CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 luglio 2016
674.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06448 Cominardi: Autotrasportatori presenti nell'area del porto di Genova assunti da agenzie di lavoro interinale di paesi dell'Europa orientale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Cominardi concernente gli autotrasportatori presenti nell'area del porto di Genova assunti da agenzie di lavoro interinale di paesi dell'Europa orientale, informo che il servizio ispettivo della competente Direzione territoriale del lavoro ha avviato i necessari accertamenti, che sono tuttora in corso.
  Faccio presente che nel settore dell'autotrasporto l'attività degli ispettori del lavoro è mirata alla verifica della regolarità del rapporto di lavoro e dei connessi adempimenti previdenziali nonché al controllo dei tempi di guida e di riposo dei conducenti e dell'orario di lavoro.
  In tale contesto, da alcuni anni è emerso il fenomeno di dumping derivanti dall'impiego di conducenti stranieri coinvolti nei distacchi e somministrazioni internazionali in violazione del decreto legislativo n. 72 del 2000, di recepimento della direttiva 96/71/CE.
  Sulla questione, sin dal 2010 il Ministero del lavoro ha fornito indicazioni e chiarimenti al personale ispettivo attraverso la predisposizione di un vademecum ad uso degli ispettori del lavoro che si è poi successivamente arricchito degli ulteriori approfondimenti contenuti nella cosiddetta Guida Transpo del 2012.
  Per quanto attiene al profilo delle tutele, il Ministero che rappresento, di recente, nella circolare n. 14 del 2015, ha ribadito che l'articolo 3 della direttiva 96/71/CE, in relazione ai lavoratori inviati in distacco da uno Stato membro ad un altro Stato dell'Unione europea, stabilisce l'applicazione dei livelli minimi di condizioni di lavoro e occupazione previsti dalla legge del luogo di esecuzione della prestazione lavorativa (cosiddetto principio lex loci laboris).
  Ne consegue che se l'attività lavorativa è svolta in Italia, quest'ultima risulta disciplinata dalle disposizioni di legge, dalle indicazioni amministrative e dalle clausole della contrattazione collettiva italiane, con riferimento, tra l'altro, ai periodi di lavoro e a quelli di riposo, alla durata delle ferie annuali retribuite, alle tariffe minime salariali nonché alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
  Nell'ambito della somministrazione transnazionale, la normativa sulle tutele economico/normative risulta ancor più incisiva nell'ambito di un rapporto di somministrazione transnazionale di lavoro, atteso che l'articolo 4 del decreto legislativo n. 72 del 2000, prevede il rispetto, da parte delle agenzie con sede in altro Stato membro, della disciplina dettata per le agenzie italiane (oggi contenuta nel decreto legislativo n. 81 del 2015). Ciò vuol dire che per i lavoratori somministrati a livello transnazionale, è dunque garantita una sostanziale parità di trattamento, sia per quanto concerne i profili normativi che per quelli retributivi, rispetto ai lavoratori italiani alle dipendenze dell'utilizzatore.
  Voglio ricordare, inoltre, che nel febbraio 2016 i Ministri delle infrastrutture e trasporti, del lavoro e politiche sociali e dell'interno, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per la programmazione dell'attività di controllo su strada e presso le imprese di autotrasporto. Il documento prevede un programma congiunto di attività di controllo cui parteciperà anche il personale ispettivo del Ministero del lavoro Pag. 103e delle politiche sociali ampliando così la natura delle verifiche da effettuare sia sulle strade che presso le imprese dell'autotrasporto, con particolare riguardo al rapporto di lavoro del conducente, L'attività congiunta contribuisce a rendere più efficaci i controlli, finalizzati, tra l'altro, a colpire i fenomeni di concorrenza sleale ed è indirizzata, in particolare, all'autotrasporto internazionale e al cabotaggio dove maggiormente occorre prevedere una implementazione delle verifiche.
  Segnalo, altresì, che su proposta del Ministero che rappresento è stato approvato alla riunione preparatoria del Consiglio dei ministri che si è tenuta ieri – ed inviato per l'approvazione definitiva che si terrà oggi, in Consiglio dei ministri – il decreto legislativo di recepimento della direttiva Enforcement (2014/67/UE) che abroga il decreto legislativo n. 77 del 2000, con l'obiettivo di rendere ancora più efficace il regime di tutele nell'ambito del distacco transnazionale. Lo schema di decreto introduce adempimenti amministrativi e misure di controllo a carico dell'azienda straniera distaccante che consentiranno una più agevole tracciabilità del fenomeno (dichiarazione preventiva di distacco, obbligo di conservazione, in lingua italiana, della documentazione sui contratti posti in essere, designazione di un referente per le autorità di controllo). La violazione di tali obblighi è assistita da un regime sanzionatorio che è funzionale alla prevenzione di fenomeni fraudolenti di distacco transnazionale, a loro volta sanzionati con misure più gravi.
  Concludo, pertanto, sottolineando la massima attenzione del Governo sulla situazione in argomento e l'impegno del Ministero che rappresento a proseguire, nei limiti delle proprie competenze, nell'attività di controllo e vigilanza al fine di contrastare ogni irregolarità o qualsivoglia fenomeno illecito a danno dei lavoratori.

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ALLEGATO 2

5-09012 Crivellari: Iniziative in ordine ai piani di ristrutturazione aziendale e a eventuali piani investimento relativi allo stabilimento di Castelmassa della società Cargill Srl.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante – con il presente atto parlamentare – pone all'attenzione del Governo la situazione dei lavoratori della Cargill srl Castelmassa (RO).
  La Cargill Italia fa parte della multinazionale statunitense Cargill Incorporated Worldwide, che occupa 149.000 dipendenti in settanta Paesi del mondo. La società Cargill ha iniziato la propria attività in Italia nel 1962 e conta oggi circa 700 dipendenti, di cui 300 nello stabilimento di Castelmassa, e gli altri dislocati tra le sedi di Cherasco (CN), Fiorenzuola d'Arda (PC), Melfi (PZ), Milano, Milazzo (ME), Sospiro (CR), Spessa (PV) e Padova.
  La società ha reso noto di attraversare un periodo di significativi cambiamenti che dovrebbero portare ad una crescita economica del gruppo. Questo processo, che non interessa esclusivamente la divisione italiana ma anche i siti degli altri Paesi europei, non consente di prevedere con certezza quali saranno i riflessi sull'assetto occupazionale dello stabilimento di Castelmassa. I tagli programmati dalla società controllante – Cargill Incorporated – hanno ovviamente generato forti preoccupazioni nei dipendenti che nel mese di giugno hanno in più occasioni manifestato davanti allo stabilimento. Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno indetto diversi scioperi per scongiurare l'ipotesi di un ulteriore taglio dei dipendenti con funzioni informatiche-amministrative.
  Al momento, la società ha assicurato che non si verificheranno drastiche riduzioni del personale, anche se non è in grado di stabilire chi e quante unità saranno coinvolte. La società ha, inoltre, garantito che informerà tempestivamente le parti sociali in merito alle decisioni prese e che si occuperà dell'eventuale ricollocazione del personale valutando eventualmente anche presso sedi estere.
  Al fine di approfondire le vicende in parola, rappresento che il prossimo 2 settembre si terrà un incontro presso la Prefettura di Rovigo a cui parteciperanno le parti sociali e alcuni rappresentanti parlamentari.
  In conclusione, nel rilevare che, ad oggi, non è stato richiesto dalle parti interessate alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale, faccio presente che il Ministero dello sviluppo economico – interessato della questione – ha assicurato la più ampia disponibilità ad aprire – qualora richiesto – un tavolo di confronto al fine di individuare le soluzioni più idonee alle vicende in parola. Posso, inoltre, assicurare la disponibilità del Ministero del lavoro a monitorare i futuri sviluppi della vicenda anche partecipando all'eventuale tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico.
  Da ultimo, rappresento che anche la Regione Veneto è disponibile ad intervenire tramite la propria unità di crisi costituita presso Veneto Lavoro.