CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 luglio 2016
674.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-08488 Garavini: Sulla mancata assunzione di personale docente presso le Scuole italiane di Madrid e Barcellona.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio innanzitutto l'onorevole Interrogante per aver fornito al Governo la possibilità di chiarire alcuni aspetti legati al funzionamento delle scuole statali italiane di Madrid e Barcellona, alla luce delle recenti sentenze di alcuni tribunali spagnoli. È un caso che la Farnesina, nella consapevolezza dell'importanza che rivestono le istituzioni scolastiche statali italiane all'estero, sta seguendo con molta attenzione, in considerazione della numerosissima comunità italiana ivi residente e per la crescente attenzione nei confronti dell'insegnamento dell'italiano.
  La Farnesina ha avviato sin da subito tutte le azioni opportune al fine di garantire l'inizio dell'anno scolastico 2015/2016 ed assicurare il regolare svolgimento dell'attività didattica, in stretto coordinamento con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e previa informativa alle Organizzazioni sindacali del comparto scuola.
  In primo luogo, si è fatto ricorso all'esercizio dell'autonomia scolastica da parte dei singoli istituti coinvolti, sollecitando, da un lato, una migliore ripartizione tra le varie materie del curricolo italiano e quelle locali – anche alla luce di quanto disposto dal decreto ministeriale n. 4434/2015 sugli ordinamenti scolastici del primo ciclo di istruzione – e, dall'altro, ricorrendo ad un aumento dell'orario di servizio del personale, in linea con quanto previsto dall'articolo 107 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 2007 per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado. Ovviamente, tale ultima misura è stata attuata previa informazione delle Organizzazioni sindacali e con la collaborazione dei docenti e di tutto il personale scolastico in servizio nei due istituti, che vorrei ringraziare in questa sede per la disponibilità manifestata e il rilevante contributo fornito. Tali iniziative hanno pertanto consentito di diminuire il numero di ore rimaste scoperte e non costituenti una cattedra senza tuttavia azzerarle completamente.
  Parallelamente, si è pertanto deciso di prevedere l'invio di ulteriori docenti dall'Italia per coprire le ore residuali, ricorrendo allo strumento del comando ai sensi della pertinente normativa di settore (decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957 e decreto legislativo n. 297 del 1994). Al riguardo, vorrei precisare che il ricorso a tale modalità di intervento è stato verificato con i competenti organi di controllo, i quali hanno confermato la percorribilità di tale iniziativa, che non aveva precedenti. Proprio per questo l’iter si è rivelato complesso, coinvolgendo direttamente gli Uffici Scolastici Regionali e dilatando i tempi per la conclusione delle procedure necessarie per l'effettiva assunzione in servizio. Ciò nonostante, attraverso tale strumento è stato possibile disporre 4 comandi a Barcellona (educazione fisica, tecnologia, educazione musicale ed educazione artistica) e uno a Madrid (educazione fisica), che hanno consentito di coprire una serie di materie e assicurare lo svolgimento delle relative lezioni.
  Per quanto concerne l'insegnamento della religione, è stato invece necessario individuare diverse metodologie operative, Pag. 61poiché non vi sono graduatorie dalle quali potere attingere e la linea di azione deve essere previamente concordata con la Conferenza Episcopale Italiana. È stato pertanto predisposto un apposito bando ai fini della selezione dei docenti, per i quali si è reso necessario acquisire l’«idoneità» da parte delle diocesi locali. Anche in tal caso, si è comunque riusciti a completare tutte le operazioni e ad inviare i docenti presso le scuole italiane di Madrid e Barcellona entro la fine dell'anno scolastico.
  Per riassumere, la Farnesina ha agito con immediatezza e determinazione al fine di far fronte alla difficile situazione venutasi a creare presso gli istituti italiani in Spagna, attuando una serie di interventi a vari livelli che hanno garantito l'espletamento dell'attività didattica per tutte le materie. Al fine di risolvere in modo definitivo la questione ed evitare il ripetersi del problema anche per il prossimo anno scolastico, è attualmente in fase di valutazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca una soluzione di carattere normativo, anche nel quadro della delega contenuta nella legge n. 107 del 2015, («Buona Scuola»).

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-08799 Sanga: Sulla condanna a morte di un minorenne in Arabia Saudita.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Italia segue da sempre con attenzione la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita e continua a sostenere le iniziative volte a incoraggiare progressi in materia di diritti umani, con particolare riferimento alle aree di azione prioritarie del nostro Paese, quali l'abolizione della pena di morte.
  L'Italia solleva il tema dell'uso della pena di morte sia nelle occasioni di incontro bilaterale con le autorità saudite, sia nelle opportune sedi multilaterali, in linea con l'impegno del nostro Paese per la promozione di una moratoria universale della pena di morte. Si tratta di un impegno che ci spinge a lavorare insieme con i nostri partner con approccio costruttivo e inclusivo, per assicurare un sempre più ampia ed efficace tutela dei diritti umani, nel rispetto degli obblighi internazionali esistenti.
  Ricordo che, in occasione del secondo ciclo della Revisione Periodica Universale cui l'Arabia Saudita si è sottoposta nell'ottobre 2013, il nostro Paese ha raccomandato l'attuazione di una moratoria delle esecuzioni capitali (raccomandazione di cui il Paese ha preso nota) e il rafforzamento della trasparenza e pubblicità dei processi giudiziari che possono portare ad una condanna a morte (raccomandazione accettata).
  Sul caso specifico menzionato dall'Onorevole interrogante, ricordo che Ali Mohamed Al-Nimr, figlio di un dignitario della provincia sciita di Qatif, è stato arrestato nel 2012, quando aveva 17 anni, nel corso di manifestazioni antigovernative. Al-Nimr è stato condannato a morte nel maggio 2014 e in via definitiva nel settembre 2015.
  A tale riguardo, vorrei rassicurare che la Farnesina, anche attraverso la nostra Ambasciata a Riad, continua a seguire la vicenda in stretto coordinamento con le Rappresentanze diplomatiche degli altri Stati membri UE e con la delegazione dell'Unione Europea in loco. Con i partner europei siamo anche impegnati a definire in maniera coordinata le modalità di intervento più opportune, sia sul caso di Ali Al-Nimr che di altri casi di particolare sensibilità.
  Ricordo che su questa vicenda, l'Italia ha anche sostenuto con convinzione i passi informali compiuti da parte dell'UE presso le autorità saudite, finalizzate ad acquisire elementi aggiornati sulla situazione di Al-Nimr e ad auspicare una soluzione positiva della vicenda.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-08921 Malisani: Sul recupero di «Villa Italia» a Tarabya, presso Istanbul.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei innanzitutto ribadire l'importanza che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale attribuisce alla valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano all'estero, nella consapevolezza della necessità di garantire il decoro e la messa in sicurezza degli edifici di proprietà del demanio situati nelle varie sedi estere, alcuni dei quali di elevato valore storico ed architettonico.
  In coerenza con tale impegno, la Farnesina ha avviato nel 2014, di concerto con l'Ambasciata d'Italia a Ankara, una ricognizione delle condizioni strutturali di «Villa Tarabya» a Istanbul, vero e proprio gioiello architettonico realizzato agli inizi del ’900 dall'architetto italiano Raimondo D'Aronco. Considerata la precaria situazione in cui versava l'immobile e la posizione stessa della Villa, prioritaria attenzione è stata riservata agli aspetti relativi alla sicurezza, anche al fine di evitare danni o possibili rischi per persone e cose.
  All'esito di detto esame, si era inizialmente valutata l'ipotesi di procedere – mediante finanziamenti a carico del bilancio della Farnesina – ad un intervento per la messa in sicurezza dell'immobile, il cui costo si è tuttavia rivelato particolarmente oneroso e, quindi, difficilmente sostenibile. Inoltre, l'intervento di restauro avrebbe comportato notevoli difficoltà tecniche, viste le particolari caratteristiche della Villa.
  In considerazione di tali aspetti, si è positivamente valutata l'ipotesi di acquisire, mediante la pubblicazione di una indagine esplorativa rivolta a soggetti potenzialmente interessati, una manifestazione di interesse per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione di Villa Tarabya. L'indagine ha dato esiti soddisfacenti, confermando l'esistenza di un vasto interesse per il recupero e la valorizzazione dello storico edificio. Sono infatti pervenute numerose manifestazioni di interesse da parte di importanti gruppi e società del panorama economico e imprenditoriale turco, che presentano le necessarie garanzie di sicura affidabilità e solidità finanziaria.
  Visto il successo dell'iniziativa, la Farnesina intende ora procedere alla pubblicazione di un vero e proprio bando di concessione per il recupero e la riqualificazione della Villa, al fine di acquisire le proposte ed i progetti di valorizzazione. Questi andranno successivamente sottoposti all'approvazione delle competenti Autorità turche, tra cui la Municipalità Metropolitana di Istanbul, nonché del Consiglio Regionale per la salvaguardia del patrimonio culturale, considerati i vincoli cui l'immobile è sottoposto. Si assicura, nondimeno, che in fase di valutazione delle varie proposte verrà prestata la massima attenzione affinché venga rispettato e preservato il valore storico-ambientale dell'edificio, garantendo altresì che l'intera opera di riqualificazione sia attuata in conformità ai vincoli e agli obblighi previsti dalla normativa e dall'ordinamento locale e nazionale.
  Le iniziative finora assunte dimostrano pertanto la volontà del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di agire con risolutezza al fine di assicurare il completo recupero e la valorizzazione di «Villa Tarabya», superando le difficoltà finanziarie e tecniche che hanno fino ad oggi ostacolato l'opera di riqualificazione complessiva dell'immobile.