CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 luglio 2016
677.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-01009 Martella: Iniziative a favore del distretto del vetro artistico di Murano.

TESTO RIFORMULATO DELLA RISOLUZIONE

  La X Commissione,
   premesso che:
    l'arte vetraia di Murano costituisce da secoli una produzione d'eccellenza, di richiamo mondiale, del made in Italy;
    sin dal XII secolo l'arte vetraia a Murano ha assunto il profilo di attività manifatturiera;
    esiste un distretto del «vetro artistico» costituito dalle imprese vetrarie, dalle associazioni di categoria degli imprenditori industriali e artigiani, dagli enti pubblici e dai maggiori enti privati direttamente interessati allo sviluppo della realtà territoriale;
    in data 17 maggio 2016, presso la Commissione attività produttive della Camera si è svolto un ciclo di audizioni concernenti la crisi del distretto dei vetro artistico di Murano;
    la Commissione ha avuto modo di ascoltare i rappresentanti del mondo delle imprese, della camera di commercio, delle organizzazioni sindacali e di categoria nonché del comune di Venezia e della regione Veneto;
    sulla base delle informazioni acquisite, attualmente, risultano essere attive nell'ambito del distretto circa 263 imprese manifatturiere del vetro e dell'illuminazione, quasi il 10 per cento in meno rispetto al 2009; 9 imprese su 10 hanno dimensioni artigianali con un massimo di 9 dipendenti, e solo 25 imprese superano questa soglia; ben 125 imprese hanno cessato la loro attività negli ultimi 7 anni, delle quali 7 nel 2016, mentre altre 17 risultano essere tuttora in procedura concorsuale, anche a seguito dell'annosa questione relativa agli sgravi contributivi concessi alle imprese veneziane dal 1995 al 1997 e oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea;
    dall'analisi condotta dalla camera di commercio di Venezia Rovigo Delta Lagunare sui bilanci di 66 imprese, emerge che il risultato netto medio dal 2008 al 2014, è passato da un dato positivo (+ 5.915 euro) ad uno estremamente negativo (-45.344 euro);
    sulla crisi ha anche inciso un complesso rapporto con il fisco sul tema degli sgravi, in particolare con il recupero della quota capitale, tant’è che per le imprese che non sono coperte dal cosiddetto «de minimis» tale onere rischia di determinare ulteriori difficoltà con un incremento delle procedure fallimentari;
    a testimoniare l'andamento della crisi del settore vi è anche la curva degli ammortizzatori sociali che ha continuato a crescere dal 2008 al 2015 con un picco nel 2013 e che oggi dopo la fine dello strumento della mobilità in deroga vede ulteriori difficoltà per i lavoratori fuoriusciti;
    dal 2015 si registra, tuttavia, un confortante segnale di inversione di tendenza che riguarda la ripresa dell’export fattore sicuramente importante per un segmento produttivo come quello in oggetto;
    gli operatori nel corso delle audizioni hanno evidenziato una serie di criticità Pag. 128di sistema a partire dalle problematiche di natura contestuale ambientale con la presenza di vincoli che risultano essere onerosi e in conflitto con le lavorazioni di profilo tradizionale che hanno reso famoso il brand nel mondo;
   le concentrazioni di arsenico, cadmio e altri inquinanti, riconducibili alla lavorazione del vetro, rilevate nei terreni e nell'aria a Murano, superano significativamente i valori di riferimento previsti per legge e quelli medi del Veneto. Questa situazione ha determinato allarme nella popolazione, inducendo la municipalità di Venezia-Murano-Burano a richiedere una indagine epidemiologica alla ULSS 12 e l'installazione di una centralina fissa per il rilevamento della qualità dell'aria;
    sono altresì emerse le problematiche concernenti la faticosa convivenza tra tessuto urbano e fabbriche nella loro trasformazione in strutture ricettive dopo la cessazione dell'attività industriale in senso stretto;
   questo profilo evidenzia ancor di più la necessità di una rivisitazione della normativa della specialità di Venezia ai sensi della legge n. 117 del 1973, relativamente alla quale sono state presentate alcune proposte di legge nella legislatura in corso;
    particolare rilevanza assume il problema della contraffazione, tant’è che il vetro di Murano è una delle produzioni maggiormente contraffatte a livello mondiale; ciò comporta una contrazione dei fatturati delle aziende oltre ad un danno di immagine considerevole per l'intero distretto;
    da una recente ricerca promossa dal Consorzio Promovetro Murano e dalla Confartigianato di Venezia con il contributo della camera di commercio di Venezia Rovigo Delta Lagunare, si evince che l'80 per cento dei prodotti in vendita nei negozi del centro storico non provengono dall'isola di Murano;
    l'indagine, effettuata su un campione di 12 negozi e 120 oggetti specifici, ha evidenziato anche la presenza sui prodotti di ben 41 «diciture suggestive diverse» con fantasiosi riferimenti a Murano, 9 delle quali fanno inequivocabilmente riferimento a una lavorazione effettuata all'interno dell'isola di Murano; tra i 52 fornitori individuati, solo 15 risultavano essere operanti nell'isola di Murano;
    i luoghi di produzione di oggetti in «Vetro di Murano» spesso risultano essere in Romania, in Repubblica Ceca e in Marocco; si tratta di un dato preoccupante considerato che a Venezia ogni anno giungono oltre 20 milioni di turisti;
    un contributo importante al contrasto alla contraffazione può venire dall'approvazione in via definitiva della proposta di legge C. 1454 Senaldi, approvata, in prima lettura, dalla Camera il 29 marzo e attualmente all'esame della Commissione industria del Senato (S. 2308);
    le problematiche evidenziate dimostrano una imprescindibile necessità di intervenire al fine di salvaguardare una delle produzioni simbolo del made in Italy di qualità,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di assumere iniziative per riconoscere l'isola di Murano come area di crisi non complessa ai sensi della legge n. 181 del 1989 che, con la modifica normativa introdotta dalla legge n. 134 del 2012, ha visto un'integrale riorganizzazione della disciplina degli interventi di sviluppo e reindustrializzazione con l'obiettivo di utilizzare finanziamenti sia in conto capitale sia in conto interessi per sviluppo ed innovazione, incrementando l'occupazione e la modernizzazione degli impianti e degli strumenti, anche organizzativi;
   a promuovere, compatibilmente con la disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, misure di sostegno e sgravi fiscali con agevolazioni per le piccole imprese, su base pluriennale, anche e in particolare finalizzate a incentivare l'adozione di strumenti per l'abbattimento delle Pag. 129emissioni di agenti inquinanti nocivi dalle lavorazioni del vetro, valutando anche la fattibilità di realizzare per Murano una zona franca urbana;
   ad assumere iniziative per rafforzare le misure di contrasto alla contraffazione attribuendo la dimensione di certificazione nazionale, anche utilizzando tecnologie innovative e non solo sulla base della legislazione regionale, al marchio Vetro Artistico(r) Murano quale requisito obbligatorio, per l'attività concernente la lavorazione del vetro di Murano;
   ad istituire presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente finalizzato a potenziare la collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria al fine di attivare azioni mirate e coordinate per garantire tracciabilità e sicurezza dei prodotti sulla base della esperienza del protocollo siglato agli inizi del 2014 da prefettura di Venezia, regione Veneto, comune di Venezia, provincia di Venezia, Unioncamere Veneto, camera di commercio Venezia, associazioni dei consumatori, associazioni di categoria e dal Consorzio Promovetro di Murano;
   ad istituire un tavolo interministeriale a cui partecipino il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per affrontare le problematiche connesse alla tipologia delle produzioni, coniugando tradizione ed innovazione e prevedendo misure di sostegno alla ricerca applicata e per il monitoraggio e contenimento delle emissioni nocive delle produzioni vetrarie, anche per il tramite della stazione sperimentale per il vetro;
   a sostenere la candidatura della lavorazione del vetro di Murano quale bene intangibile dell'Unesco, in quanto lavorazione legata all'artigianato tradizionale e locale, come stabilito dalla Convenzione per il patrimonio immateriale del 2003, e che rientra a pieno titolo nei requisiti richiesti dalla convenzione stessa.
(7-01009) «Martella, Mognato, Zoggia, Murer, Moretto, Benamati, Arlotti, Becattini, Bini, Camani, Donati, Ginefra, Iacono, Impegno, Peluffo, Scuvera, Senaldi, Taranto, Tentori, Vico».

Pag. 130

ALLEGATO 2

7-01009 Martella: Iniziative a favore del distretto del vetro artistico di Murano.

RISOLUZIONE APPROVATA

  La X Commissione,
   premesso che:
    l'arte vetraia di Murano costituisce da secoli una produzione d'eccellenza, di richiamo mondiale, del made in Italy;
    sin dal XII secolo l'arte vetraia a Murano ha assunto il profilo di attività manifatturiera;
    esiste un distretto del «vetro artistico» costituito dalle imprese vetrarie, dalle associazioni di categoria degli imprenditori industriali e artigiani, dagli enti pubblici e dai maggiori enti privati direttamente interessati allo sviluppo della realtà territoriale;
    in data 17 maggio 2016, presso la Commissione attività produttive della Camera si è svolto un ciclo di audizioni concernenti la crisi del distretto dei vetro artistico di Murano;
    la Commissione ha avuto modo di ascoltare i rappresentanti del mondo delle imprese, della camera di commercio, delle organizzazioni sindacali e di categoria nonché del comune di Venezia e della regione Veneto;
    sulla base delle informazioni acquisite, attualmente, risultano essere attive nell'ambito del distretto circa 263 imprese manifatturiere del vetro e dell'illuminazione, quasi il 10 per cento in meno rispetto al 2009; 9 imprese su 10 hanno dimensioni artigianali con un massimo di 9 dipendenti, e solo 25 imprese superano questa soglia; ben 125 imprese hanno cessato la loro attività negli ultimi 7 anni, delle quali 7 nel 2016, mentre altre 17 risultano essere tuttora in procedura concorsuale, anche a seguito dell'annosa questione relativa agli sgravi contributivi concessi alle imprese veneziane dal 1995 al 1997 e oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea;
    dall'analisi condotta dalla camera di commercio di Venezia Rovigo Delta Lagunare sui bilanci di 66 imprese, emerge che il risultato netto medio dal 2008 al 2014, è passato da un dato positivo (+ 5.915 euro) ad uno estremamente negativo (- 45.344 euro);
    sulla crisi ha anche inciso un complesso rapporto con il fisco sul tema degli sgravi, in particolare con il recupero della quota capitale, tant’è che per le imprese che non sono coperte dal cosiddetto «de minimis» tale onere rischia di determinare ulteriori difficoltà con un incremento delle procedure fallimentari;
    a testimoniare l'andamento della crisi del settore vi è anche la curva degli ammortizzatori sociali che ha continuato a crescere dal 2008 al 2015 con un picco nel 2013 e che oggi dopo la fine dello strumento della mobilità in deroga vede ulteriori difficoltà per i lavoratori fuoriusciti;
    dal 2015 si registra, tuttavia, un confortante segnale di inversione di tendenza che riguarda la ripresa dell’export fattore sicuramente importante per un segmento produttivo come quello in oggetto;
    gli operatori nel corso delle audizioni hanno evidenziato una serie di criticità Pag. 131di sistema a partire dalle problematiche di natura contestuale ambientale con la presenza di vincoli che risultano essere onerosi e in conflitto con le lavorazioni di profilo tradizionale che hanno reso famoso il brand nel mondo;
    le concentrazioni di arsenico, cadmio e altri inquinanti, riconducibili alla lavorazione del vetro, rilevate nei terreni e nell'aria a Murano, superano significativamente i valori di riferimento previsti per legge e quelli medi del Veneto. Questa situazione ha determinato allarme nella popolazione, inducendo la municipalità di Venezia-Murano-Burano a richiedere una indagine epidemiologica alla ULSS 12 e l'installazione di una centralina fissa per il rilevamento della qualità dell'aria;
    sono altresì emerse le problematiche concernenti la faticosa convivenza tra tessuto urbano e fabbriche nella loro trasformazione in strutture ricettive dopo la cessazione dell'attività industriale in senso stretto;
    questo profilo evidenzia ancor di più la necessità di una rivisitazione della normativa della specialità di Venezia ai sensi della legge n. 117 del 1973, relativamente alla quale sono state presentate alcune proposte di legge nella legislatura in corso;
    particolare rilevanza assume il problema della contraffazione, tant’è che il vetro di Murano è una delle produzioni maggiormente contraffatte a livello mondiale; ciò comporta una contrazione dei fatturati delle aziende oltre ad un danno di immagine considerevole per l'intero distretto;
    da una recente ricerca promossa dal Consorzio Promovetro Murano e dalla Confartigianato di Venezia con il contributo della camera di commercio di Venezia Rovigo Delta Lagunare, si evince che l'80 per cento dei prodotti in vendita nei negozi del centro storico non provengono dall'isola di Murano;
    l'indagine, effettuata su un campione di 12 negozi e 120 oggetti specifici, ha evidenziato anche la presenza sui prodotti di ben 41 «diciture suggestive diverse» con fantasiosi riferimenti a Murano, 9 delle quali fanno inequivocabilmente riferimento a una lavorazione effettuata all'interno dell'isola di Murano; tra i 52 fornitori individuati, solo 15 risultavano essere operanti nell'isola di Murano;
    i luoghi di produzione di oggetti in «Vetro di Murano» spesso risultano essere in Romania, in Repubblica Ceca e in Marocco; si tratta di un dato preoccupante considerato che a Venezia ogni anno giungono oltre 20 milioni di turisti;
    un contributo importante al contrasto alla contraffazione può venire dall'approvazione in via definitiva della proposta di legge C. 1454 Senaldi, approvata, in prima lettura, dalla Camera il 29 marzo e attualmente all'esame della Commissione industria del Senato (S. 2308);
    le problematiche evidenziate dimostrano una imprescindibile necessità di intervenire al fine di salvaguardare una delle produzioni simbolo del made in Italy di qualità,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di assumere iniziative per riconoscere l'isola di Murano come area di crisi non complessa ai sensi della legge n. 181 del 1989 che, con la modifica normativa introdotta dalla legge n. 134 del 2012, ha visto un'integrale riorganizzazione della disciplina degli interventi di sviluppo e reindustrializzazione con l'obiettivo di utilizzare finanziamenti sia in conto capitale sia in conto interessi per sviluppo ed innovazione, incrementando l'occupazione e la modernizzazione degli impianti e degli strumenti, anche organizzativi;
   a promuovere, compatibilmente con la disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, misure di sostegno e sgravi fiscali con agevolazioni per le piccole imprese, su base pluriennale, anche e in particolare finalizzate a incentivare l'adozione Pag. 132di strumenti per l'abbattimento delle emissioni di agenti inquinanti nocivi dalle lavorazioni del vetro, valutando anche la fattibilità di realizzare per Murano una zona franca urbana;
   ad assumere iniziative per rafforzare le misure di contrasto alla contraffazione e a tutelare, in tal modo, anche il marchio collettivo «Vetro Artistico(r) Murano»;
   ad istituire presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico permanente finalizzato a potenziare la collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria al fine di attivare azioni mirate e coordinate per garantire tracciabilità e sicurezza dei prodotti sulla base della esperienza del protocollo siglato agli inizi del 2014 da prefettura di Venezia, regione Veneto, comune di Venezia, provincia di Venezia, Unioncamere Veneto, camera di commercio Venezia, associazioni dei consumatori, associazioni di categoria e dal Consorzio Promovetro di Murano;
   ad istituire un tavolo interministeriale a cui partecipino anche il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per affrontare le problematiche connesse alla tipologia delle produzioni, coniugando tradizione ed innovazione e prevedendo misure di sostegno alla ricerca applicata e per il monitoraggio e contenimento delle emissioni nocive delle produzioni vetrarie, anche per il tramite della stazione sperimentale per il vetro;
   a sostenere la candidatura della lavorazione del vetro di Murano quale bene intangibile dell'Unesco, in quanto lavorazione legata all'artigianato tradizionale e locale, come stabilito dalla Convenzione per il patrimonio immateriale del 2003, e che rientra a pieno titolo nei requisiti richiesti dalla convenzione stessa.
(8-00194) «Martella, Mognato, Zoggia, Murer, Moretto, Benamati, Arlotti, Becattini, Bini, Camani, Donati, Ginefra, Iacono, Impegno, Peluffo, Scuvera, Senaldi, Taranto, Tentori, Vico, Polidori».

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ALLEGATO 3

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa. COM(2016) 155 final.

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
  esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento della Camera dei deputati, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti «Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa» (COM(2016) 155);
  considerati gli elementi utili di informazione e di valutazione acquisiti con le audizioni svolte;
  preso atto del parere della XIV Commissione approvato il 29 giugno 2016;
  considerato che:
   il comparto siderurgico continua a costituire uno dei pilastri delle attività produttive, dal momento che l'acciaio è tra i materiali di base più utilizzati nelle costruzioni, nei trasporti, nelle infrastrutture e nell'industria, così come, per quanto riguarda gli sviluppi più recenti, nella realizzazione di impianti energetici da fonti rinnovabili;
   una siderurgia competitiva è di fondamentale importanza per la competitività dell'industria europea e può risultare decisiva per portare il contributo alla formazione del PIL del settore manifatturiero al 20 per cento entro il 2020, in linea con l'obiettivo che l'UE si è data;
   presidiare il comparto siderurgico in Europa appare necessario non soltanto per l'incidenza che l'acciaio riveste nei processi produttivi e per evitare che l'Europa dipenda dalle importazioni dall'estero ma anche per l'elevato contenuto tecnologico che lo contraddistingue, considerato che l'UE è all'avanguardia nelle produzioni di alta gamma;
   la siderurgia europea si contraddistingue anche per gli elevati standard ambientali già conseguiti in comparazione con quelli di altri paesi;
   il progresso tecnologico offre notevoli margini per ridurre ulteriormente l'impatto sull'ambiente della produzione di acciaio, incrementando il riutilizzo dei rottami d'acciaio, che vedono già l'Unione europea leader mondiale del riciclaggio dell'acciaio;
   da questo punto di vista, l'Italia è uno dei paesi più virtuosi dal momento che nel nostro paese soltanto il 35 per cento della produzione scaturisce dal ciclo integrale (che comporta impianti di maggiori dimensioni, disponibilità di minerale e ingenti finanziamenti) mentre la quota maggiore è prodotta con il forno elettrico da impianti più piccoli e flessibili che utilizzano il rottame ed hanno un minor impatto ambientale;
   per il perseguimento degli obiettivi che la Commissione europea si propone di realizzare occorre, quindi, porre in essere Pag. 134tutte le iniziative utili ad invertire la tendenza alla progressiva diminuzione della quota detenuta dall'UE nella produzione mondiale di acciaio: tra il 2004 e il 2015 la quota dell'UE sulla produzione mondiale è passata dal 19 per cento al 10 per cento. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2014 sono andati perduti oltre 80.000 posti di lavoro; al contrario sono enormemente cresciute le quote detenute da Cina, India e Corea del Sud;
   ciò nonostante, l'UE resta, dopo la Cina, il secondo produttore mondiale di acciaio: il settore ha un fatturato annuo di 166 miliardi di euro e genera l'1,3 per cento del PIL europeo, con 328.000 posti di lavoro diretti e 500 stabilimenti in 23 Stati membri;
   il settore subisce le conseguenze, oltre che della sovrapproduzione a livello globale, anche delle pratiche commerciali sleali, in particolar modo dalla Cina, che esporta sottocosto prodotti sovvenzionati;
   a tale proposito, costituisce un significativo progresso l'approvazione del regolamento di esecuzione UE 2016/670 della Commissione del 28 aprile 2016, che prevede l'introduzione di una vigilanza unionale preventiva sulle importazioni di determinati prodotti siderurgici originari di alcuni Paesi terzi;
   per tutti questi motivi merita apprezzamento l'iniziativa adottata dalla Commissione europea di dedicare al comparto una strategia volta ad affrontare coerentemente e complessivamente i diversi profili di criticità;
   rilevata l'esigenza che il presente documento sia trasmesso alle Istituzioni europee nell'ambito del dialogo politico,
   delibera di esprimere una valutazione positiva,

  con le seguenti osservazioni:
   a) per quanto concerne le politiche commerciali, appare necessario che l'Unione europea assuma un atteggiamento più deciso e incisivo per reagire alla concorrenza sleale e dannosa praticata da alcuni Paesi. L'attuazione delle misure di difesa commerciale deve diventare – oltre che più efficace – anche più rapida, considerando che attualmente si richiedono in Europa tempi molto più lunghi di quelli necessari, per l'adozione di misure analoghe, negli Stati Uniti d'America. A tale proposito, occorre superare la fase di stallo che in sede di Consiglio impedisce l'approvazione della proposta di regolamento sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale che la Commissione europea ha presentato nel 2013 e che prevede, tra l'altro, l'imposizione di dazi più elevati sulle importazioni in caso di distorsioni strutturali a livello di materie prime e nei casi di sovvenzioni. Si tratta di eliminare la «regola del dazio inferiore» che le disposizioni OMC non impongono e che altre regioni, quali gli USA, non applicano;
   b) più in generale, si rileva la necessità di una riforma complessiva degli strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea per garantire all'industria dell'UE condizioni di effettiva parità con la Cina e con gli altri partner commerciali, in conformità con le norme dell'OMC;
   c) si concorda con l'obiettivo di istituire gruppi di contatto sull'acciaio con tutti i maggiori paesi produttori, al fine di affrontare sistematicamente le questioni della sovraccapacità globale, delle sue cause e degli interventi strutturali necessari nonché le strategie per superare la concorrenza sleale;
   d) per le medesime ragioni, anche con riferimento al comparto dell'acciaio, occorre soprassedere sull'attribuzione alla Cina dello status di economia di mercato finché il paese non dimostri di rispettare le regole del commercio internazionale, in linea con la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 12 maggio scorso;
   e) per favorire la modernizzazione dell'industria siderurgica europea, sembra necessario il ricorso ad incentivi, cui potrebbe eventualmente accompagnarsi la revisione della disciplina sugli aiuti di Pag. 135Stato, per interventi di ristrutturazione finalizzati all'adeguamento e non alla chiusura di impianti produttivi;
   f) per fare fronte ai considerevoli oneri che possono derivare dai progetti di adeguamento e messa in sicurezza degli impianti esistenti occorre utilizzare tutte le risorse a disposizione – ivi compreso un auspicabile maggiore contributo della BEI – e la riconfigurazione degli aiuti di Stato per promuovere:

    l'innovazione tecnologica, attraverso le attività di ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo di tecnologie più avanzate e gli incentivi alla formazione di competenze tecniche, scientifiche ed ingegneristiche più evolute;
    l'adozione di tecniche di produzione a minor impatto ambientale, in particolare negli impianti a ciclo integrale (altiforni), molti dei quali risalgono a diversi anni fa;
    la conversione ovvero la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di acciaio mediante impiego di rottami e materie seconde piuttosto che materie prime, per evitare sprechi e ridurre i costi;
   g) per gli stessi motivi, devono al più presto trovare soluzione i problemi emersi in relazione ai rilievi che la Commissione europea ha avanzato in merito al programma di risanamento e messa in sicurezza ambientale dello stabilimento dell'ILVA di Taranto;
   h) occorre inoltre che la riforma del sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE, attualmente all'esame delle istituzioni europee, non imponga oneri aggiuntivi per il settore siderurgico, che i concorrenti negli Stati senza scambio di quote di emissione non devono sostenere;
   i) l'esigenza di puntare sull'innovazione tecnologica e sul miglioramento dei processi produttivi comporta anche una particolare attenzione alla valorizzazione delle risorse umane, per riconvertire gli occupati e per utilizzare al meglio, attraverso l'aggiornamento e la formazione dei dipendenti, il patrimonio costituito dalla elevata qualità professionale del personale del settore. A tal fine occorre potenziare gli strumenti e gli aiuti ammessi per il settore, con particolare riguardo al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione semplificandone nel contempo l'accesso.