS dell'11 marzo 2015. Il provvedimento ha stabilito le condizioni per il rilascio della licenza individuale e dell'autorizzazione generale da parte del Ministero, allineando la regolamentazione alle norme della direttiva 2008/6/CE.
  Tale quadro regolatorio è stato completato dal successivo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 29 luglio 2015 con cui sono state disciplinate le procedure per il rilascio dei suddetti titoli abilitativi e delle connesse vicende estintive e modificative – quali la durata, le modalità di rinnovo, le variazioni della domanda di rilascio e cessione a terzi nonché la decadenza, in attuazione delle determinazioni espresse dall'Autorità con la citata deliberi.
  Al riguardo, in esito alle domande presentate dagli operatori per la regolarizzazione dei rispettivi titoli abilitativi si è provveduto all'esame e al rilascio delle attestazioni di conformità dei suddetti titoli alla nuova normativa del settore.
  Dai dati in possesso del Ministero risulta che al 30 giugno 2016 sono attive 1764 licenze individuali e 2277 autorizzazioni generali.
  Quanto alla richiesta avanzata dall'Onorevole Interrogante di assumere iniziative finalizzate «ad un riconoscimento della categoria di operatori postali privati di tipo retail e di prevedere per tale categoria «una medesima normativa infrastrutturale, fiscale e di reciprocità contrattuale», evidenzio che tali argomenti non rientrano nelle competenze del Ministero dello Sviluppo Economico. Rappresento, inoltre, che l'AGCom, sentita al riguardo, ha indicato che le strategie e le Pag. 8iniziative dalla stessa intraprese sono volte a favorire lo sviluppo della concorrenza nel mercato postale.
  Peraltro, l'Autorità già con la delibera n. 728/13/CONS aveva affrontato le tematiche inerenti l'accesso alla rete, imponendo a Poste Italiane «l'obbligo di fornire l'accesso ai servizi postali a condizioni eque e ragionevoli» (articolo 6, comma 1, della delibera n. 728/13/CONS). Tale misura era stata, dunque, considerata a suo tempo adeguata a disciplinare le condizioni del mercato postale, soprattutto in considerazione delle risultanze della consultazione pubblica dalla quale era emerso un orientamento molto cauto nei confronti dell'accesso alla rete di Poste Italiane da parte degli altri operatori postali.
  A distanza di tre anni dalla pubblicazione di tale delibera, considerata l'evoluzione del mercato e lo scarso interesse da parte degli operatori, l'Autorità ha infine riferito di aver proseguito secondo tale orientamento. Pertanto, il 1o luglio 2016 è stato avviato un apposito procedimento istruttorio concernente il riesame delle previsioni in materia di accesso alla rete e all'infrastruttura postale del fornitore del servizio universale, Poste Italiane.

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ALLEGATO 2

5-09369 Mognato: Riqualificazione del centro postale di Venezia-Tessera ai fini del potenziamento delle attività di gestione dell’e-commerce.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare si fa presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello Sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Con riferimento ai quesiti posti dagli Onorevoli Interroganti nell'atto in discussione riguardanti il Centro Postale di Venezia Tessera, Poste Italiane ha rappresentato quanto segue.
  L'attuale rete di smistamento di Poste Italiane è il frutto di un'attenta progettazione che si basa su una pluralità di indicatori peculiari dei sistemi logistici.
  L'architettura complessiva della rete è determinata dall'interazione di diversi fattori – quali, ad esempio, il rapporto tra processi e qualità (performance e standard di prodotto), volumi trattati (origine e destinazione dei flussi) e la dislocazione geografica delle comunicazioni e delle strutture logistiche – per i quali deve essere individuato il livello ottimale di equilibrio tra costi e benefici.
  In tale ottica, la progettazione dei centri operativi della rete è stata realizzata per garantirne la migliore collocazione geografica, finalizzata alla riduzione dei tempi di percorrenza e la distribuzione baricentrica dei volumi, per ottimizzare quelli lavorati in ciascun Centro.
  Stante quanto sopra, è evidente che la suddetta progettazione delle architetture di rete è soggetta a modifiche e implementazioni in considerazione dei cambiamenti, che intervengono nel tempo, riguardanti i diversi fattori presi in considerazione.
  In particolare, la Società ha precisato che negli ultimi anni il notevole calo dei volumi di corrispondenza ha determinato la necessità di rimodulare la rete di smistamento, trasporto e recapito e, al contempo, i relativi modelli operativi nel rispetto dei livelli di servizio alla clientela.
  Al fine di proseguire l'ottimizzazione della filiera logistica, Poste Italiane ha fatto presente che sta concentrando lo smistamento di tutti i volumi delle aree del nord est prevalentemente sul Centro di Meccanizzazione Postale di Padova, focalizzando le attività svolte presso il sito di Tessera sul recapito.
  Il sito medesimo, inoltre, sarà oggetto di valutazione ai fini dello sviluppo di possibili sinergie concernenti la logistica e lo smistamento dei pacchi.
  Per completezza di informazione, Poste fa altresì presente che in base all'attuale pianificazione, soltanto la Lombardia manterrà più di un Centro di Meccanizzazione Postale, in considerazione dei volumi di prodotti postali particolarmente rilevanti in quell'area.Pag. 10
  Per quanto riguarda poi il settore dell’e-commerce, cui fanno riferimento gli Onorevoli Interroganti, la Società ha comunicato di aver avviato diversi approfondimenti volti a orientare il proprio posizionamento in tale ambito, in termini di offerta e modello operativo – organizzativo, tenendo presente che risulta che il 25 per cento degli acquisti online nel territorio nazionale viene effettuato con carta Postepay, con un trend di incremento stimato al 13 per cento l'anno.
Tali approfondimenti, comunque, non hanno ancora condotto ad esiti definitivi.

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ALLEGATO 3

5-09370 Liuzzi: Attuazione del Piano strategico per lo sviluppo della banda ultralarga per garantire adeguate connessioni a internet ai cittadini e alle imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento agli argomenti posti dagli Onorevoli Interroganti, rappresento quanto segue.
  Sottolineo in primo luogo che nell'adottare la Strategia italiana per la banda ultra larga, nel marzo dello scorso anno, questo Governo ha attribuito estrema rilevanza al progetto di digitalizzazione del territorio nazionale nella sua interezza e alla riduzione del digital divide, accuratamente verificato in tutto il Paese e, in particolare, nelle aree a fallimento di mercato con minore densità di popolazione (aree bianche) in cui sono maggiormente presenti anche le cosiddette «case sparse». La prima fase della Strategia BUL, in corso di attuazione, contempla un piano di investimenti proprio in tali aree e prevede altresì interventi per soddisfare eventuali ulteriori esigenze di collegamento di singole unità immobiliari che dovessero risultare ancora non servite.
  Il piano per le aree bianche prevede la costruzione di una rete pubblica messa a disposizione degli operatori TLC che vorranno portare servizi a cittadini ed imprese. La rete interesserà le aree bianche presenti in 7300 comuni e consentirà di accedere ai servizi in Banda Ultra Larga a circa 13 milioni di cittadini e più di 1 milione di imprese, con un investimento complessivo di 1,4 miliardi di euro.
  Lo scorso 3 giugno è stato pubblicato il bando di gara per la realizzazione della rete pubblica nelle prime 6 regioni ed ha già conclusa la prima fase della gara; mentre lo scorso 8 agosto è stato poi pubblicato il secondo bando per la realizzazione della rete anche in altre 10 regioni e nella Provincia autonoma di Trento.
  Quanto alle osservazioni relative alle caratteristiche della rete, va sottolineato che il Governo italiano ha definito obiettivi di performance in termini di potenziale velocità di connessione che vanno ben oltre quelli richiesti dall'agenda digitale europea, consentendo l'erogazione di servizi più che adeguati non solo per soddisfare i consumatori finali ma anche e soprattutto per garantire la piena competitività del comparto delle imprese. Al contempo, la necessità di rispettare le regole comunitarie in materia di concorrenza ed il principio neutralità tecnologica, impone al Governo italiano di consentire ai partecipanti alle procedure di selezione di scegliere l'architettura di rete che essi ritengono più appropriata, purché tuttavia essi assicurino il raggiungimento degli obiettivi predefiniti dal governo. Tali obiettivi sono volti a garantire per almeno il 70 per cento delle unità immobiliari nel Cluster C servizi «over100» (almeno 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload), per il restante delle unità immobiliari del Cluster C e per quelle del Cluster D servizi «over30» (almeno 30 Mbps in download e 15 Mbps in upload). Inoltre il piano garantisce servizi «over100», indipendentemente dal Cluster di appartenenza, per sedi della Pubblica Amministrazione, scuole, presidi sanitari ed aree industriali.Pag. 12
  Confermo infine l'impegno del Governo, anche nei confronti della Commissione europea che ha autorizzato lo scorso giugno il piano di finanziamenti pubblici, di raggiungere gli obiettivi definiti dalla Strategia per la Banda Ultra larga entro il 2020. Il rispetto di tale obiettivo rappresenta uno dei requisiti essenziali nell'ambito delle procedure in corso per la selezione dei soggetti che eseguiranno i lavori per la realizzazione della rete nelle aree bianche.

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ALLEGATO 4

5-09371 Franco Bordo: Pesanti disservizi nel recapito postale ed esigenza di adeguate garanzie occupazionali in relazione al processo di privatizzazione di Poste Italiane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai quesiti posti dagli Onorevoli Interroganti nell'atto in discussione riguardanti il servizio di recapito postale, rappresento quanto segue.
  Rilevo, in via preliminare, che il settore postale è stato interessato negli ultimi anni da cambiamenti, a livello comunitario e nazionale, che hanno riguardato il contesto normativo e regolatorio, incidendo su numerosi e rilevanti profili quali la definizione dell'ambito e del contenuto del servizio postale universale, la creazione di un'autorità nazionale con compiti di regolazione e vigilanza del settore, individuata nell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni cui sono affluite le funzioni svolte dal Ministero dello sviluppo economico, anche in materia di qualità e caratteristiche del servizio universale.
  È inoltre indubbio che anche il settore postale è interessato dai significativi mutamenti connessi allo sviluppo dell'economia digitale. Da un lato, si registra un forte calo dei volumi di invii postali, dall'altro in connessione con il progressivo sviluppo nel comparto dell’e-commerce si schiudono ampie possibilità di crescita del servizio della cd. parcel deliver.
  Questi temi sono all'attenzione del Governo che ha promosso, nel quadro del proprio disegno strategico, politiche volte a favorire la diffusione della rete e dei servizi avanzati digitali nel Paese, le cui positive ricadute riguardano anche il settore postale offrendo opportunità di investimento e sviluppo nel comparto della consegna dei pacchi, non essendo l’e-commerce pienamente radicato nel nostro Paese a differenza di altri Stati europei.
  In questa cornice, nel 2015 è stato concluso tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane il nuovo Contratto di programma, strumento attraverso il quale vengono stabiliti gli obblighi della società e disciplinate le modalità di erogazione del servizio universale – affidato dal Parlamento ex lege alla società Poste Italiane.
  In particolare, il Contratto di programma ha introdotto, nell'ambito del quadro normativo di derivazione europea, una rilevante modifica in tema di rete postale e servizio di recapito con cui si è ribaltata la prospettiva sinora tenuta, assumendo una vera e propria linea di politica industriale.
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore. Dunque, la rimodulazione della rete postale e delle modalità del servizio di recapito, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della stessa società. In questa prospettiva, la Società – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le Regioni e gli enti locali.
  Nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, il fornitore del servizio universale dovrà considerare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito Pag. 14territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
  Pertanto, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, la società Poste Italiane dovrà valutare iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il Piano di riorganizzazione degli uffici postali all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate o comunque ove si evidenzia la necessità di rafforzare un presidio.
  Per quanto concerne gli effetti che, pur in presenza dei suddetti correttivi, il piano di razionalizzazione potrà avere sulle modalità di recapito sulle spedizioni postali, va tenuto conto di quanto previsto dalla delibera Agcom n. 395/15/CONS.
  In particolare, la suddetta Delibera dell'AGCom ha autorizzato Poste Italiane S.p.A., in qualità di fornitore del Servizio Universale postale, all'attuazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale, da applicarsi in maniera graduale nell'arco del triennio 2015-2017.
  Si rammenta, tra l'altro, che a partire dal mese di febbraio 2018, termine di attuazione del nuovo modello di recapito adottato, l'Autorità potrà valutare la sussistenza delle condizioni per prorogarne l'autorizzazione in base alle criticità riscontrate e alla coerenza dei risultati raggiunti con il Piano industriale aziendale di Poste Italiane.
  Nello specifico, l'Autorità ha fatto presente che il modello di recapito a giorni alterni non interessa la città di Palermo, menzionata dagli Interroganti, e più in generale, nessuno dei capoluoghi di Regione e di Provincia.
  L'AGCOM ha indicato che continuerà a curare il monitoraggio degli eventuali effetti del modello di recapito a giorni alterni sulla qualità del servizio universale, e, ove si riscontrino disagi o servizi qualitativamente non in linea con gli standard previsti, provvederà ad adottare i dovuti interventi.
  Segnalo, infine, che il Contratto di programma promuove le iniziative di Poste italiane volte a sviluppare servizi utili al cittadino, alle imprese e alla Pubblica Amministrazione, tra cui si annoverano servizi a supporto di iniziative di e-commerce.
  Quanto alla prevista operazione di porre sul mercato un'ulteriore quota del capitale sociale di Poste italiane della partecipazione detenuta dallo Stato in modo che alla fine si determini una partecipazione pubblica nel capitale stesso non inferiore al 35 per cento, preciso che tale previsione consente allo Stato di continuare a detenere il controllo della Società. La quota del 35 per cento del capitale rappresenta, infatti, la quota di maggioranza relativa e di controllo in presenza dell'azionariato diffuso sul mercato. Esistono, inoltre, presidi statutari in termini di limite al diritto di voto in Assemblea per i detentori di partecipazioni superiori al 5 per cento del capitale stesso (cd. limite al possesso azionario).
  Con riferimento, infine, alla salvaguardia occupazionale evidenzio che, come dichiarato dal Ministro Padoan in occasione della recente audizione nell'ambito dell'esame da parte delle competenti Commissioni parlamentari dello schema di DPCM relativo ai criteri di dismissione della partecipazione in Poste Italiane, non risultano previste azioni di intervento sui livelli occupazionali esistenti che non siano concordate su base volontaria con i dipendenti interessati, sulla base della strategia che la Società sta perseguendo di miglioramento della qualità e dell'efficienza del servizio postale e logistico e le altre linee di attività (bancaria e assicurativa).