CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 luglio 2016
670.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03774 Gnecchi: Applicazione degli adeguamenti dei requisiti per l'accesso al pensionamento sulla base dell'incremento dell'aspettativa di vita nell'ambito dei provvedimenti di salvaguardia in materia pensionistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Gnecchi ed altri concernente l'applicazione degli adeguamenti dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita nell'ambito dei provvedimenti di salvaguardia, in primo luogo, voglio ricordare che I'INPS – con circolare n. 76 del 2013 – ha evidenziato come il meccanismo dell'adeguamento agli incrementi della speranza di vita determina per alcuni lavoratori collocati in mobilità ordinaria l'esclusione dalla cosiddetta salvaguardia. Ciò in quanto l'adeguamento alla speranza di vita applicato ai requisiti pensionistici determina il perfezionamento dei requisiti stessi oltre il periodo di fruizione della mobilità con conseguente esclusione di tali lavoratori dalla «salvaguardia».
  La medesima problematica si pone con riferimento all'innalzamento del requisito anagrafico per le lavoratrici che accedono alla pensione di vecchiaia. Anche in tale caso, infatti, lo spostamento in avanti del raggiungimento dell'età anagrafica richiesta può comportare che il perfezionamento dei requisiti pensionistici si collochi al di fuori del periodo di fruizione della mobilità ordinaria.
  Allo stato, le disposizioni relative all'adeguamento agli incrementi della speranza di vita non si applicano ai soggetti beneficiari della «salvaguardia» che accedono al trattamento pensionistico in presenza di una anzianità contributiva di quaranta anni, indipendentemente dall'età anagrafica.
  Tanto premesso, tengo a precisare che il Governo ha mostrato una particolare attenzione nei confronti delle donne mediante la sperimentazione della cosiddetta opzione donna che – a determinate condizioni – riconosce alle lavoratrici la possibilità di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro di diversi anni rispetto alle regole ordinarie per il pensionamento. Occorre, tuttavia, evidenziare come anche tale istituto preveda l'adeguamento agli incrementi della speranza di vita oltre che l'applicazione della cosiddetta «finestra mobile».
  In conclusione – sebbene l'eliminazione del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita nella ipotesi evidenziata dagli interroganti appare di difficile attuazione, a causa dell'incidenza che tale intervento avrebbe sulla sostenibilità del sistema previdenziale – occorre tuttavia far presente che la questione è all'attenzione del Governo e che sulla stessa potranno emergere interessanti spunti di riflessione anche nell'ambito del confronto avviato con i sindacati sulle tematiche previdenziali.

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ALLEGATO 2

5-08172 Tripiedi: Iniziative per favorire il ricollocamento lavorativo degli ex dipendenti delle società Bames e Sem e per la reindustrializzazione dei siti produttivi di tali società dopo il loro fallimento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per quanto attiene all'atto parlamentare dell'onorevole Tripiedi e altri concernente le iniziative per favorire il ricollocamento lavorativo degli ex dipendenti delle società Bames srl e Sem srl e per la reindustrializzazione dei siti produttivi di tali società dopo il loro fallimento.
  Preliminarmente, è opportuno ricordare, ai fini di una corretta ricostruzione della vicenda, che – nel 2000 – la multinazionale IBM Italia Spa ha scorporato e ceduto alla multinazionale canadese Celestica i rami d'azienda riconducibili alle attività di progettazione e distribuzione di apparecchiature elettroniche ed elettromeccaniche presenti allora in Italia presso lo stabilimento di Vimercate (MB).
  Nel 2006, Celestica ha ceduto il predetto stabilimento alla Bartolini Progetti Spa che ha proseguito le attività con due distinte società: la Bames srl (ex Celestica) e la Sem srl.
  Nel 2007, è stato sottoscritto con il Ministero dello sviluppo economico e le istituzioni locali un primo protocollo d'intesa finalizzato alla reindustrializzazione dell'area e alla salvaguardia occupazionale dei circa novecento lavoratori all'epoca impiegati. Da quel momento è iniziato un faticoso percorso durante il quale, nonostante l'impegno di tutte le istituzioni coinvolte e delle rappresentanze sindacali del territorio, sono stati avviati diversi piani industriali mai realizzati.
  Nell'autunno del 2013, le società Bames srl e Sem srl sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Monza dopo un lungo periodo di cassa integrazione. A seguito del fallimento, si è dato avvio, con il coinvolgimento di Regione Lombardia e del Ministero dello sviluppo economico, ad una interlocuzione con il soggetto proprietario dell'area al fine di collaborare per la reindustrializzazione del sito. Nel corso di diversi incontri, in particolare, la Regione Lombardia, unitamente alle altre istituzioni coinvolte, ha manifestato la massima disponibilità ad intraprendere specifiche azioni per individuare soluzioni adeguate, candidando il Vimercatese come possibile area per la sperimentazione di una zona a burocrazia zero. Parallelamente, le istituzioni locali hanno dato avvio ad una serie di interventi di politica attiva, anche di natura straordinaria, finalizzate al ricollocamento dei lavoratori coinvolti nella vicenda.
  Alla fine del 2014, erano circa trecentosettanta i lavoratori alle dipendenze delle due società dichiarate fallite i quali – dopo aver fruito del trattamento di (CIGS) – sono stati collocati in mobilità per un periodo di due anni.
  Nel corso degli anni 2015 e 2016 è proseguita la verifica di possibili sinergie per sostenere un processo di riconversione dell'area condiviso tra istituzioni, sindacati e proprietà. Tuttavia, nonostante gli auspici di tutti i livelli istituzionali, la trattativa non è andata a buon fine.
  In siffatto contesto, voglio rassicurare gli onorevoli interroganti in merito all'attenzione rivolta alla vicenda in esame dal Ministero che rappresento che continuerà a monitorare gli ulteriori sviluppi, anche nella eventuale prospettiva di esaminarne le principali criticità e tenuto anche conto degli strumenti di tutela finora adottati.Pag. 105
  Da ultimo, per quanto concerne il profilo produttivo, la Regione Lombardia ha reso noto di aver focalizzato la sua attenzione sull'area dei Comuni del Vimercatese, tradizionalmente caratterizzata dalla presenza del settore ICT (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale e in cui sono presenti un elevato numero di imprese in situazioni di difficoltà e in fase di riconversione.
  L'idea che si intende perseguire è quella di realizzare – con l'adesione della Regione Lombardia, dei Ministeri competenti e dei comuni dell'area – un progetto di reindustrializzazione in ambito ICT che valorizzi il capitale umano presente sull'area e che preveda la possibilità di sperimentare un Accordo per la Competitività territoriale quale strumento di attrattività intesa sia come capacità di attirare nuovi investitori sia di valorizzare o mantenere quelli già esistenti. A tale scopo è stata attivata una collaborazione con esponenti della Camera dei Deputati e del Ministero dello sviluppo economico a seguito della quale la Regione Lombardia ha redatto e trasmesso una bozza di Protocollo di intesa tra Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dello sviluppo economico e Regione Lombardia per il rilancio del sistema produttivo dell'area del vimercatese.