CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 giugno 2016
661.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05993 Arlotti: Possibili disagi per i cittadini derivanti dall'ipotesi di consegna della corrispondenza a giorni alterni.
5-07873 Arlotti: Possibili disagi per i cittadini derivanti dall'ipotesi di consegna della corrispondenza a giorni alterni.
5-08415 Fabbri: Disagi conseguenti alla consegna della posta a giorni alterni nella regione Emilia-Romagna.
5-08434 Arlotti: Disagi conseguenti alla consegna della corrispondenza a giorni alterni nella regione Emilia-Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde congiuntamente agli atti in esame, trattando gli stessi analogo argomento.
  In via preliminare si fa presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Spetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, lettera c) e lettera e) del decreto legislativo n. 261 del 1999, rispettivamente la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» e lo «svolgimento, anche attraverso soggetti terzi, dell'attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto di standard di qualità del servizio postale universale».
  L'Autorità inoltre, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie finzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di Pag. 96programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui che l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
  Poste Italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
  La società Poste Italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  Al fine di seguire direttamente il nuovo processo di interazione tra gli enti locali e Poste Italiane, il Ministero ha inviato, all'inizio del mese di marzo, una lettera a tutti i Presidenti delle Regioni italiane, cui è demandato il compito di promuovere le suddette iniziative, invitando ad attivarsi, con sollecitudine, affinché siano tutelati i diritti dei cittadini soprattutto nelle zone maggiormente svantaggiate.
  Per quanto concerne gli effetti che, pur in presenza dei suddetti correttivi, il piano di razionalizzazione potrà avere sulle modalità di recapito sulle spedizioni postali di quotidiani e periodici settimanali ai lettori abbonati, va tenuto conto di quanto previsto dalla delibera Agcom n. 395/15/CONS e da un conseguente contenzioso tuttora in corso.
  In particolare, in base all'articolo 3, comma 7, del decreto legislativo n. 261 del 1999, la suddetta Delibera dell'AGCom ha autorizzato Poste Italiane S.p.A., in qualità di fornitore del Servizio Universale postale, all'attuazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale, da applicarsi in maniera graduale nell'arco del triennio 2015-2017. Sono previste, nello specifico, tre Fasi di implementazione, da avviarsi rispettivamente: a) non prima di ottobre 2015, b) ad aprile 2016 e c) a febbraio 2017. È pertanto attualmente in corso lo svolgimento della seconda fase.
  Tuttavia, la Delibera AGCom è stata impugnata con ricorso al TAR del Lazio che, con propria ordinanza (n. 4882/2016) ha disposto il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
  Nel contempo, il Governo italiano, per affrontare le problematiche del settore dell'editoria, derivanti dalle modalità di recapito a giorni alterni, ha avviato un Tavolo di confronto presso il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio, con Poste Italiane e con i diversi rappresentanti istituzionali coinvolti, ai fini della negoziazione di un accordo generale per la previsione di un servizio integrativo nelle aree a giorni alterni.
  Sempre nell'ottica di far fronte alle problematiche espresse dal settore dell'editoria, nella legge di stabilità 2016 si è Pag. 97previsto che quota parte (da individuare) delle maggiori entrate derivanti dalle procedure di gara per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze in banda 3.6-18 GHz, sono destinate a promuovere la digitalizzazione dei contenuti editoriali e incentivare, per gli anni 2016 e 2017, nelle zone di consegna dei prodotti postali a giorni alterni, abbonamenti ai quotidiani in forma digitale.
  In ogni caso, l'AGCOM ha assicurato che, nell'ambito della propria attività di vigilanza, curerà il monitoraggio degli eventuali effetti del modello di recapito a giorni alterni sulla qualità del servizio universale e, ove nelle località riportate negli atti in esame, si riscontrino disagi o disservizi qualitativamente non in linea con gli standard previsti provvederà ad adottare i dovuti interventi.

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ALLEGATO 2

5-06015 Ribaudo: Modalità di reclutamento del personale da parte di Poste italiane SpA e possibili conseguenze sullo svolgimento del servizio postale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto in esame concernente il reclutamento dei dipendenti di Poste Italiane S.p.A., si evidenzia che tale argomento non rientra nelle specifiche competenze del Ministero dello sviluppo economico che sono riferibili al contratto di programma che regola i rapporti tra lo Stato e Poste Italiane S.p.A. per la fornitura del servizio postale universale.
  In via preliminare si fa inoltre presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Spetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, lettera c) e lettera e) del decreto legislativo n. 261 del 1999, rispettivamente la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» e lo «svolgimento, anche attraverso soggetti terzi, dell'attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto di standard di qualità del servizio postale universale».
  L'Autorità inoltre, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Ministero in relazione al piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
  Al fine di seguire direttamente il nuovo processo di interazione tra gli enti locali e Poste Italiane, il Ministero ha inviato, all'inizio del mese di marzo, una lettera a tutti i Presidenti delle Regioni italiane, cui Pag. 99è demandato il compito di promuovere le suddette iniziative, invitando ad attivarsi, con sollecitudine, affinché siano tutelati i diritti dei cittadini soprattutto nelle zone maggiormente svantaggiate.
  Con riferimento allo specifico atto in esame, come detto in premessa, si rappresenta che la materia relativa al reclutamento dei dipendenti di Poste Italiane esula dalle competenze del Ministero dello sviluppo economico che, comunque, ha richiesto alla società elementi informativi al riguardo.
  L'azienda ha rappresentato che il ricorso al contratto a tempo determinato nei settori del recapito e della logistica, oltre a consentire la gestione dei picchi di attività, è funzionale a garantire la corretta operatività della produzione, permettendo di intervenire tempestivamente al modificarsi delle esigenze produttive/territoriali.
  L'utilizzo di tale istituto, a decorrere dal 2006, è avvenuto nel rispetto della disciplina prevista dall'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 368/01 che, nell'introdurre una causale a favore delle imprese concessionarie di servizi nel settore postale, ha statuito che sono consentite le assunzioni con contratto a termine «nella percentuale non superiore al 15 per cento dell'organico aziendale, riferito al primo gennaio dell'anno cui le assunzioni si riferiscono».
  La stessa Società ha evidenziato, altresì, di aver sempre rispettato la percentuale del 15 per cento prevista dalla norma sottolineando che per gli anni 2006, 2007 e 2008, nei Bilanci di Poste Italiane S.p.A. è riportato un dato aggregato che riguarda sia i contratti a tempo determinato stipulati ai sensi dell'articolo 2, comma 1-bis, del citato decreto legislativo, sia quelli stipulati con diverse altre causali.
  Per gli anni dal 2009 ad oggi, alla luce dell'intervenuta norma del c.d. Collegato Lavoro (legge 183/2010), nei Bilanci aziendali è stata data una evidenza più dettagliata dei contratti a tempo determinato e, dunque, è presente in modo più puntuale e specifico anche il riferimento al numero dei contratti a termine stipulati ai sensi dell'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 368 del 2001.
  Poste Italiane ha rappresentato inoltre, che i dati riferiti a tali anni, risultano mediamente pari al 50 per cento del complessivo plafond potenziale che si sarebbe potuto utilizzare. In particolare, si passa dal 60 per cento nel 2009 al 38 per cento nel 2012 fino a raggiungere addirittura l'11 per cento nel 2014 (per l'anno 2009: 12.808 contratti a fronte di un tetto percentuale pari a 22.595; per l'anno 2012: 8.433 a fronte di un tetto percentuale pari a 21.663; per l'anno 2014: 2.391 contratti a fronte di un tetto percentuale pari a 21.513 unità).
  L'Azienda ha, peraltro, evidenziato che a partire dall'anno 2006, al fine di contenere i fenomeni di contenzioso e di consolidare la posizione dei lavoratori riammessi in servizio in esecuzione di sentenze non ancora passate in giudicato, ha provveduto a stabilizzare circa 30.000 risorse, previ Accordi Sindacali intervenuti negli anni 2006, 2008, 2010, 2012, 2013. Ulteriori 950 risorse circa, non destinatarie di precedenti analoghe intese, hanno consolidato il proprio rapporto di lavoro con Poste Italiane, a seguito degli accordi sottoscritti con le OO.SS. il 30 luglio 2015.
  Con specifico riferimento agli altri aspetti di interesse dell'Interrogante Poste Italiane ha comunicato che le ricerche e selezioni del personale nel Gruppo Poste Italiane sono condotte sulla base di regole precise, disciplinate da una apposita procedura aziendale redatta ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001 che definisce differenti modalità operative a seconda dei profili ricercati.
  Ciò che nell'atto in esame viene definito «avviso pubblico» è in realtà la semplice pubblicazione di annunci di ricerca di personale attraverso lo spazio «lavora con noi» del sito www.poste.it. Si tratta della modalità comune di recruiting, ordinariamente utilizzata da tutte le aziende attraverso la quale ogni candidato, se in possesso dei requisiti espressamente indicati nell'annuncio, può candidarsi a garanzia di equità e trasparenza del processo.Pag. 100
  Il Gruppo Poste Italiane ha, inoltre, precisato di aver attivato, durante tutto l'anno 2015, in via residuale, solamente 8 contratti di somministrazione che si sono resi necessari per la veloce sostituzione di altrettanti lavoratori temporanei che si erano dimessi, privilegiando ordinariamente l'utilizzo dei contratti a tempo determinato e indeterminato, e attivando rapporti di lavoro con il lavoratore e non con le agenzie interinali.
  La società al riguardo ha inoltre specificato che, ad eccezione dei contratti a tempo determinato attivati nei confronti del personale da adibire ad attività di recapito e smistamento della corrispondenza, cui si ricorre al solo fine di garantire le operatività anche nei momenti di picco o di ferie del personale stabile, si prevede che gli altri contratti a tempo determinato, stipulati nel corso dell'anno 2015 saranno consolidati in contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, a condizione che risultino accertati positivi livelli sul fronte delle prestazioni rese dalle risorse coinvolte.
  Come già accennato il canale di recruiting utilizzato dalla società è costituito dal «canale web» di Poste Italiane, al quale tutti possono accedere per inserire il proprio CV nella apposita sezione «lavora con noi» del sito istituzionale.
  L'Azienda, sulla base dei fabbisogni esistenti e dei CV presenti nella propria banca dati, contatta di volta in volta i candidati in possesso dei requisiti previsti e attiva il conseguente processo di selezione nel rispetto di quanto indicato nella specifica procedura aziendale di «Reclutamento e selezione del personale per assunzioni a tempo indeterminato e determinato» redatta ai sensi del decreto legislativo n. 231/01.
  Solo in via residuale, in caso di fabbisogni numericamente consistenti e assenza all'interno della banca dati aziendale di profili coerenti con le esigenze, si fa ricorso ad aziende specializzate che supportano Poste Italiane esclusivamente nella prima fase di ricerca e verifica della rispondenza dei candidati ai criteri definiti dall'Azienda.
  Poste Italiane ha evidenziato, infine, che a valle di questa prima fase di screening, segue, in ogni caso, una selezione operata, in un'ottica di trasparenza ed equità, secondo i criteri adottati dal Gruppo stesso.

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ALLEGATO 3

5-06269 Malisani: Inottemperanza, da parte di Poste italiane, dell'impegno ad un confronto con gli enti locali prima della chiusura di numerosi uffici postali nella regione Friuli Venezia-Giulia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare si fa presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  Le chiusure e le rimodulazioni orarie, comunicate preventivamente all'Agcom, sono previste dal Piano di rimodulazione degli orari degli uffici postali nel periodo estivo, redatto da Poste Italiane in conformità ai criteri di cui al decreto del 22 giugno 2007, come integrato dalla delibera Agcom 293113/CONS del 16 aprile 2013.
  Inoltre il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la Pag. 102prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui che l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
  Poste Italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
  La società Poste Italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  Al fine di seguire direttamente il nuovo processo di interazione tra gli enti locali e Poste Italiane, il Ministero ha inviato, all'inizio del mese di marzo, una lettera a tutti i Presidenti delle Regioni italiane, cui è demandato il compito di promuovere le suddette iniziative, invitando ad attivarsi, con sollecitudine, affinché siano tutelati i diritti dei cittadini soprattutto nelle zone maggiormente svantaggiate.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A., compresi gli eventuali interventi sulle sedi a cui si riferisce la presente interrogazione.

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ALLEGATO 4

5-06288 Crivellari: Conseguenze sull'efficacia del servizio postale derivanti dalle scelte occupazionali di Poste italiane, con particolare riguardo alla regione Veneto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che le relazioni industriali e la materia della gestione del personale di Poste Italiane spa, esulano dalle specifiche competenze del Ministero dello Sviluppo Economico, che in ogni caso per poter rispondere all'atto in esame ha provveduto ad acquisire elementi informativi direttamente dalla società, che al riguardo ha rappresentato quanto segue.
  L'Accordo del 12 Giugno 2015, avente ad oggetto le dinamiche occupazionali della Funzione aziendale Mercato Privati, ha previsto, tra l'altro, la conversione di 480 contratti da part time a full time, al fine di supportare l'evoluzione di un modello di servizio relazionale maggiormente rispondente alle esigenze della clientela e orientato a potenziare la capacità commerciale dell'Azienda e favorire, al contempo, l'inclusione sociale ed il miglioramento della qualità dell'occupazione delle proprie maestranze.
  La Società, al riguardo, ha precisato che tali conversioni sono state individuate e ripartite territorialmente in relazione agli uffici postali che presentavano tempi di attesa superiori alla media nazionale ed in funzione del numero dei contratti part time attivi nell'ambito delle singole filiali.
  In particolare, per la Regione Veneto, di interesse dell'On.le Interrogante, l'Accordo ha previsto 31 conversioni che hanno permesso di dimezzare, tra giugno e ottobre 2015, i tempi di attesa presso gli uffici postali, passando da una media di circa 10 minuti a poco più di 5 minuti, valore che si confronta con gli oltre 8 minuti della media nazionale registrata durante il mese di ottobre.
  Poste Italiane ha evidenziato inoltre che la procedura di conversione ha risentito dello scarso numero di adesioni alla richiesta e che, in particolare nella Regione Veneto, risultano declinate oltre 40 richieste di conversione, prevalentemente concentrate nelle Filiali di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza. Poiché all'interno delle citate Filiali non erano presenti altri operatori con contratto part time interessati a convertire il proprio rapporto di lavoro in full time, l'Azienda ha provveduto a concentrare in tali Filiali il maggior numero di assunzioni, pari a circa 40 unità, attingendo dal mercato esterno.

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ALLEGATO 5

5-08474 Garofalo: Disagi per l'utenza messinese conseguenti alla riorganizzazione del servizio postale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare si fa presente che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  Spetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, lettera c) e lettera e) del decreto legislativo n. 261 del 1999, rispettivamente la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» e lo «svolgimento, anche attraverso soggetti terzi, dell'attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto di standard di qualità del servizio postale universale».
  L'Autorità inoltre, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Ministero in relazione al piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenuto Pag. 105conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui che l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
  Poste Italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
  La società Poste Italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  Al fine di seguire direttamente il nuovo processo di interazione tra gli enti locali e Poste Italiane, il Ministero ha inviato, all'inizio del mese di marzo, una lettera a tutti i Presidenti delle Regioni italiane, cui è demandato il compito di promuovere le suddette iniziative, invitando ad attivarsi, con sollecitudine, affinché siano tutelati i diritti dei cittadini soprattutto nelle zone maggiormente svantaggiate.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A., compresi gli eventuali interventi sulle sedi a cui si riferisce la presente interrogazione.